Il Veleno dell'Anima

Ares, seduto sul suo trono, sembrava meditabondo. La morte dei Bersesker non lo scandalizzava, né tanto meno lo intristiva. Lo sgomentava che fosse già stato sconfitto uno dei suoi Warlord, e non un semplice guerriero, ma colui che custodiva la spada spirituale che, dall'epoca dei miti, era stata affidata alle sue truppe. Era una grave perdita, ma non irreparabile. Ben altre armi erano schierate dalla sua parte, ben altre erano le risorse, quasi infinite, a cui poteva attingere.

Comunque, doveva ammettere che i Saint si stavano battendo veramente bene. La parte più feroce del suo carattere, sempre desta, ammetteva che lo spettacolo era di suo gradimento. E attendeva con ansia il prossimo duello tra guerrieri di pari valore. Più di tutto, Ares bramava lo scorrere del sangue, il furore della lotta, lo spettacolo di una vita strappata bruscamente dal mondo.

Lo spettacolo doveva continuare.

Dentro all'Eternal Tombstone, Saori sentiva il pulsare, lento e costante, della Chiave di Volta, a cui era intrappolata. Percepiva il suo potere avido di vita, e il suo indebolirsi, a volte di più, a volte meno. Poco prima aveva sentito un potente indebolimento della pietra, che subito aveva attinto le energie di cui era stata privata dall'intera struttura che sorreggeva. L'immenso Cosmo di Athena le permetteva di percepire le energie vitali dei suoi Saint. Ne aveva riconosciuti alcuni, ma altri le erano sconosciuti. Aveva capito che si era nuovamente riformato un nuovo esercito di Saint, pronti a combattere per lei. L'immenso amore che provava per loro si manifestava in una fervida preghiera, nella speranza che nessuna delle loro giovani vite si spegnesse nel conflitto.

Ichi si muoveva nell'ombra, silenzioso come una vipera e invisibile come un ninja. Se i Bersesker giocavano a tendere agguati, il Bronze Saint dell'Idra Femmina si divertiva a scovarli. Per lo più, si trattava di guerrieri di scarso valore, prede facili per i suoi artigli. Muovendosi silenziosamente, mantenendo nascosta la propria presenza e il proprio Cosmo, Ichi perlustrava metodicamente le zone che attraversava, cercando eventuali aggressori. Ecco, appoggiato a un masso, una sentinella che controlla continuamente i movimenti nella zona. Ma non si accorge del Saint, che con disinvoltura quasi scivola fino a raggiungerlo. Mentre il Bersesker si sporge dalla roccia, Ichi si pone vicino a lui appoggiandosi pigramente al masso.

"Bel nascondiglio!" commentò.

Il Bersesker ha un sussulto, mentre, i soprassalto si gira e si accorge della presenza del Saint. La sorpresa dura pochi istanti. Il guerriero di Ares subito sferrò un pugno contro il viso del Saint, che con aria sorniona parò il colpo col palmo della mano sinistra, afferrando il pugno e stringendo, con decisione, le nocche del'avversario. Gli artigli fuoriescono dal dorso del pugno, brillanti e letali.

"Puoi scegliere se farla facile o difficile.... Ma intanto dimmi dove si trova il tuo capo. Ci sarà pur qualcuno a comandare la manica di incompetenti di cui fai parte, ed è lui ad interessarmi. Sono stufo di voi mezze tacche!"

"Bastardo, credi davvero che ti darei queste informazioni? Crepa!"

Il secondo pugno parte diretto contro il Saint, ma a mezz'aria, il braccio sembra cambiare traiettoria.

No, no è un errore da parte del Bersesker. Il braccio, nella parte protetta dalla corazza, è stato tagliato via, di netto. Dagli artigli del pugno destro di Ichi, ora sfoderati, gocciola lentamente il sangue mentre un roco lamento sfugge alle labbra.

"I miei artigli sono più affilati che mai... Ora non è solo contro il mio veleno che voi dovete avere a che fare. Parla! Se lo fai porrò fine alle tue sofferenze, risparmiandoti l'agonia del dissanguamento."

"Pensi di farmi paura? Temo di più l'ira del mio comandante... Ben poca cosa è la morte, rispetto al terrore che egli mi suscita... E riguardo le tue minacce- aggiunge, la voce stridula, isterica- ecco la mia risposta!"

Con un movimento repentino, imprevedibile, il Bersesker colpisce gli artigli della mano sinistra di Ichi, che ancora gli tratteneva il pugno. Gli artigli trapassarono il cranio della sentinella, folle di paura. La sua Bloodmail, invasa dal potere del veleno dell'Idra, si infranse.

"Ben temibile deve essere il suo comandante, se sa ispirare un tal terrore.- un brivido percorse la schiena del Saint, se di timore o piacere, nessuno, eccetto lui, poteva dirlo- Sarà interessante confrontarmi con lui!"

In silenzio, il Saint riprese la sua paziente perlustrazione. Non si accorse che, dietro di lui, quattro occhi verdi scintillavano, malevoli, nel buio, dietro di lui. Chi era il cacciatore, e chi la preda?

Geist del Serpente stava ingaggiando battaglia. Tuttavia il suo atteggiamento era tutt'altro che concentrato. I suoi avversari, Bersesker di grado inferiore, non erano certo in grado di stimolarla. Tra le donne Saint, lei era sempre stata la più forte. Con la sola possibile eccezione di Shaina, nessuna delle sue allieve aveva mai mostrato un potenziale paragonabile al suo... ma anche Shaina l'aveva delusa, non essendo stata capace di migliorare il suo livello.

"Thunder Claw!" Geist lanciò il suo colpo segreto, lo stesso usato da Shaina. Un'onda elettrica si propagava in una spirale assumendo un contorno simile alla sagoma di un serpente dalle fauci aperte. L'impulso elettrico investì i seguaci di Ares, attraversandoli con una corrente ad alto voltaggio. Caddero, inermi, morti, fulminati dal singolo colpo della Saint.

"Possibile che non ci sia un avversario alla mia altezza?"

Borgia si guardava intorno. Una zona ben strana era quella in cui era finito. Attorno a lui, scavate nella roccia, vi erano diverse polle d'acqua, che formavano una serie di laghetti intercomunicanti. Tra le acque limpide, vedeva chiaramente alcuni piccoli pesci pallidi guizzare, tranquilli. Era un posto sorprendente, che aveva sorpreso molto il maestro di Ichi. Ma la sorpresa non era durata a lungo; Borgia riprese il suo cammino, il suo unico obbiettivo, il palazzo maestoso che si ergeva davanti a lui. Dietro di sé i corpi di decine di guerrieri, morti sotto i suoi colpi o per il suo micidiale veleno. Mentre si incamminava non notò i pesci argentati diradarsi verso le parti più profonde dei laghetti sotterranei, mentre, sullo specchio d'acqua, si stagliavano, minacciose, visi serpentini dalle pupille verticali seguire con lo sguardo mortifero i movimenti del Saint.

Shaina stava combattendo. Da quando si era avventurata in quel mondo sotterraneo, no era certo stato il primo scontro, ma stavolta l'avversario si dimostrava più difficile degli altri.

L'uomo, dal viso androgino, aveva occhi chiari, privi di ciglia, e corti capelli biondi. Le labbra, sottili ed esangui, non tradivano la minima espressione. La corazza, formata da due piastre affusolate, ricopriva il petto e lo sterno, lasciando scoperto l'addome. Alla cintura, un gonnellino di quattro placche metalliche, che scendevano sulle gambe. I lunghi gambali ricoprivano lo stinco, fermandosi alle caviglie, mentre i bracciali, a placche sovrapposte che formavano una specie di seghetto, rivestivano dal pugno fino al gomito. I copri spalla si stringevano man mano che si allontanavano dal corpo, cambiando angolazione all'esterno e finendo con una lama dentellata. La maschera aveva due protezioni semisferiche ai lati, mentre sopra la fronte presentava un muso da insetto, con due piccole zanne arcuate che scendevano sopra la fronte, e due antenne che si sollevavano verso i lati.

L'uomo aveva attaccato Shaina l'improvviso, adottava uno stile particolare, fatto di attacchi portati con le mani, le dita chiuse alle punte, formando delle spesse cuspidi in grado di penetrare o tagliare, come mostravano i segni lasciati sulle rocce ogni volta che la Saint aveva evitato di essere colpita.. dopo essersi scambiati una serie di colpi e calci, i due tornarono immobili, intenti a studiarsi mentalmente. In questa fase del combattimento si decide l'esito dello scontro. Dagli occhi dei contendenti si può arguire l'intenzione omicida, come verrà portato l'attacco, come pararlo o come contro attaccare. Ma in questo caso, sia per la maschera inespressiva, sia per i lineamenti impassibili, ognuno dei due era impossibilitato anche solo ad azzardare una minima previsione.

La tensione era palpabile. Muovendosi millimetricamente i due prendevano posizione per attaccare... Il primo dei due che avesse vibrato un colpo decisivo, avrebbe vinto!

"Thunder Claw!"

Ichi aveva continuato la sua silenziosa marcia. Ma qualcosa di strano aveva iniziato ad attirare la sua attenzione: già tre volte aveva trovato indizi di possibili nascondigli, ma di sentinelle, niente. Non che non ve ne fossero tracce: impronte e altri segni lasciati dai Bersesker in agguato venivano puntualmente riscontrati dal Saint, ma anche i segni di una frettolosa partenza dal comodo nascondiglio, poco prima del passaggio di Ichi. Dopo tre volte, non poteva certo trattarsi di una coincidenza! Qualcuno li aveva fatti spostare... Ragionandoci su, Ichi raggiunse questa conclusione, e non poteva che chiedersi il perché. Non che lui fosse un raffinato ragionatore, ma la risposta, nella sua terribile semplicità, gli passo alla mente come un fulmine in una tempesta. Qualcuno si era accorto di lui, e stava metodicamente vanificando i suoi tentativi di sterminare i Bersesker. Qualcuno lo stava tenendo d'occhi, senza seguirlo, anzi, anticipando i suoi spostamenti, qualcuno di incredibilmente più in gamba dei nemici finora affrontati e sconfitti. Colui che inquoteva così tanto timore nei suoi sottoposti da fargli preferire la morte al rivelare informazioni.

Per quanto non fosse avvezzo al lavoro mentale, Ichi capì intuitivamente di aver colto nel segno. Ora si trattava solo di definire chi stava dando la caccia a chi. Lo avrebbe trovato e fronteggiato. Di certo sarebbe stato un degno avversario.

Ichi riprese a muoversi, mentre nella sua mente si delineava in modo preciso un piano d'azione.

La scarica voltaica generata dal Thunder Claw di Shaina investì il suo avversario, spaccando alcune parti della Bloodmail, ma senza dare segni di averlo travolto e, quindi, sconfitto. In piedi, senza urlare o modificare la propria impassibile espressione, l'uomo la fronteggiava.

La scarica del Thunder Claw esaurì il suo effetto, diradando l'energia. Solo allora, il Bersesker contrattaccò.

"Raijin Torouken!" Le dita unite della mano, cariche di energia elettrica, si avventarono sulla giovane Saint. L'energia attorno alle dita assumeva la forma di una lama falciforme, che calava mortifera sulla gola di Shaina.

Cadde indietro.

"Thunder Claw!"

All'ultimo momento, un getto di energia elettrica frenò la mano assassina. Shaina cadde, stordita. L'unica cosa che vide prima di perdere i sensi fu il corpo alto di Geist che fronteggiava il suo nemico.

"Donna, tu usi la stessa tecnica della ragazzina che stavo per ammazzare... Non me ne frega niente se esiste un legame tra voi, tu mi hai ostacolato- nonostante le parole, la voce del Bersesker non tradivano né ira né irritazione- quindi ora ammazzerò te!"

"Pensi davvero di riuscirci. Io ero la maestra di questa ragazza, e sono molto più esperta e forte di lei, anche se Shaina è stata la mia allieva più dotata... Se solo si dedicasse di più a migliorare le sue tecniche, potrebbe anche superarmi... Ma chi credi di essere, tu per sperare di sconfiggermi?"

"Jim, della Mantide, Bersesker di Ares. Avrò la tua vita, donna, insieme a quella della tua allieva. Sarete il mio trofeo! Non credere di potermi contrastare con la tecnica di poco fa, ormai non può più prendermi di sorpresa. Raijin Torouken!" Stavolta Jim usò entrambe le mani per portare l'attacco. L'energia elettrica accumulata tra le dieci dita era tale da illuminare come una lampadina lo spazio intorno al Bersesker. Ma, quasi con noncuranza, Geist afferrò l'uomo ai polsi, bloccando l'attacco e subendo, senza battere ciglio, gli effetti della scossa elettrica rilasciati da Jim.

"Una scarica così debole non mi impensierisce, Jim... Credevi che fosse sufficiente per abbattermi?"

"E tu cosa credi di fare? Colpiscimi anche cento volte col tuo Thunder Claw, il risultato sarà sempre uno: il fallimento. E tu, quanto puoi durare? Presto o tardi, il mio colpo reciderà il sottile filo della tua vita."

"Credi davvero che il mio arsenale sia limitato al solo Thunder Claw? Sciocco! Assaggia gli effetti della mia tecnica più devastante: Hyakkuman Volt Dangekiken!"

Una nuova scarica elettrica, estremamente più potente di quella del Thunder Claw, avvolse completamente il guerriero della Mantide, che si abbandonò a un grido di dolore: ciò che stava subendo era di gran lunga oltre le sue forze! La potentissima scarica elettrica lasciò esanime l'uomo, la pelle scottata, carbonizzata dall'energia che l'aveva attraversata. La Bloodmail si era definitivamente disgregata, cadendo in pezzi, fino a polverizzarsi.

"Che colpo devastante...." Mormorò Jim cadendo a terra.

"Pensavi davvero che le donne fossero inferiori agli uomini, Jim? Finché questo pregiudizio vi avvelenerà l'animo, non riuscirete mai a sconfiggerci!"

"Pregiudizio? Saint tu non sai cosa parli... A insegnarmi a combattere è stata proprio una donna, la più forte e spaventosa che io abbia mai incontrato... Più forte anche di te!"

Un fremito di perversa curiosità si impadronì di Geist.

"Se davvero è così, devo affrontarla. Finalmente un avversario degno di me... Jim, dove posso trovare la tua maestra? Devo assolutamente misurarmi con lei!"

Jim prese a ridere sommessamente, interrompendo le risate, aspre e prive di reali allegria, crudeli, con colpi di tosse e fuoriuscite di sangue.

"Ti dirò dove trovarla, perché lì troverai la morte...."

Al centro delle polle d'acqua, i laghi sotterranei tra i quali si muoveva, Borgia senti un Cosmo esplodere improvvisamente. Dagli specchi d'acqua, colonne del liquido, freddo, si alzarono, per pi deviare, come tentacoli trasparenti dalle punte acuminate, contro il Saint. Borgia non si scompose. Alzò le braccia, colpendo con pugni decisi i tentacoli liquidi che lambivano l'aria, minacciosi. Sotto l'effetto dei suoi colpi l'acqua tornò alla sua forma originale, andando a colpire, con gocce veloci come proiettili, ma innocue, le rocce del pavimento. Borgia non era più solo: tra le polle d'acqua, che andavano man mano recuperando il liquido sottratto loro per l'attacco, c'era un altra persona. Vestito di una Bloodmail, l'uomo fronteggiava il Saint. A colpire l'attenzione del Silver Saint fu non fu solo il guerriero che lo fronteggiava, per quanto fosse notevole. Alto e poderoso, aveva i capelli neri, con riflessi azzurrognoli, tagliati in una lunga cresta alla moicana, i peli ritti sul cranio come aculei di un riccio, gli occhi blu, di una tonalità scura, profonda, sottili e penetranti. Il corpo, sotto la Bloodmail era nudo, la pelle scura, glabra, delineata nella possente muscolatura. Certo aveva un aspetto tale da indurre timore in una persona qualsiasi. Ma Borgia non aveva niente da invidiare al proprio avversario, in quanto riguardava la prestanza fisica. No, quello che aveva catturato l'attenzione del Saint non era certo la figura, possente e minacciosa, del suo avversario... Era la forma della sua Bloodmail. L'elmo. Il copri spalla destro. I dorsi dei pugni. La fibbia della cintura. La ginocchiera sinistra. Le protezioni dei piedi. Tutte queste parti del corpo erano protette dalla corazza, modellata a forma di teste di serpente. Otto teste di rettile, triangolari, malevole e velenose. Il torace, coperto quasi interamente da placche di metallo semi cilindriche, lievemente concave. Il copri spalla destro, concavo, finiva formando una punta conica, spiraleggiante. La cintura aveva due protezioni triangolari sui fianchi. I copri ginocchia erano triangolari. Gli scrinieri cilindrici e convessi.

"Borgia dell'Idra maschio... Bentrovato Saint di Athena!"

"Mi conosci dunque. Dovrei sentirmi onorato ad essere famoso, qui nel regno di Ares."

"Mph,- sbuffo il Bersesker- se fosse la fama a rendere grande le persone, tu non saresti poi un granché... Non è certo per il tuo nome che io ti conosco, quanto per il tuo segno... Perché la forza che ti guida è così simile alla mia..."

"Parli per enigmi? Sappi che a me non piace perdere tempo, Bersesker! Non mi interessano le tue motivazioni recondite, di certo ci sono già abbastanza buoni motivi perché tra noi si combatta. Tuttavia, ammetto che susciti la mia curiosità, ed è raro che accada... Chi sei? Almeno, voglio sapere il tuo nome, mio avversario!"

"Sono Susanoo di Yamata-no-Orochi!"

Una popolare leggenda giapponese racconta lo scontro tra il dio delle tempeste Susanoo e Orochi, un serpente con otto teste e otto code. Il guerriero che fronteggiava Borgia sembrava unire la maestosità e la potenza del dio delle tempeste con la ferocia implacabile del mostro.

"Idra di Lerna e Yamata no Orochi... Due serpenti mostruosi pluricefali, ora l'uno contro l'altro. Così simili, così diversi. Sono proprio curioso di vedere chi la spunterà, Susanoo! Preparati."

I due contendenti iniziarono ad espandere il proprio Cosmo.

Una scia di uomini giaceva al suolo. Le corazze, fatte a pezzi, rivelavano la loro identità di Bersesker. Sul corpo, ferite lievi quanto la puntura di uno spillo avevano fatto fuoriuscire copiosamente il sangue. Nei volti dei cadaveri, una folle espressione di indicibile dolore.

Ichi e il suo misterioso avversario duellavano in bravura, l'uno intento a prendere l'altro di sorpresa. Ma entrambi erano sufficientemente abile da rendere nulle le azioni dell'altro. Ichi, ormai, aveva perso la pazienza. Non poteva certo permettersi di sprecare tempo nel rivaleggiare in abilità con il suo invisibile nemico, quando la vita di Athena era in pericolo!

Muovendosi sempre con circospezione, continuava a cercare le trace dell'elusivo avversario o di altri Bersesker, ma conscio di doversi sbarazzare dell'uomo che rendeva vane le sue mosse. Arrivato in una piana della caverna, spoglia e priva di nascondigli, ne raggiunse il centro esatto.

"So che puoi sentirmi! Ormai ti sarai accorto che mi sono reso conto della tua presenza. Entrambi abbiamo cercato di prendere l'altro di sorpresa, ma evidentemente le nostre abilità si bilanciano, rendendo questa nostra competizione infinita e, peggio, inutile! Esci fuori e affrontiamoci, qui e ora!"

Attorno a Ichi diversi Cosmi iniziarono a bruciare. Il Saint dell'Idra vide diversi Bersesker spuntare dai nascondigli attorno al luogo che aveva scelto come teatro del suo scontro contro l'ignoto avversario.

"Eheee. Il comandante aveva ragione...Ha previsto perfettamente le mosse di questo Saint."

"Davvero, è un guerriero invincibile e un battitore insuperabile. Ha bloccato i tentativi in atto per individuarci ed eliminarci e allo stesso tempo ha preparato questa trappola."

"Saint, pensavi davvero di finirci un alla volta?"

"Sarai tu a morire, preparati!"

"Bah, ormai voi mi interessate poco... Ma grazie per essere usciti allo scoperto, così posso eliminarvi tutti in un colpo solo! Destroying Ouoga!"

Ichi lanciò, come aveva fatto nei pressi del Santuario contro Gurda, i suoi artigli avvelenati, ora più numerosi e affilati, contro i nemici che lo avevano circondato. Diversi dardi trapassarono i corpi dei Bersesker, ferendone gli organi, a volte uccidendoli sul colpo. Altri Bersesker, più sfortunati, si ritrovarono gli artigli conficcati nel corpo, senza ferite mortali: su di loro fece il suo doloroso, ma rapido effetto, il veleno dell'Idra. Più sfortunati ancora coloro che, avendo difese sufficientemente salde o avendo contrattaccato contro i dardi, ne avevano provocato la rottura: il veleno fuoriuscito, li aveva investiti come un getto d'acqua, iniziando a corrodere i loro corpi. Questa forse, era la morte più atroce per i seguaci di Ares.

"Sciocchi, pensavate che circondarmi vi avrebbe permesso di sconfiggermi facilmente? Avete constatato a vostro discapito la potenza dei miei artigli e del mio veleno. Forza, esci fuori! Ho già ammazzato tutti i tuoi sottoposti, che ti eri così affannato a proteggere. Fatica sprecata! Fatti sotto ora. Non siamo riusciti a stabilire chi di noi fosse il più abile a rintracciare l'altro, vediamo chi è il più forte! Fatti sotto vigliacco!"

Due occhi rossi, malevoli e malvagi, brillarono intensamente dietro al Saint.

"Killer Fangs Cobra!"

Come due teste di serpente, due mani si avventarono contro Ichi.

Shaina si riebbe. Il Corpo di Jim, il Bersesker di cui non conosceva il nome, le rivelava che la visione della sua maestra che si poneva in sua difesa non era stata un'illusione. Le stesse ferite sul corpo dell'uomo rivelavano l'opera di Geist. Ma dove era andata, la donna? Osservando il terreno, Shaina notò le orme lasciate da Geist, avanzare decise, in una precisa direzione, diversa, però da quella della Rocca, ben visibile. Shaina capì. Solo una cosa poteva far deviare la sua maestra dall'obbiettivo di una missione. Alzatasi, la ragazza decise di seguire la propria mentore, per poterla, all'occasione ricambiare dell'aiuto prestatole.

Geist aveva raggiunto il luogo indicatole da Jim. Ai margini dell'enorme caverna, vi era una galleria. Non comunicava con l'esterno, ma Jim le aveva rivelato che lì viveva una delle tre Warlord donne al servizio di Ares. Una donna dalla forza eccezionale. L'avversaria ideale per la Saint del Serpente. Geist entrò nel tunnel fiocamente illuminato dalle luci che si riflettevano sulle pareti di nuda roccia. Ma anche così la visuale era quasi nulla. Un grigia oscurità accolse Geist. Affatto spaventata dal buio e dai pericoli che da esso derivavano, la Saint avanzò.

"Warlord! Jim della Mantide, tuo allievo, mi ha rivelato che potevo trovarti qui. Sono Venuta perché desidero battermi con te! Mostrati, se sei davvero la donna fortissima che il tuo allievo mi ha descritto!"

Un lieve movimento nell'oscurità attirò l'attenzione di Geist, che subito vibrò un colpo. La roccia esplose, mentre un colpo, scagliato da chissà dove, nell'oscurità, raggiunse la spalla della Saint.

"Sciocca donna- disse una voce femminile, carica d'odio- ti accorgerai che volersi misurare con me, nella mia dimora, è pura follia. Mi divertirò a torturarti lentamente, affinché Athena possa gustare la pena che il mio martirio ti infliggerà..."

"Ti ho presa! Thunder Clow!" Geist diresse il suo colpo segreto là dove aveva sentito arrivare la voce. Di nuovo, la roccia esplose, mentre un colpo raggiungeva, in risposta, colpendo la donna sullo stomaco.

"Maledetta. Stai sfruttando l'oscurità e l'eco per sviare i miei colpi e cogliermi di sorpresa. Se propri non vuoi mostrarti, ti costringerò a uscire allo scoperto. Scoprirai a tue spese perché Geist è detta Signora dell'Illusione. Hujustu, Phantom Genwaku Ken!"

La tecnica usata ora da Geist aveva il potere di generare illusioni, simili a ologrammi. Copie della Saint si materializzarono nell'oscurità, insieme a immagini di mostri, alcuni simili a grossi uccelli bicefali, altri a deformi millepiedi dalle mascelle rotonde aperte e fameliche.

"Illusioni, ben misera arma contro la mia arte sublime... Pensi forse di poterti nascondere da me? È tutto inutile, sono in grado di riconoscere l'originale dalle copie, il tuo tentativo è vano!"

"Che razza di presuntuosa, tu che ti nascondi nell'ombra... Speravo di aver trovato una valida avversaria, non una vigliacca che si nasconde come una bimba impaurita!"

"Vuoi davvero vedermi? Finora mi sono avvolta nelle tenebre, per finirti lentamente, ma lasciandoti inconsapevole dell'orrore cui andavi incontro, tuttavia, se proprio lo desideri, ti mostrerò il mio volto, e la tua morte. Gratius Entrapment!"

Geist sentì il suo corpo, mimetizzato tra le diverse copie illusorie, afferrato come da migliaia di sottili, fortissime dita che la stringevano, sollevandola a testa all'ingiù.

La luce illuminò la galleria. Al centro una donna, avvolta in una corazza rosso sangue.

"Sono Arakne della Biliku!"

Borgia e Susanoo si erano lanciati l'uno contro l'altro. Rapidi come solo sanno esserlo i sacri guerrieri delle divinità, ognuno aveva cercato di colpire l'altro, ed entrambi evitavano, con lievi movimenti del corpo, di subire il colpo. Entrambi evitavano di usare le proprie tecniche speciali, cercando di studiare lo stile di combattimento del nemico, valutando come agire per sfruttare al meglio le proprie forze. Evitando un calcio, Borgia si proiettò all'indietro, con una triplice capriola, rimanendo accucciato. L'espressione del Saint dell'Idra maschio no presagiva niente di buono per il suo antagonista. Lo sguardo di Borgia non perdeva, neanche per un secondo, l'avversario, ma spaziava osservando l'ambiente tutto intorno a loro.

"Lernia Mefitica!" Colpendo il terreno roccioso con entrambi i palmi delle mani, Borgia trasmise sul terreno il suo potere. La roccia si ammorbidì, fino a diventare fanghiglia, allargandosi sempre di più fino a comprendere le varie polle d'acqua attorno ai due guerrieri.

"Ormai Susanoo, la tua fine è segnata. Ora ti trovi nella palude di Lernia, che il veleno dell'Idra rese velenosa anche solo al contatto. Ormai sei morto."

"Povero ignorante- ribattè il Bersesker con disprezzo- pensi che il veleno del grande Orochi sia da meno di quello dell'Idra? Il tuo veleno, per me, è a mala pena un fastidio irritante. Guarda la tua palude che viene annientata dalla mia furia. Poison Tempest!"

Le acqua avvelenate, sollevate dal flusso di corrente del Cosmo di Susanoo, formarono colonne d'acqua, che come trombe d'aria si avventavano, furiose, contro il Saint. Borgia fu travolto dalla potenza delle acque, che lo scagliarono in aria, colpendolo ripetutamente come frustrate. Il Saint cadde a terra.

"Saint, come te, il mio potere comprende la capacità di avvelenare l'avversario. I colpi che hai subito per il mio Poison Tempest ti ha trasmesso anche il mo veleno, insieme al tuo. Ora nel tuo sangue scorrono entrambe le tossine. Immagino che tu sia immune al tuo stesso veleno, ma no al mio. Già adesso dovresti sentirne gli effetti! Il corpo che sembra spezzarsi da dentro, il calore improvviso simile a febbre, il torpore delle membra. Ormai sei alla mia mercé!"

Borgia, in effetti, sentiva in sé i sintomi elencati dall'avversario. Il suo corpo diventava sempre più pesante, incapace di gestire il peso del Cloth.

"Nel mito, il dio Susanoo droga il serpente Orochi facendogli bere del saké. Così io avveleno i miei nemici con una tossina che colpisce i nervi e il sistema immunitario. Ora, come il dio fece con Orochi, porrò fine alle tue sofferenze. Orochinagi no Metsui Venom!"

L'aura velenosa, condensata tra le dita, calava come una lama contro Borgia.

Borgia sentiva il Cosmo di Susanoo intensificarsi, mentre il nemico si accingeva a colpire. Era inerme. Ma non poteva permettersi il lusso della resa, né la sconfitta. Poteva usare un'ultima risorsa. Doveva provarci.

La mano di Susanoo calò nel vuoto.

Ichi aveva fatto appena in tempo a saltare in avanti, ed evitare le mani assassine che, alle sue spalle, avevano vibrato un colpo mortale. Le mani erano disposte a formare due fauci, i mignoli attaccati agli anulari, gli indici ai medi, lasciando uno spazio tra medio e anulare, mentre il pollice, dal basso, chiudeva la morsa mortale. Il colpo, andato a vuoto, lasciò il segno sul terreno. La roccia si sgretolò, come morsa da fauci possenti.

'Accidenti, se mi avesse preso in pieno...' penso Ichi. "Vigliacco, attaccarmi alle spalle, dopo che ti ho lanciato una sfida ufficiale. Sei senza onore!"

"Sai cosa me ne frega dell'onore? Assolutamente niente! Per me conta soltanto fare fuori i nemici!"

L'aggressore di Ichi era un ragazzo snello, quasi esile. Il corpo dava una sensazione di elasticità, tutto muscoli e nervi. I capelli castani contornavano un viso affilato, illuminato da piccoli occhi, neri come braci. La fronte spaziosa era contornata dall'elmo, che la solcava con due corna, salivano piccole punte triangolari, acuminate. semi cilindriche, arcuate verso l'alto. Le tempie e le guance erano difese da una lamina di metallo. La corazza, formata da due lastre cuneiformi, proteggevano la parte superiore del petto, lasciando scoperto lo stomaco e l'addome. I copri spalla erano modellati a guisa di due teste da rettile, con due zanne triangolari, minacciose. Alla vita, una semplice cintura fermata da una fibbia romboidale. Ginocchiere e scrinieri rivestivano le gambe. Sull'avambraccio e sul dorso del pugno, un rivestimento trapezoidale. Tra le nocche degli indici e dei medi, e tra quelle dei mignoli e gli anulari, piccole punte triangolari, acuminate.

"Ichi dell'Idra femmina. La sorte ti è stata avversa nel mettermi sulla tua strada. Quello che hai scelto non sarà un campo di battaglia, ma la tua tomba. Preparati a morire; io, Doubleface dell'Anfisbena, sarò il tuo carnefice!"

"Parole grosse, dette da un vile che colpisce alle spalle. Ci penseranno i miei artigli a farti abbassare la cresta!"

"Pensi davvero che quegli spilli possano qualcosa contro di me? Ti vanti della loro resistenza e del loro filo, ma non sono una grande minaccia- riassunse la propria posizione di guardia- contro le zanne del Serpente a Due Teste." Doubleface fece saettare le mani, l'aura del proprio Cosmo che avvolgeva le dita. Il colpo, velocissimo e repentino, fendette l'aria, tagliando di netto i due affilati artigli che uscivano dal dorso della mano destra, tesa, di Ichi.

"Ben poca, cosa i tuoi artigli... Senza di essi, sei solo un gattino indifeso!"

Ichi rise. "Non conosci le proprietà del mio Cloth. Ogni volta che un artiglio si rompe, subito se ne genera uno nuovo.- Una nuova coppia di artigli fuoriusci in sostituzione di quelli rotti.- inutile che tu li rompa, io non sarò mai disarmato! E ora, vediamo se il tuo corpo è affilato come le tue dita.. e la tua lingua! Mellow Poisonpoison!""

Gli artigli scattarono in avanti, ma Doubleface evitò rapidamente l'affondo.

"Killer Fangs Cobra!"

Anche le dita del Bersesker, avvolte nel Cosmo che le rendeva affilate e letali. Ichi evitò il colpo scostandosi di lato, mentre faceva fuoriuscire tutti gli artigli disponibili dl suo Cloth.

""Doku Ga Ni Yoru Kou Geki!" L' attacco che evolveva la tecnica precedente partì, mentre Ichi cercava di colpire con le punte avvelenate dei suoi artigli, il corpo del nemico, o di tagliarlo col filo

Ma Doubleface era un degno avversario: scattante e dotato di ottimi riflessi, riusciva a parare i colpi fermando braccia e gambe in modo da non entrare in contatto con le punte letali del Cloth, allo stesso tempo, sferrava i propri mortali colpi, che a volte si infrangevano sugli artigli di Ichi, alzati in difesa, a volte venivano prontamente evitati.

Il pugno di Ichi diretto verso il petto di Doubleface. Le dita mortifere del Bersesker verso la gola del Saint.

Il lungo susseguirsi di colpi continuò, ma nessuno sembrava prevalere. I due si interruppero, per recuperare il fiato. Lentamente, si allontanarono, per mettere alcuni metri di distanza tra loro.

"Complimenti, Ichi, sei davvero molto rapido nei movimenti. Peccato che la tua tecnica abbia un punto debole! Tu necessiti di un contatto ravvicinatissimo per colpire mortalmente, mentre io posso ucciderti anche a distanza. Killer Fangs Cobra!" Le mani del guerriero saettarono. L'aura attorno a loro assunse la forma di due teste di rettile, dotate ai lati di un largo cappuccio circolare, la bocca aperta che mostrava i quattro denti avvelenati. I due cobra di energia scattarono verso Ichi, strisciando a mezz'aria. Ichi saltò indietro, ma non era riuscito ad evitare totalmente l'attacco. Il copri spalla destro si incrinò!

"Proprio per sopperire quel difetto della mia tecnica ho ideato il Destroying Ooga!- Ichi attaccò lanciando tutti gli artigli disponibili che saettarono come dardi- Prova a sfuggire a questa pioggia di dardi avvelenati, se ci riesci. Destroying Ouoga!" Ichi fendette l'aria prima con la mano destra, poi con la sinistra, scalciò velocemente, prima col piede destro poi col sinistro, infine incrociò le braccia, aprendole di scatto. Ogni movimento aveva provocato l'espulsione dal Cloth di diversi artigli, che venivano scagliati, in varie traiettorie, contro Doubleface.

"Killer Fangs Cobra!"

Senza scomporsi, il Bersesker colpì ogni artiglio con le sue dita a guisa di zanne.

Gli artigli dell'Idra, spezzati, caddero sul terreno.

"Pensi di sopravvivere al mio attacco solo per aver distrutto i miei artigli in volo? Il veleno in essi contenuti ti porterà comunque alla morte! Addio Doubleface!"

"Povero ignorante, non conosci il potere dell'Anfisbema, e il suo Veleno. Le materie inerti, se investite dal veleno, vengono pietrificate e ridotte in briciole, sia che siano solide, sia che non lo siano, e il tuo veleno non fa eccezione! Ma su esseri viventi- continuò, levando le mani per colpire ancora- li paralizza per nutrirsi mentre sono ancora vivi. Killer Fangs Cobra!"

La mano sinistra saettò, provocando un'immediata reazione di Ichi. Ma era una finta. Subito, la mano destra colpi, seguita da un nuovo attacco della sinistra. Le dita mortifere squarciarono le placche metalliche della corazza, penetrando le carni. Il veleno paralizzante entrava in circolo.

Geist era in trappola. Fili bianchi percorrevano l'intera grotta, formando un complicato reticolato. I fili, entrando a contatto con un corpo, vi aderivano, incollandosi. Le spalle, le gambe e le braccia della Saint erano avvinte da quella sostanza, elastica e resistentissima.

"Questa grotta... Non è solo un'abitazione; è una trappola!"

"Ci sei arrivata finalmente.- rispose Arakne- E tu vi sei caduta!"

La donna Bersesker era completamente avvolta nella sua corazza. L'elmo circondava il viso, percorrendo tutto l'ovale, mentre lamine falciformi avanzavano, contornando le labbra, gli zigomi e le sopracciglia. I capelli erano castani, lunghi e setosi. Gli occhi pure castani, erano brillanti ma duri come agate. La bocca era deformata da un ghigno di disprezzo. La corazza scendeva lungo il petto, contornando le forme femminili del corpo. I copri spalla, sferici, lasciavano uscire le braccia, ben tontite, rivestite sul bicipite da un largo bracciale, mentre gli avambracci erano protetti da bracciali che, andando verso il gomito, si restringevano formando una piccola cuspide. La cintura faceva cadere, davanti e dietro, due protezioni ovali, che si deformavano all'estremità in basso in due punte, mente ai fianchi scendevano quattro lamine, sempre ovali ma più piccole e affusolate, che terminavano con cuspidi arcuate, due per fianco. I lunghi gambali, con piccole punte simili ad aculei sui lati delle gambe, avevano una ginocchiera ovale, che si protendeva verso la coscia con una protezione ovaloide, che formavano una punta in ciascuna sommità, uscendo verso i lati e restando separate dalle cosce. Le dita, affilate e con unghie curate e appuntite, maneggiavano i fili, come se li tessesse.

"Maledetta. Sei proprio come un dannato ragno: resti nascosto finché un insetto non finisce intrappolato nella tua tela. Ma io non sono un insetto inerme! Sono Geist, Silver Saint del Serpente. Thunder Claw!"

Usando la sua tecnica, Geist tagliò i fili che la avvolgevano usando l'elettricità emessa dalla sua mano come una spada. Libera dai fili che la immobilizzavano, cade, ruotando su se stesa per atterrare sulle sue stesse gambe, come un gatto da un tetto. Semi accuciata, teneva le mani alzate, in guardia contro le mosse dell'avversaria. Finora, Arakne era riuscita a metterla in crisi, ma ora che poteva vederla, e che conosceva le insidie della grotta, era certa che avrebbe avuto la meglio anche su questa avversaria.

"Come vedi, non sono certo una facile preda. Ora tocca a me condurre le danze!"

Geist prese lo slancio, iniziando a correre verso l'avversaria. Saltò per evitare alcuni fili di tela come se fosse stata una corsa agli ostacoli. Arakne, in risposta alla strategia dell'avversaria, mosse le mani, muovendo la sua enorme ragnatela tutt'intorno a lei. Ma Geist, ormai, si aspettava questa mossa. Con un salto, senza rallentare la corsa, balzò sul muro, sfruttando la propria velocità per correre lungo la parete verticale, sfidando la legge di gravità. Per evitare il successivo attacco dei fili insidiosi, si slanciò dalla parete, facendo una capriola e atterrando alcuni metri lontano dalla parete, quindi si accucciò, ventre quasi a terra, evitando altri fili diretti alla gola. Con un ultimo balzo, si portò di fronte all'avversaria.

"Thunder Claw!"

Usando nuovamente la scarica elettrica per fendere la ragnatela, Geist recise i fili che fuoriuscivano dalle dita, grazie i quali Arakne sembrava controllare ogni singolo filo. Poi, propagò la scarica elettrica per disintegrare ognuno di essi, finché la caverna non fu libera dai cavi appiccicosi che la solcavano.

"Senza la tua ragnatela, sei inerme, e sei la mia preda! Thunder Claw!"

Sorridendo, Arakne alzò le mani aperte e unite ai polsi, le dita flesse protese all'esterno.

"Demon Tarantula Net!"

Più serie di fili fuoriuscirono dalle punte delle dita, generando ragnatele che avvolsero Geist, che si era lanciata incautamente all'attaccò... Fin troppo incautamente! Il Thunder Claw si spense tra le sue dita, mentre i fili della ragnatela formatesi la circondavano, come fosse un bozzolo, immobilizzandola.

Geist cercò di strapparsi di dosso i fili, ma essi erano tremendamente elastici. Non riusciva a tenderli a sufficienza, a romperli. Era in trappola.

"Credevi davvero che fosse facile eludere le mie ragnatele? Non ti sei chiesta se potevo generarne altre? O forse pensavi davvero di cogliermi impreparata a questa eventualità?"

"In verità, non mi aspettavo che tu potessi usare le tele per intrappolarmi in questo modo.. Pensavo che, come i ragni, tu dovessi tenderle da una parete all'altra. Ti ho sottovalutata, lo ammetto. Ma anche tu stai sottovalutando me!"

"Cosa intendi?- replicò Arakne, sollevando la mano destra da cui uscivano i fili da lei generati- Ormai sei completamente avvolta dalla mia ragnatela, non hai nessuna possibilità di attaccarmi e colpirmi. E non sei in grado di liberarti, ho visto chiaramente che le tue forze non bastano a spezzare la mia tela. Speri forse in un miracolo?"

"No, sono assolutamente sicura delle mie forze, non ho bisogno di miracoli. E tu, ti vanti di questa tua resistentissima tela, che generi, grazie al Cosmo. Una tela organica... Se pensi che io debba per forza colpirti, per farti provare la sofferenza delle mie scariche elettriche, ti sbagli! Prendi, il mio colpo più potente: Hyakkuman Volt Dangekiken!"

Geist generò la potentissima scarica elettrica, usando la ragnatela come filo di conduzione. Sembrava che la Saint avesse avuto la meglio: Arakne non poteva certo sfuggire a questo attacco, se non recidendo lei stesa i fili, ma così Geist si sarebbe liberata, e avrebbe portato un nuovo attacco.

Ma Arakne non sembrava affatto curarsi della situazione. Era forse rassegnazione, la sua?

La scarica la raggiunse, ma la Warlady non urlò. Non sussultò nemmeno. Sembrava che la scarica elettrica, che superava i mille volt, su di lei scorresse come acqua tiepida.

"Com'è possibile? Nessuno può sopravvivere allo Hyakkuman Volt Dangekiken.!"

"Mia cara vittima, di certo, se tu mi avessi colpita direttamente, l'alto voltaggio del tuo colpo mi avrebbe uccisa inevitabilmente. Tuttavia, non sono stata io a sottovalutare te, ma tu a sottovalutare il mio potere. Così come i ragni avvolgono nelle loro tele gli insetti catturati, per conservarli e per nutrirsene, anche la mia tela ha un effetto simile... Essa mi permette di nutrirmi di ogni tua energia. E tu, scatenando la tua tecnica, usando come tramite proprio la mia tela, non fai altro che agevolarmi il compito. Essa ha assorbito gradualmente la tua forza, che ora va a nutrire la mia, rendendomi ancora più forte. E sempre in questa maniera, con una lenta agonia, la mia tela ti porterà alla morte! Questo è il mio destino. La mia vendetta. Uccidere voi Saint come maiali al macello!"

L'uomo brillava nel buio, l'armatura dorata scintillante che lo avvolgeva. Attorno a lui, ben nascosti, i Bersesker aspettavano l'occasione propizia per aggredirlo. Appena il Gold Saint raggiunse una determinata posizione, i guerrieri di Ares saltarono fuori dai loro nascondigli, in perfetta sincronia, attaccando da ogni lato.

Quasi distrattamente, l'aggredito alzò la mano destra, il pugno semichiuso col solo indice proteso. Il Cosmo dorato brillò attorno a lui, mentre sull'unghia dell'indice l'energia si condensava. L'unghia divenne rossa scarlatta, allungandosi e appuntendosi. Il colpo partì, colpendo tutti i nemici, con un movimento quasi distratto, indifferente. I Bersesker caddero, morti, i volti contratti in espressioni di dolore, rasentavano la follia. Alcuni erano morti dopo un solo colpo, altri ne avevano subito anche più d'uno. Con l'aria delusa, Virus dello Scorpione si allontanò.

Susanoo guardava Borgia stupefatto. Non riusciva a capire come il Silver Saint avesse potuto evitare il suo ultimo attacco, mentre era già vittima del suo veleno. Borgia teneva lo sguardo abbassato. Rialzò gli occhi, guardando direttamente quelli del suo avversario: uno sguardo colmo di rancore, da far trasalire il potente Bersesker.

"Maledetto! Per liberarmi dal tuo veleno, ho dovuto fare ricorso a un potere che preferisco tenere sigillato. Ora sentirai il peso della mia rabbia. Venomize Preassure!"

I colpi di Borgia saettarono verso l'avversario.

"Pensi di spaventarmi col tuo attacco? Poison Tempest!"

Di nuovo, Susanoo generò dei tornado di aura velenosa, che inviava, a guisa di fruste, contro i colpi del Saint. Le due forze contrapposte si scontrarono. Susanoo cadde. Il suo colo era stato totalmente travolto dal Venomize Preassure, raggiungendo il suo corpo.

"È finita, Susanoo. Quando colpisco qualcuno con il Venomize Preassure, la pressione del colpo mi permette di iniettare nel corpo del nemico il mio veleno. Ora è già in circolo, attaccando e corrodendo ogni singola cellula del tuo corpo. Sei finito!"

"Per così poco, pensi di avermi sconfitto? Non dimentichi qualcosa?- Susanoo si rialzò, apparentemente indenne- Il tuo colpo si è scontrato col mio. Pensi di non averne subito conseguenze? I tuoi colpi mi hanno raggiunto, ma la pressione da loro esercitata era praticamente nulla: a farmi cadere è stato il contraccolpo tra le forze, non certo i tuoi colpi. Il mio Poison Tempest, in parte ha frenato i tuoi pugni, in parte ha immesso nel tuo organismo il mio veleno, che ha reso più deboli i tuoi colpi. E ora preparati...Prima pensavo di averti alla mia mercé, quindi ora non lo userò limitandone il potere, ma a piena potenza. Orochinagi no Metsui Venom!"

La mano di Susanoo, come prima fendette l'aria, come una lama. Da essa si staccarono otto sfere di energia, piene di aura velenosa, che si scagliarono contro Borgia, assumendo la forma di teste serpentine con le zanne aperte e sibilanti. Le otto teste si schiantarono sul corpo di Borgia, in vari punti del corpo, che, subito, iniziarono a incartapecorire. La pelle si seccava, i muscoli rattrappivano, le ossa erano l'unico sostegno per il miscuglio di pelle e carne che rimaneva, inutilmente, a penzolare. Susanoo non si fermò lì: l'attacco continuava. Con agili falcate, ricoprì rapidamente lo spazio tra lui e Borgia, colpendo nuovamente con un fendente, stavolta orizzontale. Le braccia, le gambe e le altre parti del corpo colpite dalle teste di serpente di pura aura velenosa si sbriciolarono nell'impatto, lasciando Borgia, menomato e ferito gravemente.

Il Saint gemeva di dolore. Dolore lancinante, quale mai aveva provato in vita sua.

"Adesso, Borgia, sei in uno stato in cui la morte è preferibile... Sei stato un buon avversario, quindi sarò pietoso verso di te e ti ammazzerò subito, senza farti assaporare la lenta agonia a cui il mio colpo ti ha destinato. Addio!"

Borgia vedeva il suo nemico avanzare. Sapeva che, privo di arti e di altre parti del corpo, la morte era inevitabile, sia che venisse lenta e feroce, sia che portata pietosamente con un ultimo colpo, da cui no poteva difendersi. Ma lo angustiava l'idea di fallire. E sapeva che poteva sfruttare un ultima carta. La stessa che lo aveva salvato poco prima, liberandolo dagli effetti del veleno di Susanoo e permettendogli di evitare l'attacco. Ma stavolta, avrebbe dovuto lasciare attivo quel potere, per avere una chance di ribaltare la situazione. Ma sapeva che il rischio, nell'usare quella tecnica, era altissimo! Tuttavia, non aveva altre possibilità. Stringendo i denti contro il dolore, scatenò la sua tecnica estrema mentre la mano di Susanoo calava su di lui.

"Immortal Snake!"

La mano di Susanoo venne sbalzata indietro dalla potente emissione di energia.

"Dannazione, come può, ferito e avvelenato com'è, emettere una tale quantità di Cosmo? Che diavoleria è mai questa?"

Avvolto dalla luce, vedeva fuoriuscire dal corpo di Borgia nuove protuberanze che rapidamente, prendevano forma delle parti distrutte dall'ultimo attacco. Le gambe ritornarono nella loro forma originale. Le braccia si stesero. Le protezioni del Cloth sugli arti li rivestiva nuovamente, intatto e splendente.

"Come puoi operare un tale prodigio? Che razza di mostro sei?"

"Mostro...- disse Borgia, sollevando lo sguardo. I suoi occhi sorpresero e fecero trasalire il Bersesker: erano pupille verticali, da rettile- Forse è ciò che sono destinato a diventare, usando questo colpo proibito... Ma se mi fermassi ora, le parti del corpo riformate svanirebbero.- Alzò la mano e flettè le dita, adornate di unghie lunghe e affilate, al pari di artigli-Spero solo di riuscire a ritornare normale prima di scatenare sul mondo la mia furia incontrastabile."

"Si può sapere cosa sei? Come hai potuto vanificare gli effetti del mio Orochinagi no Metsui Vanom?"

"O, il tuo colpo era efficacissimo. In realtà non l'ho vanificato, ho solo fatto ricrescere le parti colpite."

"Impossibile!"

"Dici? Eppure, lo hai visto accadere. Io e il mio allievo Ichi condividiamo il potere che deriva dall'Idra di Lerna, un mostro a nove teste. Otto teste, se tagliate, ricrescevano, mentre la nona era immortale: finché questa testa vive, l'Idra può rigenerarsi all'infinito. Ed è il potere della nona testa che ho richiamato a me! L'unico rischio è che tale potere mi trasformi, spero solo temporaneamente, in un mostro senz'anima assetato di sangue. Ma prima di allora, ti avrò certamente sconfitto!"

"Pazzo, speri davvero di battermi? Non ti accorgi del divario che 'è tra noi?

Prendi! Poison Tempest!"

Ancora una volta, Borgia fu assalito dalle fruste di trombe d'aria, ma senza venirne investito al punto di cadere. Borgia rimase in piedi, subendo ogni singolo colpo senza fare una piega.

Alla fine, le correnti velenose generate dal Bersesker di Orochi si dispersero. Come una montagna salda e potente, Borgia si ergeva, selvatico e terribile. La pelle era screpolata in molti punti, quasi si stesse spaccando. Gli occhi, sempre più simili a quelli di un rettile, erano iniettati di sangue. I canini si erano allungati, mentre gli altri denti sembravano essersi affilati. Le mani artigliate fendevano l'aria contorcendosi in modi innaturali, come tentacoli.

"Ormai per te è finita, Susanoo. Il veleno distillato dal potere della nona testa è estremamente concentrato. Mi basterà anche solo sfiorarti per immetterlo nel tuo corpo. Un veleno in grado di far soffrire anche gli esseri immortali, un veleno che non ti lascerà scampo. Supreme Venomize Preassure!"

Borgia partì all'attacco. Anche solo lo spostamento dell'aria provocato dai suoi colpi era pericoloso: la potenza corrosiva e venefica dei colpi era tale da corrodere l pavimento di roccia come fosse burro fuso. Allertato da questo particolare, Susanoo capì che, per sopravvivere, doveva assolutamente evitare anche il minimo contatto. Saltò all'indietro, fuggendo dal terribile assalto che gli sarebbe costato la vita. Indietreggiò fintanto che Borgia continuava a lanciare su di lui i suoi colpi mortali.

"Hai capito alla fine, Susanoo?- lo apostrofò Borgia interrompendo l'attacco- Non puoi nulla contro i me, e io non mi fermerò finché non ti avrò battuto!" Il suo corpo continuava a mutare. La pelle, ormai rotta, si stava trasformando in scaglie da rettile. Anche i lineamenti andavano deformandosi. Il viso si faceva sempre più allungato, facendo sparire il naso e le labbra. Alcuni capelli le sopracciglia erano caduti. La punta della lingua era prossima a biforcarsi.

"Un veleno veramente incredibile, il tuo, ma sta agendo anche contro di te, facendoti perdere la tua umanità... È un prezzo accettabile per la vittoria, peccato che sia destinato al fallimento! Credi che non abbia capito dove alberga il tuo potere? Il potere dell'Immortal Snake? Naturalmente nell'elmo, l'unica parte del Cloth modellato a guisa di testa di serpente che tu non usi per portare i tuoi attacchi... Perché possiede questo potere difensivo, che aumenta le tue capacità d'attacco. Ma io possiedo le risorse per annientarlo, col mio Orochinagi no Metsui Venom!"

Susanoo lanciò nuovamente il suo colpo migliore, facendo saettare, orizzontalmente, la mano. Otto teste di serpente fuoriuscirono dalla traiettoria della mano andando a colpire il corpo di Borgia, mentre la mano di Susanoo andava a colpire, stavolta verticalmente.

"Infrangerò la fonte del tuo potere, l'elmo, dopodiché ti finirò una volta per tutte, Borgia. Muori!

Orochinagi no Metsui Venom!"

"Supreme Venomize Preassure!"

Borgia colpì. Non con le braccia, che l'aura velenosa del nemico aveva colpito, paralizzandole momentaneamente, né con le gambe, che erano nella stessa situazione. Ma con la testa. Un colpo che Susanoo non riuscì d evitare. Un colpo superiore ad ogni altro lanciato da Borgia. Un colpo alla velocità della luce, che brillava di luce dorata. Il bracciale della mano destra della Bloodmail si frantumò, mentre, rapidamente il veleno di Borgia si diradava a macchia d'olio, corrompendo la corazza fino alla distruzione e attaccando il corpo, cellula per cellula. Troppo velocemente per una qualsiasi reazione. Ormai, Susanoo non poteva salvarsi, ma provò lo stesso, mozzando il braccio infettato. Inutile, il veleno si propagava, inesorabile.

"Quel colpo... Quella luce dorata! Com'è possibile?"

"Le leggende narrano che la Testa immortale dell'Idra avesse scaglie dorate. Per questo, e solo durante l'Immortal Snake, colui che veste questo Cloth può lanciare un colpo che eguaglia quello dei Gold Saint. Ma, come vedi, a caro prezzo. Anche adesso, che ho sciolto la tecnica del mio Immortal Snake, il mio corpo fatica a tornare come prima. Forse non tornerò mai al mio aspetto. Forse cesserò di essere umano per diventare un mostro. Ma per Athena, per salvarla... Questo è un prezzo che pago volentieri!" Il corpo di Borgia, infatti, era menomato, sfigurato, a metà strada tra le fattezze umane originarie e quelle da rettile che aveva assunto durante gli ultimi attacchi.

"Quanta dedizione. Un tale spirito di sacrificio... Io non sarei mai stato in grado di fare ciò che tu hai fatto, rischiare la tua stessa incolumità per vincere. È forse questa la forza... dei Saint?"

Un ultimo sospiro vide uscire la vita dal corpo di Susanoo. Se anche Borgia avesse voluto rispondergli, ormai non aveva più labbra o lingua capaci di pronunciare parole umane.

La mano di Doubleface rimase ferma a mezz'aria, mentre stava per colpire Ichi, apparentemente immobilizzato dal veleno dell'Anfisbema.

"Susanoo... Non è possibile! Maledetti Saint,- continuò rivolgendosi a Ichi- avete ammazzato colui che veneravo come il più valente dei guerrieri, l'impetuoso Susanoo. Sarai tu, Bronze Saint il primo su cui sfogherò la mia collera! Killer Fangs Cobra!"

Le mani di Doubleface scattarono, avvolte dall'aura velenosa che le faceva apparire simili a due teste di cobra. Ma un secondo movimento si frappose al colpo di Doubleface. I pugni di Ichi si erano levati, intercettando il colpo, gli artigli avevano infilzato, con estrema precisione, i palmi delle mani del Bersesker, fermandone l'avanzata. Il Serpente a Due Teste era immobilizzato!

"Il tuo veleno è terribile, ma fortunatamente la corazza lo ha diluito con il mio, e a quanto sembra, mischiandosi perdono entrambi le loro proprietà, diventando sostanze innocue. Se tu non avessi esitato, ora sarei morto, ci sono voluti alcuni secondi perché l'effetto iniziale del tuo veleno, che già stava facendo effetto, svanisse."

"Maledetto Saint, credi di fermare le mie zanne?"

"Credo che ormai tu sia in trappola. Ho bloccato le tue zanne, e ora posso colpirti senza che tu possa contrastare o evitare i miei colpi. Destroing Ooga!"

Colpendo con i piedi, Ichi lanciò nuovamente le proprie zanne come dardi che viaggiavano a una velocità molto superiore a quella del suono. Il corpo di Doubleface ne venne investito in pieno, mentre le punte trafiggevano il corpo, scagliando all'indietro il guerriero. Le mani del Bersesker furono squarciati dagli artigli dell'Idra, tanto era l'impeto con cui i dardi colpivano il corpo, mandandolo indietro.

"Eri davvero molto forte, Doubleface. Questa volta ho visto davvero la morte in faccia e molto da vicino. Se tu non avessi esitato, ora sarei io disteso al suolo. Sarei io ad essere morto.- si girò nuovamente verso la Rocca di Ares- Devo sbrigarmi e raggiungere il castello eliminando più Bersesker possibili. La vita di Athena dipende da questo!"

"Dove credi di andare, Ichi? La lotta non si è ancora conclusa!"

Ichi si bloccò, mentre stava prendendo la rincorsa. Non capiva chi lo avesse richiamato. Era una voce a lui sconosciuta, squillante, piena di rabbia e di amarezza. La voce di una donna. Voltò lo sguardo sul corpo di Doubleface, e sussultò. Il corpo del suo nemico, crivellato di colpi, si stava aprendo come la pelle del serpente durante la muta. Una figura si erse dal corpo del nemico sconfitto. La figura, agile, snella e minuta, di una ragazza. I capelli neri, tagliati a caschetto sui lati, erano trattenuti in una complicata pettinatura sulla nuca, da dove scendevano a coda di cavallo. Gli occhi nerissimi e brillanti di collera, guardavano Ichi, trafiggendolo. Se avesse avuto il potere di uccidere con lo sguardo, ora Ichi sarebbe caduto a terra: sentiva chiaramente tutta l'aggressività della fanciulla. Il corpo, per quanto minuto, era tuttavia atletico, sano e ben fatto. Se non fosse per la corazza che la rivestiva e per l'espressione arcigna, sarebbe stata una splendida ragazza. La Bloodmail era quasi identica a quella di Doubleface, solo che era a copertura completa. La corazza di un Warlord!

"E tu chi cavolo sei?"

"Il mio nome è Kushidana. Sono la vera detentrice del potere dell'Anfisbena. Sono la tua fine! Killer Fangs Cobra!"

Le mani della ragazza saettarono velocissime, investendo Ichi e penetrando nelle sue carni.

Perdendo sangue, il Saint cadde a terra.

"Maledetto animale! Pensavi di aver vinto? Invece hai hai liberato il mio vero potere, e ora assaggerai la mia collera, il mio dolore e la mia tristezza!"

"Chi... chi sei? Che legame hai con Doubleface?"

"Idiota! Ancora non lo hai capito? Io sono Doubleface!"

Accadde anni fa. Susanoo era un giovane guerriero, quando scelse di unirsi alle schiere di Ares. Il suo talento era indubbio, ma ancora non aveva raggiunto il livello dei Warlord. Kushidana, la sua fidanzata, soffriva la lontananza dal suo amato. Decise quindi di diventare anche lei una Bersesker, per poter condividere ogni cosa con l'uomo che amava.

Senza palesare la sua intenzione all'amato, si era recata da uno dei maestri che allenavano i Bersesker. Fu una vera sorpresa constatare che la piccola, deliziosa Kushidana aveva un talento enorme per il combattimento. Guadagnò la Bloodmail dell'Anfisbema, ma il suo talento era tale che, in poco tempo, guadagnò il titolo di Warlord, mentre Susanoo era ancora un guerriero di livello intermedio.

Kushidana, non volendo ferire il grande orgoglio di Susanoo, andò dal suo maestro, per chiedere di venire retrocessa fino a quando l'amato non avrebbe raggiunto l'ambito traguardo di Warlord.

"Kushidana, quello che chiedi è impossibile. Per retrocederti, bisognerebbe che tu venissi menomata, o indebolita da una malattia. È impossibile depotenziare il tuo potere e toglierti il titolo di Warlady!"

"Ma, maestro, non posso, non posso umiliare Susanoo in questo modo! Non posso ferire il suo orgoglio mostrandomi superiore a lui!" Kushidana scoppiò a piangere a dirotto, disperatamente.

"Allora, piccola, forse un modo per nascondere la tua identità, pur agendo liberamente, esiste... Ma bada, è un sistema pericolosissimo!"

"Maestro, ti prego, spiegami!"

"Potresti usare il potere speciale dell'Anfisbema... Un potere che in genere non viene utilizzato, ma che per i tuoi scopi andrà benissimo."

"Un potere speciale? Di che si tratta, maestro?"

"L'Anfisbema è un serpente dotato di due teste. Per questo, colui che porta la tua Bloodmail può creare un secondo corpo, in cui rifugiarsi. Questo corpo è molto più debole di quello originale, ma possiede la capacità di emettere un potente veleno paralizzante. Tuttavia, ti devo avvertire: non potrai uscire dal secondo corpo, a meno che non venga ucciso. Quando vi uscirai, le energie represse ti renderanno, però, ancora più forte di come sei ora. Te la senti di usare un tale potere, Kushidana?"

"Per l'uomo che amo sono pronta a rischiare tutto questo e anche di più. Creerò un nuovo corpo, che mi renderà irriconoscibile. Sarà il corpo di un uomo, e avrà aspetto e caratteristiche totalmente dissimili alle mie. Finché non potrò tornare al mio aspetto originale, per tutti sarò conosciuto come Doubleface!"

Ora Kushidana era tornata alla sua forma originale. Colma di ira, emetteva un cosmo potentissimo, sovrastando Ichi.

"Ho perso il veleno, ma le mie zanne sono ancora più letali di prima. E ora, tutti i Saint pagheranno per la morte del mio amato Susanoo! Vi massacrerò, maledetti, e i vostri corpi faranno da pira funebre per il mio amato!"

"A-aspetta!"

"Cosa, sei ancora vivo, miserabile? Cosa aspetti a morire?"

"Io.. io non posso morire così, lasciandoti libera di attaccare i miei compagni, i miei fratelli. A loro sono legato in moltissimi modi, sono i miei compagni da una vita... E sono disposto a tutto per proteggerli!"

"Patetico! Pensi che l'amore per i tuoi fratelli valga più dell'amore che mi legava a Susanoo? Insulti il mio amore per lui, maledetto: me la pagherai per questo!" Kushidana assunse la sua posizione di guardia.

"Mi dispiace per te e per il tuo ragazzo, ma in una guerra, purtroppo, ci sono sempre vittime. E non posso tirarmi indietro, la posta in gioco è troppo alta! Destroing Ooga!"

Ichi, sia pur sanguinante e malconcio, lanciò nuovamente la sua tecnica letale sull'avversaria.

"Deficiente! Usi ancora quella tecnica, ormai l'ho vista così tante volte da conoscerla alla perfezione! Killer Fangs Rolling Cobra!"

Ruotando su se stessa come una trottola, Kushidana spazzò via nuovamente i dardi di Ichi, soltanto con lo spostamento. La mano destra, della ragazza scattò; Ichi ebbe appena il tempo di accennare un movimento per evitare il colpo, ma era troppo tardi. La mano aveva perforato l'addome, trapassando e spappolando il rene sinistro.

"Se non ti fossi mosso, ora avrei trafitto il tuo cuore. Avresti smesso di soffrire. Comunque, porrò ora rimedio a ciò lasciando che le mie zanne divorino il tuo petto. Addio Ichi, consolati sapendo che presto avrai la compagnia di tutti i tuoi amici, nell'aldilà! Killer Fangs Cobra!"

"Rising Kinga!"

Ichi sollevò entrambe le mani verso l'avversaria, ma dal'armatura non fuoriuscirono artigli. Fu dal terreno che fuoriuscì, allungandosi alla velocità ella luce, una lucente zanna metallica. Le zanne dell'Anfisbema furono travolte dalla lama imponente, tagliando in due l'aura mortifera che dava alle mani di Kushidana l'aspetto di teste di serpenti. La punta della lama generata da Ichi trapassò il corpo della nemica, all'altezza dello sterno. Kushidana strabuzzò gli occhi, mentre gli organi e le ossa venivano trafitti mortalmente.

"Susanoo..."

In mezzo alle polle d'acqua, il corpo esanime dei Susanoo sussultò per un istante. Era morto, più che morto, eppure, in lui vi era ancora un barlume di Cosmo, di coscienza. Che percepiva la presenza della ragazza.

"Kushidana!" Urlò la coscienza residua del guerriero telepaticamente.

"Susanoo! Sei vivo amore mio?" Lo spirito del guerriero era apparso alla fanciulla morente. Il suo corpo appariva vestito da un semplice kimono da combattimento.

"Purtroppo, no mia amata. È solo un barlume di Cosmo e di coscienza che, stimolato dal mio amore per te, mi ha promesso di raggiungerti, in spirito. Amore mio, vedo che sei finalmente libera dalla tua prigione..."

"Tu sapevi? Da quanto tempo...?"

"Tu eri scomparsa, e Doubleface aveva, nei miei confronti, attenzioni sin troppo amichevoli. Per caso scoprii il potere segreto dell'Anfisbena, e capii tutto! Amore mio, tu hai sacrificato tutta te stesa, per me..."

"Avrei dato anche la vita per te Susanoo."

"Avrei preferito che tu non mi avessi nascosto niente, in verità. Raggiungerti mi sarebbe stato di sprone immenso. Però, temo che non sarei mai arrivato a questo punto più velocemente di così, spronato dal desiderio di liberarti. Avrei voluto poter passare più tempo con te: quanti anni sprecati, stando separati!"

"Amore mio... Perdonami, se puoi..."

"Perdonarti, Kushidana? Sono io che devo chiederti scusa. Tu ti sei sacrificata così tanto per me, hai dato anche la tua identità! Non sai quanto io sia orgogliosa di te, amore mio... Bella come un ciliegio in fiore, forte e letale come una katana scintillante" Lo spirito di Susanoo allungò la sua mano, sfiorando la guancia della ragazza con una carezza.

"Amore, purtroppo ora non posso rimanere oltre in questo mondo- continuò lo spettro del guerriero- non mi resta che attenderti nell'aldilà, dove potremo stare insieme."

"No! Non intendo aspettare che l'agonia ponga fine ai miei giorni, per poter stare con te- Kushidana rivolse il suo Killer Fangs Cobra contro il suo stesso corpo, uccidendosi. Il suo spettro, vestito di un kimono nunziale si separò dal corpo, volando tra le braccia di Susanoo- Almeno nella morte, non voglio stare separata da te, mai più!"

E, baciandosi, gli spiriti dei due innamorati sparirono da questo mondo.

Ichi piangeva. Le lacrime solcavano il volto, lacrime amare.

"Infelice coppia di amanti, questa guerra vi ha rese sue crudeli vittime. Riposate in pace, non più tra gli affanni della guerra, ma nel tepore del vostro amore. Addio!"

Asciugandosi le lacrime col dorso del pugno, riprese il cammino.

Robin della Freccia si sentiva a disagi, sotto la volta rocciosa della grotta. Cresciuto nella campagna inglese, non gli piaceva non avere il cielo azzurro sopra la testa. Anche la sua tecnica era svantaggiata dall'ambiente: generare frecce metalliche è una tecnica che si avvantaggia in larghi spazi, non lì, al chiuso. Anche se non se l'era cavata male, trafiggendo con le sue frecce diversi Bersesker, che giacevano a terra, col cuore spaccato o vittime del veleno del Killer Arrow. Ma sapeva di essere ancora inesperto, e si sarebbe sentito più a suo agio se avesse avuto attorno spazi aperti.

Continuò ad avanzare verso la Rocca.

Nella grotta di Arakne, Geist era seriamente in difficoltà. Intrappolata, no aveva modo di liberarsi dalla tela generata dalla Warlady. E usare la sua tecnica più devastante no era servito a nulla, se non a indebolirla: anche adesso sentiva le forze abbandonarla, mentre i fili scintillanti continuavano a stringere.

"Geist del Serpente, tu sarai solo la prima delle mie vittime. Intendo eliminare tutti gli ottantotto Saint, anche da sola. La forza del mio odio è più che sufficiente per riuscire in questo compito. Se solo il sire Ares mi avesse dato carta bianca, ora voi sareste solo un ricordo. E sopratutto, un rimpianto per Athena!"

"M-maledetta!"

"Ancora hai energie per ingiuriarmi? Non ho tempo da sprecare aspettando che tu esalga l'ultimo respiro, quindi ora stringerò i miei fili fino a stritolarti, assorbendo ogni tuo potere. Gratious Entrapment!"

Chiudendo i pugni, Arakne, fece sussultare i fili, che slittavano tra loro, contorcendosi e chiudendosi.

"Thunder Claw!"

I fili si spezzarono, poco prima che la stretta giungesse sul corpo di Geist, ancora avvolta dal bozzolo letale, la Saint cadde sul pavimento. Lentamente, iniziò a liberarsi dai fili che la intrappolavano, ora privi di tensione, tossendo rumorosamente.

"Maestra Geist, sta bene?"

"Shaina, sei tu...? Cosa ci fai, qui? Mi hai seguita?"

"Ho visto le tue tracce mentre venivi qui. Conoscendoti, sapevo che avresti cercato un rivale più forte... Ma questa donna...? È davvero così potente da mettere in difficoltà una guerriera esperta come te?"

"Shaina, scappa! Arakne è davvero fortissima. Il suo Cosmo è così intenso e carico di rabbia e odio, da renderla ancora più forte di quello che sarebbe. Io... non ho più forze per combattere! Scappa, Shaina, presto!"

"Mai! Sono venuta per combattere come Saint, non per fuggire come una ragazzina qualsiasi! Tu, che hai sconfitto la mia maestra, ora sono io la tua avversaria: Shaina dell'Ofiuco! Thunder Claw!"

"Sciocca ragazza! Certo, per te e meglio combattere che cercare un'inutile fuga! Demon Tarantula Net!"

Generando nuovamente le sue tele e scagliandole contro Shaina, Arakne avvolse la nuova avversaria in un bozzolo assassino.

"L'allieva come la maestra... Entrambe sarete il nutrimento del mio potere. Gratious Entrapment!"

"Thunder Claw"

Il bozzolo micidiale esplose, vanificando la tecnica della Warlady.

Shaina fronteggiò nuovamente Arakne.

"Come hai potuto liberarti dalla mia tela? Credevo fosse indistruttibile, neanche la tua maestra è riuscita a liberarsi!"

"La maestra Geist possiede tecniche elettriche superiori alle mie, molto più distruttive, grazie alla quali può uccidere senza colpire. Se non era riuscita a usare lo Hyakkuman Volt Dangekiken contro di te, quando aveva con te un contatto diretto tramite le tele, voleva solo dire una cosa: le tele avevano un qualche potere difensivo. Sentendoti parlare di nutrimento, mentre me le lanciavi contro, ho capito che avevano il potere di assorbire le energie dei nemici intrappolati. Poco prima di venire totalmente rinchiusa nel bozzolo, ho usato il Thunder Claw su me stessa. Usando il mio corpo come conduttore, ho creato attorno ad esso una lama di energia elettrica che ha fatto esplodere dall'interno il tuo bozzolo."

"Incredibile. Sei davvero in gamba, Saint!"

"Se le tue tecniche si limitano a questo, ormai non hai più scampo!"

"Illusa. Posso ancora contare sul mio colpo migliore, quello che non ti darà scampo. Credi che un odio coltivato sin dall'epoca mitologica mi dia così poche risorse?"

"Cosa stai farneticando? Sei troppo giovane per essere una creatura millenaria! O sei forse... una divinità?"

Arakne scoppiò a ridere. "Io, una dea? No, ma è contro una dea che è rivolto tutto il mio odio, contro Athena!"

"Contro Athena? Perché? Chi sei tu, in realtà?"

"Davvero vuoi saperlo? D'accordo, almeno saprai per quale ragione morirai.

Era il tempo dei miti, e le divinità vivevano ancora, spesso, tra gli uomini. Athena, soprattutto, assisteva gli uomini nelle arti domestiche. L tua dea stava guidando l'umanità all'uso di strumenti domestici, quali l'aratro, la tessitura, l'allevamento, che permettevano al genere umano d migliorare il suo modo di vivere. Tra le allieve della dea c'ero io: Arakne. All'epoca ero una fanciulla dolce e riservata, seguace della dea Athena, e da lei avevo imparato l'arte della tessitura. Talmente bene che iniziarono a dire che avessi superato, in bravura, la mia maestra. E quando, in una mostra di lavori di tessitura, il mio fu dichiarato di una magnificenza ineguagliabile, Athena volle umiliarmi strappandolo di fronte a tutti. Presa dalla vergogna, cercai di impiccarmi. Ero già appesa alla corda, quando Athena arrivò: non soddisfatta di avermi umiliata, mi trasformò in un ragno, condannandomi a filare in eterno e a vivere in una tela, disprezzata da tutti. E così, diedi vita a una delle creature più disprezzate dall'uomo: il ragno. Ma quando morii nella mia forma animale, il mio spirito raggiunse l'Ade, lì mi ritrovai di fronte al Signore dell'Oltretomba in persona. Insieme a lui, suo ospite dopo la sconfitta subita da Athena, il sire Ares!

"Arakne, povera anima tormentata. L'umiliazione e l'odio rendono la tua anima piena di rancore e rimpianto!- disse il Dio della Guerra- Ascolta, fanciulla: in un prossimo futuro richiamerò attorno a me guerrieri che si uniranno a me per combattere Athena. Vuoi tu rinascere per diventare una di costoro? La prospettiva che ti offro non è migliore della vita che hai lasciato, è più dura e ricca di dolore, ma ti darò la possibilità di vendicarti su Athena, attraverso l'uccisione dei suoi seguaci."

Inutile dire che accettai. "Zio- continuò Ares rivogendosi ad Ades- ti prego di concedermi la tutela di quest'anima tormentata dall'odio, per farne un'arma contro la nostra comune avversaria!"

Ades acconsentì. Ci sono voluti millenni, ma ora sono potuta ritornare in forma umana, dopo aver dormito, in forma spirituale dentro l'Eternal Tombstone. E sono decisa a vendicarmi."

"Mi dispiace per la tua sofferenza. Ma non posso scusare il fatto che, per soddisfare la tua sete d'odio, ti sia lasciata corrompere da divinità malvagie come Ades e Ares. Non ti permetterò di compiere la tua vendetta, lasciandoti precipitare in un circolo vizioso, rimanendo per sempre schiava di Ares. Purificherò io il tuo cuore dall'odio!"

"Cosa pensi di fare, debole come sei! Pensi di poter giudicare la mia sofferenza il mio astio? Presuntuosa, morirai, ora grazie al mio colpo più potente. Deity Sorrow!"

Attorno ad Arakne, un intreccio di fili dava forma a un delicato ricamo. I fili, intrecciandosi prendevano forma. Rappresentavano scene di vita sull'Olimpo, le imprese di dei ed eroi, le loro vicende amorose. Tutto ritratto in una fitta tela di fili. Le immagini erano talmente vivide da sembrare vive esse stesse. Si aveva l'impressione che i protagonisti dei disegni stessero lì per lì per muoversi, per respirare, per parlare. Un disegno di una bellezza tale da togliere il respiro. Da commuovere fino alle lacrime! Improvvisamente la tela si ruppe, lacerandosi, e provocando un boato che riempì la grotta, riecheggiando. L'immensa energia rilasciata dall'esplosione si trasformò in n nucleo incandescente di energia violacea, in cui si intravedevano i visi dei protagonisti del ritratto, ma deformati in espressioni di sofferenza e indicibile dispiacere.

Il nucleo energetico si scagliò contro Shaina.

"Thunder Claw!"

La scarica elettrica della Saint si scontro col nucleo di energia, ma inutilmente. Non ne arrestò l'avanzata, né la distrusse.

"Maledizione!Se prendo in pieno quel colpo, per me è finita!"

La sfera calava, veloce e inarrestabile verso di lei...

L'esplosione provocò uno spostamento d'aria che scompigliò i capelli di Arakne, mandandoli indietro.

La Warlady rise selvaggiamente.

"Athena! Senti il mio rancore, nella morte di ben due delle tue preziose Saint? Sono solo le prime delle mie vittime, presto sentirai la morte di tutti i tuoi amati seguaci! E soffrirai così come ho sofferto io a causa tua!" rise ancora, crudelmente.

La risata si spense improvvisamente. Tra il fumo dell'esplosione, una sagoma umana si ergeva, le braccia incrociate davanti al petto, le mani aperte all'altezza degli occhi.

"Impossibile!"

"Devo tentare il tutto per tutto... Anche se non l'ho mai provata prima, devo usare quella tecnica!"

Pochi secondi prima che il terribile colo di Arakne colpisse, Shaina prese le sue contromisure. Concentrò le cariche positive dei suoi poteri elettrici sulla mano destra, quelle negative sulla sinistra. Iniziò a generare un campo magnetico che si allargava. Muovendo le mani in movimenti circolari, Shaina aveva ampliato il raggio d'azione del campo magnetico da lei generato, avvolgendo se stesa e Geist.

"Spero solo sia sufficiente... Thunder Coil!"

Il campo magnetico si trasformò in una barriera protettiva. L'impatto con la gigantesca sfera energetica fu duro, ma la protezione resse.

"Maledetta, come hai fatto a sopravvivere al mio colpo mortale!"

"Ho giocato il tutto per tutto, e per fortuna mi è andata bene! La maestra Geist mi ha sempre insegnato che la migliore difesa è l'attacco, e che se si attacca duramente l'avversario, si può vincere qualsiasi nemico. Ma a volte è bene avere anche una tecnica difensiva efficace: l'esperienza me lo ha insegnato fin troppo bene. Non avevo mai avuto occasione di provare questa tecnica; usarla adesso contro di te, è stato uno degli azzardi più grossi della mia vita. Ma ce l'ho fatta. Quello che hai visto è il Thunter Coil, la mia nuova tecnica difensiva. E adesso, tocca a me sferrare un attacco. Preparati ora ti sconfiggerò!"

"Pensi davvero di battermi? Ma se hai ammesso tu stessa, prima, che Geist è molto più potente di te, come pensi di poter fare ciò che alla tua maestra non è riuscito?- Arakne iniziò nuovamente a tessere attorno a sé i suoi fili letali- Se userai un attacco elettrico, non farò altro che assorbirlo con la mia tela. Anche se potessi raggiungere il voltaggio di Geist, sarà tutto inutile!"

"La mia maestra è fortissima, e devo ancora farne, di strada per dirmi eguale a lei, ma non vuol certo dire che io non abbia i requisiti per sconfiggerti. Solo, Geist è in grado di usare l'elettricità generata col cosmo a un voltaggio molto superiore al mio!"

"S-Shaina..."

"Maestra! Ti sei ripresa?"

"Sì... Ho ammirato la tua tecnica di prima, veramente spettacolare, ed efficace. Finalmente stai crescendo... Ma come pensi di sconfiggere Arakne?"

"Maestra Geist, la prego, stia a guardare. Le mostrerò una tecnica che sto studiando da mesi. Pur non essendo a un voltaggio potente come lo Hyakkuman Volt Dangekiken, riuscirà a sconfiggere questa donna-ragno!"

"Insolente! Non ti rendi conto della tua follia? Tu mi sfidi, ma farai solo la fine dell'insetto intrappolato nella tela. Fatti avanti, Shaina!"

"Non chiedo di meglio!" Shaina si slanciò in avanti, iniziando ad evitare la fitta trama di fili tesi attorno a lei con una serie di agili salti, non dissimili a quelli fatti da Geist alcuni minuti prima, all'inizio dello scontro. Alla fine arrivata di fronte all'avversaria, protese la mano ad artiglio. Arakne, per un attimo, penso volesse recidere i fili che le uscivano dalle mani: già vedeva la dita caricarsi di energia elettrostatica! Eppure, il fendente atteso non arrivò. Veloce, la Warlady intrecciò i fili di fronte a sé, avvolgendo Shaina. Della Saint non rimase libera nessuna parte del corpo, eccettuate il braccio destro, proteso, e la testa mascherata.

"Hai agito esattamente come la tua maestra, ma non capisco perché no hai cercato, come lei di tagliare i miei fili. Certo se lo avessi fatto, niente sarebbe cambiato, ti avrei intrappolata lo stesso, così come ho fatto con lei."

"Non erano i tuoi fili il mio bersaglio, anzi... Ora mi faciliti il compito! Thunder Heartbreaker!"

La mano protesa, le dita aperte ad artiglio, si apri contraendosi. Poi con un movimento veloce del polso, colpì come per graffiare, mentre le dita si richiudevano un po'. Dalle dita fuoriuscì una sfera di energia elettrica, simile a un fulmine globulare, che con velocità pazzesca andò a colpire il petto di Arakne. La scarica non era più potente di quella generata dal Thunder Claw, ma era concentrata tutta su un unico punto: il cuore. La scarica elettrica raggiunse il muscolo cardiaco, colpendo le terminazioni nervose che lo facevano battere, isolandolo dal resto del corpo,cortocircuitando il suo sistema di funzionamento. Prese a battere sempre più velocemente, per poi, arrestarsi all'improvviso.

Arakne si piegò in due dal dolore. La tecnica di Shaina le aveva provocato un infarto!

Una volta danneggiato il cuore, la scarica elettrica si propagò sul corpo, distruggendo la Bloodmail.

"Male-maledetta! Mi hai battuto... No credevo fosse possibile! Sei stata più forte del mio odio."

"Arakne, il tuo odio era frutto di un errore. Avresti dovuto liberartene secoli fa, al ricordo delle gioie del tuo passato. Nell'istante in cui il mio colpo ha raggiunto il tuo cuore, ho potuto leggere i tuoi più reconditi sentimenti. La gioia che ti dava ricamare, creando indicibile bellezza. Persino quando eri un ragno, tessere ti era comunque di conforto, l'ho visto chiaramente. Forse, Athena ha fatto male a strappare il tuo capolavoro, ma immagino che gli dei non siano esenti dall'invidia. Però, credo che tramutarti in insetto non sia stato un modo di prolungare il tuo tormento, quanto un modo per cercare di salvarti, di darti una seconda chance. No credi?"

Arakne rifletteva, mente il suo corpo cedeva agli effetti del colpo subito. Sorrise. Il volto trasfigurato da quel sorriso sincero si trasfigurò in tutta la sua bellezza. L'espressione era ora dolce, rilassata.

"Forse hai ragione. Grazie di avermi fatto rivivere i momenti splendidi del mio passato, e di aver purificato il mio cuore dall'odio. Peccato che, ormai, per me sia tardi."

Con queste parole, Arakne della Biliku cadde. E un odio vecchio di millenni finì.

"Maestra Geist, no abbiamo tempo per ulteriori indugi. Dobbiamo raggiungere la Rocca e riunirci agli altri Saint, per salvare Athena."

"Sì Shaina, senza altri indugi."

Le due donne corsero fuori dalla grotta, lasciando la loro terribile avversaria al suo eterno riposo.

Robin sentiva su di sé quella strana sensazione. La riconobbe. La sensazione che qualcuno ti prenda di mira. Un rumore, simile a un tintinnio, fece scattare i suoi riflessi. Appena in tempo. Per terra, là dove poco prima si trovava lui, era conficcato uno strano palo metallico, affusolato, l'estremità ancora visibile formata da più anelli concentrici, vagamente somigliante a un sonaglio.

"Complimenti, se avessi tardato una frazione di secondo, avresti preso in pieno il mio giavellotto."

Robin si voltò di scatto in direzione della voce. Il Bersesker che lo aveva attaccato era un uomo sulla trentina, gli occhi blu stralunati, circondati da borse, simili a quelle di un insonne. I capelli castani, brizzolati e scapigliati, erano trattenuti dall'elmo, semplice e disadorno, dalle linee rotondeggianti. Una corazza, formata da placche irregolari, asimmetriche, ricopriva il suo busto, lasciando scoperto lo stomaco e l'addome. La vita era cinta da una cintura, più spessa a destra che non a sinistra. Alle gambe aveva due ginocchiere, che si allungavano con una punta contorta lungo lo stinco. Attorno al tallone, una fascia metallica che aveva, ai malleoli esterni, punte contorte che fuoriuscivano. Il pugno destro era protetto da un bracciale modellato a forma di testa di rettile, mente attorno al bicipite c'era una specie di tubo conico che si attorcigliava in spirali fino alla spalla. Il pugno sinistro era protetto da un bracciale triangolare, piatto, la punta sul dorso della mano. I copri spalla erano formati da sezioni di anelli concentrici attaccati l'uno affianco all'altro.

"Dunque, tu sei il Saint della Freccia. È da quando voi Saint siete venuti in questo luogo che ti sto dando la caccia..."

"Perché mi staresti dando la caccia, Bersesker? Chi sei?"

"Curioso? Io sono Shooter, dello Iaculo! E il motivo per cui ti davo la caccia, Saint della Freccia, è la somiglianza tra i nostri poteri. So che il Saint della Costellazione della Freccia- continuò- è in grado di generare quasi dal nulla frecce metalliche. Io, invece, sono in grado di creare giavellotti. Entrambi combattiamo a distanza. Voglio constatare chi sia il migliore!"

"Spiacente, ma un confronto non mi interessa. Tuttavia, devo sconfiggerti per la liberazione di Athena, e visto che ti sei così gentilmente offerto, ora dovrò sconfiggerti. Killer Arrows!"

Protendendo il pugno, Robin lanciò sull'avversario diverse frecce color argento scuro. Shooter saltò indietro, evitando le prime, ma Robin subito ne lanciò delle altre.

"Shooting Javelin!"

Il Bersesker protese la mano destra, aperta. Da essa si liberò una spirale metallica, simile a quella che ricopriva il bicipite destro. Improvvisamente, la spirale scattò, come una molla, verso le frecce, sparpagliandole col solo spostamento. Robin, con un movimento veloce, afferrò il giavellotto che era diretto sul suo petto. Si rese conto che era l'estremità modellata come un sonaglio a provocare il tintinnio che lo aveva allarmato, mente l'altra estremità, la punta, era modellata come la testa triangolare di un serpente velenoso.

"Lo Iaculo,- disse Shooter- o Serpente Giavelotto, secondo il mito cacciava lanciandosi contro un nemico dopo aver atteso arrampicatosi sopra un albero: lì si acciambellava, attendendo una preda, per poi scattare e trafiggerla. Sei stato abile ad afferrare il mio giavellotto, ma cosa farai quando te ne lancerò di più? Scopriamolo! Shooting Javeling!"

Stavolta il Bersesker lanciò più giavellotti in rapida successione. Memore del fatto che il solo spostamento d'aria del primo giavellotto aveva bloccato le sue frecce, Robin si spostò di lato, evitandone alcuni, mente altri li deviava usando il giavellotto che ancora aveva in mano, fino a quando, colpendone un altro, non si ruppe.

"Ma bravo... Hai saputo sfruttare molto bene la situazione, usando quel giavellotto che avevi preso al volo, ma ora puoi solo scappare, in attesa che un mio colpo vada a segno. Ma non ora, voglio divertirmi!"

Scattò, intercettando la traiettoria di Robin che stava ancora evitando gli ultimi colpi.

Il Silver Saint si ritrovò faccia a faccia col suo avversario. Balzò all'indietro, evitando un primo pugno, per poi alzare in elevazione per evitare una spazzata. Shoter si stava dimostrando esperto anche nel corpo a corpo, ma anche Robin era molto preparato. Il Saint iniziò a rispondere ai colpi dell'avversario. Il pugno sinistro fu evitato dal Bersesker, che già si preparava a respingere il calcio circolare destro, la mano sinistra sul ginocchio, la destra sullo stinco. Altre serie di attacchi tra i due contendenti, non portarono ad alcun risultato da ambo le parti. Robin era forse più agile e giovane, ma Shooter era molto esperto e robusto.

Robin sapeva che, se l'avversario lo avesse attaccato con la tecnica di prima, da quella distanza non avrebbe avuto nessuna possibilità di evitarlo o pararlo. Doveva quindi coglierlo di sorpresa, e colpirlo con un colpo finale. Finse, allora, di fare una spazzata. Prontamente, Shooter saltò, ma Robin interruppe il movimento per colpire al ventre col pugno destro, lanciandolo indietro. Senza fermarsi, Robin saltò più in alto che poté.

"Killer Arrows!"

Un nugolo di frecce scaturì dal Cloth, tutte dirette contro il Bersesker a terra, in una perfetta posizione di tiro.

"Shooting Javelin!"

Shooter non perse la calma, e scagliò anche lui le sue armi contro l'avversario. Le frecce erano molto numerose di prima, abbastanza da arrestare l'avanzata di alcuni giavellotti.

Robin, sospeso nel vuoto, in procinto di cadere, sembrava una facile preda per le aste metalliche dalla forma serpentina. Ma il Saint aveva previsto anche questo. Afferrato nuovamente un giavellotto, lo uso per proteggersi, mentre colpiva, per poi lanciarlo indietro, insieme a un nuovo nugolo di frecce, afferrarne un altro e ricominciare, fino a quando no fu nuovamente a terra.

Una volta atterrato, rinnovò quest'ultima strategia, cercando di avvicinarsi, per usare un attacco definitivo.

Shooter continuava a muoversi, evitando di farsi colpire, senza rimanere, immobile, un facile bersaglio. Così facendo rallentava l'avanzata di Robin, ma il Saint incominciava a guadagnare terreno. Cambiò quindi strategia, lanciando i suoi giavellotti sul terreno, costringendo Robin a deviare.

"maledetto! Ti sei accorto che mi stavo avvicinando troppo pericolosamente, e hai deciso di ostacolarmi. Una mossa abile e astuta, devo dire."

"I miei complimenti anche a te, quando ti ho visto in aria pensavo di averti in pugno, invece avevi già in mente una strategia precisa, rivoltandomi contro le mie stese armi. Sei un degno avversario. Mi sono divertito, ma ora devo proprio finirti."

"Corri troppo. Posso sempre scagliare le mie frecce contro di te, e usare i tuoi stessi giavellotti sia per difendermi che per attaccare. Mi sembra che quello alle corde sia tu, Shooter!"

"Tu credi? Dimmi se lo pensi ancora, dopo aver visto questo. Rebel Snake!"

Il giavellotto in mano a Robin si contorse, quasi fosse vivo. La parte dell'estremità a forma di sonaglio si avvolse saldamente attorno al polso, mentre la punta si dirigeva sul cuore del Saint. Robin reagì appena in tempo, colpendola con un colpo di taglio. La punta si rialzò, come un serpente pronto a colpire ancora. Robin era pronto a fermare qualsiasi nuovo attacco da parte di questa nuova insidia, mal punta, a sorpresa, andò selvaggiamente a conficcarsi sul terreno. Il metallo rimase articolato come un serpente, ma estremamente resistente. Il polso destro del Saint, intrappolato a l terreno in questo modo non gli permetteva più di spostarsi, e solo limitatamente di difendersi.

"Ora sei in trappola, Freccia. Per me non resta che finirti con calma!"

"Chiamami Robin, non Freccia- gli ruggì in risposta- Quanto all'essere indifeso, guarda questo!"

incominciò a scoccare le proprie frecce tutt'intorno a lui, facendole conficcare sul terreno, in cerchi.

"Pensi che tracciare i cerchi sul terreno ti aiuti?- lo schernì l'altro- Sei divertente, Robin, ma è ora di dirsi addio. Shooting Javeling!"

I giavellotti furono lanciati verso l'alto, e descrissero un'ellisse andando poi, in caduta, a dirigersi con mortale precisione su Robin.

"Resonant Arrows!"

Le frecce conficcate a terra, stimolate dl Cosmo di Robin, incominciarono a vibrare. La stesa difesa improvvisata da Robin al Santuario, quando Vlahad di Nosferatu aveva lanciato il suo attacco, solo migliorato e raffinato.

I giavellotti lanciati vennero deviati dalle vibrazioni delle frecce, conficcandosi a terra, tutti intorno al cerchio di frecce, formando una specie di palizzata.

"Abile. Così, Robin, sei anche in grado di difenderti egregiamente, anche se immobilizzato. Sei un avversario oltre le mie più rosee aspettative, ma mi chiedo- continuò, generando nuovamente un giavellotto- quanto reggerebbe la tua difesa se il attaccassi così!"

Shooter saltò.

"Kiler Arrows!"

Lanciate verso l'alto, le frecce ricadevano su Shoter. Il Bersesker dovette difendersi, facendo roteare il giavellotto che aveva tra le mani, deviando e spezzando ogni freccia. Ma rinunciando a completare il balzo per colpire l'avversario.

"Sei una continua fonte di sorprese. Tuttavia, ora, lancerò contro di te i miei giavellotti, per poi balzare personalmente contro di te e finirti. Non hai scampo, Robin!"

"Questo lo credi tu, prima vediamo come te la cavi con queste!"

Un nuovo nugolo di frecce parti da Robin, descrivendo un'alta parabola verso Shooter.

"Pensi davvero di ottenere qualcosa, così? Rallenti soltanto di qualche secondo l'esecuzione del mio piano!"

Iniziò a roteare il giavellotto. Colpì la prima freccia. L'asta vi passò attraverso.

"Queste frecce! Sono solo un'illusione. Cosa vuol dire tutto ciò?"

"Non sono un'illusione, Shooter- disse Robin, il braccio sinistro proteso, la mano aperta- è il mio Phantom Arrow!" Robin chiuse di scatto la mano. Una delle frecce illusorie si materializzò. Conficcata nel petto di Shooter.

Il Bersesker Sputò Sangue.

"maledetto! Questa Phantom Arrow... si materializza subito sull'obbiettivo!"

"Esatto. E quella freccia non può venire estratta. Anche se non ha raggiunto il tuo cuore, ora proseguirà da sola, penetrando le tue carni, parassitando le energie del tuo Cosmo. Sei finito!"

"Idiota, pensi davvero che una quisquilia del genere possa fermarmi?- Shooter colpì l'estremità che sporgeva dal suo corpo, facendo penetrare la Phantom Arrow dentro al suo corpo, facendo fuoriuscire la punta dalla schiena. Colpendola col giavellotto che ancora teneva in mano, spezzò la punta, per poi estrarre il resto della freccia con la mano libera.- Eccola la tua inutile freccia. Pensavi che mi sarei fatto ammazzare così?"

"Come può, col cuore perforato, continuare a vivere?"

"Infatti, sento la morte avvicinarsi, silenziosa e gelida. Ma se devo morire, ti porterò con me. Per lei Sire Ares, per il quale, per anni, ho ucciso, lanciando i miei giavellotti in lunghi agguati, come un cecchino. Rebel Snake!- al comando di Shooter, i giavellotti si contorsero; quello legato al polso di Robin incominciò a tirarlo sempre più in basso, cercando di impedirgli ogni movimento, mentre quelli conficcati intorno a lui gli si abbattevano sopra, con tremende sferzate.-Ora non potrai reagire in nessun modo. Sire Ares, accetta il mio ultimo sacrificio!"

Shooter saltò, preparandosi a colpire col suo giavellotto il nemico, reso inerme.

"Maledizione! Se voglio sopravvivere, mi rimane solo un'ultima carta da giocare. Devo usare quel colpo. Se solo avesi la destra libera... Devo liberarla. Brucia, mio Cosmo, e donami la vittoria! Io sopravviverò, per Athena!"

Shooter, improvvisamente, vide i suoi giavellotti sferzanti venire scagliati lontano da Robin.

"Il suo Cosmo! Si sta espandendo in maniera esponenziale. Incredibile! E adesso cosa sta succedendo?"

Attorno a Robin si stava generando un'energia bruciante, infuocata.

"Ahaaaa!"

Con un ultimo sforzo, Robin diverse dal terreno il ceppo metallico che tratteneva il pugno destro, ceppo che si sbricciolò.

"Shooter, preparati ad assistere al mio colpo più potente, Balista Arrow!"

L'energia fiammeggiante seguì la traiettoria del pugno destro di Robin, formando un'enorme freccia di energia.

"Maledetto!" Shooter cercò di difendersi con il suo giavellotto, ma esso si spaccò in due, mente la punta infuocata penetrava il suo corpo. Shooter cadde al suolo, la testa all'indietro, gli occhi sbarrati, la bocca aperta da cui usciva sangue.

La Bloodmail era stata completamente disintegrata dall'impatto.

"Me la sono davvero vista brutta- ansimò Robin- a momenti ci lasciavo la pelle. Spero solo di non trovarmi di fronte a troppi avversari così. Ora devo ass.."

Robin cadde, svenuto.

Lo sforzo per l'ultimo colpo era stato eccessivo, anche per lui.

"Analisis!"

Micron, il più piccolo tra i Saint, fronteggiava un gruppo di Bersesker con il cipiglio di un gigante. Nonostante i suoi quasi trent'anni d'età, l'altezza del piccolo Saint non superava il metro e cinquanta. Nonostante l'assalto, rimaneva immobile, senza un'apparente guardia. Gli occhi scrutavano attentamente gli avversari, che si avvicinavano rumorosamente, minacciosi.

"Diagnosis!"

Tendendo il braccio robusto, Micron scagliò il suo colpo segreto. Con precisione chirurgica, i colpi raggiunsero i corpi dei Bersesker, sfruttando i punti scoperti della difesa, colpendo in modo da impedire ogni reazione, rinnovando poi l'attacco per spacciare l'avversario. Uomini atletici e nerboruti erano stati massacrati dal piccolo, robusto Saint.

"Alle solite,- disse tra sé- mi sottovalutano per il mio aspetto, e finiscono con pagarne le conseguenze. Però così non posso dimostrare il mio vero valore!"

"Già, è quello che sssuccede ssspesso anche a me."

Micron si voltò alla sua destra. Un Bersesker era sopravvissuto, alto, il viso allungato, con un mento triangolare molto lungo e affilato. Gli occhi a mandorla, grigi erano sormontati da un mono ciglio sottile, allungato sulle estremità I capelli erano totalmente ricoperti dall'elmo, che riproduceva un muso da serpente, con un cappuccio da cobra, che andava ad aprirsi sui lati, continuando poi, fino a congiungersi alle spalle. Spalle, fianchi e bacino erano ugualmente larghi, tanto che sembrasse che il corpo, magro, del Bersesker, fosse stato costruito con un righello. Le braccia erano lunghe e nervose, penzolavano quasi inerti ai fianchi. Le gambe erano muscolose, ma corte e un po' storte.

Nel complesso, era poco più alto di Micron, intorno al metro e sessantacinque. Ogni volta che pronunciava la lettera esse, sibilava, ripetendola più volte.

"Accidenti, come avversario sei proprio particolare... E non è un complimento!"

"Ora sssei tu che sssottovaluti me basandosi sul mio aspetto. Attento potresssti pentirtene. Non sssarò vissstoso come i miei compagni che hai appena massssacrato, ma sono riusscito ad avvicinarmi a te più di loro. Questo dovrebbe farti capire che non sssono un avverssario facile."

"Hai ragione, mi stavo facendo ingannare dal tuo aspetto da bertuccia- ribatté Micron- ma anche tu sottovaluti le mie capacità, solo perché ti sei avvicinato un pochino... Ora vedremo quello di cui sei capace"

Micron si scagliò contro l'avversario.

"Ei assspetta!" con un movimento estremamente goffo, saltellando sul piede destro, il Bersesker evitò il primo assalto, poi, fece un salto andando alle spalle del Saint. Questi cercò di colpirlo con un calcio rovesciato, ma non raggiunse il corpo, la gamba era troppo corta. Con un grugnito rabbioso, saltò scalciando con una sforbiciata. Il Bersesker alzò le braccia lunghe per parare l'attacco, poi allungò la mano cercando di raggiungere il viso del Saint. Micron evitò l'attacco con una capriola all'indietro. Lo scambio di colpi continuò per alcuni minuti. I due abnormi rivali non riuscivano a colpirsi, rimanendo in una situazione di stallo.

Si fermarono, per riprendere fiato.

"Razza di Cafone!- apostrofò il Bersesker- incominciare un duello sssenza neanche presentarti, e sssenza permettermi di presssentarmi."

"Perché dovrebbe interessarmi il tuo nome?"

"Perché sssarò io, Filo del Tsuchinoko, colui che ti sssconfiggerà! Hight Jump Poison!"

Filo scattò. Saltando in alto, colpendo in direzione di Micron con raffiche di colpi simili ad aghi, scalciando con entrambe le gambe e colpendo con entrambi i pugni.

"Analisis!" Micron, colto di sorpresa, non fece in tempo a evitare i colpi, tra l'altro, questi si allargavano, avvicinandosi al bersagli, e la statura del Saint non giocò a suo favore. Colpito dalla raffica, incespicò.

"Bene, Sssaint, ora i giochi sono fatti. Anche ssse sssono un Bersesker da poco tempo, il mio colpo è già piuttosssto temuto. Il mio Cosssmo genera degli aghi avvelenati che iniettano nel mio nemico una potente tosssssina. Ora inizierai a perdere cossscienza, e io ti colpirò nuovamente, facendoti il favore di ammazzarti ssssenza farti sssoffrire a lun..."

Filo interruppe la sua frase, vedendo l'avversario strabuzzare gli occhi, che presero a muoversi dentro l'orbita.

"Sssembra che, per il tuo corpo, quella dossse di veleno sia già letale... Bene, ma un nuovo colpo te lo ssscaglierò comunque! Hight Jump Poison!"

Nuovamente, Filo saltò eseguendo la propria mossa segreta.

La pioggia di aghi avvelenati generati dal Cosmo scendeva sul minuto Saint, apparentemente inerme.

"Antidote and Cure!"

Il Cosmo di Micron riprese ad espandersi, mentre la mano colpiva determinati punti del corpo. Gli aghi colpirono, ma Micron sembrava non sentirli.

"Cosssa...Eri inerme mentre il mio veleno agiva contro di te, Come puoi essssere nuovamente sssano, dopo aver ssssubito una ssseconda raffica dei miei Aghi?"

"Quando tu mi hai attaccato la prima volta, io ho azionato la mia tecnica Analisis. Questa mi permette di analizzare qualsiasi cosa: i miei nemici, le loro corazze, i punti deboli delle loro difese e le loro tecniche...Ma anche di analizzare il mio corpo, quando vengo avvelenato. I Saint del Microscopio sono gli unici ad avere capacità curative, sia sugli altri che su se stessi. Tra i Saint, io sono specializzato più nella cura che nel combattimento. Mentre tu gongolavi, io analizzavo il tuo veleno, e con la tecnica usata successivamente ne ho generato un antidoto. Antidote and Cure è una tecnica che serve a medicare. Ora, in me, ho l'antidoto al tuo veleno, quindi ormai ne sono immune.!"

"Maledetto! Allora vuol dire che ti finirò a sssuon di pugni! Prendi!"

Filo incominciò ad attaccare allungando il pugno destro, con un movimento repentino, Micron individuò la traiettoria del colpo, deviandolo e afferrando il polso. La mano del piccolo Saint incominciò a stringere, fino a sgretolare la corazza.

"Maledetto! Il mio polssso!"

"Ti ho provocato diverse fratture, guaribili in un mese... Se non fosse che devo sconfiggerti ora. Preparati- il Cosmo di Micron riprese ad espandersi; poteva essere un Saint di piccole dimensioni, ma in quel momento torreggiava sul nemico come un gigante- Reserved Prognosis!" Il Saint roteò su se stesso, colpendo con il dorso del pugno destro. Spinto dalla violenza del colpo subito, Filo incominciò a ruotare su di sé, mentre la Bloodmail cadeva a pezzi, le ossa si spezzavano.

"Maledetto... Sssei sssolo un Bronze Sssaint, ma sssei un avversario temibile!"

"Sarò anche un Bronze Saint, ma sono anche l'unico in grado di curare i miei compagni feriti. Non posso permettermi di morire, se la vita di anche uno di loro può essere salvata da me. Per questo, non importa quanto sia forte il mio nemico, io lo sconfiggerò!"

"Eppure, anche se ho molte ossssa rote, ancora non mi hai ssssconfitto... Credi davero di poter sssopravvivere?"

"Ti sopravvaluti ancora. Il mio colpo ha un piccolo effetto ritardato, che posso attivare a mi piacimento. Prendi, questa è la fine delle tue sofferenze! Time of Dead!"

La testa di Filo esplose in un aneorisma.

Micron lo guardò.

"Mi dispiace, davvero. Preferisco di gran lunga le mie mansioni da medico, ma fino a quando la pace sarà minacciata, io combatterò. Riposa in pace."

Chiusi pietosamente gli occhi sbarrati del nemico, il Saint riprese a percorrere la propria strada.

Virus dello Scorpione era avanzato senza troppi inconvenienti. Finora, no aveva affrontato nessun avversario degno di nota, tutt'altro. Era deluso. Quando era diventato un Gold Saint, sperava di potersi mettere alla prova, per dimostrare il proprio valore. Tra tutti i nuovi Saint reclutati, Virus era il più convinto: per tuttala vita aveva desiderato poter essere d'aiuto all'umanità, salvare il mondo, e ora, in maniera inaspettata, questo sogno era diventato realtà. Si compiaceva di essere stato tra i primi ad aver appreso e dominato appieno il proprio colpo segreto. Ma ora, voleva provare l'efficacia dei suoi colpi su un avversario che lo mettesse veramente alla prova. Ma finora era incappato solo in Bersesker di scarso valore, almeno in confronto al suo potere.

Deluso, aveva continuato a vagare fino a raggiungere le rovine. Case, diroccate come da un violento terremoto, formavano un'antica città in rovina, a poca distanza dalla Rocca. Virus era sorpreso, ma poi, ragionandoci sopra, aveva capito che doveva esistere, come vicino al santuario, una qualche comunità di seguaci del Dio della Guerra, che provvedessero alle coltivazioni e all'allevamento per fornire cibo alla Rocca. Probabilmente, quando Ares fece precipitare la propria sede sottoterra, alcuni di quei villaggi seguirono la fortezza nel suo cupo destino, crollando le case come castelli di carta. L'interesse per gli antichi edifici era marginale per il Saint. In realtà li guardava solo perché, da quando era arrivato, sentiva uno strano rumore, simile a un picchiettio tra le rocce tutt'intorno a lui. Un rumore simili a passi. E se si trattava di qualcuno che non si curava di nascondere la sua presenza, poteva essere ciò che cercava: finalmente un avversario potente! Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, a questa prospettiva. Fingeva di interessarsi alle rovine perché l'altro uscisse allo scoperto. Non vedeva l'ora di combattere sul serio, dopo tante scaramucce deludenti!

"Se pensi che ti attaccherò approfittando di una tua distrazione, sprechi il tuo tempo, Saint!"

La voce, simile a un raschiare, sembrava provenire da ogni angolo della città in rovina.

Virus si mise in guardia. Il suo espediente no era riuscito.

"Complimenti hai capito che stavo bluffando per fati uscire allo scoperto... Non restano che due possibilità: o vieni allo scoperto, o devo venire a stanarti!"

"Non c'è bisogno che ti disturbi tanto! - Il Cosmo del Bersesker incominciò ad espandersi, mentre il guerriero nascosto usciva da dietro un angolo di una rovina- No ho certo motivo di nascondermi o di temere un confronto. Ho visto come hai massacrato i miei seguaci... Ma ora sarai tu a soffrire le pene dell'inferno. Mi pregherai di finirti, prima che ti uccida. Sono Blagen, dello Scorpion Man!"

La Bloodmail ricopriva il corpo, atletico e slanciato, del guerriero. La corazza ridisegnava i muscoli del corpo, ma sgraziandone le sembianze rendendo le forme del corpo più sgraziate, grottesche. I copri spalla, verticalmente, era a forma di chele, biforcandosi verticalmente in due cunei falciformi, le parti interne seghettate. La testa glabra era circondata da un elmo simile a un diadema, con cinque protuberanze arcuate, simili a corna, che sbucavano dalle tempie, ai lati della fronte, sopra gli occhi, e sulla sutura sagittale, mentre alle guance altre due cuspidi le rivestivano, proteggendole, le punte rivolte verso l'esterno.

I Bracciali avevano piastre esterne ovoidali, con fregi simili a venature lungo la superficie. Un gonnellino formato da sei placche di metallo, snodate, che terminavano con delle punte, circondavano i fianchi e l'inguine. I gambali, lunghi, proteggevano gli stinchi, le ginocchia, risalendo su una coscia. Sembravano formati da un intreccio di venature. Ai malleoli, c'erano due punte per piede, piegate all'insù. Gli occhi erano castano scuri, penetranti, solcati da due sottili sopracciglie. Le labbra, aperte, presentavano denti regolari, bianchi fino ad essere scintillanti. Il sorriso, però era ambiguo.

"Un Warlord, finalmente... Ero davvero stufo di combattere con mezze tacche. Finalmente una vera sfida!"

"Saint, hai massacrato i mie uomini senza pietà. Ora assaggerai la mia vendetta. Preparati."

Blagen saltò, colpendo con un calcio volante,, che Virus parò con un braccio. Atterrato, il Warlord continuò a prendere l'iniziativa, bersagliando il Saint con vari attacchi. Virus continuò a parare i sui copi, studiando l'avversario. Finora, non stava usando attacchi particolari, né presentavano, se non per la maggiore velocità, una minaccia superiore a quella dei Bersesker che aveva già incontrato. Potersi muovere alla velocità della luce rende senz'altro superiore alla potenza di un normale combattente, e a Bronze o Silver Saint. Ma solo una tecnica che valorizzi tale velocità è veramente temibile, per coloro che dispongono di questo potere.

Virus decise che, se Blagen non voleva prendere l'iniziativa, lo avrebbe fatto lui! E avrebbe messo alla prova il suo avversario.

"Restriction!" Virus iniziò ad emettere onde a frequenze supersoniche, tali da sconvolgere il sistema nervoso mediante l'udito. In questo modo, il corpo subiva uno shok paralizzante. Blagen non fece eccezione, rispetto a tutti coloro che avevano subito questa tecnica, senza possedere difese adeguate. Immobile, era un bersaglio perfetto per un qualsiasi tipo di attacco: lo avrebbe subito, inerme.

"I Saint della costellazione dello Scorpione hanno una caratteristica: un colpo i cui effetti variano a seconda della forza dell'avversario. I risultati possibile sono due: follia o morte. Le ferite che lascia questo colpo sono piccole, insignificanti come punture d'insetto, ma estremamente dolorose. Questo è lo Scarlet Needle!"

Virus alzò l indice della mano destra verso l'avversario. Il suo Cosmo prese ad espandersi circondandolo di un alone dorato, mentre lui ne concentrava il potere attorno all'unghia. L'energia accumulata si materializzò, come un aculeo che fuoriusciva dal dito, di un vivido color rosso sangue. Dall'aculeo di energia scaturì un raggio, che andò a colpire il petto del Warlord. Un piccolo foro deturpò la corazza. La puntura del Saint raggiungeva la carne.

"Lo Scarlet Needle produce un terribile veleno. Esso si propagherà nel sangue, invadendo il tuo corpo, provocandoti una forte febbre, una pericolosa emorragia, attivando tutti i tuoi recettori del dolore. È il più doloroso supplizio che si può subire! Ma per avversari di grande potenza, una sola puntura non basta. Quindici sono le stelle della mia costellazione. E con quindici punture, disposte sul corpo dei miei nemici allo stesso modo in cui sono disposte le stelle della costellazione che mi protegge, posso infliggere la più dolorosa delle morti. Quattordici punture per scegliere tra morte e follia, e la quindicesima per porre fine ad ogni sofferenza. Scarlet Needle!"

Altre tre punture raggiunsero il Warlord, sul petto, sulla spalla, sulla coscia.

"Solo queste punture sono sufficienti per stroncare un uomo dai poteri eccezionali... Anche se ormai sei libero dagli effetti del Restriction, ormai le ferite inferte ti toglieranno la sensibilità del corpo, rendendoti inerme di fronte a me! Vediamo dove puoi arrivare: Scarlet Needle!"

Di nuovo, Virus colpì con la sua tecnica. Blagen già aveva subito quattro punture avvelenate. Virus colpì, senza incontrare resistenze. Altri dieci colpi segnarono il corpo del Warlord. Dalle ferite, il sangue usciva copioso.

"Sono deluso, speravo che un Warlod sarebbe stato un avversario più ostico per il mio potere. Ma forse dovrò aspettare di scontrarmi col Warmaster per essere veramente messo alla prova. Comunque, ti devo rendere il merito di essere ancora vivo dopo quattordici punture. Per questo, ti finirò col mio colpo più potente, quello definitivo: Scarlet Needle Antares!"

L'ultimo, fatale colpo del Gold Saint raggiunse il suo bersaglio. Il sangue sprizzò dalle quindici ferite, copioso mentre il veleno invadeva totalmente il corpo di Blagen.

Il Warlord era in piedi. Nonostante avesse subito tutti i colpi del nemico, ancora le gambe lo sostenevano. Rialzò la testa. Nonostante tutto, la vita ancora risiedeva nel suo corpo. Gli occhi uscivano quasi dalle orbite, mentre la bocca si schiudeva, e la lingua leccava le labbra.

"Scarlet Needle! È senz'altro all'altezza della sua fama! Che dolore, pervade tutto l mio corpo, ogni singola cellula! È meraviglioso- tutt'altro che agonizzante, il Warlord stese le braccia e il corpo stiracchiandosi- Purtroppo per te, su di me una simile tecnica non ha effetto. Sadist Master!"

La mano destra del Warord, che era stata portata dietro al bacino, scattò in avanti, impugnando un oggetto. Era una frusta a otto sezioni. Un'arma tipicamente orientale, formata da cilindri di metallo, alle cui estremità ci sono degli anelli, che li collegano tra loro, formando una sequenza snodata e snodabile. A un'estremità della frusta, un'impugnatura, priva di guardiamano. All'altra, una punta a base rotonda, la parte collegata all'anello che la univa alla sequenza a forma di sezione conica, l'altra parte a forma conica, la punta acuminata. Spesso, all'anelo della punta, viene fissato un nastro colorato. L'arma di Blagen era di tale fattura, ma con alcune modifiche. La più rimarchevole era l'attaccatura dell'anello della punta alla punta stesa, fatta in modo che la punta stesa potesse ruotare, come una trivella. Inoltre, al posto del fiocco, erano collegate altre due punte più piccole, schiacciate e leggermente arcuate, a falce. I cilindri che componevano la sequenza. Inoltre, avevano delle piccole punte, che rendevano pericoloso anche un colpo dato non di punta, ma di sferzata.

Il Sadist Master era un colpo di punta, che raggiunse Virus al bicipite. Troppo tardi il giovane Saint si avvide del pericolo, e non riuscì a schivare il colpo, così repentinamente lanciato dall'avversario. La punta dell'arma si incise sula sua carne, penetrando di alcuni centimetri, ma senza trapassare il muscolo. Anche se non era una ferita mortale, Virus percepì immediatamente un dolore incommensurabile. Improvvisamente, il suo corpo si intorpidì, mentre ogni fibra del suo essere urlava dal dolore. Il cervello, continuamente subissato dai segnali inviati dai recettori del dolore, sembrava accendersi come un incendio, portandolo alla follia. Un rivolo di saliva fuoriuscì dalle labbra del Saint, che si accasciava al suolo.

"Davvero una sfortuna, per uno come te, incontrarmi- gongolò Blagen- Tra tutti i Bersesker, nessuno più di me è in grado di resistere al dolore, anzi. Io posso, incanalare il dolore inferto mi dai miei avversari nella mia arma, che rappresenta la coda dello Scorpion Man! Gli uomini Scorpione erano un popolo che vegliava sui Giardini del Dio sole, secondo la mitologia mesopotamica, presso i monti Mashu. Erano in grado di percepire le emozioni umane. E io sono in grado di utilizzare il potere empatico per imprimere nel mio avversario tutti gli effetti e il dolore provocato dalle loro tecniche, annullandone gli effetti su di me! Guarda,- disse indicando il proprio corpo- già il mio sangue smette di uscire dalle tue punture. Invece, il tuo corpo verrà devastato dagli effetti della tua tecnica! Dimmi Saint, com'è subire quello che hai definito 'supplizio più atroce'?"

Virus sembrava totalmente annichilito. Gli occhi erano sbarrati, le pupille dilatate, il corpo fremeva. Dalle labbra, solo versi disarticolati.

"Ora sono io a dirmi deluso. Pensavo che la leggendaria potenza dei Gold Saint sarebbe stata una sfida, ma mi devo ricredere. Noi Warlord siamo certamente, superiori, in tutto e per tutto!"

"Scarlet Needle Katakaio!"

Rialzatosi di scatto, Virus lanciò nuovamente il suo attacco. Stavolta, però, il raggio di energia sembrava avvolto dalle fiamme, come la coda di una cometa, il cui corpo viene arroventato dall'attrito atmosferico. Di nuovo, il pungiglione dello Scorpione dorato penetrò le carni del Warlord.

"Cosa credi di fare? Non hai capito che lo Scarlet Needle è inutile, con me? Perché tentare nuovamente una tecnica che posso rivoltarti contro?"

"Ti sbagli, ora sto usando uno tecnica diversa. Per annullare gli effetti del tuo colpo di poco fa, ho applicato su di me la tecnica detta Katakaio. Questa permette al mio corpo di annullare ogni effetto collaterale dovuto da malattie, veleni o colpi avversari, rendendo il mio sangue ardente. E quando si lancia lo Scarlet Needle attivando questa tecnica, l'avversario inizia a provare ogni sensazione provata da me. Il rischio che corro è enorme: potrei morire consumato dalla febbre del mio sangue ardente, facendo collassare il mio cuore. Però, penso che a crollare sarai tu, visto che dovrai sopportare non solo la tua sofferenza, ma anche la mia. Scarlet Needle Katakaio!"

In breve, Virus colpì fino a portare a quattordici il numero delle punture dello Scarlet Needle Katakaio. Blagen iniziò ad urlare.

"Ora, ho rivolto contro di te il tuo stesso colpo. Blagen! Non sopravviverai al dolore combinato dei nostri corpi! Preparati al colpo estremo della strategia Katakaio. Scarlet Needle Katakaio Antares!"

Il nuovo Antares, il colpo che rappresenta la stella centrale, il cuore, della costellazione dello Scorpione, si avventò su Blagen, ma stavolta Virus lo scagliò con la mano sinistra.

Blagen cadde, in preda al delirio.

"La mano sinistra è quella più vicina al cuore... Usare questa mano per scagliare lo Scarlet Needle Katakaio Antares vuol dire aumentarne infinitamente gli effetti. Ormai, per te è finita! Katakaio"

La temperatura corporea di Virus incomincio ad aumentare, raggiungendo le temperature che, clinicamente, segnano le febbri più gravi.

Blagen iniziò a urlare, mente anche il suo corpo veniva influenzato dalle reazioni di quello del Saint.

I veleni combinati dei due Scarlet Needle, portati all'estremo, erano per il Bersesker una sofferenza indicibile. Ora era solo una prova di resistenza: chi dei due guerrieri avrebbe ceduto. Virus sapeva quali erano gli effetti collaterali insiti nella sua tecnica. Ma a differenza del suo predecessore, Cardia, che l'aveva sviluppata, Virus aveva una speranza di sopravvivere. Cardia, affetto da una malattia cardiaca, aveva usato il Katakaio per correggere quanto la natura aveva fatto al suo corpo. L'uso del Katakaio combinato alo Scarlet Needle era per lui estremamente rischioso: la malattia cardiaca rendeva inevitabile il collasso del cuore. Virus, invece, aveva un cuore sano e forte. Certo, anche per lui il rischio era altissimo, ma aveva una speranza di salvarsi: la morte non era, per lui, l'unica via.

Blagen sembrava sconvolto dal dolore. La vittoria sembrava arridere al Saint.

"Sadist Foolish King!"

La frusta a sezioni saettò attorno a Virus, sferzandolo. Le piccole punte sui cilindri della sequenza di cilindri incisero la pelle, la violenza dei colpi federo vacillare il Gold Saint. Un ultimo colpo, violentissimo, al viso, lo mandò a terra. La febbre, del Katakaio lo aveva indebolito, e la violenza dell'attacco era tale da metterlo in ginocchio.

A terra, esanime, Virus sembrava vinto. Solo due voci, nella sua mente, lo separavano dall'oblio. Le voci che, durante l'addestramento, lo avevano istruito sui poteri che avrebbe posseduto. Le voci dei suoi predecessori, che lo incitavano alla battaglia.

"Milo... Cardia... Anche dopo avermi istruito sulle vostre tecniche, donandomi i vostri poteri, giungete nuovamente in mio aiuto.... Ma cosa mi rimane? Lo Scarlet Needle, che colpisce il corpo, non ha avuto effetto. Lo Scarlet Needle Katakaio, che influenza anche la mente, è stato respinto. Cosa mi rimane? Esistono altre tecniche, che ancora non conosco."

"Noi non possediamo ulteriori tecniche, Virus- disse la coscienza di Milo- i nostri colpi più forti, già tu ne sei padrone. Altro non possiamo fare, per te."

"Allora, che speranze ho? Il nemico che fronteggio sembra riuscire ad annullare tutti gli effetti delle tecniche che voi, con i vostri spiriti, mi avete trasmesso tramite il Cloth. Se non siete a conoscenza di ulteriori risorse, come posso sperare di sconfiggere Blagen?"

"Milo ha detto il vero, noi non possediamo altro da offrirti. Tutto ciò che potevamo, te lo abbiamo trasmesso e insegnato." La voce telepatica di Cardia era grave e seria

"Allora, non ho speranze! Verrò sconfitto!"

"No, esiste ancora una speranza!"

"Milo ha ragione, finché sei vivo puoi contare su una risorsa infinita."

"Quale, Maestri? Ho usato tutto ciò che so, ma niente ha funzionato!"

"Hai ancora la vita!- Tuonarono le voci dei due spiriti- E finché sei vivo, puoi fare ancora miracoli, e creare tecniche che superino ogni altra! Brucia il tuo Cosmo e la tua vita, e compi il prodigio!"

"Ormai, il tuo corpo deve essere prossimo a cedere... Sei stato un avversario divertente, mi hai fatto davvero provare il brivido della sconfitta. Davvero ci sei andato molto vicino. Perciò, ti risparmierò ulteriori sofferenze. Trapasserò il tuo cuore, arso dalla febbre, con la mia arma. Sadist Master!"

La punta saettò, diretta al cuore del giovane ancora disteso al suolo.

Uno schianto di metallo.

La frusta, stretta nel pugno.

Virus si era alzato. Ancora ansimante, aveva afferrato l'arma del nemico, diretta su di lui con scopi omicidi. Gli aculei del cilindro metallico che aveva afferrato penetravano il metallo del Cloth, e lievi rivoli di sangue bagnavano il metallo dorato. La punta conica pendeva, inerme, mentre una delle due punte arcuate si era conficcata nel metallo raggiungendo la carne, e l'altra pendeva vicino a quella conica.

"Ancora in piedi? Non sapete proprio arrendervi, voi Saint? Ti ho dimostrato la mia superiorità, e ancora osi opporti. Sei forse impazzito, o sei semplicemente stupido? Non hai speranze di battermi, Virus, perché vuoi continuare a fronteggiarmi, per prolungare le tue sofferenze. Bada, non avrò alcuna pietà! Opponiti a me, e morirai!"

"Non sono né folle ne masochista, Blagen! Ho solo capito che, se voglio vincere, devo contare sulle mie forze. Forte degli insegnamenti dei miei predecessori, ti sconfiggerò!"

"Bah! Come pensi di fermarmi? -tirò la frusta, da cui Virus lasciò la presa- Ormai non ti rimangono molte forze, la febbre ancora brucia nel tuo corpo. Ma se proprio vuoi provare un'inutile resistenza, allora sia! Prendi questa e crepa. Sadist Master!"

Nuovamente la punta conica, ruotando su se stessa, si dirigeva contro Virus.

Dai bracciali dorato del Cloth, due lame falciformi, arcuate, fuoriuscirono: le chele dello Scorpione, retratte nell'armatura. Virus alzò le mani, facendo toccare le chele più grosse davanti ala sua fronte.

"Maxima Restiction!"

Le onde della Restriction fecero vibrare le chele, emettendo un nuovo tipo di vibrazione. Se la Restriction normale poteva bloccare i corpi dei nemici con uno shok nervoso, la nuova onda generata bloccava anche i corpi fisici, anche se inanimati Ma non solo. Le onde agivano anche sul corpo, in maniera offensiva. E la frusta a sezioni, quasi fosse sottoposta alla pressione di innumerevoli cesoie, si distrusse a mezz'aria.

"Maledetto! Cosa hai fatto alla mia arma!"

"Te l'ho detto, Blagen, che avrei fatto un miracolo! Ora la tua preziosa frusta è in pezzi."

"Credi che questo mi fermi? Stolto! Sadic Foolish King!"

Blagen colpì nuovamente stavolta tempestando di colpi usando entrambe le braccia. Ancora una volta, Virus fu scagliato indietro dalla violenza dei colpi, ma atterrò, stavolta, sui piedi.

"Idiota! Anche se ora sfrutti le braccia, e non la frusta, è pur sempre la stesa tecnica che hai usata prima. Solo minime differenze ti permettono di colpirmi, ma ormai, ogni tuo colpo non riuscirà neanche a graffiarmi."

"Forse è vero, sia il Sadic Foolish King che il Sadist Master sono inutili... Ma ora proverai il vero terrore. Il colpo contro il quale invaderò la tua stessa anima, spezzando il tuo spirito! Dark Look!"

Dietro Blagen, il Cosmo del Warlord materializzò l'immagine di un Uomo Scorpione. Le mani del guerriero si alzarono fino a coincidere con gli occhi mostruosi della creatura mitologica. Uno sguardo mistico, capace di scrutare l'animo, si puntò su Virus. Subito, il Saint ne sentì il mistico potere. Il sua animo fu privato di difese. Il potere del Dark Look invase il suo spirito. Virus perse il controllo del proprio Cosmo, che, lo sentiva, si espandeva e sembrava sul punto di esplodere! Il giovane Saint sudava freddo, mentre sentiva il proprio corpo devastato dall'interno.

Virus sentiva il proprio corpo sul punto di esplodere, incapace di contenere l'energia distruttiva, senza più controllo, del proprio Cosmo. Questo era l'effetto, terribile, del Dark Look: uccideva sfruttando la forza del nemico.

Virus strinse i pugni, mentre negli occhi tornava la determinazione di sempre. Non si sarebbe arreso! Lui, che tra tutti i nuovi Gold Saint era stato il primo a dominare i poteri e le tecniche che erano propri della sua Costellazione protettrice, sarebbe stato un disonore venire sconfitto per primo.

"Io sono un Gold Saint, membro di coloro che, tra i Saint, hanno la massima consapevolezza del Cosmo. Io non mi lascerò vincere da un avversario. Non lascerò che sia il mio stesso Cosmo a finirmi. Ardi, Cosmo di quindici stelle!"

Il Cosmo di virus iniziò ad espandersi vertiginosamente. L'uomo aveva ripreso il controllo dell'immenso potere che in lui albergava. Il Cosmo del Gold Saint sopraffece quello del Bersesker, vanificando il Dark Look,

"Complimenti sei riuscito a resistere. Ma non credere che questo ti garantisca la vittoria: noi Warlord possediamo colpi in grado di evolvere a seconda dell'avversario, divenendo imparabili. Il Dark Look è un colpo di questo tipo. E ora, tornerò a prendere il controllo del tuo Cosmo... Quante volte credi di potermi contrastare? Dark Look!"

"Non sperare nemmeno per un secondo di sopraffare nuovamente il mio Cosmo. Non lo permetterò! Con questo colpo, mi gioco il tutto per tutto!" Dispose ne mani vicine, attaccate, di fronte al petto, i pollici che si attorcigliavano tra loro, i loro polpastrelli che si toccavano, mentre i due indici, aderenti tra loro, le unghie che si toccavano. Come, per gli Scarlet Needle, l'energia del Cosmo confluiva nell'indice, ora si accumulava nelle due dita che si toccavano. Normalmente, l'unghia dell'indice, preparando lo Scarlet Needle, diventa di colore rosso, allungandosi e appuntendosi a guisa di pungiglione. Ora, però, le due unghie sembravano fondersi tra loro, mentre il Cosmo generava un unico pungiglione che partiva da entrambe le dita. Un pungiglione che brillava come una stella, non di vivido rosso, ma di un bagliore dorato.

"Prendi! Gold God Needle!"

Il pungiglione dorato si abbatte su Blagen, che viene spinto indietro dalla violenza del colpo, che lo ha trafitto da parte a parte. Mentre l'ago avvelenato dello scorpione trafiggeva il corpo del Bersesker, in un lampo dorato si illuminarono vene, arterie, capillari, vasi linfatici, nervi. Il veleno del nuovo colpo si era sparso per tutti i canali del corpo.

Ma Blagen sembrava indenne.

"Virus, il tuo nuovo pungiglione non è niente di che. I tuoi colpi precedenti mi avevano fatto soffrire immensamente, mentre questo, neanche l'ho sentito. Ora ti ammazzo! Dark Look!"

Blagen si mosse per lanciare nuovamente il suo colpo migliore, ma...

Le mani non si alzarono nella posizione del Dark Look. La sinistra si era appena sollevata all'altezza delle spalle, la destra era rimasta sul fianco, lievemente piegata.

"Cosa succede... il mio corpo, non mi risponde più? Sadist Master! Sadic Foolish King!"

ma nessuna delle due tecniche agì: le braccia si muovevano quasi di propria iniziativa.

"Inutile! Il colpo che ti ho lanciato è assolutamente letale e terribile. Agisce come l'Alzheimer, privando la vittima delle capacità motorie, poi di quelle intellettuali e vitali, recidendo il legame tra corpo e Cosmo. Quando l'hai subito il Gold God Needle ha diffuso il suo veleno in tutto il tuo corpo. Ora, lentamente perderai anche le capacità mnemoniche e psichiche, perdendo il controllo delle energie che hai finora controllato. E una volta privo del dominio sul tuo corpo e sulla tua mente, il veleno ti ucciderà! Addio!"

Virus si girò, dando le spalle all'avversario e riprendendo il cammino.

"Azpetha- la capacità di parlare già veniva meno in Blagen- Non può... cosa... non ricordo...finire!. Non ...Così!" Il veleno raggiunse il culmine del suo effetto. Da ogni parte del corpo, il sangue iniziò a uscire, mentre i tessuti si sfaldavano. Il veleno terribile, che agiva su ogni tipo di tessuto umano, faceva il suo letale effetto. E il cosmo di Blagen, privo di controllo, esplose. Il corpo cadde a terra, morto, sanguinante, l'espressione folle sul viso, la bocca aperta da cui usciva un rivolo di bava. La Bloodmail, scossa dall'esplosione del Cosmo, era in pezzi.

Lo Scorpione Dorato aveva trionfato.