ZEUS CHAPTER

PRIMA DELLA BATTAGLIA

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BGM: Artemis's Appearance

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A loro insaputa, altrove, molto più lontano e più in alto, al di sopra delle nuvole, in un luogo immacolato che neppure le forze della natura osano sfiorare, vi è un tempio enorme. Le colonne, bianche come la neve e costruite in epoche antichissime, prima ancora che l'uomo comparisse sulla terra, furono scolpite da un unico blocco marmoreo, preso appositamente da cave situate a decine di chilometri nel sottosuolo. Le pareti, anch'esse di marmo, sono coperte di bassorilievi, raffiguranti scene cui nessun occhio umano assistette. In essi sono racchiuse storie di furiose battaglie, che portarono alla definitiva sconfitta delle creature primordiali ed alla nascita del regno degli Dei. A quell'epoca, creature orribili, come il gigantesco Tifeo o i terribili Centimani, subirono solenne disfatta, e per punizione furono imprigionati negli abissi del Tartaro, la parte più profonda ed oscura dell'Ade. Tutto ciò che resta della loro malvagità sono ora delle sterili figure, testimonianza della grandezza e dell'immenso potere degli Dei. In piedi davanti al tempio, una figura osserva silenziosa gli eventi che si compiono sulla terra. Il suo sguardo si libra alto e veloce, sorvolando i paesi ed i continenti. Nulla gli sfugge, nessun atto di bontà e nessun atto di malvagità può sperare di sottrarsi a lui, attento osservatore delle vicende degli uomini.

In quel momento, fa capolino vicino a lui la figura di un giovane, alto ed asciutto, con capelli azzurri come il cielo, vestito di una lunga tunica bianca. Fermatosi, il giovane si rivolge all'altro ed afferma con tono sommesso "Che cosa ti turba, sommo Zeus ? è da secoli che non presti più attenzione alle azioni dei mortali, disgustato dalla loro malvagità. Perché dunque ora volgi di nuovo verso di loro il tuo sguardo, cui nulla può sfuggire ?"

A queste parole, Zeus resta in silenzio per qualche attimo, poi, senza voltarsi, risponde "in questi secoli gli umani hanno fatto notevoli progressi. Hanno imparato ad imbrigliare l'energia dell'atomo ed a volare alti nel cielo. Hanno saputo superare tutti i limiti della loro natura, ma tutto ciò ha richiesto un prezzo, ed il prezzo è stato la loro umiltà. Un tempo eravamo adorati e rispettati, temuti ed invocati, ora su di noi non esistono che leggende, cui nessuno crederebbe più. Eppure, mia figlia, Atena, ha deciso di schierarsi contro di me per proteggere costoro, mettendo in gioco la sua stessa natura divina. Ho ripreso ad osservare gli uomini per capire cosa in loro la abbia spinta ad una tale azione, ma finora non ho trovato risposta ! Tu come mai sei qui, Eolo ? dovresti essere ad alimentare i venti e scatenare tempeste !"

Impassibile, Eolo, signore di tutti i venti, dal dolce zefiro al violento maestrale, risponde "I venti già solcano i cieli ed alimentano la tempesta. Il mio posto ora è accanto a te. Ci sono notizie di quei giovani uomini al servizio di Atena ?"

Sempre con lo sguardo perso nel vuoto, Zeus risponde "Hanno ottenuto l'aiuto di Odino, mio antico nemico, e grazie a lui sono riusciti a raggiungere la terra dei nani ed a riparare le loro armature divine !"

Sentendo ciò, Eolo sorride "avranno bisogno di molto più che delle armature per portare a termine la loro missione. La loro sconfitta è certa, non capisco perché hai voluto concedere loro questa possibilità. Avresti potuto facilmente riportare Atena fra noi !"

Finalmente, lo sguardo di Zeus si scosta ed il padre di tutti gli Dei si volta verso il signore dei venti "E' vero, avrei potuto farlo facilmente. Il mio potere sovrasta quello di tutti voi altri Dei al punto che, se mai un giorno tutti voi uniti voleste sfidarmi e, presa una catena e scesi sulla terra, cercaste, tirando tutti insieme, di smuovermi da qui, per quando potreste provare non mi spostereste di un solo millimetro. Io invece, usando solo la forza di una mano, potrei sollevare voi, il mare e la terra stessa con una facilità irrisoria ! Eppure, quando parlai con Atena, la luce che brillava negli occhi suoi e dei suoi cavalieri, e la determinazione di colui che chiamano Pegasus, disposto a lottare persino dopo la morte, mi convinsero a dare loro questa possibilità. Dopo tutto, è impensabile che vincano, non ho fatto altro che concedere all'umanità un po' più di tempo prima della fine !"

Per un attimo, Eolo trasalisce. E' ancora vivido in lui il ricordo di ciò che accadde quando, millenni fa, i numi misero in discussione l'autorità di Zeus. La sua ira fece tremare il cielo e la terra, persino Ades, dal regno dell'oltretomba, avvertì il suo potere diffondersi nell'aria e ne ebbe paura. Mai più da allora alcuna divinità olimpica aveva osato discutere gli ordini di Zeus. Se ora Atena ha trovato il coraggio di farlo, è probabile che non si tirerà indietro. Poi, dopo essersi inchinato per un attimo, Eolo si allontana, diretto verso la sua dimora.