Capitolo primo -

PERICOLO AL GIARDINO DI VENERE

Una leggera brezza muoveva i petali di una grande margherita color arancio scuro.

Il cielo era terso e nessuna nuvola era all’orizzonte.

"E’ così bello il mondo, non me lo ricordavo così splendido e vivo..." sussurrò una donna vestita di una leggera tunica rossa scuro e la riccioluti capelli.

Intorno a lei stava un sconfinato prato su cui ogni tanto spuntavano colonne e muretti avvolti i rose rampicanti dai colori sgargianti.

Il cinguettio dei usignoli.

Tutto era pace mentre un’ombra passò sopra il sole oscurandolo due volte.

"Madre Venere!" disse un giovane ragazzo a torso nudo seguito da un secondo.

"Eros, Anteros figli miei..." rispose la dea sorridendo dolcemente.

Il primo portava lunghi capelli dorati che risaltavano su di una carnagione abbronzata e su due occhi verde acqua, mentre il secondo aveva i capelli color rosso sangue e gli occhi verde scuro.

I due si inginocchiarono.

Entrambi indossavano una sottile e breve armatura che copriva ben poco del loro corpo eccetto quella di Anteros che copriva interamente un braccio intero con le sue ampie spalline che scendevano.

"Scusa il ritardo madre!" si scusò Anteros rialzandosi.

"Non importa figli miei, l’unica vera cosa importante e che ora siete giunti a rallegrare la mia..." ma mentre terminava la frase un’aura cosmica di enorme potenza venne da tutti i presenti percepita.

Dal cielo cadde una leggera brina e assunse il color rosato dell’alba.

Tre figure apparvero in controluce.

Due erano slanciate mentre la terza si denotava che fosse chiaramente femminile.

"Voi chi siete?" chiese Eros parandosi avanti.

"Il mio nome è Daphnis e con me c’è Magellano entrambi al servizio della grande Dea dell’Aurora..." rispose il guerriero vestito di una verdeggiante armatura non integrale.

"Quindi lei è..." chiese con un tono tenue di voce Anteros.

"Io sono Eos e sono stata mandata dalla regina degli Dei per eseguire l’ordine che mai la somma Era avrebbe voluto impartire!" rispose la dea apparendo il tutto il suo splendore.

"Cosa la divina Era?" rimase stupito sempre Anteros mentre sul viso di Venere scendeva una goccia di sudore.

"Si lei, non ti stupire Venere per il tuo atto di allenanza con Ercole sono stata costretta a venirti a punire, punire tale insolenza!"

"Punirmi è perchè, cosa mai avrei fatto di male nell’aiutare per quanto possibile l’unico Dio che oltre Atena ama gli uomini e la Terra?" chiese Venere intimorita.

"E’ inutile che fai questa messa in scena, tanto il tuo destino è comunque segnato!" e con queste parole Eos espanse il proprio divino cosmo e scagliò una sfera di energia verso l’indifesa Venere.

"Madre..." urlò Eros mentre la sfera di energia volava verso la Dea.

Un bagliore improvviso e una corazza apparve dal nulla avvolta in una tenue luce rosata.

Ogni singolo pezzo si scompose e si andò a sistemare sul corpo della Dea.

"Maledetta eccone un’altro!" e nuovamente la sfera piombò contro Venere.

Un bagliore e dinanzi alla gigantesca sfera apparve Anteros che con entrambe le mani stava bloccandola.

"Anteros spostati di lì, l’energia della sfera ti ucciderà vaporizzandoti!" urlò Eros saltando in alto e caricando il suo dorato arco.

"GOLDEN LOVE ARROW colpisci!" urlò mentre la freccia sfrecciava a una grande velocità verso Eos.

Un boato e Anteros ricadde a terra ferito e con quasi tutta l’armatura gravemente danneggiata.

"Stupidi ora mi avete fatto arrabbiare!" e una potente serie di sfere luminose si abbatterono su Anteros ed Eros scagliandoli a terra sanguinanti.

"Bene e due sono sistemati!"

Venere indietreggiò di alcuni passi e dinanzi a lei comparve un cavaliere dai lunghi capelli azzurri.

"Un’altro verme?" chiese Eos.

"Sono Paride della Rosa sacrò protettore della Dea dell’Amore!" rispose il cavaliere alzando il proprio cosmo al massimo.

La dea dell’Aurora si voltò e nel farlo i due cavalieri con lei si avventarono contro il guardiano di Venere colpendolo entrambi con un raggio direttamente nel cervello.

Paride cadde a terra urlando e tenendosi le mani alla testa prima di scomparire dalla vista insieme ai due cavalieri di Eos.

"Ora non c’è più nessuno che ti possa aiutare Dea della Bellezza, preparati a morire!"

Il cosmo di Eos si espanse oltre ogni limite conosciuto.

"Aspetta, non avrai creduto di averci già sconfitto?" disse Eros riapparendo seppur affaticato insieme al fratello Anteros.

"Vi ho sottovalutato, dopotutto siete anche voi delle divinità anche se minori..."

"Ti costerà cara Dea dell’Aurora: ETERNAL LOVING!"

Dalle mani unite di Anteros uscì una fascio di luce circolare che avvolse Eos.

"GOLDEN LOVE ARROW" urlò subitò dopo Eros scagliando la sua freccia carica del suo potere.

Eos richiuse gli occhi e li riaprì.

Eros e Anteros vennero investiti da una potentissima onda d’urto che gli scagliò a terra svenuti.

"Prima vi ho sottovalutato ma ora non più ed adesso giacete a terra morti!" disse allontanandosi dai due dei.

"Ora sono tutta tua Venere!"

"Vieni pure!" rispose la Dea della Bellezza tirando fuori uno specchio.

Lo scontro era appena iniziato.