Blue Dream

Perché, nonostante tutto, la notte è così cupa? In cielo le stelle risplendono e il sole attende l’alba per sorgere ancora… grazie a coloro che hanno sconfitto le tenebre, impedendo al Signore degli Inferi che governa la morte, di far trionfare il suo scopo di morte totale per l’intero universo.

Loro, gli eroi, sono i sacri guerrieri di Athena, loro hanno donato la vita perché la vita ancora potesse fare il suo corso, perché il mondo non dovesse subire una fine così orrenda, così prematura e immeritata… perché, seppur è vero e palese che la corruzione esiste laddove c’è vita, è altrettanto vero che la speranza e la fede in un ideale di pura bontà possono tornare ad essere il motore che tutto fa muovere… loro, i ragazzi, ce lo hanno dimostrato, loro, l’esempio da seguire, l’ideale cui aspirare per mostrarsi degni di ciò per cui davvero vale la pena esistere.

Sembrano parole di gratitudine e gioia le mie, contraddicono con la prima, distruttiva osservazione… certo… in effetti c’è un contrasto terribile in me, che mi fa sentire egoista, privo di quell’orgoglio che dovrei mostrare in quanto apprendista del gold saint della Prima Casa… di lui, che non è tornato, insieme ai suoi compagni della più elevata gerarchia al servizio di Athena. Questo mondo fantastico e pieno di luce, di questa luce può ancora vivere grazie al sacrificio di quella luce che si è spenta, quella dei dodici gold saints del Grande Tempio di Athena, perché, se non fosse stato per loro, Seiya e i suoi fratelli non sarebbero riusciti ad infrangere il muro del pianto che li separava dall’Elisio e ad attraversare la dimensione che ha consentito loro di salvare Athena e di sconfiggere definitivamente Hades.

Da allora, la terra è salva, ha ritrovato il sole ma io sono piombato nell’incubo; sono cambiato… il ragazzino dai capelli fiammeggianti e dispettoso come un folletto non esiste più; perderlo… perdere Mu… ha significato per me la perdita della mia infanzia e della mia spensieratezza, una spensieratezza comunque consapevole di quanto il nostro mondo sia immerso nella sofferenza… in effetti mai mi sono tirato indietro, pur nella mia incapacità di elevarmi al livello di un autentico saint, quando era richiesto il mio aiuto, mai mi è mancato il coraggio… ma tutto questo perché lui era al mio fianco e consapevole della sua guida, del suo fermo e discreto vegliare alle mie spalle, ho fatto del mio meglio perché fosse degno di me. Tuttavia, per quanto fossi consapevole, solo ora mi rendo conto che non avevo mai realmente riflettuto sull’eventualità di perderlo… incoscientemente, perché nel destino di un sacro guerriero è contemplata come altissima probabilità quella di una scomparsa precoce… non mostrarmi preparato è stato solo ed esclusivamente un mio errore… errore gravissimo, ulteriore conferma che non ero degno di essere un saint, come non ero degno di lui… di tutti loro, i gold saints, già proprietari di un’armatura alla mia età, già piccoli adulti con alle spalle una vita densa, seppur breve… al loro confronto, io sono cresciuto nella bambagia, la mia esistenza è stata relativamente facile e felice… fino ad ora… perché c’era lui…

Sto camminando adesso, non so per andare dove… una vana ricerca per ridare un senso alla mia vita, perché mi sono smarrito nella notte e non credo di riuscire a ritrovare ancora il mio sole… non mi ero mai reso conto di quanto fondamentale fosse per me il suo sorriso al mio risveglio, quanto i suoi pacati rimproveri e gli sproni affettuosi costituissero la voce della mia coscienza… e ancora una volta sento di averlo deluso perché come potrebbe, un uomo come lui, accettare da me, suo discepolo, tale arrendevolezza? Probabilmente si aspettava un altro tipo di reazione da questo bambino vispo e dispettoso, si aspettava che avessi imparato qualcosa da lui, si aspettava che avrei preso in mano la situazione e ne avrei fatto qualcosa della mia vita… si aspettava che sarei stato in grado di camminare con le mie gambe perché sicuramente aveva dato per scontato che non avrebbe potuto guidarmi per sempre… pensava di avermelo insegnato bene questo… ed è vero, non si discute la sua validità di maestro… E’ tutto mio il demerito, io non sono stato un buon allievo!

La disperazione mi assale, impietosa, come impietosa è stata questa guerra; finirà mai questa valle di tenebra nella quale annaspo? Troverò un senso a tutto questo? Il senso è nella salvezza del mondo, questo mi ripeterebbe Mu, questo mi sono sentito ripetere da chi ha fatto di un tal ideale la propria ragione di vita… ideale che credevo fosse anche il mio, forse lo è ma non so più nulla, non saprò più nulla se lui non mi guiderà ancora! Era troppo presto Mu-sama, io non ero ancora pronto per essere lasciato solo, per essere lasciato da te! E’ vero, sarebbe stato troppo presto anche tra anni, tra secoli, perché la verità è che senza di te non sono e non sarò mai nulla! Ho fallito la prova per diventare saint, pur avendo te come maestro e fallirò anche la prova dell’affrontare la vita perché mi sento come un bambino smarrito, una minuscola creaturina singhiozzante, allacciata a se stessa, desiderando l’abbraccio di qualcun altro e ho dovuto perderti per capire quanto realmente contassi per me, per capire come questa sia sempre stata la mia paura più grande, per quanto inconscia, forse perché la negavo a me stesso, rifuggivo il terrore di perderti celandolo dietro quella maschera di ridicolo clown che mi porto dietro da quando sono nato! E una parte di me che solo adesso ho imparato a conoscere supplicava, implorava, senza un briciolo di dignità, affinché tu non mi lasciassi mai solo! Ora lo ricordo… era un mio incubo ricorrente fin da piccolissimo e lo avevo rimosso: tu mi davi le spalle e poi scomparivi, in un lago di sangue che ti inglobava, fino a dissolverti nel suo disgustoso, rossastro sciacquio di morte… e io tendevo la mano, chiamando il tuo nome ma tu non mi rispondevi mai perché, a tuo dire, mi avevi già insegnato tutto e un guerriero al servizio di Athena, che sia santo o meno, non deve mai lasciarsi andare! Te lo promettevo quando ero sveglio ma non riuscivo a fare altrettanto nei miei sogni di bambino solo all’apparenza più forte di tanti bambini comuni.

L’incubo si è avverato e io mi sciolgo dal mio bozzolo solo per alzarmi e mettermi a correre, tendendo ancora quella mano, chiamando ancora il tuo nome… e come in quei vecchi sogni ti vedo… non posso difendermi da  tale visione come facevo allora, ripetendo a me stesso che non si trattava altro che di un terribile sogno… quello che vedo è reale e realmente ti sei dissolto, scomparso per sempre da questa Terra che ti deve la propria salvezza… ma io ti rivoglio indietro, ti rivoglio con me, non sono forte Mu-sama, non sono in grado di accettare ciò che ti è accaduto… ciò che mi è accaduto! Ora so di essere solo un bambino che piange tutta la sua angoscia perché colui che gli ha fatto da fratello e da padre non potrà mai più insegnargli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

So cosa mi diresti… queste cose le dovrei avere ormai imparate… forse è vero, forse le ho imparate e so distinguere il bene dal male ma questo non mi basta per sopravvivere in questo mondo senza di te… non c’entra con ciò che tu sei… eri… con ciò che io dovrei essere… creature tanto distanti dalle persone cosiddette normali.. dovremmo saper dominare le emozioni tipiche delle persone normali e io non dovrei essere un infante in lacrime che piange la scomparsa del suo punto di riferimento essenziale… dovrei assumere il mio ruolo di difensore di Athena, dovrei ascoltare il mio cuore, saper ascoltare ciò che mi dirà, la via che mi indicherà, ciò che dovrò fare in nome di Athena… ma al mio cuore so carpire ora un solo messaggio: che tu non ci sei più ed io sono esclusivamente un essere inutile e senza senso alcuno.

E posso solo chiamarti, posso solo tendere questa mano, all’infinito e crogiolarmi nell’incubo per l’eternità…

 

 

 

 

"Kiki… Kiki insomma! Che cosa c’è? Svegliati!"

Svegliarmi? Perché? Per scoprire che non ci sei, che questa volta è tutto reale? Ma come sempre non posso fare a meno di obbedirti e i miei occhi si aprono, per affondare in pozze di smeraldo prezioso, nell’inconfondibile conformazione, misteriosa, quella che appartiene anche ai miei occhi… ma ai miei manca quella profonda, secolare saggezza, perfettamente armonizzata ad una purezza che non perde mai un candore quasi infantile.

L’incubo si è mutato in un bellissimo sogno e ora nessuno potrà chiedermi di tornare da esso, nessuno potrà chiedermi mai di svegliarmi e gettarmi in una realtà che non voglio affrontare.

"Si può sapere cosa ti è preso?"

La tua voce dolce come un canto, il tuo sorriso… istintivamente mi stropiccio le palpebre con le mani chiuse a pugno e mi metto seduto, cautamente; ho paura a compiere ogni singola mossa, perché temo che questo bel sogno si sfaldi e tu mi lasci nuovamente solo.

"Hai avuto un incubo? Ti ho sentito chiamare il mio nome e stai ancora piangendo…"

La tua mano si muove, il tuo dito mi accarezza gentilmente la guancia.. è così concreto e reale questo semplice contatto tra noi…

Mi guardo intorno… questo è il mio letto, intorno a me le cianfrusaglie sparse nella mia stanza in perenne disordine… dalla finestra semiaperta penetra un raggio di sole e oltre essa, le distese montuose del Jamir, tanto care a noi… ad entrambi…

Anche ieri ero qui, anche ieri l’ho trovato seduto accanto al mio letto e come ieri ora lo so… lui è tornato, come tutti, lui è ancora con me, a vegliare sulla mia crescita fisica e spirituale.. ora so che non è un sogno… Aver temuto, anche se per poche ore, dopo la Guerra Sacra, che tutti loro fossero morti, ha riportato alla mia memoria gli incubi di un’infanzia che ora so non essersi ancora conclusa del tutto… sono ancora troppo fragile e debole ma non me ne importa in questo momento, mentre gli getto le braccia al collo e affondo il viso nel suo petto ampio… crescerò, te lo prometto Mu-sama… ma per questa volta almeno, lasciami essere un bambino e permettimi di piangere per la gioia di saperti ancora con me!