CAPITOLO 11 - GOING UNDER

Alexandra si guardava le mani come se appartenessero ad un'altra persona. Aveva avvertito i cosmi esplodere e perdersi nel vuoto sovrastati da una supernova.

Mu

Quel ragazzo così quieto e gentile.

Cosa avrebbero dovuto sopportare? Quale attacco ancora?

La sua mente andò per un attimo a quei ragazzi in nero che avevano combattuto i cavalieri d'oro in Giappone solo un paio di giorni prima. Hades in persona aveva ordinato di portarla in salvo.

I miei cavalieri

Così li aveva definiti Milo, i suoi paladini, avrebbero dovuto combattere per lei ancora, nuovo sangue per liberarla dalla stretta di Athena

Oh no

Il suo cosmo scalciò contro le restrizioni imposte come un cavallo imbizzarrito, doveva fare qualcosa, doveva impedire che accadesse di nuovo. Afrodite, Deathmask...questo significava che i cavalieri d'oro avrebbero dovuto affrontare i loro fratelli.

La barriera esterna cominciò a vacillare.

Doveva concentrarsi, fare il possibile

Hades

Elettricità allo stato puro, lampi azzurri di pura energia dalle sue mani

"Fermati! Finirai per ammazzarci!" la voce concitata di Elena, le mani di Kanon che la trattenevano insieme al suo potere

Lei aprì gli occhi di scatto, diventati di un verde profondo

"Lasciatemi andare! Non capite? E' una guerra che volete?" la sua voce, ora, assomigliava a quella di Athena, secoli di conoscenza si riversarono nella sua mente. Potere.

Una luce azzurra si propagò da lei come acqua, andando a lambire in cerchi concentrici tutto il santuario, la dea era sveglia. La barriera si ruppe completamente, la sua voce giunse fino all'inferno.

Poi tutto svanì, in fretta, lasciandola spossata ed in ginocchio sul freddo marmo. Il bracciale, gli opali incrinati, aveva lasciato tagli e bruciature sulla pelle abbronzata, il sangue scarlatto sul candore del santuario.

"Kanon" la voce di Elena era un fermo sussurro "Cosa stiamo facendo?" il ragazzo le accarezzò i ricci "Siamo davvero dalla parte della giustizia?" abbassò gli occhi sulla ragazza che giaceva, ansante ai loro piedi

"Non lo so, Elena." la abbracciò "Non so più cosa fare..." poi un insieme di energia, cosmi d'oro lucenti come stelle alla prima casa "Ma forse un confronto con vecchi amici mi consiglierà per il meglio"

Le schioccò un rapido bacio per poi uscire nella notte.

 

Alla prima casa tutto fremeva, l'aria frizzante come dopo un temporale profumava delle emanazioni dei cosmi degli astanti, riuniti nella sala principale.

"Bastardi!" Aiolia stringeva i pugni talmente forte che le nocche, bianche, fremevano

"Fare così non ti aiuta affatto" Aldebaran gli aveva stretto una spalla facendola sparire sotto alla sua mano possente

"Sia chiaro che noi cavalieri di bronzo vi aiuteremo qualsiasi pericolo dobbiate affrontare. Ma" Seiya aveva abbassato gli occhi "Non capisco perché non possiamo semplicemente consegnarla nelle mani di Hades. Se questo è quello che vuole. Perché tenerla prigioniera?"

Milo scosse la massa di ricci scuri

"So che il suo sangue serve a risvegliare l'armatura di Hades, tutto qui." si sfregò le mani

Camus, ci sei anche tu là fuori, vero?

Il suo cuore prese a battere più velocemente.

"Se dovessimo subire un attacco sapremo come difenderci, tuttavia è innegabile che loro siano molto più numerosi di noi." la logica di Mu era schiacciante

"Penso che Hades stia disponendo dei nostri cavalieri defunti come avanguardie, in modo da non subire ingenti perdite tra le sue fila" continuò passandosi una mano sulla fronte, segno di evidente preoccupazione.

"Quindi comunque vada, siamo fottuti..."

"No, nobile Aiolia," la voce di Shaka giungeva come balsamo su ferite aperte "Noi possediamo un'arma molto efficace" aggiunse estraendo dal suo cosmo un lungo rosario di legno chiaro.

A quelle parole gli altri cavalieri sorrisero

"Forse, allora, abbiamo ancora una qualche speranza..."

"Io direi di lasciarla andare e tanti saluti" quella voce, sentirla di nuovo risuonare tra le sale dei templi era destabilizzante mentre il gemello di Saga si appoggiava languidamente ad una colonna

"Disturbo? Nessuno si è preso la briga di avvertirmi di questa riunione..." sorrise, sornione come un gatto

"Buongiorno anche a te, cavaliere di Gemini, la tua armatura sta per essere ultimata." Mu parlò con grave serietà, i suoi occhi verdi come la laguna velati di un'indicibile tristezza.

"Un'armatura d'oro, Mu ma ti ha dato di volta il cervello?!" era la volta di Aiolia, lamentarsi non era mai stata una delle sue opzioni, lui agiva, spinto da una forza interiore impressionante, la stessa di suo fratello Aiolos, ma ora Mu scosse la chioma, sconsolato

"Ragazzi, non abbiamo tempo per rinfrescare i pensieri, abbiamo bisogno di più alleati possibili, Kanon è sempre stato un valente guerriero, mente agile e braccio veloce, non vi chiedo di amarlo né di perdonarlo, solo di collaborare. Che lo vogliate ammettere o no, siamo inferiori ai giudici di Hades, e per numero e per capacità, non conosciamo l'entità dell'attacco che dovremo sostenere, quindi sarà meglio che Kanon indossi l'armatura dei Gemelli, così ci potrà aiutare, altrimenti è inutile che partecipi" Milo impallidì "Come vuoi, tanto poi fai sempre di testa tua" la sua voce lamentosa, ma il guerriero greco aveva colto nel segno, non potevano più permettersi di scegliere, non potevano rischiare, non questa volta.

"Ascoltatemi bene, cavalieri" una voce imperiosa risolse tutti i battibecchi, Dohko era ritornato, sanguinante e arruffato, sosteneva Shion, l'armatura nera e lucente.

"Shion ha...confessato" il vecchio cavaliere d'Ariete non poté fare a meno di abbozzare una risata

"Non dobbiamo lasciare che Hades le metta addosso nemmeno un'unghia"

Gli astanti ristettero, il cavaliere di Libra continuò

"In realtà non è solo l'armatura o la spada ciò che Persefone può fare. I suoi poteri uniti a quelli di Hades possono letteralmente rendere gli Specter immortali, nonostante il rosario di Shaka." tutti si zittirono, l'aria carica di elettricità era diventata come un telo di velluto

"Questo avalla la mia tesi di lasciarla andare" la voce di Kanon era poco più di un sussurro, roca e profonda. Cercò di ignorare gli sguardi d'odio e sufficienza che sembravano volerlo trapassare come frecce d'oro

"Aprite gli occhi! Lei non ha motivo di mettersi contro di noi. E' cresciuta con voi." fece un gesto generale nella direzione dei cavalieri d'oro "E' amica di voi due" si voltò verso Hyoga e Ikki "E' andata in crisi perché ha visto combattere i suoi giudici contro di voi, o no? Talmente scossa da svegliare il suo cosmo e ferirti, o sbaglio, Mu?" il cavaliere dell'Ariete annuì "Quindi ritengo che l'ultima cosa che voglia sia un massacro! Per di più sembra essere innamorata di Hades al punto di volerlo seguire nell'oltretomba, posticino carino per una luna di miele, che dite?"

"Arriva al punto, traditore!" lo apostrofò Aiolia con disprezzo, Kanon sembrò ignorarlo

"Pensate cosa succederebbe se dovessimo costringerla ad assistere ad una guerra. Se vedesse quei ragazzi che ha conosciuto poco più che bambini, uccidersi tra loro senza pietà. Se vedesse i suoi giudici essere fatti a pezzi da voi."

Tutti zittirono

"Ci odierebbe, odierebbe la stessa Athena" concluse Shaka, il rosario tremava leggermente nelle sue mani

"E avrebbe un motivo valido per aiutare Hades e scatenare l'inferno al Santuario"

"Senza contare" concluse il greco incrociando le braccia sul petto "Che Hades non esiterebbe a dichiarare guerra solo per potersela venire a riprendere."

Abbassarono gli occhi, contriti, colpiti dalle veritiere affermazione di Kanon.

Poi esplose.

Potenza allo stato puro.

Fu come se la galassia fosse collassata su se stessa e congelata. Corsero fuori, le armature scintillanti, assieme a quella dei Gemelli che andava a protezione del Dragone Marino.

Saga, Camus, Shura.

I loro cosmi frementi di oscura disperazione

"Siamo qui per uccidervi. Combattete, cavalieri!"

Hades si risvegliò da un sonno profondo di soprassalto, al richiamo di una voce conosciuta, l'unica che fosse in grado di far muovere il suo cuore ghiacciato. Sollevò a sedere sulle lenzuola di seta nere che Pandora aveva voluto a tutti i costi per il suo letto a baldacchino.

Hades

La sua voce.

Come era riuscita ad arrivare fino a lui? Senza dubbio era in pericolo.

Le mani stavano tremando senza controllo, Non poteva lasciarla sola. Al diavolo il piano di Pandora, al diavolo Athena e tutto il suo Santuario. Doveva recuperarla e fare in fretta. Chiamò telepaticamente i tre giudici maggiori che lo raggiunsero attimi dopo. Convocò alcuni Spettri che coprissero loro le spalle durante l'inevitabile scalata fino alle stanze della dea, al Santuario di Atene.

"Mi chiedo se questo non sia solo un suicidio..." Aiakos, a mezza voce, esprimeva le sue paure ad un Minos ancora più pensieroso del solito. Lo spazio acanto a loro confuso in una macchia indistinta mentre seguivano il loro sovrano alla massima velocità.

Il Grifone scosse la testa dopo quella che era sembrata un'eterna riflessione "No. Hades non rischierebbe mai la nostra vita in modo così avventato. Qualcosa sta cambiando nel suo cuore. Posso avvertirlo. Ma non è uno stupido ragazzino innamorato." gli concesse un mezzo sorriso "Forza, Aiakos, se ci va bene abbiamo l'occasione di fare un po' di esercizio..."

Rhadamanthys, a fianco del dio si voltò nella loro direzione con uno sguardo truce.

Athena era balzata a sedere sul letto come se una corrente elettrica ad alto voltaggio l'avesse percorsa. Con una mano andò a svegliare Poseidone che dormiva ancora, accanto a lei, cullato dal rumore delle onde in lontananza.

Il cosmo di Persefone aveva invaso il santuario imperioso come la marea, un cosmo pieno di dolore. Ed ora, Saori lo sapeva bene, sarebbe arrivato anche Hades con la sua armata. Avvertì il braccio del dio del mare cingerle le spalle con fare protettivo ed i cosmi dei generali marini palesarsi all'esterno del tempio.