Data di creazione: 8/12/2010.

Nota: L’elmo di un guerriero dell’Imperatore ha la stessa forma dell’elmo di Shiryu visto nell’anime (dato che questa fanfiction riprende di più il manga).

Nota2: L’armatura di un altro guerriero, invece, ha la stessa forma del cloth della fenice visto nella serie di Hades.

Nota3: Compaiono Yuuri e Nikol visti nella Gigantomachia. Il cloth di Yuuri è preso da una fanart di Cerberus Rack, mentre il cloth di Nikol è come quello di Hakurei di Lost Canvans.

Nota4: Secondo il manga Shunrei ha tredici anni, ma siccome tutti i personaggi ne dimostrano qualcuno di più, ho deciso di darle sedici anni.

Nota5: La tecnica chiamata Spiritual è una canzone di De André, la Freeze Fog è ispirata a una frase di una canzone e la Freezing Corona è una versione ghiacciata della Burning Corona di Atlas nel terzo film.

Trama: E’ passata una settimana dalla battaglia alle dodici case e l’Imperatore Di Giada, sigillato da Atena, torna sulla Terra insieme ai suoi servitori, ma non ha fatto i conti con la stessa Atena e i suoi Saint.

 

"Il Ritorno Del Sacro Imperatore"

Era passata una settimana dalla battaglia alle dodici case. Seiya e gli altri tre Bronze Saints erano ancora in stato di coma nei letti di una fredda camera dell’ospedale della fondazione Grado. Accanto a loro, seduta su una sedia, la giovane Saori Kido, il cui corpo fu scelto dalla dea Atena per reincarnarsi, li guardava con la speranza che si sarebbero risvegliati da un momento all’altro. Nel frattempo, a Goro-ho in Cina, il vecchio Gold Saint della Bilancia, Doko, continuava a restare seduto accanto alla grande cascata a fissare un punto ben preciso. Non molto distante da dove lui si trovava, c’era una grotta conosciuta come "Grotta della luna" al cui interno c’era un’enorme pietra dalla forma di uovo con un sigillo su cui vi era scritto "Atena". Lentamente, quel sigillo si staccò e quando toccò terra, la grossa pietra s’illuminò e si distrusse.

-Oh, no!- esclamò Doko avvertendo il pericolo.

-Non ora!- aggiunse.

Anche Saori Kido, avvertendo il pericolo, da seduta scattò in piedi come se avesse avuto una molla. All’interno della pietra uscirono cinque luci bianche che si sparsero nel cielo e, in un tempo brevissimo, cinque figure si diressero a tutta velocità verso Doko. Una volta raggiunto si fermarono davanti a lui accerchiandolo e fluttuando nell’aria.

-Ti sei fatto vecchio, Gold Saint della bilancia. Peccato che puoi ingannare chi ti sta attorno, ma non certo me.- disse una voce giovane ma molto carismatica.

-Ho i miei motivi per farlo, non credi?-

-Abbassa la cresta, vecchiaccio, e porta rispetto al nostro imperatore!- disse un guerriero.

-Stai calmo, Huafeng.-

Doko si alzò in piedi e il suo corpo iniziò a brillare di una luce d’oro.

-I cento dragoni reclamano la vostra vita: Rozan Hyaku…-

Non finì la frase perché l’Imperatore lo colpì al petto con un semplice spostamento d’aria che gli fece volare via il cappello e lo scaraventò contro una parete di roccia. Non appena tentò di rialzarsi, si ritrovò davanti i quattro servitori dell’imperatore che iniziarono a prenderlo a calci. Poi, uno di loro lo afferrò al collo sollevandolo e gli diede numerosi pugni allo stomaco.

-Non è divertente giocare con questo vecchio nano.- disse.

-Lascialo a noi allora se non ti va.-

-Tutto vostro.-

E lo lasciò. Uno di loro aveva un bastone con sé e lo sbatté violentemente sulle gambe del suo povero avversario costringendolo a inginocchiarsi.

-Chiedi pietà all’imperatore, così ti salverai.- gli disse quello che lo aveva bastonato.

-Preferisco morire.- disse Doko stringendo i denti mentre il suo cosmo iniziò a crescere.

Gli altri due lo colpirono entrambi con un calcio sul mento sollevandolo in aria e, quello con il bastone, saltò verso di lui per colpirlo con un’altra violenta bastonata, stavolta sullo stomaco, che lo fece cadere violentemente a terra supino. Quando il guerriero tornò con i piedi per terra gli si avvicinò, guardò il suo padrone e i suoi colleghi, loro gli annuirono con un bieco sorriso e iniziò a bastonarlo di continuo ridendo della sua sofferenza.

-Maestro! Cosa gli state facendo?-

La voce di una ragazza fermò quella violenza gratuita.

-Sh… Shunrei… scappa!- disse Doko a fatica.

-Bene, bene. Credo che quella ragazzina ci sarà molto utile.- disse il guerriero facendo sparire magicamente il bastone.

Con un agile salto atterrò davanti a Shunrei, le diede un pugno allo stomaco facendola svenire e chiese al suo collega Huafeng di caricarsela su una spalla.

-Ho capito, la useremo come ostaggio. Se Atena vorrà rivederla viva sarà costretta a venire al palazzo celeste. Ottima pensata, Xiaoláng.-

-Grazie, signore.-

Detto questo scomparvero. Doko, semicoscente, riuscì a malapena a dire:

-Sh… Shiryu.-

Come un richiamo, anche se lontanissimo, Shiryu spalancò gli occhi, si alzò dal letto in posizione seduta e si tolse la maschera dell’ossigeno.

-Maestro!- esclamò.

-Shiryu, ti sei ripreso.- disse Atena che guardava fuori dalla finestra.

-Signorina Saori… ho avvertito un cosmo…-

-Sì, hai sentito bene. L’Imperatore Di Giada è tornato.-

Atena gli raccontò che l’Imperatore era tornato sulla terra per riprenderla sotto il suo dominio com’era sempre stato nei tempi più antichi, ma lei lo sigillò e ora, dopo duecentocinquanta anni, il sigillo si era sciolto. All’improvviso, un raggio viola colpì la finestra mandandola in frantumi e, quando colpì il muro, su di esso comparve una scritta in cinese in cui diceva:

-Mia cara Atena, io, l’Imperatore Di Giada, sono tornato e questa volta nulla m’impedirà di riprendermi ciò che è sempre stato mio di diritto. Neanche tu. Se però vuoi sfidarmi per l’ennesima volta, ti aspetterò a braccia aperte nel Palazzo Celeste. Ti consiglio di affrettarti, però, se vuoi vedere la ragazzina di Goro-ho ancora viva.-

-Shunrei!- esclamò Shiryu scendendo dal letto.

-Ti impedisco di alzarti. Non sei nelle condizioni di poter fare nulla.-

Ma il giovane, troppa era l’ansia, non le diede ascolto, si vestì e, volando come una cometa, arrivò a Goro-ho.

-Testardo. Proprio come gli altri…- disse Atena.

Si sedette, chiuse gli occhi e iniziò a parlare con la mente:

-Mu. Mi senti Mu? Rispondimi.-

La voce telepatica raggiunse il Gold Saint della prima casa.

-Uh! Questa… questa voce è… Dea Atena, cosa…?-

-Ascoltami, hai avvertito i cosmi anomali provenienti dalla Cina, vero?-

-Sì, li ho sentiti benissimo. Sono l’Imperatore Di Giada e i suoi Jade Warriors.-

-Ecco. Shiryu ha saputo che hanno rapito Shunrei e farà di tutto per salvarla. Il problema è che non ha il suo cloth.-

-Stia tranquilla. Ci penserà Kiki a portarglielo.-

-Grazie. Sapevo di poter contare su di te. Ora devi farmi un altro favore.-

-Mi dica.-

Shiryu teneva tra le braccia il vecchio Doko che respirava a fatica.

-Resista maestro.- disse con molta preoccupazione.

-Rilassati figliolo. Non saranno delle bastonate a uccidermi.- lo rassicurò lui con un sorriso e accarezzandogli il volto.

-Hanno rapito Shunrei. Devo andare a salvarla.-

-E come pensi di fare senza cloth?- gli disse la voce di un ragazzino alle sue spalle.

-Kiki!- esclamò il ragazzo sorpreso.

-Proprio io. Guarda cos’ho qua.-

Si tolse dalle spalle la Pandora Box del dragone.

-Ma questa…-

Shiryu l’aprì e al suo interno c’era il cloth del dragone completamente riparato e dalla forma modificata.

-Ma come…?-

-Tutti i vostri cloth sono rinati grazie al sangue d’oro.-

-Sangue d’oro? Non mi dirai che a dare il loro sangue per i nostri cloth sono stati i Gold Saints?-

-Esatto, figliolo. Io ho donato il mio sangue per il tuo!- disse Doko.

-M… maestro… io… non so come ringraziarla.- disse Shiryu commosso.

Il vecchio sorrise.

-Ora non perdere altro tempo. L’Imperatore Di Giada deve essere fermato.- gli disse.

-Sì, vado subito.-

-Non penserai di andarci da solo?- chiese Kiki.

-Non ho altra scelta Kiki.-

-E allora loro cosa li ho chiamati a fare?-

-Loro chi?-

Dal nulla sbucarono tre figure che si rivelarono essere due Silver Saint e un Bronze Saint.

-Parlava di noi!- dissero.

-Chi siete?- chiese Shiryu.

-Siamo coloro che, per conto di Mu e della stessa Dea Atena, ti aiuteranno in questa battaglia, dato che i Gold Saints non possono lasciare il Santuario. Io sono Nikol, Silver Saint della costellazione dell’altare.- disse un giovane di quasi trent’anni.

-Io sono Yuuri, sua allieva e bronze saint della costellazione del sestante.-

-Io invece sono Eirik, Silver Saint della costellazione della corona boreale.-

Nikol, come detto, era un giovane di quasi trent’anni con lunghi capelli castani che gli coprivano tutta la schiena e occhi azzurri. Il suo cloth argenteo, con contorni gialli, aveva un elmo a maschera, che gli lasciava scoperto parte del cranio e della nuca, sulla cui base vi era una sottile piastra metallica a forma di "U" rovesciata. Il pettorale copriva la metà superiore del busto fino all'addome, aveva una forma bizzarra perché anteriormente era composto da un enorme "specchio" ovale, convesso verso l'esterno, con tanto di cornice semicircolare che lo avvolgeva sui lati e in basso. I coprispalla erano due cilindri tagliati a metà lungo l'asse orizzontale, mentre i bracciali assomigliavano molto a quelli del cloth di Pegasus. Yuuri, come tutte le altre sacerdotesse guerriere, anche lei indossava una maschera per nascondere la sua femminilità e aveva lunghissimi capelli argentati. Il suo cloth era poco visibile perché indossava una tunica scarlatta, agganciata da una spilla all’altezza della spalla destra e s’intravedevano il coprispalla sinistro dalla forma ovale e il bracciale. L’elmo era un semplice diadema a cerchietto con due lunghi pezzi ai lati da sembrare antenne. Infine, Eirik aveva anche lui quasi una trentina d’anni, i suoi capelli ricci e biondi e gli occhi verdi, il suo cloth era color blu carta da zucchero, i coprispalla erano semplicemente una piastra triangolare, il pettorale era simile a quello di Tramy e l’elmo era come quello di Nikol con l’unica differenza era che la sottile piastra metallica era a cerchietto con una pietra smeraldo in mezzo.

-E’ un piacere conoscervi, ragazzi.- disse Shiryu stringendo loro le mani.

-Ma ora dobbiamo pensare alle cose più importanti: come facciamo a trovare il nascondiglio dell’Imperatore?- aggiunse.

-Posso aiutarvi io. E’ rimasto un po’ del suo odore e di quello dei suoi scagnozzi.- disse Kiki annusando.

-Aggrappatevi a me.- aggiunse.

I quattro saints eseguirono l’ordine e scomparirono in un batter d’occhio. Si ritrovarono su una grande nuvola bianca e, davanti a loro, c’era il maestoso palazzo celeste dell’Imperatore che, strutturalmente, era identico a quello della famosa "Città Proibita".

-Grazie dell’aiuto, Kiki. Ora lascia fare a noi.- disse Shiryu accarezzandogli la testa.

-Fate molta attenzione, mi raccomando.- si limitò a dire il ragazzino per poi sparire.

-E’ strano.- disse Nikol.

-Non c’è neanche una guardia.-

-Tanto meglio. Così risparmiamo le forze per i guerrieri dell’Imperatore. A proposito: chi sono?- chiese Shiryu.

-Vengono chiamati Jade Warriors, sono i guerrieri celesti al servizio dell’Imperatore e indossano la Yù, una corazza di cui s’ignora il materiale. Alcuni dicono siano fatte di giada, ma nessuno ne è sicuro.- disse Nikol.

-Ho capito.-

I quattro stavano per salire le scale quando una profonda voce li fermò:

-Non andate oltre. I vostri luridi piedi non meritano di sporcare le sacre scale del palazzo celeste.-

Dall’entrata del palazzo uscì un uomo alto due metri, il suo corpo, testa e viso compresi, era tutto coperto da una folta pelliccia. In realtà, però, era la sua Yù.

-Dov’è Atena? Perché non è con voi, stupidi saints?- si chiese mentre scendeva le scale avvicinandosi ai quattro.

-Bastiamo noi per sconfiggervi.- gli risposero in coro.

-Ah, ah, ah, ah. La verità è che Atena è incapace e codarda. Soprattutto è una sfruttatrice. Manda voi a combattere, mentre lei se ne sta al sicuro chissà dove. Che brava!- disse lo Jade Warrior.

-Dì quello che ti pare. Io sono venuto anche a salvare la ragazza che avete rapito.- disse Shiryu riuscendo, incredibilmente, a mantenere la calma.

-Davvero? Ah, ah, ah, ah. Mi fai pena. Hai fatto tutta questa fatica solo per morire qui per mano mia.-

-E chi ti ha detto che sarà lui il tuo avversario? Sarò io a combattere con te.- intervenne Eirik.

Il Jade Warrior lo raggiunse e si trovarono faccia a faccia. Era impressionante la notevole differenza di altezza. Eirik gli arrivava alla spalla.

-Intendi dire che non mi affronterete tutti insieme? Mi sottovaluti.-

-Non è nel nostro stile affrontare un singolo avversario in tanti.-

Eirik fece cenno agli altri di andare senza preoccuparsi per lui e così fecero.

-Tsk, d’accordo li lascerò andare. Tanto non andranno oltre. Saranno i miei compagni a fermarli.- disse il Jade Warrior.

Eirik si mise in posizione di difesa.

-Io sono Eirik, Silver Saint della costellazione della corona boreale.-

-Tsk! Oltre che codarda, Atena, è pure sciocca. Perché non ha mandato i Gold Saints? Questa è proprio un’offesa nei confronti dell’Imperatore e noi suoi guerrieri. Comunque, io sono Huafeng di Yeren, uno dei quattro fedeli Jade Warriors del Sommo Imperatore.-

Lo Yeren era una creatura mitologica cinese molto simile, per non dire identico, al Big Foot. Ecco spiegato il motivo dell’aspetto curioso della sua Yù.

-Eh. Non ha potuto mandare i Gold Saints per un motivo preciso che non mi va di starti a spiegare.-

-Va bene, chi se ne frega.-

I due iniziarono ad espandere i loro incredibili cosmi.

-Cosmo potente. Non c’è che dire.- disse Huafeng.

-Anche il tuo non è affatto male.-

Con uno scatto molto veloce, incredibile per uno della sua stazza, Huafeng colse Eirik con un calcio allo stomaco che lo scaraventò a terra. Gli si avvicinò e lo afferrò per il collo con le sue grosse mani.

-Hai paura di volare?- gli chiese.

Eirik stava per reagire, ma il suo avversario lo scagliò in aria con una violenza tale da farlo scomparire alla vista per un istante e poi cadere alle sue spalle come un proiettile.

-Anche se siamo su una nuvola, può essere dura come la roccia per chi non fa parte dei Jade Warriors. Gli esseri inferiori come voi per intenderci.- disse senza voltarsi.

-Ora ti renderai conto che non sono inferiore come dici.- disse Eirik rialzandosi un po’ a fatica.

-Non fare sforzi inutili. Se ti arrendi, l’Imperatore forse sarà clemente e ti risparmierà la vita. E non solo la tua, ma anche quella dei tuoi compagni.-

Eirik sorrise e tornò a espandere il suo cosmo bianco e freddo come l’inverno.

-Visto che la metti così…-

Non appena Huafeng si girò verso il suo avversario, pronto a colpirlo, si accorse che era spuntata dal nulla una fitta nebbia. Non riuscì proprio a capire.

-Cosa diavolo è questa nebbia? Credi d’ingannarmi con un trucco così scadente? Sei patetico.-

Tentò di fare un passo, ma il suo piede destro non si muoveva. Era come se fosse impiantato bene nel terreno. Tentò allora con l’altra, ma il risultato era lo stesso.

-Ma che…?-

Guardò bene le sue gambe e notò che si stavano lentamente congelando insieme a tutto il suo corpo.

-Assurdo. Cosa..?-

Non finì la frase perché si congelò completamente e subito la nebbia scomparve. Eirik gli si avvicinò.

-Hai conosciuto il potere della Freeze Fog. E’ un colpo che di solito uso quando i nemici sono tanti, ma date le tue dimensioni era giusto così.- gli disse.

-Tsk. E credi di avermi battuto?- gli chiese Huafeng all’interno della sua prigione di ghiaccio.

-Cosa?-

In brevissimo istante, il gigante si liberò dalla prigionia e, infuriato, colpì il saint con il suo braccio teso. Poi lo afferrò per i capelli rialzandolo e iniziò a dargli numerosi pugni allo stomaco. Concluse, dopo averlo lasciato, con un calcio in pieno mento che lo sollevò di poco da terra e atterrò un po’distante.

-Addio surgelatore ambulante. Cruel Punch!-

Dal suo pugno lanciò un grande globo viola che colpì Eirik in pieno. Nonostante il colpo subito, e il suo cloth era non poco danneggiato, si rialzò. A fatica, sì, ma si rialzò.

-Non posso crederci. Come cavolo sei sopravvissuto al mio colpo?- si chiese giustamente Huafeng.

-Sono un saint che sa usare le energie fredde. È bastato creare una parete di ghiaccio che mi facesse da scudo.- rispose Eirik.

Il gigantesco Jade Warrior tentò di colpirlo di nuovo, ma Eirik lo sorprese lanciandogli dal palmo della mano sinistra piccole schegge seghettate di ghiaccio che si conficcarono nella sua Yù raggiungendo la carne. Questo gli consentì, poi, di colpirlo con un forte montante al mento che, però, non fu sufficiente a buttarlo a terra.

-Dannato servo di Atena. Sai cosa hai ottenuto con questo tuo attacco?-

-No, cosa? Una gita fuori porta?-

-Mi hai fatto arrabbiare!-

Bruciò il suo cosmo intensamente e lanciò il Cruel Punch.

-Non avrei mai voluto dirlo, dato che ormai lo dicono tante di quelle volte che ormai fa venire la nausea, ma lo stesso colpo non funziona due volte su un saint.- disse Eirik alle sue spalle.

-Allora che ne dici di questo?-

Quando Huafeng si girò, Eirik fece un leggero salto all’indietro, bruciò il suo cosmo, alzò le braccia e sulla sua testa si creò una sfera color bianco ghiaccio.

-Freezing Corona!-

La lanciò contro il suo avversario che la prese in pieno e gli entrò in corpo. In un rapido istante, gli organi interni si ghiacciarono uccidendolo sul colpo e cadde a terra supino in un gran tonfo.

-Più sono grossi e più fanno rumore quando cadono.- disse il saint sorridendo per poi svenire.

L’effetto del primo Cruel Punch, unito allo sforzo del colpo, si era fatto sentire.

Quando Shiryu e gli altri tre entrarono nel palazzo imperiale, si ritrovarono davanti solo un lungo corridoio che sembrava infinito e iniziarono a correre. Dopo una corsa che sembrava non finire mai, si ritrovarono davanti quattro portoni di ottone. Uno era semiaperto e con il simbolo del legno, mentre gli altri avevano il simbolo del metallo, del fuoco e della terra. Yuuri si avvicinò per vedere dall’apertura e notò un enorme stanza vuota fatta completamente di legno.

-Molto probabilmente in questa stanza c’era quel tizio chiamato Huafeng. Molto appropriato. Lo Yeren è una creatura mitologica cinese delle foreste.-

-Allora in queste altre porte ci devono essere gli altri Jade Warriors ad attenderci.- disse Shiryu.

-Molto bene. Io vado nella stanza del metallo e gli altri in quelle rimanenti. Siete d’accordo?- disse Nikol.

I due bronze annuirono.

-Io mi prendo quella del fuoco.- disse Shiryu.

-No, la prendo io!- disse Yuuri.

-Vuoi litigare?- le chiese scherzosamente.

-Se vuoi sfidarmi, accomodati.-

-Basta voi due. Sembrate bambini dell’asilo. Giocatevela a morra cinese allora.- li interruppe Nikol.

I due si guardarono e iniziarono a giocare. All’inizio pareggiarono, ma alla fine fu Yuuri a vincere la partita.

-Ragazza fortunata. O quasi, visto che dovrai vedertela con lo Jade Warrior del fuoco.-

-Ti preoccupi per me? Sei gentile.-

Shiryu le sorrise e le diede una pacca sulla spalla.

-Forza. Andiamo.- si limitò a dire Nikol.

Ognuno entrò nella stanza scelta. Quando Nikol entrò, e la porta si richiuse subito alle sue spalle, si ritrovò in un’enorme stanza vuota tutta d’acciaio.

-E dov’è lo Jade Warrior?- si chiese il silver saint.

-Sono dietro di te, fesso.- gli rispose.

-Conosco la creatura rappresentata dalla tua Yù. E’ il Qilin!- gli disse una volta voltatosi.

-Esatto. Sono Ying di Qilin.-

Era un ragazzo di circa venticinque anni, aveva occhi blu notte, la sua Yù, come detto, rappresentava la leggendaria creatura cinese Qilin, era blu, dietro il suo elmo spuntavano piccole corna da cervo e i coprispalle, i bracciali, il pettorale, e i gambali erano completamente coperti da scaglie.

-Dov’è la ragazza che avete rapito?-

-Preoccupati per la tua vita piuttosto.-

Senza dire altro, lo Jade Warrior fece un salto e colpì Nikol con un calcio in pieno volto per poi atterrargli davanti.

-Questo era solo un piccolo saluto di benvenuto. E ora…-

Con un velocissimo movimento, sorprese il suo avversario con un pugno allo stomaco seguito da molti altri. In conclusione gli diede un montante che lo buttò a terra.

-Come esercizio di riscaldamento non è male. Avanti, che mi sto scaldando.-

Il saint si alzò con molta calma, si pulì e si mise in posizione di difesa.

-Conoscerai la potenza dei Silver Saints!-

-Mica sei un Gold. Non ho nulla da temere.-

Nikol sorrise appena, scomparve per poi riapparire di fronte al suo avversario e sorprenderlo con un calcio rovesciato che lo colpì in pieno mento.

-Hai cambiato idea, ora?-

Questa volta fu Ying a sorridere e scomparire. Riapparve dietro Nikol, lo prese sotto le ascelle, saltò all’indietro e gli fece sbattere violentemente la testa contro il pavimento d’acciaio. Fu un miracolo se non morì sul colpo.

-Che miracolato. Ma almeno la prossima volta imparerai a metterti un elmo più protettivo.- lo schernì Ying.

-Ora basta. Sono stanco di sentire le tue chiacchiere.-

-Vuoi mostrarmi il tuo colpo segreto? Non vedevo l’ora!-

Nikol si alzò, chiuse gli occhi, il suo corpo iniziò a brillare di bianco, dietro le sue spalle comparve la figura di un altare e iniziò una specie di preghiera.

-Dio del cielo se mi vorrai
in mezzo agli altri uomini mi cercherai
e Dio se mi cercherai
nei campi di granturco mi troverai.
Dio del cielo se, mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare
La chiave del cielo non ti voglio rubare
ma un attimo di gioia me lo puoi regalare.
-

Ying si tappò le orecchie con le mani e s’inginocchiò.

-Argh. Smettila con questo strazio. Piantala!-

Ma Nikol continuava. Il suo colpo segreto si chiamava Spiritual ed era una sorta di preghiera che uccideva i malvagi. Con grande sforzo, lo Jade Warrior si alzò, si stappò le orecchie e gridò:

-Hell Growl!-

L’onda energetica blu colpì Nikol in pieno distruggendogli il coprispalla sinistro, l’elmo, provocò innumerevoli crepe al resto del cloth e lo buttò a terra.

-Ah. Maledetto. Mi gira la testa. Che colpo del cavolo!- disse Ying.

Si avvicinò a Nikol e gli sorrise.

-Un altro ruggito e sei finito.- disse mentre dietro di lui compariva la mostruosa figura del Qilin.

-Toglitelo dalla testa.- disse Nikol colpendolo con un doppio calcio volante in pancia.

-Sei ancora vivo, dannato?-

-Sì!-

-Maled…-

Si stava preparando per lanciare un altro Hell Growl, ma Nikol bruciò il suo cosmo e lo anticipò:

-Holy Strength!-

Una croce argentata avvolta in una sfera di luce dello stesso colore, fu lanciata dal palmo della mano del saint e Ying la prese in pieno. La sua Yù si distrusse e cadde a terra morente. Nikol sorrise e cadde a terra svenuto. Yuuri, entrata nella stanza del fuoco, rimase sorpresa. Le sembrava di trovarsi in una caverna vulcanica dato che alla sua destra c’era un fiume di lava.

-Cosa potevo aspettarmi dalla stanza del fuoco, in fondo?- si chiese tra sé.

L’estate era sempre stata la sua stagione preferita, ma il calore lì dentro era così insopportabile che, istintivamente, si strappò la tunica con violenza. Se avesse potuto si sarebbe anche tolta la maschera, ma purtroppo le era proibito.

-Tu sei il mio avversario? E’ un peccato…- disse una voce.

Davanti a lei comparve la figura di una fiammante fenice che lentamente scomparve lasciando al suo posto la figura di un uomo. Era giovane, aveva sedici anni come lei, aveva lunghi capelli neri fino alle spalle, occhi verdi e la sua Yù, color rosso fuoco, rappresentava la Fenghuang, la fenice cinese.

-Cos’è un peccato? Il fatto che sono una donna?- chiese Yuuri leggermente irritata.

-Prima le presentazioni. Sono Fei di Fenghuang.-

-L’avevo intuito dalla tua Yù. Io sono Yuuri, bronze saint del sestante.-

-Molto lieto.- le disse porgendole la mano.

Yuuri era titubante e si rifiutò di stringergliela.

-Niente stretta di mano, come non detto.-

-Senti, ho fretta e soprattutto caldo. Vogliamo darci una mossa?-

-Che impaziente. Ho detto che è un peccato il fatto che sia tu il mio avversario. Un bronze saint e per giunta donna! Alzare le mani sulle donne non è una bella cosa. Io sono diverso dai miei compagni.-

Yuuri si sorprese, ma poi disse:

-Tsk. A chi vuoi darla a bere? Scommetto che non ci hai pensato due volte a picchiare un povero vecchio insieme ai tuoi amici.-

-Ti riferisci a Doko della bilancia? Quello non è vecchio come pensi.-

-Cosa vuoi dire?-

-Se sopravvivrai a questa battaglia lo scoprirai presto.-

Yuuri si mise in posizione d’attacco, mentre Fei la scrutava e basta.

-Assurdo.- disse.

-Cosa?-

-Il tuo cloth. Il pettorale copre solo il seno lasciando scoperto l’addome. Chiunque ne approfitterebbe colpendoti in quel punto. E non parliamo della protezione alle gambe. Un misero pezzo che copre la rotula e uno il ginocchio. E le cosce? Prive di una qualsiasi protezione. Non è molto intelligente, poi, il fatto che tu vada in giro con i pantaloncini corti. Praticamente inviti a nozze i tuoi avversari così. Chi ha inventato i vostri cloth non ha avuto rispetto, come sempre del resto, per voi ragazze.-

Yuuri era rimasta zitta.

-Inoltre, il fatto che voi guerriere dovete indossare una maschera, è ancora più assurda. Atena ha così paura di sfigurare di fronte alla vostra bellezza? Antipatica e narcisista. Ecco cos’è!- aggiunse.

-Senti, mi hai stancato. Disponiti a difesa e combatti.-

-Vorrei evitare di farti del male, ma dato che siamo nemici…-

Fei iniziò a bruciare il suo cosmo. Era molto potente.

"Questo è forte." pensò Yuuri.

Scacciò quel pensiero e corse verso il suo avversario pronta a colpirlo. Lui, però, evitò il pugno e allora cercò di colpirlo con un calcio rotante, ma anche quello fu evitato. Qualunque attacco, Fei lo anticipava evitandolo con una facilità sorprendente.

"Ma come diavolo fa, mi legge nel pensiero?" pensò la ragazza ansimando.

Fei gli fece un sorriso di scherno che la fece infuriare e tentò di dargli un altro pugno, ma lui lo evitò saltando, atterrò alle sue spalle e le mise una mano sul coprispalla gelandole il sangue.

-Ti hanno insegnato bene a muoverti veloce, ma per me è come se ti vedessi al rallentatore.-

Yuuri cercò di approfittare dell’occasione per afferrargli il braccio, ma lui si era già allontanato da lei, dietro le sue spalle spuntarono due ali e iniziò a galleggiare in aria.

-Codardo! Scendi!-

Lui le sorrise di nuovo e ubbidì.

-Ora è il mio turno.- le disse.

Fu un attimo. Yuuri non riuscì minimamente a vedere l’attacco nemico. Fei le aveva dato un pugno proprio in quell’addome che lui reputava troppo scoperto.

-B… bastardo.-

Curiosamente, però, non le sembrava un colpo tanto forte. Sembrava che fosse stato indulgente.

-L’avevo detto che chiunque poteva approfittarne.-

Lei tentò di colpirlo, ma come sempre, lo evitò e spiccò di nuovo il volo.

-Maledetto. Mi hai fatto arrabbiare.-

-Arrabbiarsi fa venire le rughe. Forse è per questo che vi mascherate. Eh, eh, eh!-

-Questa è l’ultima volta che sfotti noi sacerdotesse guerriere.-

Yuuri iniziò a bruciare il suo cosmo. Era notevole, ma soprattutto affascinante perché il suo corpo sembrava avvolto da innumerevoli stelle.

-Affascinante!- esclamò Fei.

-Starry Aura!-

Dal suo pugno fuoriuscì un globo di energia composto da tante stelle, come se avesse concentrato tutto il suo cosmo nel pugno stesso, e Fei lo prese in pieno senza reagire. La sua Yù andò completamente distrutta, mentre lui cadde violentemente a terra.

-Addio.- disse dirigendosi verso il portone.

Superato il corpo del suo avversario, e fatto pochi passi, sentì dietro di lei un cosmo incredibile.

-Vai già via? Non vuoi salutarmi?-

Fei si era rialzato e la sua Yù era di nuovo sul suo corpo come se non fosse mai stata toccata.

-Mi ero dimenticata. Fenghuang è una fenice e come tale rinasce dalle sue ceneri. Quindi anche la tua Yù, come anche il bronze cloth della costellazione della fenice, ha la capacità di rigenerarsi. Sono stata una stupida.-

Fei le sorrise, aprì le ali, si sollevò da terra e alcune piume della sua coda si staccarono magicamente fluttuando accanto a lui.

-Perdonami.- le disse.

-Cos…?-

- Incandescent Feathers!-

Le piume brillarono di luce arancione e si scagliarono come frecce verso la giovane. Riuscì a evitarle, ma qualcuna le sfiorò l’addome, provocandole piccoli squarci bruciacchiati alla maglietta, o alle gambe provocandole lievi scottature. Questo la costrinse a inginocchiarsi e massaggiarsi le parti lese.

-Dannato!- disse.

Fei le atterrò davanti facendola sussultare.

-Non sembra grave.- le disse.

-La fai finita di sfottermi? Cosa speri di ottenere?-

Lui non le rispose, tornò a volare e iniziò a bruciare intensamente il suo cosmo. Il suo corpo era avvolto da una luce così arancione che sembrava fuoco.

-Perdonami, ma ora assaggerai il mio colpo più potente. Non avrei mai voluto te come avversario. Mi spiace…-

-Risparmiami la commedia.- disse lei seccata e bruciando anche lei il suo cosmo.

-Fenghuang Wings!-

Yuuri non fece in tempo a lanciare la Starry Aura e fu investita come da una forte folata di vento che la scaraventò lontana e le fece volare via la maschera. Quando si rialzò, si sorprese di avere ancora il cloth intatto.

-Sei stato sfortunato oppure il tuo colpo non era granché.- gli disse.

Fei era stato di nuovo indulgente, ma lei non lo aveva capito.

-Che hai da guardare con quella faccia?- gli chiese dato che la osservava come incantato.

-Chu…- sussurrò senza finire quello che stava dicendo, scosse la testa e disse:

-Sei… sei bellissima.-

-Cosa stai…? AH!-

Istintivamente si toccò il viso e, sentendo che non aveva più la maschera, si coprì con entrambe le mani, si girò e si accucciò. Aveva davvero un volto grazioso e gli occhi arancioni. Non c’era da stupirsi se Fei era rimasto incantato.

-Tu… hai osato vedere il mio volto… non ti perdonerò mai per questo. Vedere il volto di una guerriera saint è più umiliante che vederla nuda.-

-Esagerate!- si limitò a dire lui.

A quel punto, Yuuri scattò in piedi, si girò verso di lui, bruciò il suo cosmo e gli lanciò la Starry Aura.

-Fenghuang Wings.-

I due colpi si scontrarono provocando un’esplosione. Quando tutto finì, Yuuri se lo ritrovò davanti. Per istinto, gli diede un pugno che, finalmente, andò a segno. Barcollò per un attimo e poi iniziò a massaggiarsi la guancia.

-Questo non è niente.- gli disse.

Si precipitò verso di lui tentando di colpirlo di nuovo, ma lui le parò il pugno con la mano destra. Provò con la mano sinistra, ma anche quello fu parato.

-E’ tempo di finirla.- le disse.

Le diede una leggera spinta e le lanciò le Fenghuang Wings scaraventandola contro una parete e facendola svenire. Le si avvicinò e la guardò per qualche minuto, le accarezzò il viso e i capelli e all’improvviso dai suoi occhi scesero lacrime, mentre stringeva la sua mano destra a pugno.

-Il destino è crudele, a volte. Avrei voluto incontrarti in altre circostanze. Mi spiace davvero molto, ma devo compiere il mio dovere di Jade Warrior. Perdonami, se puoi…-

Affondò il pugno nel petto della sua avversaria, perforandole il pettorale come se fosse di burro, e raggiunse il cuore. Una volta finito, il sangue sulla sua mano gocciolava lentamente a terra. Varcato il portone con il simbolo della terra, Shiryu capì che non era affatto una stanza, ma una vera e propria giungla a cielo aperto. Camminò con molta attenzione e all’improvviso notò un’oscura figura che agilmente saltava da un ramo all’altro degli alberi. Quando sparì nel nulla, sentì una risata alle sue spalle e si voltò.

-Benvenuto nella stanza della terra, saint di Atena. Sono Xiaoláng di Sun Wukong.- si presentò.

Shiryu rimase di stucco. Aveva davanti un bambino di dieci anni che indossava una lunga veste buddista rossa, che altri non era che la Yù, una maschera a forma di muso di scimmia a coprirgli il volto, sulla fronte aveva un piccolo anello d’oro e i capelli erano scompigliati e castani.

-Sun Wukong? Hai finito di gironzolare sul palmo della mano di Buddha?- lo schernì Shiryu.

Sun Wukong era il famoso scimmiotto di pietra, citato anche da Shaka quando incontrò per la prima volta Ikki, che compare nel famoso romanzo cinese "Viaggio in occidente". Ecco perché gli aveva fatto quella battuta.

-Spegnerò presto questo tuo spirito di patata… Nyoibo!-

Un bastone comparve magicamente sulla sua mano e atterrò davanti al saint.

-Io sono Shiryu di Dragon.- gli disse.

-Shiryu, hai detto? Allora questo cambia tutto. Non sarò io il tuo avversario.-

-Cosa vuoi dire? Non ci sono altri Jade Warriors. Tu sei l’ultimo mi risulta.-

Xiaoláng iniziò a ridere e schioccò le dita. Sbucando dal nulla, e atterrando affianco allo Jade Warrior, Shiryu si ritrovò davanti Shunrei che indossava un lungo e bellissimo kimono blu decorato con fiori rossi. La cosa strana, però, era che aveva un anello d’oro sulla fronte. Lo stesso di Xiaoláng.

-Shu… Shunrei!- disse Shiryu vedendola.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, ma era spento. Non aveva alcuna espressione o emozione.

-Che… che ti prende? Non mi riconosci?-

Xiaoláng riprese a ridere.

-Cosa le hai fatto, maledetto?-

-Oh, una cosa da nulla. Ora è una mia servitrice fedele e farà per me qualsiasi cosa. Compreso ucciderti.-

-Ma stai zitto! Shunrei!-

Le si avvicinò e le mise entrambe le mani sulle spalle.

-Guardami, Shunrei. Sono io, Shiryu.-

Lei, però, non rispose. Anzi, l’anello sulla fronte iniziò a brillare costringendola a inginocchiarsi per il dolore.

-Che cosa…?-

Durò pochi secondi, dopodiché spalancò gli occhi, si alzò di scatto e diede un violento pugno allo stomaco del saint che la guardò stranito.

-Shu… Shunrei…-

S’inginocchiò e lei gli diede un calcio che lo scaraventò contro un albero.

-Forte, vero? Il mio Golden Magic Ring, oltre a rendere schiavo chi lo indossa, accresce la forza. Quindi la tua ragazza ora è una guerriera con gli attributi e non più una bimbetta impaurita.- disse Xiaoláng.

-Che tu sia… maledetto…- disse Shiryu rialzandosi a fatica.

Shunrei gli corse incontro e gli sferrò un pugno fortissimo al viso, gli afferrò i capelli e lo scaraventò a terra per poi prenderlo a calci. Aveva davvero una forza incredibile proprio come era stato detto. Shunrei lo fece alzare da terra, se lo caricò sulle spalle, con una facilità incredibile, e alla fine si lanciò in avanti facendolo cadere violentemente sulla schiena.

-Come ti senti a farti picchiare dalla tua ragazza? E’ umiliante, vero?- gli chiese Xiaoláng ridendo a crepapelle.

Shiryu non gli rispose continuando a subire. Quando si rialzò, si girò di scatto verso Shunrei e l’abbracciò cogliendola di sorpresa.

-Svegliati… ti prego!- le disse quasi in lacrime.

Lei rimase immobile per qualche secondo e poi sussurrò:

-Sh… Shiryu!-

Lui la guardò con la speranza che si fosse risvegliata, ma il suo sguardo si trasformò in un bieco sorriso e gli diede una sberla così forte che lo fece girare per un secondo prima di ricadere a terra.

-Va bene…- disse Shiryu rialzandosi.

Shunrei stava per dargli un pugno, ma lui lo parò dopodiché le afferrò la nuca con la mano libera e le diede un passionale bacio. Vedendo quella scena, Xiaoláng fece una smorfia di disgusto ed esclamò:

-Tsk!-

A bacio finito, Shiryu le accarezzò dolcemente il viso sorridendole. Sorriso che si spense in attimo perché lo colpì con una ginocchiata allo stomaco.

-Non è certo con un bacio che puoi liberarla. Mica è una favola questa. Datti una svegliata moccioso!- disse Xiaoláng continuando a ridere delle sue sofferenze.

-Il… Il moccioso… sei tu, maledetto!- disse Shiryu.

-Facciamo la finita. Uccidilo!-

Shunrei si avvicinò lentamente a Shiryu per eseguire l’ordine, ma lui riuscì, nonostante la fatica, ad allontanarsi un poco da lei.

-Smettila di opporre resistenza e fatti ammazzare dalla tua amata.-

-Taci!-

Il cosmo del saint del drago iniziò a bruciare.

-Che… che intenzioni hai? Non vorrai dirmi che hai deciso finalmente di attaccare la tua ragazza?-

-Certo, come no! Rozan Shor… Ah!-

Stava per lanciare il colpo contro Xiaoláng, ma si arrestò subito perché Shunrei si era messa davanti a fargli da scudo.

-Maledizione…-

-Ah, ah, ah, ah! Perché non usi il tuo colpo? Hai paura di colpirla? Quanto sei debole. In battaglia si deve essere spietati. Non si deve guardare in faccia nessuno.-

-Sei solo un bambino, ma parli peggio di Deathmask. Mi fai tristezza.-

-Non sai quanto ne fai tu a me! Comunque dai, attaccami se ci riesci!-

-Avanti, Shiryu. Fai come dice il signor Xiaoláng!- disse Shunrei con un sorriso beffardo di sfida.

-Shunrei…- disse piangendo.

-Oh, poverino guarda come piange. Che saint deludente. Finiscilo Shunrei, mi ha stufato!-

La ragazza annuì e corse verso colui che amava. Shiryu, nel frattempo, iniziò a bruciare il suo cosmo.

-Perdonami! Rozan Ryuhisho!- gridò.

Fece un balzo per poi dirigersi verso la ragazza con il ginocchio piegato. Una volta raggiunta, la colpì violentemente sulla fronte.

-Accidenti! L’ha colpita davvero!- disse Xiaoláng meravigliato.

Sull’anello di Shunrei si formarono lentamente piccole crepe, fino a sbriciolarsi completamente, i suoi occhi riacquistarono luminosità e cadde all’indietro svenuta ma Shiryu la afferrò prontamente e la adagiò con cura sul terreno.

-Oh, beh, rotto un giocattolo se ne fa un altro.- si limitò a dire lo Jade Warrior.

Sulla sua mano comparve un altro anello d’oro.

-Questa volta sarai tu il mio schiavo. Golden Magic Ring.-

-Rozan Shoryuha!-

Il saint colpì l’anello distruggendolo e lasciando Xiaoláng sbigottito.

-Questo non va bene. Vediamo come te la cavi contro il mio Nyoibo!- disse roteando a elica il bastone.

-Fatti sotto scimmietta ammaestrata!-

Xiaoláng sorrise e colse Shiryu di sorpresa colpendolo con il suo bastone, che si era allungato, allo stomaco.

-Dannazione. Dimenticavo che il bastone si allunga.-

-Bravo!-

Gli diede una bastonata sul viso buttandolo a terra per poi riempirlo di botte come fece contro il suo maestro. Con grande sforzo, si girò in posizione supina e parò, quanto poteva, i colpi con lo scudo del drago.

-E’ tutto inutile. Arrenditi!-

Shiryu tornò a bruciare il suo cosmo e questa volta sembrava ancora più potente.

-Ti ho già detto che è tutto… Ah!-

Xiaoláng non credeva ai suoi occhi. Il cloth del drago era diventato miracolosamente d’oro.

-Co… cos’è questa? Un illusione? Tu sei un Bronze saint… come puoi…?- si chiese.

-Questo è il vero potere del sangue d’oro.-

-Sangue d’oro? Che stai farneticando?-

-Rozan Shoryuha!-

-ARGH!-

Il colpo investì Xiaoláng in pieno facendolo volare e facendogli perdere la presa al Nyoibo che cadde lontano.

-I miei complimenti.- disse rialzandosi.

La Yù di Xiaoláng era ancora intatta, perché Shiryu, anche se non sembrava, era stato indulgente con lui. Non se la sentiva di colpire un bambino. Era come se colpisse Kiki e la cosa non gli piaceva affatto.

-Hai sbagliato ad essere indulgente con me. Ora morirai. Moltiplication!-

Una decina di sue copie sbucarono magicamente dal nulla e si scagliarono contro il Bronze Saint.

-Maestro, questa è la prima volta che uso questo colpo. Mi dia la forza… Rozan Hyakuryuha!-

Cento draghi uscirono dai palmi delle mani di Shiryu e investirono le copie facendole volare lontano. Tra loro c’era anche il vero Xiaoláng che per la seconda volta si ritrovò a volare per poi cadere violentemente a terra. Nonostante non avesse usato, di nuovo, tutta la sua forza, Shiryu ansimava per la fatica dovuta allo scontro con Shunrei.

-Shiryu… dove sono? Che posto è questo?-

La voce della ragazza lo colse di sorpresa. Quando se la ritrovò davanti, però, rimase immobile.

-Che c’è? Qualcosa non va?-

Lui non le rispose e iniziò a bruciare il suo cosmo.

-Che cos’hai? Non… Non mi riconosci?-

-Hai commesso un errore gravissimo, moccioso!- disse.

-Hai dimenticato di vestirti con il kimono!- aggiunse.

-Ah! Maledizione! Transformation!-

Non appena riprese il suo vero aspetto, stava per allontanarsi con uno dei suoi balzi da scimmia ma Shiryu non glielo permise.

-Rozan Hyakuryuha!-

Questa volta il colpo era potente abbastanza da distruggergli la Yù. Quando gli vide il volto senza più maschera, Shiryu si sentì poco bene. Aveva appena stroncato la vita di un ragazzino di soli dieci anni dagli occhi color smeraldo. Tutto per una stupida lotta. All’improvviso comparve davanti a lui un portone d’ottone, mentre alle sue spalle la giungla scompariva e tornava ad esserci il corridoio. In pratica, le stanze erano un’illusione. Quando lo aprì, entrò nella sala dove, davanti a lui, seduto su un trono, vi era l’Imperatore Di Giada. Era un giovane tra i diciotto e i diciannove anni con lunghi capelli neri fino alla schiena, come quelli di Shiryu, occhi lillà e una lunga veste imperiale, che altri non era che la Yù, color verde giada. Shiryu rimase molto meravigliato dal suo bell’aspetto e dal suo cosmo che era pari a quello di Atena.

-Per l’ennesima volta quegli stupidi degli Jade Warriors si sono rivelati degli incapaci. Che infinita tristezza.- disse l’Imperatore tra sé.

-Sono molto dispiaciuto per te, guarda.- disse Shiryu.

-Dov’è Atena, sporco saint? Perché non è venuta con voi? E si che l’avevo pure gentilmente invitata.-

-Basto io per batterti!-

-Povero illuso. Hai davanti a te una divinità. Un insetto come te non potrà mai battermi.-

-Staremo a vedere. Rozan Shoryuha!-

Il colpo andò a segno, ma l’Imperatore non si mosse di un millimetro e non aveva neanche un graffio.

-Ah!-

-Rozan Shoryuha… ha bel nome ed è anche potente…-

L’imperatore si alzò dal trono il quale andò a pezzi a causa del colpo.

-Sì, appunto. Potente, ma non abbastanza contro di me.-

Shiryu rimase senza parole, mente l’Imperatore si avvicinava lentamente a lui.

-Ora conoscerai la forza di un dio!-

-La conosco già, grazie…-

Gli occhi dell’Imperatore s’illuminarono e Shiryu fu scagliato lontano.

-Questo era solo un assaggio. Ecco il piatto forte!-

Il corpo dell’Imperatore iniziò a brillare di verde, mentre tutto intorno tremava. Shiryu era come soggiogato da quel potere.

-Eccoti la punizione imperiale: Divine Intervention!-

L’onda energetica dorata lo colpì in pieno distruggendogli completamente il cloth.

-Il cloth del drago… rinato con il sangue d’oro… non è possibile…-

Privo di una qualsiasi protezione, Shiryu s’inginocchiò per la disperazione.

-Atena ti ha abbandonato. Fossi in te, la rinnegherei.- disse l’Imperatore.

Quelle parole fecero infuriare così tanto Shiryu che iniziò a bruciare il suo cosmo e il disegno del drago comparve dietro la sua schiena.

-Non rinnegherò mai la dea per cui combatto. Se devo rinnegare qualcuno, quello sarai tu.-

-Sfacciato!-

-Rozan Ryuhisho!-

Si gettò contro il suo avversario, ma l’imperatore lo colpì di nuovo con il potere dei suoi occhi scagliandolo contro una colonna.

-Questa resistenza mi innervosisce. Adesso ti… mmmh?-

Una sfera color bianco ghiaccio si diresse verso l’Imperatore che, prontamente, parò con la mano sinistra.

-Ma che…?-

In un attimo tutta la parte sinistra del suo corpo si ghiacciò.

-Notevole. Mi congratulo con te saint di Atena.-

Eirik aveva usato il suo colpo migliore, ma a quanto pareva non era molto efficace.

-Hai permesso al tuo amico di guadagnare qualche secondo di vita in più.- disse mentre liberava, col minimo sforzo, il suo corpo dal ghiaccio.

-Ma così, sarai tu a morire per primo! Divine Intervention!- aggiunse.

Eirik fu investito in pieno, e poté dire addio al suo cloth che si sbriciolava come un biscotto, e volò lontano.

-Holy Strength!-

Il colpo di Nikol andò a segno, ma l’Imperatore era ancora in piedi e illeso.

-Maledizione!- esclamò il saint.

L’Imperatore gli comparve davanti, lo afferrò per il collo sollevandolo da terra, lo lanciò in aria e anche lui subì il potere della Divine Intervention e poté dire addio al suo cloth.

-Non ci saranno più interru…-

-Starry Aura!-

Anche il colpo di Yuuri non ebbe tanta efficacia.

-Che noia. Voi buoni non morite mai?-

Yuuri non era morta come, forse, molti pensavano. Quando si riprese, aveva di nuovo la maschera sul viso e di Fei non vi era alcuna traccia. Uscì dalla stanza del fuoco e, non trovando più le altre stanze ma un breve corridoio con il portone della sala del trono in lontananza, lo raggiunse.

-A quanto pare uno dei tuoi servi non era così fedele come pensavi.- disse la sacerdotessa.

-Ah, sporco traditore. Chiunque sia, non appena vi avrò ucciso, toccherà anche a lui la vostra stessa sorte.- disse l’Imperatore infuriato.

Iniziò a espandere il suo cosmo facendo rabbrividire Yuuri per un attimo.

-Anche se sei una donna non avrò pietà.-

-Non oserà colpirla sul serio, vero? Non si vergogna?- disse una voce.

-Fei! Come hai osato tradirmi? Perché non hai ucciso questa donna?-

Fei comparve in mezzo ai due come avvolto da fiamme.

-E me lo chiede? Non potrei mai alzare il mio pugno su una donna. Non è da me.-

-Non dire assurdità. Sei uno Jade Warrior!-

-Vero, ma prima che lo spirito assopito in me si risvegliasse…-

Una lacrima gli rigò il viso e si girò verso Yuuri.

-Qualche mese prima che lo spirito di Jade Warrior si risvegliasse amavo una ragazza. Si chiamava Chun-Li e tu, Yuuri, tu le somigli come una goccia d’acqua. Stessi occhi e stessi capelli. Purtroppo soffriva di una malattia al cuore, chiamata Angina Pectoris, che me la portò via per sempre. Per questo non me la sono sentita di ucciderti.-

-Fei…-

Il cosmo dell’Imperatore iniziò a bruciare come non mai. Il suo corpo brillava di verde giada.

-Hai tradito e questa è la giusta punizione per i traditori. Jade Aura!-

Fei si mise davanti a Yuuri con le braccia allargate, mentre un forte bagliore verde li investì entrambi. L’esplosione provocò un buco enorme sul soffitto del palazzo. Yuuri si era salvata, fatta eccezione del suo cloth e la maschera, ma Fei era sparito.

-Maledetto. L’ha salvata di nuovo. Però lui ormai si può considerare polvere nel vento.-

Si avvicinò al corpo inerme della sacerdotessa pronto a ucciderla, ma un cosmo alle sue spalle lo arrestò.

-Mi ero dimenticato di te. Che coraggio, vuoi ancora sfidarmi nonostante sei nudo come un verme?-

-Combatterò finché ho vita.- gli disse Shiryu.

-Allora spegnerò la tua inutile vita.-

Sparò, dal palmo della sua mano destra, un’onda energetica verde che si diresse a tutta velocità verso il giovane saint. Quando raggiunse l’obiettivo, l’Imperatore iniziò a ridere, ma smise di colpo. Davanti a Shiryu fluttuava il Gold Cloth della Bilancia.

-Questo è… maestro…-

Si smontò e i pezzi si unirono al suo corpo.

-Il fatto che hai guadagnato un gold cloth non cambia le cose.- disse l’Imperatore con presunzione.

Shiryu scelse come arma le due spade, si mise in posa d’attacco, si gettò verso il suo avversario e lo colpì. Ma in realtà, afferrò le lame con solo due dita di entrambe le mani per poi spezzarle con una facilità assurda.

-No. Non è possibile. Le armi della bilancia non possono rompersi.-

-Ritenta. Sarai più fortunato.- lo sfidò l’Imperatore.

Shiryu non se lo fece dire due volte, afferrò lo shield e glielo lanciò contro. L’imperatore usò il suo sguardo per rispedirlo al mittente che lo evitò per un soffio.

-Adesso basta.-

Detto questo, una forte folata di vento scagliò Shiryu contro una parete, facendogli perdere l’elmo, e svenne.

-E ora farai la stessa fine di Fei insieme ai tuoi amici. Jade… oh!-

Si fermò di colpo.

-Finalmente sei arrivata. Non potevo credere che avresti lasciato morire i tuoi amati saints, cara Atena.-

Atena comparve davanti all’Imperatore con il suo fedele Nike in mano.

-Anche questa volta un hai bel aspetto. Meglio di come vieni raffigurato.- disse Atena.

- Anche tu ogni volta, sei sempre bella. E ogni volta mi verrebbe voglia di dominarti.-

-Non ti smentisci mai.-

-Questa volta la vittoria sarà mia e riavrò la terra sotto il mio dominio. Non sarò più imprigionato da te.-

-È tutto da vedere.-

I due iniziarono a bruciare i loro cosmi. Era impressionante. Due cosmi divini a confronto. Anche Nike iniziò a brillare intensamente accecando per un attimo l’Imperatore.

-Stai per tornare nella tua prigione, Imperatore.- disse Atena.

-Ma fammi il piacere… Jade Aura.-

-MH!-

Il globo dorato lanciato da Nike e il globo verde giada della Jade Aura si scontrarono provocando un’esplosione. Quando il polverone scomparve, l’Imperatore era illeso, mentre Atena aveva la gonna leggermente stracciata.

-Il tuo attacco non è stato particolarmente efficace, Atena. Mi spiace.-

-Ne sei proprio sicuro?-

Piccole crepe iniziarono a formarsi lentamente sulla veste imperiale fino a distruggersi completamente.

-No! La mia bellissima veste. Che tu sia maledetta!-

Nike s’illuminò e comparve dal nulla una grossa pietra blu in forma ovale.

-Torna a dormire Imperatore!-

-Noooo!-

Un raggio blu colpì l’Imperatore, lo spirito uscì dal corpo umano che aveva scelto e ritornò nella sua prigione. Una volta finito, la pietra scomparve per tornare dov’era. Con i suoi poteri divini, Atena rinchiuse i corpi dei suoi saints, di Shunrei e del ragazzo che l’Imperatore aveva scelto come corpo per rincarnarsi, in globi di energia dorati e volarono in cielo. Il giovane si risvegliò nel letto della sua villa non ricordando nulla e anche Shunrei si risvegliò non ricordando nulla. Eirik, Nikol e Yuuri erano tornati al Santuario. Quest’ultima ogni tanto ripensava a Fei e la si vedeva spesso guardare il cielo. Un giorno le sembrò di sentire un rumore alle sue spalle e, quando si girò, vide una piuma della Yù di Fei, la raccolse, la poggiò sul suo petto e sorrise. Shiryu era tornato a far compagnia a Seiya e gli altri nella stanza dell’ospedale. Quello che accadde poi, come si dice, è un’altra storia.