I MITI DEI PROTAGONISTI: ORIONE

By Aledileo

Mitologia Sumera

La costellazione nacque con i Sumeri, i quali ne ravvisavano il loro eroe Gilgamesh, l'equivalente di Eracle per i Greci, rappresentato nel combattimento contro il Toro del cielo. Chiamavano infatti la costellazione URU.AN.NA (luce del cielo) e quella del toro GUD. AN.NA (toro del cielo).

Ma, secondo altre fonti (più "agresti"), i Sumeri vi vedevano anche una pecora. Il nome Betelgeuse (Stella Alpha Orionis) significa letteralmente "l'ascella". Nel caso dei Sumeri era l'ascella della pecora.

Mitologia Cinese

Nell'antica Cina, Orione era uno dei 28 Xiu zodiacali. Conosciuta come Shen, che significa "tre", era probabilmente chiamata così a causa delle tre stelle nella Cintura di Orione. (Vedi nota*)

Mitologia Egizia

Gli Egizi consideravano queste stelle (chiamandole Sahu) come un tributo al dio della luce, Osiride, principale divinità maschile che aveva dato origine alla civiltà nella terra del Nilo, mentre Iside era ritratta dalla brillante Sirio (Alfa Canis Majoris, vicinissima a Orione).

Nel bassorilievo che adorna le mura del tempio di Denderah, Sahu-Osiride è rappresentato viaggiante in barca sul fiume del cielo seguito dalla barca trasportante l’anima di Iside.

Anche il dio solare Horus è immortalato in Orione, posto sulla barca sacra (la costellazione della Lepre), circondato da stelle e seguito da Sirio in forma di vacca, anch'essa su una barca.

Secondo recenti studi, le piramidi della IV dinastia della piana di Giza, hanno, rispetto al fiume Nilo, la medesima posizione delle stelle della costellazione rispetto alla Via Lattea.

(A questo proposito esistono tantissimi studi al riguardo, che analizzano la disposizione delle 3 Piramidi di Giza in rapporto alla disposizione delle stelle di Orione;)

Inoltre un condotto d'aria della Grande Piramide sembra essere allineato con le stelle della cintura di Orione.

Mitologia Greca

Inizialmente collegata con l'antica leggenda di Ares, per i greci, dal 425 a.C. la costellazione rappresenta, appunto, Orione: personaggio citato da Omero come un bellissimo gigante e cacciatore, figlio di Poseidone ed Euriale, figlia del re Minosse di Creta, che ricevette dal padre Poseidone il potere di camminare sulle acque del mare, raffigurato in cielo mentre, armato con una clava e rivestito con una pelle di leone, affronta un toro, rappresentato nella confinante costellazione, sebbene di questo combattimento non si fa parola nella loro mitologia.

Sulle radici del nome, Pindaro lo chiama Oarion, che significa guerriero.

In cielo è rappresentato anche come l'inseguitore delle Pleiadi e per questo viene associato ad un altro mito: egli cercava una di esse, Merope, e per questo motivo sarebbe stato accecato da Enopione, re di Chio. Su consiglio di Efesto egli si arrampicò su un monte dell'isola di Lemno e si volse verso il Sole nascente, riacquistando la vista. Sia Orione che le Pleiadi sono due delle configurazioni più antiche, forse create assieme, anche perchè furono utili agli agricoltori ed ai naviganti.

Sulla morte di Orione esistono diverse storie, e in tutte viene implicato uno scorpione, il quale lo avrebbe punto.

1° versione

In una versione, Orione si dichiara il più grande cacciatore del mondo. Questa dichiarazione è udita da Era, la moglie di Zeus, e decide di mandargli contro uno scorpione, che lo ucciderà. Zeus si dispiacque per Orione, e lo pose in cielo. Anche lo scorpione fu messo in cielo, nella costellazione zodiacale dello Scorpione. Le due costellazioni sono messe in modo che, quando una è sopra l'orizzonte, l'altra è sotto, in modo che i due avversari non possano vedersi mai più.

2° versione

Orione si vantava di essere il più abile tra i cacciatori, e di essere in grado di uccidere qualsiasi animale esistente sulla terra. La terra, per l' indignazione tremò, e da una spaccatura del terreno uscì uno scorpione che lo punse a morte. (Fonte: Eratostene e Igino).

3° versione

Orione avrebbe tentato di rapire Artemide, e che fu lei a causare le spaccature della terra dal quale sarebbe poi uscito lo scorpione (Fonte: Arato)

4° versione

Orione venne ucciso nel tentativo di salvare Latona (Figlia dei Titani Febe e Ceo, e madre di Apollo) dallo scorpione... (Fonte: Ovidio)

5° versione

Secondo un'altra versione del mito, Orione si era innamorato di Artemide, da lei corrisposto contro la volontà del fratello Apollo. Per porre fine al loro legame, il dio sfidò la sorella, dea della caccia, a colpire un oggetto che affiorava in mare. Artemide scagliò il suo dardo infallibile e colse in pieno l'oggetto che si rivelò essere la testa di Orione. Affranta dal dolore per aver perso l'amato, Artemide ottenne da Zeus che Orione diventasse la costellazione più bella del cielo.

Ecco quanto racconta Igino:

"Istrus diceva che Diana amò Orione e che stava per sposarlo. Questo non piaceva ad Apollo e visto che i rimproveri non davano risultati, vedendo la testa di Orione che nuotava lontano, fece la scommessa che lei non sarebbe riuscita a centrare quell'oggetto fra le onde. Volendo lei mantenere la fama di esperta arciera, scoccò una freccia e trafisse la testa di Orione. Le onde portarono a riva il corpo esangue di Orione e Diana, afflitta per averlo colpito, piangendo la sua morte, lo inserì fra le costellazioni."

Igino, De Astronomia, II, 34

Dopo la morte, comunque, Orione venne resuscitato da Asclepio, ma fu definitivamente ucciso da Artemide, Dea della Caccia, che vedeva in lui un pericoloso concorrente per le sue abilità venatorie.

La morte di Orione lasciò soli e disperati i suoi fedeli cani, Sirio e Procione, che ulularono per giorni e giorni fino a che Zeus non li trasformò in due costellazioni, rispettivamente il Cane maggiore e il Cane minore. (Sirio è infatti Alfa Canis Majoris, Procione è Alfa Canis Minoris)

In tutte le figure che lo rappresentano ha sul braccio sinistro un vello di copertura, mentre con la mano destra brandisce una clava (il gruppo di stelle che si inserisce a nord, tra i Gemelli e il Toro).

Anche altri popoli videro qui la figura di un gigante.

Arabi

Lo chiamorono Al-Giauza e da loro provengono i nomi di diverse stelle di questo asterismo.

Betelgeuse, per esempio, era (tradotta dall'Almagesto) Menkib-al-giauza, cioè "la spalla del gigante", perchè essa era posta su una spalla. (Nei trattati latini, invece, rientrò col nome di Mancamalganze o Malgeuze)

Però gli arabi la chiamarono anche Yad-al-giauza, cioè "la mano del gigante" ed una traduzione del 1200 sbagliò l'iniziale interpretandola con una "b" e divenne Bedalgeuze. Scaligero la cambiò in Betelgeuze. Il Bayer, invece, la scrisse erratamente Beteigeuze.

La delta è Mintaka, "la cintura", e la zeta è Alnitak, che avrebbe lo stesso significato; la beta è Rigel, "la gamba" o "il piede". La iota era chiamata Nair-al-Saif, "la brillante della spada". Di tutt'altra origine è Bellatrix, la guerriera o, forse, l'amazzone, mentre Alnilam dovrebbe significare "una cintura di perle".

Australiani

Le leggende degli aborigeni australiani identificano le Pleiadi con un gruppo di giovani donne che fuggivano dagli indesiderati approcci di un cacciatore, il quale, in alcune versioni, fu castrato come punizione e avvertimento. (Ahi! )

Tra i popoli che vivono nel Pitjantjatjara, nel Western Desert, il sorgere delle Pleiadi all'alba in autunno significa che l'annuale stagione degli amori tra i dingo è cominciata. Cerimonie di fertilità sono rappresentate qualche settimana più tardi, per le quali alcuni giovani cuccioli sono selezionati per la festa. In accordo con la leggenda, le Kungkarungkara, le donne ancestrali, allevarono una muta di dingo per proteggersi da un uomo chiamato Njiru (Orione). Egli, malgrado i dingo, riuscì a rapire una delle ragazze (la Pleiade oscura) che morì, pur continuando a seguire le altre. Alla fine le sette donne assunsero la loro forma totemica di uccelli e volarono in cielo, ma, sfidando i loro dingo, Njiru le seguì anche attraverso il cielo.

Alcune tribù aborigene dell'Australia chiamano la Cintura di Orione "i giovanotti danzanti", intenti a ballare la danza Corroboree per attirare l'attenzione delle ragazze, rappresentate dalle Pleiadi

Indiani d'America

Per gli indiani Pawnee questi gruppi di stelle sono collegate tra loro: la costellazione di Orione rappresenta il grande capo Lunga Fascia, il quale dopo aver consultato il proprio popolo presso le due stelle più brillanti dei Gemelli (Castore e Polluce), lo condusse di vittoria in vittoria lungo la Via Lattea. Ora il suo corpo riposa nelle Pleiadi ed il suo cuore nel Presepe, M 44, il grande ammasso aperto formato da circa 75 stelle distanti da noi 520 anni luce, che si trova nella costellazione del Cancro.

Gli indiani Chinook (popolo del Nord-Ovest) vedevano nelle tre stelle della Cintura di Orione allineate una canoa e nella spada (gruppo di stelle a semicerchio che seguono Bellatrix, cioè la mano) un'altra canoa.

Popoli Precolombiani

I popoli precolombiani vi scorgevano, nelle tre stelle della Cintura di Orione, una coppia di Mamalhuaztli, i bastoncini utilizzati per accendere il fuoco.

Lapponi

Per loro le tre stelle sono tre cacciatori (i figli di Galla) che inseguono una grande renna, rappresentata dall'insieme di molte costellazioni: Cassiopea, Perseo e Auriga

Inuit

Sempre a cacciatori pensavano gli Inuit (gli eschimesi) che vedevano in queste tre stelle tre Siktut, i cacciatori di foche, che, dispersi durante una caccia furono trasferiti insieme nel cielo.

Indiani

La costellazione di Orione è il Signore delle Creature, il dio Praiapati, nella sua metamorfosi come cervo Mriga che insegue, insanamente innamorato, la propria figlia, la bellissima Roe Rohini (la stella Aldebaran) salvata dal cacciatore celeste Lubdhka (la stella Sirio) che scaglia con il suo arco, una freccia che uccide Mriga. La freccia è ancora piantata nel corpo del cervo ed è rappresentata dalle tre stelle della cintura.

Popolazioni Africane

Gli Ju/Wasi dell'Africa raccontano di un dio che andando a caccia di zebre ne scorse tre allineate. Scagliò allora la freccia mancandole. Per questo nella costellazione di Orione si possono vedere tre stelle allineate che rappresentano le tre zebre che scappano via e una freccia che se ne va in un'altra direzione.

Cristiani

Giulio Schiller, nel suo "cielo cristiano", trasformò, senza successo, Orione in San Giuseppe.

In numerose regioni e paesini d'Italia le tre stelle della Cintura di Orione sono identificate con i tre Re Magi.

Sicilia

E' anche ritenuto il mitico fondatore della città di Messina, in Sicilia, dove gli è dedicata una splendida fontana marmorea dallo scultore italiano Giovanni Angelo Montorsoli (1547) in piazza del Duomo.

Utilizzo iconografico e letterario

Orione venne chiamato da Virgilio, Plinio e Orazio il "tempestoso" ovvero "l'annunciatore di pericoli in mare".

La costellazione è menzionata nelle Odi di Orazio, nell'Odissea e Iliade di Omero (due volte in riferimento alla costellazione, e quattro volte in riferimento al mitico eroe), nell'Eneide di Virgilio e nella Bibbia (Amos 5, 8).

Appare inoltre nel Paradise Lost di Milton (Grande poeta epico inglese del XVII secolo, autore, appunto, di Paradiso Perduto), e nel Locksley Hall di Tennyson.

"La cintura e la spada" di Orione sono state anche stampate sulle insegne della 27esima divisione dell'Esercito degli Stati Uniti d'America.

Nota:

* Sono le tre stelle, chiamate i Tre Re, che formano la CINTURA DI ORIONE, praticamente allineate su una retta, al centro della costellazione.

Le stelle che compongono la Cintura sono Alnitak, Alnilam e Mintaka (ζ, ε e δ Ori). Queste tre stelle brillanti messe in fila permettono di individuare con facilita' nel cielo invernale la costellazione.

Nella tradizione cinese, le stelle stelle rappresentano tre divinità cinesi, San Xing, letteralmente i tre astri. I loro nomi sono Lu Xing, Fu Xing e Shou Xing, rispettivamente astro della prosperità, astro della buona sorte e astro della longevità.