PAVONE PRESENTA:

LA SFIDA DEGLI DEI DELLA PIRAMIDE

ATTO TERZO: PIRAMIDE DIVINA

"Il primo dei tre a farsi avanti ha il volto pieno di cicatrici e la sua corazza sembra coperta da bende, costui dice ai cavalieri: "Sono Motep, generale mummia, sarò io a darvi la morte, prima che voi incontriate i nostri dei che risiedono nella piramide e gli impediate di portare a conclusione il loro piano, di bruciare la terra avvicinandola al Sole", i cavalieri in effetti avevano notato da tempo il caldo, ma credevano che fosse caratteristico solo dell'Egitto.

Motep attacca quindi Maxor con le sue "bende assassine" con cui tenta di soffocarlo, ma il cavaliere del nord cerca in ogni modo di liberarsi, finché ampliando il suo cosmo spezza le bende e colpisce quindi il nemico con gli "occhi del drago", con cui lo atterra, ma Motep si rialza, mentre uno degli altri due afferma: "Motep è già morto, non si può uccidere chi è già morto, e nemmeno noi possiamo morire, lui è Sfinge ed è un essere immortale, mentre io sono Jafed il gran visir di Ammone ed ho grandi poteri".

Sfinge si alza quindi in volo ed attacca i cavalieri con calci e pugni, mentre Jafed alza il braccio destro e, illuminatisi gli occhi, scaglia le "Potenze oscure" contro i cavalieri.

Tutti i cavalieri vengono colpiti dai due generali, eccetto Maxor che è occupato con Motep e Sirio che si difende con lo scudo.

Dopo un primo attacco Josef si rialza ed afferma: "Sfinge so come batterti, affrontami frontalmente se hai il coraggio!", mentre Sirio avanza verso il gran visir; Maxor, intanto riesce nuovamente a liberarsi dalle bende e attacca il nemico con la "Spada di Odino", colpendo prima al petto, poi agli arti, colpi che si dimostrano inefficaci, ma l'ultimo attacco lo dirige alla testa, staccandogliela, con effetto letale verso il nemico che è ora inoffensivo.

Josef riceve i calci ed i pugni potenti della Sfinge, ma sorridendo afferma: "Sei immortale e credi che sia un vantaggio? Ora proverai una tecnica che questa armatura ha risvegliato in me e la tua immortalità di fronte ad essa sarà il tuo primo difetto. Preparati a visitare il Triangolo d'oro da cui entrerai nella dimensione Oscura!", detto ciò forma con le mani il triangolo d'oro e lo lancia contro il nemico, facendolo perdere in esso.

Jafed è sconcertato dalla perdita dei due compagni d'armi ma continua a colpire Sirio, finché il cavaliere d'oro non ampia il suo cosmo, abbassa lo scudo e gli lancia contro il "Colpo dei 100 draghi", che il gran visir non riesce a parare, così da rimanere ucciso.

I cavalieri entrano quindi nella piramide, dove Pegasus avvisa i compagni prima di continuare: "Cavalieri, qui probabilmente troveremo degli dei ad attenderci, quindi per combattere dovremo essere padroni del nostro spirito divino, e solo noi cavalieri d'oro finora lo siamo".

I cavalieri salgono alcune scalinate, finché non si trovano in una zona piana, dove, un essere mezzo uomo mezzo falco li attende a mezz'aria, la divinità viene riconosciuta da Sirio come: "Horus, fratello di Ra", che si lancia contro i cavalieri in picchiata, Kiki lo blocca con il suo "crystal wall", per poi avanzare contro di lui ed attaccarlo con la "Starlight revolution" che lancia il dio contro un muro, Horus allora si circonda di fiamme e si rilancia contro Kiki che stavolta lo colpisce con la "Starlight extiction" con cui lo riabbatte contro il muro, Horus allora cade a terra morente, ma prima di spirare da fuoco alle pareti intorno ai cavalieri che devono correre via da quella zona della piramide, ma un altro dio li blocca: mezzo uomo-mezzo toro, che viene denominato da Sirio come Api, Phoenix si stà facendo avanti per combatterlo, quando Ashes afferma: "Cavaliere, lascialo a me" e ne subisce l'attacco potente e violento, ma, sbattuto contro una parete infuocata, sente la sua armatura potenziarsi ancora di più, percepisce qualcosa di diverso un qualcosa in più che non riesce a classificare e scaglia il suo "Caldo fuoco del meriggio" con cui brucia Api.

I cavalieri corrono verso la punta della piramide, ma lungo la loro strada trovano un nuovo nemico, mezzo uomo-mezzo babbuino, che si rivela essere Thot, il quale attacca i cavalieri con salti veloci che nessuno riesce ad evitare, Andromeda allora ampia il suo cosmo ed avvisa i compagni: "Allontanatevi", detto ciò appaiono le sue catene dorate e il cavaliere della sesta casa scatena il suo colpo sacro, prendendo in pieno il dio che muore nella forte corrente.

Giunti all'ultimo piano della piramide i cavalieri vedono una gigantesca porta dinnanzi alla quale si pongono altri due dei, uno mezzo uomo-mezzo ariete, l'altro mezzo uomo-mezzo sciacallo; il primo afferma: "Voi siete riusciti a giungere qui, ma non potrete battere noi due, Ammone ed Anubi, prima di uccidervi, vogliamo sapere chi ha ucciso Jadef e Motep", Sirio e Maxor si fanno quindi avanti affermando: "Noi due", Anubi allora attacca con il suo cosmo nero Maxor, mentre Ammone scatena dei fulmini dai suoi corni contro Sirio.

Il cavaliere della settima casa para il colpo e scatena il suo "sacro libra" contro il dio che viene abbattutto dal drago dorato di Sirio, mentre Maxor deve fronteggiare il potente nemico, che lo colpisce più volte, finché lui ricorda le sofferenza sofferte come schiavo e gli onori avuti come eroe ad Asgard ed in quel momento sente qualcosa di strano nel suo cosmo, che gli dà la forza di usare gli "Occhi del drago" con effetto distruttivo contro il nemico.

I cavalieri entrano quindi nella sala, dove trovano legate ai bordi di un altare lady Isabel ed Hilda, mentre due divinità siedono dinnanzi a loro, uno ha l'aspetto di un uomo con il volto nero, l'altro ha il volto nascosto da una forte luce simile al sole stesso.

Il primo si alza e afferma: "Cavalieri, siete venuti per accompagnare le vostre damigelle nel mio regno? Nel regno di Osiride, colui che giudica i morti nel credo egizio e lui è il sommo dio Ra, che voi per vostra fortuna non dovrete sfidare" ed ampia il suo cosmo tanto da far divenire l'altare un buco nero in cui sono attratte le due giovani, i cavalieri cercano di avanzare, ma il cosmo di Osiride li blocca, allora Sirio afferma: "Cavalieri insieme ancora una volta per Atena, per la giustizia e per chiunque vi creda divinità o mortale" ed uniscono i loro 26 colpi migliori in una gigantesca sfera energetica a tratti dorata, che colpisce in pieno il dio-giudice, rispedendolo nel suo buco nero, che scompare dietro di lui.

Ra allora si alza ed inizia ad avanzare verso i cavalieri che si preparano allo scontro, ma il dio ampia il suo cosmo, la sua testa inizia ad illuminarsi ancora di più e una voce parte da quella sfera di fuoco: "Pazzi, morirete, per mano di Ra, riuscirò dove Zeus ha fallito, voi non potrete niente contro di me, e poi brucerò la terra, con l'energia del mio dito indice", i cavalieri si sentono soffocare, i 7 guerrieri del nord svengono per il caldo, i 7 nuovi generali dei mari vengono scaraventati fuori dalla piramide dal cosmo di Ra, mentre i cavalieri d'oro riescono a sostenere il caldo, tanto da sentire una voce che afferma: "Mai dio egizio riuscirai in questo, tu non sei come mio padre, non assorbi la forza dagli spiriti degli altri dei mentre hai un corpo, quindi sei mio pari, se non inferiore ha me che ho l'aiuto dei miei dodici eroici cavalieri d'oro" afferma Atena, che intanto si era liberata ed è ora pronta per attaccare il dio egiziano del Sole.

Lady Isabel ampia il suo cosmo, che si unisce a quello dei dodici cavalieri, così la dea colpisce Ra con la sua energia eliminandolo.

Il nemico è battuto, ma lady Isabel è stanca, tanto che cade a terra, i suoi 12 cavalieri le corrono intorno, quando un nuovo cosmo appare nella stanza, pari a quello di tre divinità insieme ed una voce afferma: "Cavalieri d'oro, voi siete fortunati e impuri, poiché riuscite ad uccidere le divinità, lo avete fatto con Zeus ed i suoi figli ed ora anche con Ra, ma noi tre vi prenderemo e vi uccideremo." ed una gigantesca rete dorata cattura i cavalieri d'oro, che incapaci di difendersi scompaiono nel nulla, mentre i 7 cavalieri del nord si risvegliano inconsapevoli dell'accaduto".