I RETROSCENA DELLA SERIE CLASSICA

Tra il 2002 e il 2003, all'interno dei libretti dei DVD della serie classica sono state presentate una serie di interviste esplicative, colme di retroscena sui perché e percome l'anime venne prodotto, oltre che su come alcuni eventi o personaggi sarebbero dovuti essere. Questi approfondimenti, divisi in sei segmenti - uno per DVD Box - sono stati tradotti in francese da SaintSeiyaPedia, e in italiano da Aledileo.

Pegasus Box

Il 1985 e l’inizio dell’anno 1986 sono un periodo di preoccupazione per il mondo dell’animazione. Gli anime di robot, che all'epoca erano l’indice di riferimento del settore, si erano accumulati e il genere stagnava. E il genere dei "Real Robots", lanciato da Gundam nel 1979, cominciava a mostrare i suoi limiti. Inoltre la maggior parte dell’audience di riferimento migrava ormai verso degli OVA orientati agli otaku. I tassi di audience degli anime televisivi ne soffrivano molto, così come le vendite dei prodotti derivati legati a essi.

I fabbricanti di giocattoli hanno particolarmente sofferto di questa defezione. E se i prodotti non si vendono, diventa difficile trovare degli sponsor per una serie. Voci numerose si sono levate allora, sia all’interno che all’esterno del settore, per denunciare i limiti relativi agli anime sui robot. Mentre nel 1983 vi erano ben dieci serie di robot diffuse in televisione, nel 1985 ve ne erano soltanto quattro. Un altro colpo inferto agli anime televisivi fu la diffusione delle console per i videogiochi, che offriva la possibilità di controllare il personaggio sullo schermo.

È in questo contesto che Toei Doga (oggi Toei Animation) e TV Asashi lavorarono a un nuovo progetto destinato alla stagione autunnale del 1986. La fascia oraria prevista era il sabato alle ore 19.00. Sul canale concorrente TBS "Manga Nihon Mukashibanashi" (storie antiche del Giappone in manga), il programma che andava in onda allo stesso orario, faceva alti ascolti e bisognava dunque opporvi un contenuto di alto livello. Poiché le serie "live" degli eroi avevano ottenuto dei buoni risultati in questa fascia oraria, il nuovo progetto mirava anche a trattare una storia di eroi.

E come un segno del destino, "I Cavalieri dello Zodiaco" iniziarono a uscire sul magazine "Shone Jump 1+2" del 1986 (uscito il 25 novembre 1985), scritto e disegnato dal popolare mangaka Masami Kurumada. Adattare le sue opere di successo era già stato suggerito in precedenza, ma nessun progetto aveva ancora visto la luce, poiché il mondo dell’animazione credeva fosse ancora troppo giovane come mangaka. "I Cavalieri dello Zodiaco" è stato dunque il primo adattamento animato di una sua opera.

La decisione di un adattamento animato è stata presa subito dopo l’inizio del manga e la Toei Doga ha iniziato a organizzare le cose molto presto tramite la catena televisiva e gli sponsor. Poi circa sei mesi dopo l’inizio del manga, nel giugno 1986, un’offerta in debita forma è stata presentata all’autore della produzione ed è stata confermata. L’ordine per la creazione dell’episodio 1 è stato fissato in luglio. Il primo volume rilasciato del manga non era previsto che per il mese di settembre e avere un adattamento così rapido di un manga di Jump era inusuale.

Poiché il manga e l’anime avanzavano simultaneamente, la proposta accettata dalla Toei suggeriva che tutta la storia ruotasse attorno alla Guerra Galattica, una specie di "battle royale" a cui prendevano parte i dieci Cavalieri dello Zodiaco. Gli avversari erano rappresentati da Phoenix e dai Phoenix Neri. E così la sigla iniziale e di chiusura e gli altri materiali legati al programma hanno dato ampio spazio ai dieci Cavalieri dello Zodiaco.

L’anime "I Cavalieri dello Zodiaco" non poteva essere classificato nelle categorie "Robot", "Magical Girl" o peggio ancora "Commedia" e rappresentava quindi un nuovo genere (all’epoca, il termine pass-partout "fantasy" non era utilizzato per questo). È stato dunque necessario presentarlo agli sponsor come una sorta di estensione o modificazione del genere "Robot". È per questo che Kozo Morishita, il cui talento di regista sugli anime di robot era riconosciuto, è stato scelto come capo regista. Avendo partecipato a delle coproduzioni straniere, aveva immagazzinato un certo numero di desideri che avrebbe voluto applicare a degli anime destinati al Giappone.

Oltre a registi esperti, la squadra di realizzazione tecnica comprendeva anche dei giovani registi motivati. Inoltre la produzione finale è stata realizzata con dei procedimenti di composizione ottica allora innovativi, che hanno permesso di ottenere una qualità di immagine incomparabile rispetto a quella di altri anime dell’epoca. Alla fine, il prodotto ottenuto non ha sedotto soltanto i giovani, che erano il target principale di riferimento, ma ha anche attirato il pubblico "otaku", divenendo rapidamente popolare.

Dragon Box

Nota: nell’articolo originale viene indicato il termine "cour" che indica nel linguaggio di produzione televisiva un blocco di 13 episodi. L’ho tradotto come tranche.

Quando il progetto dell’anime "I Cavalieri dello Zodiaco" è stato studiato, il target di riferimento erano i bambini della scuola primaria. Numerosi cambiamenti sono stati dunque operati durante la conversione dal manga all’anime per adattare l’opera a un pubblico più giovane. La più grande modifica all’inizio della storia è stata il ruolo di Cristal il Cigno, inviato alla Guerra Galattica come assassino da parte del Grande Tempio nel manga, poiché nell’anime questo ruolo è stato lasciato a Phoenix. Per questo motivo, alla fine degli episodi, durante il passaggio degli sponsor finali, era utilizzata un’immagine che mostrava Pegasus contro Phoenix (di fatto quest’illustrazione è l’unica immagine dell’anime che mostra Pegasus e Phoenix con le ali alle loro armature). Questo cambiamento si spiega col fatto che all’epoca del lancio del prodotto, il manga si occupava dei Cavalieri Neri e il Grande Tempio non era ancora stato messo in scena. Per questo i nemici che occupano tutta la prima tranche di episodi sono Phoenix e i Cavalieri Neri a lui fedeli.

Nella seconda tranche, Phoenix è passato dalla parte degli eroi e, al fine di rinforzare il lato malefico del Grande Tempio, dei personaggi a capo delle truppe, come Gigars e Phaeton, sono stati aggiunti, insieme a numerosi Cavalieri inediti. In questo modo la storia è stata chiaramente presentata come un conflitto tra il Grande Tempio, che cercava di dominare il mondo, e la fondazione Thule, determinata a proteggerlo. Le battaglie hanno assunto carattere internazionale e varie situazioni di combattimento hanno potuto essere mostrate.

La terza tranche, che ha aumentato la popolarità della serie, segna l’arrivo dei Cavalieri d’Argento, come nel manga, ma anche qua sono stati apportati numerosi cambiamenti. Nel manga originale tredici Cavalieri d’Argento sono inviati come assassini, ma dal punto di vista degli episodi alcuni Cavalieri sono stati spostati altrove per mantenere l’insieme di tredici episodi, e dei nuovi Cavalieri sono stati aggiunti. All’epoca il manga aveva raggiunto il capitolo delle Dodici Case dello Zodiaco, molto popolare, e al fine di preparare l’anime a quell’arco che sarebbe presto arrivato, sono stati aggiunti degli episodi incentrati sui Cavalieri dello Zodiaco.

Ciò che merita senza dubbio una menzione speciale nella terza tranche è la presenza dei Cavalieri d’Acciaio, per quanto, per essere precisi, siano apparsi alla fine della seconda tranche (episodio 25).

Prima di affrontare l’argomento dei Cavalieri d’Acciaio, è necessario presentare la situazione dei prodotti derivati da "I Cavalieri dello Zodiaco". Nell’articolo nel Pegasus Box sono già state toccate le ragioni per cui l’anime "I Cavalieri dello Zodiaco" è arrivato in tempi relativamente veloci rispetto alla pubblicazione del manga: perché lo sponsor e fabbricante di giocattoli Bandai aveva voluto una diffusione dal settembre piuttosto che da ottobre. Ma anche se il fabbricante era stato subito coinvolto nel progetto, si trattava comunque di un tempo di sviluppo estremamente corto anche per lui. Per questo motivo i prodotti commercializzati si sono riassunti in sei articoli: i "Saint Cloth Series" [ovvero i modellini die-cast, NdS] dei cinque eroi e il guanto "Pegasus Ryusei Ken".

Poiché si trattava di prodotti completamente nuovi su dei personaggi inediti, non è stato troppo difficile convincere i distributori durante la riunione di affari dell’autunno 1986. E alla fine dell’anno i padroni dei magazzini hanno segnalato carenze negli stock dei "Saint Cloth Series", in un tempo davvero veloce. Una nuova produzione è stata subito decisa (a partire dall’aprile 1987 le scatole a finestra sono state abbandonate al fine di accelerare le cadenze di produzione e questo nuovo formato è finalmente diventato la base per il resto dei "Saint Cloth Series").

Poiché Bandai pensava che gli antagonisti non avrebbero venduto, i Cavalieri Neri erano stati quindi realizzati soltanto come modellini speciali a tiratura limitata. Ma sono stati rapidamente esauriti e Bandai ha allora preso coscienza del fatto che bisognava continuare a produrre dei nuovi modelli nella gamma "Saint Cloth Series".

All’inizio la commercializzazione degli altri Cavalieri di Bronzo e dei Cavalieri d’Argento era stata considerata, ma è stata poi lasciata da parte per la stessa ragione di quella evocata precedentemente, e al loro posto le "Heavy Metal Cloth", una specie di "Saint Cloth Series DX", sono state messe in vendita. Ma i magazzini continuavano a domandare altri modelli nella gamma Saint Cloth Series e è stato allora deciso di inserire tre nuovi personaggi nella serie animata, che sarebbero stati utilizzati per i nuovi modellini.

È così che sono nati i Cavalieri d’Accaio, che possedevano delle armature meccaniche per rivolgersi anche ai più giovani spettatori della televisione. L’aspetto mitologico-greco si rinforzava però in quel momento nel manga e avere al tempo stesso questi Cavalieri d’Acciaio contrastava totalmente con questo spirito, portando a una certa confusione percepibile attraverso i piani di lavorazione. Numerose opinioni divergenti si fanno sentire dalla parte di pubblico più "anziana" riguardo ai Cavalieri d’Acciaio nell’anime, ma da un punto di vista di prodotti derivati, sono stati un immenso successo tra i bambini della scuola materna, che ha permesso di ampliare il pubblico interessato. Quindi, anche se compaiono soltanto in dodici episodi, i Cavalieri d’Acciaio sono comunque rimasti presenti sull’eyecatch e nei crediti degli sponsor finali degli episodi 26-73.

La terza tranche è terminata nell’episodio 39 e l’anime è entrato nella parte interamente dedicata ai Cavalieri d’Oro e alle Case dello Zodiaco, durante la quale la popolarità di "I Cavalieri dello Zodiaco" è esplosa.

Andromeda Box

Mentre l’opera originale proseguiva in manga, l’adattamento animato aveva subito diverse modifiche nel tentativo di catturare l’essenza del manga. Queste misure erano state messe in atto poiché non vi era sufficiente materiale originale da adattare e quando il manga riuscì a distanziarsi a sufficienza, l’occasione di rettificare la storia per divenire più vicina possibile al manga si è presentata. Ed è così che l’anime è entrato nella sua quarta tranche, il Junikyu-hen o arco delle Dodici Case, così popolare nel manga e in cui appaiono i Cavalieri d’Oro.

La popolarità era ormai fermamente stabilita. Questa tendenza si traduceva nettamente a livello di merchandising, o dei prodotti di ogni tipo che erano messi in vendita e in breve divenivano grandi successi. La serie di modellini "Saint Cloth Series" aveva apportato una nuova maniera di divertirsi al settore dei giochi per ragazzi con il principio di armature indossabili e in cima alla popolarità della gamma delle Armature d’Oro, alcune, come quella dei Gemelli o della Bilancia, si ritrovarono in carenza di stock dalla loro messa in vendita. Se è stato possibile commercializzare i dodici Cavalieri d’Oro durante la diffusione dell’arco delle Dodici Case, è perché il design delle loro armature era terminato dopo che erano apparsi nel manga. Poiché tra i Cavalieri d’Oro, Capricorn, Fish e Gemini non erano ancora apparsi, fu necessario mostrarli sul frontespizio con un’ombra sul viso, dal momento che la fabbricazione dei loro prototipi era già iniziata. E questi prodotti vennero presentati anche a giugno 1987 al Tokyo Omoca Show per catturare l’onda del momento giusto.

Per ciò che riguarda i videogiochi, che si erano allora impossessati della "cultura per bambini", il gioco "Saint Seiya – La leggenda d’oro" fu un enorme successo. Poiché questo gioco era uscito durante la pubblicazione della scalata alle Dodici Case nel manga, l’effettiva apparenza del Sacerdote, boss finale del gioco, era diventata quella di un Cavaliere misterioso scelto dai contributi dei lettori. Le vendite soddisfacenti permisero l’uscita di un seguito l’anno successivo dal titolo "Saint Seiya – La leggenda d’oro – seguito".

Inoltre il dipartimento editoriale di Shonen Jump, magazine della Shueisha in cui era pubblicato il manga, ha iniziato la commercializzazione degli Anime Mooks o Artbook. Fino a quel momento, i soli Anime Mooks della Shueisha usciti dal dipartimento editoriale riguardavano delle produzioni animate per il cinema, come i film di "Uchu Senkan Yamato" (La corazzata Yamato) e la sola opera tratta da una serie di Shonen Jump che aveva avuto diritto a un Anime Mook era il film del Dr Slump.

È in questo contesto che "I Cavalieri dello Zodiaco" come serie televisiva possono avere diritto a un Anime Mok, è un’incredibile consacrazione (vi invitiamo a leggere la pagina che spiega la pubblicazione di questo volume se desiderate conoscere più in dettaglio le tappe della sua concezione). Inoltre la compilazione di "Shonen Jump Special Edition – Saint Seiya Cosmo Special" è iniziata in parallelo al lavoro sul Mook. Dei volumi speciali erano già stati pubblicati di recente in questa collezione per delle serie come "Kinnikuman", "Dr. Slump", "Holly e Benji" o "Dragon Ball". Questo Cosmo Special si posizionava nell’ottica di un miglioramento di questa serie di volumi speciali e ha beneficiato perciò di diversi aggiustamenti e riorganizzazione al fine di renderlo diverso e complementare all’Anime Mook, accompagnati a un nuovo stile di presentazione.

Il primo film sui Cavalieri dello Zodaico è uscito sugli schermi nel luglio 1987 ed è divenuto un grande successo grazie alla strategia assicurata dal manga e dalla serie televisiva. L’arco delle Dodici Case non era ancora terminato e la produzione della serie proseguiva pressoché in simultanea. La battaglia al Grande Tempio è terminata il 14 marzo su Shonen Jump e in quel momento lo scenario televisivo non aveva che cinque settimane di ritardo in rapporto al manga.

Anche se la produzione era stata avviata non appena lo storyboard del manga si era reso disponibile, la progettazione è rimasta non meno demenziale, e possiamo dunque renderci conto della resistenza della squadra di produzione della Toei all’epoca. Inoltre due episodi annessi alla storia furono aggiunti prima del combattimento contro Virgo alla Sesta Casa, per rendere il combattimento tra Phoenix e Virgo più intenso, e non si può ignorare il fascino di queste aggiunte. Tutto è stato allo stesso modo messo in atto al fine che i diversi piccoli momenti aggiunti all’inizio dell’arco, per permettere al manga di distanziarsi, potessero inserirsi armoniosamente nella saga delle Dodici Case.

La scalata delle Dodici Case si è in seguito conclusa nel manga e la storia ha affrontato con forza il capitolo di Nettuno. A livello di serie tv, fu deciso di produrre un arco esclusivo in attesa che il manga si distanziasse sufficientemente dall’anime. Il produttore Kawada di TV Asashi, il produttore Hatano di Toei Doga (oggi Toei Production), il direttore della serie Morishita, il compositore della serie Koyama e altri membri dello staff principale si riunirono quindi in una pensione e iniziarono a scambiare le loro idee su questo nuovo arco.

Saint Seiya Cosmo Special

È un libro speciale che tratta del manga. Contrariamente alle edizioni speciali fino a quel momento pubblicate su Shonen Jump, questo libro tratta in profondità alcuni contenuti dell’opera. In questo modo vennero pubblicate per la prima volta alcune informazioni relative al manga, come per esempio l’esistenza di Ade o ciò che riguarda il fratello minore di Gemini. Per ciò che riguarda l’anime, questo libro si accontenta di presentare il terzo film "La leggenda dei guerrieri scarlatti". Poiché questo volume è stato compilato nello stesso momento dell’Anime Special, molte informazioni sono state divise, come per esempio le date di nascita dei Cavalieri. Lo staff dell’anime fu molto felice di poter beneficiare di questi dati rimasti oscuri nel manga.

Cygnus Box

I "character sheets" sono stati realizzati in occasione dell’inizio di questa nuova serie e diverse cose sono cambiate, come l’aspetto dei personaggi. Il design delle armature è stato fatto basandosi sul design del manga. Il lavoro più di successo, tra gli episodi esclusivi dell’anime, è stato certamente il capitolo dell’Anello del Nibelungo, chiamato anche capitolo di Asgard, che si estende dagli episodi 74 al 99. Vi erano stati certamente una quantità di episodi esclusivi autoconclusivi prodotti fino a quel momento, ma decidere di produrre 24 episodi inediti è stata una decisione coerente. Tuttavia, questa decisione si è basata su stime accurate, e dopo aver realizzato il primo film, il personale ha ritenuto abbastanza plausibile la produzione di episodi originali, restando fedeli alla visione dell'opera.

Il capitolo dell’Anello del Nibelungo è stato concepito come una ricostruzione basandosi sul secondo film che doveva uscire il 12 marzo 1988, chiamato "I Cavalieri dello Zodiaco – L’ardente scontro degli Dei". Anziché prendere spunto dalla mitologia greca, tema sul quale si erano innestate le vicende di Pegasus e dei suoi compagni, questo film utilizza piuttosto spunti dalla mitologia nordica come sfondo per gli avversari chiamati "Guerrieri Divini" che i Cavalieri di Atena devono affrontare. Questo film di animazione fu il primo sul quale lavorò Shigeyasu Yamauchi, oggi capo regista di Seiya Hadès Jūnikyū-hen (Hades Capitolo Santuario), come regista. Questo film ha perfezionato lo stile espresso in "I Cavalieri dello Zodiaco" e rimane al giorno d’oggi tenuto in alta stima dai fans. La serie televisiva aveva iniziato l’arco delle Dodici Case mentre la produzione del film era in corso e anche se la popolarità della serie si è solidificata durante questo arco, era necessario sondare in che modo sarebbe potuta proseguire dopo la conclusione di questa parte e che genere di visione doveva esservi apportata.

A livello di manga, il seguito delle Dodici Case era il sicuro arco di Poseidone ma visto il minimo distacco del manga rispetto all’anime, far seguire direttamente quell’arco nella serie televisiva sarebbe stato impossibile tecnicamente ed è stato dunque deciso di produrre degli episodi inediti in attesa che un buon numero di capitoli del manga potessero accumularsi.

L’Armatura di Odino, oggetto chiave dell’arco di Asgard. Poiché il suo design è stato realizzato riprendendo una bozza destinata all’armatura Delta, le due armature mostrano una certa somiglianza.

Così dunque il compositore della serie Takao Koyama, che era stato incaricato di procedere a una reinvenzione del film "L’ardente scontro degli Dei" nella serie tv, produsse un promemoria di produzione intitolato "I Cavalieri dello Zodiaco – muova serie (capitolo dell’anello d’oro) – origini, sviluppo, conclusioni". La transizione del film in serie tv fu approvata alla fine del 1987, poi il promemoria menzionato precedentemente fu terminato all’inizio del mese di gennaio 1988, e la produzione poté allora iniziare prima ancora che il film fosse diffuso al cinema. Questo promemoria, che può essere considerato come l’opera originale del capitolo di Asgard, era quasi identico a quello che è stato diffuso più tardi, con qualche eccezione. Ad esempio Mizar veniva battuto da Pegasus all’inizio della storia, quando si recava ad attaccare Lady Isabel, e Alcor diventava un Cavaliere di Asgard ufficiale. E solo la spada di Balmung era presente. L’armatura di Odino e gli zaffiri non esistevano.

Il finale mostra infine chiaramente chi manipolava Asgard nell’ombra e volge quindi sul capitolo di Nettuno. Il processo di concepimento dell’arco di Asgard fu infatti di partire da questa fine e poi di costruirvi una storia per arrivarci. E ciò ha giocato un ruolo nell’impressione pervenuta di questo arco, che è così distinto come sentimento di vitalità presente negli archi adattati del manga. Inoltre i nuovi nemici che sbarrano il cammino ai nostri eroi, come i Guerrieri Divini del film, sono però diversi da questi ultimi e le loro storie e altri dettagli sono approfonditi nella storia. Il design finale di ciascun personaggio è stato aggiustato da Shingo Araki e Michi Himeno ma i Cavalieri di Asgard sono nati sulla base di bozze e suggerimenti provenienti dalla Bandai. Questi disegni sono stati realizzati da delle persone divenute note grazie a SD Gundam, come Kōji Yokoi (armatura Delta/Megres, armatura Gamma/Thor) o anche Susumu Imaishi (armatura Zeta/Mizar e Alcor) (tra gli altri).

Il manga era nel pieno del capitolo di Nettuno quando l’arco di Asgard è stato diffuso e i Cavalieri dello Zodiaco hanno beneficiato delle nuove armature. Per questo motivo l’arco di Asgard ha di fatto incorporato le nuove armature di Bronzo, ricalcando i disegni del manga. Il design delle armature e dei personaggi ha assunto una forma più "pungente", ma nondimeno sottile, e si può dire che a partire da questo momento "I Cavalieri dello Zodiaco" abbia assunto la sua forma finale come serie televisiva.

L’altro profilo sconosciuto dei Cavalieri di Asgard

Questi personaggi, esclusivi della serie animata, hanno potuto acquistare una profonda consistenza grazie a un dettagliato background, come quello che riguarda Mizar e Alcor. Per partire da un altro soggetto, all’inizio solo le armature di Alfa e Zeta avrebbero dovuto essere messe in vendita, ma poiché le vendite si sono rivelate soddisfacenti, gli altri Cavalieri di Asgard (Alcor incluso) sono ugualmente usciti.

Il Sig. Koyama, che ha partecipato alla composizione di questo articolo, aveva annotato nei suoi promemoria numerosi dettagli relativi ai Cavalieri di Asgard, oltre alla loro storia personale, come i loro nomi, le loro tecniche e i loro punti deboli. Il contenuto di questi promemoria è molto interessante poiché alcuni dettagli differiscono da quello che è stato poi diffuso e vi si possono apprendere alcune cose, come la ragione per cui Mime e Orfeo si somigliano. Vediamo dunque i dettagli indicati in questi memorandum (i nomi dei personaggi sono quelli che sono indicati nei promemoria):

Orion di Dubhe, stella Alfa (Original: Dubhe no Siegfried)

Leader. Era imprigionato da eoni in un cerchio di ghiaccio eterno, ma il potere malefico dell’Anello del Nibelungo gli ha permesso di tornare al mondo. Per questo motivo la sua fedeltà a Ilda è la più solida che quella di chiunque altro. Sviluppa in segreto dei sentimenti per Ilda, trovandosi un po’ nella stessa situazione di Asher verso Isabel. È un uomo ambizioso e la leggenda vuole che abbia abbattuto un drago.

Artax di Merak, della stella Beta (Merak no Hagen, in originale)

È il solo meticcio del gruppo. È fiero della sua pelle bruna che dà l’idea di essere un corpo d’acciaio. È un nichilista che parla poco. Cerca con fervore l’occasione di affrontare potenti avversari, al punto da non avere altra scelta che essere al servizio di Ilda o di Atena per riuscirvi.

Thor di Phecda, stella Gamma.

Un giante. Impulsivo. Eroe dalla forza erculea. Tutto il suo corpo è al di là delle proporzioni umane. Rimanda una forte impressione di guerriero vichingo. Idolatra Ilda e pensa ciecamente che Asgard dovrebbe dominare il mondo. Possiede il martello Mjollnir, che può diventare un boomerang.

Megrez, della stella Delta (Alberich, in originale)

Il più piccolo dei sette Cavalieri di Asgard. Machiavellico. Si schiera a fianco di Ilda poiché pensa che Asgard possa vincere. Perfido e pragmatico. Somiglia a Cancer sul piano emotivo. La sua eccessiva fiducia in se stesso gli costerà la vita.

Luxor di Alioth, della stella Epsilon (Fenrir, in originale)

Di temperamento impulsivo e violento, come un lupo. Molto fiero, si ritiene superiore agli altri. Estremo, selvaggio, feroce.

Alcor della stella Zeta (Bud, in originale):

Fratello gemello anziano di Mizar. Ha vissuto nell’ombra del fratello ma è ubriaco di vendetta contro Pegasus e i suoi compagni dopo che questi si fa uccidere. Brutale. Ha l’aria di un principe dalla pelle chiara che non ha niente da invidiare a Cristal da questo punto di vista. Dà l’impressione di essere affilato come il ghiaccio. Proprio come Thor, Alcor è convinto che Asgard dovrebbe dominare il mondo.

Mime, di Benetnash. Stella Eta.

Un Cavaliere di Asgard che ha ereditato l’anima di Orfeo. Il suo viso e il suo comportamento sono dunque vicini a quelli di Orfeo. Ciò è motivo per la sua vendetta.

Phoenix Box

COMMENTI A VARIE IMMAGINI:

Tisifone appare in abiti civili durante la scena finale della serie. Inoltre, poiché era la scena finale di una serie che durava da tempo, nessuna fasciatura è stata messa sull’occhio di Cristal.

La scena finale mostra la determinazione di Isabel al telespettatore. La splendida e impressionante musica che la accompagna ne fanno una visione di grande magnificenza. È stata pubblicata in tinta unica nella Gold Selection.

I modellini in PVC ritrascrivono le differenze di taglia tra i personaggi e conservano le capacità di indossare l’armatura viste nell’anime. Dopo la fine della diffusione, anche le Deformed Series "Saint Paradise" sono state messe in vendita in modellino PVC:

In parallelo alla serie di modellini principali Saint Cloth Series, dei modellini PVC Deformed sono stati venduti dai distributori in capsule, dimostrando quindi la grande popolarità di quest’opera. Oltre ai personaggi principali, dei personaggi esclusivi dell’anime fecero la loro apparizione, come Morgana, Docrates, i Cavalieri di Discordia e i Guerrieri Divini dei film.

Il gioco Famicom "Saint Seiya – Ogon Densetu" ha saputo approfittare della popolarità esplosiva della Famicom, divenendo un altro grande successo. Più tardi, è stesso messo in vendita anche il gioco "Saint Seiya Ōgon Densetsu Kanketsu-hen" (capitolo della risoluzione), un seguito al primo gioco.

Qua il gioco Wonderswan "Saint Seiya Ōgon Densetsu Perfect Edition", che č una attualizzazione del gioco Famicom. La grafica e la manovrabilità sono state considerevolmente migliorate.

La parte finale della serie televisiva è l’arco di Nettuno, presente in questo dvd, che fa seguito al capitolo di Asgard di 24 episodi e segue dunque il manga mentre quest’ultimo era ancora in corso di pubblicazione, ma un numero di episodi fu posto per terminare la serie, e non doveva essere oltre i 15 episodi. Il capitolo Nettuno segue l’arco di Asgard che si era concluso con l’episodio 99. Inizia mostrando Pegasus e Andromeda, ancora contusi dai combattimenti con i Cavalieri di Asgard, lanciarsi all’inseguimento di Lady Isabel fino a ritrovarsi sul fondo dell’oceano, nel santuario sottomarino. Di tutti gli archi questo è quello in cui lo sviluppo della storia avanza più velocemente. Ciò è ancora più vero nel caso dell’anime, come conseguenza della decisione imprevista di terminare la serie all’episodio 114, ma possiamo notare il talento della composizione della serie per aver fatto sì che lo spettatore non se ne accorgesse. Un esempio di questo brio si vede nell’ultimo episodio, dove il talento di Yoshiyuki Suga ha permesso di architettare un finale meravigliosamente equilibrato senza pertanto attendere la realizzazione dello storyboard del manga per scrivere la sceneggiatura. La scena finale differisce enormemente dal manga, ma l’inserimento della scena che mostra una Tetis divenuta sirena, che salta fuori dalle onde, dà un’aria di magnifica favola all’insieme.

Poiché vi erano pochi capitoli disponibili all’inizio della serie, questa era stata prodotta alla cieca, senza sapere dove la storia sarebbe andata. Ma all’epoca della produzione del capitolo di Nettuno i piani di animazione e di messa in scena erano chiaramente stabiliti e la direzione certa. La produzione ha potuto dunque essere lanciata subito, muovendosi anche in riavvicinamento in tempo reale al manga.

"I Cavalieri dello Zodiaco" avevano raggiunto la sua forma ideale in anime all’epoca del capitolo di Asgard e il capitolo di Nettuno fu quindi la messa in opera di questo savoir-fair al fine di produrre ciò che si può considerare come la forma perfetta della conversione del manga in anime.

Il capitolo di Nettuno comporta non solamente numerosi episodi la cui animazione è stata diretta da Shingo Araki stesso, ma ugualmente molti episodi diretti da altri registi popolari dell’animazione, ben noti ai fan, come Eisaku Inoe e Tomoko Kobayashi, e la grande qualità degli episodi è più prominente che in ogni altra parte della serie. L’ultimo episodio in particolare somiglia veramente a ciò che si può vedere nei film e non ha perduto niente del suo fulgore neppure riguardandolo ai giorni nostri.

Poiché il numero di episodi di questa parte è inferiore rispetto alle altre, il prezzo di questo Box Dvd è al tempo stesso differente, ma riguardando tutti gli episodi presenti proverete probabilmente un sentimento diverso rispetto all’epoca della trasmissione in tv.

Per terminare, ci piacerebbe parlare di un aneddoto che ignorate molto probabilmente e che riguarda il volume 3 della Gold Selection. Dal punto di vista della pianificazione dell’anime, sembrava veramente impossibile fornire in tempo delle immagini per l’ultimo episodio per includerli nel volume Gold Selection 3 (e infatti non vi sono scene dall’ultimo episodio nelle pagine colorate). Nonostante ciò l’incredibile zelo della Toei Doga (oggi Toei Animation) ha permesso di inviare giusto in tempo delle scene dell’ultimo episodio, tra cui l’ultimissima scena, che furono in seguito aggiunte in fretta in bianco e nero nella Gold Selection 3. Il desiderio di poter pubblicare la scena finale in quest’ultimo Mook dell’opera è un segno inequivocabile che i miracoli possono accadere.

Come questo aneddoto deve avervi fatto capire, gli artisti, i realizzatori, gli animatori, i doppiatori e anche le persone non implicate direttamente nella produzione, come lo staff della tv Asashi, gli sponsor, il personale della casa editrice del manga si sono sostenuti a vicenda, come i Cavalieri mostrati nell’opera. E non è un’esagerazione affermare che è grazie a questa sinergia che l’opera ha potuto concludersi in bellezza. Si può certamente dire che anche se è stata una questione di affari, è stato prodotto qualcosa che è andato oltre la concezione stessa di business. È così che le persone incaricate hanno infuso la loro anima negli episodi o anche in tutti i prodotti derivati che sono stati creati. E finalmente quest’opera, che avrebbe dovuto conoscere la sua fine come programma per bambini, si è elevata al rango di leggenda, perpetuandosi nel corso degli anni.

Questi ricordi e sentimenti non riguardano soltanto le persone incaricate, sono ugualmente presenti nelle anime di tutti i telespettatori che hanno seguito "I Cavalieri dello Zodiaco". E vedere oggi, all’ingresso del Ventunesimo Secolo, la forza e la motivazione messe nella produzione della serie di Ade e dell’illusorio Tenkai-Hen sono sufficienti per dirlo. La leggenda dei Cavalieri non è ancora terminata.

E noi sappiamo perché.

Perché dei guerrieri della speranza appaiono ogni volta che il male minaccia il mondo.

(fine)

 

Movie Box

Il manga e la serie tv (1986-1989) de "I Cavalieri dello Zodiaco" sono stati delle icone popolari negli anni ’80. Il primo film derivato da "I Cavlaieri dello Zodiaco" è uscito al cinema nove mesi dopo l’inizio della trasmissione della serie tv, poco prima che la serie arrivasse alle Dodici Case e era dunque un momento perfettamente scelto in quanto la passione dei fan si stava infiammando. Il regista di questo primo film fu Kozo Morishita, regista della serie tv, mentre la sceneggiatura era stata assegnata a Yoshiyuki Suga, che in seguito ha lavorato a molti film animati noti della Toei Animation, come "Akuma-kun" (1991), "Magical Taruto-kun" (1991) o anche "Slam Dunk" (1994). Suga ha anche collaborato a numerosi episodi della serie tv come sceneggiatore complementare al compositore della serie Takao Koyama, e finirà per scrivere tre dei film. Lavorerà anche più tardi su "B’T X" (1996), anime tratto da un’altra opera di Masami Kurumada.

Il primo film riuniva lo staff principale della serie tv, come pure il direttore d’animazione Shingo Araki e il compositore delle musiche Yokoyama. Shingo Araki lavorerà sui tre film, come pure Yokoyama sarà implicato in tutti. Kozo Morishita e i produttori Hatano e Kawata si sono riuniti a Izu Kogen al fine di discutere dei nemici da mettere in campo; invece di fare semplicemente dei nemici da abbattere, questi sono stati concepiti come dei riflessi degli eroi, sia al livello delle loro personalità che delle armi che possiedono. E la persona che li comandava era la Dea della Discordia Eris, presente nella mitologia greca. La leggenda diceva che avrebbe utilizzato una mela d’oro per portare zizzania tra tre Dee, tra cui Atena, e ciò avrebbe avuto come conseguenze il provocare una guerra (era anche la sorella gemella di Ares).

Molti effetti speciali sono stati utilizzati, come i raggi emessi dalla mela d’oro o i punti luminosi delle corde di Orfeo. Inoltre, delle nuove musiche sono state aggiunte da un’orchestra e sono state realizzate molte altre cose. Alla fine, questo film, diffuso in prima visione in occasione della "Manga Matsuri", ove figurava, ha avuto bisogno di un budget incredibile. Il livello di realizzazione di questo film ha fissato gli standard per quest’opera e la passione dei fan è esplosa grazie all’effetto congiunto del manga e della serie tv. Tra l’altro, il titolo del film all’epoca della diffusione era semplicemente "I Cavalieri dello Zodiaco", ma in occasione dell’uscita DVD, il sottotitolo "Eris, la Dea malefica", proposto da Masami Kurumada, vi è stato aggiunto.

Poi, un secondo film chiamato "L’ardente scontro degli Dei" è uscito nella primavera 1988. La serie tv era allora al punto finale della scalata delle Dodici Case e i fan giapponesi dei Cavalieri e di Masami Kurumada avevano più che mai gli occhi puntati sulla produzione animata. Il realizzatore del film è stato Shigeyasu Yamauchi, che aveva realizzato alcuni episodi della serie tv, tra cui il numero 30, e la sceneggiatura è stata affidata a Takao Koyoma, compositore della serie animata in tv. Utilizzare la mitologia nordica come impianto di fondo è stata una proposta del produttore Hatano e questo ha instillato l’idea di essere più flessibili, permettendo di utilizzare altre mitologie oltre a quella greca, influenza che ha aperto a nuove possibilità sulle opere animate di "I Cavalieri dello Zodiaco". Il film ha messo in scena diversi personaggi della mitologia nordica, come il figlio di Odino Balder (Dolvar, in Italia), Loki, Ullr, Frey e Freya tra gli altri. Proprio come nella mitologia, Hrungnir è attraversato dal martello di Mjollnir e Frey perde la vita per una donna. E ovviamente questo film è stato la base del capitolo Asgard della serie tv.

Il terzo film "La leggenda dei guerrieri scarlatti" è uscito lo stesso anno del secondo. È stato il film più lungo tra quelli diffusi finora e poiché la sua produzione era stata decisa il febbraio dello stesso anno, quest’opera ha avuto solo cinque mesi davanti a sé per essere prodotta (il realizzatore ha ricevuto questa domanda da Yutaka Takeda, incaricato di produzione, il giorno della prima in pre-proiezione del secondo film). Il realizzatore in questione è rimasto Shigeyasu Yamauchi, incaricato del film precedente, e la sceneggiatura è stata di nuovo affidata a Yoshiyuki Suga. L’elegante Abel, disegnato da Shingo Araki, e la resurrezione di Gemini sono diventati grandi argomenti di conversazione tra i fans. Delle nuove canzoni principali sono state registrate per l’occasione, la parte vocale è stata assegnata a Hitomi Toyama, selezionata tramite un’audizione.

Apriamo una breve digressione. Nell’opera originale gli 88 Cavalieri sono divisi nella seguente maniera: 12 Cavalieri d’Oro, 24 Cavalieri d’Argento e 48 Cavalieri di Bronzo, oltre a 4 Cavalieri di rango sconosciuto che non sono ancora stati svelati ai giorni nostri. I Cavalieri della Corona presenti in questo film farebbero parte di questi Cavalieri sconosciuti? La questione non manca di sollevare interesse.

Infine arriviamo alla produzione dell’ultimo film all’epoca della serie tv: "L’ultima battaglia", che è stato diffuso nel marzo 1989, poco prima della conclusione della serie animata. Pegasus e i suoi amici erano ancora nel santuario sottomarino alla televisione e il film dunque ha mostrato in anticipo la sconfitta di Nettuno. La realizzazione è stata affidata a Masayuki Akehi, con cui il produttore Hatano aveva lavorato dopo "Ookama Shōnen Ken" (1963). Akehi era stato realizzatore di numerosi episodi incentrati su Phoenix, come gli episodi 15, 3, 56, 86 e 107, e ha dunque curato particolarmente la rappresentazione di Phoenix nel film (vedi l’intervista alla pagina 13). Poiché Shingo Araki (a cui era stata affidata la direzione dell’animazione nei film precedenti) era occupato adesso ad animare l’ultima parte della serie, la direzione dell’animazione di questo film e il design dei personaggi furono affidati a Masahiro Naoi (colui che ha lavorato sugli episodi 15, 36, 41, 56 e 96 della serie animata, così come sul film di Hokuto no Ken del 1984, e in seguito sul film di Slam Dunk del 1993 e altre opere della Toei) che aveva spesso lavorato in compagnia di Akehi. La storia si basa su una proposta di Yoshiyuki Suga che suggeriva di utilizzare la Divina Commedia di Dante.

Un’altra disgressione. Anche se Akehi conosceva il mondo di Dante grazie ai suoi precedenti lavori su Devilman (1972), non aveva mai letto il libro della Divina Commedia, così si affrettò a leggerlo per realizzare questo film. Per attenersi a questa visione, furono commissionate a Yokojama delle musiche dalla forte connotazione religiosa; al fine di mostrare quella che era la fine di tutti i lunghi combattimenti, una musica ispirata alla sinfonia "del nuovo mondo" di Dvorak è stata creata per il finale. Ed è proprio con quest’opera che si è temporaneamente conclusa l’avventura animata dei Cavalieri dello Zodiaco.

Ma questi film hanno continuato a vivere nel cuore dei fans, accanto alla serie televisiva, e il desiderio degli spettatori ha infine permesso di arrivare gli OAV di Ades (saga del Santuario, 2002) e al nuovo film "Le porte del paradiso", 2004.