La tempesta perfetta

Il ruggito dei draghi scarlatti

Tin. Tin Tin.

Un rumore metallico, argentino, riempiva la volta della caverna. Metallo leggero batteva sulla nuda roccia.

Tin. Tin. Tin.

Anelli metallici, di un pallido colore dorato, strisciavano sul pavimento scuro, in spirali sempre più larghe.

Al centro della spirale, un giovane.

Shun si ergeva al centro dell'intricato disegno tracciato dalla sua catena, che raffigurava la Nebulosa di Andromeda, la costellazione che proteggeva il giovane. Usando il Cosmo e muovendo le mani, Shun direzionava le catene, con ferma sicurezza.

Nonostante i lineamenti efebici, che lo facevano apparire effeminato, il giovane si era sempre dimostrato u abile combattente, capace di dare il meglio di sé, soprattutto nei momenti di crisi.

Ampio e potente è il suo Cosmo, e la sua forza, che lo rende tra i più potenti tra i paladini di Athena, è frenata solo da una cosa: il suo purissimo cuore.

Proprio questa caratteristica avevano eletto il giovane Saint a corpo ospite per il terribile dio Ades, una possessione che era stata sventata solo grazie al sangue della dea Athena.

Shun, ora, era il Saint di Andromeda, fedele ad Athena.

L'amara esperienza non aveva certo intaccato la bontà innata del giovane, ma l'aveva accompagnata a una nuova, adamantina volontà. Shun non si sarebbe mai più piegato di fronte ad un nemico. Mai più.

"Circle Defense!"

La catena si allargava sempre di più, circondando tutta la zona circostante.

Improvvisamente, la catena fu colta da un'improvvisa tensione.

Diverse figure, vestite con le Bloodmail, cercavano di sfuggire le maglie metalliche della catena, ma questa, reagendo ai movimenti del nemico, si era mossa, simile a una creatura vivente.

Shun aprì gli occhi color nocciola, che aveva tenuti chiusi, concentrandosi nel sentire solo mediante la sua potente catena., e, scuotendo i capelli castano chiari, vide la propria arma avvolgere gli avversari che cercavano la fuga dai loro nascondigli.

La catena di Andromeda vanta moltissimi poteri. Ella è in grado di reagire sia agli attacchi che alle difese avversarie, rivelandosi arma efficacissima sia per attaccare, sia per difendersi. Ma aveva anche un altro potere: individuare un nemico percependone la presenza, l'aggressività, e inseguirlo ovunque egli fosse, quando veniva lanciata all'attacco.

Per questo, è impossibile nascondersi al Saint di Andromeda.

"Spiral Duct!"

La catena avvolse i guerrieri di Ares, stringendoli in una stretta a spirale. Una stretta in grado di strangolare persino un serpente Boa. Una tecnica che Shun aveva già usato efficacemente già una volta, contro Io di Scilla, Mariner Shugun agli ordini di Poseidone.

Le corazze d'oro rosso dei seguaci di Ares vennero sbriciolate dalla potente morsa della catena, che li ferì quanto bastava per renderli inoffensivi, senza ucciderli.

Shun richiamò le catene. Aveva ottenuto quello che voleva, no aveva senso infierire.

"Aspetta, maledetto- urlo con voce mozza uno dei Bersesker- Dove pensi di andare? Noi siamo ancora vivi, e pronti a combattere!"

"Degna di lode la vostra ostinazione a difendere il vostro signore Ares, ma non siete assolutamente in grado di proseguire in una lotta- rispose Shun che stava passando in mezzo ai corpi degli avversari sconfitti, che giacevano a terra- Non ho portato il mio colpo alla massima potenza perché non amo spargere sangue inutile, né voglio provocare la vostra morte, se posso evitarlo. Tuttavia, avete riportato tutti fratture tali da non essere in grado di proseguire nel conflitto. Distruggere le vostre corazze, questo sì, mi premeva. Non costringetemi a fare di più, o ve ne farò pentire."

"Maledetto, vuoi umiliarci in questo modo!"

"No, voglio darvi l'occasione di proseguire la vostra vita, in pace!"

"Avevo sentito,- esplose un'altra voce- che tra i Saint di Athena, uno è un vero smidollato- L'uomo che così parlava aveva un corpo possente, che troneggiava tra tutti i presenti- Ma so anche che quel Saint è il fratello minore del Saint della Fenice, che accorre sempre in suo soccorso, e che è colui che voglio sconfiggere!"

"Il.. Il supremo Condor di Rock!" balbettò il Bersesker che aveva ingiuriato Shun.

Condor era alto intorno i due metri e dieci. L'elmo, che circondava il viso e cingeva la fronte, trattenendo i capelli castani, dai riflessi rossicci, rappresentava un muso d'uccello, dal becco adunco e affilato.

Dai copri spalla, di forma rotondeggiante, uscivano una serie di lamine metalliche che scendevano coprendo l'intera, larga schiena del guerriero, assumendo la forma di immense ali robuste.

I bracciali erano striati, come fossero formati da anelli concentrici che avvolgevano l'avambraccio fino al gomito, da cui uscivano, lateralmente, due protezioni che risalivano sul bicipite, finendo a diversi centimetri dalla spalla.

La corazza rivestiva totalmente il busto. Sul petto, una guaina protettiva aveva una forma simile a un uccello stilizzato, simile a quelle che Shun ben conosceva, nei Cloth di Ikki e Hyoga, ma seghettati lungo i bordi. La corazza sembrava composto da diverse placche metalliche sigari formi, simili a penne.

I gambali, formati da placche simili a quelle della corazza, rivestivano interamente lo stinco, dal piede fino al ginocchio, sopra il quale si stagliava una protezione per la coscia, che si allargava e si stringeva, il bordo seghettato in tante punte triangolari, che fanno assomigliare la placca metallica a una foglia d'acero.

Condor era un uomo alto, intorno al metro e novanta, con spalle larghe e possenti. Gli occhi erano nascosti parzialmente dall'elmo, Si intravedeva solo il loro luccichio, e l'espressione accigliata e minacciosa. Il naso, affilato e leggermente aquilino, gli conferiva un aspetto minaccioso, rapace quanto l'uccello a lui omonimo.

Il suo Cosmo interiore non nascondeva la potenza che poteva sprigionare, a stento trattenuta...

Era un Cosmo aggressivo oltre ogni dire.

Shun lo percepiva. La catena legata a i suoi polsi vibrava, tesa, pronta a colpire.

"S-signor Condor-riprese il Bersesker che aveva insultato Shun precedentemente. È arrivato giusto in tempo!"

"Uhm? Di cosa stai parlando?"

"Certo- continuò il guerriero- è arrivato in tempo per fermare questo Saint. Di certo costui non è all'altezza di un Warlord suo pari!"

"Certo!- esclamo un secondo guerriero- Pochi sono coloro che possono rivaleggiare col potente Condor del Rock! Uccida questo invasore, mio signore Condor..."

Condor non degnò di uno sguardo i due guerrieri inermi, che lo osannavano e che si aspettavano il suo aiuto. Si guardò intorno, con fare indifferente.

"Cosa intendi fare, Warlord. Vuoi misurarti con me o cedere il passo?"

"Cedere il passo? Io?- Condor si voltò verso Shun- Moccioso, tu non sai contro chi ti ritrovi a combattere."

Condor levò il pugno. La pressione esercitata dal Warlord fu simile a una tempesta sferzante.

Al palazzo, qualcuno entrava alla sala del trono. Ares, assiso al suo aureo scranno, apparentemente osservava il vuoto, pensoso, mentre il suo sguardo visionava le battaglie in corso nel suo regno sotterraneo.

L'uomo che entrava, con passo solenne, la dove il Dio della Guerra sedeva sovrano, era il guerriero a lui più fidato. Alexandros dell'Ippogriffo. Il Warmaster!

Alexandros si avvicinò solennemente al trono, quindi si tolse l'elmo dal capo e si inginocchiò.

Ad accoglierlo, l'indifferente silenzio del Dio che scrutava.

"Alexandros!- tuonò la voce del Dio della Guerra- Finora le nostre forze hanno ottenuto solo un pericoloso assottigliamento! Devo forse pensare che le forze a disposizione di mia sorella Athena siano superiori ai miei fidi Bersesker?"

"Mio signore, è vero che i Saint finora hanno riportato vittorie anche importanti. Non negherò che la caduta di Ronald, uno dei Warlord più potenti, non sia un fatto grave... Ma di certo, l'esito della guerra non è pregiudicato."

"L'esito della guerra, dici?"

"Certo! I Saint sanno di dover sconfiggere tutti i Bersesker, se vogliono avere una possibilità per salvare Athena... Ma anche se dovessero avvicinarsi al palazzo, dovrebbero scontrarsi con i Warlord più potenti. E se pure qualcuno di loro risultasse vincitore, l'onda del loro impeto si infrangerà su di me!"

"Ho piena fiducia nella tua forza, Alexandros. Tuttavia- continuò il Dio- non posso rischiare che i Saint si avvicinino tropo a palazzo. I cinque giovani che ora combattono con corazze bagnate del sangue divino, comportano una reale minaccia, per noi. Esigo che vengano fermati, ad ogni costo!"

" A questo ci ho pensato io, mio signore.- un secondo guerriero era entrato nell'immenso salone. Il volto era nascosto nell'elmo dalle sembianze di un enorme rettile, mentre il corpo era avvolto in un mantello color ambra, sotto cui si celava una Bloodmail. Si inginocchiò alcuni passi dietro ad Alexandros. Nonostante il volto fosse nascosto dalle ombra, il Warmaster lo riconobbe come il solo guerriero che, dopo di lui godesse della piena fiducia della sanguinaria divinità.

"Warlord di Pitone, quali nuove mi porti?" tuonò il Dio.

"Ho dato ordine, mio signore, che vengano eliminati coloro ohe recano i God Cloth. Tal incarico è stato affidato ai Warlord. Già adesso il prode Condor, Warlord di Rock, sta ingaggiando combattimento contro uno dei cinque ragazzi che hanno fronteggiato Ades."

"Quale dei cinque Saint?" Chiese, concitato, Alexandros.

"Shun di Andromeda. Contro di lui, Condor avrà senz'altro buon gioco."

"Ti sbagli. Certo- replicò Alexandros- Condor è guerriero di potenza incredibile, ma la sua mente è troppo presa dai suoi interessi personali per concentrarsi su una missione tanto delicata. Un facile combattimento, come quello contro il Saint di Andromeda, un effeminato, di certo non lo motiverà abbastanza."

"Stai tranquillo, Alexandros, Condor è stato motivato più che a sufficienza..."

"Come? A lui sta a cuore solo il proprio interesse, la sua reputazione di grande guerriero."

"Appunto, l'ho messo al corrente della possibilità di sconfiggere un guerriero in particolare, se farà esattamente ciò che gli dico. Il mio stimolo ha suscitato in lui un indubbio interesse, sono sicuro che porterà a termine l'opera, senza indugi o distrazioni. Ma anche se perdesse, alla fine, permetterebbe a altri Bersesker di attaccarlo, indebolito e pronto a soccombere!"

"Condor di Rock- disse Ares con indifferenza- un guerriero potente e spietato... Sì, sono certo che da lui posso aspettarmi una vittoria senza sorprese.-sorrise, un sorriso gelido, accompagnato da una luce malevola negli occhi- Nulla mi darà maggior piacere di sentire mia sorella contorcersi nel rimorso per la morte di un dei suoi preziosi Saint!"

Shun aveva alzato le braccia, pronto a disporre le sue catene a difesa contro i colpi scagliati da Condor.

Ma non ve ne fu bisogno.

I colpi, non erano diretti contro il Saint di Andromeda.

I corpi dei Bersesker che Shun aveva ferito si sollevarono, travolti dalla forza sconfinata di Condor.

Come spinti da un turbine tempestoso, andarono a sfracellarsi su una parete di roccia, per poi ricadere al suolo, morti. Sui loro corpi, i segni dei colpi infertigli dal Warlord. Coli spietati.

Condor no li aveva uccisi per risparmiare loro l'agonia.

"Perché, Condor?- urlò Shun- Perché hai rivolto i tuoi colpi sui tuoi compagni feriti?"

"Compagni? Ragazzino, non osare mettermi sullo stesso livello di quei perdenti.

Si sono lasciati sconfiggere da te, e chi viene battuto, in guerra, muore. Se loro fossero stati veri guerrieri, si sarebbero tolti subito la vita, dopo la sconfitta. Forse tu non hai le palle per ammazzarli, così mi hai costretto a rimediare.- Condor alzo il pugno destro, serrato- Ancor peggio della sconfitta, il disonore di venire risparmiati... Di certo, per un guerriero la morte è cosa preferibile."

"Sei spietato!"

"Che sguardo tagliente... Ma credi che mi importi il tuo giudizio? Di scarti inutili, come quei perdenti, non me ne faccio niente, e le cose inutili vanno eliminate, prima che diventino un peso.

Merita di vivere solo colui che pasteggia sui cadaveri dei vinti, non chi mostra misericordia agli altri!"

"Davvero? Battiamoci, e vediamo se hai ragione, assassino!"

"Batterci?- Condor scoppiò in una risata- Ragazzino, non sei certo tu l'avversario che vado cercando, se sono qui è solo perché sei tu la chiave per incrociare il camino su un guerriero degno di me."

"Cosa?"

"Certo! Da quando le gesta di voi Saint sono circolate nel mondo, tutti ormai sanno del legame tra il Saint di Andromeda e quello della Fenice. E si sa anche che se il Saint di Andromeda è in pericolo, quello della Fenice accorre in suo soccorso."

"Ikki. Fratello..."

"Esatto, proprio tuo fratello Ikki. È lui l'obbiettivo che mi sono preposto. Per me, un avversario perfetto, da ogni punto di vista."

"Cosa intendi?"

"Nella tradizione Araba , il Rock è un uccello unico: gigantesco, potentissimo, capace di infrangere anche il diamante. Ma la Fenice, il leggendario uccello di fuoco che rinasce dalle sue ceneri, offusca la gloria del Rock e la sua signoria tra gli uccelli, così come tuo fratello adombra me!"

"Il Rock, l'uccello gigante... La Fenice d'Arabia, l'uccello di fuoco...Due creature così uniche, così simili..."

"Esatto, Saint. Ma la forza incommensurabile del Rock viene messa in ombra dalle facoltà rigeneranti dell'immortale Fenice. Se è vero che la Fenice risorge dalle ceneri più potente, allora neanche il Rock può avere la meglio su di essa? E quindi, io non saprei tenere testa a un misero Bonze Saint, per quanto abbia eguagliato il potere dei Gold Saint e raggiunto un livello di potere addirittura superiore? È cosa che no posso tollerare!

Per questo desidero misurarmi con tuo fratello,- continuò, puntando il dito su Shun- per sconfiggerlo e dimostrare la mia superiorità, anche sul mito!"

"Un futile sentimento di rivalsa guida dunque i tuoi passi?

Comunque, come puoi ben vedere, mio fratello non si trova nelle vicinanze. Se davvero è lui il tuo obbiettivo, non capisco perché tu ti sia presentato a sbarrarmi il passo."

"Pensi che non lo sappia?- Condor alzò il pungo destro, stringendolo con forza davanti a se, mentre il braccio vibrava, quasi tremando, per la tensione accumulata nei muscoli- Come ho detto prima, tutti sanno che il Saint della fenice accorre quando il suo più debole fratellino soccombe davanti ad un avversario!

Saint di Andromeda, tu sei l'esca per attirare qui la Fenice!"

"Maledetto! Ma hai fatto male i tuoi conti. Difenditi!"

I due si slanciarono l'uno contro l'altro.

Condor tese subito il pugno verso l'avversario, ma il giovane Saint evitò lateralmente il colpo, lasciando andare la catena perché, allungandosi, intercettasse e deviasse i colpi del Warlord.

Poi, lanciò la Square Chain, la catena d'attacco, contro il nemico.

Da quando Shun aveva indossato il Cloth, la Sqare Chain si era sempre trovata avvolta al braccio destro, mentre la Circle Chain, specializzata nella difesa, era al sinistro. Tuttavia, quando la corazza rinacque nella forma divina, le due catene si ritrovarono scambiate. Forse per assecondare l'indole di Shun, che poco gradisce attaccare e ferire i nemici.

La catena sinistra, con la punta triangolare, saettò, venendo evitata da Condor solo per un soffio.

Il fischio lacerante provocato dal metallo arrivò, stridulo, all'orecchio del Bersesker.

Condor saltò, cercando di prendere di sorpresa l'avversario, ma Shun aveva già lanciato entrambe le catene verso di lui. Le maglie metalliche serpeggiarono nel vuoto, tentando di intrappolare, almeno parzialmente, il Warlord.

Inutilmente.

Condor, nonostante la mole, era un avversario veloce. Scagliò un calcio a bruciapelo, certo di poter anticipare la catena. Ma Shun si accorse del suo tentativo, ed evitò il piede balzando all'indietro, Contemporaneamente, lancio la Circle Chain, che fu bloccata: ora, gli anelli della catena si avvolgevano sul braccio sinistro di Condor.

"Ora che questa ferraglia è saldamente nelle mie mani, non puoi sfuggirmi. Assaggerai la forza spietata dei miei colpi, Shun di Andromeda!"

"Afferrare la catena non ti garantirà la vittoria, anzi! È un errore che ti costerà caro: quando la catena viene afferrata viene percorsa da una scarica ad altissimo voltaggio! Prendi!"

Scintille elettriche di un colore fucsia brillarono tra gli aneli della catena dorata, raggiungendo e investendo il Warlord.

La scarica produsse un'esplosione circoscritta, sbalzando all'indietro Condor, che atterrò rovinosamente di schiena.

"Se fossi il Bronze Saint di un tempo, tu, come i Gold Saint prima di te, avresti potuto respingere questa scarica elettrica. Purtroppo, il mio cosmo ha eguagliato quello dei Gold Saint, i più forti tra tutti, aumentando anche la potenza dei poteri della mia catena..."

Shun afferro la catena con ambo le mani, tirandola, tendendola, per poi allentare la tensione. La catena rispondeva con un sonoro tintinnio ogni volta che gli anelli venivano tesi.

Tenendo gli occhi color verdemare chiusi, Shun si girò per riprendere il camino, quando un'ombra enorme si stagliò dietro di lui.

Le mani dell'ombra erano alzate in modo ostile. La Catena di Andromeda si tese, percependo l'aggressore, ma troppo tardi. Il colpo arrivò alle spalle di Shun, scagliandolo a terra.

"Sciocco ragazzino, credi che una misera scossa elettrica possa impensierire chi possiede la forza immane del Rock? Non sai quali terribile tempeste l'uccello gigante può sopportare, uscendone indenne?

Hai peccato di sicurezza nei tuoi poteri, pivello."

"Incredibile! Eppure, le capacità della mia catena sono in grado di respingere un Gold Saint, ho avuto modo di constatarlo, in passato..." Shun si rialzava lentamente, ansimando per gli effetti del colpo ricevuto

"Hai ancora il fiato di parlare e rialzarti? Senz'altro è merito del God Cloth che indossi, altrimenti il tuo corpo sarebbe già a pezzi. Preparati, allora a subire i miei colpi più forti. Executioner Vortex!"

Condor tese il pugno. Il suo Cosmo esplose, provocando una corrente d'aria fortissima. Era lo stesso colpo con cui aveva trucidato i Bersesker sconfitti, ma lanciato una potenza dieci, o forse cento volte superiore.

Shun incrociò le mani davanti a sé mentre il vento sprigionato dai colpi del nemico lo sollevava. Ogni colpo di vento si abbatteva sul suo corpo con la stesa implacabile violenza dei pugni del suo sanguinario antagonista. Il corpo del giovane si sollevò.

"Che pressione spaventosa. Ma non posso permettergli di vincere, Saori-san conta su tutti noi, per tornare libera... Thunder Wave!"

Entrambe le catene saettarono, avanzando in una serie di imprevedibili zig zag, contro Condor.

"Credi davvero che due catenine possano qualcosa contro di me? Guarda con che facilità le spazzerò via! Executioner Vortex!"

Rinnovando la foga dell'attacco, Condor travolse le mistiche armi del Saint di Andromeda, le cui estremità andarono a schiantarsi sordamente al suolo.

"Visto quanto è futile tentare di attaccarmi? Niente può resistere a... Cosa?"

Il pavimento aveva preso a tremare, poco distante dai piedi Condor, riempendosi di crepe sempre più profonde, che esplosero facendo uscire le punte delle due catene, che puntarono decise contro il petto ampio del Bersesker.

Condor agì d'istinto, scartando per evitare il primo colpo, ma le catene continuarono ad avanzare.

"Adesso sei tu che ti sei sopravvalutato, Condor! Le Catene di Andromeda hanno il potere di individuare i nemici e, scagliate all'attacco, inseguono il nemico ovunque egli si celi, fino a colpirlo."

"Dunque è così? Bene, ecco la mia risposta, Executioner Vortex!"

Stavolta, il massiccio guerriero colpi usando i palmi aperti, i colpi diretti direttamente sulle punte mortifere delle catene.

L'energia del Thunder Wave ebbe una brusca frenata, mente il flusso dell'Executioner Vortex la percorreva. Gli anelli della catena presero a tintinnare, mentre le due forze contrastanti la spingevano in direzioni opposte.

Scossa da violenti tremiti, le catene vennero respinte verso Shun, che con un rapido gesto le ritrasse, lasciandole penzolare, corte, ai suoi fianchi.

"Che forza pazzesca ha quest'uomo,- disse tra sé e sé il Saint- è riuscito ha respingere il Thunder Wave colpendo direttamente le catene, dissipando l'energia che le animava... Di sicuro si tratta di un nemico che non posso battere attaccando direttamente..."

"Shun! Ti sei reso conto di quanto io sia forte? Ti sei rivelato un guerriero ben oltre le mie aspettative, mi aspettavo un pappa molla piagnone, invece ti sei difeso bene, lo

riconosco. Ma non sei alla mia altezza. Per premiare il tuo coraggio, voglio darti una possibilità di salvezza: convoca qui tuo fratello, e ti lascerò andare."

"Convocare qui Ikki? E perché dovrei fare una cosa simile?"

"Per aver salva la vita, perché tuo fratello combatta al tuo posto!"

"Pensi forse che io abbia esaurito le mie risorse? Quanto ti sbagli... Nebula Chain!"

Shun alzò la mano destra, liberando la catena che sfreccio, disegnando nell'aria una spirale. La punta si perse in essa sparendo in un condotto dimensionale, verso la stesa dimensione da dove la catena si rinnovava. Quando riapparve, la punta no era sola. Con essa una miriade di punte, no solo circolare, ma ance triangolare. Entrata nella propria dimensione d'origine, la catena si era momentaneamente moltiplicata grazie alla distorsione spazio temporale.

"Pensi ancora di scalfire le mie difese usando quell'arma insulsa? Aaaahr!"

Condor bruciò nuovamente il suo Cosmo. Facendo roteare le mani, parò ogni singola punta della catena che gli si avventava contro. Alla fine, annullatasi la tecnica, la distorsione dello spazio tempo si volatilizzò. La Circle Chain, respinta, saettava verso il suo padrone.

"Ritieni di avere altre possibilità di sopravvivenza, se non chiamando tuo fratello in soccorso? Hai visto chiaramente come sono in grado di annullare i tuoi attacchi."

"Hai dimenticato una cosa, Condor!"

"Sì? E cosa sarebbe di grazia?"

"Che la mia catena ha due punte, e che mentre la Circle Chain ti attaccava con la Nebula Chain, la Square Chain è libera di agire indipendentemente- alzò la mano sinistra, dalla quale partiva la catena, che si allungava in una lunga ellissi, superando lateralmente Rock- e colpire col mio Boomerang Shot!"

La punta della Square Chain si abbatté impietosamente sulla schiena del Warlord,mentre frammenti della corazza rossa saettavano, insieme a brevi fiotti di sangue.

Condor spostò il piede destro, cercando di mantenere l'equilibrio.

"Maledizione! Non mi aspettavo una mossa del genere... Sei furbo, Shun. Devo ammettere che sono piacevolmente sorpreso. Ti stai rivelando un avversario superiore ad ogni aspettativa, ma ancora non è abbastanza. Mi hai ferito, non abbattuto... Executioner Vortex!2

"Quante volte hai usato questo colpo, Condor? Dovresti saperlo che non può funzionare in eterno, e la mia Circle Chain dispone di una tecnica con la quale ti potrò intrappolare facilmente, ora che il tuo colpo non ha più segreti, per me... Casting Net!"

La catena si dispose davanti a Shun formando linee orizzontali e verticali che si intersecavano tra loro. Un fitta rete di magli metalliche.

"Con questa tecnica, ho fermato l'Eagle Clutch di Io di Scilla, un Mariner Shogun... Era il suo un colpo che mimava le caratteristiche di un uccello rapace, e ,per quanto gigantesco, il Rock è un rapace che la mia catena può intrappolare."

Bloccato tra le magli della rete metallica, Condor non riusciva ad avanzare.

"Ora che la mia Circle Chain ti tiene fermo, sei una facile preda per la Square Chain. Thunder Wave!"

La catena dalla punta triangolare, muovendosi nuovamente a zig zag, si dirigeva fatalmente contro il suo bersaglio.

"Bastardo! Credi forse che questo basti a bloccarmi, a rendermi la tua preda! Aaaahrg!"

Il Cosmo di Condor iniziò ad espandersi incredibilmente. Le ali della Bloodmail, che cadevano verso il basso, si alzarono, ponendosi obliquamente sopra le spalle del guerriero, ad un'angolazione di quarantacinque gradi.

La Circle Chain era scossa da una pressione terrificante. Lievi scalfitture iniziarono a solcare gli anelli dell'arma del Saint.

"Incredibile!!! Anche se prigioniero della catena, continua ad esercitare la sua forza... Sento che la Casting Net sta cedendo!"

"Shun! Hai osato troppo, ora conoscerai la mia vera forza. Un colpo superiore al Executioner Vortex. Rock Air Wing!!!!"

Condor si libero dalle maglie della rete che lo intrappolava, proiettandosi all'indietro, volando, mentre la sua figura, a causa della velocità, si deformava, assumendo la forma illusoria di un enorme rapace. Poi, deviando la parabola, prese a scendere in picchiata contro Shun.

"Maledizione, se mi colpisce, è la fine. Devo difendermi! Rolling Defence!"

La Circle Chain si dispose attorno a Shun, roteando formando una spirale, con un movimento che ricorda certi esercizi di ginnastica artistica con il nastro.

"Condor! Quando la mia catena si dispone in questa maniera, è una muraglia difensiva in grado di respingere ogni attacco. Frena il tuo volo, o ti schianterai su di essa!"

"Moccioso, credi davvero che esista qualcosa in grado di bloccare il volo di un Rock? Frantumerò le tue difese, e subirai la tremenda potenza della mia tecnica. Rock Air Wing!"

L'immagine del Rock creata dalla tecnica si abbatté sulla catena. Le due forze si contrapposero, in perfetto equilibrio. Per un attimo, sembrava che la catena riuscisse a reggere l'impatto, proteggendo il suo padrone dalla violenza del colpo.

Ma poi, la pressione risultò essere troppa. La catena fu sospinta via, perdendo la sua posizione perfettamente simmetrica, scagliata lontano dal suo padrone, lasciando Shun indifeso. L'enorme rapace si scaglio sul giovane Saint, colpendolo duramente al petto.

Schizzando sangue, Shun fu sbalzato indietro, finendo nuovamente a terra.

A diverse miglia di distanza, nella vastissima caverna, Ikki percepì il Cosmo del fratello.

"Shun! Il tuo Cosmo si sta indebolendo... Cosa ti sta succedendo, fratello mio? Hai trovato un avversario a te troppo superiore?"

Guardava nella direzione da cui sentiva provenire il Cosmo del fratello, che sentiva indebolito improvvisamente.

Alzò la mano sinistra, la riabbasso, stringendo il pugno con forza. I muscoli del braccio, tesi, tremavano. Allargò le dita, rilassando il braccio.

"Fratello mio, credo in te! Manterrò la promessa che ti ho fatto!"

Condor torreggiava su Shun, ancora a terra dopo aver subito il tremendo impatto.

"Allora, Shun, hai finalmente compreso il divario che esiste tra noi? Ammetti la tua inferiorità, giovane incauto. Il tuo coraggio è degno di ammirazione, ma ostacolarmi oltre ti costerà la vita, il tuo Cosmo si è indebolito così tanto... Sono certo che tuo fratello se ne è accorto, e accorrerà in tuo aiuto. E finalmente potrò fronteggiarlo, per stabilire chi è il più potente!" Condor rise, compiaciuto.

"Mi.. mi dispiace Condor,- disse Shun, rialzandosi carponi e tossendo raucamente- ma mio fratello non verrà!"

"Non verrà, dici? È forse venuto meno il suo affetto per te?"

"No, non verrà perché così gli ho chiesto io... Perché riconosce in me un vero Saint di Athena."

Poco prima di partire dal Santuario, Shun aveva preso brevemente da parte il fratello.

"Ikki, la lotta contro Ares si preannuncia ardua e pericolosa, così come lo è stato fronteggiare le forze di Poseidone e Ades."

"Certo, Shun, ma come, in passato, abbiamo sconfitto nemici a noi superiori, così riusciremo ad avere ragione di qualsiasi avversario ci si parerà davanti. La fede in Athena e il nostro desiderio di giustizia guiderà i nostri colpi, e i nostri cuori volti verso l'unico obbiettivo: vincere i nemici e salvare Athena!"

"Sono d'accordo, fratello, e proprio per questo devo chiederti un favore..."

Ikki guardo il fratello. Gli occhi di Shun tradivano l'agitazione che l'efebico Saint covava dal profondo.

"Ikki, ti prego... Se nel corso della lotta dovessi trovare un nemico difficile... Se tu percepissi il mio Cosmo indebolirsi, quasi sul punto di spegnersi... Ti prego, continua sulla tua strada, non deviarla per prestarmi soccorso!"

"Ma... Fratello!"

"Ikki! In passato, neanche troppo remoto, hai detto di riconoscermi come Saint, tuo pari. Se così è, ti prego, non venire a prestarmi l'aiuto del tuo potente braccio, prosegui, invece, la vita di Athena è più importante della mia. Se anche dovesi soccombere, voglio avere la certezza che tu la salverai..."

Ikki rimase di sasso, fissando il suo fratello.

In lui vedeva ancora il bambino debole e piagnucolone che veniva bersagliato dagli altri ragazzi per gli scherzi più cattivi. Il bambino che aveva sempre difeso.

"Shun, io..."

"Ti prego, fratello- rispese Shun con più ardore e convinzione nella voce- Finché tu verrai in mio aiuto, non potrò crescere, né come Saint, né come uomo! È il momento, per me, di affrontare le sfide future contando solo sulle mie forze! Promettimelo, Ikki!"

Ikki guardò nuovamente il fratello.

Era sempre lo Shun che conosceva, ma qualcosa, in lui era cambiato, anzi, no evoluto.

Il bambino aveva ceduto il passo al ragazzo. E ora, l'adolescente si preparava a diventare un uomo!

"D'accordo, Shun, farò come mi chiedi- cedette infine il Saint ella Fenice- ma tu promettimi che non risparmierai nessuna tua risorsa per arrivare, vivo, alla fine di questa battaglia!"

"Quindi, Shun, tuo fratello non verrà per mantenere la promessa che ti ha fatto..."

"Esattamente, Condor. Questa lotta perde di significato anche per te, immagino. Cedi il passo, e ti permetterò di andare a misurarti con mio fratello. Altrimenti..."

"Altrimenti cosa, verme?"

Condor colpì Shun, ancora a carponi, con un calcio, facendolo volare a un paio di metri da dove si trovava.

"Maledetto moccioso! Mi hai fatto solo perdere tempo! Andrò sì a cercare tuo fratello, ma solo dopo averti ammazzato."

"Credi forse che mi lascerò colpire senza reagire?"

"Reagire? Cosa pensi di fare, debole e ferito come sei?"

"Questo! Nebula Stream!"

Shun tese la mano destra, libera dalla catena, la mano aperta con le dita appena piegate. Subito, un vento sferzante si propagò nella grotta, una corrente impetuosa che avvolgeva l'area dove si svolgeva il combattimento.

"Nebula Stream... Avevo sentito parlare della tecnica con cui il Saint di Andromeda ha sconfitto quello dei Pesci e il Mariner Shogun di Siren. È una corrente d'aria veramente potente, la sua pressione mi inchioda, resisto appena."

"Questa è solo una corrente, destinata a divenire una spaventosa bufera portatrice di distruzione, se non ti arrendi! Attento, Condor, una volta che la corrente diventerà tempesta, distruggerà tutto ciò che incontrerà."

"Pensi di intimorirmi. Le ali del Rock sono più che in grado di provocare correnti altrettanto impetuose, esse mi proteggeranno dalla tua tecnica. Rock Air Wing!"

"Pazzo! Un attacco così potente provoca l'immediata attivazione della mia tecnica più potente. Anche se volessi non posso fermarla. Nebula Storm!"

Shun riportò indietro la mano per poi riportarla in avanti, di scatto, come per colpire col palmo. La corrente si trasformo in una tempesta furiosa. Il vento era tale da sbriciolare la pietra circostante, polverizzandola e, infine, disintegrandola.

Condor, in volo per l'esecuzione della sua tecnica, si sentì sballottare dal vento travolgente, che infine lo respinse.

Il corpo massiccio del guerriero fu sospinto via dal vento ululante generato dal Cosmo o di Shun.

"Ecco, la Nebula Storm sta raggiungendo il suo apice... Condor ne sarà stato travolto, neanche lui poteva contrastare una tale tempesta.

Il combattimento è finito."

"Non crederlo, Shun!"

"Cosa?! Condor! Sei sopravvissuto alla mia Nebula Storm? Com'è possibile?"

"Te l'ho detto, nessuna tempesta, per quanto violenta, avrà ragione di me, che incarno la forza immane del Rock! E ora, tocca a te crepare. Rock Air Wing!"

Fendendo la tempesta, sfruttandone le correnti per librarsi in volo, Condor copriva velocemente la distanza che lo separava da Shun.

Di nuovo, l'immagine illusoria di un enorme rapace si confuse con la sagoma del corpo del Warlord.

L'enorme Rock colpì Shun sul petto.

Il Saint rimase in piedi, impietrito, gli occhi vitrei, mentre dalle labbra usciva un rivolo di sangue.

La violenza del colpo era stata devastante. Persino il Cloth di Andromeda, nella sua forma divina, aveva subito dei danni.

Condor atterrò davanti al suo avversario. Anche lui aveva subito dei danni. Le braccia portavano chiari segni di lividi, anche il viso, ora non più nascosto dall'elmo, andato distrutto, recava ferite e lividi. Le ali della Bloodmail si erano crepate in più punti, e prive di alcuni pezzi. I copri spalla e la corazza erano pieni di crepe.

"Maledetto moccioso, mi hai dato davvero del filo da torcere. Ma io resto sempre il più forte!"

Shun cadde a terra, in avanti.

Gli occhi limpidi del ragazzo erano aperti, vitrei.

Seiya si arrestò.

Come un lampo, la sensazione pungente lo colpì.

"Shun, il tuo Cosmo è così debole..."

Seiya avrebbe voluto poter aiutare il fratello in difficoltà...

"Shun, perdonami. Non posso deviare il mio cammino. Ti prego, non morire."

In altri luoghi della caverna anche gli altri fratelli percepirono l'indebolirsi improvviso del Cosmo del Saint di Andromeda.

"Shun, tu, fra tutti noi eri quello con meno probabilità di sopravvivere- pensò Jabu- eppure sei diventato Saint, e hai combattuto, e vinto. per la giustizia. Rialzati, Shun!"

"Shun, tra tutti, sei quello che non voglio vedere soccombere." Shiryu era angosciato per le condizioni del fratello.

"Brucia il tuo Cosmo, la forza che nasce dal tuo cuore puro, ed espandi il tuo Cosmo. Ricorda gli allenamenti nell'Elisio di Athena!" L'imperturbabile Hyoga riprese a correre.

"Shun! Forza, noi crediamo in te!!!" Le voci telepatiche di Mei, Ichi, Nachi, Ban e Geki incoraggiavano il fratello attraverso i loro Cosmi.

"Seiya... Amici miei... Fratelli... Condor è...così forte!!! Non so se riuscirò a batterlo. Io no sono forte abbastanza, da solo no credo di farcela...."

"Non sei solo, Shun!"

"Ikki!"

"Ricordi? Mi hai chiesto di no venire in tuo aiuto, perché volevi cavartela da solo. E ora, vuoi arrenderti? Cosa direbbe Seiya? Cosa direbbe Athena?"

"Ma fratello... Ho usato ogni mio potere, ma niente ha funzionato. Cosa posso fare?"

"Non mentire a te stesso, Shun. Hai ancora una carta da giocare, e lo sai!"

"Quella tecnica? No, è troppo pericolosa..."

"Certo, ma tuttavia, se riesci a mantenerne il controllo, ti garantisce la vittoria...

Lo hai ammesso anche tu, mentre la perfezionavi insieme a me e Hyoga, è una tecnica che non lascia scampo. È di una tecnica spietata di cui hai bisogno, per quanto sia rischiosa anche per te."

"Fratello, quella tecnica... Non sono sicuro di poterla controllare, e anche se ci riuscissi, una volta lanciata non potrò, in nessun caso, fermarla. Neanche se mi si ritorcerà contro!"

"Shun, mi hai chiesto di lasciarti fare. No voglio piangere sulla tomba di mio fratello, ma neanche che si dica che hai gettato la spugna. Rialzati. Reagisci. In un modo o nell'altro, mi aspetto che tu arrivi al palazzo di Ares. Ma sappi che se ti lascerai andare allo sconforto, non potrò mai più ritenerti mio fratello!!!"

"Ikki!"

Condor rideva selvaggiamente, torreggiando sul corpo di Shun.

"Finalmente, il mio avversario giace a terra.

Ho nuovamente dimostrato la mia potenza. E ora, Saint della Fenice, sarai tu la mia prossima preda."

"Hurg..."

"Cosa? Come è possibile che tu sia ancora vivo?"

"F-fratello... non ti deluderò... ci rincontreremo al palazzo di Ares..." mormorò Shun.

"Incredibile! Hai ricevuto il mio colpo al massimo potere, e ancora cerchi di rialzarti. E poi, cosa vuol dire questo Cosmo? Eri esanime, eppure la tua forza interiore sta espandendo sempre di più. È un Cosmo vastissimo, più del mio."

"Ikki... Aspettami sto arrivando... Brucia, mio Cosmo!!!"

"Maledizione! Non ti permetterò di rialzarti, Shun! Crepa!"

Condor alzò il pugno sinistro, preparandosi a colpire Shun, in procinto di rialzarsi. Un colpo diretto, per recidere la fievole vita dell'avversario.

Ma il pugno viene arrestato, intercettato dal palmo aperto del Saint.

"Cosa? Come può frenarmi così, con quelle braccia così sottili? E cosa sta succedendo?"

Shun imprimeva sul braccio tutta la sua forza. Il pugno e il palmo vibrano per l'opposizione delle forze opposte. Il Cosmo di Andromeda si brucia e si espande sempre più, brillando sempre più fulgidamente. E il Cloth iniziava a rispendere di riflessi dorati. Segno che il cosmo del Saint aveva raggiunto l'apice. Il God Cloth di Andromeda era diventato dorato.

"La corazza.... Possiede ora la forza e la bellezza dei Gold Cloth, ma emette un'aura, un potere sovrumano, divino. Possibile che questo voglia significare che lui mi è superiore? No! Non posso tollerarlo, né accettarlo! Crepa!"

Condor aumentò l'impeto del pugno.

Il palmo di Shun sembrava perdere la presa, scivolando verso le nocche del pungo.

Liberatosi dalla mano che lo frenava, il pugno di Condor si schiantò sul viso del nemico.

Di nuovo, Shun venne scagliato indietro.

"Finalmente, è tutto finito. Non mi aspettavo una simile reazione.. Shun era incosciente, eppure stava espandendo il suo Cosmo in maniera esponenziale. Non avevo mai visto una cosa del genere. É possibile che sarebbe potuto diventare più grande del mio, se avessi lasciato fare. Ma tutto è finito, sotto il mio pugno..."

Condor alzò il pugno sinistro davanti al viso, stringendolo. Improvvisamente, il bracciale esplose, ridotto in briciole.

"Cosa? Il bracciale sinistro.. In pezzi? Quando è successo?"

"Non te ne sei accorto, Condor?"

"Shun? Sei ancora vivo?"

"Certo, il tuo pugno, pur essendo abbastanza forte da scaraventarmi e ferirmi, aveva perso l'aggressività necessaria per uccidere."

"Cosa intendi dire? Come hai fatto maledetto?"

"Davvero non te ne sei accorto? Eppure, puoi facilmente capirlo, ricostruire i fatti."

Condor guardò nuovamente il pugno ferito e disarmato.

"Di certo, nel nostro ultimo confronto. Prima la corazza non presentava segni di cedimento. Ma quando?

Ma certo! Mentre il mio pugno respingeva il tuo palmo! In quel momento, hai fatto qualcosa, ne sono sicuro... Qualcosa a una velocità tale che non mi sono accorto di nulla."

"Esatto! Mentre ti bloccavo, ero incosciente, bruciavo il Cosmo d'istinto. Ma quando hai aumentato la tua forza per travolgermi, sono tornato totalmente cosciente. E nel momento stesso in cui perdevo la presa sul tuo pugno, ho lanciato la Nebula Storm!"

"Ora, ho capito! Nel momento in cui la tua mano non riusciva a contenere il mio pugno, hai usato il Nebula Storm, per questo sei sopravvissuto,- Condor alzò di nuovo la mano ferita davanti al viso- la corrente del Nebula Storm, con e sue proprietà disintegranti, aveva rallentato il mio pugno indebolendolo, e allo stesso tempo aveva distrutto il bracciale, ferendomi."

"Non solo il bracciale!"

"Cosa?"

"Non ti ho distrutto solo il bracciale. Guarda!"

Proprio in quel momento, il copri spalla sinistro, l'ala sinistra e parte della corazza attorno alla spalla esplosero, riducendosi in mille pezzi.

"Impossibile! Come hai fatto a portare un attacco così potente in quella frazione di secondo?"

"Ti ho colto di sorpresa, Condor? Ma le sorprese no sono ancora finite. Preparati!"

Di nuovo, Shun faceva bruciare il suo Cosmo al massimo livello.

Il Cloth dai riflessi rosa fucsia, screziato d'oro, della costellazione di Andromeda prese nuovamente a brillare fino a diventare completamente dorato.

L'aura divina del God Cloth era ora più che evidente.

Una corrente dorata avvolgeva il Saint e il Warlord.

"Vuoi riprovare il Nebula Storm? È inutile! Anche se adesso la sua potenza è aumentata, il Rock Air Wing è in grado di sfruttarla per portare a segno il colpo, riporterei solo qualche danno superficiale!"

"Non hai osservato bene, Condor. Questa non è la Nebula Stream! Guarda meglio..."

Condor osservò l'ambiente circostante, cercando di capire cosa intendesse Shun.

Tuttavia, gli sembrava in tutto e per tutto la stesa tecnica che aveva efficacemente vanificato precedentemente.

Certo delle sue conclusioni, stava per rispondere con scherno all'avversario, quando qualcosa gli saltò all'occhio.

Qualcosa brillava nella corrente.

Si concentrò per individuare cosa fosse. E alla fine riuscì a discernere la verità nascosta.

"Le Catene! Si stano muovendo nella corrente, come sospinte da essa.

Cosa vuol dire?"

"Esatto. Sono proprio le mie Andromeda Chain.

Come ben saprai, per noi Saint l'uso elle armi è proibitivo. Sono pochi i Saint che fanno uso di strumenti di morte, mentre ogni Saint è abituato a usare il proprio corpo come fosse un'arma potente. Per me, la cosa è differente: la catena non è un'arma, ma un sigillo al mio vero potere. Probabilmente, dipende anche- continuò amaramente- dal fatto che io ero il prescelto per incarnare Ades, tuttavia il mio Cosmo è in grado di produrre un potere travolgente, che io manifesto nel Nebula Storm.

La Catena mi permette di usare il mio potere senza portarlo alle estreme conseguenze, attivando le caratteristiche rabdomantiche per cui è famosa.

Ma la tecnica che ho sviluppato ora....

Anche in questa situazione, sono restio ad usarla, ma non posso assolutamente permettermi di morire qui. Se puoi, Condor, perdonami!"

"Cosa intendi dire? Se la catena sigilla il potere dello Storm, perché usare le due tecniche contemporaneamente sarebbe una tecnica così distruttiva? Dovrebbero annullarsi a vicenda."

"Condor, le tecniche di base della mia catena sono il Circle Defence e il Nebula Chain. Il Circle Defence consiste nel disporre la catena in spirale, attorno a me. Tramite il Cosmo, sono in grado di percepire il mio avversario e contrattaccare. Quando poi l'attacco nemico si fa più pressante, la catena attiva il Nebula Chain, nella quale, muovendosi a spirale, apre le porte per la micro dimensione nella quale la catena si ritrae e si rigenera, per tornare poi, moltiplicata in più catene. Come puoi capire, queste tecniche sono..."

"Ma certo! Una variante depotenziata del Nebula Stream e del Nebula Storm!"

"Esatto! Ma quello che le catene perdono in potenza, lo guadagnano con facoltà rintraccianti ed evolutive, grazie alle quali possono modificarsi in risposta agli attacchi nemici."

"Questo non mi chiarisce perché tu possa usare entrambi i tuoi poteri, adesso... Dovrebbero escludersi a vicenda."

"Vedrai. Nebula Chain Huricane!"

Il flusso di corrente si fece più impetuoso, mentre le catene scivolavano, veloci.

"Continuo a non capire cosa dovrei temere, fino ad ora i tuoi poteri non sono stati insormontabili...

Ho capito, stai bluffando!"

"Ti sbagli Condor, ma se proprio credi che io stia recitando, prova ad attaccarmi..."

"Certo! Rock Air Wing!"

Condor si proiettò verso l'alto, eseguendo la sua terribile tecnica.

La corrente reagì al suo movimento.

La catena scattò.

"Cosa?"

La catena si era attorcigliata attorno alla gamba destra , eseguendo uno Spiral Duct, e riportando il Warlord a terra, violentemente.

"La presa della catena... Era mille volte più potente di prima..."

"Esatto! Ora, la catena non sigilla la corrente, ma ne assorbe il potere quando entrambe agiscono. Quando la catena agisce, attrae a se la corrente, concentrandola in punti ben più piccoli. Guarda!- Shun indicava la gamba dell'avversario, ancora avvolta dall'arma, che vi scivolava attorno, come un serpente- ecco cosa succede, ance solo a venire toccati dalla catena."

Lì dove la catena toccava, strisciando , il metallo si spaccava, come venisse tagliato da una lama affilata.

Persino gli anelli della catena, sui quali si concentrava la corrente evocata dal Cosmo di Shun, erano in grado non solo di trattenere, ma anche di ferire.

Lo scriniero andò in frantumi, esponendo la gamba, nuda e ferita, dalla quale colava sangue.

"Maledizione. Concentrata tra gli anelli della catena, la Nebula Stream rende rischioso anche il solo venirne sfiorato."

"Per questo avrei preferito non usare questo colpo. Non da scampo all'avversario..."

"Credi davvero che questo colpo sia invincibile? Vedo che anche su di te ha degli effetti collaterali!"

Le mani di Shun che reggevano le catene, sanguinavano.

"Evidentemente, le catene trasmettono il potere della Nebula Stream anche sulle tue mani. Esse son taglienti per te come per me.

"Certo, ma tuttavia, io corro il rischio minore: protetto dal Cloth, riporterò solo lievi ferite.

Condor, arrenditi, ti prego, prima che sia tropo tardi."

"Mi dai la nausea, con tutto il tuo altruismo.

Io sono un guerriero, combattere e uccidere è ciò che conta, per me.

L'alternativa, è solo soccombere e morire..."

"Non ti arrendi, dunque?"

"Perché dovrei? Credi forse di impensierirmi?"

"Allora non mi dai altra scelta, se non di usare le potenzialità d'attacco della mia tecnica, finora frenata. Nebula Chain Huricane!"

Shun allungò le mani ferite, lasciando libere le catene. Gli anelli di metallo si separarono dai bracciali della corazza, liberi di volteggiare, sospinti dal Nebula Storm. Ora la tecnica stava per raggiungere il suo apice.

Le due estremità della catena si avventarono si Condor.

Rapide e precise, spinte dalla mani invisibile del Cosmo, le armi di Shun saettavano. Anche gli anelli, sollecitati dalla corrente, frustavano contro il corpo dell'imponente guerriero.

Era un attacco indescrivibile, che veniva portato da ogni direzione.

"Impressionante, Shun. Ma ecco la mia risposta!"

Condor iniziò una serie di parate e colpi contro le due catene, che danzavano attorno a lui, letali.

Ogni colpo del Warlord deviava l'impeto delle armi, allontanandole dal suo corpo, disperdendone l'incredibile potere. Non sempre Condor riusciva a portare a segno un colpo.

Alcune volte, solo i rapidi riflessi di cui era dotato gli impedivano di subire una ferita mortale, evitando per un pelo le punte mortali, che, nel peggiore dei casi, danneggiavano ulteriormente la corazza d'oro rosso.

In un turbinio di calci e pugno, il Rock si dibatteva contro la più feroce delle tempeste.

"Condor, credi davvero di poter continuare così all'infinito? Prima o poi esaurirai le forze, mentre le mie catene non cesseranno mai di attaccare."

Evitando l'ennesimo assalto con una capriola, e spingendo via la catena con un calcio, Condor assunse nuovamente una posizione di guardia. Era sudato, ma non ansimante.

"Ammetto che sono strabiliato. La tua virtù di guerriero è superiore alla tua fama. Sconfiggerti mi darà tanta gloria quanto lo sconfiggere tuo fratello, indubbiamente."

"Nutri ancora speranze di vittoria?"

"No, sono certo di vincere! Questo tuo colpo è l'unione di due poteri che, singolarmente, su di me non hanno avuto effetto alcuno. Quindi , per annullare il potere della tua Nebula Chain Storm, mi basterà vanificare un dei due poteri, mentre l'altro no sortirà, come già prima, nessun effetto"

"E come credi di fare? Hai visto che il tuo Rock Air Wing non funziona più."

"Shun! Contro di te, userò il mio colpo più potente. Mai ho dovuto usarlo contro un avversario, questa è la prima volta. Preparati!"

Condor Cominciò ad espandere il suo Cosmo. L'immagine di un Rock rampante apparve attorno a lui.

"Che emanazione di potere eccezionale... Di certo, sta per sferrare un attacco potentissimo."

"Shun! Il Rock è il più forte degli uccelli. Capace di frantumare anche il diamante, con gli artigli e il becco! Capace di frantumare le tue patetiche catene! Flyning Destroier!"

Condor mosse le mani verso Shun, le dita, aperte, arcuate come artigli di un rapace, le punte direte tutte in uno stesso punto.

L'energia emessa dal colpo esplose.

Le catene, investite da un potere distruttivo enorme andarono in frantumi.

"Nebula Chain Hurycane!"

La corrente generata da Shun si abbatté su Condor, ma senza risultato.

"Visto? Eliminate le catene, il tuo colpo torna ad essere inutile, non mi hai neanche sollevato da terra."

"Credi davvero di aver battuto la mia tecnica? Hai fatto il più tremendo degli errori, invece..."

"Cosa? Farnetichi, Shun? Sei disarmato, inerme di fronte a me..."

Condor si bloccò.

Shun era ancora in piedi, di fronte a lui.

Nonostante la conflagrazione de Flyning Destroier, non aveva riportato ferite. Il Cloth, che splendeva, dorato, fulgido, non aveva subito danni, anzi, stava riparando le crepe riportate nel corso dello scontro, ritornando in tutto il suo splendore.

Il Cosmo di Shun bruciava, si espandeva, vivace.

"Non hai riportato nessun danno... La corrente ti ha protetto."

"Non solo mi ha protetto, ma ti ha anche sconfitto."

"Cosa?"

"Credevi che frantumando la catena mi avrebbe reso vulnerabile?

Folle. Tacendo a pezzi la mia arma, hai reso le scegge di metallo delle catene proiettili sospinti dalla mia corrente. Guarda il tuo corpo!"

Condor abbassò lo sguardo.

Su tutto il petto, innumerevoli crepe erano apparse sulla corazza. Da esse fuoriusciva il sangue, da ferite sottil come aghi, ma profonde.

"Le schegge da te create, sospinte dal mio potere, si sono tramutati in proiettili, che hanno crivellato il tuo corpo. Ormai, la tua Bloodmail è destinata a divenire polvere."

Condor cadde in ginocchio, ma subito si rialzò.

"Credi che queste insignificanti ferite mi impediranno di combattere? Ci vuole ben altro per fermarmi..."

"Speravo che vedere la tua corazza prossima alla distruzione ti avrebbe fatto desistere..."

"Mai! Non accetto la resa, per me è vittoria, o morte. E comunque, adesso sei privo della catena. Col prossimo attacco, ti annienterò!"

Shun chiuse gli occhi, con un sorriso sicuro sulle labbra.

"Dovresti stare più attento, Condor... Non vedi che la mia corrente non si è dispersa? Che il vento distruttore continua a vorticar attorno a te? E che, danzando tra quei venti, la mia catena si è già rigenerata!"

Condor si guardò intorno.

Era vero, la catena che aveva distrutto usando il suo colpo supremo danzava al vento, vorticando intorno a lui.

"Maledizione, sono al punto di partenza- pensò- non mi resta che usare nuovamente il Flyning Destroier, dopo essermi avvicinato il più possibile a Shun. Vedremo se, a distanza zero, riuscirà a rimanere illeso dagli effetti del colpo."

Condor scattò in avanti, correndo mentre la catena scattava, reagendo al suo movimento. Evitava i colpi diretti, parava le frustate anche se una lo raggiunse a una spalla. Sua era la determinazione di chi voleva puntare tutto su un'unica, disperata mossa.

"Vuoi davvero tentare il tutto per tutto? Purtroppo per te, anche un attacco ravvicinato non avrà effetto. Mi costringi a usare l'ultima mia risorsa, quella che non può essere respinta né evitata... Nebula Chain Cycloon!!!"

Shun alzò nuovamente il braccio, serrando il pugno.

Le correnti generate da Shun confluirono, turbinando, attorno a Condor.

Come decine di trombe d'aria, che devastando una pianura, convergono in un unico punto, formando un vortice di vento dalla potenza inaudita, così si comportava la corrente del Nebula Chain Hurycane. Le catene sospinte dalle correnti, ne seguirono il corso, circondando il Warlord, vorticando attorno a lui.

Era in trappola. Attorno a lui, pareti metalliche dalle maglie strettissime, impenetrabili, che si muovevano a velocità incommensurabile, violenta.

L'unico ostacolo che si frapponesse tra i due avversari.

"Pensi che basti questo a fermarmi? Affronterò le tue catene e le respingerò, Kiayyyy!!!"

Condor saltò, scalciando con la gamba sinistra.

L'urto con le catene fu tremendo, una nota metallica, assordante si libro sulla volta di roccia.

Ma una nota ancor più alta era generata a un urlo straziante.

"Aaahergggggh!"

Condor cadde.

Le catene ancora vorticavano.

Lo scriniero sinistro era in frantumi, la gamba maciullata.

"Maledizione.... Se prima la catena era come una lama, adesso il suo tocco è pari a quello di una sega elettrica. La mia gamba...."

Shun guardava il suo avversario, le lacrime agli occhi.

La vista dell'avversario in lacrime irritò Condor.

"Maledetto, tienti la tua pietà. Distruggerò te e la tua miserabile catena. Flyning Destroier!"

Pazzo e cieco per l'ira e il dolore, Condor liberò la sua tecnica più devastante.

"Mi dispiace, Condor...

Addio! Nebula Chain Cycloon!!!"

Dal basso verso l'alto, la catena, vorticando si strinse.

Se prima era una muraglia impenetrabile ora era una morsa mortale attorno al Warlord.

Gli anelli colpivano, sferzanti, tagliando il metallo e la carne, scagliando verso l'alto i corpo, deviando e disperdendo l'energia della tecnica usata da Condor, che veniva così vanificata.

Sospeso nell'area, impossibilitato ad ogni reazione, Condor si vedeva alla fine sconfitto.

Le punte delle catene, come fulmini si abbattevano su di lui, come una punizione celeste, quando la corrente ciclonica metallica che lo aveva travolto lo portò al suo apice, scagliandolo in aria.

La corrente energetica si trasformo in un'irresistibile scarica di elettricità che percorreva la catena, riversandosi sul corpo già martoriato di Condor.

Ma non sentiva dolore, anzi... L'elettricità inibiva i recettori del dolore, mentre il suo corpo cadeva, a brandelli, infine bruciando.

Dell'orgoglioso Rock, non rimanevano neanche i resti.

Il viso di Shun, per quanto determinato e risoluto, non mostrava nessun segno di gioia, nella vittoria

Calde, amare lacrime rigavano il suoi lineamenti, mentre, in silenzio, riprendeva il cammino interrotto.

Una figura esile, nell'ombra, osservava il giovane.

"Dunque sei tu il Saint di Andromeda.... Non mi sfuggirai!"

Alzò la mano destra. Tra l'indice e il medio teneva stretta una rosa rossa, che brillava anche nell'ombra. Dopodiché, sparì.

A diversi chilometri di distanza, Shiryu percepì il Cosmo di Shun.

"Shun, hai dunque esercitato il colpo segreto che stavi sviluppando nell'Elisio di Athena...

Deve esserti costato molto, usare una tecnica così potente."

"Certamente, è miracoloso che il Saint di Andromeda si sia salvato- esordì una voce melliflua e stridula- il suo avversario era un Warlord, esattamente come me, e come me di grande valore!"

Shiryu si voltò.

Appoggiato a una stalagmite, con fare sornione, un Warlord.

La corporatura dell'avversario era minuta, nervosa. Lunghi capelli castani, scompigliati, ricadevano sulle spalle, fino alle scapole. Due ciocche, intrecciate, cadevano davanti alle orecchie, quella a destra arrivava fino al petto, mentre la sinistra raggiungeva l'altezza del mento.

Gli occhi castani scuri, ridenti, guardavano Shiryu senza tradire emozione. Non lo si sarebbe detto ostile.

Shiryu lo squadrò. Era poco più basso di lui, ma doveva avere più o meno la sua stessa età.

Ma al di là delle apparenze, Shiryu cercava di percepire la natura del suo Cosmo.

Qualcosa lo inquietava.

Forse la corazza, che sembrava composta da innumerevoli placche modellate a guisa di testa serpentina, con tanto di zanne. Anche l'elmo rappresentava una testa minacciosa, con due occhi dalle palpebre verticali, con lo sguardo fisso e freddo.

Shiryu ebbe un brivido involontario. Quasi si trovasse di fronte a un nemico mortale.

Il giovane Warlord, con un gesto fluido, si rimise l'elmo sulla fronte. Poi, con un scatto repentino, si slanciò su Shiryu.

Il Saint del Dragone si riebbe dalla sorpresa giusto in tempo ,per parare il pugno, diretto contro il suo stomaco, e allungare il proprio destro verso il viso del nemico. Lo sconosciuto si abbassò, scivolando sotto il braccio, per poi abbassarsi ulteriormente in una spazzata.

Shiryu saltò slanciandosi all'indietro, un salto mortale. Le ali a ventaglio della sua armatura, che si piegavano seguendo ogni suo movimento, resero l'atterraggio più morbido. Permettendogli di recuperare subito l'equilibrio.

In posizione di guardia, il Saint con la corazza color giada e oro attese la mossa successiva del nemico.

"Come spiegate la sconfitta di Condor!"

Ares era furibondo.

Con la sua forza mentale aveva seguito lo scontro tra Shun e il Warlord: per quanto amasse i conflitti fini a se stessi, la sconfitta del suo adepto non gli aveva fatto piacere.

"Mio signore, io non so spiegarlo...- Disse piano Alexandros- Condor era un guerriero forte e deciso, su cui più volte abbiamo riposto, giustamente, fiducia. La sua sconfitta è una vera sorpresa."

Il Cosmo di Ares soverchiava il Warmaster e il Warlord di Pitone, che però non sembrava né troppo sorpreso, né eccessivamente intimorito.

"Probabilmente, -esordì questi-durante il periodo di lontananza da questo mondo, i quattro guerrieri sopravvissuti hanno sviluppato nuove tecniche di combattimento... Dopotutto sono guerrieri, cos'altro potevano fare? Mio signore, non si preoccupi per la sorte del Saint di Andromeda..."

"Non preoccuparmene? Egli era il veicolo di Ades. Il suo Cosmo potrebbe superare i limiti umani, rendendolo il più pericoloso dei miei nemici. Tra tutti i Saint, è quello che può eguagliare un potere divino, poiché già in passato quel corpo ne ha ospitato uno.

Andromeda deve morire!!!"

"Non si preoccupi, mio signore,- continuò il Warlord di Pitone- la sorte di Shun di Andromeda è segnata. Un altro Warlord è sulle sue tracce, una persona che per lui nutre un rancore personale, profondo. Su mio suggerimento ha fatto da spettatore allo scontro contro Condor, quindi, ormai, conosce tutto del giovane Saint, e non si farà cogliere di sorpresa."

"E gli altri? Gli altri mortali che vestono corazze cosparse di sangue divino?"

"Ormai- continuò Pitone-almeno un altro di loro dovrebbe essere incalzato dai nostri guerrieri, così come gli altri Saint."

"Sì... Lo vedo. È il Saint del Dragone. È ironico che sia il tuo allievo più giovane a fronteggiarlo..."

"Per via dei loro simboli, mio sire?"

"No, per via della tua vera identità!"

Ares incominciò a ridere sguaiatamente.

Shiryu e lo sconosciuto continuavano a scambiarsi colpi. Entrambi possedevano una tecnica ottima e uno stile impeccabile.

Sia nell'attacco che nella difesa, entrambi eccellevano. Era uno scontro equilibrato.

Ma ancora, Shiryu non riusciva a percepire il Cosmo del nemico.

"Questo ragazzo... È in gamba. Ma quello che mi sorprende è il fatto di non riuscire a percepire il suo Cosmo. Possibile che un così grande guerriero non abbia i poteri del Cosmo? Non mi resta che usare lo Shockare, e porre fine al combattimento. Devo solo aspettare il momento più opportuno."

Il giovane Warlord abbassò le mani, rimanendo di fronte a Shiryu, chiudendo gli occhi e sorridendo con strafottenza.

"Pensavo che il leggendario Saint del Dragone fosse ben più potente avversario, invece... Devo dire che sono deluso, tuttavia voglio darti una possibilità di vittoria. Attaccami, se non saprò reagire, la vittoria sarà tua!"

"Vorresti reagire al mio colpo con le difese abbassate? Bada! La furia del mio pugno non ti darà scampo, guerriero!"

Il Warlord rise sommessamente, come divertito dalle parole del Saint.

"Ti reputi così superiore? D'accordo, ti asseconderò, senza risparmiarmi. Rozan, Shoryuha!"

Shiryu vorticò velocemente la mani attorno al suo corpo, portando la mano destra al fianco, mentre la sinistra gli stava di fronte coprendolo col potente scudo del Dragone. La mano sinistra si abbassò. Il pugno destro scattò. Un maestoso drago dalle scaglie di giada si materializzo dal pugno del Saint, ruggendo. La manifestazione della forza di Shiryu. Lo Shoryuha avanzava verso il giovane avversario, ruggendo ferocemente.

"Non può evitarlo. Non riuscirà a resistere all'impeto dello Shoryuha, ormai è fatta!"

"ne sei proprio sicuro? Shiryu? Per me, bloccare un colpo tanto elementare è cosa da poco!" L'avversario alzò la mano, lasciando che l'energia del colpo, l'immenso drago, si abbattesse sul palmo. Mal a forza poderosa generata dal Saint, così grande da far tremare la terra, sembrava docilmente ammansita dalla mano del giovane Warlord.

"Incredibile! Raramente il mio colpo è stato bloccato con tanta disinvoltura, soprattutto da quando il mio potere ha eguagliato quello dei Gold Saint. Eppure, con quanta facilità sta disperdendo la furia del mio colpo... Chi sei, giovane guerriero?"

"Stupito? Ma ora osserva, ti darò ben altri motivi per sorprenderti. Rozan, Shoryuha!"

Il Warlord esegui gli stessi movimenti appena fatti da Shiryu. Il Braccio sinistro calò. Il pugno destro scattò in avanti. Un secondo drago, stavolta di rosso vermiglio, ruggiva contro Shiryu.

Stupito, solo all'ultimo momento il Saint alzò il suo indistruttibile scudo per proteggersi. Solo in parte, lo scudo rotondo che portava al braccio lo protesse: l'impeto del colpo e il ritardo nel reagire di Shiryu fecero sì che il Saint no fosse saldo nella sua difesa, venendo sopraffatto dallo stesso colpo che mille volte lo aveva portato alla vittoria.

"Possibile- mormorava Shiryu rialzandosi- che questo guerriero abbia appreso l'esecuzione dello Shoryuha avendolo visto una sola volta? Quale suprema abilità. Però... Non è possibile!"

Shiryu ricordava le parole del suo maestro Doko della Bilancia...

Lo Shoryuha arriva al culmine solo se si apprende il Kouryuha!

"Il suo Shoryuha era potente almeno quanto il mio... Questo non è possibile, a meno che non conosca anche il segreto del Kouryuha! No, - riprese ad alta voce, balzando in piedi- non puoi aver appreso l'essenza di questo colpo solo guardandomi!"

"Certo, i segreti dei guerrieri del Goro-ho non sono così semplici da poter essere compresi facilmente... Hai indovinato, Shiryu! Conosco alla perfezione il colpo che tu hai rivolto contro di me. Il mio maestro mi ha insegnato lo Shoryuha, e il proibito Kouryuha. E tutti i segreti del tuo stesso stile di lotta. Avrei potuto colpirti al cuore, mentre scagliavi il tuo colpo, ma sarebbe stato inutile, con l'armatura che ti protegge."

"Com'è possibile? Gli unici guerrieri a conoscere queste tecniche eravamo i e il mio venerato maestro. Nessun altro le pratica, nessuno."

"Ti sbagli, Shiryu, e io ne sono la prova schiacciante. Il mio maestro ne conosce ogni segreto, e, come il vecchio Doko di Goro-ho fece con te, ha trasmesso a me le sue conoscenze. Al momento esistono tre guerrieri viventi in grado di usare lo Shoryuha. Se non mi credi, usa pure la tecnica superiore dello Shoryuha, io farò altrettanto. E ti accorgerai, se ho mentito."

"Intendi usare forse...?"

"Certo, preparati!"

Entrambi i guerrieri si accucciarono piegando al massimo le ginocchia.

"Rozan, Ryuhisho!" Gridarono entrambi.

Lo Shoryuha è il pugno, carico di potere, che esercita una pressione devastante, tale da invertire persino il flusso di una cascata.

Il Kouryuha è la tecnica senza perdono: chi scaglia questo colpo, trascina con se l'avversario verso lo spazio siderale, fino a quando le fiamme cosmiche non estinguono le vite di entrambi. Pur essendo un colpo la cui esecuzione è proibitiva, è necessario apprenderlo per portare all'apice lo Shoryuha e perfezionarlo.

Questo è lo Ryuhisho! La spinta immane del Kouryuha, per lanciare l'intero corpo del guerriero contro il nemico, per poi concentrarla nel pugno Le due tecniche che si fondono tra loro. Più potente dello Shoryuha. Meno letale, per se stessi come per l'avversario, del Kouryuha!

Il pugno destro, teso, di Shiryu aveva incrociato quello del suo avversario. Entrambi i colpi erano andati a segno.

Il pugno guantato dalla verde corazza del Cloth aveva stampato la sua impronta sul viso dell'avversario. A sua volta, lo sterno dei Shiryu aveva subito la violenta pressione del colpo del Warlord.

I due, ancora a mezz'aria, vennero respinti dal reciproco impeto.

Shiryu cadde sui suoi piedi, inginocchiandosi, il fiato mozzo per il colpo subito.

Anche l'avversario era in ginocchio, e scuoteva la testa per riaversi dagli effetti del colpo, ed impedirsi di svenire.

"È abile. La sua forza è genuina, e conosce perfettamente le tecniche. Mi sembra di battermi contro la mia ombra, contro il mio riflesso allo specchio. Eppure, continuo a non sentire alcun Cosmo provenire da lui, ma è assurdo! Non può usare così bene lo Shoryuha e lo Ryuhisho senza la forza interiore. Perché non la percepisco...?"

"Te lo stai chiedendo, Shiryu?"

"Cosa....? Di cosa parli?"

"Del fatto che non riesci ad avvertire la mia forza interiore, il mio Cosmo, naturalmente. Io sapevo che poteva succedere, e quindi non mi stupisce il fatto di no percepire la tua energia. Ma tu, mi sembri realmente sorpreso."

"...."

"Come immaginavo. Comunque, sappi che è una cosa inevitabile, per noi due. In ogni cosa, siamo immagini speculari, facce opposte della stessa medaglia."

"Di cosa stai parlando? E chi sei, soprattutto?"

"Già, finora sto combattendo mantenendo segreta la mia identità. Ma ora non è più necessario. Ho saggiato la tua forza, e la segretezza non è un'arma che mi possa servire.

Sono Ryoma, di Ladone!"

"Ladone? Il Drago a Cento Teste?"

"Già... Immagino che ora tutto ti sia più chiaro."

"Certo, tempo fa mi sono scontrato con un gigante che incarnava il Drago leggendario... Il drago che viene raffigurato nelle stelle dalla costellazione che mi protegge."

"Già... E come con Ladone hai percepito un senso di condivisione, lo stesso avviene per me. Ladone era tuo, nostro avversario, così come lo devono essere umani e giganti. Nemici naturali. A tra me e te, il discorso è diverso. Siamo due uomini legati dal destino, e traiamo i nostri poteri dalla stesa forza. Per questo tra noi, nessuno può prevalere, i nostri Cosmi sono in risonanza, e solo la tecnica più potente può prevalere."

"Dobbiamo quindi duellare usando le nostre tecniche finché uno dei due ceda alla stanchezza, facendo prevalere l'altro? Se questa è l'unica strada da percorrere, sappi che sono pronto."

Shiryu iniziò a bruciare il suo Cosmo. Anche la forza interiore di Ryoma si intensificò.

Il Warlord sorrise.

"Mi aspettavo avessi raggiunto questa conclusione... Ebbene, hai ragione, ma anche torto. Due come noi i cui Cosmi eguagliano i Gold Saint, possono dare il via a un combattimento fatale... La lotta dei 1000 giorni! E in questo tipo di lotta, il destino è lottare fino alla stanchezza, oppure morire entrambi. L'unica possibilità di prevalere, è usare il proprio colpo migliore, cercando di prevalere con un unico attacco.

Immagino che tu ti stia preparando a usare il più forte dei colpi in serbo al Saint della Bilancia, vero?"

"Conosci anche quella tecnica?" Shiryu era stupito.

"Quella tecnica non la si può insegnare, solo apprendere... Immagino che per insegnartela, il vecchio Doko te l'abbia mostrata. Se davvero l'hai appresa, mi complimento con te. Pur avendone compreso l'essenza, no sono mai riuscito a praticarla. Tuttavia, basandomi su essa, ho potuto creare una mia tecnica, che non ha nulla da invidiare a quella originale, anzi, addirittura la supera." La risatina di Ryoma era cattiva, ma nel suo sguardo si leggeva una totale sicurezza di sé.

"Non sta bluffando... Non posso credere che tu abbia creato una tecnica superiore a questa, per quanto mi sembri sincero. Ma non lascerò intentata nessuna via per vincerti. Rozan, Hiakkuryuha!"

Shiryu tene le mani in avanti, le palme aperte, rivolte contro il nemico.

L'immagine di cento draghi serpentini avvolsero Shiryu, mentre le enormi belve, ruggendo, si avventavano contro Ryoma, le zanne letali e inarrestabili tese contro di lui.

"Complimenti, un'esecuzione perfetta! Tuttavia, questo colpo è insufficiente contro di me. Assagia la più umiliante delle sconfitte, per mano del mio: Rozan, Hiakkuzuryuga!"

Il Warlord allargò le braccia, tenendo le mani aperte, le dita rivolte verso l'esterno, i polsi leggermente torti verso l'alto.

L'immagine attorno a Ryoma era spaventosamente familiare per Shiryu.

Cento enormi teste serpentine, ringhianti, dalle zanne enormi e le teste cornuti, con barbagli lanuginosi e ruvidi.

I crani, cornuti, ricoperti di scaglie rossastre, un colore simile al sangue.

I lunghi colli, che univano le teste mostruose a un unico corpo.

Un'immagine simile era apparsa al Saint, quando ancora il velo della cecità chiudeva i suoi occhi, quando aveva affrontato il gigante Ladone, figlio di Tifone.

Ma se il colpo del gigante, il Poliokia, aveva effetti solo sulla mente della vittima, lo Hiakkizuryuga era una tecnica che colpiva chiarametne il corpo.

Le zanne dei cento draghi e quelle del drago dalle cento teste si scontrarono.

Il contraccolpo fu terribile.

Shiryu cadde a terra.

Aveva visto qualcosa di inatteso, che aveva reputato impossibile.

Le zanne del Drago a Cento Teste, avevano lambito i Cento Draghi. La tecnica di Shiryu non aveva lasciato illeso l'avversario, ma alla fine era stato Ryoma a prevalere. I cento draghi generati dallo Hiakkiryuha di Shiryu erano stati sbranati dalla figura immane di Ladone.

"Maledizione... Non avrei mai pensato di vedere una cosa del genere. Lo Hiakkiryuha, battuto!"

"Già, contro il mio colpo, il massimo che puoi aspirare con lo Hiakkiryuha è sopravvivere,- intervenne Ryoma- ma la mia tecnica permette di coordinare i colpi con precisione superiore, permettendo di dirigerne la forza sia in difesa che in attacco. Infatti, prima ho annullato la tua forza, poi ti ho colpito. Dovresti essere orgoglioso di te, se il tuo colpo fosse imperfetto, non saresti vivo, sei il degno erede di Doko!"

Il Warlord era in piedi, torreggiando su Shiryu. La Bloodmail brillava, immacolata, di riflessi fiammeggianti, quasi come se, dalle fauci metalliche delle placche che la componevano, uscissero fiamme che si riflettevano sul metallo.

Ryoma era una figura minacciosa, feroce.

Shiryu fu scosso da un lieve tremito.

"Shiryu! Il tuo colpo più efficace si è rivelato inutile. Mi spiace, ma è chiaro quanto io sia superiore. Il prossimo attacco, sarà l'ultimo!"

"Forse hai battuto il mio colpo, ma dubito che tu possa infrangere questo.- ribatté alzando il braccio sinistro davanti a sé- Lo scudo del Dragone, che tra tutti gli scudi dei Saint vanta la maggior resistenza, ora potenziato anche grazie al sacro Ichor di Athena. Sulla sua infrangibile superficie si fermeranno le zanne del tuo Hiakkizuryuga!"

"Nutri tanta fiducia su una simile difesa? Vedremo se sarà sufficiente. Rozan, Hiakkizuryuga!"

Di nuovo, il Cosmo di Ryoma materializzò Ladone, le cui teste subito si precipitavano sul Saint.

Lo scudo del Dragone vorticò. Le teste mostruose cozzavano contro l'estrema arma difensiva del Saint del Drago, che aveva ben ragione sugli attacchi portatigli.

Shiryu sembrava avere buon gioco, in difesa, quando improvvisamente...

Una delle cento teste saettava sulla sinistra. Lo Scudo del Dragone lo intercettò, con uno scatto fulmineo.

Una seconda testa apparve da destra. Ma il suo bersaglio non era il corpo del Saint. Era la parte interna del bracciale sinistro. Shiryu non riuscì a intercettare un attacco tanto insolito, e il braccio che presiedeva alla difesa venne sbalzato indietro. Altre due taste seguirono all'attacco al braccio sinistro, mandandolo totalmente indietro, lasciando il corpo totalmente scoperto.

Le altre teste si avventarono sul corpo del Saint. Ogni colpo toglieva il fiato a Shiryu. Il giovane sentiva l'intero corpo scosso da fitte tremende.

Cadendo all'indietro, lasciò in aria una scia di sangue, che usciva dalla bocca e da diverse ferite riportate.

A terra, si rotolò a pancia in giù.

"Lo Scudo del Dragone è un'arma di difesa validissima, ma è inutile, se non si riesce a proteggersi. Il dolore che provi sarà l'ultimo sentimento del tuo corpo, a confronto, la morte ti parrà un dolce balsamo.

Quando sconfiggesti Ladone, io ero lì, Shiryu. Ero stato inviato per fermare Tifone, qualora voi falliste. Ma in presenza di Ladone, la mia forza veniva meno... Come potevo confrontarla con l'incarnazione della creatura da cui provengono i miei poteri. Quando tu lo sconfiggesti, io mi avvicinai alla polvere che un tempo era un fiero Adamas. A contatto con quelle ceneri, la mia Bloodmail e il mio Cosmo, che all'epoca non erano al livello dei Warlords, vennero incrementate.

In fondo ti devo gratitudine... Se tu avessi perso, non credo avrei potuto acquisire tale potenza.

Per ringraziarti, porro fine ala tua agonia, Shiryu!"

Si avvicino all'avversario, ancora a terra, ansimante, levando il pugno destro.

Lo calò.

Un rombo metallico, di cupa campana di bronzo, risuonò l'ungo l'arcata.

Il pugno coperto da una rossa testa di drago, era fermo sulla superficie lucida dello scudo di Shiryu.

Con un movimento fulmineo, il Saint si era girato, intercettando il colpo fatale.

"Ancora tenti di reagire? Come puoi? Dovresti essere sconvolto dal dolore, le zanne di Ladone non danno scampo alcuno!"

Shiryu si rialzò, tenendo la guardia alzata. Le gambe tremavano dallo sforzo. Lentamente, ritornò in posizione eretta, con molta fatica. Il viso era ricoperto di lividi purpurei, ma l'armatura era immacolata.

"Il tuo colpo possiede una potenza inaudita, se non fosse per il mio God Cloth, ora sarei in fin di vita."

"God Cloth?"

"Esatto, il Cloth rinato con divino sangue di Athena. È più resistente che mai. Pur avendo subito l'urto dei tuoi colpi, questa corazza ne ha assorbito buona parte degli effetti. Devo ammettere- continuò, passandosi il dorso della mano destra per togliere il sangue che gli scorreva dalla bocca- che il mio corpo è totalmente indolenzito. Senza la protezione di questa corazza, no ce l'avrei mai fatta!"

"Ammetti quindi la mia superiorità? Vuoi darti alla resa?"

"Affatto! Questa armatura è un dono di Athena, non la disonorerà arrendendomi.

Anzi, grazie ad essa afferrerò la vittoria!2

Shiryu barcollò debolmente, ma riprese subito la propria posizione.

"Sei ridotto uno straccio, e fatichi a stare in piedi... Come puoi pensare di battermi? Il dolore ti ha fatto impazzire, o stai tentando un bluff?"

"Nessun imbroglio, il codice della cavalleria lo vieta. Purtroppo per te, il tuo colpo migliore ha un punto debole, un punto debole che sono riuscito a scorgere con chiarezza!"

"Follia! Lo Hiakkizuryuga, è in grado di difendere e attaccare, è una tecnica invincibile. Da quando l'ho concepita, ho sempre studiato come migliorarla, portandola alla perfezione. Tu stai mentendo, Shiryu!"

"Non sto mentendo, e in fondo, lo sai, purtroppo per te hai trascurato un piccolo, insignificante dettaglio, che sarà la tua rovina. Lancia il tuo colpo ancora una volta, e ti dimostrerò che quanto dico è vero!"

"D'accordo, Shiryu, questo sarà il mio ultimo assalto! Preparati a morire."

"Fatti sotto, Ryoma, non temo la tua tecnica, e te lo dimostrerò!"

"Rozan, Hiakkizuryuga!"

Ryoma allargo nuovamente le braccia, nella posa del suo massimo colpo.

Shiryu portò la mano destra sul braccio sinistro, facendola poi scattare.

Le zanne di Ladone, ruggenti, si avventavano sulla loro vittima. Ryoma guardava compiaciutola potenza del suo colpo che stava per scatenarsi su quella che reputava, ormai una facile preda.

Improvvisamente, un nuovo ruggito si levò dalle cento bocce, un ruggito nuovo. Un ruggito di dolore.

Un suono cupo e metallico lo accompagnava.

Ryoma non capiva cosa stesse accadendo. Guardò l'avversario, cercando di capire cosa avesse fatto.

Shiryu era ancora in piedi, il braccio destro teso verso di lui e il braccio sinistro indietro... Il braccio sinistro!

Abbassò lo sguardo. Contro il suo petto, lo Scudo del Dragone vorticava, infrangendo la placca modellata a guisa di testa di drago. La placca si spezzò mentre lo scudo, come rimbalzando, tornava dal suo padrone. L'urto fece cadere Ryoma.

Shiryu raccolse lo scudo rotondo riponendolo sul bracciale sinistro. La sua mossa era stata rischiosa, ma il risultato lo soddisfaceva.

Ryoma, a terra lo guardava con occhi sbarrati dallo stupore.

"Com'è possibile? Come ha potuto il tuo scudo arrivare a colpirmi?"

"Solo un'altra volta ho usato lo scudo in questa maniera, quando Damiano del Corvo rapì Saori-san e i pezzi dell'armatura del Sagittario. Lanciare lo scudo me lo ispirano l'uso delle suriezione dei ninna"

"Non divagare! Come hai fatto a colpirmi in una maniera tanto pedestre?"

"Avrei potuto colpirti in tanti modi, ma ho preferito dimostrarti che non bluffavo.

Se ancora non hai capito qual è il punto debole che hai trascurato, allora attaccami ancora, stavolta farò sul serio."

"Un punto debole nel mio attacco? Non è possibile, eppure... Il suo scudo mi ha raggiunto, e una delle teste di Ladone è infranta, perché.

No, non può essere che costui mi superi così tanto da vedere quello che per anni ho cercato di trovare, tentando di perfezionare la tecnica. Di sicuro, si è trattato di un caso, un colpo fortuito.

Shiryu! Non lascerò che il dubbio freni il mio braccio. Preparati a morire."

"Bene, allora, combatterò portando all'estremo il mio Cosmo. Ruggisci, Dragone, fino a raggiungere le stelle!"

Shiryu bruciò il suo Cosmo. L'aura di potere che lo avvolgeva era visibile ad occhio nudo. Luminoso, abbagliante.

Il Cosmo portato all'estremo, il Cosmo di un Gold Saint. Il Cloth iniziò a cambiare colore: dalle venature dorate, il colore del più nobile dei metalli invadeva la superficie della corazza.

La bellezza dei Gold Cloth.

La maestosità del sangue divino.

Ryoma, però non era da meno: il suo Cosmo era ampio e potente, tale che non se ne vedevano i confini. Dalle due aure, scariche di energia venivano emesse, preludio dello scontro.

Due distinti ruggiti si levavano.

"Muori, Shiryu! Rozan, Hiakkizuryuga!"

"La tua presunzione ti perderà, anzi, ti ha già perso... Excalibur!"

Le teste del drago multi cefalo saettavano verso Shiryu, che rispose colpendo con il taglio della mano, col potere che gli era stato donato, durante il loro scontro, da Shura del Capricorno.

Excalibur, la spada spirituale.

Shiryu aveva allenato Arthur del Capricorno, condividendo con lui questo colpo segreto, questo potere che solo pochi eletti Saint possono usare.

Ma Excalibur giaceva anche nel braccio destro del Saint del Dragone, in attesa di venire sfoderata.

Il fendente dea spada sacra squarciò l'aria, mentre il suo filo inclemente si preparava a fendere i colli a scaglie del drago Ladone.

Una. Due. Tre teste caddero.

Lo Hiakkizuryuga veniva respinto.

Contemporaneamente, tre placche della Bloodmail di Ladone esplosero, andando in pezzi. Sul bracciale destro. Sul copri spalla sinistro. Sul fianco sinistro.

"Impossibile. Pur trattandosi della spada sacra, come può aver reciso non una ma tre teste del mio drago..."

"Ancora non te ne sei reso conto, Ryoma? Eppure è così chiaro. Il punto debole della tua tecnica è estremamente evidente, per me, dovrebbe esserlo, ormai, anche per te."

"Non capisco... In tanti anni che perfeziono la mia tecnica, pensavo di averla resa perfetta."

"Eppure, come vedi, sto avendo ragione di te. È inutile continuare questa lotta, fati da parte e abbandona la Bloodmail, cosicché io possa infrangerla."

"Farmi da parte? Mai! Userò ancora il mio colpo, e qualsiasi attacco tu userai, resisterò fino a quando non verrai colpito."

"Non farlo, è una follia. Non hai capito che più distruggo le teste di drago raffigurate sulla tua corazza, più il numero dei tuoi colpi diminuisce?"

Taci! Rozan, Hiakkizuryuga!"

"Allora non vuoi proprio ragionare! Excalibur!"

La lama sacra, emettendo dorati bagliori recise altre sette teste, le cui immagini si infransero il vari punti della corazza. Ryoma fu spinto indietro, ma, con determinazione, rimase in piedi, continuando a portare il suo attacco.

"Non vuoi proprio arrenderti, Ryoma? Ti preme la vittoria più della vita? E sia!

Rozan, Shoryuha!"

Stavolta, Shiryu attacco con la sua tecnica preferita.

Il drago di giada che appariva, richiamato dal potere del Saint, addentò quattro dei colli rimanenti, divincolandosi quando le altre teste cercavano di attaccarlo.

Shiryu sembrava inarrestabile.

Ryoma, suo malgrado, cadde in ginocchio.

"No, no è possibile, la tecnica in cui tanto mi sono impegnato, sconfitta da colpi persino più deboli.. Non posso crederci... Chi sei tu, in realtà, Shiryu, per fare ciò?"

"Sono solo un uomo con grande esperienza in battaglia. Non dovresti sorprenderti del fatto che io abbia scoperto il punto debole del tuo colpo, d'altronde, anch'io ho fatto un'esperienza simile..."

"Cosa intendi?"

"Quando, durante le Galaxian Wars, duellai contro Seiya, lui capì il segreto celato nello Shoryuha. Durante il colpo, il petto, e più precisamente la parte del cuore, rimane scoperta per una razione di secondo: se si viene colpiti in quel preciso istante, è la fine!"

"Lo so bene! Ma cosa centra questo con lo Hiakkizuryuga?"

"Centra, perché la sua debolezza è molto simile. Prima di lanciare i colpi, allarghi le braccia lasciando scoperto totalmente il corpo. In quel momento, posso colpire! Inoltre, in alcuni momenti dell'attacco, devi tornare in quella posizione di partenza, per rinnovare gli assalti o per dirigerli in difesa. Sono pochi attimi soltanto, ma sufficienti per sconfiggere il tuo colpo!"

"Accidenti! È vero, in quel momento sono totalmente inerme! Shiryu riesce a colpire con precisione e grande destrezza. Ma non è detto che possa vincere... Rozan, Hiakkizuryuga!"

"insisti? Allora, l'hai voluta tu. Rozan, Ryuhisho!"

Shiryu si scagliò tra le teste protese di Ladone, circondato dalla propria energia che si modellava, attorno a lui, in forma di drago. Altre teste caddero.

Ryoma frenò l'assalto, cambiando posizione d'attacco, e bruciando il Cosmo con la forza della disperazione.

"Rozan, Shoryuha!"

Il pugno destro di Ryoma, vestito ormai di pochi resti di rosso metallo, raggiunse il Cloth, all'altezza della bocca dello stomaco.

Shiryu cadde.

"Non ti aspettavi una simile reazione, vero? Ora posso finirti in tutta tranquillità. Rozan, Hiakkizuryuga!"

Senza aspettare che l'avversario si rialzasse, Ryoma lo aggredì nuovamente con la sua tecnica più potente.

Shiryu rotolò su un fianco, ponendo i piedi sul terreno, e saltando.

"Vigliacco! Un comportamento così sleale non s'addice a un grande guerriero! Disonori la scuola del mio maestro!"

"Sai cosa me ne frega... Per un Bersesker, a maggior ragione per un Warlord, la vittoria è tutto!"

"Se è così, il tuo modo di agire è esattamente l'opposto degli insegnamenti del mio maestro, e per questo, debbo sconfiggerti. Preparati, il prossimo attacco sarà l'ultimo!"

"Pensi ancora di poter approfittare del punto debole del mio colpo? Ora che ne sono consapevole, troverò il modo di proteggermi, così come ho fatto poco fa."

"Credi davvero? Ormai, solo poche teste di drago, di cui è composta la tua armatura, ti sono rimaste, e l'efficacia del tuo colpo è legata anche alla tua corazza. Ora come ora, non puoi portare il colpo con la potenza di prima."

Ryoma guardava Shiryu con odio, gli occhi strabuzzavano dalle orbite, mentre la pupilla si dilatava coprendo quasi integralmente l'iride.

"Forse non potrò più portare i miei colpi al numero ottimale, ma posso sempre concentrarne la forza in un'unica direzione... Il tuo cuore, Shiryu, punto debole tuo come mio.

Prendi. Rozan, Hiakkizuryuga!"

L'immagine di Ladone, con diverse teste mozzate o inermi, apparve attorno al Warlord. Le teste ancora vive, sane e feroci, si avvinghiarono tra loro, in una spirale ferina e sanguinaria.

"Folle, cerchi la morte allora. Purtroppo, non ho altra via se no sconfiggerti una volta per tutte. Rozan, Hiakkiryuha!"

Shiryu tese le palme delle mani, mentre, attorno a lui, si materializzavano i cento draghi, la manifestazione del suo Cosmo quando usava quell'estremo potentissimo colpo. L'armatura, ancora dorata, indicava che il Cosmo del Saint era al massimo della sua potenza. L'impeto dei cento draghi era inarrestabile.

L contraccolpo fu spaventoso. Pur menomato, l'attacco di Ryoma conservava una potenza incredibile, soprattutto con il concentrarsi delle teste in un unico punto.

Ma i cento draghi, aggredendo con le loro zanne la spirale formata dalle teste rimaste, ne avevano avuto ragione.

Shiryu venne sbalzato indietro dalla conflagrazione del contraccolpo.

Ryoma fu raggiunto dai cento draghi che su di lui scatenarono la furia delle loro zanne.

"No! Non può finire così... Maestro!"

Urlava il Warlord, mentre lacrime di terrore e disperazione uscivano dai suoi occhi, forse per la prima volta in vita sua.

Shiryu era riuscito a cadere in piedi, se pur semi inginocchiato, e a mantenere vivo l'assalto dello Hiakkiryuha. La pressione sconvolgente dei colpi non lo avevano lasciato illeso diversi vasi sanguigni erano esplosi a fior di pelle, soprattutto attorno agli occhi e alle tempie.

Dopo essere stato sballottato a mezz'aria, Ryoma ricadde sul pavimento di roccia grezza, la Bloodmail totalmente distrutta, vestito di una tunica bordeaux. Il suo corpo era ancora in preda alle convulsioni.

"Ryoma! Sei ancora vivo?"

"Shi... Shiryu. Complimenti, sei il degno successore di Doko della Bilancia. Il tuo Hiakkiryuha era... Perfetto! Solo il mio maestro potrebbe eguagliarlo!"

"Chi è il tuo maestro! Che legami ha con il mio? Ti prego, Ryoma, dimmelo!"

"Shiryu... Il mio maestro è un Warlord anch'egli... ma evita di confrontarti con lui..."

"Cosa vuoi dire?"

"Non... non avresti nessuna possibilità di sconfiggerlo! È troppo potente! Lui- Ryoma si interuppe, tossendo sangue- possiede un colpo contro il quale... né lo Hiakkiryuha, né lo Hiakkizuryuga possono niente..."

Shiryu guardava il suo rivale con sguardo sorpreso: esisteva qualcuno che aveva superato persino il suo venerato maestro?!

"Shiryu... avrei voluto incontrarti tanto tempo fa... Forse, avrei potuto imparare, da te come dal mio maestro... ad essere un guerriero. Scontrarmi con te mi ha fatto capire i miei limiti... peccato sia... troppo tardi!"

Lo sguardo di Ryoma si appannò. Il guerriero chiuse gli occhi mentre le mani inermi ricadevano. L corpo dell'orgoglioso Warlord si lasciava cadere, privo di forza e vitalità.

Shiryu aveva vinto, ma era una vittoria per la quale non poteva gioire.

"Un altro maestro che conosce le tecniche del mio... Chi è costui! Non importa se rischierò la vita, devo scoprirlo, e lavare la macchia che costui ha portato sulla scuola di combattimento del mio maestro, lavorando al soldo di Ares!"

Depositò delicatamente il corpo morto del nemico. Poi, rialzatosi con decisione, riprese la corsa, le ali di drago che sventolavano, splendenti, dietro di lui.

Nella sala del trono, Ares rideva sguaiatamente.

E il suo Cosmo infuriava, imponendosi sui due suoi sottoposti, ancora in sua presenza.

Soprattutto sul Warlord di Pitone, che sentiva la devastante potenza della Big Will di Ares concentrarsi su di lui.

"Uno scontro entusiasmante. Il tuo allievo si è comportato egregiamente, ma il Saint del Dragone ha avuto la meglio, infine. Una vittoria meritata, è un guerriero di grande abilità, mi secca ammetterlo.

Tuttavia, non posso ammettere che i miei guerrieri vengano sconfitti: esigo che i Saint vengano eliminati, tutti!"

"Mio signore- esordì il Warlord di Pitone- la sconfitta di Ryoma di Ladone è una macchia sul mio onore. Col vostro permesso, vorrei andare incontro al Saint del Dragone per eliminarlo personalmente!"

"Ma certo. Ti permetto senz'altro di vendicarti, ma non osare fallire. Portami la testa del Saint che ha sconfitto il tuo allievo, o non tornare al mio cospetto!"

"Sì, mio sire. Col Vostro permesso..."

L'uomo si alzo, camminando all'indietro fino alla porta della sala, per poi uscire con passo deciso.

Alexandros sorrideva. Era felice che quell'uomo, unico tra i Warlord ad avere un potere paragonabile al suo, il Warmaster, venisse umiliato, anche se ne rispettava le virtù guerriere.

"Alexandros!"

"Sì, mio sire!"

"Torna anche tu alla tua postazione, all'ingresso delle mura di questo palazzo. Ci sono dei Cosmi che si stanno avvicinando. Pretendo che qualsiasi nemico arrivi, tu lo distrugga senza pietà! Chiaro?"

"Sì, mio Signore... Non si preoccupi, non saranno in molti ad arrivare alle porte della reggia. In fondo stanno per scendere in campo le Sei Incarnazioni. Contro di loro, neanche i più potenti dei Saint avranno scampo!"