BLACK IL LUPO

(WOLF NACHI)

ETA': 14 anni.

ALTEZZA: 1.71 M.

PESO: 57 Kg.

OCCHI: Neri

CAPELLI: Neri

DATA DI NASCITA: 20 Luglio.

LUOGO DI NASCITA:.Giappone.

GRUPPO SANGUIGNO: AB

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno, Black è orfano.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Il lupo, costellazione ispirata al mito del lupo Terione che venne sacrificato agli Dei.

ARMATURA / ARMI: Armatura di bronzo del lupo. L'armatura di Black non ha armi o poteri speciali e copre solo parzialmente il corpo del cavaliere. Viene gravemente danneggiata da Thanatos durante l'attacco a Patricia. Nella seconda serie di Omega, Black indossa una versione personalizzata delle armature d’acciaio, simile alla sua corazza originale e capace di sparare raggi dai bracciali e dal pettorale.

STIRPE: Cavaliere di bronzo fedele ad Atena.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 2, "Il torneo inizia" (anime). Saint Seiya N° 1, 3° capitolo (manga).

EPISODI (SAGA): Episodi 2-7, 42, 61-66, 68-69, 71-73 (saga del Grande Tempio), 74 (saga di Asgard), 100, 114 (saga di Nettuno), 116-117, 120, 125, 137-145 (saga di Hades). Saint Seiya Omega episodi 60-63, 74, 78, 87-88, 93-94.

NUMERI DEL MANGA: 1-3, 10, 19, 28-29.

COLPI SEGRETI / POTERI: Il colpo segreto di Black nell'anime non ha nome, mentre nel manga è chiamato Dead Howling. Lo si intravede solo in un'occasione, durante la battaglia tra i cavalieri e le guardie del Grande Tempio, e sembra un semplice pugno lanciato ad alta velocità. Contrariamente al solito, il cavaliere non viene circondato dal suo cosmo nell'attacco, che quindi sembra basarsi quasi esclusivamente sulla forza pura. Sul piano fisico, Black ha i poteri tipici di un cavaliere di bronzo, può frantumare la pietra con un pugno e spiccare grandi salti.

Nella serie Omega, pur avendo dismesso i panni di Cavaliere, Black mostra di essere diventato molto più forte e il suo cosmo supera quello dei normali Cavalieri di Bronzo. È in grado di subire solo danni parziali dal Chrono Delayed di Hati e sconfigge agevolmente i soldati nemici, riuscendo persino a risvegliare una frazione di Omega nella battaglia contro Aegir. Il suo elemento non viene espressamente indicato, ma dovrebbe essere il vento a giudicare dall’effetto dei suoi attacchi. Black utilizza ancora il Dead Howling, modificato però in una serie di scariche taglienti di vento.

STORIA: Black nacque a Nuova Luxor e rimase orfano in circostante sconosciute. Dopo alcuni anni trascorsi tra la strada e gli orfanotrofi, venne notato da uno degli agenti di Alman di Thule, proprietario della ricca e vastissima fondazione Thule.

All'epoca, Alman stava cercando dei bambini che potessero essere adatti, un giorno, a diventare cavalieri di Atena. Giudicando Black un possibile candidato, Alman lo fece trasferire nel collegio St. Charles, dove man mano venivano mandati i bambini destinati all'addestramento per diventare cavalieri. Black conobbe così gli altri possibili candidati al titolo di cavaliere. Tra essi fece in particolare amicizia con un bambino di nome Asher, del quale cominciò ben presto a rispettare l'autorità. Insieme ad Asher ed altri tre bambini, Geki, Aspides e Ban, Black si divertiva a fare scherzi ai compagni più piccoli. Loro vittima prediletta era Andromeda, il più piccolo dei bambini dell'orfanotrofio, e la cosa portò ad alcuni scontri con suo fratello maggiore Phoenix. A differenza del fratello però, Phoenix era ben capace di difendersi, anche con la forza se necessario, e quindi Black e gli altri ben presto desistettero dal fare dispetti ad Andromeda. A parte questi scontri occasionali comunque, Black passò un periodo sereno nell'orfanotrofio St. Charles, studiando le materie base ma anche giocando spesso a calcio con gli altri bambini.

Dopo un paio d'anni circa, Alman decise che era il momento di preparare i bambini all'addestramento per diventare cavalieri, e li fece portare tutti nel suo palazzo, allo scopo di farli allenare per circa un anno nella sua palestra, prima di mandarli dai vari maestri sparsi in giro per il mondo. Black ebbe così modo di allenarsi a lungo in esercizi come i pesi, il salto, la corsa, il nuoto e la lotta, ma nonostante i suoi sforzi non raggiunse il livello dei due bambini più promettenti, Phoenix e Pegasus. Proprio con Phoenix vi furono in questo periodo alcuni scontri, sempre causati dall'atteggiamento protettivo del bambino nei confronti del fratello minore. Black col tempo iniziò ad ammirare l'atteggiamento e la determinazione di Phoenix, molto diverso dal fratello, sensibile e facile alle lacrime.

I problemi maggiori di questo periodo tutto sommato ancora sereno furono Mylock, il severo ed inflessibile maggiordomo di Alman, ed Isabel, nipote del duca di Thule. La bambina in particolare vedeva i vari ragazzini come giocattoli con cui divertirsi e li usava per i suoi capricci, ad esempio prendendoli a bacchettate con un frustino o facendoli camminare a quattro zampe e sedendosi sulla loro schiena. A differenza di alcuni suoi compagni, come Pegasus o Asher, Black venne comunque relativamente risparmiato dalla padroncina.

Alla fine venne il giorno in cui tutti i bambini dovettero scegliere, pescando a sorte, i luoghi in cui sarebbero diventati cavalieri. Per Aspides il destino scelse Bomihills, in Liberia, e così pochi giorni dopo il bambino lasciò Nuova Luxor ed il Giappone e raggiunse il paese, dove passò i successivi sei anni ad allenarsi allo scopo di conquistare l'armatura di bronzo del Lupo.

Nulla è noto dell'addestramento, se non che fu terribilmente duro, al punto che Black iniziò a considerare quel luogo come un vero inferno in terra, ma alla fine il ragazzo riuscì a sopravvivere ed a conquistare l'armatura del Lupo. Orgoglioso della conquista e felice di poter lasciare la Liberia, Black tornò a Nuova Luxor con l'armatura. Qui il ragazzo ritrovò Lady Isabel, oramai cresciuta e maturata, ma venne anche a sapere che, circa 5 anni e mezzo prima, Alman era morto. Spinto dall'orgoglio, Black accettò senza esitazioni quando la ragazza lo informò che avrebbe combattuto in un torneo per cavalieri, la Guerra Galattica, al cui vincitore sarebbe andata la più potente tra le armature conosciute, l'armatura d'oro del Sagittario. Nei giorni che seguirono, Black visse al palazzo di Isabel in compagnia dei pochi che erano tornati vincitori dall'addestramento. Tra loro vi erano Asher, Aspides, Geki e Ban, ma anche Andromeda e Sirio, un altro dei suoi compagni di orfanotrofio. In generale comunque le vecchie ruggini erano ormai state messe da parte ed anche con Andromeda non c'erano più tensioni.

Dopo alcuni giorni di preparativi, e con tre cavalieri, Pegaso, Fenice e Cigno, ancora assenti, la Guerra Galattica ebbe finalmente inizio. I cavalieri vennero disposti casualmente in gironi, e Black venne inserito nel secondo turno, contrapposto proprio all'assente Fenice. Ignaro dell'identità del cavaliere e consapevole che la sua assenza lo avrebbe automaticamente confermato per gli incontri successivi, Black si limitò ad assistere ai combattimenti dei suoi compagni. Black fu così testimone della facile vittoria di Asher su Ban e del ritorno di Pegasus dalla Grecia. Il ragazzo, ora cavaliere di Pegaso, accettò con qualche ritrosia di combattere nel Torneo e Black lo vide battere Geki senza particolari problemi. La forza e la velocità del ragazzo lo stupirono, facendogli comprendere che sarebbe stato un duro avversario per la vittoria finale.

In seguito, Black vide anche la sconfitta di Aspides per mano di Cristal il Cigno, un altro dei suoi vecchi compagni, appena tornato dalla Siberia, ma il combattimento che lo colpì maggiormente fu quello tra Pegasus e Sirio il Dragone. Black fu impressionato dalla potenza sia difensiva che offensiva di Sirio, il cui pugno e scudo sembravano invincibili. Convinto che stavolta per Pegasus fosse giunta la fine, il cavaliere del Lupo fu stupito nel vederlo reagire e rischiare la vita per frantumare il pugno e lo scudo di Sirio con una mossa spericolata, talmente veloce che Black stesso dovette rivedere al rallentatore per rendersi conto dell'accaduto. Poco dopo, in seguito ai gravi danni subiti alle loro armature, Sirio e Pegasus decisero di toglierle e combattere senza difese. Alla fine, Pegasus vinse il duello, ma venne gravemente ferito, e Sirio fu addirittura ridotto in fin di vita. Ben presto Fiore di Luna, amica d'infanzia di Sirio, spiegò che solo un altro colpo di Pegasus avrebbe potuto salvare la vita di Dragone, ma viste le condizioni critiche del ragazzo la situazione sembrava disperata. Non potendo far nulla, Black si limitò a guardare mentre Pegasus, pur allo stremo delle forze, cercava di salvare Dragone aiutato da Cristal e Andromeda. Sebbene non fosse legato a Sirio da una particolare amicizia, Black era comunque molto preoccupato per lui, e così esultò con gli altri quando Pegasus riuscì nell'impresa.

Il giorno seguente, Black, stavolta senza armatura, seguì insieme a Cristal lo scontro tra Andromeda ed Asher. Di fronte alla catena del nemico, quest'ultimo si trovò in grande difficoltà e rischiò la sconfitta. Improvvisamente, l'arma del cavaliere compose la scritta AXIA sul pavimento, e poi prese ad indicare lo scrigno del Sagittario. Ben presto i cavalieri compresero che il decimo cavaliere, Fenice, era arrivato al Palazzo dei Tornei, e, incerti sulle sue intenzioni, rimasero in attesa. Fenice rivelò di essere Phoenix, il fratello di Andromeda, ma si mostrò subito ostile, ed attaccò sia il fratello che Asher. Deciso a rispettare l'ordine di combattimenti del torneo, Black indossò l'armatura e salì sul ring per affrontare Phoenix.

Intuendo che erano state le dure esperienze dell'addestramento a rendere Phoenix così diverso da quel che era da bambino, Black lo accusò di essere un debole, ricordandogli che tutti loro avevano visto l'inferno durante il periodo di allenamento. Per nulla impressionato, Phoenix colpì Black con il suo colpo segreto Fantasma Diabolico, intrappolando la sua mente in un incubo. Black vide l'enorme pugno di Phoenix distruggere la sua armatura ed ucciderlo, ed alla fine, non potendo reggere, crollò sul ring privo di sensi.

Il giorno dopo il ragazzo si svegliò in un letto della clinica della Fondazione Thule, dove venne a sapere che Phoenix era fuggito portando con se la Sacra Armatura, e che Pegasus, Sirio, Cristal e Andromeda erano riusciti a recuperarne quattro pezzi. Nei giorni che seguirono, Black ebbe modo di riflettere sulla facilità con cui era stato sconfitto, e così, dimesso dalla clinica, si incontrò con gli altri cavalieri usciti umiliati dalla Guerra Galattica, Ban, Geki, Aspides ed Asher. I cinque ammisero di avere bisogno di più allenamenti e, nonostante gli amari ricordi legati al duro periodo di addestramento, decisero spontaneamente di tornare dai rispettivi maestri per fortificarsi (vedi Note). Ottenuto il consenso di Lady Isabel, i cinque lasciarono così Nuova Luxor.

Tornato in Liberia dal suo maestro, Black passò mesi ad allenarsi senza sosta. In questo periodo gli giunse notizia delle numerose imprese di Pegasus e compagni, che avevano sconfitto vari potenti nemici inviati dalla Grecia per ucciderli. Black venne anche a sapere che Phoenix si era ora unito al gruppo di Pegasus e la cosa non potè che rallegrarlo. La notizia più sorprendente però giunse in un comunicato di Mylock, maggiordomo di Isabel, che gli rivelò una sorprendente verità: lady Isabel era in realtà la reincarnazione di Atena, la Dea a cui tutti i cavalieri devono fedeltà e obbedienza. Tale scoperta fece comprendere a Black la futilità del cercare di conquistare la gloria paragonata alla missione di proteggere Atena. Deciso ad aiutare Pegasus e gli altri in questa missione, capì di dover aumentare ancora la sua forza e si impegnò ancora più a fondo negli allenamenti. Dopo alcuni mesi, soddisfatto, Black decise di poter finalmente tornare a Nuova Luxor. Qui ritrovò Asher, Geki, Aspides e Ban, ma venne anche a sapere che Isabel era appena partita per la Grecia insieme a Pegasus, Cristal e Andromeda per affrontare Arles, usurpatore del Grande Tempio di Atena

Sempre decisi a portare aiuto, i cinque raggiunsero Atene. Appena arrivati, vennero a sapere che Isabel era stata ferita al cuore da una freccia d'oro e che sarebbe morta in poche ore se Arles non avesse estratto quel dardo. Per portare Arles da Isabel, Pegasus e gli altri avevano lasciato la fanciulla nel cuore del Grande Tempio, ai piedi della prima delle dodici case dello zodiaco. Per raggiungere Arles era infatti necessario superare, in non più di dodici ore, i dodici templi dedicati alle dodici costellazioni zodiacali, ma a difesa di ciascun tempio vi era uno dei cavalieri d'oro, i più potenti tra tutti i cavalieri. Black e gli altri dovettero ammettere con riluttanza di non essere al livello dei cavalieri d'oro, ma decisero lo stesso di raggiungere Isabel, in modo da proteggerla da eventuali attacchi. La loro idea si rivelò provvidenziale ed i cinque arrivarono giusto in tempo per salvare lei e Mylock da un manipolo di soldati. Facendo sfoggio della loro nuova forza, i cavalieri sconfissero con facilità i nemici e rimasero a vegliare lady Isabel.

Nell'attesa del ritorno di Pegasus, Black venne a sapere da Mylock maggiori dettagli sulla storia di Isabel, ed in particolare venne a conoscenza di Micene di Sagitter, il cavaliere d'oro che tredici anni prima aveva sacrificato la sua vita per salvare la fanciulla all'epoca in fasce. Black fu anche testimone della ricomparsa dell'armatura del Sagittario, invocata dallo scettro di Atena, e del senso di celeste quiete che portò in tutto il Grande Tempio. Nelle ore che seguirono, Black seguì, attraverso l'energia dei cosmi, lo svolgersi degli scontri, senza mai perdere la fiducia in Pegasus e gli altri. Uno dopo l'altro però, il ragazzo avvertì lo spegnersi dei cosmi di Sirio e Cristal e pianse per loro. Temendo per Isabel, Black appoggiò l'idea di Mylock di provare anche loro a raggiungere le stanze di Arles. Asher però fermò i compagni, convincendoli che un loro intervento a questo punto sarebbe stato più d'intralcio che di aiuto. Poco più tardi, Black avvertì anche il cosmo di Andromeda spegnersi.

Ancora più tardi, Black si accorse che mancavano solo pochi minuti alla morte di Isabel e temette per lei. All'ultimo momento però, una luce dorata proveniente dalla sala del Grande Sacerdote illuminò il corpo della ragazza, dissolvendo la freccia e guarendo la ferita. Col cuore colmo di gioia, Black vide Isabel rialzarsi finalmente in piedi. Ora più sollevato, il cavaliere accompagnò Isabel verso le stanze di Arles, salendo insieme a lei, Mylock, Asher e gli altri le scale delle dodici case. Black conobbe così per la prima volta i cavalieri d'oro superstiti: Mur dell'Ariete e suo fratello Kiki, Toro, Ioria del Leone e Scorpio. Nelle case di Capricorn, Acquarius e Fish poi vide Isabel donare nuove energie ai corpi quasi privi di vita di Sirio, Cristal e Andromeda, che, sebbene allo stremo delle forze, si rialzarono per raggiungere anche loro Arles. Raggiunte le sale del sacerdote, Black e gli altri proseguirono fino alla statua di Atena, dove giunsero appena in tempo per salvare Pegasus e Phoenix da colui che si celava sotto la maschera di Arles, Gemini della terza casa.

Sbalordito, Black vide Sirio, Cristal e Andromeda trovare ancora le forze di aiutare gli amici contro Gemini. Quando anche questo tentativo fallì contro l'apparentemente invincibile nemico, il cavaliere vide Pegasus stesso rialzarsi nonostante le gravissime ferite ed unire il suo cosmo a quelli di Phoenix, Dragone, Cristal e Andromeda. Il terribile attacco che ne seguì, pur facendo perdere i sensi a Pegasus e gli altri, riuscì a travolgere Gemini, che venne poi affrontato verbalmente da Isabel. Le parole della fanciulla risvegliarono la parte buona di Gemini che, abbandonato anche dalla sua armatura, si suicidò davanti a lei.

Felice per la vittoria, Black giurò nuovalmente fedeltà ad Atena ed aiutò Isabel e gli altri a prendersi cura dei cinque eroi feriti. Quando Pegasus e gli altri iniziarono a ristabilirsi, Black tornò a Nuova Luxor con i compagni e si stabilì ancora una volta alla villa di Lady Isabel. Oramai Black ed i suoi compagni erano molto maturati e, messi da parte i desideri di gloria, desideravano solo aiutare Atena nella sua missione di giustizia. Nelle settimane che seguirono, il ragazzo visse pacificamente insieme agli amici, aiutando però Asher a mantenere i contatti con il Grande Tempio in modo da poter informare Isabel di qualsiasi fatto grave.

Purtroppo, la quiete non durò a lungo. Un giorno Asher portò la notizia che il cavaliere d'oro del Toro era stato sconfitto con un colpo solo da un misterioso assalitore, che era poi fuggito senza lasciare tracce. Insieme agli amici, Black corse ad avvisare Isabel, giusto in tempo per assistere all'arrivo del misterioso nemico, che si presentò come Mizar, cavaliere di Asgard, la terra del Dio Odino. Mizar non fece mistero di essere venuto per uccidere Atena, e così Black, pur essendo privo della sua armatura, cercò di fermarlo attaccando insieme ai compagni. Purtroppo per loro, Mizar rivelò una velocità ed una forza temibili e li sconfisse con un colpo solo, lasciandoli al suolo privi di sensi. Al risveglio, ore più tardi, Black seppe che Isabel era stata salvata da Pegasus e Andromeda. La fanciulla aveva deciso di andare ad Asgard ad investigare con i cavalieri ma Aspides, rendendosi conto di non essere all'altezza dei guerrieri del Nord, decise di non partecipare alla missione e rimase a Nuova Luxor insieme a Asher, Aspides, Geki e Ban. Isabel comprese le sue ragioni e non si oppose a questa scelta.

Circa un paio di giorni dopo la partenza di Isabel per Asgard, a Nuova Luxor e nel resto del mondo iniziò ininterrottamente a piovere. Black, già preoccupato per la mancanza di notizie da parte di Isabel ed i cavalieri, seguì con apprensione le notizie delle continue inondazioni che stavano sconvolgendo la Terra causando migliaia di vittime. Fortunatamente, alcuni giorni dopo, le piogge cessarono ed il sole tornò a splendere sul mondo. Solo in seguito Black seppe che le piogge erano state causate da Nettuno, Dio dei mari, e che Atena ed i cavalieri lo avevano sconfitto salvando il mondo.

Poche settimane più tardi, Black venne convocato insieme ad Asher e gli altri al Grande Tempio da Lady Isabel, che si era stabilita lì per riprendersi dalle fatiche dello scontro con Nettuno. Black fu stupito dal fatto che Isabel avesse convocato lui e gli altri ma non il gruppo di Pegasus, ma comunque obbedì senza esitazioni. In Grecia, Isabel ordinò ai cavalieri di collaborare con Tisifone per sorvegliare il Grande Tempio e supervisionare i soldati di guardia, ma non diede dettagli circa il perché di tale ordine. Un paio di notti dopo, Black, di pattuglia con Aspides, scoprì che alcune tombe dei cavalieri caduti nelle passate battaglie erano state aperte ed i cadaveri sottratti. I due riferirono a Tisifone, che per prima si accorse che le tombe erano state aperte dall'interno e non dall'esterno. Tale dettaglio, che sembrava indicare che i morti fossero usciti con le loro mani dalle tombe, lasciò perplesso il cavaliere ma preoccupò Tisifone. Insieme a lei e Aspides, Black continuò a perlustrare il cimitero dei cavalieri, trovando altre tombe profanate. Nel cimitero, i tre vennero raggiunti da Asher, a sua volta attirato da cosmi misteriosi. Alla fine, Tisifone, comprendendo che dietro tutto ciò si nascondeva un attacco di Hades, il signore dell'aldilà, diede ordine di bruciare le tombe.

Poco più tardi, Black, sempre in compagnia di Tisifone, Aspides ed Asher, fu testimone dell'arrivo di Cristal ed Andromeda, giunti al Grande Tempio dopo aver percepito un cosmo ostile ed essere stati attaccati da alcuni cavalieri d'argento redivivi. Black fu felice di rivedere gli amici ma Tisifone, obbedendo ad un ordine di Isabel, che voleva risparmiare loro la battaglia contro le forze di Hades, li attaccò. Non sapendo cosa fare, Black rimase immobile mentre la tensione tra Tisifone e Cristal cresceva. Alla fine comunque, la sacerdotessa decise di lasciar proseguire i cavalieri senza affrontarli, non volendo impedir loro di proteggere Atena. Black non venne coinvolto nelle battaglie che seguirono, ma alcune ore più tardi percepì il cosmo di Atena svanire e comprese disperato che Isabel era morta.

Nonostante il dolore, Black decise di restare al Grande Tempio in modo da poter essere a disposizione se ci fosse stato bisogno di lui. Varie ore dopo, il ragazzo notò un'imprevista eclisse di sole che stava oscurando la Terra, e quasi contemporaneamente fu testimone del ritorno di Castalia. La sacerdotessa, da lungo tempo assente dal Grande Tempio, aveva portato con se una ragazza, e Black fu sbalordito nel sentire che si trattava di Patricia, la sorella di Pegasus scomparsa anni prima. Castalia raccontò che Patricia aveva perso la memoria anni prima, mentre si trovava in Grecia alla ricerca del fratello, e che aveva vissuto da allora in un villaggio nelle vicinanze. La gioia per il ritorno di Castalia venne tuttavia interrotta da un attacco improvviso, opera di Thanatos, Dio della Morte. Thanatos non si trovava fisicamente al Grande Tempio e stava combattendo con Pegasus nei Campi Elisi. Volendo far soffrire il ragazzo, che era riuscito a farlo sanguinare, aveva deciso di uccidere Patricia usando il suo cosmo.

A causa del potere di Thanatos, Patricia iniziò a sentirsi male ed a sanguinare. Non disposto a tollerare tutto ciò e volendo proteggere la sorella del suo amico, Black seguì l'esempio di Asher, Castalia, Tisifone e Kiki e corse a proteggere la ragazza insieme agli altri cavalieri di bronzo. Gli otto eressero uno scudo attorno a patricia usando i loro corpi ed i loro cosmi. Alla fine il potere divino di Thanatos ebbe la meglio ed i cavalieri caddero con le armature quasi in frantumi, ma nonostante questo i loro sforzi riuscirono a salvare Patricia. Più tardi, ripresi i sensi, Black si accorse che l'eclisse era scomparsa e comprese che Pegasus e gli altri erano riusciti a sconfiggere Hades. A conferma di ciò, i cinque cavalieri e Lady Isabel riapparverso al Grande Tempio. La gioia di Black nel rivedere Isabel viva fu grande, ma venne accompagnata dal dolore di scoprire che Pegasus era stato trafitto al cuore dalla spada di Hades e, seppur vivo, era ridotto ad un vegetale privo del cosmo e dei sensi.

Nei mesi che seguirono, Black guarito dalle ferite, rimase di guardia al Grande Tempio (vedi Note).

In qualche modo (vedi Note), le cose eventualmente tornarono alla normalità, con Isabel di nuovo in controllo del Grande Tempio e Black ai suoi ordini. Fece seguito un breve periodo di pace, durante il quale Sirio e Fiore di Luna ebbero un figlio, il piccolo Ryuho, e Pegasus venne promosso a Cavaliere d’Oro di Sagitter. Come sempre, la pace fu di breve durata, stavolta a causa dell’attacco di Mars, dio del pianeta Marte, e del suo esercito. Pegasus ed i compagni di sempre corsero ad affrontarlo, e seguì una violenta battaglia. Prima della conclusione, lo scontro in qualche modo attirò sulla Terra un meteorite dai misteriosi poteri che, esplodendo, si fuse con tutte le armature esistenti, cambiandone l’aspetto e trasformandole, quando non indossate, in cristalli chiamati Cloth Stone. La caduta del meteorite interruppe per un po’ la guerra, anche perché un suo secondo effetto era stato modificare il cosmo, permettendo ora ai Cavalieri di dominare uno tra sette elementi: luce, tenebre, vento, acqua, fuoco, terra e fulmine. Il risvolto della medaglia era che tutto ciò richiedeva tempo, e che, senza il controllo del proprio elemento, non era praticamente possibile combattere. Poco tempo dopo, Mars tornò alla carica, forte dei poteri dell’oscurità. Pegasus lo affrontò per primo e riuscì a ferirlo, ma venne trascinato nelle tenebre e scomparve. Il suo sacrificio bastò a debellare la minaccia di Mars per qualche tempo, ma il risvolto della medaglia era che anche Isabel era stata ferita, ed ora non poteva più usare il suo cosmo. Prima di ritirarsi su un’isola insieme a Tisifone e Mylock, Atena fece costruire la Palaestra, un’accademia per Cavalieri ove potessero imparare a dominare i loro elementi.

Passarono così 13 anni, durante i quali Black decise di smettere i panni di Cavaliere e rinunciare all’armatura del Lupo, che, ormai modificata in Cloth Stone, venne conquistata prima da un ninja di nome Yoshitomi, e poi dal più giovane Haruto. Alcuni anni dopo, cercando di potenziare il suo esercito, Isabel, con l’aiuto del Professor Righel, fece creare un esercito di Cavalieri d’Acciaio composto da centinaia di giovani volontari, e a Ban e Black venne dato il compito di fare loro da istruttori. Il loro intervento nella guerra contro Mars non fu però necessario grazie all’ascesa di nuovi Cavalieri di Bronzo, guidati da Koga di Pegasus e comprendenti anche Ryuho e Haruto, oltre a Soma, successore di Ban all’armatura del Leone Minore, Yuna dell’Aquila ed Eden di Orione. Grazie a loro, Mars venne sconfitto, Isabel curata e Pegasus fece ritorno, ma molti dei nuovi Cavalieri d’Oro morirono, rendendo ancora più urgente e necessario l’esercito di Cavalieri d’acciaio. Ban e Black, ormai molto maturati, svolsero con dedizione il loro nuovo incarico, impartendo non solo lezioni di strategia e forza, ma anche insegnamenti sull’importanza dell’armatura per un Cavaliere, e sul lavoro di squadra. Rispetto all’amico, Black si rivelò meno loquace e estroverso, ma comunque legato agli allievi e fiero del suo incarico.

Poco tempo prima della sconfitta di Mars, un ragazzino di nome Subaru raggiunse l’accademia dei Cavalieri d’Acciaio, rivelando di essere quasi del tutto privo di ricordi. Venne comunque arruolato, mostrando rapidamente doti tanto spiccate da saltare all’occhio di Ban e Black, che lo reputarono potenzialmente degno di risvegliare il cosmo e diventare un vero Cavaliere. Purtroppo, Subaru era anche immaturo, ambizioso e irascibile e, venuto a sapere della sconfitta di Mars per mano di Koga, lasciò l’accademia per andare a cercare quest’ultimo e sfidarlo. Più o meno contemporaneamente, Atena venne attaccata dalla Dea Pallas e dal suo esercito di Pallasite, guerrieri capaci di fermare il tempo delle persone normali. Nella guerra che seguì, i Cavalieri d’Acciaio dovettero scendere per la prima volta in campo per affrontarli.

A causa di un attacco notturno al loro campo di addestramento, i Cavalieri d’Acciaio più giovani, guidati da Ban e Black, dovettero ripiegare in un campo di emergenza. Qui vennero casualmente raggiunti da Subaru e Koga, che Ban e Black poterono finalmente conoscere di persona, e cui raccontarono brevemente i loro trascorsi da Cavalieri. Le presentazioni vennero interrotte da un nuovo attacco dei Pallasite, durante il quale Black mostrò non solo di saper guidare le truppe, ma anche di essere diventanto molto più abile rispetto al passato e sconfisse numerosi nemici. La tecnica Chrono Delayed del comandante nemico Hati lo ridusse però senza forze, obbligandolo a guardare impotente quando un giovane Cavaliere d’Acciaio, Erna, si sacrificò per salvare Subaru. Ciò permise a Subaru di risvegliare per la prima volta il suo cosmo, di una forza fuori dal comune, e mettere in fuga Hati, ma la situazione ormai era compromessa. Ban, Black, Koga, Subaru e i superstiti abbandonarono il campo di emergenza e si recarono alla Palaestra, dove era stata indetta un’adunanza della maggior parte dei Cavalieri.

Qui, Ban e Black ritrovarono Geki - con il quale erano rimasti in ottimi rapporti di amicizia e con cui poterono ricordare i fasti del passato, conobbero di persona Ryuho, Yuna e i loro successori Soma e Haruto - delle cui gesta si dissero orgogliosi - e li videro rimproverare da Genbu della Bilancia per la scarsa cura dedicata alle loro armature. Quasi subito, Palaestra fu attaccata da un’armata di nemici, guidati da Aegir, Pallasite di seconda classe, che Genbu decise di affrontare da solo. Black fu così costretto a seguire lo scontro dalle retrovie, rimanendo brevemente pietrificato quando Aegir ricevette in aiuto la spada divina del suo superiore Hyperion. Il sacrificio di Genbu salvò lui e gli altri, ma sottolineò anche la situazione sempre più precaria dei Cavalieri, che cambiò soltanto quando Isabel e Pegasus si presentarono di persona a Palaestra, mettendo in fuga un secondo assalto di nemici.

Comprendendo la gravità della situazione, Isabel sacrificò parte del suo cosmo per scoprire l’ubicazione della base di Pallas, la città di Pallasvelda, e diede ordine a tutti i Cavalieri di attaccare. Prima della partenza, Black si congratulò con Haruto per il lustro che stava dando all’armatura del Lupo, augurandosi di potergli presto mostrare il suo Dead Howling. I Cavalieri d’Acciaio formarono il grosso delle truppe d’assalto, ma Black non scese subito in campo, facendo invece parte di un secondo assalto. Per l’occasione, indossò un’armatura d’acciaio personalizzata, dalle forme simili a quelle originali della sua corazza di bronzo.

L’assalto a Pallasvelda prese rapidamente la forma di una guerra totale, combattuta senza tregua nelle strade della città al prezzo di moltissime vite, specie tra le file dei Cavalieri d’Acciaio. Per curare i feriti, venne assembato una sorta di ospedale da campo, dove tra l’altro Kiki, divenuto nuovo Cavaliere di Ariete, riparava le armature danneggiate. Ban e Black fecero parte di una linea difensiva, agli ordini di Tisifone, per impedire ai Pallasite di distruggerlo. Con questa mansione, accolsero di nuovo il gruppo di Koga, che aveva guidato l’assalto alla città, e scoprirono che Subaru aveva ottenuto l’armatura di Equuleus, il Cavallino, diventando Cavaliere a tutti gli effetti. Respinto un contingente particolarmente numeroso di nemici con l’aiuto di Kiki, Black ebbe finalmente modo di mostrare il Dead Howling ad Haruto, ascoltando con interesse la sua opinione e i suoi consigli su come eventualmente potenziarlo. Così facendo, mostrò di non essere solo un insegnante, ma di essere anche disposto a imparare e migliorarsi.

Poco più tardi, Isabel, scesa in campo di persona, raggiunse le mura interne di Pallasvelda ed entrò insieme al gruppo di Koga, i Cavalieri d’Oro e a Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix, nel frattempo unitisi alla battaglia. Black e gli altri rimasero nuovamente indietro, stavolta a fare la guardia al portone per impedire ai Pallasite di entrare a loro volta e prendere i compagni alle spalle. Trascorsero così diverse ore, durante le quali avvertirono anche lo spegnersi dei cosmi di Sirio, Kiki e Fudo di Virgo contro Hyperion, oltre alla violenta esplosione dell’Atena Exclamation. Quando la vittoria sembrava ormai vicina, la situazione prese una piega imprevista: Subaru si rivelò essere l’avatar di Saturn, dio supremo del tempo che aveva utilizzato quella forma per studiare da vicino gli esseri umani. Potenziati dal suo cosmo, schiere di soldati Pallasite più potenti di prima attaccarono Black e gli altri, che per di più si trovarono anche di fronte Aegir, a sua volta potenziato da un frammento della divina spada di Hyperion. Inizialmente impotenti di fronte alla sua forza, Black e gli altri vennero in un primo momento salvati dai Cavalieri d’Acciaio originali: Shadir, Benam e Lear, tornati dopo anni sul campo di battaglia. Un malfunzionamento delle loro armature riportò però Aegir in vantaggio, e per Black e gli altri sarebbe stata la fine se non fosse stato per l’altruismo e il coraggio della piccola Emma, una giovane Cavaliere d’Acciaio che aveva assistito con orrore alla violenza della guerra. Incoraggiata dalle sue parole, Black bruciò al massimo il proprio cosmo, unendolo a quello degli amici e riuscendo a raggiungere un frammento di Omega, il potere supremo, con cui annullarono la tecnica di Aegir, che poi venne sconfitto da Asher, appena sopraggiunto. Sotto la guida dell’antico Cavaliere d’Unicorno, Black corse ad attaccare gli ultimi Pallasite rimasti.

Nel frattempo però, Saturn si rivelò essere un nemico quasi invincibile per Koga, Isabel, Pegasus e gli altri. Sconfitta facilmente ogni resistenza, paralizzò tutti gli esseri viventi del pianeta con il Chrono Conclusion Eternal, intenzionato a lasciarli così per tutta l’eternità. Black, come tutti i suoi compagni, ne rimase vittima e venne pietrificato. Con il solo Koga rimasto a combattere, Isabel però fece spiritualmente appello a tutti i presenti, chiedendo loro di donargli i loro cosmi e aiutarlo. Black accettò con entusiasmo, inviando al giovane Pegasus il suo cosmo e la sua anima. Con la forza di tutti, Koga riuscì a tenere il passo con Saturn, che, colpito dall’energia che gli esseri umani possono sviluppare quando collaborano, accettò di liberarli e ritirarsi, ponendo di fatto fine alla guerra.

Con il conflitto finalmente concluso, Black presumibilmente tornò ai suoi doveri di istruttore.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 2-7, 42, 61-66, 68-69, 71-74, 100, 114, 116, 120 e 125 dell'anime, dai numeri 1-3, 10, 19, 28-29 del manga (edizione Starcomics) e dagli episodi 60-63, 74, 78, 87-88, 93-94 di Saint Seiya Omega. Che Black sia orfano è evidente dal fatto che ha vissuto sin da piccolo in orfanotrofio. Non ci sono flashback del suo passato, quindi è impossibile determinare a che età sia rimasto orfano o in che circostanze sia entrato in orfanotrofio. Gli alterchi con Phoenix e l'atteggiamento da bullo nei confronti di Andromeda sono stati accennati in alcuni flashback, specie in quello nel 7° episodio e nel ricordo / illusione di Phoenix nel 58°.

E' Black stesso, nel settimo episodio, a dire di essere stato addestrato a Bomihills, e l'enciclopedia del manga rivela che si tratta di una località della Liberia. Sempre nel settimo episodio, Black accenna alle difficoltà del suo addestramento, che paragona all'inferno. L'identità e la costellazione del suo maestro non vengono mai rivelate. Che Black vivesse a palazzo si deduce dalla totale mancanza di riferimenti ad una sua abitazione a Nuova Luxor, anche se è presumibile che se ne procuri una tra la fine della saga di Arles e quella di Nettuno.

La decisione di Black di tornare dal suo maestro per continuare ad allenarsi è accennata nel 61° episodio. Il periodo esatto della sua partenza è sconosciuto, ma probabilmente è precedente alla vittoria di Pegasus e gli altri su Phoenix, visto che 16° episodio non c'è traccia di lui nella villa di Isabel. Il suo comportamento con gli altri cavalieri alla fine della saga del Grande Tempio suggerisce che è a conoscenza dei fatti principali avvenuti in quel periodo.

Le ragioni per cui Black non si reca ad Asgard non vengono dette nella serie, ma vista la sconfitta per mano di Mizar sono abbastanza ovvie. Per di più, nel 100° episodio il ragazzo è ancora nella villa di Isabel e sembra ignaro dei dettagli della battaglia di Asgard.

A differenza di Asher e Aspides, Black non compare nel V OAV, quindi non sappiamo se è apparentemente passato anche lui dalla parte di Artemide o se è rimasto fedele ad Atena.

Saint Seiya Omega è una serie animata del 2012, con nuovi protagonisti ed ambientata circa 13 anni nel futuro. A detta della Toei, è in continuity con l’anime, Hades incluso, ma non con il manga o con il suo seguito Next Dimension, anche se, per ora, le due serie non si escludono a vicenda. La serie Omega introduce numerose novità, a partire dalle armature Cloth Stone e gli elementi nel cosmo, indispensabili per combattere. Black non compare nella prima stagione, e uno dei protagonisti, Haruto, indossa una nuova versione dell’armatura del Lupo. Questo portò i fan a chiedersi se Ban fosse morto, ma il Cavaliere entra in scena nella seconda stagione, dicendo di essere stato incaricato da Isabel di addestrare i Cavalieri d’Acciaio insieme al vecchio amico Ban. In questa versione, Black appare molto più incisivo, ma anche schivo e silenzioso, meno propenso di Ban ad abbandonarsi alle emozioni. È comunque felice di ricordare i vecchi tempi con gli amici e ogni tanto prende un po’ in giro Subaru, mostrando un carattere a tutto tondo anche quando ascolta i consigli di Haruto per migliorare il Dead Howling. Dimostra inoltre una certa attitudine al comando e nelle prime fasi coordina i Cavalieri d’Acciaio, anche se poi si sottomette all’autorità di Tisifone, Kiki e Asher, confermando di essere comunque più gregario che leader.

Considerando che tra Black e Haruto c’è anche Yoshitomi, il ragazzo deve aver rinunciato al suo titolo di Cavaliere pochissimo dopo la fine della serie classica. Quando lui e Haruto si incontrano, Yoshitomi non viene nominato, quindi non sappiamo se Black lo abbia mai incontrato.

L’elemento di Black non viene mai esplicitato, ma l’effetto visivo del suo attacco fa pensare al vento, cosa che lo differenzierebbe dal suo successore Haruto, che usa la terra. In battaglia, utilizza ancora il Dead Howling, ora modificato in serie di raffiche d’aria taglienti. Pur non essendo al livello dei protagonisti vecchi o nuovi, mostra di essere diventato molto più forte, riuscendo persino a sfiorare l’Omega nella battaglia finale. La serie non svela che fine faccia dopo la vittoria contro Saturn, ma si presume torni alle vecchie mansioni.

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