KANON DI GEMINI / DRAGONE DEL MARE

(GEMINI KANON / SEA DRAGON)

ETA': 28 Anni

ALTEZZA: 1.88 M

PESO: 87 Kg

OCCHI: Blu

CAPELLI: Blu (grigi in Episode G)

DATA DI NASCITA: 30 Maggio

LUOGO DI NASCITA: Grecia

GRUPPO SANGUIGNO: AB

SEGNI PARTICOLARI: /

PARENTI CONOSCIUTI: Gemini, fratello gemello.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: Gemelli, la terza costellazione dello zodiaco, e Il Dragone del Mare, figura forse legata ai miti dei grandi serpenti marini..

ARMATURA / ARMI: Caso unico, Kanon indossa due armature distinte nella serie. La prima è l’armatura di scaglie d'oro del Dragone del Mare. Questa corazza è stata forgiata da Nettuno, ma non ha caratteristiche particolari o armi di sorta. Come tutte le armature di scaglie è molto resistente, forse persino più delle altre visto che è l'unica a non essere mai danneggiata nel corso della serie. Nel manga, viene però perforata dal tridente di Nettuno. Non è chiaro cosa succeda all'armatura dopo il crollo del Regno Sottomarino. La seconda è invece l’armatura d'oro dei Gemelli. Non ha caratteristiche particolari, ma come tutte le armature d'oro è pressochè indistruttibile e congela solo allo zero assoluto (- 273.15 °C). Ha una maschera particolare, raffigurante due visi contrapposti tra loro, uno gentile ed uno malvagio. La corazza non viene mai realmente distrutta o danneggiata.

STIRPE: Cavaliere d'oro di Atene, protettore della terza casa del Grande Tempio. Precedentemente, Generale degli Abissi protettore dell’Atlantico del Nord.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 100, "Pericolo dagli abissi" (anime), Saint Seiya N° 14, 2° capitolo (manga).

EPISODI (SAGA): 100-101, 110-114 (saga di Nettuno), 118, 122-125, 127-138 (saga di Hades), OAV 5 (Tenkai).

NUMERI DEL MANGA: 14, 16-19, 21-26. Episode G 8

COLPI SEGRETI / POTERI: Kanon possiede un cosmo molto potente, forse superiore alla media dei Cavalieri d'Oro, ed una discreta astuzia. Le sue tecniche di lotta riflettono questi aspetti della sua personalità, e sono basate sia sulla forza che sulla mente. Il colpo segreto più potente in suo possesso è l'Esplosione Galattica. E' una tecnica dall'enorme potenziale distruttivo, che Kanon esegue con entrambe le braccia, incrociandole e sollevandole di colpo oppure facendole scattare in avanti. Quando usa l'Esplosione Galattica, il suo cosmo si manifesta sempre facendo comparire attorno a lui una galassia, composta da numerose stelle e pianeti, che vanno simultaneamente in pezzi generando l'energia distruttiva del colpo segreto. E’ la stessa tecnica di Gemini, anche se dà l’impressione di essere leggermente meno potente, causando solo danni limitati sull’armatura della Fenice.

Il secondo colpo segreto di Kanon è una tecnica indiretta, il Triangolo d’Oro, ovvero una variante della Dimensione Oscura di Gemini. Nell'eseguire questo attacco, Kanon disegna un triangolo a mezz’aria, creando una distorsione nello spazio tempo che apre letteralmente le porte di un'altra dimensione. Non si tratta però della Dimensione Oscura di Gemini, ma del Triangolo delle Bermuda, o meglio della dimensione in cui si finirebbe perdendosi al suo interno. Definita da Kanon "una fessura nello spaziotempo", esteticamente è abbastanza simile all’Oscura, anche se piena di relitti di navi, aerei, dirigibili e altri mezzi scomparsi nei secoli al suo interno. Per quanto difficile sia uscirvi, Phoenix afferma che è più semplice rispetto a quella di Gemini (vedi Note), e Kanon in seguito non vi ricorre più. Non sappiamo se sia in grado di lanciarla anche a distanza attraverso il fantasma dei Gemelli.

Quest'ultimo non è un vero e proprio colpo segreto, ma un'abilità dei Cavalieri di Gemini. Come il fratello, concentrandosi adeguatamente Kanon può controllare da lontano la propria armatura d'oro, facendola assemblare, muovere e persino parlare. In questa forma, il Cavaliere non può usare il pieno del suo cosmo nè ricorrere alla maggior parte dei suoi poteri, ma può comunque innalzare il labirinto della terza casa e far perdere i nemici al suo interno. Essendo una mossa a distanza, Kanon è al sicuro quando la esegue, anche se il suo cosmo può essere tracciato, rendendolo vulnerabile ad un attacco a distanza. Essendo d'Oro, l'armatura non può essere distrutta e non risente di danni fisici diretti. Nel peggiore dei casi, eventuali attacchi scompongono l'armatura, facendo volare via i pezzi individuali. Entro certi limiti, l'armatura può ancora essere usata senza alcuni pezzi, come visto quando resta in piedi pur priva dell'elmo, e verosimilmente ricomporsi dopo essere stata del tutto smontata. Per eseguire questa mossa però, Kanon ha bisogno di totale concentrazione, e se qualcosa lo disturba l'armatura crolla a terra inutilizzabile. Gemini non può controllare separatamente i pezzi della corazza, ad esempio per farli agire in luoghi diversi. Per perfezionare l'illusione, l'armatura riproduce anche i suoi capelli.

Come intuibile da questa mossa, Kanon possiede poteri mentali simili a quelli del fratello. Pur non essendo al livello di Mur, è capace di generare illusioni, soprattutto alla terza casa che può sdoppiare o trasformare in un infinito labirinto, comunicare con la telepatia ed il cosmo, e nascondersi alla vista altrui. Massima espressione dei poteri mentali del Cavaliere è l’Illusione dell'Oscurità, colpo segreto proprio del Grande Sacerdote, che Kanon ha imparato a dominare proprio come Gemini. Questa tecnica serve a prendere il controllo della mente della vittima, la cui volontà viene piegata ed asservita ai desideri del Cavaliere. Chi subisce l’Illusione dell'Oscurità è obbligato ad obbedire a qualsiasi ordine di Kanon, indipendentemente da quanto lontani dalla sua personalità originale. Curiosamente, Kanon vi fa ricorso solo dopo essere diventato Cavaliere dei Gemelli, ma mai nei panni di Dragone del Mare. L’unica volta in cui prova ad usarlo inoltre viene interrotto, quindi non sappiamo se gli effetti e la potenza della tecnica siano analoghi alla versione di Gemini.

Per il resto, sul campo fisico, ha i poteri di un cavaliere d'oro e può muoversi e lanciare colpi alla velocità della luce, mentre su quello psicologico può contare carisma, naturale abilità al comando ed astuzia, che gli è valsa la fedeltà di quasi tutti i Generali degli Abissi.

STORIA: Verosimilmente orfano di entrambi i genitori, Kanon, il minore di due gemelli, nacque in Grecia, durante il periodo in cui il Grande Sacerdote Sion governava in vece di Atena sul Santuario. Per ragioni sconosciute, ma probabilmente collegate alla diceria secondo cui avere gemelli era segno di sventura, la sua presenza venne tenuta sempre segreta a tutti. Inoltre, suo fratello fu scelto per diventare Cavaliere, ed iniziò ad allenarsi allo scopo di ottenere l'armatura d'oro dei Gemelli, una delle dodici corazze appartenenti ai guerrieri più forti del Grande Tempio e sommi difensori di Atena, Dea della Giustizia. Nulla è noto dell'addestramento, se non che alla fine Gemini ottenne una forza straordinaria, diventando uno dei primi Cavalieri d'Oro della nuova generazione, insieme a Micene di Sagitter. Rimanendo nell’ombra, Kanon seguì ed emulò gli allenamenti del fratello, imparando ad eseguire i suoi stessi colpi segreti.

All’apparenza, Gemini era buono e generoso, al punto da iniziare ben presto ad essere paragonato ad un Dio per la sua forza e gentilezza, venendo amato da tutti gli abitanti del Grande Tempio. Kanon però sapeva che le cose non stavano realmente così e, anche se il fratello non gliene fece mai parola, si accorse che in lui di giorno in giorno cresceva un loto oscuro, bramoso di potere. A sua volta, Kanon stesso era stanco di vivere nell’ombra e voleva conquistare il potere assoluto. Con Atena in procinto di rinascere sulla terra nei panni di una neonata, tramò così un piano: convincere Gemini ad uccidere sia lei che il Sacerdote, e regnare insieme. Convinto che non ci sarebbero stati ostacoli, e che il segreto della sua esistenza li avrebbe aiutati, si decise a parlarne con Gemini, contando sull’oscurità che aveva avvertito in lui. Gli chiese di incontrarlo in un luogo isolato e gli propose la sua idea, sottolineando come il comando di tutti i Cavalieri avrebbe dato loro la forza per mettere sotto scacco il mondo intero.

La reazione non fu quella preventivata. La giustizia era ancora forte in Gemini che, inorridito da quest'offerta, la rifiutò con forza, accusando Kanon di tradimento. Quando il ragazzo si rifiutò di ritrattare, lo imprigionò nella cella di Capo Sounion, ai piedi dell'antico tempio di Nettuno, da cui sarebbe riuscito a fuggire solo dopo aver purificato il suo spirito. Furioso, Kanon maledì il fratello, avvertendolo che un tale atto avrebbe risvegliato in lui lo spirito malvagio che finora era riuscito a reprimere. Per un istante, riuscì addirittura a scorgerlo, e rise trionfante nella consapevolezza che il fato di Gemini era segnato.

Ben presto però ci fu altro di cui preoccuparsi. Si trovava prigioniero in una cella costruita proprio per impedire ai Cavalieri la fuga, ed in grado di resistere ai suoi colpi. Nessuno poteva aiutarlo, visto che nessuno sapeva della sua esistenza, e Gemini era ormai troppo preso dall’emergere del lato oscuro per pensare a lui. Inoltre, ogni giorno l’alta marea rischiava di farlo annegare, spingendolo contro il soffitto della caverna. Privo di cibo o acqua potabile, rifiutò comunque di darsi per vinto, resistendo per giorni e giorni. E quando la stanchezza stava per sopraffarlo, un cosmo sconosciuto ma luminoso e colmo di serenità giungeva in suo aiuto, dandogli la forza di tener duro fino al calare della marea. Una via di fuga era comunque indispensabile e, un giorno, la trovò. Attirato da un bagliore proveniente dalla parete rocciosa della prigione, l’abbatté con un pugno, scoprendo una grotta in cui si trovava il leggendario tridente di Nettuno, imperatore dei mari e antico nemico di Atena. Proprio la Dea vi aveva posto sopra il suo sigillo, per impedirne l’utilizzo. Intuendo che quella era la sua unica speranza di salvezza, diede fondo alle sue energie e riuscì ad estrarlo, rimuovendo l’ormai antico sigillo. Il potere del tridente lo attirò nelle profondità oceaniche, fino al regno sottomarino, ove si trovavano i resti del tempio di Nettuno.

Facendo ingresso nell’edificio, trovò un salone con otto armature ed un’anfora, su cui era posto un altro sigillo di Atena. Aprendola, liberò lo spirito di Nettuno, imprigionato lì da secoli ormai, sin dal suo ultimo conflitto con Atena. Intravedendo un’opportunità, lesse rapidamente il nome sul basamento di una delle armature e disse di chiamarsi Dragone del Mare, umile servitore di Nettuno stesso. Accettandone il giuramento, lo spirito gli parlò dei suoi scontri con Atena, risalenti all’epoca dei miti. Quando Kanon fece notare che la Dea era appena rinata, Nettuno decise di impadronirsi del corpo dell’ultimo discendente della famiglia Kedives, Julian, per poter tornare a sua volta a nuova vita e affrontare l’antica nemica in un nuovo conflitto. Julian però era ancora un bambino, quindi Nettuno avrebbe dormito all’interno del suo corpo per tredici anni, durante i quali Kanon avrebbe tenuto il comando dell’esercito che, attirato dal cosmo del Dio, si sarebbe ben presto radunato nel regno sottomarino. Impartiti questi ordini, Nettuno scomparve, e Kanon indossò l’armatura di Dragone del Mare. Nei suoi piani però non c’era alcuna intenzione di permettere al Dio di risvegliarsi del tutto, ma solo di usare Julian come una marionetta per conquistare il potere. Corroso dall’odio, desiderava vendicarsi sia del fratello che lo aveva rinnegato, che degli esseri umani che vivevano felici ignorando i suoi patimenti.

Passarono così tredici anni, durante i quali Kanon si dedicò all’accogliere e riorganizzare l’esercito di Nettuno. Trovati dalle loro armature, uno dopo l’altro arrivarono i restanti Generali: Sirya, Krisaore, Lemuri, Cavallo del Mare, Kira e Abadir, che era stato a lungo apprendista Cavaliere di Atena, e per questo esitava ad accettare il titolo di servitore di Nettuno. Kanon, che si era sempre tenuto aggiornato sugli eventi del mondo esterno, lo convinse informandolo di come il suo ex compagno di addestramento, Cristal, avesse ucciso sia il suo insegnante, il Maestro dei Ghiacci, che l’istruttore di quest’ultimo, Acquarius, macchiandosi quindi degli efferati crimini di cui Nettuno accusava gli esseri umani. Inoltre, Kanon gioì nell’apprendere del fallimento e del suicidio di Gemini, sconfitto da Atena e da cinque Cavalieri: Cristal stesso, Pegasus, Andromeda, Sirio il Dragone e Phoenix. La guerra intestina culminata con la sua morte aveva sensibilmente indebolito l’esercito di Atena, e portato alla caduta di ben cinque Cavalieri d’Oro e di quasi tutti i Cavalieri d’Argento e di Bronzo. Tutto ciò semplificava nettamente l’opera di Kanon e Nettuno, ma, per prudenza, il Generale decise comunque di raccogliere informazioni sui cinque guerrieri che avevano portato alla sconfitta di suo fratello (vedi Note). Sempre in questo periodo, Kanon apprese la geografia del regno marino, sorretto da otto colonne edificate da Nettuno nelle epoche mitologiche. Le prime sette erano alla base di altrettanti oceani, mentre l’ottava, la Colonna Portante, era sotto il Mediterraneo e rappresentava il luogo più impenetrabile del regno. Per distruggerla era infatti necessario abbattere prima le altre sette, impresa ardua visto che erano protette dai Generali, lui stesso incluso. Decise quindi di nascondere al suo interno l’anfora di Atena, in modo che nessuno potesse trovarla e usarla per sigillare di nuovo Nettuno.

Finalmente, venne il giorno del sedicesimo compleanno di Julian, e Kanon inviò Titis, Cavaliere Sirena, a mostrargli il suo tridente e condurlo nel regno sottomarino. Dopo un iniziale e comprensibile sorpresa, il giovane risvegliò una piccola parte dello spirito del Dio e indossò la propria armatura, sedendo sul trono degli abissi come Nettuno. Anche dopo il suo ritorno, Kanon mantenne un certo controllo sull’esercito, agendo in pratica come vice del Dio, e rimase ad assistere quando Julian, dopo aver flagellato la terra con interminabili alluvioni e indebolito Atena, la rapì e portò nel regno sottomarino per sposarla. Immaginando che i Cavalieri avrebbero cercato di salvarla, Kanon non fu sorpreso nell’imbattersi in Pegasus e Andromeda, che erano riusciti a penetrare nel regno. Dopo aver mostrato loro la propria forza, e averli visti sconfiggere un drappello di soldati marini, apprese che, nel frattempo, Atena aveva rifiutato la proposta di Julian ed era stata da lui rinchiusa nella Colonna Portante, dove sarebbe morta annegata in poche ore. Sentendosi sicuro di sé, permise a Titis di spiegare la situazione ai Cavalieri, e li vide partire alla volta delle colonne da distruggere. Ben presto, anche Sirio e Cristal si unirono a loro.

Nelle ore successive, Kanon seguì lo svolgersi degli scontri, avvertendo la morte di Cavallo del Mare, Kira, Krisaore e Lemuri. Nel complesso, ciò lo avvantaggiava perché riduceva il numero di potenziali ostacoli al suo piano, ma la principale preoccupazione del ragazzo era che qualcuno, raggiungendo Nettuno, lo facesse svegliare del tutto. Per questo, nel percepire l’arrivo di Phoenix nel regno sottomarino, e poi il suo dirigersi verso il tempio di Nettuno, decise di sbarragli la strada di persona. Con gli altri Cavalieri ormai allo stremo, era infatti il solo a poter rappresentare una potenziale minaccia. Al sicuro da testimoni, gli rivelò persino la sua identità ed i suoi piani, proclamando che, a differenza di Gemini, lui non era frenato da un lato buono, e quindi avrebbe certamente trionfato. Consapevole che Phoenix era in grado di risorgere dalle proprie ceneri dopo ogni sconfitta, decise di liberarsi di lui imprigionandolo nel Triangolo d’Oro.

Qualcuno però sospettava: Sirya, unico Generale rimasto visto che anche Abadir nel frattempo era morto, iniziava a chiedersi se quella guerra fosse davvero il volere di Nettuno, ed a mettere in discussione la fedeltà di Dragone del Mare, di cui in fondo nessuno sapeva niente. Intercettatolo, gli chiese apertamente spiegazioni, ma il confronto fu rinviato dall’avvicinarsi di due cosmi alle colonne dell’Atlantico del Nord e del Sud, ovvero quelle sotto la loro difesa. Tornato nel suo dominio, non trovò nessuno, ma continuò a percepire una presenza minacciosa aleggiare tutt’attorno. Ciò gli impedì di andar via e proteggere il tempio di Nettuno, che gli altri Cavalieri stavano iniziando a raggiungere, anche quando un’aura molto potente si unì alle loro. Terrorizzato al pensiero che il proseguire della battaglia finisse per risvegliare davvero Nettuno, Kanon ebbe un problema in più quando il cosmo che aveva avvertito si rivelò essere quello di Phoenix, uscito facilmente dal Triangolo d’Oro e venuto ad affrontarlo. Colpendolo con il Fantasma Diabolico, il Cavaliere lo costrinse a rivelargli il suo passato.

Kanon parlò, svelando la sua storia e i suoi segreti, ma poi passò al contrattacco, iniziando a mettere in difficoltà Phoenix. Per sua sfortuna però, anche Sirya aveva udito la confessione. Schierandosi apertamente contro di lui, permise a Phoenix di abbattere la colonna dell’Atlantico del Nord, l’ultima rimasta, e poi cercò di uccidere Kanon con la propria melodia. Fu Phoenix a fermarlo, per farsi dire dal Generale dove si trovasse l’anfora di Atena. Quando Kanon esitò a rispondere, Phoenix gli rivelò che il cosmo che, anni prima, lo aveva salvato nella prigione di Capo Sounion era stato quello di Atena, ricolmo d’amore. Sbalordito, Kanon rivelò il nascondiglio dell’anfora, convinto però che non fosse possibile recuperarla. Sirya gli fece notare che ormai il suo piano era in rovina: Nettuno, che nel frattempo si era risvegliato del tutto, si sarebbe di certo vendicato per il tradimento, mentre la vittoria di Atena avrebbe significato il completo fallimento dei suoi intrighi. Poco più tardi, solo e senza più uno scopo, assistette al crollo totale del regno sottomarino, ed alla vittoria di Atena.

Messosi in salvo, Kanon venne finalmente colpito dai sensi di colpa. L’aver appreso che era stata Atena a salvarlo anni prima, nonostante stesse già tramando contro di lei, lo portò a riconsiderare la propria vita. Abbandonata l’armatura di Dragone del Mare, si recò al Grande Tempio della Dea e, raggiunte le sue stanze attraverso alcuni sentieri segreti, le chiese umilmente perdono. Sentendo il sincero dolore nel suo cuore, Isabel accettò. Purtroppo, non c’era tempo per rimuginare, perché era iniziata la guerra tra Atena ed Hades, il suo più antico e mortale nemico, che aveva fatto la prima mossa riportando in vita Gemini e altri Cavalieri caduti, facendone i suoi sicari. Deciso a rimediare ai suoi errori, Kanon cercò di proteggere il tempio dei Gemelli manovrando da lontano l’armatura d’oro, ma venne scoperto e fermato da Gemini.

Purtroppo per lui, l’aver ottenuto il perdono di Atena non significava avere anche quello dei Cavalieri. Scoperta la sua presenza, Scorpio lo attaccò con la dolorosissima Cuspide Scarlatta, minacciando di ucciderlo per essere stato la causa scatenante di almeno due guerre, e in nome di tutti coloro che erano caduti. Condividendo il suo rancore, Kanon non provò neppure a difendersi e subì stoicamente le Cuspidi, rifiutando però di andar via anche quando il dolore si fece accecante. Alla fine, Scorpio comprese che il suo pentimento era sincero e, anziché finirlo con Antares, fermò l’emorragia che gli aveva causato. Prima di andar via inoltre, lo salutò come un compagno Cavaliere d’Oro: Kanon dei Gemelli. Toccato, il ragazzo scoppiò in lacrime ai piedi di Atena, comprendendo che Scorpio aveva solo messo alla prova la sua fedeltà.

Nelle ore successive, Kanon seguì lo svolgersi degli scontri dal tempio della Dea, trasalendo quando Gemini, e i suoi compagni Capricorn e Acquarius, decisero di far ricorso addirittura all’Urlo di Atena, la tecnica proibita dalla Dea, per uccidere Virgo. Poco dopo, lo scontro si concluse con la sconfitta dei presunti traditori, ma Atena ordinò ai superstiti di condurli da lei, e, contemporaneamente, a Kanon di portarle il pugnale con cui Gemini aveva cercato di assassinarla anni prima. Pur allarmato da quella richiesta, Kanon obbedì e porse il pugnale a Gemini, nel primo momento in cui i due si trovarono di nuovo uno di fronte all’altro dopo più di tredici anni. Squadrandolo freddamente, cercò di non tradire alcuna emozione, ma non poté fare a meno di restare sconvolto quando Isabel, dopo aver chiesto a Gemini di ucciderla, si suicidò con le sue stesse mani. In seguito a questo apparentemente inspiegabile atto, Gemini e gli altri poterono finalmente rivelare il loro piano: avevano solo finto di tradire, nella speranza di poter raggiungere ed uccidere Hades, o almeno di far risvegliare l'armatura divina di Atena. Si recarono così al castello del nemico per la parte finale della loro missione, seguiti a breve distanza da Ioria, Mur e Scorpio, i Cavalieri d’Oro superstiti. Kanon invece rimase ancora un po’ al Grande Tempio, prima di indossare l’armatura dei Gemelli e porsi agli ordini di Doko di Libra, con cui raggiunse il castello.

Appena arrivato, avvertì un senso di pesantezza, intuendo che il luogo era protetto da una barriera eretta dal cosmo di Hades, che indeboliva i nemici. A causa sua, Ioria, Mur e Scorpio erano stati sconfitti da Radamante, giudice degli Inferi. Anche Gemini aveva fallito, scomparendo a causa della fine della vita temporanea datagli da Hades, quindi non restavano che Pegasus, Sirio, Cristal e Andromeda, ovvero proprio i Cavalieri che avevano sconfitto Nettuno ed i Generali degli Abissi. Restando in disparte, Kanon sentì Libra spiegar loro l’esistenza dell’ottavo senso, grazie al quale è possibile restare in vita nell’aldilà, e poi, attivando il proprio, li seguì negli Inferi. Superato in qualche modo (vedi Note) l’Acheronte, Kanon si rese invisibile il più a lungo possibile, assistendo alla battaglia di Pegasus e Andromeda con Lune, uno degli Spectre. I due rischiarono la sconfitta, soprattutto a causa della debolezza morale di Andromeda, che non riuscì a discutere le argomentazioni di Lune e decise di rinunciare alla lotta. Sempre nascosto, Kanon li salvò colpendo Lune con il Fantasma dell’Oscurità e facendogli credere di aver ucciso Hades stesso. Lo Spectre fuggì in preda al panico, e Kanon iniziò a seguirlo, sperando di poter raggiungere in questo modo il tempio del Dio e ucciderlo.

Sfortunatamente, Lune venne fermato da Radamante, che gli permise di liberarsi dall’illusione. Uscito allo scoperto, Kanon si sbarazzò facilmente del primo, e decise di sfruttare il Giudice per raggiungere Hades. Prima però venne raggiunto da Pegasus e Andromeda e, rifiutando di definirsi un loro compagno, colpì entrambi. Sua intenzione era soprattutto incitare Andromeda ad essere meno titubante, e ricordargli di non smettere di combattere finché tutto il male non sarà stato estirpato dal mondo. Poi li lasciò proseguire, tenendo impegnato Radamante e finendo per paralizzarlo con un colpo a sorpresa. Proprio quando stava per colpire anche lui con il Fantasma dell’Oscurità però, alcuni Spectre lo interruppero, permettendo al Comandante di tornare a palazzo come gli era stato ordinato. Sbarazzatosi di loro, Kanon riprese la corsa, venendo ben presto raggiunto da Sirio e Cristal.

Insieme, i tre vennero a sapere che Pegasus e Andromeda erano andati direttamente da Hades in compagnia di Orfeo, un Cavaliere che aveva vissuto per anni negli Inferi. Affrettandosi per raggiungerli, superarono più o meno agevolmente tre Prigioni di Ade, raggiungendo la quinta. Qui, si imbatterono di nuovo in Radamante, che li informò di aver gettato Pegasus e Orfeo nel Cocito, l’inferno di ghiaccio, ma anche e soprattutto che Andromeda si era rivelato essere la reincarnazione di Hades ed era asceso al trono. Sbalordito, Kanon disse a Sirio e Cristal di proseguire e rimase ad affrontare Radamante, ponendosi rapidamente in vantaggio grazie all’Esplosione Galattica, ed al fatto che il nemico risentisse di un precedente scontro. Anche stavolta però il duello venne interrotto, in questo caso dall’arrivo degli altri due Comandanti, Eaco e Minosse. Prima di poter combattere, Kanon si ritrovò succube dei colpi del primo, e prigioniero del Dominio Cosmico del secondo, in grado di controllare il suo corpo come se fosse una marionetta.

A salvarlo, fu l’inattesa comparsa di Phoenix, colui che lo aveva sconfitto nel regno sottomarino. Dopo aver appreso che suo fratello Andromeda era Hades, Phoenix affrontò Eaco, riprendendosi dopo l’iniziale difficoltà e annientandolo. Guardando il combattimento, a Kanon tornò in mente il suo duello con la Fenice, e come egli avesse continuato a rialzarsi più forte di prima ogni volta che sembrava sul punto di essere sconfitto. Prima che la battaglia potesse continuare però, Phoenix venne teletrasportato via da una forza misteriosa e Kanon, preoccupato, si lasciò alle spalle Radamante e Minosse per correre verso la Giudecca, residenza di Hades.

Non molto più tardi, quando ormai era vicino alla destinazione, avvertì la sua armatura iniziare a risuonare, segno che le corazze d’oro si erano riunite nell’aldilà ed erano entrate in eufonia per chiamare quella dei Gemelli. Intuendo che la situazione fosse critica, cercò di proseguire, ma si trovò di nuovo davanti a Radamante, venuto a saldare i conti. Decise allora di privarsi dell’armatura, lasciandola libera di riunirsi alle altre e restituendola a Gemini, il cui spirito stava evidentemente per risorgere. In queste condizioni, privo di difese, non era in grado di tener testa a Radamante, ma ormai non gli importava. La sua missione era compiuta, Hades stava per essere sconfitto, ed era tempo per lui di pagare il prezzo finale per i peccati commessi in vita. Afferrando Radamante, eseguì l’Esplosione Galattica a distanza ravvicinata, esplodendo insieme a lui in un attacco suicida.

La sua anima venne probabilmente imprigionata nel Cocito, ma non per molto. Qualche ora più tardi, con la caduta di Hades ad opera di Atena e dei cavalieri di bronzo, anche l'Inferno scomparve e tutte le anime che vi erano imprigionate verosimilmente trovarono la pace. Zeus però non potè perdonare i cavalieri d'oro, che non le loro azioni avevano offeso gli Dei, e convocò le loro anime nel Limbo. A nulla servirono le difese di Shin e Libra, gli unici ai quali fu apparentemente concesso parlare, e così per punizione Kanon, Gemini e gli altri compagni vennero intrappolati in una specie di scogliera d'ambra sulla Terra in stato di totale incoscienza.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 100-101, 110-114 118, 122-125, 127-138 dell’anime, dal 5° OAV, dai numeri 14, 16-19, 21-26 del manga edizione Star Comics e dal numero 8 di. Episode G, edizione originale, corrispondente al 15 italiano Planet Manga. Fisicamente, Kanon è identico alla metà buona di Gemini, ovvero quella con i capelli blu nell’anime, biondi nel manga classico e grigi in Episode G. Per stessa ammissione di Kurumada, in origine il personaggio non esisteva, ed è stato concepito solo in seguito. Kanon viene spesso considerato l’orchestratore degli eventi di tre saghe, ma non è chiaro quanto le sue parole abbiano influito sulla metamorfosi di Gemini, che sembrava già tutto sommato vicino al cedere al male. Più diretto è il suo coinvolgimento nelle guerre di Asgard e Nettuno.

Il ruolo, e soprattutto il piano, di Kanon nella serie di Nettuno non è mai del tutto chiaro. Nell'indossare l'armatura di scaglie, dice che lascerà dormire Nettuno per sempre, tenendo per sé il potere derivante dall'essere al comando dell'esercito dei Generali. Poi però Julian fa ritorno, in una specie di stato ibrido in cui ha risvegliato una parte del cosmo del Dio e ne segue le intenzioni, purificare la terra, mischiandole con la propria attrazione verso Isabel. A quel punto, Kanon non si oppone al diluvio, né trama poi molto apertamente alle sue spalle, limitandosi ad assolvere ai suoi doveri di custode del Nord Atlantico, e preoccupandosi solo di evitare il vero risveglio del Dio. Ciò sembra significare che anche a lui starebbe bene un pianeta interamente coperto dalle acque, ma in quel caso non solo non avrebbe nessuno su cui dominare, ma sarebbe anche eternamente sottoposto a Nettuno, troppo potente per poter essere ucciso da lui anche nei panni di Julian, e con troppa personalità per poter essere manipolato. A tal proposito, non vediamo mai Kanon condizionare o convincere Julian a fare qualcosa che non vorrebbe, ma sembra anzi soddisfatto del modo in cui gli eventi si stanno sviluppando. Un paio di dialoghi con Sirya suggeriscono che potrebbe mirare all’annientamento reciproco tra le due divinità, ma di certo uno scontro di tal portata finirebbe per risvegliare in pieno Nettuno, che è quel che Kanon vorrebbe evitare. Nel complesso, insomma, sembra che il suo ruolo di manipolatore sia più nelle parole che nei fatti.

In Episode G, Okada cerca di appianare il problema indicando che Kanon non vuole dominare, ma distruggere il mondo, per vendicarsi del suo destino. La sua comparsa in quest’opera è limitata ad un breve speciale a colori in apertura dell’ottavo volume.

Il rapporto di forza tra Kanon e Gemini è fonte di eterno dibattito tra i fan, anche perché nel manga viene definito sia inferiore che pari o potenzialmente superiore. Di certo, Kanon stesso si considera superiore nella serie di Nettuno e, solo moralmente, inferiore in quella di Hades, quando restituisce l’armatura al fratello. In termini di colpi segreti, la sua Esplosione Galattica causa danni minori di quella di Gemini sull’armatura di Phoenix, anche se la cosa ha un valore relativo. Scorpio lo considera pari al fratello. L’unica certezza è che il Triangolo d’Oro è una variante più debole della Dimensione Oscura, con Phoenix che esce abbastanza agevolmente pur non avendola mai subita prima. È molto probabile che Kanon sappia eseguire anche la Dimensione Oscura tradizionale.

Cosa Kanon faccia nei tredici lunghi anni tra la discesa nel regno sottomarino e il presente è un mistero, anche perché là sotto non sembrano esserci mezzi di sostentamento o veri luoghi in cui vivere. Di certo, si mantiene informato sul mondo esterno, visto che sa del fallimento di Gemini, e conosce addirittura la capacità di Phoenix di risorgere dalle sue ceneri. Per il resto, dovrebbe aver avuto il compito di accogliere, organizzare e comandare soldati, Titis e Generali, ma tredici anni sono comunque un periodo un po’ troppo lungo da far passare, a conferma che tutta la sua storia non è stata pianificata poi in gran dettaglio. Sarebbe stato quasi più plausibile un suo tentativo di sorprendere Gemini, ucciderlo e sostituirsi a lui come Sacerdote. Un altro mistero riguarda Abadir, che conosce l’identità segreta di Kanon, ma non sappiamo se gliel’abbia confidata lui stesso o se l’altro l’abbia in qualche modo dedotta. Di certo, nel manga Kanon indossa quasi sempre l’elmo, per timore di essere riconosciuto, mentre nell’anime parla a Sirya anche senza, forse contando sul fatto che non molti conoscono il volto di Gemini. Inoltre, sempre nel manga, conosce la forza di Krisaore ed i poteri di Lemuri, a suggerire che ha comunque osservato i compagni e le loro caratteristiche.

Considerando che sono trascorsi 13 anni, Kanon non cambia di una virgola tra passato e presente. Persino la pettinatura, lunghezza dei capelli e gli abiti sono esattamente gli stessi di quando venne imprigionato. Kanon dice che nessuno al Grande Tempio sa di lui, quindi potrebbe essersi finto Gemini per passare inosservato. Inoltre, conosce almeno una via segreta per le stanze di Atena, che raggiunge senza passare attraverso le Dodici Case. Più avanti, non lo vediamo né entrare in Ade né superare l’Acheronte, anzi rimane un mistero come abbia fatto visto che Caronte era appena stato sconfitto da Pegasus. Considerando che lo scontro con Lune è subito dopo, Kanon doveva essere già lì - ma in quel caso perché attendere? - o aver trovato un altro mezzo per passare. Curiosamente, sembra poter usare i propri poteri illusori per rendersi invisibile, e usa il GenroMaoKen / Illusione dell’Oscurità con effetti simili al GenmaKen / Fantasma Diabolico, cioé creare una specie di incubo piuttosto che prendere direttamente il controllo del nemico.

Per espressa dichiarazione dell’autore, Kanon non è il vero Dragone del Mare, il che porta a chiedersi cosa sia successo a quest’ultimo. E’ possibile che non abbia mai ricevuto il richiamo di Nettuno, e che quindi non si sia mai presentato nel regno sottomarino, oppure che sia venuto e sia stato ucciso da Kanon, o ancora che Kanon stesso lo abbia rintracciato ed eliminato. Secondo l’enciclopedia Taizen, il vero Dragone del Mare dovrebbe comparire in una "battaglia degli Dei", ma non è chiaro se ciò sia vero o se sia ancora nei piani di Kurumada. Di certo, l'armatura di scaglie riconosce subito Kanon come proprio padrone.

Le ultimissime informazioni sulla sorte di Kanon dopo la scomparsa degli Inferi provengono dal 5° OAV, l'Overture al Tenkai, che però è stato disconosciuto da Kurumada e messo fuori continuity. Di conseguenza, è difficile dire se rivedremo di nuovo Kanon in futuro.

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