GEKI / GERKI DELL’ORSA

(BEAR GEKI)

ETA': 15 anni.

ALTEZZA: 1.88 M.

PESO: 102 Kg.

OCCHI: Neri

CAPELLI: Viola

DATA DI NASCITA: 15 Maggio.

LUOGO DI NASCITA:.Giappone.

GRUPPO SANGUIGNO: A

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno, Geki è orfano.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: La costellazione di Geki è l'Orsa Maggiore, il più delle volte chiamata semplicemente "Orsa". Nel mito greco, è la costellazione in cui Zeus trasformò la sua amante Callisto, dalla quale aveva anche avuto un figlio, per salvarla dalla furia vendicativa di Era.

ARMATURA / ARMI: Armatura di bronzo dell'Orsa Maggiore. L'armatura di Geki non ha poteri speciali e copre solo una ridotta parte del corpo. Ha la resistenza tipica delle normali armature di bronzo e congela a - 190° C. Viene completamente distrutta da Pegasus con una raffica di calci, e poi, molto tempo dopo, gravemente danneggiata da un attacco a distanza di Thanatos. A differenza delle armature dei protagonisti, non subisce alcuna evoluzione durante la serie.

Nella seconda serie di Omega, Geki, che ha ormai rinunciato alla sua vecchia armatura di bronzo, indossa una versione personalizzata delle armature d’acciaio, simile alla sua corazza originale e capace di sparare raggi dai bracciali e dal pettorale.

STIRPE: Cavaliere di bronzo fedele ad Atena.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 1, "Pegasus l'invincibile" (anime). Saint Seiya N° 1, 3° capitolo (manga).

EPISODI (SAGA): Episodi 1, 2, 5, 40, 61-66, 68-69, 71-73 (saga del Grande Tempio), 74 (saga di Asgard), 100, 114 (saga di Nettuno), 140-145 (saga di Hades) Saint Seiya Omega 3-10 (Mars), 53, 61-63, 74, 78, 87-88, 93-94 (Pallas).

NUMERI DEL MANGA: 1-3, 10, 19, 28-29.

COLPI SEGRETI / POTERI: Il colpo segreto di Geki è la Stretta dell'Orsa. E' una tecnica basata esclusivamente sulla forza fisica e priva del cosmo, ed infatti quando il cavaliere la usa non appare attorno a lui alcuna aura. Per eseguirla, Geki afferra semplicemente il nemico con le braccia, stringendolo al collo o alla vita fino a spezzarlo o a far perdere conoscenza all'avversario. Grazie alle sue poderose dimensioni, Geki può afferrare più di una persona contemporaneamente. La forza della stretta è tale da permettere a Geki di uccidere senza sforzo gli orsi selvaggi e può esercitare una pressione massima di 3000 Kg (3 tonnellate), ma è comunque una tecnica enormemente inferiore a quella dei colpi dei cinque cavalieri di bronzo protagonisti. Inoltre, nell'eseguirla Geki è obbligato ad usare entrambe le braccia, abbassando quindi qualsiasi difesa. A parte questo, Geki possiede il cosmo di un normale cavaliere di bronzo, anche se vagamente più debole di quello di Asher. Con ogni probabilità può muoversi con rapidità e frantumare la roccia con un pugno.

Nella serie Omega, pur avendo dismesso i panni di Cavaliere, Geki torna in campo e sconfigge agevolmente i soldati nemici. Non fa però parte del gruppo che riesce a risvegliare una frazione di Omega nella battaglia contro Aegir. Il suo elemento non viene espressamente indicato.

STORIA: Geki nacque a Nuova Luxor, in Giappone. In circostanze ignote rimase orfano e fu costretto ad imparare a vivere senza poter contare sull'aiuto di nessuno. Entrato in orfanotrofio, vi passò circa alcuni anni, durante i quali crebbe basandosi sulla forza fisica e diventando un attaccabrighe. Per sua fortuna, Geki venne alla fine notato da uno degli agenti di Alman di Thule, proprietario della ricca e vastissima fondazione Thule.

All'epoca, Alman stava cercando dei bambini che potessero essere adatti, un giorno, a diventare cavalieri di Atena. Giudicando Geki un possibile candidato, Alman lo fece trasferire nel collegio St. Charles, dove man mano venivano mandati i bambini destinati all'addestramento per diventare cavalieri. Nel collegio St. Charles il bambino conobbe altri possibili candidati a diventare cavalieri, e ben presto fece amicizia con altri quattro coetanei, Asher, Black, Aspides e Ban. Seppur meno dotato dal punto di vista fisico, Asher aveva maggiore carisma e determinazione, quindi Geki e gli altri lo accettarono ben presto come capo di questo piccolo gruppo. Vittima prediletta dei loro scherzi era Andromeda, il più piccolo dei bambini dell'orfanotrofio, e la cosa portò ad alcuni scontri con Phoenix, fratello maggiore di Andromeda. A differenza del fratello però, Phoenix era ben capace di difendersi, anche con la forza se necessario, e quindi Geki e gli altri ben presto desistettero dal fare dispetti ad Andromeda. Nonostante questi occasionali scontri comunque, Geki passò un periodo sereno nell'orfanotrofio St. Charles, studiando le materie di base ma anche giocando spesso a calcio con gli altri bambini.

Dopo un paio d'anni circa, Alman decise che era il momento di preparare i bambini all'addestramento per diventare cavalieri, e li fece portare tutti nel suo palazzo, allo scopo di farli allenare per circa un anno nella sua palestra, prima di mandarli dai vari maestri sparsi in giro per il mondo. Geki ebbe così modo di allenarsi a lungo in esercizi come i pesi, il salto, la corsa, il nuoto e la lotta, mostrando ben presto una certa predilizione per i primi.

Nello stesso periodo, Geki conobbe lady Isabel, la piccola nipote di Alman. La bambina, cresciuta da sola nella villa del nonno circondata da servitori, era molto viziata e considerava i vari ospiti non come esseri umani ma quasi come giocattoli o schiavi. Di conseguenza spesso li usava per i suoi capricci, ad esempio prendendoli a bacchettate con un frustino o facendoli camminare a quattro zampe e sedendosi sulla loro schiena. Come tutti gli altri bambini, Geki detestava Isabel, il cui unico sostenitore era Asher, grato per l'ospitalità che Alman dava loro.

Alla fine venne il giorno in cui tutti i bambini dovettero scegliere, pescando a sorte, i luoghi in cui sarebbero diventati cavalieri. Geki pescò le Montagne Rocciose del Canada e pochi giorni dopo lasciò Nuova Luxor ed il Giappone per recarsi in quel luogo, dove passò i successivi sei anni ad allenarsi allo scopo di conquistare l'armatura di bronzo dell'Orsa Maggiore.

Nulla è noto del periodo dell'addestramento se non che fu estremamente duro e basato sulla forza fisica, che Geki continuò a potenziare fino a riuscire a stritolare a mani nude persino degli orsi selvaggi. Alla fine, Geki riuscì a conquistare l'armatura ed il titolo di cavaliere e, soddisfatto dei suoi progressi e fiducioso nella sua nuova forza, tornò a Nuova Luxor, al palazzo della fondazione Thule. Qui ritrovò Asher, ora cavaliere d'Unicorno, e Lady Isabel, oramai cresciuta e maturata, ma venne anche a sapere che, circa 5 anni e mezzo prima, Alman era morto. In cerca di gloria, Geki accettò senza esitazioni quando Isabel lo informò che avrebbe combattuto in un torneo per cavalieri, la Guerra Galattica, al cui vincitore sarebbe andata la più potente tra le armature conosciute, l'armatura d'oro del Sagittario.

Nei giorni successivi, Geki visse alla villa di Isabel, dove man mano arrivarono altri cavalieri. Tra loro vi erano Aspides, Ban e Black, ma anche Andromeda e Sirio il Dragone, un altro dei suoi compagni di orfanotrofio. In generale comunque le vecchie ruggini erano ormai state messe da parte ed anche con Andromeda non c'erano più tensioni. In attesa dell'inizio del Torneo, Geki obbedì agli ordini di Lady Isabel, ad esempio posando in armatura per la foto del volantino del torneo.

Finalmente, la Guerra Galattica iniziò, sebbene solo 7 dei 10 partecipanti fossero tornati a Nuova Luxor. Nel torneo, i cavalieri vennero divisi in gironi in modo che potessero combattere a turno. Geki capitò nel secondo girone e, dopo aver visto Asher sconfiggere Ban, si preparò ad affrontare il suo avversario prefissato, Pegasus, appena tornato dalla Grecia. Il giorno prefissato, il cavaliere si recò quindi al Palazzo dei Tornei, l'enorme edificio simile al Colosseo costruito dalla fondazione Thule per ospitare gli scontri, e, sotto gli occhi del vasto pubblico, salì sul ring. Vedendo arrivare Pegasus, credette che avrebbe potuto sconfiggerlo facilmente e gli poggiò una mano sulla spalla per salutarlo, ma dovette ritrarsi di scatto a causa del cosmo ardente del ragazzo.

Intuendo che lo scontro non sarebbe stato facile, Geki iniziò il duello, venendo però messo subito in difficoltà dai colpi dell'avversario, facilmente in grado di contrastare la sua forza fisica. Approfittando dell'eccessiva sicurezza di Pegasus però, Geki riuscì ad avvicinarglisi abbastanza da afferrarlo alla gola e bloccarlo nella sua stretta, esercitando una pressione sempre maggiore fino a raggiungere il massimo di 3000 Kg. Certo della vittoria, Geki suggerì numerose volte a Pegasus di arrendersi, minacciando che altrimenti lo avrebbe ucciso. Dando fondo alle sue forze però, il ragazzo riuscì ad individuare proprio nelle braccia del nemico il suo punto debole, frantumandole e lasciando Geki senza parole. Sotto choc, il Cavaliere subì una raffica di colpi velocissimi, che frantumarono la sua armatura e lo fecero crollare sul ring sconfitto.

Privo di gravi ferite, Geki venne presto lasciato libero di tornare a casa. Non volendo tornare al Palazzo dei Tornei dopo l'umiliazione subita, seguì in televisione i combattimenti successivi in compagnia di Ban e Aspides, a sua volta battuto da Cristal durante la terza giornata del torneo. I due seguirono in particolare lo scontro tra Sirio e Pegasus. Alla fine quest'ultimo ottenne la vittoria, ma Sirio, rimasto gravemente ferito, rischiava di perdere la vita. Per complicare le cose, l'unico in grado di salvarlo era proprio Pegasus, a sua volta ferito e malconcio. Vedendo che la vita di due compagni era in pericolo, Geki decise di mettere da parte le proprie remore e correre al Palazzo dei Tornei per dare agli amici almeno un pò di supporto morale. Alla fine Pegasus riuscì a salvare Sirio, e Geki potè esultare per i compagni, portando in spalla l'ex avversario affinchè potesse ricevere gli applausi che meritava.

Il giorno dopo, durante l'incontro tra Asher ed Andromeda, il Torneo venne interrotto dall'improvviso arrivo di Phoenix, l'unico cavaliere ancora mancante, che, desideroso di vendetta nei confronti della Fondazione Thule, rubò il premio in palio, l'armatura d'oro del Sagittario. Il giorno dopo, Geki venne a sapere che Pegasus, Sirio, Cristal e Andromeda erano riusciti a recuperare quattro pezzi dell'armatura, e, mettendo da parte l'orgoglio, dovette ammettere a se stesso di non essere al loro livello. Ora più umile, Geki decise di imparare dalla sconfitta subita e si incontrò con Ban, Aspides, , Black ed Asher, che Phoenix aveva sconfitto con un colpo solo. I cinque ammisero di avere bisogno di più allenamenti e decisero di tornare dai rispettivi maestri per fortificarsi (vedi Note). Ottenuto il consenso di Lady Isabel, i cinque lasciarono così Nuova Luxor.

Tornato in Canada dal suo maestro, Geki passò mesi ad allenarsi senza sosta. In questo periodo gli giunse notizia delle numerose imprese di Pegasus e compagni, che avevano sconfitto vari potenti nemici inviati dalla Grecia per ucciderli. Geki venne anche a sapere che Phoenix si era ora unito al gruppo di Pegasus e la cosa non potè che rallegrarlo. La notizia più sorprendente però giunse in un comunicato di Mylock, maggiordomo di Isabel, che gli rivelò una sorprendente verità: lady Isabel era in realtà la reincarnazione di Atena, la Dea a cui tutti i cavalieri devono fedeltà e obbedienza. Tale scoperta fece comprendere a Geki la futilità del cercare di conquistare la gloria paragonata alla missione di proteggere Atena. Deciso ad aiutare Pegasus e gli altri in questa missione, Geki si impegnò ancora più a fondo negli allenamenti. Soddisfatto, decise di poter finalmente tornare a Nuova Luxor. Qui ritrovò Ban, Aspides, Black ed Asher, ma venne anche a sapere che Isabel era appena partita per la Grecia insieme a Pegasus, Cristal e Andromeda per affrontare Arles, usurpatore del Grande Tempio di Atena

Sempre decisi a portare aiuto, i cinque raggiunsero Atene. Appena arrivati, vennero a sapere che Isabel era stata ferita al cuore da una freccia d'oro e che sarebbe morta in poche ore se Arles non avesse estratto quel dardo. Per portare Arles da Isabel, Pegasus e gli altri avevano lasciato la fanciulla nel cuore del Grande Tempio, ai piedi della prima delle dodici case dello zodiaco. Per raggiungere Arles era infatti necessario superare, in non più di dodici ore, i dodici templi dedicati alle dodici costellazioni zodiacali, ma a difesa di ciascun tempio vi era uno dei cavalieri d'oro, i più potenti tra tutti i cavalieri. Geki e gli altri dovettero ammettere con riluttanza di non essere al livello dei cavalieri d'oro, ma decisero lo stesso di raggiungere Isabel, in modo da proteggerla da eventuali attacchi. La loro idea si rivelò provvidenziale ed i cinque arrivarono giusto in tempo per salvare lei e Mylock da un manipolo di soldati. Facendo sfoggio della loro nuova forza, i cavalieri sconfissero con facilità i nemici e rimasero a vegliare lady Isabel.

Nell'attesa del ritorno di Pegasus, Mylock ordinò a Geki di andare al jet di Lady Isabel per recuperare il suo scettro, simbolo di potere. Obbedendo, il cavaliere eseguì il compito, poi lui e i compagni chiesero a Mylock maggiori dettagli sulla storia di Isabel, e vennero così a sapere di Micene di Sagitter, il cavaliere d'oro che tredici anni prima aveva sacrificato la sua vita per salvare la fanciulla all'epoca in fasce. Poco dopo, Geki e gli altri furono anche testimone della ricomparsa dell'armatura del Sagittario, invocata dallo scettro di Atena, e del senso di celeste quiete che portò in tutto il Grande Tempio. Nelle ore che seguirono, Geki seguì, attraverso l'energia dei cosmi, lo svolgersi degli scontri, senza mai perdere la fiducia in Pegasus e gli altri. La rivalità nei loro confronti era infatti ormai dimenticata, ed il ragazzo soffrì profondamente quando, circa un paio d'ore dopo il suo arrivo, vide il cosmo di Sirio svanire nel cielo in un lampo di luce, segno che il cavaliere del Dragone aveva sacrificato la sua vita per sconfiggere un nemico. Un'ora dopo, Geki sentì svanire anche il cosmo di Cristal e pianse per lui.

Temendo per Isabel, Mylock propose ai cavalieri di attraversare a loro volta le Dodici Case. Geki, preso dall'impulsività, accettò subito, ma Asher li fermò, sia perché contro i cavalieri d'oro avrebbero avuto ben poche speranze e sia perché per Pegasus e Andromeda, oramai ben affiatati dopo tante battaglie affrontate insieme, sarebbero probabilmente stati più un peso che un aiuto. Seppur con riluttanza, Geki dovette ammettere che Asher aveva ragione ed accettò di restare al fianco di Isabel. Poco più tardi, quando ormai restava meno di un'ora alla morte di Isabel, anche il cosmo di Andromeda si spense, ma ciò non fece cambiare idea ad Asher.

Ancora più tardi, Geki si accorse che mancavano solo pochi minuti alla morte di Isabel e temette davvero per lei. All'ultimo momento però, una luce dorata proveniente dalla sala del Grande Sacerdote illuminò il corpo della ragazza, dissolvendo la freccia e guarendo la ferita. Col cuore colmo di gioia, Geki vide Isabel rialzarsi finalmente in piedi. Ora più sollevato, il cavaliere accompagnò Isabel verso le stanze di Arles, salendo insieme a lei, Mylock, Asher e gli altri le scale delle dodici case. Geki conobbe così per la prima volta i cavalieri d'oro superstiti: Mur dell'Ariete e suo fratello Kiki, Toro, Ioria del Leone e Scorpio. Nelle case di Capricorn, Acquarius e Fish poi vide Isabel donare nuove energie ai corpi quasi privi di vita di Sirio, Cristal e Andromeda, che, sebbene allo stremo delle forze, si rialzarono per raggiungere anche loro Arles. Vedendo le molto precarie condizioni di Sirio, Geki lo sostenne, portandolo quasi in braccio lungo l'ultima scalinata. Raggiunte le sale di Arles, Geki e gli altri proseguirono fino alla statua di Atena, dove giunsero appena in tempo per salvare Pegasus e Phoenix da colui che si celava sotto la maschera di Arles, Gemini della terza casa.

Sbalordito, Geki vide Sirio, Cristal e Andromeda trovare ancora le forze di aiutare gli amici contro Gemini. Quando anche questo tentativo fallì contro l'apparentemente invincibile nemico, Geki vide Pegasus stesso rialzarsi nonostante le gravissime ferite ed unire il suo cosmo a quelli di Phoenix, Dragone, Cristal e Andromeda. Il terribile attacco che ne seguì, pur facendo perdere i sensi a Pegasus e gli altri, riuscì a travolgere Gemini, che venne poi affrontato verbalmente da Isabel. Le parole della fanciulla risvegliarono la parte buona di Gemini che, abbandonato anche dalla sua armatura, si suicidò davanti a lei.

Felici per la vittoria, Geki e gli altri giurarono nuovalmente fedeltà ad Atena ed aiutarono Isabel e gli altri a prendersi cura dei cinque eroi feriti. Quando Pegasus e gli altri iniziarono a ristabilirsi, Geki tornò a Nuova Luxor con i compagni e si stabilì ancora una volta alla villa di Lady Isabel. Oramai Geki era molto maturato e, messi da parte i desideri di gloria, desiderava solo aiutare Atena nella sua missione di giustizia. Nelle settimane che seguirono, il ragazzo visse pacificamente insieme agli amici, occupandosi però di mantenere i contatti con il Grande Tempio in modo da poter informare Isabel di qualsiasi fatto grave.

Purtroppo, la quiete non durò a lungo. Un giorno infatti Geki venne informato da Asher che il cavaliere d'oro del Toro era stato sconfitto con un colpo solo da un misterioso assalitore, che era poi fuggito senza lasciare tracce. Insieme a Ban e gli altri, Geki corse ad avvisare Isabel, giusto in tempo per assistere all'arrivo del misterioso nemico, che si presentò come Mizar, cavaliere di Asgard, la terra del Dio Odino. Mizar non fece mistero di essere venuto per uccidere Atena, e così Geki, pur essendo privo della sua armatura, cercò di fermarlo attaccando insieme ai compagni. Purtroppo per loro, Mizar rivelò una velocità ed una forza temibili e li sconfisse con un colpo solo, lasciandoli al suolo privi di sensi. Al risveglio, ore più tardi, Geki seppe che Isabel era stata salvata da Pegasus e Andromeda. La fanciulla aveva deciso di andare ad Asgard ad investigare con i cavalieri ma Geki, rendendosi conto di non essere all'altezza dei guerrieri del Nord, decise di non partecipare alla missione e rimase a Nuova Luxor insieme a Black, Aspides, Ban ed Asher, che erano giunti alla stessa conclusione. Isabel comprese le loro ragioni e non si oppose a questa scelta.

Circa un paio di giorni dopo la partenza di Isabel per Asgard, a Nuova Luxor e nel resto del mondo iniziò ininterrottamente a piovere. Geki, già preoccupato per la mancanza di notizie da parte di Isabel ed i cavalieri, seguì con apprensione le notizie delle continue inondazioni che stavano sconvolgendo la Terra causando migliaia di vittime. Fortunatamente, alcuni giorni dopo, le piogge cessarono ed il sole tornò a splendere sul mondo. Solo in seguito Geki seppe che le piogge erano state causate da Nettuno, Dio dei mari, e che Atena ed i cavalieri lo avevano sconfitto salvando il mondo.

Poche settimane più tardi, Geki venne convocato insieme ad Asher e gli altri al Grande Tempio da Lady Isabel, che si era stabilita lì per riprendersi dalle fatiche dello scontro con Nettuno. In Grecia, Isabel ordinò loro di collaborare con Tisifone per sorvegliare il Grande Tempio e supervisionare i soldati di guardia, ma non diede dettagli circa il perché di tale ordine.

Un paio di notti dopo, il Grande Tempio venne attaccato dalle truppe di Hades, Dio dell'aldilà, ma Geki, di pattuglia con Ban, non venne coinvolto nelle battaglie che seguirono. Solo alcune ore più tardi il ragazzo percepì il cosmo di Atena svanire e comprese disperato che Isabel era morta.

Nonostante il dolore, Geki decise di restare al Grande Tempio in modo da poter essere a disposizione se ci fosse stato bisogno di lui, e si riunì ad Asher, Aspides e Black. Varie ore dopo, il ragazzo notò un'imprevista eclisse di sole che stava oscurando la Terra, e quasi contemporaneamente fu testimone del ritorno di Castalia. La sacerdotessa, da lungo tempo assente dal Grande Tempio, aveva portato con se una ragazza, e Geki fu sbalordito nel sentire che si trattava di Patricia, la sorella di Pegasus scomparsa anni prima. Geki aveva sentito dire quanto Patricia fosse importante per Pegasus e quindi fu felice per l'amico, che in quel momento era lontano a battersi contro l'esercito di Hades. Castalia raccontò che Patricia aveva perso la memoria anni prima, mentre si trovava in Grecia alla ricerca del fratello, e che aveva vissuto da allora in un villaggio nelle vicinanze. La gioia per il ritorno di Castalia venne tuttavia interrotta da un attacco improvviso, opera di Thanatos, Dio della Morte. Thanatos non si trovava fisicamente al Grande Tempio e stava combattendo con Pegasus nei Campi Elisi. Volendo far soffrire il ragazzo, che era riuscito a farlo sanguinare, aveva deciso di uccidere Patricia usando il suo cosmo.

A causa del potere di Thanatos, Patricia iniziò a sentirsi male ed a sanguinare. Non disposto a tollerare tutto ciò e volendo proteggere la sorella del suo amico, Geki seguì l'esempio di Castalia, Tisifone e Kiki e corse a proteggere la ragazza. Gli altri cavalieri di bronzo fecero lo stesso ed eressero uno scudo attorno a patricia usando i loro corpi ed i loro cosmi. Alla fine il potere divino di Thanatos ebbe la meglio ed i cavalieri caddero con le armature quasi in frantumi, ma nonostante questo i loro sforzi riuscirono a salvare Patricia. Più tardi, ripresi i sensi, Geki si accorse che l'eclisse era scomparsa e comprese che Pegasus e gli altri erano riusciti a sconfiggere Hades. A conferma di ciò, i cinque cavalieri e Lady Isabel riapparverso al Grande Tempio. La gioia di Geki nel rivedere Isabel viva fu grande, ma venne accompagnata dal dolore di scoprire che Pegasus era stato trafitto al cuore dalla spada di Hades e, seppur vivo, era ridotto ad un vegetale privo del cosmo e dei sensi.

Nei mesi che seguirono, Geki rimase a guardia del Grande Tempio insieme a Tisifone e gli altri cavalieri. Un giorno, percepì un cosmo immenso raggiungere la zona e vide materializzarsi davanti a se Artemide. La Dea della Caccia impugnava lo scettro di Atena ed informò lui e gli altri che il Grande Tempio d'ora in avanti le apparteneva, così come il controllo su tutti i cavalieri. Per motivi sconosciuti Geki accettò questo cambiamento e si mise agli ordini di Artemide (vedi Note).

In qualche modo (vedi Note), le cose eventualmente tornarono alla normalità, con Isabel di nuovo in controllo del Grande Tempio ed Aspides ai suoi ordini. Fece seguito un breve periodo di pace, durante il quale Sirio e Fiore di Luna ebbero un figlio, il piccolo Ryuho, e Pegasus venne promosso a Cavaliere d’Oro di Sagitter. Come sempre, la pace fu di breve durata, stavolta a causa dell’attacco di Mars, dio del pianeta Marte, e del suo esercito. Pegasus ed i compagni di sempre corsero ad affrontarlo, e seguì una violenta battaglia. Prima della conclusione, lo scontro in qualche modo attirò sulla Terra un meteorite dai misteriosi poteri che, esplodendo, si fuse con tutte le armature esistenti, cambiandone l’aspetto e trasformandole, quando non indossate, in cristalli chiamati Cloth Stone. La caduta del meteorite interruppe per un po’ la guerra, anche perché un suo secondo effetto era stato modificare il cosmo, permettendo ora ai Cavalieri di dominare uno tra sette elementi: luce, tenebre, vento, acqua, fuoco, terra e fulmine. Il risvolto della medaglia era che tutto ciò richiedeva tempo, e che, senza il controllo del proprio elemento, non era praticamente possibile combattere. Poco tempo dopo, Mars tornò alla carica, forte dei poteri dell’oscurità. Pegasus lo affrontò per primo e riuscì a ferirlo, ma venne trascinato nelle tenebre e scomparve. Il suo sacrificio bastò a debellare la minaccia di Mars per qualche tempo, ma il risvolto della medaglia era che anche Isabel era stata ferita, ed ora non poteva più usare il suo cosmo. Prima di ritirarsi su un’isola insieme a Tisifone e Mylock, Atena fece costruire la Palaestra, un’accademia per Cavalieri ove potessero imparare a dominare i loro elementi.

Passarono così 13 anni, durante i quali Geki decise di smettere i panni di Cavaliere e diventare istruttore alla Palaestra. Svolse questo ruolo con rigidità, ma anche onestà e imparzialità, venendo generalmente apprezzato dagli studenti, e preferito a più severi insegnanti come Georges. Nel corso degli anni, Geki vide iscriversi alla Palaestra ragazzi come Soma del Leone Minore, Yuna dell’Aquila, Haruto del Lupo, Eden di Orione, Ryuho, ora possessore dell’armatura del Dragone, ma anche Aspides che, non essendo riuscito a scoprire il proprio elemento, era praticamente tagliato fuori. Agli ordini del direttore Ioria, Geki organizzò diversi Saint Fight, ovvero tornei il cui vincitore riceveva una promozione a Cavaliere d’Argento. Memore delle esperienze passate, si fece sostenitore della cosiddetta "legge del proprio cuore", ovvero del fare quel che si ritiene giusto senza lasciarsi eccessivamente vincolare da leggi o regole. Dopotutto, era stato proprio andando contro le regole del Grande Tempio che aveva conosciuto amici preziosi come Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix.

Un giorno, Soma, inviato in missione dalla Palaestra, tornò portando con sé il giovane Koga, un bambino che Pegasus aveva salvato tredici anni prima e che ora, dopo essere stato addestrato da Tisifone sotto la diretta supervisione di Lady Isabel, ne aveva ereditato l’armatura. Koga, ignaro di praticamente qualsiasi cosa riguardasse i Cavalieri, aveva un carattere ribelle e del tutto irrispettoso delle regole. Di contro, Yuna dell’Aquila soffriva a causa della legge delle maschere che le ragazze erano obbligate a portare, e che la rendeva anche vittime delle battute di altri studenti come Spear del Dorado. Dopo aver separato Yuna e Spear un paio di volte, e ricordato loro che i duelli erano vietati senza la presenza di un insegnante, Geki decise di farli combattere, consapevole che era proprio l’eccessiva fedeltà alle regole che stava impedendo a Yuna di diventare un vero Cavaliere. Durante il duello, che Yuna finì per vincere proprio abbandonando la maschera, Geki spiegò a Koga la propria filosofia di vita. Pochi giorni dopo, lui e Aspides assistettero ad un combattimento tra Koga e Ryuho, ricordando i tempi dello scontro tra Pegasus e Sirio, e notando, felice, come le nuove generazioni di difensori della giustizia si stessero pian piano facendo avanti.

Intanto, era il momento di organizzare un nuovo Saint Fight. Condotti tutti gli studenti nella zona Cosmo Delta, Geki disse che per superare la prova di selezione dovevano raggiungere la cima della montagna entro due giorni, avvertendoli però che una barriera avrebbe ridotto loro la forza del cosmo. Geki poi si recò in cima alla montagna, attendendo l’arrivo degli studenti, ma anche ricevendo informazioni costanti su come si stessero comportando. Venne così a sapere che Argo del Pesce Volante aveva attaccato Soma e Koga, mettendone a rischio la vita. Quando la prova fu conclusa, decise quindi di escluderlo, accusandolo di non aver capito l’importanza dei rapporti di lealtà e amicizia che devono esistere tra Cavalieri. Si complimentò inoltre con Eden, che era riuscito ad arrivare per primo, seguendo un sentiero pericoloso persino per i Cavalieri d’Argento. In questi giorni inoltre Geki si era accorto dell’enorme potenziale di Koga, il quale, pur essendo inferiore a Ryuho o Eden in termini di forza, cresceva visibilmente di giorno in giorno. A torneo ormai imminente, avvertì enigmaticamente il giovane Cavaliere di Orione, già certo del proprio trionfo, di non sottovalutare gli avversari.

Finalmente, il Saint Fight ebbe inizio, e Geki fece da arbitro ai vari incontri, che videro le vittorie di Koga, Soma, Eden, Ryuho e Yuna. La notte prima dei quarti di finale, durante un giro all’esterno, sorprese Koga ad allenarsi. Il ragazzo gli chiese di parlargli di Pegasus, sul cui eroismo ormai aveva sentito parecchie storie. Ricordando il loro duello nella Guerra Galattica, Geki notò come la vera forza di Pegasus fosse il non arrendersi mai, alzandosi e rialzandosi contro qualsiasi nemico, e continuando a proteggere Atena con il suo Fulmine. Le sue parole ispirarono Koga, permettendogli di imparare ad usare a sua volta il Fulmine e sconfiggere Soma in uno scontro durante il quale Geki rivide in lui Pegasus.

Una crisi inattesa però aleggiava su tutti loro. Durante la prima semifinale tra Ryuho e Yuna, un cosmo oscuro distrusse la barriera che proteggeva la Palaestra e la fece sprofondare nell’oscurità. Era opera di Mars, il cui esercito aveva rapidamente fatto irruzione, ordinando a tutti loro di passare dalla loro parte. Nonostante il cosmo oscuro gli succhiasse le energie ed impedisse di muoversi agevolmente, Geki guidò la rivolta, sbaragliando a mani nude i soldati nemici il più a lungo possibile. Nemmeno i suoi sforzi però sembravano bastare, così, nel vedere Koga, Ryuho, Soma, Yuna e Haruto, disse loro di fuggire, e di combattere insieme per impedire alle tenebre di prendere il dominio del mondo, ricordandogli quanto avevano appreso alla Palaestra. Fiducioso in questa nuova generazione di eroi, Geki fece loro da scudo, continuando a combattere contro le orde nemiche in modo da permettergli di andar via dalla Palaestra. Questo gesto eroico permise ai cinque di fuggire, ma Geki finì per essere sopraffatto e catturato, finendo per essere imprigionato insieme a quasi tutti gli studenti in una colonna di cristallo all’interno della Torre di Babele, eretta da Mars al posto del Grande Tempio. Lì, i loro cosmi vennero lentamente risucchiati per effetto del Tomb Squeeze di Schiller, nuovo Cavaliere di Cancer.

Geki ed i ragazzi trascorsero molte settimane in questo stato, ma alla fine Koga e gli altri, con l’aiuto del redivivo Pegasus, riuscirono a sconfiggere Mars e salvare Atena. Ciò portò alla distruzione del Tomb Squeeze, ed alla liberazione dei prigionieri. Isabel, ora libera dalla maledizione di tenebra, ordinò subito la ricostruzione della Palaestra, erigendo anche una barriera a sua difesa. Viste le pesanti perdite tra i Cavalieri, i ragazzi già con armatura e titolo vennero schierati sul campo, e la Palaestra fu leggermente modificata in un centro di addestramento per le nuovissime reclute senza alcuna esperienza precedente. Inoltre, divenne la base di allenamento dei nuovi Cavalieri d’Acciaio, reclutati per sopperire in qualche modo alle perdite. Sempre fedelissimo alla sua Dea, Geki rimase come parte dello staff, insieme, tra gli altri, a Soma, maturato e cresciuto grazie alle numerose avventure vissute insieme a Koga.

Un giorno, proprio Koga fece ritorno, incaricato da Isabel di riformare il gruppo di amici. Con lui vi era anche Subaru, un promettente Cavaliere d’Acciaio di cui Geki aveva sentito parlare, ma che si guadagnò anche ben presto un rimprovero per il voler combattere in duelli non autorizzati. Il tutto fu interrotto dall’attacco di Loge, guerriero di Pallas, sorella e nemica di Atena, venuto ad uccidere gli aspiranti Cavalieri. Geki cercò di proteggere i ragazzi, ma venne punto numerose volte dalle particolari api dell’avversario, e finì per accasciarsi privo di sensi.

Al risveglio, seppe che Koga aveva obbligato Loge alla fuga. Salutando lui, Soma e Subaru, rimase alla Palaestra a svolgere i suoi doveri. Ben presto però la guerra tra Atena e Pallas esplose in pieno, iniziando a coinvolgere anche le persone normali. Palaestra venne così riorganizzata in un centro di raccolta per i superstiti man mano raccolti in giro per il mondo dai Cavalieri. Di fronte a questa nuova crisi, Geki mise su una maschera serena e bonaria in modo da rassicurare tutti, ma in cuor suo temeva la piega che gli eventi stavano prendendo. Fu quindi felice di accogliere Genbu della Bilancia, inviato da Isabel per guidare e coordinare le operazioni.

Poco tempo dopo, Koga, Ryuho, Soma, Yuna, Haruto e Subaru fecero ritorno, in compagnia di Ban e Black, i vecchi amici di Geki divenuti ora istruttori dei Cavalieri d’Acciaio. I tre furono felici di ritrovarsi, ma la gioia fu di breve durata perché Palaestra venne improvvisamente attaccata da un’armata di nemici, guidati da Aegir, Pallasite di seconda classe, che Genbu decise di affrontare da solo. Geki fu così costretto a seguire lo scontro dalle retrovie, rimanendo brevemente pietrificato quando Aegir ricevette in aiuto la spada divina del suo superiore Hyperion. Il sacrificio di Genbu salvò lui e gli altri, ma sottolineò anche la situazione sempre più precaria dei Cavalieri, che cambiò soltanto quando Isabel e Pegasus si presentarono di persona a Palaestra, mettendo in fuga un secondo assalto di nemici. Al funerale di Genbu, Geki ne raccolse la Cloth Stone e l’affidò a Ryuho, incaricandolo di farla avere a suo padre Sirio.

Comprendendo la gravità della situazione, Isabel sacrificò parte del suo cosmo per scoprire l’ubicazione della base di Pallas, la città di Pallasvelda, e diede ordine a tutti i Cavalieri di attaccare. Per Geki fu quindi il momento di tornare attivamente in campo, anche se non entrò subito in azione, facendo invece parte di un secondo assalto. Per l’occasione, indossò un’armatura d’acciaio personalizzata, dalle forme simili a quelle originali della sua corazza di bronzo.

L’assalto a Pallasvelda prese rapidamente la forma di una guerra totale, combattuta senza tregua nelle strade della città al prezzo di moltissime vite, specie tra le file dei Cavalieri d’Acciaio. Per curare i feriti, venne assembato una sorta di ospedale da campo, dove tra l’altro Kiki, divenuto nuovo Cavaliere di Ariete, riparava le armature danneggiate. Geki fece parte di una linea difensiva, agli ordini di Tisifone, per impedire ai Pallasite di distruggerlo. Con questa mansione, accolse di nuovo il gruppo di Koga, che aveva guidato l’assalto alla città, e scoprì che Subaru aveva ottenuto l’armatura di Equuleus, il Cavallino, diventando Cavaliere a tutti gli effetti. Respinto un contingente particolarmente numeroso di nemici con l’aiuto di Kiki, Geki scherzò un po’ con Soma circa la sua abilità in battaglia prima di salutarli e lasciarli partire.

Poco più tardi, Isabel, scesa in campo di persona, raggiunse le mura interne di Pallasvelda ed entrò insieme al gruppo di Koga, i Cavalieri d’Oro e a Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix, nel frattempo unitisi alla battaglia. Geki e gli altri rimasero nuovamente indietro, stavolta a fare la guardia al portone per impedire ai Pallasite di entrare a loro volta e prendere i compagni alle spalle. Trascorsero così diverse ore, durante le quali avvertirono anche lo spegnersi dei cosmi di Sirio, Kiki e Fudo di Virgo contro Hyperion, oltre alla violenta esplosione dell’Atena Exclamation. Quando la vittoria sembrava ormai vicina, la situazione prese una piega imprevista: Subaru si rivelò essere l’avatar di Saturn, dio supremo del tempo che aveva utilizzato quella forma per studiare da vicino gli esseri umani. Potenziati dal suo cosmo, schiere di soldati Pallasite più potenti di prima attaccarono Geki e gli altri, che riuscirono a resistere ma vennero feriti. Geki in particolare ebbe bisogno di essere curato da Raki, apprendista di Kiki.

Nel frattempo però, Saturn si rivelò essere un nemico quasi invincibile per Koga, Isabel, Pegasus e gli altri. Sconfitta facilmente ogni resistenza, paralizzò tutti gli esseri viventi del pianeta con il Chrono Conclusion Eternal, intenzionato a lasciarli così per tutta l’eternità. Geki, come tutti i suoi compagni, ne rimase vittima e venne pietrificato. Con il solo Koga rimasto a combattere, Isabel però fece spiritualmente appello a tutti i presenti, chiedendo loro di donargli i loro cosmi e aiutarlo. Geki accettò con entusiasmo, inviando al giovane Pegasus il suo cosmo e la sua anima. Con la forza di tutti, Koga riuscì a tenere il passo con Saturn, che, colpito dall’energia che gli esseri umani possono sviluppare quando collaborano, accettò di liberarli e ritirarsi, ponendo di fatto fine alla guerra.

Con il conflitto finalmente concluso, Geki presumibilmente tornò ai suoi doveri di insegnante.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 1-2, 5, 40, 61-66, 68-69, 71-74, 100, 114, 140-145 dell'anime, dai numeri 1-3, 10, 19, 28-29 del manga (edizione Starcomics) e dagli episodi 3-10, 53, 61-63, 74, 78, 87-88, 93-94 di Saint Seiya Omega. Tra i dieci cavalieri di bronzo, Geki è insieme a Ban quello che fa maggiore uso della sola forza fisica, al punto che il colore del suo cosmo è sconosciuto. Il Cavaliere mostra però di possederlo contro Thanatos, quando lo usa per erigere una barriera a difesa di Patricia.

Che Geki sia orfano è evidente dal fatto che ha vissuto sin da piccolo in orfanotrofio, ma a causa della totale mancanza di informazioni sul suo passato è impossibile avere maggiori dettagli. L'amicizia con Asher e gli altri è testimoniata da vari flashback, come quello del 58° episodio, da cui si deduce che la loro vittima preferita fosse Andromeda. Non è detto che quella scena sia almeno in parte reale, ma visto il carattere di Andromeda ed alcuni commenti di Black in un flashback del 7° episodio la cosa è comunque probabile. Anche le partite a calcio sono testimoniate da vari flashback nell'anime, ad esempio nel 40°, e lo stesso episodio mostra la predilizione di Geki per il sollevamento pesi.

Dopo l'addestramento, Geki sembra stabilirsi nella villa di Isabel. La cosa è indicata dalla mancanza di accenni ad una casa tutta sua e dal fatto che, almeno fino al 16° episodio, tutti i cavalieri eccetto Pegasus sembrano vivere nella villa. Dopo la sconfitta, Geki non si vede più al Palazzo dei Tornei fino al 5° episodio. Dal momento che in questa circostanza non pare avere alcuna ferita, l'ipotesi più plausibile è che sia rimasto lontano per la vergogna di essere stato battuto al primo incontro.

La decisione di tornare dal suo maestro per continuare ad allenarsi è implicitamente accennata nel 61° episodio. Il periodo esatto della sua partenza è sconosciuto, ma probabilmente è precedente alla vittoria di Pegasus e gli altri su Phoenix, visto che 16° episodio non c'è traccia di lui nella villa di Isabel. Una frase di Asher nel 61° episodio indica che almeno il cavaliere d'Unicorno ha sentito delle vittorie di Pegasus contro i vari nemici affrontati, e non c'è motivo di pensare che questo non valga anche per Geki. Il fatto che non consideri più Phoenix un nemico e che parli di Isabel come di Atena mostra inoltre che è a conoscenza dei fatti visti negli episodi 22 e 25.

Le ragioni per cui Geki non si reca ad Asgard non vengono dette nella serie, ma vista la sconfitta per mano di Mizar sono abbastanza ovvie. Per di più, nel 100° episodio il ragazzo è ancora nella villa di Isabel e sembra ignaro dei dettagli della battaglia di Asgard.

Geki non compare nel V OAV, ma vista la presenza di Asher è Aspides, è probabile che anche lui abbia giurato fedeltà ad Artemide. Le ragioni di tale gesto non sono tuttavia chiare, e sono anzi in pesante contrasto col comportamento del ragazzo durante il resto della serie. Per di più il V OAV ha il finale tronco per preparare alla serie vera e propria del Tenkai, e quindi non sappiamo se e come continuino le avventure di Geki.

Saint Seiya Omega è una serie animata del 2012, con nuovi protagonisti ed ambientata circa 13 anni nel futuro. A detta della Toei, è in continuity con l’anime, Hades incluso, ma non con il manga o con il suo seguito Next Dimension, anche se, per ora, le due serie non si escludono a vicenda. La serie Omega introduce numerose novità, a partire dalle armature Cloth Stone e gli elementi nel cosmo, indispensabili per combattere. Geki dovrebbe essere riuscito a scoprire il suo, ma ha comunque ritenuto di poter essere più utile da insegnante che da guerriero, e per questo si è ritirato dai compiti di Cavaliere, affidando ad altri la sua armatura. Di conseguenza, non lo vediamo mai indossarla, né conosciamo la forma della sua Cloth Stone o il suo elemento. Tra i vari insegnanti, Geki è quello più attivo, nonché quello maggiormente dalla parte degli studenti, anche se esige il rispetto di alcune regole di base, come il saluto alla statua di Atena. È il classico insegnante che crede in quello che fa, e che sa trasmettere agli studenti le proprie convinzioni. Ha anche un ottimo occhio, essendo il primo ad accorgersi del potenziale di Koga, nonché il primo a rivedere Pegasus in lui.

Nella seconda parte di Omega, Geki torna in campo con un’armatura che ricorda la versione manga della sua corazza classica. Lo si vede poco in azione, ma si basa ancora sulla forza fisica e sfrutta la Stretta dell’Orsa contro più nemici contemporaneamente. A differenza di Ban e Black, non fa parte del gruppo che affronta Aegir, e quindi non sfiora mai il cosmo Omega.

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