I MITI DEI PROTAGONISTI: IL PAVONE

By Aledileo

Tra Oriente e Occidente

Il Pavone, originario dell’India, era ritenuto in tutto l’Oriente, per il pomposo dispiegarsi a forma di ruota delle penne della sua coda, un simbolo del Cosmo o del Sole.

Nel mondo occidentale era innanzi tutto il distruttore di serpenti, e si spiegavano i colori cangianti delle penne della coda con la capacità di tramutare il veleno in sostanza solare, mentre gli occhi erano considerati simbolo dell’onniscienza di Dio, ma a partire dal Medioevo fino a giungere ai giorni nostri, il pavone simboleggia la boria, il lusso e l’alterigia. Questa dualità si ritrova anche nel contesto iconografico dell’alchimia, in quanto la coda del pavone (cauda pavonis) in alcuni testi è il segno visibile del processo per cui sostanze vili si tramutano in sostanze superiori, in altri simboleggia invece il fallimento di un processo che lascia dietro di sé solo scorie (caput mortuum).

Mito Greco

Secondo la leggenda, Zeus si era invaghito di Io, giovane e bella sacerdotessa di Era Argiva, così scatenando le ire della divina e gelosa consorte. Per sottrarla alle sue vendette, Zeus tramutò Io in una splendente giovenca ma Era pretese - quale dimostrazione di fedeltà - che ella le venisse consacrata, e la pose sotto la custodia di Argo dai Cento Occhi. Era questi un discendente di Zeus, dotato di forza prodigiosa, ma soprattutto capace di vedere in tutte le direzioni e di dormire con gli occhi chiusi a metà. Per restituire la libertà alla sua amata, Zeus incaricò Ermes di neutralizzare Argo: secondo una versione Ermes lo uccise, oppure lo addormentò con il suono del flauto di Pan o con il la sua bacchetta divina. In segno di riconoscenza per l'aiuto comunque ricevuto, Era immortalò Argo nella costellazione del Pavone, collocando i suoi cento occhi sulle piume dell'uccello a lei sacro.