ARMAGEDDON

SCHEDE TECNICHE DEI COMANDANTI DI HELA

By Antares

Attenzione! Le seguenti schede tecniche sono un concentrato di spoiler su una serie di personaggi della fanfic "Armageddon". Se dovete ancora leggerla, evitate per il momento questa pagina, per non rovinarvi la sorpresa...

 

Fafnir

 

Simbolo: Dragone/Fafnir stesso

Grado: Primo Comandante

Caratteristiche particolari: agganciato alla cintura porta un corno da guerra, che usa per richiamare sul campo di battaglia i Giganti di Jotunheim e le arpie; come il suo amico Sigmund, è diverso dai restanti Comandanti, seguendo Hela per altre ragioni, e possedendo un animo giusto e nobile; fin da giovane, è sempre stato più maturo del compagno, che considera come un fratello, non lasciandosi accecare dalla brama di gloria; in battaglia, grazie all’armatura e allo spirito del drago Fafnir, appare quasi invincibile, capace di espellere i fotoni del Photon Burst dal proprio corpo e di resistere, senza riportare danni, ad un assalto costituito da Spada di Asgard, Lightning Fang, Sacro Leo e Occhi del Drago, lanciati in rapida sequenza; in qualità di Comandante di Hela, è anche immune a colpi come la Volta di Minosse.

Colpi segreti: Lampo del Drago: Fafnir incrocia le braccia e poi le allarga di scatto, generando una devastante onda di energia; Volo del Dragone: spiegando le ali dell’armatura e bruciando il suo immenso cosmo, il Comandante genera un enorme e ruggente dragone di energia, che vola verso l’avversario.

Storia: Helgi Hundingsbane nacque secoli prima del risveglio di Erebo, forse in Europa Centrale. Della sua vita prima dell’incontro con Sigmund si sa molto poco: da bambino, perse suo fratello minore e viaggiò a lungo per difendere i più deboli, diventando molto potente e famoso, affrontando anche un drago, una volta. Un giorno, in Borgogna, salvò Sigmund da una banda di soldati di Gunther e il giovane iniziò ad ammirarlo e seguirlo. I due divennero presto cari amici, la loro fama crebbe a dismisura e, nel corso dei loro viaggi, Helgi insegnò al compagno i segreti del cosmo, che da tempo padroneggiava. Venuti a sapere del dragone Fafnir, egli cercò di convincere l’amico ad ignorarlo, consapevole della pericolosità del mostro, ma alla fine dovette seguire Sigmund e la sua brama di gloria. Il drago li sconfisse e terrorizzò il suo compagno, costringendoli alla fuga.

Quella sera, ricevettero la visita di Alberico, Comandante di Hela, che offrì loro il proprio elmo, dotato del potere di permettere a chi lo indossava di mutare forma, con il quale avrebbero potuto sconfiggere il drago; ma nel caso fossero morti nello scontro, le loro anime non avrebbero avuto accesso al Valhalla. Helgi rifiutò sdegnato l’offerta e cercò poi di consolare l’amico, che però quella notte incontrò nuovamente Alberico ed accettò. Svegliatosi ed accortosi dell’assenza di Sigmund, Helgi corse alla tana di Fafnir, dove trovò il compagno raggiante accanto al mostro trasformato in armatura. Attaccato dallo spirito del drago, Sigmund si trafisse con la propria spada e morì tra le sue braccia, mentre la sua anima era impossibilitata a raggiungere il Valhalla. Helgi, addolorato ed oppresso dal senso di colpa, cambiò il proprio nome in Fafnir, lasciando tutta la gloria all’amico ed indossando l’armatura che un tempo era il mostro, facendosi temere e disprezzare dagli uomini, ma ottenendo anche l’immensa forza del drago, il cui spirito doveva continuamente tenere a bada. Raggiunto l’ottavo senso, scese in Hel e donò ad Hela la propria anima in cambio della salvezza di quella dell’amico, ottenendo il grado di Primo Comandante. Fu però costretto a stipulare un patto con la dea, la quale avrebbe liberato Fafnir se lui avesse tradito. Venuto a sapere del sacrificio di Helgi, Sigmund promise che sarebbe rimasto sempre al suo fianco.

Luoghi di scontro: all’interno della cittadella di Asgard, inizialmente nei pressi del palazzo reale.

Avversari: Mur; Orion, Ioria, Dohko e Virgo

Vittime: Mur; Dohko

Ucciso da: Orion e Ioria

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: rischia la sconfitta a causa del Sacro Virgo, ma il Cavaliere è costretto a restituirgli i sensi per impedire al drago Fafnir, tenuto a bada dal suo cosmo, di liberarsi; Dohko si sacrifica per salvare la vita a Ioria e Virgo; tramite il Sacro Virgo, Orion riesce ad attingere al cosmo di Odino in lui e quindi, bruciandolo insieme alla propria stessa vita, a tenere parzialmente testa a Fafnir; combinando le proprie abilità, i Cavalieri riescono ad evitare un nuovo Volo del Dragone; viene bloccato dal Lightning Fangs e costretto a subire l’esplosione fra gli Occhi del Drago e il suo Lampo del Drago, amplificata intorno a lui tramite il Khan; gli spiriti di Helgi e Sigmund trattengono il drago Fafnir, permettendo a Ioria di distruggerlo definitivamente con il Photon Burst.

Cause che lo spingono a combattere: per salvare l’anima di Sigmund, in passato ha donato la propria ad Hela, giurandole fedeltà; inoltre, non può tradire le sue armate, perchè altrimenti la dea libererebbe il drago Fafnir, che nel frattempo è diventato ancora più potente tramite il cosmo del Comandante; sente che non potrebbe mai rivolgere la mano contro Hela, sia per riconoscenza e fedeltà, sia perchè nel corso dei secoli è riuscito a comprenderla.

 

Sigmund

 

Simbolo: Nibelunghi

Grado: Secondo Comandante

Caratteristiche particolari: anche se quando scende in campo per la prima volta appare solo arrogante e orgoglioso, poi mostra anche il lato migliore del suo carattere, diverso dagli altri Comandanti, dotato di nobiltà e senso dell’onore: ne sono la prova, ad esempio, le lodi che rivolge a Luxor e agli altri Cavalieri, la promessa ad Alcor di non inseguire Scorpio per non rendere vano il suo sacrificio, la proposta a Fafnir - l’unico uomo che rispetta fra i Comandanti, cui è legato da un legame di amicizia tale da farli considerare fra loro come fratelli - di abbandonare le schiere di Hela e combattere contro di esse.

Colpi segreti: Gram: una spada che può sfondare ogni protezione e può agire anche come uno scudo; Prigione dei Nibelunghi: un anello dorato di energia, che imprigiona l’avversario e riversa su di lui il calore del suo stesso cosmo, bruciando più intensamente se la vittima tenta di liberarsi; Flutti del Reno: una potente ondata di energia dorata, lanciata congiungendo le mani davanti al petto con i palmi rivolti verso l’esterno.

Storia: Sigmund nacque in Germania, secoli prima del risveglio di Erebo. Un giorno, quando era ragazzo, scoprì che il suo villaggio era stato incendiato dai predoni e decise di inseguirli, ma senza successo. Nel frattempo, però, nel combattere per difendere i villaggi, la sua forza e la sua fama crebbero di molto e lui stesso iniziò a credere di essere invincibile e a vantarsi, specie dopo la conquista della spada Gram. In Borgogna, il sovrano Gunther venne a sapere di lui e ne ordinò la morte, ma fu salvato da Helgi, un guerriero ben più forte e maturo di lui. I due iniziarono a viaggiare insieme, Helgi insegnò al compagno i segreti del cosmo e la loro fama unita aumentò a dismisura. Un giorno, nonostante la riluttanza dell’amico, Sigmund decise di affrontare il dragone Fafnir, che però riuscì a sconfiggerli e a terrorizzarlo, costringendoli alla fuga.

Quella sera, ricevettero la visita di Alberico, Comandante di Hela, che offrì loro il proprio elmo, dotato del potere di permettere a chi lo indossava di mutare forma, con il quale avrebbero potuto sconfiggere il drago; ma nel caso fossero morti nello scontro, le loro anime non avrebbero avuto accesso al Valhalla. All’insaputa dell’amico, Sigmund accettò e con l’inganno fece sì che Fafnir indossasse l’elmo e si trasformasse in un’armatura, imprigionandolo in quella forma. All’arrivo di Helgi, lo spirito del drago attaccò Sigmund, che si trafisse con la sua stessa spada, morendo da suicida e finendo in Hel. In seguito, venne a sapere che Helgi aveva sacrificato tutto per lui: dopo aver cambiato il proprio nome in Fafnir, lasciando a lui tutta la gloria, aveva donato la propria anima ad Hela in cambio della salvezza della sua. Sigmund rifiutò allora spontaneamente il Valhalla, ottenendo il grado di Secondo Comandante, per rimanere al fianco del suo più caro amico, cui doveva tutto.

Luoghi di scontro: Settima casa di Libra; Tredicesima casa; nel piazzale antistante la statua di Odino.

Avversari: Scorpio, Alcor e Luxor; Scorpio e Alcor; Luxor; Alcor; Loki; Scorpio

Vittime: Luxor (ma non è chiaro se fosse già morto a causa della Berserkergang); Alcor

Ucciso da: Scorpio

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: prima di morire, Luxor, grazie alla Berserkergang, riesce a distruggere la spada Gram e a ferirlo al fianco sinistro e al braccio destro; durante lo scontro con Loki, viene gravemente ferito dal dio e la sua armatura viene completamente distrutta nel tentativo di proteggere Scorpio, Toro ed Hilda; accetta di scontrarsi un’ultima volta con Scorpio, che ha imparato ad apprezzare, e, ormai allo stremo delle forze e privo di protezione, viene ucciso dal Cavaliere.

Cause che lo spingono a combattere: è fedele unicamente a Fafnir del Dragone e, per riconoscenza nei suoi confronti, è deciso a combattere sempre dalla sua stessa parte, anche se questo significa schierarsi con divinità oscure come Hela o Erebo.

 

Garm

 

Simbolo: se stesso (o nessuno)

Grado: Terzo Comandante

Caratteristiche particolari: è anche noto come "Garm dal Petto Insanguinato" o "il Mastino degli Inferi"; per lui tutti gli uomini nel profondo sono come quelli di cui si ciba nei pressi del fiume Slith; sembra che, essendo abituato al fuoco di Hel, sia parzialmente vulnerabile al freddo di Asgard.

Colpi segreti: Sospiro dei Tormenti: le anime imprigionate nell’armatura di Garm attaccano l’avversario, facendogli perdere ogni gioia di vivere e ricordandogli errori del suo passato, ingigantendoli e portando la vittima a suicidarsi; Nebbia di Sangue: dalla chiazza rossa sul pettorale dell’armatura fuoriesce una gran quantità di sangue che rimane sospesa in aria, nascondendo Garm; Morso del Peccatore: allargando orizzontalmente le braccia, con i palmi rivolti verso l’esterno, il Mastino Infernale genera una potentissima esplosione concentrica di energia.

Storia: Garm è una creatura mostruosa di cui si narra nei miti nordici. Nacque dal senso di vergogna e disprezzo per se stessi degli spiriti giudicati indegni del Valhalla. Da allora, è solito vagare sulle sponde del fiume Slith. Si nutre dei rimpianti e delle carni degli uomini caduti con grande disonore, tanto che nemmeno il regno di Hel li accetta.

Luoghi di scontro: sull’estremità sinistra delle mura della cittadella di Asgard.

Avversari: Mizar, Syria, Hilda, Scorpio, alcuni soldati e gli spiriti di Alcor e Luxor

Vittime: un gruppetto di soldati

Ucciso da: se stesso

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: la melodia del flauto di Syria riduce di molto il suo immenso cosmo e in alcune occasioni gli impedisce di utilizzare i propri colpi segreti, principalmente il Sospiro dei Tormenti; aiutandosi reciprocamente e sfruttando il fatto che Garm non possieda la loro stessa virtù guerriera, i Cavalieri riescono a portare a segno numerosi attacchi; gli spiriti di Alcor e Luxor sostengono Mizar e contribuiscono a mandare a segno l’assalto finale collettivo; la sua armatura cade in pezzi, gli spiriti imprigionati si rivoltano contro di lui e lo inducono a sgozzarsi con la lancia di Hilda.

Cause che lo spingono a combattere: Hela gli ha promesso di potersi saziare dei corpi dei soldati ancora vivi che difendono Asgard.

 

Alberico

 

Simbolo: Ametista

Grado: Quarto Comandante

Caratteristiche particolari: come il suo discendente Megres, è avvezzo agli inganni e ritiene valido qualunque mezzo pur di raggiungere i propri scopi; si ritiene paragonabile solo agli dei e non ai comuni mortali, dato che i suoi colpi segreti gli permettono di rispedire al mittente gli attacchi e di controllare le forze della natura.

Colpi segreti: Anime della Natura: con maggiore facilità rispetto ai suoi discendenti e senza alcuna restrizione, il Comandante invoca gli spiriti della natura, aizzando poi contro l’avversario gli elementi del creato, fuoco, fulmini, vento, neve e ghiaccio, difficili da arrestare anche se si tenta di non bruciare il cosmo ed entrare in comunione con la natura; Spada di Ametista: la spada forgiata da Artax per Megres, un’arma che unisce il taglio dell’ametista con la capacità di sprigionare fuoco dalla lama; Scudo di Ametista: una nebbiolina di cristalli viola para i colpi del nemico e al tempo stesso li intrappola al suo interno, permettendo ad Alberico di usarli a suo piacimento; Unione della Natura: la furia degli elementi, richiamata dal Comandante, si concentra in un immenso vortice alto fino al cielo, al cui interno coesistono vento, fulmini, neve e fiamme.

Storia: Nelle epoche antiche, Alberico giurò fedeltà ad Hela, ottenendo l’armatura che indosserà durante la Grande Guerra di Asgard. La dea gli affidò il compito di entrare a far parte di coloro che avrebbero fondato Asgard, diventando il capostipite della famiglia degli Alberich o Megres ed indossando a lungo l’armatura della stella Delta, di riferirle tutto ciò che accadeva al suo interno e di minare le fondamenta della città, che secondo le profezie si sarebbe rivelata importante durante il Ragnarok. In cambio, Hela gli concesse il potere, per sé e tutta la sua discendenza, di controllare le anime della natura. Fu durante le varie guerre del suo tempo che Alberico conobbe la Spada di Asgard, il colpo segreto che è tradizione del casato di Orion. Tentò anche di sposare la primogenita di Wotan di Polaris per salire al trono, ma fallì a causa di Sigfrido di Duhbe, che non si fidava di lui e lo sconsigliò al sovrano, nonostante questi fosse in buoni rapporti con Alberico. Poco tempo prima di morire, scrisse un manoscritto, il "Libro del Destino", riportandovi, fra le tante cose, anche una profezia con cui sperava di spronare i suoi discendenti ad ordire piani per far crollare Asgard. Una volta, dopo essere già morto, prese parte ad un piano di Hela per impedire che alle anime dei potenti Helgi e Sigmund fosse concesso di raggiungere il Valhalla, stringendo con il secondo un patto in cambio del proprio elmo, che possedeva il potere di permettere a chi lo indossava di mutare forma e che gli avrebbe permesso di sconfiggere il drago Fafnir.

Luoghi di scontro: sullo stretto pendio che conduce alle mura posteriori di Asgard, dove ha seguito Megres; all’interno della città di Asgard; sulle mura occidentali della cittadella, quelle affacciate sul dirupo.

Avversari: Megres; Dohko e Toro; Orion; Megres

Vittime: //

Ucciso da: Megres

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: Orion gli blocca le braccia con i gomiti per impedirgli di usare lo Scudo di Ametista e per poi colpirlo con gli Occhi del Drago a distanza ravvicinata, sapendo che un egoista come lui non si sarebbe mai aspettato un attacco che avrebbe danneggiato entrambi; Megres, sostenuto dall’odio, gli trapassa la schiena con la mano e salda l’arto al petto di Alberico con uno strato di ametista, per poi trascinarlo con sé giù dal dirupo e schiantarsi con lui sulle rocce sottostanti.

Cause che lo spingono a combattere: vuole ottenere gloria e potere, conquistando e distruggendo Asgard in nome di Hela.

 

 

Fasolt

 

Simbolo: Gigante

Grado: Quinto Comandante

Caratteristiche particolari: è anche noto come Flagello dei Giganti o Re dei Giganti; disprezza l’idea di combattere per difendere una patria e dei concittadini, che non mostreranno comunque gratitudine per le sue imprese e non ricambieranno il suo aiuto.

Colpi segreti: Tocco Purpureo del Re dei Giganti: si manifesta come un immenso raggio di energia rossastra, proveniente dall’indice destro dell’immagine di un gigante che Fasolt fa apparire alle sue spalle.

Storia: Fasolt, come abitante di Asgard, visse millenni prima dell’epoca attuale, quando i giganti di Jotunheim attaccavano frequentemente Midgard. Lui e suo fratello Donner impararono a controllare il cosmo e quindi a combattere e a respingere i giganti. La loro gente iniziò a rispettarli, ma anche a temerne la forza quando uccisero per la prima volta un gigante. Quando Donner morì in un agguato, nessuno accompagnò Fasolt a Jotunheim per vendicarlo ed egli iniziò a disprezzarli, ritenendoli dei codardi. Passò molti anni nella terra dei giganti, massacrando tutti quelli che incontrava, venendo temuto da tutta la loro razza e ottenendo i titoli di Flagello e Re dei Giganti. Un giorno, Odino gli ordinò di fermarsi e gli propose di seguirlo nel Valhalla, ma Fasolt rifiutò, consapevole che non vi avrebbe ritrovato suo fratello. Scelse di andare in Hel, dove Hela lo accolse e gli donò un’armatura. Fu il terzo ad unirsi ai Comandanti, fra cui trovò suo fratello, e per qualche tempo mantenne il titolo di Secondo Comandante, prima di diventare il Quinto.

Luoghi di scontro: all’interno del passaggio segreto sotterraneo che collega Asgard alla caverna vulcanica.

Avversari: Dohko e Mime; Seven Macaw / Loki

Vittime: //

Ucciso da: Seven Macaw / Loki

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: Dohko e Mime si difendono reciprocamente, e a momenti alterni, dal suo colpo segreto, sfruttando anche lo scudo di Libra e le corde della lira; Mime lo rallenta con le corde della lira per permettere a Dohko di scagliare il suo colpo più potente; cade nell’inganno di Megres, che gli porta via i suoi soldati; le illusioni generate da Mime fanno sì che lanci il colpo segreto alle sue spalle, subito prima che il Cavaliere di Asgard lo sconfigga con la Melodia delle Tenebre; ormai privo di forze, viene ucciso a tradimento da Loki con un colpo solo.

Cause che lo spingono a combattere: vuole ottenere fama e gloria in battaglia, per rivaleggiare con i seggi più alti dell’esercito di Hela.

 

Gunther

 

Simbolo: Corona

Grado: Sesto Comandante

Caratteristiche particolari: tiene in alta considerazione oro, gioielli e ricchezze, ritenendo che con essi si possano raggiungere numerosi risultati; si considera il Comandante con le legioni più fedeli, dato che dona preziosi ai suoi sottoposti, e pertanto è detto il "Munifico".

Colpi segreti: Vortice d’Oro: di base, è un turbine orizzontale di energia lucente, lanciato con il braccio destro, del diametro di pochi centimetri, ma abbastanza concentrato da risultare devastante; Gunther può unirvi un secondo turbine, scagliato con il braccio sinistro e che ruota in direzione opposta, generando prima una corrente distruttiva e poi una vera e propria tromba d’aria, che si innalza verso il cielo.

Storia: In vita, Gunther era re di Borgogna, conquistava territori con la forza, sfruttava le ricchezze accumulate per accrescere la sua fama ed intimorire gli altri sovrani. In un periodo imprecisato, sentì parlare di un uomo che si riteneva invincibile - Sigmund, che in seguito sarebbe diventato il Secondo Comandante - e ne ordinò invano la morte. Interessato alle storie sui cavalieri, decise di informarsi maggiormente su di loro e tempo dopo convinse uno di essi ad addestrarlo di nascosto all’uso del cosmo, ricompensandolo adeguatamente. Dopo alcuni anni, riuscì ad eguagliare la sua forza, ma non a convincerlo a cedergli la sua armatura. Sfruttando ancora una volta le ricchezze che possedeva, convinse un drago a forgiare per lui la corazza della Corona, tramite una sua scaglia e la sua fiamma. Gunther morì tempo dopo a causa di un inganno, ma venne poi scelto da Hela per entrare a far parte dei suoi Comandanti.

Luoghi di scontro: davanti alle mura della cittadella di Asgard.

Avversari: Thor

Vittime: //

Ucciso da: Thor

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: l’armatura della Corona può respingere gli assalti di media forza, ma solo smorzare quelli più potenti, come il Braccio di Titano; Thor comprende il punto debole della corazza avversaria, rappresentato dal rubino della vecchia corona di Gunther, incastonato nel pettorale.

Cause che lo spingono a combattere: vincendo Thor, spera di ottenere sufficiente gloria da impedire a Megres di prendere il suo posto e da sopravanzare magari altri Comandanti.

 

Megres

 

Simbolo: Ametista

Grado: Settimo Comandante

Caratteristiche particolari: essendo un ex-Cavaliere di Asgard, è l’unico Comandante comparso anche nella serie classica e non soltanto in Armageddon; come già notato durante la serie di Asgard, è solito fare uso in battaglia anche di inganni e abili manipolazioni psicologiche: grazie a questa capacità, riesce quasi a convincere Artax ad allearsi con lui e riesce a trasformare la sconfitta sul piano fisico in una vittoria, distraendo l’avversario con il pensiero di Flare per poi ucciderlo.

Colpi segreti: Teca Viola dell’Ametista: consiste nell’imprigionare l’avversario in un cristallo di ametista, impossibile da distruggere dall’interno e che uccide lentamente la vittima; Spada di Ametista: la spada forgiata da Artax per Megres, un’arma che unisce il taglio dell’ametista con la capacità di sprigionare fuoco dalla lama; Anime della Natura: pronunciando le parole di un antico rito e permeando l’ambiente circostante del suo cosmo, l’ex-Cavaliere invoca gli spiriti della natura, aizzando poi alberi, lava e gli altri elementi circostanti contro l’avversario, solitamente ignaro del fatto che più brucia il suo cosmo e si muove e più gli spiriti si avventano su di lui.

Storia: Megres era uno dei sette Cavalieri di Asgard al tempo in cui scoppiò la guerra fra Hilda, controllata da Nettuno tramite l’Anello del Nibelungo, e Atena. Astuto, ambizioso e privo di senso dell’onore, decise di sfruttare il fatto di essere venuto a conoscenza della faccenda dell’Anello per dare il via ai suoi piani di conquista, forte anche di una profezia seconda la quale un membro del suo casato avrebbe salvato la regina di Asgard da una minaccia esterna. Programmò di impadronirsi dei sette zaffiri e della spada Balmung, per poi uccidere Hilda e conquistare Asgard e in seguito il mondo intero. Durante la guerra, imprigionò nell’ametista Castalia e Pegasus e sconfisse Crystal, ottenendo altri due zaffiri, ma venendo subito dopo sconfitto ed ucciso da Sirio dopo un lungo scontro. Dopo la morte, si unì alle schiere di Hela, ottenendo in fretta il settimo seggio, soprattutto in virtù della sua abilità affabulatoria.

Luoghi di scontro: su uno stretto pendio nascosto fra gli alberi, che risale la scarpata alle spalle del palazzo di Asgard e conduce sotto le mura; sulle mura occidentali della cittadella, quelle affacciate sul dirupo.

Avversari: Artax; Alberico (per due volte)

Vittime: Artax; Alberico

Ucciso da: se stesso

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: l’armatura di Artax resiste al fuoco sprigionato dalla spada di Megres; per difendersi dalla Teca Viola dell’Ametista, l’avversario si circonda con le Bianche Nevi di Asgard, impedendo al cristallo di fare presa sul suo corpo; Megres, abituato a vincere con l’inganno, non lo è invece a formulare strategie durante lo scontro, né ha potuto fare tesoro dell’esperienza degli spiriti del Valhalla; Artax distrugge gli alberi posseduti dalle Anime della Natura facendoli passare rapidamente da una temperatura altissima ad una bassissima, per mezzo dei suoi due colpi segreti; approfittando delle sue ferite e della propria maggiore esperienza nel controllo dell’ametista e delle Anime della Natura, Alberico si sbarazza facilmente di lui; Megres, sostenuto dall’odio, si trascina fino alla cittadella e coglie il momento giusto per intrappolare Alberico e trascinarlo con sé giù dal dirupo, schiantandosi sulle rocce sottostanti.

Cause che lo spingono a combattere: intende conquistare Asgard da solo e ucciderne più difensori possibili, per garantirsi una posizione di spicco alla corte di Hela ed Erebo.

 

Semargl

 

Simbolo: Corvo

Grado: Ottavo Comandante

Caratteristiche particolari: //

Colpi segreti: Ecatombe di Piume: una pioggia di piume metalliche che partono dalle ali dell’armatura di Semargl e che lui può muovere e controllare a piacimento; Abbraccio del Corvo: gli artigli sui bracciali si trasformano in sottili lance che trapassano l’avversario e ne risucchiano l’energia vitale.

Storia: Semargl era inizialmente Sem R’gl, il guardiano dell’albero dell’immortalità, alla corte del dio slavo Perun. Questi, poiché gli dei di Russia stavano venendo lentamente dimenticati, un giorno decise di condurre la sua corte lontano dal nostro piano dell’esistenza, ma Semargl preferì rimanere, perdendo la sua immortalità. Per secoli, vagò per il mondo, lavorando per altri come guerriero e subendo numerose ferite. Per sopravvivere così a lungo, sfruttava l’energia vitale che sottraeva agli avversari per mezzo dell’Abbraccio del Corvo.

Luoghi di scontro: Settima casa di Libra

Avversari: Alcor; Luxor

Vittime: //

Ucciso da: Luxor

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: inizialmente viene ferito da Alcor e Luxor, poi, grazie alla Berserkergang, il cosmo dello stesso Luxor aumenta a dismisura e questi lo uccide con un colpo solo.

Cause che lo spingono a combattere: cerca di ottenere gloria e fama, per se stesso e per la sua stirpe ormai quasi dimenticata.

 

 

Eric Bloodaxe

 

Simbolo: Ascia

Grado: Nono Comandante

Caratteristiche particolari: viene presentato come un sadico e folle massacratore, privo di pietà e convinto che al mondo non esistano gli innocenti, ma solo i forti e coloro che sono destinati a diventarne vittime, come succede fra gli animali selvatici.

Colpi segreti: Ascia di Sangue: un’enorme ascia bipenne, più tozza dei Mjolnir di Thor e dal manico più corto, che Eric può caricare con il suo cosmo rosso sangue; Maglio di Sangue: un semplice fascio di energia cremisi, lanciato dopo aver incassato il braccio.

Storia: Di lui si sa solo che in passato fu un re dei vichinghi, e come tale razziò numerosi villaggi e massacrò migliaia di persone, guadagnandosi il soprannome di Bloodaxe.

Luoghi di scontro: all’esterno e poi all’interno della cinta muraria della cittadella di Asgard; brevemente, anche all’interno del palazzo reale.

Avversari: Thor; soldati semplici ed Einherjar; Enji, Flare e Kiki; Mur

Vittime: numerosi soldati ed Einherjar; Enji; Kiki

Ucciso da: Mur

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: Mur, ancora sconvolto per la tragica morte di Kiki, scatena su di lui tutta la sua rabbia in uno scontro abbastanza breve, crivellando infine il suo corpo con la Rivoluzione Stellare.

Cause che lo spingono a combattere: per ottenere fama e gloria e per soddisfare la propria sete di sangue.

 

Seven Macaw / Loki

 

Simbolo: Vucub-Caquix (un demone uccello dei miti Maya), come Seven; nessuno, come Loki

Grado: Decimo Comandante; Divinità nordica, Signore degli Inganni e Portatore dell’Apocalisse

Caratteristiche particolari: prima di rivelare la propria vera identità, indossa una maschera integrale che ne nasconde del tutto il viso; per non dare troppo nell’occhio, ma allo stesso tempo mostrarsi simile alla divinità che impersona, in veste di Seven Macaw appare come un uomo servizievole e remissivo, ma anche orgoglioso per il fatto di possedere i poteri del sole e della luna; in quanto Signore degli Inganni, è artefice di piani astuti ed ingegnosi ed anche un abile manipolatore e calcolatore, privo di senso dell’onore, freddo ed indifferente nei confronti delle pedine che sfrutta per i suoi fini; fra i suoi figli, l’unica che apprezza è Hela, mentre disprezza apertamente Jormungander e, in misura minore, Fenrir; ha una vistosa cicatrice circolare intorno al polso destro, a seguito della sostituzione della sua mano divina con una umana; la sua armatura, forgiata con la resina di Yggdrasill, è capace di rigenerarsi da sola e gli consente di sanare le sue ferite nel giro di pochi minuti; durante il Ragnarok, il suo cosmo aumenta a dismisura e lui diventa quasi immortale, solo Heimdall potrebbe ucciderlo.

Colpi segreti: Fingendosi Seven Macaw, possiede due colpi segreti. Luna del Tramonto: le pietre preziose sulla sua armatura si illuminano e generano un reticolato splendente dei colori dell’arcobaleno, che concentra poi l’energia in un’unica sfera argentea, capace anche di ricoprire il bersaglio con un sottile strato di ghiaccio; Labirinto del Sole: le gemme rosse, arancioni e gialle sull’armatura si illuminano e generano un reticolato di luce simile al Sacro Leo.

Insieme alla sua vera identità, però, Loki rivela anche le sue vere tecniche. Gatti di Svartalfheim: schioccando le dita, il dio genera una sfera di luce che si trasforma in un gatto dorato, il quale si sdoppia ad ogni tocco con il suolo, fino a quando un grande numero di felini attacca l’avversario, esplodendo a contatto; Specchio delle Norne: il passaggio che conduce ai nove mondi di Yggdrasil, che si manifesta prima come un luccichio, poi come uno specchio che imprigiona l’avversario al suo interno, essendone stata aperta una sola estremità, e riflette sulla vittima i danni che subisce; gli specchi gli consentono anche di sfruttare gli elementi dei mondi a cui sono collegati: le Braci di Muspellheim attaccano con lingue di fuoco, le Acque di Vanaheim appaiono come un vortice d’acqua contenente numerose piccole creature alate, capaci di far impazzire i sensi del nemico, le Luci di Alfheim sono una bordata di energia luminosa, le Ombre di Svartalfheim consistono nell’evocare gli spiriti degli elfi oscuri, affamati di energia vitale, i Cristalli di Niflheim sono una barriera di ghiaccio quasi indistruttibile; Avvento del Ragnarok: distruggendo i nove specchi ed assorbendone i frammenti, il dio scatena una tremenda esplosione concentrica di energia.

Storia: Figlio di Laufey adottato da Odino e padre di Hela, Fenrir e Jormungander, visse con gli altri dei nordici ed entrò a far parte del mito come Signore degli Inganni. Una volta venuto a sapere della profezia che prevedeva il risveglio di Erebo, iniziò a formulare il suo complesso ed ingegnoso piano per ottenere il potere, che avrebbe richiesto secoli prima di giungere a compimento. Prevedendo che gli sarebbe tornato utile in futuro, convinse Seven Macaw, divinità Maya, a non abbandonare questo piano della realtà, promettendogli in cambio gloria e onori. Poi decise di fingersi morto per poter agire indisturbato nell’ombra, mettendo in moto una grande guerra contro le forze di Odino. Manipolò il dio Hoder per far credere al Signore degli Asi che il Ragnarok fosse imminente, così che organizzasse le sue truppe; allo stesso tempo, soggiogò sua moglie Sigyn, spacciandola per se stesso e facendole guidare il suo esercito: alla guerra sopravvisse il solo Odino. Creduto morto da tutti, Loki si rifugiò a Midgard e si adoperò per la seconda parte del suo piano, servirsi di una mano umana per poter uccidere Erebo, insensibile al tocco divino. Scelse quella di un passato Cavaliere di Orione, già avvezza all’uso del cosmo, ma impiegò secoli per controllarla pienamente ed adattarla al suo cosmo divino. Nel frattempo, decise di servirsi anche di armi divine, ma fu costretto a scartare la Megas Drepanon e mirò quindi ad impadronirsi in seguito della daga deicida di Crono e della spada Balmung.

Quando la guerra con Erebo era ormai imminente, preferì lasciare ai Cavalieri dello Zodiaco il compito di aprirgli la strada fino alla Prima Ombra, seguendo al tempo stesso gli eventi dall’interno dell’esercito di Hela. Uccise Seven Macaw e si spacciò per lui, sconfiggendo poi il Decimo Comandante Donner e facendosi accettare da sua figlia nella sua armata. Imbastì una rete di spie che gli riferissero ogni cosa, per poi rivelare solo determinate informazioni a Fafnir. Infine, in seguito al ritorno di Erebo, convinse Hela ad attaccare le città del mondo - immaginando che gli ultimi Cavalieri si sarebbero radunati per combattere insieme e gli avrebbero permesso di raggiungere gli ultimi obiettivi nella confusione - e la fortezza del Valhalla, portando così alla morte di Heimdall, l’unico che avrebbe potuto ucciderlo durante il Ragnarok.

Luoghi di scontro: Settima casa di Libra; all’interno del passaggio segreto sotterraneo che collega Asgard alla caverna vulcanica; nel piazzale antistante la statua di Odino; sulle pendici del vulcano di Avalon.

Avversari: Luxor; Scorpio; Fasolt; Mime; Scorpio, Toro, Hilda e Sigmund; Nettuno e Puck

Vittime: Fasolt; Mime

Ucciso da: nessuno, viene solo sigillato da Nettuno in una speciale conchiglia, un manufatto divino

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: dopo averli visti entrambi, Luxor comprende i punti deboli dei colpi di Seven Macaw, il Labirinto del Sole possiede un ampio raggio d’azione, ma è costituito da raggi deboli e che non raggiungono la velocità della luce, mentre la Luna del Tramonto è più potente, ma facilmente evitabile; contro Scorpio, Loki finge soltanto di essere sconfitto, per potersi allontanare e rubare la daga senza che si sospetti di lui; dopo che Sigmund e i Cavalieri, unendo le forze, sono riusciti a ferire la sua mano umana, Hilda riesce ad indossare l’armatura di Odino e quindi a convincerlo ad abbandonare Asgard; nello scontro con Nettuno è inizialmente in difficoltà, in quanto non abituato a combattere in campo aperto; l’armatura divina di Nettuno libera il dio dallo Specchio delle Norne e ne accresce enormemente il cosmo, consentendogli anche la tecnica del Maelstrom; Nettuno spiazza Loki mettendo da parte l’orgoglio e chiedendo umilmente aiuto nel risvegliare con il proprio cosmo il popolo di Avalon e lo stesso Puck; approfittando dell’intervento di quest’ultimo, raggiunge il sigillo a forma di conchiglia che aveva nascosto e lo usa per imprigionare il dio, che secondo la profezia è immortale, ma non invincibile.

Cause che lo spingono a combattere: da secoli ha programmato di fingersi un Comandante per poter agire indisturbato nell’ombra e potersi appropriare della daga deicida di Crono e della spada Balmung, che intende usare per uccidere Erebo e conquistare il mondo.

 

Hela

 

Simbolo: nessuno

Grado: Dea dell’Oltretomba del Nord; Imperatrice dell’Apocalisse

Caratteristiche particolari: fra i tre figli di Loki, è quella maggiormente in sintonia con le idee del padre ed apprezzata da lui, evidente in particolare quando mostra di non volersi schierare apertamente né con Erebo, né con Loki, attendendo che uno dei due elimini l’altro; tra i suoi poteri, vi sono quello di aizzare le ombre contro i nemici ed un mantello in grado di attrarre gli avversari al suo interno, un abisso oscuro che uccide le vittime nel giro di pochi secondi; prima che ceda del tutto all’oscurità nel suo cuore, apprendiamo anche qualcosa sul suo lato umano: la soddisfazione e quasi la gioia che provava durante i banchetti con i suoi Comandanti, l’idea di liberare Fafnir dal suo peso e i sentimenti confusi che percepiva per lui, l’ammirazione per la sua estrema lealtà e l’amore che non voleva ammettere del tutto di aver provato.

Colpi segreti: Sospiro di Niflheim: Hela solleva le mani con i palmi rivolti verso l’alto, richiamando il potere del fuoco di Muspellheim e dei ghiacci di Jotunheim, prima di congiungere le mani e scatenare una devastante onda d’urto, che si allarga in tutte le direzioni per molti metri.

Storia: Hela nacque ai tempi del mito dall’unione tra Loki e la gigantessa Angrboda, che generò anche i suoi fratelli Fenrir e Jormungander. Divenuta sovrana delle lande di Hel, in cui Odino l’aveva presto bandita, iniziò a costituire il suo grande esercito di anime dannate, che sarebbe stato guidato da dieci Comandanti. Nel corso dei secoli, ricevette alla sua corte quelli che avrebbero conseguito questo titolo, a partire da Alberico, Donner e Fasolt, passando per Gunther, Sigmund e Fafnir, e per finire con Megres e Seven Macaw, consegnando un’armatura a coloro che ne avevano bisogno. Nel frattempo, affidò almeno due incarichi ad Alberico: fondare Asgard insieme ad altri tre uomini - per poi riferirle tutto ciò che accadeva al suo interno e cercare di minarne le fondamenta - e consegnare il proprio elmo ai prodi Sigmund ed Helgi, organizzando un ingegnoso piano con cui avrebbe impedito alle loro due anime di impreziosire le schiere di Odino. Il piano ebbe successo e la dea accolse Helgi, che aveva cambiato il proprio nome in Fafnir, ancora vivo in Hel, affidando a lui e Sigmund i primi due seggi del suo esercito e legando il primo a sé tramite un patto.

Luoghi di scontro: nei pressi del castello di Oberon, ad Avalon; nella fortezza del Valhalla; all’interno della cittadella di Asgard.

Avversari: Geras e Thanatos; Heimdall; Hilda, Ioria, Virgo, Toro, Orion, Mizar, Syria, Thor, Atlante, Asher, Castalia, Tisifone, Reda, Salzius e Virnam; Flare

Vittime: Geras e Thanatos; Heimdall; un gran numero di arpie, Valchirie e soldati di entrambi gli schieramenti; Freja; Reda, Salzius, Thor e Castalia

Uccisa da: Flare

Cause che portano alla sua sconfitta/morte: è estremamente fiduciosa nella propria vittoria, e quindi spesso si limita a ferire e far soffrire i Cavalieri, senza finirli; vedere Ioria disposto a sacrificarsi per lei, permette ad Hilda di gestire meglio l’armatura di Odino e la spada Balmung; viene messa in difficoltà dall’uso combinato di Balmung, Sleà Bua e scudo di Atlante, potenziato dalla Dunamis di Giapeto; Virgo appronta un piano grazie al quale Hela viene distratta da Atlante e dalle tecniche di Syria e dello stesso Virgo, per poi essere colpita da Hilda, Asher e tutti gli altri Cavalieri; lo scudo di Atlante, pur andando distrutto, smorza il Sospiro di Niflheim abbastanza da salvare gli alleati, mentre la seconda volta è Virnam a salvare Hilda dal terribile colpo segreto; il sangue divino di Freja libera le ali di Odino, completando l’armatura del dio; i Cavalieri, in fin di vita, bruciano ancor più intensamente il loro cosmo e le loro stesse vite; seguendo l’esempio di Reda e Salzius e bruciando il cosmo di Odino, Thor si sacrifica per trattenere Hela e dare ai compagni la possibilità di colpirla; lanciato da Tisifone e Syria, Asher sfregia il viso di Hela con la lancia e le taglia l’occhio destro; Castalia, con indosso l’elmo di Odino, spinge via Hilda e si finge lei, facendosi colpire da Hela, accecata dal sangue e dal bagliore del colpo di Orion, al posto suo; approfittando di tutto ciò, la Celebrante scaglia il Galoppo di Eikthyrnir contro di lei a distanza ravvicinata, con la spada potenziata dal cosmo dei Cavalieri; Flare raggiunge Hela alle spalle e la decapita con un fendente di Balmung.

Cause che la spingono a combattere: le importa solo che alla fine della guerra il mondo sprofondi nel caos e, per quanto fedele ad Erebo, accetterebbe tranquillamente anche un mondo governato da suo padre Loki.