I MITI DEI PROTAGONISTI: PEGASO

By Aledileo

1° versione

Quando Perseo decapito' Medusa, il sangue della gorgone toccando terra fece nascere il mitico cavallo alato. Esso poi, con un colpo della sua zampa, avrebbe fatto sgorgare la fontana di Ippocrene ispiratrice dei poeti oppure, presso Corinto, quella di Peirene; era comunque venerato dagli abitanti di Corinto. Esso fu in seguito domato dall'eroe Bellerofonte, che lo uso' come cavalcatura in molte sue imprese, finche' un giorno decise di salire al cielo, considerandosi pari a un Dio. Nel corso del volo pero' Pegaso, forse indispettito dalla sua presunzione, lo disarciono', facendolo precipitare di nuovo a terra, e continuo' da solo a volare, raggiungendo il cielo e diventando una costellazione.

2° versione

Tolomeo lo chiama semplicemente "il cavallo" e sembra che il nome di Pegaso apparisse appena ai tempi dei Romani.

Gli Arabi nel X secolo lo chiamarono il "cavallo grande" (Al-Farasalazham) e diverse stelle portano tuttora nomi di derivazione araba: così la alta è Markab (la sella?), la beta è Scheat (la spalla), la gamma à Algenib (da Al-Gienah-al-faras, l'ala del cavallo).

Pegaso entra in parecchi miti, come in quello di Bellerofonte, l'eroe nazionale di Corinto, che lo domò e con lui partecipò a gloriose imprese.

Bellerofonte era figlio di Poseidone e di una figlia del re di Megara, sul cui nome le versioni sono diverse. Avendo ucciso accidentalmente un uomo, dovette lasciare la sua città e andare dal re Preto perché lo purificasse. La moglie di questi si innamorò di lui e, essendo stata rifiutata, raccontò al marito di essere stata insidiata. Re Preto, non volendo vendicarsi personalmente, perché non era permesso uccidere il proprio ospite, lo mandò dal suocero Iobate con un messaggio, nel quale gli si chiedeva di uccidere il latore della missiva.

Letta la lettera, Iobate chiese a Bellerofonte di uccidere la Chimera, un mostro metà leone, metà drago, che sputava fiamme, convinto che ne sarebbe uscito sconfitto. Ma Bellerofonte montò il cavallo alato Pegaso, piombò dall'alto sulla Chimera e la uccise in un sol colpo. Iobate gli affidò allora una successione di altre imprese "impossibili", dalle quali l'eroe uscì vittorioso. Iobate si convinse quindi dell'innocenza dell'eroe e ne ammirò le qualità al punto da dargli in moglie la propria figlia. Inorgoglito, Bellerofonte volle salire all'Olimpo sul suo cavallo alato, ma fu precipitato sulla terra da Zeus, come castigo del suo peccato d'orgoglio.

Dopo la morte del padrone, Pegaso tornò sull'Olimpo, mettendosi al servizio di Zeus, al quale aveva portato il fulmine e, in segno di divina riconoscenza, fu trasformato in costellazione.

Sembra che il mito di Perseo sia posteriore.

Pegaso rappresenta l'eroe che costruisce la pace, combatte il caos e il male e propone valori positivi.

E' simbolo della passionalità e dell'impetuosità istintiva del cavallo, dominate dalla volontà spirituale dell'uomo rappresentata dalle ali.

Notizie del mito si trovano già a partire da Omero ed Erodoto, attraverso Esiodo e i tragici greci fino ad arrivare alle Metamorfosi di Ovidio e ad Apollodoro.

Plinio descrive come Pegasi degli uccelli dell'Etiopia con teste di cavallo. Sempre Plinio descrive sotto lo stesso nome un cavallo dotato di ali e corna. Per Giulio Solino e Pomponio Mela sarebbe invece un uccello con orecchie di cavallo. In generale, ogni figura, mitologica o araldica, corrispondente ad un cavallo alato viene chiamata Pegaso.