CAPITOLO III°

- Un Cavaliere lotta per la giustizia -

Grecia, Santuario di Atene. 253 anni fa.

Sette Giorni dopo la partenza di Sion, un altro gruppo di orfani aspiranti cavalieri veniva sottoposto ad una classica prova saint: La prova del sasso.

I bambini di quel gruppo erano stati disposti a file davanti a dei macigni resi piatti in cima, con un sasso grande più o meno come un piede di un adulto. La loro prova consisteva nel distruggerlo, ma essendo una cosa impossibile da fare normalmente, ci sarebbero riusciti soltanto espandendo il loro cosmo a sufficienza.

Il loro maestro, un eremita cinese richiamato al santuario, parlò ai suoi allievi:

<Sono passate ormai quattro settimane dal vostro arrivo al santuario, ma la maggior parte di voi non ha avuto la buona volontà per imparare i miei insegnamenti, cose basilari per un futuro cavaliere. Ora, per chi vorrà diventarlo, c’è l’ultima prova a cui vi sottoporrò. Chi non se la sente, può anche andarsene ma tenendo conto che non diventerà mai un cavaliere e che perderà la mia fiducia. Chiunque di voi può distruggere questi semplici sassi, ma deve risvegliare il proprio cosmo per farlo, e questo è tutto quello che vi dirò. Cominciate a concentrarvi!>

Molti di questi pargoli, non vollero partecipare alla prova. Alcuni andarono via mormorando che era impossibile, altri lasciarono il luogo piagnucolando.

Rimasero quattro bambini, tutti decisi ad affrontare questa prova ultima, tutti desiderosi di diventare cavalieri. I quattro cominciarono a concentrarsi a occhi chiusi, mentre il maestro che era concentrato a sua volta per percepire i loro cosmi……….

Uno dei bambini, che aveva pelle ambrata, capelli neri e occhi castani stava pensando:<………Eccola, è la sensazione che ho sentito ogni volta che ho espanso il mio cosmo, sento i cosmi degli altri e del maestro, sono in sintonia con la natura circostante…….come ci ha insegnato il maestro, tutto è composto da atomi che sono particelle di materia minuscole……..anche noi persone, le piante e anche le rocce sono composti da milioni di queste particelle……..non devo fare altro che dividere gli atomi di questa roccia per distruggerla!>

In quel momento, in un decimo di secondo, fu come se un lampo attraversasse la mente del bambino: <Li sento! Riesco a percepire gli atomimi, sono tantissimi e compongono il sasso come una massa brulicante……….è il momento, thaaah!!!>

Non solo riuscì a spaccare il sasso, ma anche il grosso macigno sottostante, provocando inoltre una fenditura nel terreno profonda un paio di metri. Quando riaprì gli occhi, rimase sorpreso da quello che era riuscito a provocare mentre gli altri lo guardavano attoniti. Il maestro si avvicinò e gli disse:<Dokho! Non so come tu ci sia riuscito, ma non penso ci sia da aggiungere altro, domani partirai assieme a me per addestrarti a Goro Ho in Cina, il posto dove vivo in eremitaggio…….è tutto Dokho, và a riposarti, ti verrò io a chiamare domani all’alba!>

Poi, mentre Dokho si allontanava, fece i complimenti anche agli altri tre che avevano tutti superato la prova e gli disse di non dispiacersi troppo, perché anche se lui partiva, se avessero continuato ad allenarsi e a maturare interiormente, avrebbero potuto anche loro diventare dei cavalieri, ma avrebbero dovuto un giorno partecipare alla lotta per le investiture che si sarebbe tenuta al santuario. I tre la presero comunque male e si ritirarono a loro volta, mentre il maestro pensava: <Ė incredibile……..anche se il cosmo č una cosa che non dipende dall’età, quel bambino deve avere una maturità interiore superiore a quella di molti suoi coetanei e in quel momento ha mostrato un cosmo quasi pari al mio, è senz’altro un predestinato che diventerà un cavaliere. Può darsi che se lo addestrerò adeguatamente, la capacità del suo cosmo diventerà infinita e potrà diventare addirittura un cavaliere d’oro!!>

La mattina dopo, Dokho si fece trovare all’entrata del santuario, ma il suo maestro non era ancora arrivato. Ad un certo punto, sentì dei passi avvicinarsi e si voltò.

Erano gli altri tre bambini che avevano superato la prova del sasso il giorno prima.

<Cube, Oxe, Milth. Che siete venuti a fare qui all'entrata del santuario, non avete l'aria di chi giunge a salutare il loro compagno, o mi sbaglio?> chiese loro Dokho insospettito.

<Esatto! Non possiamo tollerare che tu sia considerato dal maestro migliore di noi……gli abbiamo chiesto che, se riusciremo a batterti in un combattimento, noi saremo stati addestrati da lui per diventare cavalieri, e lui ha acconsentito……..e ora stai in guardia!>

<Non voglio combattere con voi, e adesso andatevene!> disse Dokho.

<Non hai capito? Non permetteremo che tu parta ! Dovrai prima combattere contro di noi!>

A quel punto Dokho perse la pazienza: <Basta! Non voglio ascoltarvi oltre. L’investitura a cavaliere deve servire per proteggere gli altri, non per sciocche dimostrazioni di superiorità, e proteggere gli altri è l’ultima cosa che vi passerebbe per la vostre teste. Io non sono come voi.......la vostra anima è corrotta, non siete degni di diventare cavalieri! E ora vi dimostrerò che chi lo è deve voler servire la giustizia!!!>

<Taci! Risparmiaci le tue inutili prediche……….e ora prendi, Dokho!!!>

I tre si lanciarono rabbiosamente contro Dokho, che in un attimo buttò a terra il suo saccone, che conteneva le sue cose, e si mise in posizione per aspettare i suoi compagni che aveva cominciato ad odiare in quel momento.

In pochi istanti, i tre che si avventarono sprovvedutamente su Dokho perché sicuri della loro superiorità numerica, vennero presi in fallo; infatti Dokho schivò i loro pugni e calci e si spostò velocemente al di fuori del cerchio in cui lo avevano chiuso, si concentrò e espanse il suo cosmo.

<Non puoi scappare così.....e ora ti stenderemo!> urlò Milth.

<E voi sperate di diventare cavalieri attaccandomi in tre? Non avete capito proprio niente di quello che ci ha insegnato il maestro sul senso d'onore e di lealtà, siete dei codardi! Ma non ho affatto paura.....venite!

Con veloci e freddi movimenti, Dokho evitò nuovamente gli attacchi, spiccò un balzo il doppio più alto di lui e atterrò i tre con altrettanti calci dati in meno di mezzo secondo.

A quel punto, il maestro sbucò da dietro un muro dicendo: <Dokho, ti starai chiedendo perché ho consentito loro di attaccarti in tre.....ebbene ero sicuro che saresti riuscito a batterli comunque e gli serviva una lezione per quello che avevano osato chiedermi. Durante la vostra lotta ho percepito in loro cosmi certamente più deboli del tuo, ma erano cosmi oscuri........può darsi che quei tre bambini siano nati sotto stelle maligne.... comunque ora non perdiamo altro tempo; il viaggio sarà lungo. E poi preparati, l'addestramento a cui ti sottoporrò sarà molto rigido!>

E fu così che il piccolo Dokho partì per l'addestramento a Goro Ho, in Cina.