JAO DELLA LINCE

(JAOH)

ETA': 19 anni circa.

ALTEZZA: Sconosciuta. 1.73 M circa.

PESO: Sconosciuto. 67 Kg circa.

OCCHI: Verdi

CAPELLI: Rossi

DATA DI NASCITA: Sconosciuta.

LUOGO DI NASCITA:. Sconosciuto.

GRUPPO SANGUIGNO: Sconosciuto.

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno, probabilmente è orfano.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: La Lince, costellazione moderna ispirata agli animali dell’emisfero meridionale.

ARMATURA / ARMI: Armatura della Lince. L'armatura di Jao è stata forgiata da Apollo stesso ed è fatta di un materiale sconosciuto estremamente resistente, di poco inferiore solo alle armature d'oro. La corazza copre quasi interamente il corpo, anche se non in modo integrale come le armature d'oro, ma sembra priva di elmo o diadema. La parte frontale del bacino è coperta da un gonnellino, e non sappiamo se sotto di esso si trovi una piastra metallica del cinturino, o se quest’ultimo copra solo su tre lati. La corazza non ha armi, ma è possibile che, se necessario, possa emettere una grande quantità di calore verso l'esterno, evitando al tempo stesso danni a Jao (vedi Note). Il suo aspetto non assomiglia a nessuna costellazione. Nello scontro finale viene completamente distrutta dall’Esplosione Galattica di Gemini.

STIRPE: Cavaliere scarlatto di Apollo.

PRIMA APPARIZIONE: OAV 3, "La leggenda dei guerrieri scarlatti" (anime).

EPISODI (SAGA): OAV 3 (Apollo).

NUMERI DEL MANGA: /

COLPI SEGRETI / POTERI: Il colpo segreto di Jao è l’Artiglio Luminoso. Si tratta di una tecnica energetica che Jao solitamente esegue attaccando frontalmente. È difficile valutarne l’effettiva potenza perché la prima volta che l’utilizza, è in combinazione con gli attacchi di Berenice ed Atlas, mentre la seconda si scontra con l’Esplosione Galattica di Gemini. Sembra comunque se non altro abbastanza forte da non essere totalmente annullata dal colpo segreto del Cavaliere d’Oro. Contrariamente a quanto accade ai cavalieri di Atena, alle spalle di Jao non compare alcuna costellazione quando il colpo viene preparato o lanciato, ma solo un'aura fiammeggiante, che poi assume le fattezze di una specie di lince demoniaca. E' probabile che questo succeda perché Jao non è un cavaliere di Atena, e quindi non corrisponde ad alcuna figura celeste. Sul piano fisico, Jao possiede una notevole forza ed agilità, superiori a quelli dei normali cavalieri di Atena, visto che tiene testa agevolmente ai colpi di Capricorn.

STORIA: Verosimilmente orfano di entrambi i genitori, in circostanze sconosciute Jao venne a conoscenza del mito di Apollo e dei suoi cavalieri, e decise di allenarsi per diventare un giorno uno di loro. Dopo duri anni di addestramento, il ragazzo sviluppò una notevole forza ed un potente cosmo. I suoi risultati vennero alla fine premiati da Apollo stesso, che, incarnatosi nel corpo del giovane Abel, gli donò l'armatura della Lince, da lui stesso forgiata millenni prima, e lo nominò suo cavaliere in cambio di un giuramento di fedeltà. Al servizio di Apollo, Jao conobbe i suoi due compagni e parigrado, Berenice della Chioma di Berenice e Atlas della Carena, e venne a conoscenza dell'ubicazione del tempio terreno del Dio, celato tra le montagne nella zona chiamata Collina della Divinità. Apollo poi rivelò ai cavalieri i suoi piani, che avrebbero portato alla distruzione dell'umanità ed alla nascita di una nuova era leggendaria. Jao, oramai completamente fedele ad Apollo, non obiettò ai disegni del Dio ed anzi giurò di impegnarsi con tutte le sue forze per aiutarlo a portare a termine i suoi piani nel migliore dei modi.

Completamente fedele e devoto ad Apollo, Jao venne pian piano a conoscenza dei suoi vari poteri, come quello di leggere nel pensiero o di riportare in vita i defunti, e si convinse che il suo Dio avrebbe facilmente portato a termine i suoi piani. Non molto più tardi, Apollo spiegò ai suoi cavalieri che la sua sorellastra Atena era anche lei risorta sulla Terra e viveva da anni nei panni di una mortale. Volendo rivedere la sorellastra e salvarla dall'imminente distruzione, Apollo si recò ad incontrarla insieme ai suoi cavalieri, non prima però di aver resuscitato alcuni dei cavalieri della stessa Atena, periti in una guerra intestina combattuta mesi prima. Costoro giurarono fedeltà ad Apollo e, ciascuno per ragioni diverse, lo seguirono come suoi cavalieri. Jao e gli altri furono presenti all'incontro tra Atena, il cui nome mortale era Lady Isabel, ed Apollo. Ben presto la riunione tra i due venne interrotta dall'arrivo dei quattro cavalieri più fedeli ad Isabel, Pegasus, Sirio, Cristal ed Andromeda. Non volendo iniziare un combattimento senza l'ordine di Apollo, Jao si limitò a guardare mentre Atlas cercava di informarli pacificamente che Atena d'ora in avanti sarebbe stata sotto la loro protezione. Le cose però degenerarono, portando ben presto ad uno scontro tra Atlas stesso e Pegasus, il più irruento tra i cavalieri di Atena.

Alla fine Pegasus rischiò la vita, ma Apollo, mosso a pietà, disse ad Atlas di risparmiarlo e tornò al suo tempio con Atena, Jao e gli altri. Giunto lì Jao, in attesa di ordini, restò piacevolmente ad ascoltare la musica della cetra del Dio, finché Apollo stesso, vista arrivare Atena, non gli fece cenno di allontanarsi. Nonostante le apparenze però, la Dea della giustizia era contraria ai piani di conquista del fratello e così cercò di fermarlo attaccandolo di sorpresa. Nello scontro che seguì, Atena ebbe la peggio e parve perdere la vita, cosa che fece infuriare due tra i cavalieri resuscitati, Capricorn ed Acquarius, i quali si scagliarono contro il Dio. Intevenendo in difesa di Apollo insieme a Berenice e Atlas, Jao affrontò i due, schivando i loro attacchi e colpendoli con l’Artiglio Luminoso, grazie ai quali li sconfisse facilmente.

Consapevole che la scomparsa del cosmo di Atena avrebbe attirato gli altri cavalieri, Jao decise di andar loro incontro, anziché rimanere di guardia alla Collina della Divinità come Atlas e Berenice. Lasciò però combattere per primi i Cavalieri d'Oro risorti, raggiungendo Pegasus solo dopo che quest’ultimo aveva sconfitto Gemini.

Con l’avversario già in gravi condizioni, Jao si preparò a finirlo, ma venne inaspettatamente interrotto da Gemini stesso, che bruciò il proprio cosmo per affrontarlo, a riprova che la sua fedeltà ad Apollo era solo una finzione. Obbligato a lasciar andare Pegasus per poter affrontare lui per primo, Jao sferrò l’Artiglio Luminoso per contrastare l’Esplosione Galattica. Le due tecniche si rivelarono più o meno in equilibrio, ma Gemini riuscì ad afferrare Jao e portarlo con sé a mezz’aria, prima di far esplodere il proprio cosmo in un attacco suicida che annientò entrambi. Morto sul colpo, Jao precipitò a terra con l’armatura in pezzi.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dal 3° OAV, che è da considerare fuori continuity rispetto al resto della serie. Alcune immagini in giro per la rete mostrano che, nei primi disegni preparatori per questo film, l'armatura di Jao era rossa, e che si sarebbe dovuto scontrare con Sirio anziché con Gemini. Dei tre Cavalieri della Corona, Jao è quello con meno spazio e meno battute nel film.

Sia Berenice che Atlas hanno il potere di emettere calore, e la sensazione è che lo stesso discorso valga per Jao, il cui Artiglio Luminoso sembra avere una componente infuocata. Nella versione italiana del film, Gemini grida Dimensione Oscura nell’affrontarlo, ma la tecnica è chiaramente l’Esplosione Galattica. Se l’Artiglio Luminoso fosse stato sensibilmente più debole, Jao sarebbe stato ucciso o almeno ferito da quel primo assalto. Al contrario, sopravvive e non mostra crepe o ammaccature sulla corazza, anche se Gemini è riuscito a portarsi alle sue spalle ed afferrarlo. Considerando anche che Gemini era ormai moribondo, si può concludere che il colpo di Jao era solo leggermente più debole di quello del nemico.

Le circostanze in cui Jao viene a sapere dei cavalieri di Apollo sono ignote. E' possibile che sia stato il Dio stesso a contattarlo, in previsione del giorno del suo ritorno sulla Terra, o che Jao non fosse orfano ma figlio di un cavaliere di Apollo della passata generazione, nel qual caso titolo e armatura sarebbero ereditati di generazione in generazione, o ancora che sia stato attirato dal suo cosmo. Di certo, il Cavaliere ha passato del tempo al servizio di Apollo perché mostra di conoscerne bene i poteri.

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