Lo scudo di Bia

Il rapimento di Athena era un fatto sconcertante, unico nella storia dei Saint.

Tutti i Saint della terra stavano convergendo, in massa, verso il Santuario.

Anche Seiya e Shiryu, dal Giappone, giunsero, trafelati, in Grecia.

Mai, nella storia del Santuario, cosi tanti Saint confluivano nel loro quartier generale.

Saint e allievi arrivavano, veloci. Bronze e Silver Saint arrivavano in continuazione.

La situazione era allarmante.

Kanon, rinvenuto dall'attacco psichico, Kiki e Aioria, in quanto Gold Saint, erano per tradizioni i capi naturali per i Saint presenti. A coloro che avevano partecipato all'assedio dei Bersesker di pochi giorni prima, si erano aggiunti i Saint che non avevano fatto in tempo a intervenire.

Ma purtroppo, né i Gold Saint, né nessuno dei presenti sembrava avere una mezza idea su cosa fare!

Seiya era furibondo, furibondo per quanto era accaduto, furibondo per non aver potuto fare niente per impedirlo...

Seiya, Shiryu, Shun, Hyoga ed Ikki, arrivato da non si sa dove dopo la scomparsa di Athena, erano in consiglio con i Gold Saint e alcuni potenti Silver Saint.

Ma le uniche proposte che potevano trovare erano: attaccare Ares o ritrovare lo Scudo di Bia.

Ma nessuno sembrava conoscere né l'ubicazione del Santuario di Ares, né dov'era custodito lo Scudo.

Improvvisamente, la porta della Sala del Trono, dove i Saint tenevano consiglio, si Aprì. Il nuovo arrivato indossava, come i suoi colleghi, un Cloth color terra, che gli proteggeva buona parte del corpo. L'elmo, che gli contornava la fronte, sembrava una fascia da cui uscivano punte, come di chiodi e scendeva, ai lati del viso, coprendo le orecchie e gli zigomi. La corazza proteggeva il petto, scendendo verso l'inguine, lasciando scoperti solo gli addominali, massicci e scolpiti. Le braccia avevano gli avambracci protetti da bracciali solidi, mentre le gambe, sugli stinchi fino ai piedi, un elaborato stivale di metallo, privo di decorazioni e ginocchiera, sembrava composto da fasce metalliche che circondavano, a spirale, la gamba. I capelli scurissimi e ispidi, da cui sbucavano bianche piume d'aquila, il colorito scuro, rossastro e e linee di pittura sul viso rivelavano che il nuovo arrivato era un nativo delle Americhe, un cosiddetto indiano.

"Scusate l'intrusione, miei signori- disse il nuovo arrivato- ma speravo di poter offrire il mo aiuto in questo momento di emergenza. Io sono- disse, in risposta alla curiosità ben visibile negli occhi dei presenti- Spirito Quieto, Mistery Saint della Costellazione dell'Indiano, per servirvi!"

"Ben venuto nel consiglio, Spirito Quieto,- esordì Kanon- purtroppo, al momento le sole due opzioni sono attaccare o pagare il riscatto... Ma in entrambi i casi non sappiamo come agire!"

Il viso serio di Spirito Quieto guardò incuriosito i Saint di fronte a lui.

"Eppure, delle soluzioni ci sono..."

"Quali sarebbero, Spirito Quieto?- esclamò Seiya infervorato- Ti prego parla, qualsiasi cosa è meglio di questa logorante attesa!"

Il nativo americano si concesse l'abbozzo di un sorriso.

"Per prima cosa, dobbiamo rafforzaci e immagino che sia per questo che è stato lanciato il Canto di Athena, per richiamare tutti coloro che hanno il potenziale per diventare Saint e portarli all'addestramento.-il silenzio dei presenti fu per il Mistery Saint una conferma- Quindi io penso che ci dovremmo organizzare seguendo due scopi: addestrare nuovi Saint e scoprire dove si trovano Ares e il suo Scudo!"

"Abbiamo consultato gli Archivi, Spirito Quieto, ma non ci sono riferimenti né sull'ubicazione di un Tempio di Ares né su dove sia custodito lo Scudo" Primus si sentiva impotente.

"Non sempre la conoscenza è prerogativa degli archivi- ribatte il Saint dell'Indiano- in essi sono tramandate le informazioni più utili, nell'immediato alle azioni ai Saint. È probabile che, col tempo, alcune informazioni siano state trasferite dagli archivi qui al Santuario, in altri luoghi di sapere, sicuri. È lì che dobbiamo cercare!"

"E in quale luogo ci suggerisci di cercare tali informazioni?" Aioria era teso dal nervosismo.

"Direi che la raccolta più probabile da consultare sia quella della Biblioteca di Alessandria..."

"M è assurdo!- Kanon era sconvolto- Alessandria, la città fondata da Alessandro magno, aveva sì una biblioteca incredibile, una vera miniera di informazioni e sapere, ma è andata distrutta secoli fa! È un tesoro perduto per l'umanità!"

"Davvero pensi ce tanto sapere sia perduto? Attorno alla Biblioteca c'erano gli interessi di troppe persone e autorità, compreso il Sacerdote dell'epoca... Probabilmente i testi sono stati spostati prima della distruzione delle Biblioteca per preservarli."

"E come possiamo scoprire l'ubicazione dei documenti?"

"A questo, Saint dell'Orologio, ci sarai indispensabile tu..."

Spirito quieto espose il suo progetto, di una semplicità disarmante.

Puntava tutto sulle capacità paranormali di Primus, combinandole con le proprie.

La costellazione dell'Indiano, infatti, permetteva di potenziare al massimo le capacità spirituali o paranormali di un individuo, senza che questo comportasse danni a quest'ultimo.

La proposta di Spirito Quieto era di aumentare col suo potere le capacità di Primus per inviare dei Saint nel passato, alla ricerca dei documenti della Biblioteca di Alessandria. Allo stesso modo, usando le capacità del Saint dell'Orologio per accelerare il tempo, sottoporre i nuovi allievi a un "corso intensivo" che permettesse loro di condensare, in pochi giorni, l'addestramento di anni... Un progetto estremamente ambizioso!

Seiya e Shun si offrirono volontari per ricercare i documenti perduti. Del resto, grazie ai God Cloth, erano tra i candidati migliori per sopravvivere al viaggio temporale.

"Vi avverto- esordì Primus- non ho la minima idea su come funzionerà il Time Warp usandolo in questa maniera!"

Conosciamo i rischi, Primus, non preoccuparti per noi" Seiya era nervoso ma determinato.

Spirito Quieto posò la mano destra sulla spalla di Primus. Il Cosmo del Mistery Saint entrò in risonanza con quello del Saint dell'Orologio, che si ampliò notevolmente, incredibilmente.

"Time Warp!" davanti ai Saint si aprì un arco di energie multicolori, cangianti, vorticanti.

Seiya e Shun si gettarono nel varco. Protetti dai loro God Cloth, sentivano le energie cronali agire sui poro corpi. Provarono la sensazione di dissolversi e ricostruirsi a livello subatomico diverse volte, fino a quando si materializzarono; atterrarono in una distesa desertica. Seiya, preso di sprovvista, finì con l'atterrare col viso, ritrovandosi la testa sommersa nella sabbia. Shun invece, riuscì ad atterrare elegantemente, con una leggera capriola.

"Seiya, tutto bene?"

"Tranquillo. Shun- rispose sputacchiando la sabbia dalla bocca- la sabbia qui è soffice... Ma piuttosto, dove sono finiti i nostri Cloth?"

I due Saint erano privi delle loro corazze, persi in un luogo ostile da cui, per effetto dei poteri combinati di Spirito Quieto e Primus, potevano tornare solo a missione conclusa...

A pochi giorni di marcia, i due Saint arrivarono alla loro meta. La città di Alessandria, voluta dal grande re macedone da cui prese il nome, era un'opera maestosa. Sorgeva tra la palude di Maryut e il Mar Mediterraneo. Di fronte al porto della città, vi era un'isola, collegata alla terraferma da una enorme diga, che permetteva l'uso di un impianto di acquedotti all'epoca eccezionale. Sull'isola, chiamata Faro, sorgeva una torre, fatta costruire dalla stirpe dei re Tolomei, torre a cui si ispirano, nell'era moderna, i fari di navigazione, che dall'isola prendono il nome.

La popolazione nei dintorni era in fuga, per l'arrivo di un potente esercito: quello romano guidato dal celebre condottiero Giulio Cesare.

"Ci pensi, Seiya? Stiamo vivendo un momento storico."

"Sinceramente, Shun, sarò più tranquillo quando potrò togliermi di dosso tutta questa sabbia e farmi una doccia calda... Mi sembra un secolo da quando ho dormito in un letto!"

"Parole grosse per uno che è stato forzatamente a letto, in coma, per mesi... Guarda!"

Davanti a loro, le porte della città erano aperte, enormi e maestose come le mura che circondavano la città. I due Saint, mimetizzatisi dai mantelli che avevano elemosinato durante il viaggio, si mimetizzavano tra la folla. Altrimenti i loro abiti, così diversi da quelli della popolazione, li avrebbe fatti risaltare come un pezzo di carbone in mezzo allo zucchero.

"Shun, dobbiamo muoverci molto attentamente, qui la sorveglianza sarà altissima... Ci conviene individuare la Biblioteca, e agire nottetempo per ottenere le informazioni che ci servono."

"Credo che tu abbia ragione, meglio essere discreti."

I due continuarono a vagare per la città finché no videro l'edificio enorme che stavano cercando.

La Biblioteca di Alessandria è tuttora una leggenda tra il mito e la storia, un complesso che conteneva oltre 700.000 testi in varie lingue e in più traduzioni. Era un vero centro del sapere universale. Ma pochi sapevano che in quell'edificio venivano custoditi, in camere segrete, nascoste, i segreti di antichi governanti, i testi di verità occulte, talmente pericolose da necessitare di protezioni speciali. Ma sopra ogni cosa erano custoditi i segreti delle Divinità, compresi quelli di Athena e dei Saint. Le camere segrete venivano costruite, nella biblioteca, in modo che solo una persona, autorizzata da chi era il "titolare" della stanza e il custode del segreto potesse averne acceso, o darne acceso a un suo uomo di fiducia. Così, i segreti di Athena erano protetti da qualsiasi tentativo di furto, indipendentemente dal potere del ladro... In pratica fungeva da banca per i segreti delle potenze dell'epoca, divine o immortali. Una potente magia, un potere che trascendeva la mente umana aleggiava in quei corridoi. Seiya e Shun lo avvertivano dalla strada. Attesero la notte, prima di agire.

"Bene, Shun, è ora di agire!" I due grazie ai loro poteri, saltarono le mura imponenti dell'edificio, penetrando attraverso una delle ampie terrazze che facevano filtrare la luce all'interno.

"Dove dobbiamo andare, Shun?"

"Secondo i documenti dell'archivio, le stanze riservate ai segreti di Athena e dei Saint si trovano nei sotterranei, a Est. Per accedervi bisogna passare in un salone immenso, detto Sala delle Divinità."

I due si fecero strada nei labirintici corridoi, nascondendosi, come ninja, quando incrociavano i guardiani dell'edificio. Riuscirono facilmente a trovare gli accessi ai sotterranei a Est. Ben presto si ritrovarono in una stanza incredibile.

Le pareti erano disegnate in modo da raffigurare un prato paradisiaco, mentre il pavimento era composto di mattonelle con disegni a fiori, uno diverso dall'altro per colore forma e dimensione. Sempre sulle pareti, si levavano vari tipi di alberi, e tra gli alberi, ogni animale esistente era raffigurato, cosi dettagliatamente e in maniera così realistica che sembrava dovessero muoversi da un momento all'altro. Il soffitto era decorato in modo da riprodurre la volta stellata, però le stelle non avevano il tipico sfondo scuro della notte, sembravano visibili come in pieno giorno. A separare le rappresentazioni celesti da quella dell'incantevole prato, diverse figure, in fila e in pose diverse, circondavano l'intera stanza. Seiya e Shun guardarono tutto questo, a bocca aperta, ammaliati: sembrava loro di sentire il profumo dei fiori e delle piante. Guardavano la volta celeste degli affreschi ma non riuscirono a riconoscere le costellazioni: erano assolutamente incomprensibili!

Invece riconobbero le figure che dividevano il cielo e la terra. Ades, Poseidone, Ares... E, naturalmente, Athena!

"Seiya, ecco, dobbiamo cercare qui, sotto l'effige di Athena... secondo gli Archivi è qui l'accesso alle stanze della dea!"

I due si avvicinarono al muro subito sotto un affresco che raffigurava la loro Dea, quando un sibilo li bloccò; un foro apparve ai loro piedi, straziando il pavimento, crepando i marmi e le pietre dure che componevano la fitta trama di fiori colorati.

"Fermi, stranieri invasori. Non entrerete in possesso dei tesori di Athena, io, Stilo dello Scorpione, ve lo impedirò!" Dietro di loro, indossando il Gold Cloth dello scorpione, apparve un Gold Saint.

Capita spesso che le migliori intenzioni siano equivocate, portando persone che potrebbero essere, se no amiche quantomeno alleate. Seiya e Shun si trovavano in una di queste situazioni, costretti ad affrontare un uomo che, in altre circostanze, sarebbe stato un loro compagno.

Stilo li stava attaccando con lo "Scarlet Needle" la tecnica più tipica dei Saint dello Scorpione. Concentrando il Cosmo in un dito, si materializzava sulla sua punta, distorcendo la forma dell'unghia, un pungiglione che iniettava, colpendo i nemici, un potentissimo veleno; le tossine dello Scorpione erano tali che il destino di chi subiva un tale colpo era segnato in due alternative: Follia o Morte. Come le stelle della costellazione, lo Scarlet Needle si divideva in quindici livelli, quindici colpi che permettevano di uccidere gli avversari. Pochi erano sopravvissuti ai primi colpi.

Ancor meno coloro che ne avevano incassati più di una decina. Pochissimi coloro che resistevano fino al quindicesimo e ultimo colpo, detto "Antares" che segnava inevitabilmente la morte della vittima, un colpo che necessitava di due dita per essere eseguito, a differenza degli altri quattordici, congiunte in un unico pungiglione. Come di consueto, Stilo, da ottimo Gold Saint, i muoveva alla velocità della luce. Seiya e Shun, che tra i Saint della loro epoca erano gli unici ad avere poteri paragonabili a quelli dei Gold Saint, erano in grado di evitare i colpi del loro aggressore, ma erano restii a contrattaccare!

"Maledetti! Siete Mariners, Bersesker o Spettri, voi che cercate di impadronirvi dei segreti della mia dea? In ogni caso, vi fermerò, Scarlet Needle!" Stilo intensificò il numero dei copi, rendendo ancor più difficile ai due ragazzi agire passivamente.

"Ma insomma proprio non vuoi fermarti e starci a sentire? Ora mi hai stufato! Pegasus Ryuseiken!"

Seiya contrattaccò con il suo colpo preferito, contrastando i pungiglioni dello scorpione con raffiche di meteore. Ma Stilo era protetto dal Cloth, Seiya no. Lo Scarlet Needle stava per colpire Seiya alla spalla.

"Devo fare qualcosa- pensava tra sé Shun- se solo avessi le mie catene..." il Cosmo di Shun vibrò, e tra le sue mani apparvero le catene proprie del suo segno. Evidentemente, i due Saint erano ancora protetti dai loro Cloth, in qualche modo! Subito, Shun reagì mettendo in atto la sua tecnica difensiva più efficace.

"Rolling Defence!" Le catene di Andromeda si disposero attorno a Seiya, in una spirale, roteando alla velocità della luce: formavano una potente muraglia che respingeva efficacemente i colpi di Stilo.

"Shun ma quelle..." "Sì, sono le mie catene, non so come, ma sono apparse, quando ne ho avuto bisogno." "Forza, allora, blocchiamolo. Pegasus Siuseiken!" "Spider Net!"

Combinando le loro tecniche i due fratelli riuscirono a mettere in un angolo Stilo e a intrappolarlo. Bloccato tra le maglie della Catena di Andromeda, disposta a forma di tela di ragno, Stilo si trovava impedito di ogni movimento.

"Maledetti, liberatemi o fatemi fuori definitivamente! Altrimenti..."

"La smetti di continuare a minacciarci?-Seiya era furente- Se ti fossi fermato un attimo, avremmo potuto evitare tutto questo!"

Seiya incomincio rivelando la propria identità e il motivo della sua presenza, dando a Stilo tutte le prove che poteva della sua sincerità.

"V-voi.. Davvero siete Saint? E venite dal futuro?"

"Che altro ti dobbiamo dire per convincerti?- Seiya era spazientito- Ormai inizio ad essere a corto di argomenti."

Stilo sorrise. "Se è davvero come dite, e se in futuro i Saint faranno imprese tali quanto quelli da voi descritte, posso fidarmi della vostra parola. Avreste potuto finirmi subito, invece che raccontarmi tutto ciò...Vi chiedo scusa, ma sono qui per una missione di estrema importanza, e purtroppo ho ragione di credere che qualcuno interferirà!"

"Cosa succede?" chiese Shun, richiamando le sue catene.

"Ho il compito di trasferire tutti i documenti relativi ad Athena e il Santuario in un'altra sede, prima dell'arrivo di Cesare! Tra i sostenitori di Giulio Cesare, infatti, vi sono alcuni Bersesker, Cesare è un condottiero molto stimato da Ares, che vorrebbe renderlo un dominatore assoluto, per poterlo usare come marionetta per i suoi fini, e tramite lui governare il mondo, visto che è sigillato nel suo tempio."

"E perché i Bersesker sarebbero così interessati alla Biblioteca da intervenire tra i guerrieri delle Legioni Romane?"

"Semplice, perché qui sono custoditi i documenti relativi il luogo in cui è nascosto lo Scudo di Bia. Se Ares lo riavesse, potrebbe manifestarsi e dominare senza essere costretto a usare Cesare come marionetta, spezzando i sigilli impostigli da Athena!" Seiya e Shun si guardarono negli occhi: avevano a portata di mano ciò che cercavano!

Stilo fece entrare i due Saint nelle stanze segrete. Le stanze della biblioteca erano sembrate, finora, enormi, ma la stanza segreta in cui si trovavano era addirittura immensa: non si riusciva a vedere il soffitto o le pareti. Il Saint dello Scorpione spiegò brevemente che quelle stanze erano state create usando artifici dell'alchimia e della magia, ed erano, in realtà, spazi sub spaziali, dimensioni attigue al nostro mondo. I due Bronze Saint avevano avuto modo di osservare da vicino il Gold Saint del remoto passato da loro incontrato. Stilo non somigliava per niente a Milo, il Saint dello Scorpione che avevano conosciuto. Stilo era senz'altro più alto di Milo, intorno ai due metri, ma molto meno muscoloso. I Capelli di Stilo erano neri, corti e ricciuti; la carnagione, simile al mogano, rendeva visibile, sulla pelle ogni movimento dei muscoli felini del Gold Saint. Gli occhi, scuri come chicchi di caffè e penetranti, erano cerchiati da pigmentazioni bianche ce li facevano apparire più grandi e rivelavano le origine egizie del Saint.

Stilo guidò Seiya e Shun attraverso l'incredibile stanza, alla ricerca dei documenti che servivano ai due giovani Bronze Saint venuti dal futuro.

"Chi sono quei personaggi raffigurati nella stanza? Abbiamo riconosciuto Athena e altre divinità greche, ma le altre.."

"Beh, non son state solo le divinità greche a manifestarsi, in questo mondo. Le altre immagini rappresentate sono divinità scandinave che risiedono nell'estremo nord, e quelle egizie."

"Strano, nella nostra epoca non ne abbiamo mai sentito parlare...."

"Non è poi così strano Shun, le divinità del nord si sono completamente isolate nei loro territori, rifiutandosi di partecipare ai conflitti tra le divinità, pur avendo mentalità molto affini a quelle di Athena. Le divinità egizie, poi, non si sono mai preoccupate molto delle questioni umane, intervenendo però molto raramente solo contro creature soprannaturali. Sono molto affine al culto della Morte, per cui, sotto molti aspetti hanno collaborato on Ades in molti modi...Basti pensare alla Seconda Prigione dell'Inferno!"

"Ci sei stato?"

"Non personalmente, Seiya, ma Syddhartha della Vergine, nelle sue meditazioni, ne ha avuto una visione, e me le ha descritte. Io sono Egiziano, e devo dire che le somiglianze tra ciò che mi descriveva Syddhartha e monumenti ella mia patria mi ha colpito molto..."

"Quindi Ades e le divinità egizie erano alleati?"

"No! Inizialmente, c'era concordia tra Ades e le divinità egizie, ma queste si dissociarono quando scoprirono i veri propositi di Ades nei confronti dell'umanità. Non hanno mai condiviso il progetto dello sterminio totale della razza umana, le divinità egizie."

"Avrebbero potuto fermarlo, allora!"

"Seiya, una guerra tra dei è una cosa terribile... I Cosmi degli Dei sono immensi, non abbiamo neanche la benché minima idea di cosa siano capaci. Immagina questi Cosmi che si scontrano senza quartiere, cosa comporterebbe per l'universo. Inoltre c'è un'altra cosa da considerare..."

"Cosa, Stilo?"

"In un tempo remoto, prima della scrittura, le varie divinità si unirono nella lotta contro una forza misteriosa. Finora, questa è una legenda che spiega i rapporti cauti tra i vari gruppi di Dei, e nulla si sa di ciò che accadde. Di certo, tra i vari regni divini esiste un patto di non influenza... Ecco, qui dovremo trovare i documenti che cercate!"

In un enorme scaffale, giacevano, polverosi ma ben conservati numerosi rotoli di papiri, diverse tavolette di creta, tutti divisi per categorie, riportate lungo gli scaffali da scritte in greco antico, che sia Shun che Seiya sapevano leggere. Finalmente trovarono lo scaffale relativo ad Ares, composto da una decina di testi. Stilo, dal canto suo, ammise, con un po' di imbarazzo, di non poterli aiutare: non sapeva leggere.

Fu Shun a trovare la prima informazione utile, l'ubicazione dello Scudo di Bia. Seiya, invece, trovo un manoscritto in cui si parlava delle probabili locazioni della Fortezza di Ares.

"Pensavo che Ares, come Athena, avesse un santuario, non una fortezza."

"A differenza di Athena, che pur essendo la Dea della Guerra, anela alla pace, Ares vuole un perpetuo conflitto... Non mi sorprende che la sua dimora sa una fortezza, in fondo, non trovi, Seiya?"

"Presto giovani Saint, ora usciamo di qui... Devo portare a termine il mio compito!"

Seguendo Stilo, i due giovani lasciarono la stanza. Una volta fuori, Stilo bruciò il suo Cosmo, dirigendone le energie verso l'immagine di Athena dipinta sulla parete. La stanza parve sbiadire, per poi venire risucchiata in un vortice.

"Cos'è successo?" Seiya era stupefatto.

"Non so esattamente come funzioni- replicò Stilo, ansimando per lo sforzo che l'opera aveva completato aveva preteso dal suo Cosmo e dal suo fisico- ma indirizzando le mie energie sull'immagine di Athena, il portale che permette di accedere alla dimensione attigua si è chiuso... Adesso, solo la sacra volontà di Athena potrà riaprire il passaggio, in qualsiasi luogo Lei voglia."

"Seiya, ci pensi, abbiamo le informazioni che ci occorrono per agire contro Ares!2

"Sì, Shun è ora di tornare nel nostro tempo e compiere il nostro dovere di Saint!"

Urla agitate raggiunsero i Saint.

"Cosa succede?"

I tre corsero ai pian superiori, raggiungendo l'uscita dell'edificio. Le guardie, vedendoli, si inginocchiarono di fronte al Gold Saint.

"Signor Stilo, sono arrivate!" "Cosa..?" "Le legioni di Cesare, signore...Hanno raggiunto le porte di Alessandria!"

Alle mura della città, Stilo, Seiya e Shun vedevano l'immensa distesa umana che formava le invitte legioni di Giulio Cesare.

Quasi al centro dell'esercito, il grande condottiero, accompagnato dalla sua amante, la principessa Cleopatra d'Egitto, avanzava. Ma l'attenzione dei Saint non era rivolta verso lo storico condottiero, quanto ad alcuni personaggi che avanzavano in prima linea: indossavano corazze di oro rosso, indubbiamente, delle Bloodmail!

"Accidenti, la principessa si è sbagliata, quando ci ha fatto sapere i tempi con cui le legioni si sarebbero mosse!" "Che principessa, Stilo?" "Parlo di Cleopatra, Shun...Pur essendo egiziana, è sempre stata simpatizzante per Athena. Quando ha seguito l'uomo che ama, il dux romano Giulio, ha scoperto che i Bersesker si erano infiltrati tra i suoi sostenitori, e ha avvertito il Santuario. È per questo che sono stato inviato qui." "Stilo, pensi di farcela, da solo?"

Il Gold Saint sorrise amaramente. "Sono solo contro più avversari, ma non dubito che, anche se morirò, porterò con me tutti i miei nemici- guardò i due giovani- ma voi non dovete neanche minimamente preoccuparvi del mio destino, tornate nel vostro tempo e salvate Athena!- Seiya e Shun si trovarono circondati dalle braccia lunghe e forti del loro nuovo amico- Voi mi avete mostrato nuove speranze per il domani, per la realizzazione del futuro luminoso per cui i Saint hanno sempre lavorato.. Grazie amici miei!"

Detto ciò, Stilo lascio i due ragazzi per recarsi alle porte della città, verso la sua battaglia e il suo destino...

"Seiya..." "Lo so, Shun, anche io vorrei andare ad aiutarlo, ma ha ragione lui... Questa non è la nostra guerra: è la sua. Noi siamo venuti qui con uno scopo, e ora dobbiamo tornare e andare incontro al NOSTRO destino."

I due eroi, di nuovo avvolti nei mantelli di lana grezza che li avevano coperti durante il viaggio, che avevano recuperato, si diressero verso le mura della città, usando i loro Cosmi per muoversi così velocemente da non poter essere visti. Scavalcarono le mura, atterrando nel prato che circondava la città, che li separava dal deserto. Lì, poco lontano intravedevano la battaglia, Stilo che fronteggiava i Bersesker, il Cosmo dorato che bruciava, orgoglioso e selvaggio. I due augurarono mentalmente la vittoria al loro nuovo amico.

"Seiya, non possiamo evitare le legioni, stano circondando le mura per non far fuggire nessuno. Ci conviene percorrere l'accampamento, piuttosto che cercare di aggirarlo!"

I due si diressero, decisi, verso l'immensa distesa di uomini, fuochi e tende che formavano gli accampamenti delle legioni romane. Improvvisamente, si ritrovarono in uno spiazzo tra le tende. Una tenda enorme, semiaperta, era illuminata da quattro grandi bracieri di bronzo. Un uomo, l'armatura di cuoio a cui erano attaccate placche metalliche dorate, fronteggiava quello che, chiaramente era un Bersesker. L'uomo aveva uno sguardo fiero e intelligente, i capelli castani, corti e lucenti, sorretti d un serto d'alloro, simbolo della sua nobiltà, e un manto purpureo sulle spalle. Vicino a lui, una donna, di poco più giovane del nobile condottiero, la carnagione ambrata, il corpo sinuoso e ben fatto, il viso dai lineamenti regolari, belli, il naso diritto, leggermente appuntito, e gli occhi neri, grandi e dolci. I capelli della donna ricadevano, incorniciando lo splendido viso, acconciati in morbide treccine.

"Giulio, della famiglia dei Cesare- incominciò il Bersesker- vengo a te come messaggero del mio signore, il Dio Ares, noto a voi romani come Marte. Sinora, il mio Dio ha ammirato le tue imprese e la tua abilità, e ti offre il suo sostegno. In cambio, il mio Signore Ares ti chiede un giuramento di eterna fedeltà. Giura, nobile Giulio, e il Sommo Ares ti garantirà vittoria e gloria imperitura, in cambio della tua completa sottomissione, in vista della sua prossima liberazione dal sigillo che, da troppo tempo gli impedisce di vagare nel mondo. Giura, e potrai anche tenere con te la tua donna, anche se ha cospirato contro il mio padrone.-Cleopatra, perché di lei si trattava, sussultò-Credevi davvero di agire senza che noi ce ne accorgessimo, stolta donna? Tuttavia, Giulio, se giurerai fedeltà, il grande Ares è disposto a chiudere un occhio..."

"Giulio, mio signore, mio amato, non farlo, ti prego. Ares è un Dio che predica solo la violenza e l'odio. Tu sei un uomo grande e nobile, non sottometterti al suo giogo."

"Taci, ignobile donna, come ti permetti di parlare così di un Dio? Giulio, la clemenza di Ares sa essere infinita, giura e anche queste ingiurie, rivolte contro di lui dalla tua donna, potranno essere perdonate."

Il condottiero romano fece un gran respiro. "Forse giurare fedeltà al Dio della Guerra mi darà la vittoria sui miei nemici e gloria e onore oltre ogni mia immaginazione- esordì- ma allo steso tempo, farebbe di me un burattino, un pupazzo, un mero fantoccio tramite il quale Ares ordirebbe sterili guerre atte solo a sfamare la sua fame di conflitto e a dissetare le sue brame di sangue... No, non mi sottometterò mai a simili condizioni! Non sarà Giulio Cesare lo strumento, il balocco di un Dio, per quanto sia potente!"

"Allora, duce- disse il Bersesker estraendo una corta spada- la tua stella si spegnerà qui, e il tuo esercito, privo del suo condottiero, farà sprofondare tutto nel sangue!"

"No, non lo permetterò- Seiya balzò in avanti- Maledetto vigliacco, ora affronterai me! Pegasus Ryuseiken!" Una pioggia di stelle cadenti circondò il Bersesker, infrangendosi sul suo corpo. Il Bersesker, caduto si rialzò. "Dannato ragazzino, chi sei per intrometterti?"

"Sono- Seiya si bloccò, pensando che non fosse un bene dire il suo vero nome- Pegasus dei Saint di Athena. Io ti sconfiggerò!2

"Pazzo, osi affrontare me senza neanche indossare un Cloth? Sanguis Glaudium!" La corta spada del Bersesker emise una luce rosa, che si trasformò in un fendente di energia simile a una falce di luna. Seiya afferrò la lama a mani nude.

"Pensi che un simile giochetto possa anche solo rallentarmi?" Seiya strinse le mani sulla lama di energia; il sangue fuoriuscì dalle dita, che sembravano destinate a venire lacerate. Improvvisamente, la lama andò in pezzi. "E adesso, prendi questo, e crepa! Pegasus Ryuseiken!" Di nuovo, le centinaia di pugni, simili a comete, saettarono dal braccio di Seiya raggiungendo l'avversario. La Bloodmail si infranse totalmente, mentre i colpi raggiungevano i punti vitali dell'uomo, lasciandolo morente.

"Saint di Athena, a te devo la ma gratitudine- esordì Cesare- e la vita mia e della mia amata."

"La tua nobiltà, nobile Giulio, ha meritato questo premio. Fai che tale nobiltà rimanga intatta!"

Detto ciò, Seiya e Shun scomparvero nella notte.

La conquista della città di Alessandria continuò, era inevitabile, trattandosi di una città così importante. Purtroppo, lo zelo dei legionari portò all'uso del fuoco per mettere la città alle strette e costringerla ala resa. Purtroppo, le fiamme lambirono anche la Biblioteca, vani furono gli ordini di Cesare per fermare le fiamme. Eppure, il condottiero romani riuscì a salvare parte dell'edificio e dei documenti in esso contenuti.

Da lontano, Seiya e Shun osservavano il fumo degli incendi lambire il cielo, consapevoli che Stilo aveva adempiuto ai suoi doveri e, se anche non fosse sopravvissuto allo scontro della notte precedente, sarebbe morto sereno, consapevole di aver fatto, sino in fondo, il proprio dovere.

"E Adesso, Seiya, come torniamo a casa?" "Non lo so, Spirito Quieto non ci ha detto niente sul ritorno..."

Improvvisamente, una voce mentale risuonò nelle teste dei due amici.

"Finalmente avete pronunciato il mio nome- era Spirito Quieto- ora sono finalmente riuscito a percepirvi, nell'immenso ciclo del Karma. Avete svolto il vostro compito, ragazzi?"

"Sì, abbiamo trovato le informazioni che cercavamo."

"Perfetto, allora, è il momento che ritorniate nella vostra epoca?"

"Cosa dobbiamo fare?"

"Dovete solo chiamare Primus, davanti a voi si aprirà il Time Warp"

Fecero così e accadde come Spirito Quieto aveva loro predetto.

Seiya e Shun riprovarono ancora, sulla loro pelle, la strana sensazione di un viaggio nel tempo. Quando la dislocazione temporale finì, si ritrovarono nuovamente nel Santuario, vestiti, come alla partenza, dei loro Cloth.

"Allora, cosa avete scoperto?" Kanon sembrava molto in apprensione.

"Tenetevi forte, ragazzi...Secondo gli antichi documenti, lo Scudo di Bia è a Roma!"

Roma: una delle più antiche città d'Europa, al centro della penisola italiana. Secondo la leggenda, la città fu fondata, preso il colle Palatino dai due fratelli Romolo e Remo, il 21 Aprile del 753 a. C.

La città ha avuto un ruolo centrale nella storia europea: nata come monarchia, i cui sette re, Romolo primo tra tutti, divenne poi una repubblica illuminata. Durante questo periodo, l'Urbe iniziò ad espandere la sua sfera di influenza, conquistando prima le città e i regni più vicini, ingrandendosi sempre di più. Roma divenne famosa per le sue conquiste, allargandole sempre di più, espandendosi in Europa, Africa, Medio Oriente. Durante la carriera di Cesare, il condottiero romano incontrato da Seiya e Shun così fugacemente nel loro viaggio nel tempo, Roma stava evolvendo, politicamente, ancora una volta: Cesare, infatti, era uno dei Triunviri, i tre uomini più potenti della Roma di quel tempo. Dal triumvirato, Augusto, figlio adottivo di Cesare, diventerà il primo imperatore, dando il via all'ultimo grande periodo della storia romana. I resti di tale storia sono qui attorno a noi... Rovine, costruzione e reperti archeologici sono la muta testimonianza di un regno la cui efficienza, a secoli di distanza, rimane ancora superiore a quella attuale, nonostante le innovazioni tecnologiche...

All'aereo porto di Fiumicino, Seiya e Shun erano appena scesi dall'aereo di linea partito da Atene. I due Saint, vestiti con i loro abiti di tutti i giorni, sembravano semplici turisti in visita alla Città Eterna dal lontano Giappone. Seiya indossava una delle sue tipiche magliette, le maniche corte arrotolate sulle spalle, due fasce elastiche gli stringevano i bicipiti altre due, più piccole, i polsi. Normalmente, le magliette che indossava erano rosse, il suo colore preferito, ma questa volta aveva deciso di metterne una grigia, con la scritta in inglese "Save the Word". Indossava dei semplici Jeans scuri e un paio di scarpe Nike, bianche con righe colorate rosse e blu.

Shun, vicino a lui, indossava una camicia turchina a mezze maniche e dei pantaloni in stoffa marroncini, tenuti da una cintura di cuoio molto semplice. Appesa al collo, portava con disinvoltura una piccola macchina fotografica digitale. Molte ragazze, a vederlo così bello e disinvolto, il volto efebico, si giravano ammirate.

"Come sempre, Shun, attiri l'attenzione anche senza volerlo!"

"Eddai Seiya, non sarai mica geloso, vero?"

I due ragazzi uscirono dall'aereo porto e si avviarono verso i bus per aggiunger la città.

Avete mai fatto una salto a Roma? Credetemi, è un viaggio che vale veramente la pena di fare, almeno una volta nella vita. Anche se la città non è più, come agli albori della sua storia, il centro del mondo, o Caput Mundi, conserva un alone di grandezza e di gloria che difficilmente si possono riscontrare in altre parti del mondo. Persino Seiya e Shun, che nelle loro avventure avevano visto cose eccezionali, rimasero a bocca aperta di fronte alla città e alle sue bellezze. Shun lasciandosi trasportare dalla bellezza dei monumenti, scattò diverse fotografie.

"Uffa, Shun insomma un po' di contegno... Non siamo qui in vacanza!"

"Seiya, non fare il guastafeste... Anche tu sei rimasto a bocca aperta di fronte a questi grandiosi monumenti, quindi non è cosa da poco... E comunque, ricordati che per avvicinarci al nostro obbiettivo dobbiamo fingerci turisti, quindi vedi di comportarti come tale."

I due Saint si aggirano per il centro storico della capitale italiana, avvicinandosi sempre di più al loro obbiettivo. Passando davanti al Foro, le pittoresche rovine dell'antico centro della città, ammirano, enorme e imponente, l'edificio da cui prenderà il via la loro missione. Alto, diroccato dal tempo e dalle guerre, l'edificio si staglia sull'orizzonte dei due ragazzi. Il simbolo di Roma. L'anfiteatro Flavio, meglio noto come il Colosseo.

La parola anfiteatro può indurre a pensare a un luogo per rappresentazioni, spettacoli simili a quelli che si vedono oggigiorno. La realtà, più crudele, era che l'enorme complesso, in grado di ospitare migliaia di persone, era il luogo dove i cittadini romani potevano assistere ai combattimenti tra i gladiatori, guerrieri-schiavi che si guadagnavano, col sangue, la libertà perduta.

Come nel moderno Wrestling, i campioni dell'arena si scontravano, ma in palio non c'erano soldi o trofei, ma la libertà e la propria sopravvivenza. Al perdente, la morte.

"Quindi è lì, Shun?"

"Sì, nei sotterranei del Colosseo, ben nascosto, secondo i documenti che ho trovato al Santuario..."

"Per fortuna che agli archivi abbiamo trovato informazioni più precise su come arrivare lì....con i cambiamenti che Roma ha avuto negli ultimi secoli, sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio."

"Beh, le alternative per accedere alle catacombe segrete, dove è custodito lo Scudo, sono dal Pantheon o dal foro... e dalle nostre informazioni agli archivi, l'entrata è stata occultata, ai tempi della Roma imperiale, dal Colosseo. Per noi è una fortuna."

"Sì, agiremo stanotte....- girandosi, Seiya urtò una persona, facendola cadere. Era una ragazza, e Seiya allungò il braccio per sostenerla dalla schiena e farle recuperare l'equilibrio- Mi scusi tanto" Il giovane Saint si incamminò, dopo essersi scusato.

La ragazza rimase a fissare, per alcuni secondi i due giapponesi che aveva appena incrociato.

Aveva la carnagione scura, molto abbronzata, tipica delle persone mediterranee che amano, d'estate prendere il sole. I capelli, neri e lunghi ricadevano sopra le spalle, fino ai fianchi, incorniciando il viso, affilato, delicato nei lineamenti e decisamente bello. Gli occhi scuri erano vivaci, intelligenti e luminosi. Il naso appuntito e affilato, né troppo lungo né troppo schiacciato. Le labbra, di un colore scuro tra il rosso e l'ambra, forse anche per l'uso, discreto, di un velo di rossetto lucidalabbra, appena accennato. Il corpo, rivestito in maglietta e pantaloni neri, era ben fatto e decisamente sexy, un bel seno rigonfiava la maglietta, in cui scintillavano piccoli prismi, mentre gambe lunghe e affusolate si intravedevano dai pantaloni. Era una gran bella ragazza, forse l'unico difetto erano i fianchi, un po larghi, lascito, forse, di una giovanile propensione per il troppo cibo. La ragazza guardava i due giovani giapponesi, ma lo sguardo non mostrava interesse, curiosità o strizza, ma stupore, come se avesse riconosciuto Seiya e Shun, dopo anni che non li rivedeva... La ragazza si passò le dita tra i capelli, come incerta sul da farsi. Fece per riprendere il cammino ma, dopo pochi passi, si voltò e prese a camminare, seguendo la scia dei due Saint.

Altri occhi seguivano i movimenti di Seiya e Shun. Occhi malevoli.

Roma, anche di notte, offre una vista meravigliosa. I monumenti più famosi godono di una illuminazione tale da essere una vista godibilissima anche dopo il cala del sole. Solo una persona molto esperta poteva vede le ombre che, furtive, si aggiravano nelle guglie del Colosseo. Le prime due, agili e sicure, erano Seiya e Shun, che avevano lasciato i loro vestiti da persone comuni per indossare nuovamente i loro scintillanti Cloth. Muovendosi con cautela, riuscivano a nascondersi tra le ombre del monumento romani evitando di essere eventualmente visti. La seconda figura, più goffa, era la ragazza che i due avevano incrociato nel pomeriggio, i lunghi capelli raccolti da un elastico fermacapelli, i vestiti neri che favorivano, come il colore dei capelli e della carnagione, di mimetizzarsi nell'oscurità. L'ultima figura, ammantata, era decisamente abile e veloce. Seguiva i due ragazzi, ma si era accorto dell'intrusa, e sembrava curioso di sapere chi fosse e perché fosse lì.

I Saint si addentrarono nel Colosseo.

Avete mai visitato il Colosseo? Se non lo avete mai fatto, no potete capire la sensazione che i due Saint provavano, stando in un edificio enorme e antico, la cui storia era stata scritta col sangue.

Ancor più impressionante era il labirintico complesso di corridoi che si snodavano sotto quello che un tempo era il campo di gara dei gladiatori. Un piccolo tortuoso labirinto. Proprio lì, Seiya e Shun si stavano addentrando, decisi. Cercando negli archivi del Santuario dati relativi a quanto i due Bronze Saint avevano scoperto nell'antica Alessandria, avevano scoperto che l'accesso al luogo dove era stato nascosto lo Scudo di Bia era stato celato, al momento dell'edificazione del Colosseo, da uno degli architetti incaricati alla progettazione e costruzione dell'Anfiteatro, un seguace di Athena dell'epoca. Questo perché i Bersesker erano sempre alla ricerca dello scudo del loro padrone. Narra la leggenda che, quando Romolo edificò la città, dopo aver ucciso il fratello Remo per il predominio, uno scudo cadde dal cielo. La voce degli dei disse a Romolo di custodire quello scudo: finché lo scudo fosse stato protetto, Roma no sarebbe MAI caduta al nemico. La leggenda aveva trovato riscontro ad Alessandria, dove antichi documenti spiegavano che Romolo, un Saint, avesse ricevuto da Athena l'incarico di custodire lo Scudo di Bia, che la Dea della Guerra aveva strappato al fratello durante la loro ultima Guerra Sacra. Romolo, pur essendo figlio dello stesso Ares, che aveva giaciuto con la madre Silvia, si era schierato con Athena, divenendo un Saint. Diversamente, il suo gemello, Remo, era diventato un Bersesker e, saputo che il fratello custodiva il prezioso Scudo, era andato a fronteggiarlo, perché lo restituisse al loro padre. Di fronte il rifiuto di Romolo, Remo ingaggiò battaglia, ma venne sconfitto. Romolo edificò Roma per proteggere lo scudo, e preparò i Romani affinché, nei secoli, proteggessero lo scudo. Protetta dalla sacra volontà di Athena, Roma non era mai caduta. Solo quando secoli dopo, Roma stava diventando una potenza militare e politica troppo espansionistica, Athena la privò della sua protezione, facendo muovere i Saint per favorirne la caduta e il Sacco. Ma lo Scudo, dimenticato dai Romani, era rimasto al sicuro, nei sotterranei più antichi della città, il cui ingresso era dimenticato da tutti... La memoria dello Scudo di Bia era stata cancellata, eccetto che negli archivi dei Saint, e dei Bersesker.

Ma ora Seiya e Shun avevano aperto questo Vaso di Pandora, andando alla ricerca di questo arcano segreto.

"Seiya, è qui!" In un angolo dei labirintici corridoi, un segno sul muro, un simbolo incomprensibile per molti ma no per i Saint: il luogo d'accesso alle Catacombe, dove lo Scudo era stato celato.

"Bene, Shun, ora è il momento di darsi da fare." Il Saint di Pegasus iniziò a spingere la pietra segnata, che lentamente incominciò a muoversi, facendo cadere polvere e sabbia.

"Ei, ma cosa state facendo?" La ragazza aveva raggiunto i due Saint, e vedendoli, si era fatta avanti, credendo che stessero vandalizzando il muro del Colosseo.

"E tu chi sei? Che ci fai qui, ci seguivi?"

"Seiya, ma non è la ragazza che hai urtato oggi pomeriggio?"

"Hai ragione... Chi sei. Perché ci venivi dietro.?"

"Chi siete voi, piuttosto.... E perché state cercando di distruggere questo muro? Sapete che le pene sono severe, per chi danneggia beni archeologici?"

Vi chiederete come possono comunicare, due ragazzi giapponesi, con una ragazza italiana... Fa parte dell'addestramento dei Saint anche lo studio delle lingue: raramente accade che un Saint si ritrovi ad agire nel proprio paese di nascita, quindi deve apprendere più lingue; è una caratteristica basilare, così come la capacità di utilizzare il Cosmo per la lotta.

"Non ci hai risposto, perché ci seguivi?"

"Mi rifiuto di rispondervi, a voi che indossate questi strani costumi. Aia- la ragazza aveva dato un pugno sul peto di Seiya, colpendo la corazza di metallo- Ma questa è una vera armatura!"

"Seiya, non concluderemo niente stando a parlare così... Continua a cercare l'ingresso, io cercherò di spiegarle la situazione, sperando che ci creda."

Mentre Seiya continuava a spinger la pietra mobile della parete, Shun iniziò a parlare, fitto fitto, spiegando alla ragazza circa l'esistenza dei Saint e il loro ruolo, la situazione in corso e il motivo della loro presenza. Gli occhi scuri della fanciulla erano sgranati dalla meraviglia.

"Quindi, voi sareste Saint... Mi sembra tutto così assurdo, eppure non credo che tu stia mentendo. Sono sempre stata brava a capire chi mentiva e chi diceva la verità, tu mi sembri sincero."

"Bene, perché adesso tocca a te spiegarci la tua presenza qui... Non possiamo rischiare che tu sia un nemico, per noi è troppo importante riuscire nel nostro compito!"

"Mi chiamo Giulia, vivo qui a Roma. Non so chi siano i vostri nemici, ma io vi ho seguiti dopo il nostro incontro di oggi pomeriggio. Non so spiegarmi perché, ma quando vi ho incrociati, ho sentito una strana sensazione, come di familiarità, che mi spingeva a venirvi dietro. All'inizio pensavo di ignorarla, ma non ho potuto.. Così vi ho seguiti fino ad ora."

"Shun, sei sicuro che non stia mentendo?" "Sì Seiya, ma mia Andromeda Chain non reagisce. Sono matematicamente certo che sia sincera."

"Meglio, perché ormai credo di aver sbloccato il meccanismo... Ecco!"

Con uno scatto, la pietra che Seiya stava spingendo andò ancora più indietro. Sul pavimento, alcune pietre incominciarono ad abbassarsi, formando una rozza scala, alla cui fine si vedeva una buia galleria.

"Seiya, cosa facciamo, con Giulia?" "Meglio se la portiamo con noi...Non vorrei che ci fossero dei nemici nei dintorni, è possibile che stiano cercando di monitorare i nostri movimenti per impadronirsi dello Scudo. Andiamo!"

I tre ragazzi si addentrarono nell'oscurità.

Le Catacombe sono una serie di tunnel sottostanti la città di Roma. Le più conosciute son quelle dove i primi cristiani, perseguitati dall'Impero.

Ma le catacombe in cui i tre giovani si erano addentrati erano molto più antiche, scavate nella roccia, senza tombe o cuccette, tipiche delle catacombe cristiane. Arrivati alla fine della galleria iniziale, arrivarono di fronte a una serie di passaggi.

"Dannazione, un altro labirinto!- Seiya colpì con un pugno la parete, che si sgretolò- Ci metteremo una vita a trovare quello che cerchiamo, per non parlare del ritrovare la via per il ritorno."

"Forse la mia presenza no sarà del tutto inutile, allora..."Giulia, si avvicinò alla parete, posando la mano sulla nuda, fredda roccia. Gli occhi della ragazza iniziarono a brillare di una luce innaturale, da scuri diventarono rosso smeraldo.

"Seiya, senti anche tu questa sensazione?" "Sì, Shun, pensavo fosse solo una mia impressione, ma se lo senti anche tu vuol dire che...." I due Saint si guardarono negli occhi.

Giulia staccò la mano dalla parete e si girò verso i due ragazzi sorridendo soddisfatta.

"Ok, adesso so con precisione che strada prendere,. Seguitemi!" Si addentrò, decisa, verso uno dei corridoi che si aprivano a destra.

"Giulia, sei sicura di quello che fai?" "Tranquillo, Shun. Sin da piccola, se volevo trovare un oggetto, mi bastava appoggiare una mano su una parete o su un pavimento per riuscire ad individuarlo. È una capacità chiamata geomanzia."

I due Saint si guardarono di nuovo negli occhi, un sguardo in cui si comunicavano la conferma dei loro sospetti.

Seguendo Giulia, arrivarono di fronte a un ampio cancello, chiuso da porte di ferro. Il cancello era alto tre volte più di Seiya e, a differenza delle mura, piene di muffa e umidità, erano splendenti e senza un filo di ruggine.

"Quindi è qui dentro... Lo scudo di Bia!"

"Beh, Shun, ora non ci resta che aprire questa porta... Sembra molto solida, ma in tre dovremmo farcela."

" In tre? Ragazzi, scusate, ma credo che la mia forza, rispetto la vostra e i poteri che, a quanto mi avete detto, avete, non credo farei la minima differenza."

Seiya e Shun si guardarono per la terza volta negli occhi. Seiya, fece le spalucce, tirò un grosso respiro, quasi di rassegnazione, e si girò verso la ragazza.

"Giulia, tu ci hai detto che, quando ci hai incontrati, hai sentito un impulso a cercarci...?"

"Sì, è così."

"E egli ultimi tempi, per caso, hai sentito come uno strano ronzio alle orecchie, come un suono persistente?"

"In effetti, ora che mi i fai pensare, ultimamente ho avuto i fastidi che i hai descritto... Ma tu come fai a saperlo?"

"Come immaginavo... Giulia, che tu ti piaccia o meno, anche tu hai il potenziale per diventare una Saint."

"Cosa?"

"Sicuro! Il tuo potere di geomanzia è una manifestazione del Cosmo, un potere celato negli uomini che i Saint sfruttano. Poi, il fatto che tu abbia sentito il Canto di Athena, lo conferma."

"Il Canto di Athena?"

Seiya sbuffò. "Il canto di Athena è una specie di richiamo alle armi per i Saint. I Saint di tutto il mondo, una volta lanciato il richiamo, vengono spinti dai loro Cosmi a raggrupparsi e raggiungere il Santuario, il luogo dove Athena risiede quando rinasce sulla terra. Un Saint predestinato, anche se non ha ancora avuto il giusto addestramento,può sentire il Canto e agire di conseguenza."

"Quindi io sarei... una Saint!"

"Direi di sì, e se lo vorrai, potrai venire con noi e imparare di più sui tuoi poteri, e su te stessa."

Giulia era senza parole."M-ma- incominciò- la mia vita, i miei progetti... I miei studi, il mio sogno di diventare avvocato.. Dovrò lasciare tutto?"

"Seiya scosse la testa. "Non siamo asceti, Giulia, proteggiamo questo mondo in molti modi... Alcuni di noi vigilano sulla sicurezza degli uomini da forze sovrannaturali, altri vivono tra gli uomini, lavorando e lottando come loro, intervenendo con i loro poteri solo quando ce n'è bisogno. Potrai scegliere che tipo di Saint diventare. Non verrai forzata, te lo assicuro, anche se dovrai giurare fedeltà ad Athena ed impegnarti a proteggerla e a combattere per lei."

Giulia annuì, non del tutto convinta.

"Bene adesso aiutatemi, apriamo questa porta."

i tre si disposero lungo la porta metallica iniziando a spingere; non c'erano maniglie o altri appigli. Pur tirando con tutte le loro forze, la porta non cedeva.

"Eppure, deve esserci un modo per aprirla, di certo i custodi venivano a controllarla...."

"Shun, c'era un qualche riferimento a questa porta nei documenti che hai letto?"

"No, assolutamente.... Però sono sicuro che questa porta si apra, in qualche modo, e di certo no erano solo dei Saint a custodirla."

Giulia posò una mano sulla porta metallica. "Vediamo se riesco a percepire qualcosa con la geomanzia..."

"Brava, ma poi allontanati da quei due... Lo Scudo del sire Ares lo prenderò io!"

Alle spalle dei tre ragazzi apparve una figura. Un Bersesker, vestito con la sua Bloodmail, si faceva avanti, baldanzoso.

"Seiya, quella Bloodmail, non ti sembra famigliare?"

"Sicuro. È quella di quel tizio che voleva ricattare Cesare e che ha cercato di farlo fuori, alle porte di Alessandria. E tu chi saresti?"

Il nuovo arrivato era piccolo e tarchiato. In testa aveva un semplicissimo elmo, disadorno La corazza proteggeva semplicemente il petto, il braccio destro era protetto solo sul pugno fino a metà dell'avambraccio, mentre il sinistro era coperto fino al gomito. Alla vita portava un gonnellino di placche metalliche, mentre entrambe le gambe erano protette sugli stinchi. A un fianco della cintura, in un fodero metallico, riposava un gladio, anch'esso, come tutta l'armatura, in oro rosso.

"Sono Bruto del Gladio, appartengo all'Ordine dei Gladiatori. Saint, sappiate che i miei compagni vi aspettano fuori dal Colosseo... L'unica vostra possibilità di andarvene sulle vostre gambe è cedere il passo e lasciare che io restituisca al mio padrone il suo Scudo. Sparite!"

"Uffa, ancora un Bersesker di basso rango- disse Seiya facendo le spallucce, deluso- Se proprio voleva farci inseguire, Ares poteva mandare un avversario più decente."

Il Bersesker strabuzzò gli occhi, pieno di rabbia. "Dannato, ora ti farò ingoiare le tue offese. Blood Knife!" Sfoderando il gladio, Bruto concentrò il proprio Cosmo interiore. L'energia si concentrò lungo il fendente, generando una lama di energia.

"Uffa, in tanti secoli non siete riusciti ad inventarvi qualcosa di nuovo... E va bene. Shun, proteggi Giulia, io mi occupo di questo seccatore. Pegasus, Ryuseiken!"

Seiya si lanciò in avanti sferrando il suo Ryuseiken. Miriadi di pugni partivano dal Saint, infrangendosi sulla lama di energia, spezzandola, e proseguendo verso Bruto. Questi cambiò l'impugnatura sul gladio, mettendola con la punta in già, come un pugnale che si vuole usare per accoltellare qualcuno.

"Emperor Killer" La punta del gladio saettò più volte. Seiya ritrasse il braccio, ferito.

"Accidenti questa proprio non me l'aspettavo.... Complimenti, mi hai preso di sorpresa."

"Mhf, imparerai a nno sottovalutare chi sta per ammazzarti... Prendi: Emperor Killer!"

"E tu imparerai a tue spese che non puoi usare una tecnica due volte di seguito con noi Saint. Regasus, Siuseiken!" Stavolta, l'energia di Seiya si concentrò in un unico potente colpo; se prima i pugni del Saint sembravano stelle cadenti che si abbattevano sul nemico, questa volta appariva come una meteora che si abbatteva inesorabilmente su Bruto. Il gladio, spezzato, cadde a terra. Bruto, sollevato dall'impatto, cadde a terra, gli occhi vitrei rivolti all'indietro. Morto.

"V-vi capita spesso di uccidere così?" Giulia era palesemente scossa.

"A volte ci tocca, purtroppo..." A Shun non era mai piaciuto uccidere, neanche trattandosi di un nemico.

"Piuttosto, avete capito come entrare? A quanto sembra no siamo soli, ed è decisamente meglio se ci sbrighiamo."

"Mi dispiace, ma la geomanzia sembra inutile su questa porta di ferro... MI dispiace."

"Non preoccuparti, neanche la mia catena mi segnala qualcosa. Seiya cosa facciamo, cerchiamo di distruggerla?"

"Ho idea che non servirebbe, c'è qualcosa che mi sembra vagamente familiare... come un dejà vue!" Seiya appoggio a sua volta la mano sulla porta, pensierosi.

Improvvisamente, sobbalzò come preso di sorpresa.

"Ho capito!- afferro un braccio di Shun e uno di Giulia- seguitemi ora entriamo!" Prima che uno dei due potesse protestare, Seiya si scagliò verso la porta, con tutta la sua forza e velocità

Passarono. Dietro di loro, quella che sembrava essere un porta scintillava. Di fronte a loro, una stanza circolare, ai cui bordi erano erette cento statue, raffiguranti guerrieri di travertino. Ognuna della statue reggeva uno scudo di rosso metallo. I cento scudi erano tutti uguali, rotondi con punte coniche disposte a cerchio lungo il bordo e un'altra punta, più grande nel centro.

"Ei ma quanti scudi ci sono, qui?"

"Secondo la leggenda, per impedire eventuali furti, Romolo fece fare da diversi fabbri novantanove copie dello Scudo di Bia, in modo che, se anche qualcuno fosse riuscito a raggiungere questa stanza, avrebbe dovuto perdere tempo a cercare lo scudo giusto e sarebbe stato raggiunto dalle guardie..."

"Ragazzi, tutto questo è molto interessante, ma ora siamo noi a dover risolvere il problema... Come facciamo a sapere qual è quello giusto?"

"Bhe, Giulia, mi sembra semplice.- Seiya strinse il pugno destro- Lo Scudo autentico è quello che non si frantumerà sotto i miei colpi! Pegasus, Ryuseiken!"

I colpi del Ryuseiken si infransero sugli scudi, alla velocità della luce. Novantanove scudi caddero, distrutti, sul pavimento di pietra.. L'unico scudo ancora intero, su cui i colpi di Seiya si erano infranti inutilmente, splendeva, ancora, intatto e inattaccabile.

Attorno al Colosseo, figure vestite di scintillanti Bloodmail vigilavano, aspettando il ritorno del loro compagno o l'arrivo dei Saint che avevano inseguito. Le loro Bloodmail erano molto simili a quelle di Bruto. Kabil del Reziario, il più alto, il più alto, aveva solo un piccolo scudo rettangolare sul braccio sinistro, mentre il bracciale destro sembrava costituito a una fitta rete. Kurai del Giavellotto, più basso ma molto più robusto, brandiva una lancia metallica, esile ma robusta ed elastica. Kraus della Mazza, aveva il bracciale destro irto di aculei. Pollux, di Cestus Aveva entrambe le mani guastate da protezioni irte di punte e lame.

Improvvisamente, dai portici del Colosseo, esili catene dorate saettarono verso i nascondigli che celavano i Bersesker, portandoli allo scoperto.

"Un agguato è efficace solo se la vittima no se lo aspetta e non sa da dove partirà l'attacco..Ma noi sapevamo della vostra presenza, e per le mie Andromeda Chain è un gioco da ragazzi trovarvi, ovunque vi nascondiate. Circle Defense!"

Le catene si disposero a spirale attorno a Shun, Seiya e Giulia.

"Guardate, la ragazza.." "Quello che ha in mano è..." "Senza dubbio, lo Scudo del nostro sire Ares!"

"Consegnatecelo o ce lo prenderemo con la forza!"

Seiya e Shun fecero una smorfia di sufficienza, mentre Giulia strinse, un po' incerta, lo Scudo a sé.

"Allora, crepate bastardi. Thundershok Net!" Kabil partì all'attacco.

"Heart Drill!" Il giavellotto di Kurai sibilò nell'aria. "Spurring Preassure!" Il braccio destro di Kraus descriveva un arco dall'alto verso il basso. "Ruthless Boxing!" I pugni di Pollux saettavano verso i Saint e la ragazza.

Subito, le Andromeda Chain reagirono all'attacco; le punte, sia quella circolare che quella triangolare, colpirono i quattro Bersesker, mandandoli a terra. I tre si rialzarono subito, ma si ritrovarono sovrastati da Shun.

"Mi dispiace ma devo per forza colpirvi, non posso permettervi di ostacolarci oltre... Non posso più titubare di fronte a un nemico. Nebula Chain!" Le catene, partendo dalle mani di Shun descrissero una spirale in aria, simile alla Nebulosa della costellazione di Andromeda, la costellazione protettrice di Shun. Nella spirale, le catene parvero moltiplicarsi. Le estremità, quella circolare della Circle Chain e quella triangolare della Spare Chain, si avventarono, moltiplicate e implacabili, sui tre Bersesker, spezzando le armi, sbricciolando le protezioni, ferendo.

Gli occhi di Shun erano rigati da lacrime, di compassione e di tristezza.

"Non mi piace proprio ferire le persone" Mormorò il giovane Saint dall'animo gentile.

"Bene, Giulia, ora noi dobbiamo portare lo scudo in Grecia. Cosa vuoi fare, vieni con noi?"

Giulia guardò i due ragazzi, gli amici di quella pazza avventura notturna, poi lo strano Scudo che stringeva al petto, e i quattro uomini che giacevano, riversi sul marciapiede.

Mille emozioni scuotevano la ragazza. Paura. Eccitazione. Rimpianto. Speranza.

"Verrò!" Mormorò alla fine.