RECENSIONI: MEMORIE

AUTORE: Andromeda Shun


GENERE: OneShot


REDATTO DA: Therealpisces


Il personaggio di spicco in questa Oneshot è il Santo di Andromeda: Shun.

E’ una profonda e sentita riflessione personale, sapientemente scritta dall’autore, che reincarna i tratti psicologici dello Shun originale e fedele all’Anime/ Manga. La sua sensibilità oltre misura, quasi divinamente percettibile, lo sprona ad un’attenta analisi dei fatti accaduti dopo la caduta dei Cavalieri nel mondo degli Inferi governati da Hades, ed, in parte, anche da se stesso essendone stato reincarnazione vivente.

Shun pensa al suo dono / maledizione dell’eternità, di modo che possa vivere con i suoi occhi e con il suo animo la sofferenza costante del non poter riabbracciare i suoi compagni che diedero la vita per la loro Dea, come in un ingiusto gioco del Fato, nella felicità e spensieratezza dei Campi Elisi.

Con il tempo dalla sua parte, Shun comincia a trovare un semi conforto nella musica di una Cetra, ed in memoria al suo nemico / amico: Mime di Asgard, essa servirà da mezzo di distrazione per l’inenarrabile e lento scorrere del tempo al quale il cavaliere non può sottrarsi.

E con essa comincia a rimembrare, ricorda i suoi compagni e vede ciò che il futuro ha serbato per i loro discendenti… mentre per lui, ormai spiritualmente agonizzante, il tempo si è trasformato solo in un "concetto".

Vedrà morire l’umanità del suo credo manifestatosi in Lady Saori, e questo, per un cavaliere, dovrebbe essere davvero il culmine del dolore.

Il Santo d’Andromeda sfoga tutto se stesso in questo profondo monologo che ho trovato decisamente scorrevole ed intenso, ricordando tutti, nessuno escluso, quelli che hanno caratterizzato lui ed il suo cammino tra le difficoltà, le amarezze e le vittorie di ogni giorno al loro fianco.

Esso, pieno di dolore, rivive le sue tormentate passioni con occhio invece speranzoso… come in attesa di un gesto, di un intervento Divino che possa al fine portarlo al meritato riposo che già cercò da solo, tentando inutilmente di togliersi la vita…

E come è giusto che sia, l’autore è intervenuto con questo gesto Divino, lasciando che Shun possa ora finalmente lasciare il suo "Purgatorio" per poter ascendere trai suoi amori, tra le sue passioni… nella sua unica famiglia riunita. Esso avrà la certezza ora, a fine monologo, che quando chiuderà gli occhi sarà ricompensato non potendoli più aprire; potendo così finalmente purificare il suo spirito per tornare a sorridere.


NOTE PERSONALI:

Personalmente ritengo che l’autore sia riuscito pienamente a trasmettere l’espressione di angoscia del cavaliere di Andromeda, e che sia stato bravo nel gestire un monologo scorrevole e non troppo deleterio; specificando il giusto nel giusto, senza mai "nascondere" o "svelare", ma alla fine semplicemente "accennando". La personalità del personaggio è rimasta quella piena di sensibilità come nell’anime / manga, con piccole inchiostrate di originalità come usate per la cetra. La sua apparente debolezza si trasforma alla fine in un animo puro, pronto a lavarsi di dosso le colpe immeritate della sua esistenza per poter al fine giungere dov’Egli meglio merita.



Therealpisces