INTERVISTA A GŌ WAKABAYASHI

Quella che segue è un’intervista a Go Wakabayashi, produttore di Saint Seiya Omega. E’ stata originariamente pubblicata nel marzo 2012 sulla rivista Figure Ou, prima dell’inizio della diffusione della serie. Grazie ad Archange e SaintSeiyaPedia per la traduzione dal giapponese, e ad Aledileo per la traduzione dal francese.

Gō Wakabayashi. Nato il 9 maggio 1979 a Tokio. È entrato nella Toei Animation nell’aprile 2004, occupandosi all’inizio del marketing all’estero, e ha quindi vissuto quattro anni in Francia, prima di tornare in Giappone in seguito a un trasferimento verso il dipartimento di coordinazione dei progetti. Ha lavorato come assistente di produzione su "Kûchû Blanco" e "Heartcatch Precure". In seguito è stato assegnato come produttore a "Dragon Ball Kai", "Toriko" e adesso a "Saint Seiya Omega".

Note del traduttore francese:

- nekketsu: di sangue caldo, qualcosa pieno di ardore e passione.

1) Prima di iniziare a parlare di Saint Seiya Omega, vorrei dirle che il suo nome mi intriga.

Wakabayashi: Iniziamo da questo? (ride) In effetti, è dovuto al fatto che mia madre era una fan di Gō Wakabayashi in "G Men 75". Siccome sono nato nel 1979, quando la sua diffusione era in corso, mi ha dato questo nome. Quando ho passato il mio colloquio di assunzione, mi hanno fatto anche questa domanda. Mi chiedo se abbia giocato un ruolo nella mia assunzione (ride)!

2) Essendo nato nel 1979, lei fa parte della generazione a cui era destinata la prima serie de "I Cavalieri dello Zodiaco"?

Wakabayashi: Penso che sia un’opera alla quale tutti i ragazzi della mia generazione si sono appassionati. Beninteso, oltre a guardare la serie in televisione, possedevo anche numerosi modellini della collezione "Saint Cloth Series" [die-cast]. La prima che mi hanno comprato è stata quella di Ioria del Leone e ho anche apprezzato molto le ultime Armature di Bronzo, basate sullo stile del manga. Dopo, mi ricordo anche che non ero riuscito a trovare il gioco Famicom "Saint Seiya ôgon densetsu" e mi sono dunque dovuto accontentare di guardare il gioco da un amico mentre lui giocava.

3) E iniziamo dunque ad avvicinarci al progetto "Saint Seiya Omega". Cosa può dirci al riguardo?

Wakabayashi: In effetti, dopo essere entrato alla Toei ho vissuto e lavorato quattro anni in Francia come incaricato delle vendite per l’estero. Durante questo periodo, ho lavorato sulla licenza dei Cavalieri dello Zodiaco e ho potuto constatare che il marchio in quel mercato continuava a beneficiare di una grande popolarità e che i prodotti si vendevano bene. Esiste pure un francese che ha cantato Pegasus Fantasy durante una trasmissione televisiva. Alla fine sono rientrato in Giappone quando hanno incorporato il dipartimento di coordinazione dei progetti.

A quel punto, ho lavorato come assistente di produzione su Kûchû Blanco" e "Heartcatch Precure", poi in seguito come produttore su "Dragon Ball Kai" e "Toriko". Dopo un certo periodo passato su Toriko, mi è stato proposto la posizione di produttore di "Saint Seiya Omega". È stata decisamente una grande sorpresa per me e mi sono affrettato a rispondere che volevo assolutamente occuparmene.

4) In che modo è stato concepita la trama?

Wakabayashi: Quando mi sono unito al progetto come produttore, l’idea poteva ridursi a "faremo una serie sui Cavalieri dello Zodiaco". I due punti posti d’ufficio erano che dovevano esserci dei personaggi che si alzano ancora e ancora (questa, di fatto, è l’essenza della serie) e che i personaggi dovevano indossare un’armatura quando combattevano. All’inizio abbiamo considerato sia l’idea di fare una nuova serie attorno a Seiya e ai suoi amici, che una storia riguardo a una generazione successiva a quella di Seiya. Ho in seguito esposto le mie considerazioni alla Kurumada Production, lo studio di Masami Kurumada, autore dell’opera originale. Mi ha chiesto di spiegargli che genere di "I Cavalieri dello Zodiaco" volessi creare e gli ho detto allora che volevo produrre una nuova serie che potesse rivolgersi a una generazione che non aveva conosciuto quella precedente, ma inserendo comunque elementi in grado di piacere anche ai vecchi fan. Masami Kurumada allora mi ha detto "sarebbe meglio che vi prendeste un po’ più di libertà". Questa risposta mi ha incredibilmente incoraggiato.

La squadra si è rimessa dunque al lavoro, riflettendo sulle nuove idee. Ci sono stati anche dei casi in un cui è stato considerato un protagonista diverso dal Cavaliere di Pegasus. Compilavo puntualmente queste idee e le andavo a mostrare a Masami Kurumada, ed è ripetendo questo processo che abbiamo dato forma a Saint Seiya Omega. Alla fine, Seiya è diventato Cavaliere d’Oro, e sono stati descritti l’eroe, il Cavaliere di Pegasus, e i suoi compagni. È stato anche estremamente importante mostrare il momento in cui l’eroe diventava un Cavaliere. Perché la prima scena che ci ha toccato in "I Cavalieri dello Zodiaco" è quella in cui Seiya riceve la sua armatura e diventa un Cavaliere. E un nuovo eroe era dunque necessario per avere l’occasione di ricreare questa scena e il suo tono.

5) Di cosa ha parlato con Masami Kurumada?

Wakabayashi: Gli ho detto che volevo fare de "I Cavalieri dello Zodiaco" un’opera che la gente avrebbe amato. Penso che Omega sia uno dei mezzi che ci permettono di far vivere la serie in eterno. Penso anche che vi siano dentro cose che Masami Kurumada non farebbe mai nella sua serie. Ne sono cosciente. Ma tutto ciò nasce dal fatto che voglio che "I Cavalieri dello Zodiaco" resti in futuro un marchio così popolare come lo è oggi. Ed è per questo che questo esclusivo seguito animato esiste.

6) Quali erano i desideri di Masami Kurumada?

Wakabayashi: L’inclusione di una donna nel gruppo principale è un’idea di Masami Kurumada. Finora le sue opere sono sempre state di un genere che scatenava la passione dei ragazzi e voleva che Omega fosse un’opera che potesse essere vista anche da un pubblico femminile.

7) In che modo è stato organizzato lo staff?

Wakabayashi: La prima persona che ho invitato "alla prima" del progetto è stata Reiko Yoshida, poiché avevo sempre voluto lavorare con questa sceneggiatrice. Trovo che descriva in maniera molto interessante le relazioni umane. L’amicizia è un tema molto importante in "I Cavalieri dello Zodiaco" e mi sono dunque detto che era meglio dargli uno spazio considerevole. E anche se questa nuova serie è stata pensata come un anime di azione, desideravo che gli aspetti drammatici potessero beneficiare della descrizione umana ideata da Reiko Yoshida.

8) Perché ha scelto Yoshihiko Umakoshi per il design dei personaggi?

Wakabayashi: Fin dall’epoca in cui ero assistente di produzione di Heartcatch Precure, mi sono detto che era qualcuno con cui avrei voluto lavorare quando sarei diventato produttore. Inoltre, poiché aveva in precedenza dichiarato di essere stato influenzato da Shingo Araki, il suo nome si è subito profilato nella mia mente quando è sorta l’esigenza di produrre una nuova serie sui Cavalieri dello Zodiaco. Gli ho chiesto di occuparsi del design delle armature. Aveva già realizzato delle armature sulla falsariga dell’opera classica, ma era francamente impossibile superare le armature già esistenti con questa visione. Penso che dipenda dal fatto che le loro linee e la loro resa siano già stati completamente espressi dal manga originale e dalla serie animata.

Per fare un esempio, è come avere automobili degli anni ’80, che hanno una forma di fatto diversa da quelle di oggi. Abbiamo dunque cambiato la nostra visione al fine di mostrare delle armature corrispondenti alla nostra epoca. Inoltre il design di un anime non si limita a un solo disegno, non si può cominciare a considerarlo come quello finale finché non si considera in che maniera si muove. Ed è discutendo delle scene d’azione con Morio Hatano che siamo arrivati al concetto di un metallo duttile, flessibile, come non ne esiste sulla Terra. Abbiamo in seguito parlato di quest’idea in riunione con Umakoshi, che ci ha detto di voler anche mettere l’accento sull’azione e abbiamo dunque cambiato la nostra idea di base senza il minimo rimorso, cominciando a produrre questi nuovi design di armature.

Penso che probabilmente tra i vecchi fan ci saranno delle persone che avvertiranno un certo disagio di fronte a queste nuove armature, ma queste linee acquistano il loro senso compiuto quando si vedono i disegni di Umakoshi in movimento, e spero quindi che costoro proveranno ugualmente a guardare la serie. A livello di elmi, poiché molti di loro hanno finito per essere dei diademi, che lasciano i capelli liberi, ho chiesto di metterne anche uno somigliante a uno degli elmi completi della vecchia serie al fine di inserire alcune variazioni. È la forma originale dell’elmo del Leone Minore.

9) E Morio Hatano è qualcuno che ha lavorato con Yoshihiko Umakoshi su Heartcatch Precure.

Wakabayashi: Ho riflettuto molto sulla scelta del regista più o meno nello stesso periodo di quella per il direttore dell’animazione. Morio Hatano mi aveva fatto una buona impressione nell’episodio 23 di "Heartcatch Precure" da lui realizzato, quello in cui Cure Sunshine è introdotto. Ho pensato che la struttura e il lavoro di camera che aveva mostrato in quest’episodio corrispondesse all’immagine che mi stavo facendo di Saint Seiya Omega. Poiché Morio Hatano è stato influenzato da Shigeyasu Yamauchi, che aveva contribuito a "I Cavalieri dello Zodiaco", mi sono detto che questo regista che mi trasmetteva un sentimento "cavalleresco" poteva forse essere l’erede di Yamauchi.

Ho spiegato allora al Sig. Hatano che volevo fare un anime di combattimento nella più pura linea dei grandi manga shonen. Di fare senza vergogna una storia poco raffinata, piena di sangue e lacrime. L’immagine del disastro del 11 marzo 2011 era ancora vivida nel momento in cui questo progetto è stato lanciato, e le persone che ne avevano sofferto speravano di risollevarsi con le proprie forze. Pensavo che "I Cavalieri dello Zodiaco" fossero un’opera capace di incoraggiare i bambini delle nuove generazioni. Ho chiesto a Morio Hatano di mettere in atto il suo interessante lavoro di camera su questa produzione.

Per esempio, in Heartcatch Precure, aveva fatto ricorso a dei piani di camera obliqui in rapporto ai personaggi, dove utilizzava dei layout impossibili nella realtà. Infatti, quando si mette un personaggio di traverso in obliquo, questi appare più grande. La sua messa in scena è capace di far crescere fino alla fine questa forza di presenza umana e di tirarne fuori la parte migliore. E mi sono dunque detto che un regista capace di una tale estetica sarebbe decisamente a suo agio con "I Cavalieri dello Zodiaco".

10) E dunque Koga, l’eroe, si ritrova in una situazione inedita, in quanto non ha mai sentito parlare dei Cavalieri.

Wakabayashi: Poichè questa serie mostrerà dei Cavalieri a una nuova generazione che non ha conosciuto "I Cavalieri dello Zodiaco", mi sono subito chiesto cos’era un Cavaliere. Dopo tutto, le persone si sarebbero naturalmente chieste perché questi personaggi sono pronti a gettarsi così verso la morte. E così, il giovane uomo a cui pensavo ha subito molto dolore, ma lo supera e diventa un Cavaliere al fine di raggiungere il suo scopo. È il genere di storia che voglio scrivere. Ho chiesto in seguito a Hikaru Midorikawa di incarnare questo personaggio. Di fatti, Morio Hatano e Umakoshi avevano avuto in mente la voce di Midorikawa fin dall’inizio per l’eroe. Mi aspetto molto dall’interpretazione del personaggio nekketsu e imprevedibile che ci fornirà.

11) Nel comprendere la storia all’inizio, avevate considerato un eroe che non fosse della costellazione di Pegasus, non è così?

Wakabayashi: Nelle prime idee che ho scritto, in una suggerivo un personaggio principale che avrebbe dovuto essere un discendente di ninja e sarebbe stato della costellazione del lupo, con un armatura dalla forma ispirata ai lupi giapponesi. Dopo tutto, non vi sono mai stati davvero dei Cavalieri dotati di un forte stile giapponese. Inoltre l’idea dei ninja richiamava "Fûma no Kojirô" ed era dunque compatibile con la visione delle opera di Masami Kurumada. Mi sono anche detto che un Cavaliere ninja attirerebbe il pubblico straniero. Alla fine abbiamo mantenuto il Cavaliere di Pegasus come eroe, ma poiché il direttore responsabile Morio Hatano mi ha detto che questo Cavaliere ninja doveva sicuramente essere un personaggio eccellente, l’abbiamo tenuto (ride) ed è diventato Haruto.

12) Riguardo all’eroina, Yuna, da dove vi è venuta l’idea di un Cavaliere femmina senza maschera?

Wakabayashi: Abbiamo avuto molti dubbi. All’inizio pensavamo di creare una femmina combattente che non facesse però parte dei Cavalieri, ma riflettendo sulle sue relazioni con gli altri personaggi era meglio farne una donna Cavaliere. Ma in seguito in che modo ottenere una femmina Cavaliere senza maschera? È a partire da questo problema che il personaggio di Yuna è nato. Il punto fondamentale è che alla fine Yuna ignora la legge della maschera e si toglie la sua, chiedendosi perché le femmine debbano essere sottomesse a una legge come quella. Mi chiedo cosa penserebbe Tisifone di lei (ride).

13) E sono anche incuriosito dall’esistenza del figlio di Sirio: Ryuho.

Wakabayashi: Volevamo un personaggio che servisse da congiunzione tra i nuovi personaggi principali e quelli vecchi. Abbiamo dunque riflettuto sui possibili futuri dei vecchi protagonisti, e Sirio alla fine era quello con maggiori probabilità di fare un figlio.

14) Ci parli dei sette elementi, che sono uno dei nuovi concetti introdotti da Omega.

Wakabayashi: Dall’epoca dell’antica serie tv, sono stati creati numerosissimi anime di combattimento, e quindi ci siamo detti che bisognava rinnovare alcune cose in "Saint Seiya Omega". Per questo una di queste idee è stata di aggiungere degli attributi elementari al cosmo, che i Cavalieri usano adesso per manipolare gli elementi come l’acqua o il fuoco. Il soggetto degli elementi inizierà a essere spiegato nell’episodio 2 e offrirà dei modi di utilizzare il cosmo che non esistevano nell’opera originale. penso che con l’aspetto "magico" che introdurrà, i bambini si divertiranno molto a immaginare ciò che i personaggi potranno realmente fare.

15) Infine, qual è il suo messaggio rivolto ai fan?

Wakabayashi: Una volta Shingo Araki mi aveva detto: "I Cavalieri dello Zodiaco" è una buona serie perché mostra dei giovani evolversi e maturare. Queste parole sono rimaste dentro di me e voglio dunque mostrare dei giovani che crescono in "Saint Seiya Omega". Ben inteso, vi sono anche altre cose che vorrei mostrare e degli altri messaggi che voglio trasmettere. Desidero con tutto il mio cuore mostrare a coloro che non conoscono "I Cavalieri dello Zodiaco" quanto quest’opera sia appassionante. Sarei felicissimo se poteste apprezzare il marchio grazie a una di queste serie.

Prestate attenzione alla nuova storia dei Cavalieri che sarà raccontata in Omega. Alcuni vecchi personaggi torneranno in ruoli sorprendenti e penso che tutti i vecchi fan della serie potranno apprezzare la cosa.