I MITI DEI PROTAGONISTI: BASILISCO

By Aledileo

Nei bestiari e nelle leggende greche ed europee, il basilisco (dal Greco βασιλεύς basileus, "re") θ una creatura mitologica citata anche come re dei serpenti, che si narra abbia il potere di uccidere con un sol sguardo diretto negli occhi.

Questa creatura ha corpo e testa di gallo, sormontata, quest'ultima, da una cresta squamosa rossa che somiglia ad una corona. Possiede inoltre grandi ali spinose e coda di serpente.

Secondo alcuni miti il basilisco nasce dal sangue di Medusa, decapitata da Perseo, che cadde sulla terra di Libia. Ha poteri simili a quelli della gorgone della mitologia greca.

Viene chiamato "re" a causa della cresta a forma di mitra che ha sulla testa oppure, secondo Plinio, a causa di un marchio biancastro sulla sommità del capo. I racconti sul basilisco lo collocano nella stessa famiglia della coccatrice. La leggenda narra che il basilisco nascerebbe da un uovo deposto da un gallo di sette anni quando Sirio è ascendente. L'uovo deve essere sferico e deve essere covato da un rospo, processo, questo, che poteva impiegare fino a nove anni. Nell'Europa dell'età medievale, la descrizione della creatura cominciò ad inglobare caratteristiche proprie dei galli.

Con il passare del tempo, grazie al moltiplicarsi di storie, le sue capacità letali continuarono ad aumentare, comprendendo l'abilità di sputare fiamme e quella di uccidere solo con il suono della sua voce, oltre alle sue sempre crescenti dimensioni. Alcuni scrittori affermarono che la creatura poteva uccidere anche senza un tocco diretto, ma perfino toccando qualcosa che a sua volta toccava qualcuno, come una spada. Il Basilisco è anche la creatura a guardia della città svizzera Basilea.

Nonostante la loro apparenza invincibile, i basilischi hanno due nemici mortali: le donnole, che però morivano sempre anche se riuscivano ad ucciderlo, ed i galli, il cui canto gli era letale. Un basilisco può inoltre essere ucciso anche facendolo specchiare in modo che sia il suo stesso sguardo ad ucciderlo.

Il Basilisco in letteratura:

- Secondo l'opera Naturalis Historia di Plino il Vecchio, il basilisco è un piccolo serpente, lungo meno di venti centimetri. Nonostante questo sarebbe la creatura più mortale in assoluto. È infatti velenosissimo ed è in grado di uccidere con il solo sguardo. Qualunque essere vivente entri in contatto con il suo fiato o venga morso muore sul colpo.

Scrive Plinio: "E’ un drago che ha sulla testa una corona d’oro, grandi ali spinose, una coda di serpente, che termina con la testa di un gallo. Il suo fiato avvizzisce la frutta. Il suo sputo brucia e corrode. Il suo sguardo spacca le pietre. L’odore della donnola lo uccide.

Altra arma contro di lui è lo specchio: il basilisco è fulminato dalla sua propria immagine. E’ l’idea del maligno che lo morde".

- Secondo alcune leggende medioevali, se un cavaliere cercava di colpire il basilisco con la lancia, il veleno vi si infiltrava immediatamente uccidendo cavallo e cavaliere. Il basilisco vivrebbe nel deserto da lui stesso creato.

- Il grande C. G. Jung nei suoi studi individua, in tutto ciò che è infimo, la prima materia a buon mercato da cui partire per lo svolgimento dell’Opera.

I bestiari medievali, a conferma della visione di Jung, usavano le allegorie dei più demoniaci animali quali il serpente, il drago, il basilisco, il corvo per identificare lo stato d’infimo ordine da cui partire per il raggiungimento del «tesoro dei tesori».

Il Basilisco è così il malefico guardiano che deve essere battuto per aver accesso al tesoro, il simbolo del Mercurio Filosofale emblema della germinazione del Mondo, il Leviatano che dimora nelle acque, manifestazione della pioggia accompagnata da lampi e tuoni, segnali dell’attività celeste.

Più di recente, il Basilisco è stato usato nel secondo libro della saga "Harry Potter", in cui l'autrice l'ha rappresentato come re dei serpenti, capace di uccidere con il solo sguardo.