INTERVISTA A KUNIO TSUJITA

Qui di seguito un’ntervista a Kunio Tsujita, colorista nella quasi totalità della produzione Toei su "I Cavalieri dello Zodiaco", dalla serie classica a Omega. L’intervista è stata originariamente pubblicata nel marzo 2012 sull’artbook Saint Seiya Pia. Grazie ad Archange e SaintSeiyaPedia per la traduzione dal giapponese, e ad Aledileo per la traduzione in italiano.

1) Lei ha praticamente lavorato su tutte le serie tv de "I Cavalieri dello Zodiaco".

Tsujita: Ad eccezione del film "L’ultima battaglia" (quello su Lucifero), ho effettivamente lavorato a tutte le serie de "I Cavalieri dello Zodiaco", dal primo episodio della saga all’adattamento del capitolo di Ade, passando per i film. Detto così, sembra che sia molto vecchio (ride). Ma ero ancora un giovane agli esordi quando ho cominciato a lavorare sulla vecchia serie de "I Cavalieri dello Zodiaco", che è stata la mia prima serie televisiva quindi. Ma all’inizio non lo vedevo come un progetto immenso, e sono dunque rimasto sorpreso quando all’improvviso la popolarità è esplosa. Lo studio di produzione era pieno di adulti, con molta esperienza, che mi hanno insegnato molte cose e grazie a loro sono potuto riuscire nel mio lavoro. E sono molto felice che ciò oggi mi dia l’opportunità di partecipare a questa nuova opera che è "Saint Seiya Omega".

2) In che maniera sceglie i colori?

Tsujita: All’epoca, la Toei Doga (oggi Toei Animation) affidava il design dei colori dei personaggi ai disegnatori artistici. Inoltre, la coordinazione dei colori su "I Cavalieri dello Zodiaco" era affidata a Tadao Kubota, dello studio Mukuo, che concepiva i design dicendoci: "fate all’incirca, così". Anche lo sponsor Bandai prendeva parte alla produzione delle prime tappe e ci sottoponeva delle proposte e degli inviti, pensando alla trasformazione in modellini. Io riunivo le proposte degli artisti e dello sponsor e le usavo come spunto per produrre delle cell, che sottoponevo in seguito al capo regista (Kōzō Morishita), al produttore (Yoshifumi Hatano), a Tadao Kubota, a Shingo Araki e a Michi Himeno, per essere convalidate o per apporre delle correzioni. Inserivo anche dei suggerimenti da parte mia, del tipo "che ne pensate di questo?", ma all’inizio sono stati tutti rifiutati (ride). Le cose sono dunque continuate in questo modo nel corso degli episodi e a mano a mano è stato deciso di affidarmi il design dei colori: "è opportuno che il signor Tsujita se ne occupi". Mi è stato permesso di occuparmi di un po’ tutto ciò che riguarda i film e nel capitolo finale di Nettuno sono stati utilizzati quasi sistematicamente i miei suggerimenti. Era già stato deciso, invece, che le armature di scaglie sarebbero state prevalentemente di color arancione. È stato più tardi, all’epoca di Ade Santuario, che ne sono stato totalmente incaricato.

3) Sembra che sia stato Kōzō Morishita a suggerire che resa dovevano avere le armature?

Tsujita: Sì, ci aveva detto: "vorrei delle ombreggiature simili a queste", e allora ho riflettuto sull’equilibrio di tutto ciò. Poiché le cell una volta erano colorate a pittura, era necessario tener conto di una tavolozza di 140 colori.

4) In che modo sono stati attribuiti i colori ai cinque Cavalieri dello Zodiaco principali?

Tsujita: è stato previsto, fin dall’inizio, di avere degli schemi di colore diversi per ogni personaggio, ma bisognava evitare le separazioni di colore troppo categoriche o ciò avrebbe finito per renderli un gruppo di eroi da sentai. è stato dunque necessario riflettere su un equilibrio di colori che desse armonia. L’idea generale era di avere Pegasus = bianco, Sirio = verde turchese, Cigno = blu pallido, Andromeda = rosa, Phoenix = arancio-rosa. Alla fine, il bianco stesso è stato utilizzato come base per Pegasus e Cigno e delle ombreggiature blu pallido sono state aggiunte per differenziarli. La differenziazione tramite i colori di degradazione dell’ombreggiatura è stata applicata anche ai Cavalieri d’Argento. Poiché le Armature d’Argento erano fortemente argentate, le variazioni sono state applicate tramite i colori delle ombreggiature e dei vestiti portati al di sotto.

5) I colori dell’armatura di Phoenix sono considerevolmente cambiati quando l’armatura ha assunto un’altra forma.

Tsujita: Phoenix è qualcuno che è sempre stato particolare nel gruppo dei cinque e all’inizio non sapevamo se sarebbe stato un alleato o un nemico. È anche per questo che la codificazione dei suoi colori è diversa dagli altri quattro. Il suo schema di colori è stato scelto al fine di farne un antagonista. E poiché è nell’idea di una fenice elevarsi dalle fiamme per risorgere, dei tocchi arancioni sono stati applicati sulle parti dell’armatura e alla sua aura.

6) Eravate più liberi per ciò che riguarda i personaggi non destinati a uscire in modellini, come i numerosi personaggi nemici o quelli esclusivi dell’anime?

Tsujita: No, poiché prendendoci troppe libertà avrei corso il rischio di deviare dai sentimenti del manga originale. Bisognava mantenere una certa misura per evitare che gli spettatori dicessero: "ma questa non è un’armatura!". È molto più semplice lavorare su dei personaggi su cui sono presenti degli obblighi di colori di base o profondità di colore che su dei personaggi inediti per i quali bisogna fare molta attenzione alla composizione dei colori scelti.

7) Anche i colori delle Armature d’Oro sono cambiati rispetto al manga, utilizzando dei toni diversi.

Tsujita: Poiché utilizzare un unico tono d’oro non era ancora stato fatto, dal punto di vista della fotografia, ho utilizzato tre colori d’oro diversi. Un oro "platino" abbastanza chiaro, un oro "convenzionale" per servire come colore di base e un oro "arancione". Il tutto è stato arricchito da delle gemme aggiunte in fase di character design. In generale, il signor Kubota proponeva la ripartizione dei colori, poi noi discutevamo tutti assieme al riguardo al fine di apportarvi degli aggiustamenti.

8) La serie di Asgard, che ha fatto seguito al Santuario, ha messo in scena dei personaggi inediti, i Cavalieri di Asgard.

Tsujita: Il lavoro sul design ha avuto luogo in parallelo alla produzione del secondo film e ho avuto la tendenza ad applicare dei colori che non erano stati molto utilizzati nelle armature. Poiché una regione fredda evoca l’utilizzo di pellicce, ne abbiamo utilizzate alcune ispirate ai lupi, e abbiamo riflettuto a lungo anche su altri dettagli al fine di distinguer chiaramente i Cavalieri di Asgard dai Cavalieri di Atene. Per ciò che riguarda il capitolo di Nettuno, venuto subito dopo, di cui parlavo prima, utilizzare un colore dorato avrebbe dato l’impressione di oro contro oro, e non sarebbe stato desiderabile. E’ stato quindi utilizzato l’arancione come colore di base, cui sono state poi aggiunte delle parti dorate.

9) I Cavalieri d’Oro della gamma "Saint Cloth Series" [die-cast] erano di un colore unico, ma le armature dei Generali al contrario erano tinte come nei settei dell’anime.

Tsujita: Beh, questa è una storia che riguarda l’aspetto tecnico che Bandai ci ha raccontato dopo la diffusione, ma in effetti anche se per noi aggiungere delle variazioni nette di colore è una cosa facile, limitata all’aggiunta di qualche linea sui disegni, fare questo genere di distinzioni costa denaro supplementare quando si tratta di produrre dei giocattoli e dei modellini. Inoltre, poiché all’epoca lo sviluppo dei giocattoli era cominciato in anticipo per ragioni pratiche di pianificazione, ci siamo in seguito ritrovati con delle differenze di colore tra l’anime e i modellini. La pianificazione era al contrario meno serrata per ciò che riguardava la produzione dei Generali degli Abissi. Mi ricordo che rimanemmo impressionati dalla somiglianza con la serie animata una volta che avemmo giocattoli tra le mani. Nonostante ciò, poiché l’attribuzione dei colori si basava su uno dei primi suggerimenti, i colori attribuiti hanno finito per essere diversi (ride). (NDT: le separazioni tra i colori furono rispettate su questi modellini, ma riempite con colori sbagliati).

10) E alla fine ha ritrovato "I Cavalieri dello Zodiaco" nel 2003, 14 anni dopo la fine della diffusione televisiva.

Tsujita: Quando questa serie è stata messa in cantiere, mi sono rifatto allo schema di colori descritto nel manga per le Surplici degli Spectre e ho in seguito sottoposto i miei suggerimenti a Masami Kurumada. Il concetto non era quello di avere delle armature che risplendessero di una luce nera, ma piuttosto armature che avevano assorbito la luce. Poiché all’epoca avevamo fatto la transizione verso la colorizzazione numerica, il numero di colori e di toni disponibili era considerevolmente aumentato ed è dunque stato possibile giocare su queste variazioni. Differenziare i colori era diventato molto più semplice. Infatti, per fare il ragionamento inverso, penso che il capitolo di Ade forse sarebbe stato impossibile da realizzare all’epoca delle cell. Quando la serie è ricominciata, lo staff diceva spesso che era meglio produrla in quanto opera dell’era digitale piuttosto che come continuazione della tradizione dell’antica serie tv (ride). All’epoca delle cell e delle loro numerose limitazioni a livello di colori, era necessario cercare a tastoni le classi di colori, restando nei limiti accettabili, e sono certo che i colori delle Surplici sarebbero stati diversi se questo capitolo fosse stato prodotto in quell’epoca.

11) Le Armature Divine presentate nel capitolo Elisio sono tutte dorate nel manga ma, al contrario, hanno dei colori diversi nella serie animata.

Tsujita: Poiché le Armature Divine sono delle armature di una grande prestanza, bisognava riuscire assolutamente a far percepire la loro grandezza ai telespettatori, e mi sono detto che il colore bianco sarebbe stato il più appropriato. Poi, conservando questa base bianca, sono partito con delle ombreggiature verdi per il Dragone, blu pallido per il Cigno e così via, facendo riemergere le particolarità di ciascun personaggio. È in quest’occasione che Phoenix è stato finalmente rivestito di un arancio fiammeggiante. Differenziare i personaggi tramite il colore delle ombreggiature è una tecnica che è stata creata una volta al fine di rimediare alla mancanza di colori diversi. Penso che sia una delle grandi particolarità della serie animata de "I Cavalieri dello Zodiaco". Con le tecniche di oggigiorno, è facile utilizzare dei gradienti continui di colore, come nei cartoni animati della Disney, ma ciò non corrisponde a "I Cavalieri dello Zodiaco".

12) E arriviamo infine a Saint Seiya Omega. Può dirci da quale concetto di colore siete partiti?

Tsujita: In realtà sono ancora in piena fase di ricerca per i colori di Saint Seiya Omega, ma in ogni caso i sei personaggi principali sono stati costruiti nella stessa maniera della vecchia serie, con degli schemi di colori diversi per ognuno. Il design delle armature è stato affidato a Yoshihiko Umakoshi sul concetto di metallo flessibile. Al fine di differenziarle ancora di più dalle vecchie armature, dei bordi di colore sono stati aggiunti su tutte le corazze, un po’ come avvenne su tutta la prima armatura di Pegasus. All’inizio, tutte le armature (ad eccezione di quella di Pegasus) erano di colori un po’ scuri, ma alla fine abbiamo optato per dei colori chiari. Penso che ciò permetta di ripartire meglio su ognuno i colori apportati dalle ombreggiature.

13) A livello di ordine di operazioni, scegliete i colori dopo che i disegni di Yoshihiko Umakoshi sono terminati o il disegno del personaggio e la colorizzazione sono effettuate contemporaneamente?

Tsujita: Per cominciare, coloro i lineart di Umakoshi. È a questo punto che mi dico: "se metto questo colore, allora farei più semplice di qua" o "aggiungiamo una nuova separazione di colore qui". La lineart è quindi modificata in funzione di queste scelte al fine di raggiungere la sua forma finale. Inoltre, questa volta abbiamo un nuovo concetto con ogni cavaliere che possiede un elemento, per questo delle gemme sono state aggiunte sulle Armature di Bronzo, e spero che sarete impazienti di scoprire come tutto ciò funzioni.

14) In che modo avete deciso i colori per i personaggi secondari?

Tsujita: L’idea che è uscita dalle discussioni con Morio Hatana e Umakoshi è che, sulla scia delle vecchie Armature di Bronzo, che cambiavano di forma evolvendo, sarebbe stato desiderabile apportare anche un certo numero di cambiamenti all’insieme delle armature, senza limitarsi a quelle di bronzo. Abbiamo allora riflettuto su Armature di Argento e d’Oro che corrispondessero alla nostra epoca. Non soltanto a livello di disegno, ma anche a livello dell’attribuzione dei colori nel più grande ventaglio di tinte disponibili. E così continuiamo a riflettere su nuove, impressionanti armature adattate alla visione moderna, ma che continuano comunque a evocare le antiche corazze sulle quali noi un tempo ci siamo tanto scervellati. Il risultato vi sarà chiaro una volta visto l’episodio 1. Poiché le cose nuove provocano sempre una certa diffidenza, noi non possiamo ancora predire con esattezza la reazione dei telespettatori. Ma penso che, se persevererete e guarderete ancora uno o due episodi, certe cose vi sembreranno molto logiche. Inoltre, tenete in mente che i nuovi nemici saranno anch’essi diversi dai nemici che avete potuto vedere nella vecchia serie. Attireranno, di certo, la vostra attenzione (ride).

15) Per terminare, qual è il suo messaggio per i fan de "I Cavalieri dello Zodiaco"?

Tsujita: Come membro dello staff, presente dall’inizio della serie, non avrei mai creduto un giorno di avere l’occasione di lavorare su una nuova serie di "I Cavalieri dello Zodiaco". Per essere onesto, quando ho sentito parlare di un progetto su una nuova serie mi sono detto: "spero che non sia un remake!". Molto semplicemente perché tengo molto a quella lunga serie che è stata "I Cavalieri dello Zodiaco" e penso che sia lo stesso per chi l’ha guardata. Ero reticente all’idea di rifare la serie e di dire ai telespettatori del mondo intero che a partire da oggi questo sarebbe stato l’unica vera serie de "I Cavalieri dello Zodiaco". Ma poiché Omega è una storia basata su "I Cavalieri dello Zodiaco" e che segue una nuova generazione di Cavalieri, ho chiesto di potervi partecipare quando inizierà. È grazie a "I Cavalieri dello Zodiaco" che sono tuttora impegnato in questo lavoro oggi giorno e conto di provare ogni sorta di cose in questa nuova serie, applicandovi tutta l’esperienza che ho acquisito. E spero che le nuove generazioni guardino quest’opera. State attenti a Saint Seiya Omega!