LA CORSA ALLE DODICI CASE

Al grande tempio, Ioria, vinti alcuni soldati, si reca da Arles e lo accusa di non essere fedele alla Dea Atena, che lui ha riconosciuto in Lady Isabel. Smascherato, Arles attacca Ioria con un colpo alla velocità della luce, ed i cavalieri d'oro sono i soli a poter attaccare a quella velocità. Ioria contrasta Arles espandendo al massimo il suo cosmo, ma l'arrivo di un altro cavaliere d'oro, Virgo, pone fine allo scontro. Virgo informa Ioria che quasi tutti i cavalieri d'oro sono tornati al Grande Tempio per difenderlo dagli invasori, poi Arles gli ordina di sconfiggere il traditore, ed il cavaliere d'oro obbedisce, ignorando le parole di Ioria che cerca invano di spiegargli la situazione. I cosmi dei due cavalieri sono però pari, e così dallo scontro dei loro poteri scaturisce un'esplosione che atterra entrambi. Poco più tardi l'aereo della fondazione atterra ad Atene, nell'arena dove Pegasus affrontò Cassios. Isabel ed i cavalieri vengono subito accolti da una guida mascherata, la fanciulla aveva infatti inviato una lettera ad Arles per avvisarli del loro arrivo. "Ecco, quella è la prima casa, la casa dell'ariete!" afferma ad un tratto la guida mostrando loro un tempio in cima ad una scalinata. I cavalieri non capiscono cosa egli intenda quando odono una risata e dalla cima di una montagna appare un uomo "Quella voce! Quell'uomo è Sirio il Dragone!" afferma Lady Isabel, ed in effetti si tratta proprio di Sirio, giunto da poco ad Atene, che li sta aspettando. Sirio raggiunge gli amici, felici di rivederlo ma tristi di sapere che la sua vista non è guarita nonostante l'acqua della vita. La guida frattanto spiega che per raggiungere Arles bisogna superare le dodici case presidiate dai dodici cavalieri d'oro, impresa che non è mai riuscita a nessuno dai tempi della Grecia antica. Guidati da Lady Isabel, i cavalieri iniziano a salire le scale, ma la guida, toltasi il mantello, afferma "Poveri sciocchi, non arriverete neanche alla prima casa, io, Betelgiuse, ve lo impedirò!" e subito dopo scaglia contro di loro una serie di frecce d'oro. Ben presto però i cavalieri si rendono conto che le frecce sono solo illusioni, ed a Pegasus basta un colpo solo per travolgere il nemico. L'obiettivo di Betelgiuse era però Lady Isabel, ed infatti l'unica freccia reale fra le illusioni ha raggiunto il suo obiettivo: trafiggere la fanciulla vicino al cuore. Prima di morire Beteljuse afferma che solo Arles può estrarre la freccia, ma loro hanno solo dodici ore di tempo per raggiungerlo perché poi Atena morirà. Trafitta dalla freccia, Isabel cade al suolo, e per qualche momento ricorda un episodio della sua infanzia. In quell'occasione, Isabel voleva usare Pegasus come cavallino da cavalcare e, al rifiuto del bambino, lo colpì più volte col suo frustino. Fu Asher allora ad obbedire all'ordine di Isabel e le fece da cavallino, ma quando Isabel scese per correre dal nonno, appena arrivato, notò che le ginocchia di Asher sanguinavano. In quell'occasione, Isabel si rese conto del dolore che poteva procurare pur senza volerlo. Scomparso il ricordo, Isabel è delicatamente poggiata a terra da Pegasus. "Tutti i piani che avevamo ipotizzato sono saltati. Dovremo andare allo sbaraglio!" afferma Cristal, ed in effetti la missione che i quattro ragazzi devono affrontare è disperata. Ciononostante, devono comunque tentare, la vita di Atena è nelle loro mani. "Torneremo in tempo!" promette Pegasus. Riluttanti per l'esser obbligati a lasciare da sola Lady Isabel, i quattro cavalieri indossano le armature ed iniziano la loro corsa per le dodici case. Ben presto, gli eroi sono di fronte alla prima casa, la casa dell'ariete, ma all'improvviso un macigno enorme frana verso di loro, e solo con un agile salto i cavalieri riescono ad evitarlo. Subito dopo all'ingresso della prima casa appare Mur, con indosso l'armatura dell'ariete. Mur sembra loro ostile, ma i cavalieri lo hanno sempre creduto loro amico e Sirio gli deve per due volte la vita. Indecisi sul da farsi i cavalieri esitano, ma Mur afferma "Siete pronti alla lotta, cavalieri ?" esortandoli allo scontro. Pegasus allora si prepara ad attaccare, ma Sirio gli ferma la mano ed afferma di volerlo affrontare lui. "Ti credevo un uomo migliore. Mi hai deluso grande Mur! Preparati, sarò io il tuo avversario!" esclama Sirio, e contemporaneamente spicca un salto ed attacca Mur con un calcio. Il colpo però non sortisce alcun effetto, Mur infatti lo ferma con la sola forza di un dito, e poi, con lo stesso dito, colpisce Dragone, che invano si difende con lo scudo, scagliandolo contro la parete rocciosa. Sirio sbatte violentemente e cade a terra, ma all'improvviso appare Kiki "Non preoccupatevi! Il colpo di mio fratello non era mortale!" dice il bambino mentre Mur avanza verso i cavalieri. Pegasus non capisce cosa stia succedendo, ma Cristal chiama la sua attenzione facendolo voltare verso Sirio. Il cavaliere del Dragone non è in effetti ferito, ma il suo scudo è in frantumi. "Ci sono tantissime crepe sulla tua armatura, Sirio! E' bastato un colpo di lieve intensità per mandare in frantumi il tuo scudo!" spiega Mur, e contemporaneamente ordina a Kiki di mostrare loro le condizioni in cui si trovano. Il bambino forma uno specchietto con le dita, e guardando attraverso di esso si vedono chiaramente tutte le crepe sulle armature dei cavalieri. "L'usura del tempo è assorbita dalle corazze ma i colpi ricevuti in battaglia no! Dovreste curare le armature come fate con i vostri corpi!" spiega ancora Mur. Pegasus crede che Mur li voglia attaccare approfittando della debolezza delle loro difese, ma le intenzioni di Mur sono pacifiche: egli vuole riparare le quattro armature perché nelle condizioni in cui si trovano si sbriciolerebbero alla minima pressione lasciando i cavalieri senza difese. Per ripararle tutte e quattro avrà però bisogno di un'ora intera. Pegasus e gli altri decidono comunque di far riparare a Mur le loro armature "La loro solidità è vitale per noi, questo è certo!" afferma Pegasus che ha finalmente capito le finalità di Mur. Toltisi le armature, i cavalieri aspettano pazientemente l'operato di Mur vicino alla prima casa e, guardatisi attorno, notano un enorme meridiana in cui le ore sono indicate con delle fiammelle azzurre. Ad ogni fuoco corrisponde una casa, quando un fuoco si spegne significa che l'ora a disposizione per quella casa è giunta a termine. All'improvviso il primo fuoco, che rappresenta la casa dell'ariete, si spegne. La prima delle dodici ore è già trascorsa ed i quattro eroi corrono da Mur per avere le armature. "Eccole, ho finito!" afferma Mur, e dietro di lui i cavalieri vedono le loro armature, completamente riparate. Subito dopo le corazze si scompongono per andare a disporsi sui corpi dei rispettivi cavalieri "L'armatura del cigno, la sento respirare qui vicino a me!" afferma Cristal a testimonianza dello splendido lavoro fatto da Mur. Prima di lasciar passare i cavalieri, il custode della prima casa li mette in guardia circa i cavalieri d'oro "La loro forza non dipende dal nome che portano, ma dalla capacità che hanno di espandere il loro cosmo! Ricordate di non sottovalutare mai il vostro avversario ma neppure di temerlo troppo, non più del necessario!" afferma per poi rivelare che la forza dei cavalieri d'oro risiede nel settimo senso. Il settimo senso, superiore ai cinque sensi comuni ed all'intuizione, è proprio solo dei cavalieri d'oro e li rende superiori a tutti gli altri cavalieri esistenti. Per poter combattere alla pari con i loro avversari, i quattro eroi devono raggiungere a loro volta il settimo senso, ma potranno trovare solo dentro di loro la forza per raggiungere tale stato, nessuno li potrà aiutare. Dopo aver ringraziato Mur per i suoi consigli, i cavalieri corrono verso la seconda casa, la casa del Toro. Mur e Kiki invece raggiungono Lady Isabel per proteggerla da eventuali attacchi. Qualche minuto dopo, Pegasus e compagni sono di fronte all'entrata della seconda casa, da cui non sentono provenire alcun cosmo. Credendo la casa incustodita e, attraversano senza esitazioni l'entrata. Un corpo gigantesco però li respinge facendoli cadere al suolo "E' come se un muro si fosse parato davanti al nostro cammino!" afferma Pegasus, e la risposta non tarda ad arrivare. Il "muro" altri non è che l'enorme cavaliere del Toro, il custode della seconda casa, talmente sicuro di se da combattere senza il suo cosmo, e per questo i quattro eroi non ne avevano percepito la presenza. Pegasus decide di attaccare il nemico e, detto ai compagni di andare alla terza, si slancia verso di lui scagliando il "fulmine di Pegasus". Toro però sembra non badare neppure all'attacco e con un colpo potentissimo travolge gli altri tre cavalieri, che cadono svenuti a terra. Pegasus resta stupefatto dalla forza del suo avversario ma si prepara comunque alla lotta quando Toro incrocia le braccia in posizione di attesa. Ciò però non significa che il cavaliere voglia abbandonare la lotta, quella infatti è la sua posizione di battaglia. "Ti aspetto, Pegasus! Riuscirai a raggiungermi ?" afferma il guerriero, e subito dopo alza con la forza mente gli enormi blocchi di pietra che formano il pavimento per poi farli crollare su Pegasus. Il ragazzo evita il colpo saltando verso l'alto, e da lì attacca con il suo fulmine. La forza di Toro è però immensa, e così il cavaliere d'oro scaglia un colpo che spezza letteralmente in due il "Fulmine di Pegasus" e travolge l'eroe scagliandolo contro la parete. Pegasus crolla poi a terra tramortito e Toro, avvicinatoglisi, solleva il piede per calpestarlo. "Non sono finito!" urla Pegasus bloccando il piede, ma il potere di Toro è superiore e colpisce l'avversario facendolo sprofondare sotto terra. Per Pegasus sembra la fine, l'eroe sta lentamente perdendo i sensi e la vita "Forse era inevitabile! Troppo abbiamo osato, non dovevamo venire ad Atene!" pensa il cavaliere, ma in suo soccorso appare lo spirito di Lady Isabel che lo esorta a rialzarsi ed a riprendere la lotta. Subito dopo compare lo spirito di Castalia, ed a Pegasus ritorna in mente una delle prove dell'addestramento. In quell'occasione doveva combattere contro Castalia, armata di una spada. La sacerdotessa teneva sempre la spada nel fodero per estrarla solo un attimo prima di colpire, in modo da impedire che Pegasus comprendesse dove fossero diretti i colpi. "Il segreto di questa posizione è che unisce difesa ed attacco!" spiegava la sacerdotessa all'allievo. Pegasus comprese allora che doveva obbligare Castalia a sguainare la spada, in modo che gli fosse ben visibile, e poi provocare un attacco. Così facendo avrebbe potuto vedere i fendenti nemici ed evitarli senza problemi. Pegasus allora si scagliò con un salto contro Castalia, che sfoderò la spada e lo colpì tagliandogli il coprispalla. Ora la spada era ben visibile a Pegasus, e così il ragazzo attaccò frontalmente la sua insegnante. Quando però Castalia usò la spada, Pegasus poté vedere e fermare il colpo, per poi colpire la sacerdotessa con un calcio ed avere la meglio. Toro intanto si dirige verso gli altri cavalieri, ancora svenuti, per finirli, quando all'improvviso Pegasus si rialza e si prepara a riprendere la battaglia. Toro è stupito dalla tenacia dell'avversario, ma comunque incrocia le braccia pronto a colpire. La posizione di Toro, come quella di Castalia, unisce difesa ed offesa, e così per vincere Pegasus doveva obbligarlo ad abbandonarla per poi provocare un attacco. A questo scopo l'eroe scaglia il suo fulmine, che poi si trasforma in una cometa di luce e prende Toro impreparato. Scagliato contro la parete, Toro abbandona la sua posizione di stasi ed attacca Pegasus con il "Sacro Toro", il suo colpo segreto, travolgendolo. Prima di cadere però Pegasus riesce a vedere per un attimo i colpi dell'avversario. Benché ferito, Pegasus si rialza, obbligando Toro ad un secondo attacco. Anche stavolta l'eroe è scagliato al suolo ma, con enorme stupore del suo avversario, si rialza ridendo. Anche stavolta infatti è riuscito a vedere i colpi di Toro, ed è finalmente pronto a ribatterli. Toro è stupefatto e preoccupato, il cosmo di Pegasus si sta espandendo e tutto lascia presagire che il ragazzo sia vicino al settimo senso. Toro non vorrebbe combattere contro Pegasus, ma è suo dovere proteggere la seconda casa, e così scaglia nuovamente il "Sacro Toro". Stavolta però Pegasus riesce a bloccare il colpo "Non può! Non può bloccare il colpo con una mano!" afferma Toro sbigottito prima di imprimere al colpo la forza massima e travolgere Pegasus. Ancora una volta però il ragazzo si rialza, persino più sicuro di prima. "Per te attaccare ora equivale a morire! Posso vedere ogni tuo movimento!" dice l'eroe. Fuori dalla casa intanto Sirio, Cristal ed Andromeda si riprendono e percepiscono che Pegasus è impegnato in battaglia. Toro frattanto decide allora di tentare un ultimo attacco e colpisce con tutte le sue forze, ma nuovamente Pegasus ferma il colpo con le mani, dando prova di aver ormai raggiunto il settimo senso. Toro allora espande al massimo il suo cosmo e provoca un esplosione che travolge entrambi. Spossato per la fatica, Toro spera di aver sconfitto Pegasus, ma all'improvviso percepisce nuovamente il suo cosmo. Pegasus ha infatti evitato il colpo saltando ed è pronto a colpire il suo avversario. L'eroe così si lancia contro il suo nemico e con il taglio della mano spezza il corno d'oro sinistro del suo elmo. Toro, dopo un attimo di smarrimento, sembra furioso, ma poi inizia a ridere e si arrende, concedendo a Pegasus di passare la seconda casa. In quel momento Sirio, Cristal ed Andromeda raggiungono l'amico, ma quando si accingono a passare con lui, Toro li ferma "Solo Pegasus mi ha sconfitto e solo Pegasus può passare! Voi altri dov'eravate, pivelli ?" A queste parole, Pegasus vorrebbe riprendere la lotta, ma i compagni lo esortano a proseguire. E' infatti prioritario che uno di loro superi le dodici case, non importa chi; Pegasus deve andare avanti, loro lo raggiungeranno presto. Convinto dalle parole degli amici, Pegasus li saluta ed esce dalla seconda casa per dirigersi verso la terza, Gemini, proprio mentre si spegne il fuoco del toro sulla meridiana. All'interno della casa, Sirio, Andromeda e Cristal sono inizialmente travolti dai colpi alla velocità della luce del Toro, ma comunque non si danno per vinti "Abbiamo combattuto insieme per tanto tempo! Non ci fermerai cavaliere del Toro!" afferma Andromeda prima di scagliare la catena ad imprigionare il nemico. Toro frantuma facilmente l'arma, ma Sirio e Cristal uniscono il "Colpo segreto del Drago Nascente" e la "Polvere di diamanti" attaccando insieme. Toro ferma il colpo con le mani, che però ghiacciano istantaneamente. "Mai prima d'ora avevo visto un attacco portato da due cavalieri!" afferma Toro, per poi concedere anche a loro di passare per la seconda casa. Toro infatti non voleva fermarli ma solo metterli alla prova, ed infatti prima di farli uscire afferma che loro si sono salvati unendo le forze, ma Pegasus aveva dovuto combattere da solo e così era riuscito a raggiungere il settimo senso. Per poter vincere, i cavaliere devono contare solo sulle loro forze. Lasciati passare i tre amici, Toro si chiede se Arles non si sia sbagliato a giudicarli nemici di Atena. I cavalieri raggiungono ben presto la terza casa, in cui Pegasus è appena entrato, quando sentono dei passi venire verso di loro. Sulla soglia della casa appare proprio Pegasus, che, stupito, si rende conto di essere di nuovo all'entrata. Pegasus racconta di essere entrato nella casa e di aver attraversato un corridoio in cui zone di luce si alternavano a zone oscure, ma, giunto a quella che credeva l'uscita, si è ritrovato all'entrata. Alla seconda casa intanto Mur raggiunge Toro e gli chiede il perché avesse lasciato passare i cavalieri, visto che avrebbe potuto sconfiggerli tutti. Toro allora racconta che, nell'infuriare dello scontro con Pegasus, alle spalle del cavaliere era apparso un cosmo immenso e lucentissimo. Mur comprende che quello era il cosmo di Atena, e rivela a Toro i suoi sospetti sul grande sacerdote, sospetti che la corsa di Pegasus e gli altri avrà il compito di appurare. All'improvviso i due sentono un cosmo provenire dalla terza casa di Gemini, cavaliere che nessuno ha mai incontrato prima, ed in cuor suo Mur prega che i cavalieri facciano attenzione. I quattro eroi intanto hanno deciso di riprovare a superare la casa, ma anche stavolta dopo la corsa fra le zone di luce e le zone buie, emanazioni del cosmo doppio di Gemini, si ritrovano all'entrata. Nel voltarsi però vedono che la casa di Gemini si è sdoppiata. Non avendo tempo da perdere, su proposta di Cristal i cavalieri si dividono, Pegasus e Sirio andranno alla casa di destra, lui ed Andromeda a quella di sinistra. Il gruppo che riuscirà ad uscire si recherà direttamente alla casa di Cancer "Perché la missione riesca è necessario separarci!" afferma l'eroe prima di varcare con Andromeda la porta della casa. Stavolta i cavalieri non trovano le zone di luce e di ombra, ma neppure l'uscita. All'improvviso però una sinistra risata si leva nella casa di sinistra, e di fronte a Cristal ed Andromeda appare il cavaliere di Gemini. Il volto del guerriero non è però visibile, oscurato dall'ombra dell'elmo, sul quale sono raffigurati i due volti di Gemini, quello luminoso e quello oscuro, posti uno di fronte all'altro. Stranamente poi la catena di Andromeda resta immobile, non percependo la presenza del nemico, e ciò fa supporre ai due cavalieri che si tratti di un fantasma e non del vero cavaliere della terza casa. Intanto alle stanze di Arles è vietato a tutti avere udienze col sacerdote. Arles è infatti impegnato ad usare il suo cosmo per manifestare il cavaliere di Gemini di fronte ai suoi nemici, e ciò richiede una forte concentrazione. Alla terza casa di sinistra, Cristal decide frattanto di attaccare Gemini e si scaglia contro di lui con la "polvere di diamanti". Per un attimo allora la catena di Andromeda percepisce la presenza del nemico, e la polvere di diamanti attraversa Gemini per poi colpire i due cavalieri "Proprio come noi cercando l'uscita siamo ritornati all'entrata!" pensa Cristal. I due eroi si rialzano, e nuovamente la catena di Andromeda resta immobile, come abbandonata. Cristal allora usa il suo attacco più forte, "L'Aurora del Nord" contro Gemini, ma anche stavolta il colpo attraversa il suo bersaglio per tornare indietro e travolgere i due amici. Nello stesso momento, nella casa di destra, Pegasus e Sirio si trovano anche loro dinanzi a Gemini, identico in tutto e per tutto a quello che, a loro insaputa, stanno affrontando Cristal ed Andromeda. Pegasus vorrebbe attaccare il nemico con il suo fulmine, ma Sirio lo ferma, insospettito perché non riesce a percepire la sua presenza. Sirio poi si concentra e nella sua mente scompaiono le immagini di Gemini e delle mura della terza casa mentre appare chiaramente l'uscita. Sapendo di non poter convincere Pegasus, Sirio gli blocca il braccio e contemporaneamente ne sposta avanti la gamba. "Che vuoi fare ? davanti a noi c'è Gemini ed intorno solidissime mura che tutto sembrano tranne che fatte di cartone !" afferma Pegasus cercando di liberare il braccio. Nonostante le sue proteste, Sirio lo trascina con se e si scaglia a tutta velocità contro Gemini e le mura dietro di lui. Al momento dell'impatto col muro però, tutto si dissolve ed i due si trovano fuori dalla terza casa. Sirio spiega a Pegasus che la terza casa era solo un illusione, fatta da qualcuno con un cosmo distante ma molto potente. Le zone di luce e tenebre incontrate precedentemente erano invece "Il vero cosmo di Gemini, un cosmo doppio!". Sirio è preoccupato per Cristal ed Andromeda "Quell'uomo è pericoloso e Cristal ed Andromeda sono ancora nella casa!" ma lui e Pegasus devono proseguire, anche in nome della promessa fatta prima di entrare "Dobbiamo avere fiducia in noi stessi, sono parole di Lady Isabel !" afferma il Dragone prima di riprendere la corsa con il compagno. Nelle sue stanze, Arles è conscio dell'uscita dei due cavalieri "Sirio è cieco, non poteva vedere, non poteva subire le illusioni !" ma, convinto che altri fermeranno la loro corsa, decide di occuparsi di Cristal ed Andromeda, che sono ancora nella terza casa. Nella casa di sinistra intanto, Andromeda si è ripreso dall'Aurora del Nord mentre Cristal è ancora svenuto. All'improvviso però Gemini, che Andromeda ormai credeva essere un fantasma, inizia a ridere ed avanza verso di loro "Noi ti sconfiggeremo Cristal ! Noi ti uccideremo Andromeda !" afferma il cavaliere. Andromeda scaglia subito la sua catena contro il nemico, ma al momento dell'impatto la catena si ferma, per poi ricadere al suolo come abbandonata. Non riuscendo a colpire il nemico, Andromeda dispone la catena in posizione difensiva per impedire a Gemini di avvicinarsi a lui e Cristal. Poiché gli anelli della catena sono attraversati da una fortissima tensione elettromagnetica, Andromeda è convinto che Gemini non potrà raggiungerli, ma, con suo enorme stupore, il cavaliere d'oro inizia a camminare sulla catena come se nulla fosse. Poi, giunto a breve distanza da Andromeda e Cristal, Gemini assume una posizione di combattimento e scaglia il suo colpo segreto, la "Dimensione oscura". Con questo colpo, Gemini apre una porta che conduce in un'altra dimensione, dalla quale i cavalieri vengono risucchiati. Andromeda riesce a lanciare le catene in modo da assicurarle a due colonne per non essere risucchiato, ma non può fare nulla per Cristal che, ancora svenuto, scompare nella dimensione oscura. Subito dopo la porta dimensionale scompare ed Andromeda crolla al suolo. L'eroe si rialza subito, ma non ha comunque difese contro Gemini che, complimentatosi per la catena dell'avversario, usa nuovamente la "Dimensione Oscura". Stavolta però usa il suo potere per spezzare le catene ed anche Andromeda sta per sparire nel vuoto quando un cosmo lontano ma potente interrompe la concentrazione di Arles e sia Gemini che la dimensione oscura scompaiono mentre appare chiaramente l'uscita della terza casa. Nelle sue stanze, Arles non riesce a capire a chi appartenga quel cosmo: Pegasus e Sirio stanno correndo verso la quarta casa, Mur e Lady Isabel sono alla prima casa, Toro è alla seconda ed il maestro di Sirio ai cinque picchi, dunque non può essere stato nessuno di loro. All'improvviso il cosmo si ripresenta e stavolta Arles ne identifica sia il luogo di provenienza, il cratere di un vulcano di una piccola isola, e sia il possessore: Phoenix. Ben presto però il cavaliere della fenice, stanco, ritira il suo cosmo e smette di turbare la concentrazione di Arles. Alla terza casa, Andromeda ha riconosciuto il cosmo del fratello e si appresta ad uscire dalla casa, ma poi decide di restare perché solo sconfiggendo Gemini, Cristal sarà salvo. Subito dopo, Gemini riappare mentre l'uscita scompare di nuovo. Gemini scaglia ancora una volta la "Dimensione oscura" ma stavolta Andromeda, sul punto di lasciarsi andare, realizza che troppo spesso di è affidato al fratello ed è tempo che impari a cavarsela da solo. L'eroe espande così il suo cosmo e le due parti spezzate della catena si ricompongono "Io e la mia catena siamo una cosa sola !" afferma l'eroe, che poi cambia la posizione di difesa della sua arma. La catena diventa infatti una spirale che ruota attorno al cavaliere difendendolo. Andromeda poi decide di usare per la prima volta la sua catena anche per attaccare veramente e la scaglia contro Gemini ricordandole che il vero cavaliere non si trova alla terza casa. La catena penetra nell'elmo di Gemini e si materializza alle stanze di Arles, dove colpisce il sacerdote facendogli cadere la maschera ed una collana, simbolo di potere. Furioso, Arles vorrebbe finire Andromeda con le sue mani e per questo si dirige verso la catena, ma una voce lo ferma. Si tratta della metà buona di Gemini che, rimproveratolo per aver lasciato che Andromeda acquisisse il settimo senso, lo esorta a lasciarlo andare. La catena intanto ritorna indietro da Andromeda e la collana di Arles vi resta impigliata. "Una collana greca simbolo di potere. Potrebbe aiutarmi a riconoscere il mio avversario !" afferma l'eroe. L'armatura d'oro di Gemini intanto si scompone riprendendo la sua vera forma, ma, a riprova del fatto che prima nessuno la stava indossando, si rivela vuota. Preoccupato per Cristal, Andromeda lascia la terza casa, senza sapere che, con la sconfitta di Gemini, il cavaliere del cigno è stato teletrasportato ad una casa superiore, di fronte ad un nuovo avversario. Nel riprendersi infatti, Cristal si trova di fronte un cavaliere d'oro, del quale riconosce subito l'armatura. Si tratta di Acquarius, cavaliere d'oro dell'undicesima casa ed insegnante del Maestro dei Ghiacci. I due però non si trovano all'undicesima casa, ma alla settima, la casa di Libra, attualmente incustodita poiché il maestro dei 5 Picchi ha deciso di non recarsi ad Atene. Cristal è felice di conoscere Acquarius, del quale spesso il Maestro dei Ghiacci gli aveva parlato, ma resta stupefatto nell'apprendere che il cavaliere d'oro vuole la sua vita. Cristal non vuole battersi con Acquarius, che indirettamente è il suo maestro, e gli narra della morte del Maestro dei Ghiacci, avvenuta per sua mano. Il maestro era sotto l'influsso di Arles e Cristal dovette ucciderlo, ma ciononostante il rimorso per quell'azione continua a tormentarlo. Acquarius però resta impassibile di fronte alla notizia, affermando che "Non è mio compito occuparmi per sempre dei miei allievi, vita natural durante!" Cristal resta scioccato dalle parole e dalla crudeltà di Acquarius, ma non trova comunque la forza per affrontarlo. Il cavaliere d'oro afferma allora "Non hai dimenticato il Maestro dei Ghiacci ! La madre che tanto ami e che ora giace nei freddi mari della Siberia, neppure lei hai dimenticato !" e contemporaneamente scaglia un raggio d'energia verso la volta celeste. Riflesso dalla costellazione dell'acquario, il raggio raggiunge la Siberia e colpisce il relitto in cui riposa la madre di Cristal facendolo sprofondare ancora più in profondità, dove nessuno, neppure un cavaliere, può scendere. Nella sua mente, Cristal vede ciò che sta accadendo, colmo di rabbia ed odio. "Vedere il suo volto era la mia unica consolazione, l'unica consolazione di un figlio! Perché l'hai fatto, Acquarius ? E' semplice crudeltà la tua!" urla l'eroe attaccando con tutte le sue forze. Acquarius però ferma la Polvere di Diamanti con il palmo della mano, e con la stessa irrisoria facilità blocca "L'aurora del Nord". E' stato lui infatti ad insegnare quelle tecniche al Maestro dei Ghiacci, che a sua volta le ha insegnate a Cristal, e così quei colpi non hanno segreti per lui. Con gli stessi colpi poi, Acquarius travolge il cavaliere del Cigno. Anziché riprendere la lotta però, Cristal si inginocchia a terra, affermando che non può dimenticare l'amore per sua madre e per il Maestro dei Ghiacci. Acquarius risponde che le emozioni, nobili o meno, impediscono di combattere e che, per poter raggiungere il settimo senso, Cristal deve liberarsi dai ricordi che lo affliggono. L'eroe però rinuncia a combattere ed allora Acquarius alza le braccia e disegna in aria l'anfora dell'acquario. E' la posizione del colpo più forte delle energie fredde, il Sacro Acquarius. "Alle sue spalle, un'anfora carica di energia cosmica! E' diretta verso di me, io devo fuggire!" pensa Cristal, ma il terribile colpo lo centra in pieno, travolgendolo. Nel ricadere, Cristal chiede perdono a Lady Isabel ed ai suoi amici per aver abbandonato la lotta ed afferma "Vado dalla mamma!". Di fronte alla quarta casa, proprio mentre il fuoco di Gemini si spegne, Pegasus e Sirio sentono il cosmo di Cristal spezzarsi in due, così come Andromeda, Lady Isabel ed il grande Mur, che afferma "Nulla più è rimasto del cosmo di Cristal il Cigno!". L'anima di Cristal corre dalla madre, che però non vuole che il figlio la raggiunga così presto. Alla settima casa, Acquarius piange per la morte di Cristal e chiede perdono al Maestro dei Ghiacci. Il suo vero scopo era risvegliare in Cristal il settimo senso, unica possibilità per lottare alla pari con i cavalieri d'oro, ma ha fallito, ed ha preso la vita del suo allievo. Sempre piangendo lacrime amare, Acquarius rinchiude il corpo di Cristal in un feretro di ghiaccio allo scopo di preservarlo e poi abbandona la settima casa. Pegasus e Sirio intanto hanno raggiunto la quarta casa di Cancer, preoccupati però per Cristal, di cui non sentono più il cosmo. Oramai, rimangono solo nove ore e così Sirio esorta Pegasus ad andare alla quinta casa mentre lui affronterà Cancer. Pegasus accetta in modo da poter aiutare Cristal oltre a Lady Isabel, ed i due entrano nella casa. All'interno vi è una fitta nebbia, che li obbliga ad avanzare con circospezione, finché Sirio urta qualcosa col piede e, non capendo cosa sia, lo chiede a Pegasus. Nel guardare, il ragazzo resta inorridito "E' una testa d'uomo!" afferma per poi guardarsi attorno ed aggiungere "Il pavimento e pieno di teste! E non solo il pavimento… le colonne, il soffitto… tutta la casa è tappezzata di teste! Santo cielo, è spaventoso!" All'improvviso i due odono una risata, e dalla nebbia esce il cavaliere di Cancer, che spiega che quelle sono le teste di tutti coloro che si sono battuti con lui. Pegasus e Sirio sono allibiti di fronte a tanta crudeltà, quando sentono il pianto di un bambino e, nel guardare meglio, vedono anche alcune teste di bambini in mezzo alle altre "Devo averli uccisi per caso nel corso di chissà quale battaglia!" afferma Cancer ridendo. Furiosi, Pegasus e Sirio vorrebbero entrambi affrontare Cancer, ma Dragone esorta il compagno a proseguire perché nelle sue mani sono le vite di Cristal ed Atena. Obbedendo, Pegasus scaglia il suo fulmine contro Cancer e, mentre il nemico è intento a bloccarlo, lo supera e corre verso l'uscita. Cancer tenta di inseguirlo ma Sirio con un balzo gli si para davanti. Cancer ricorda il suo precedente scontro con Sirio e si prepara ad attaccare. Intanto in Cina, ai cinque picchi, dove ormai è notte, Fiore di Luna vede una stella cadente in direzione della costellazione del Dragone e, considerandolo un presagio, si reca su uno spuntone di roccia vicino alla cascata a pregare per Sirio. Alla quarta casa intanto infuria la lotta, Cancer infatti, bloccati facilmente i colpi di Sirio, si prepara ad usare la sua tecnica segreta, gli "Strati di Spirito", la stessa che stava per usare ai 5 Picchi all'arrivo di Mur. Stavolta nessuno interviene a fermare Cancer e così Sirio subisce in pieno gli strati di spirito. L'anima dell'eroe è circondata da anelli luminosi che la imprigionano frantumandogli l'elmo ed è attratta verso un luogo oscuro "Non riesco a resistere a questa forza di attrazione !" urla Sirio prima di svenire. Al risveglio, l'eroe si rende conto di vedere nuovamente e, guardandosi attorno, vede un luogo tetro, pieno di fuochi azzurrini, con in lontananza una lunghissima fila di persone che camminano. Sirio li chiama per avere aiuto, ma nessuno di loro bada a lui e tutti continuano a camminare. Nel gruppo poi, il cavaliere vede l'amico Cristal, ma neppure lui risponde ai suoi richiami. Sirio si appresta a correre verso di lui, ma appare Lady Isabel che, spiegatogli che ora si trova nell'Ade, afferma che le anime stanno andando verso una voragine chiamata Bocca di Ade, il luogo del non ritorno. E' per questo che l'eroe vede di nuovo, perché nell'aldilà le cose non si vedono con gli occhi. Per ora è solo l'anima di Sirio ad essere nell'Ade, il suo corpo è ancora alla quarta casa. "Sconfiggi il cavaliere di Cancer, poni fine al suo regno di terrore!" afferma Lady Isabel nel rimandare l'anima di Sirio nel suo corpo. Alla quarta casa così, l'anima del cavaliere, sotto forma di un fuocherello azzurro, ritorna nel suo corpo e Sirio può rialzarsi. Approfittando dello stupore di Cancer e convinto di aver raggiunto il settimo senso, Sirio scaglia il "Colpo segreto del Drago nascente", ma anche stavolta Cancer lo ferma con la mano, per poi colpire a sua volta Sirio. Ridendo, Cancer scaglia nuovamente l'anima di Sirio nell'Ade. Ai cinque picchi intanto Fiore di Luna continua la sua preghiera, percepita sia da Cancer che da Sirio, che afferma "Devo tornare da chi mi ha aiutato a diventare cavaliere!". Sirio infatti ricorda tutte le volte in Fiore di Luna gli è stata affianco nei lunghi anni dell'addestramento, dandogli la forza di continuare a lottare, mentre contemporaneamente la fanciulla prega per Sirio chiedendo al Signore di perdonarlo se, per orgoglio, non si è mai rivolto a Lui. Sulle scale della quinta casa intanto, Pegasus percepisce l'improvvisa debolezza del cosmo di Sirio e vorrebbe tornare indietro, quando ricorda le parole di Sirio "Affronterò io il cavalieri di Cancer! Abbiamo poco tempo!". Pegasus poi pensa che il custode della quinta casa è Ioria e ricorda il loro scontro a Luxor. Alla quarta casa frattanto, Cancer decide di raggiungere Sirio in Ade per impedirgli di tornare una seconda volta nel mondo dei vivi, e così si teletrasporta alle spalle dell'eroe e lo colpisce. Sirio cerca di reagire ma si sente come abbandonato e non riesce a trovare la forza per sconfiggere Cancer. Il cavaliere d'oro al contrario colpisce duramente e poi, preso Sirio per i capelli, si solleva con lui in aria, fino a giungere vicino alla Bocca di Ade. Lasciato precipitare Sirio sulle rocce, Cancer lo solleva con entrambe le braccia e si appresta a precipitarlo nella voragine. A fermarlo giunge però l'accorata preghiera di Fiore di Luna, così forte da paralizzarlo. "Smettila maledetta intrigante !" urla Cancer, "Non abbandonarmi !" sussurra Sirio. Cancer allora usa i suoi poteri telepatici e, individuata la fanciulla ai cinque picchi, la solleva in aria e la precipita nella cascata. "Giusta fine per una ragazzina così intrigante!" afferma Cancer ridendo. Furioso come mai prima, Sirio inizia ad espandere il suo cosmo ed all'improvviso la mano con cui Cancer lo sorreggeva inizia a bruciare. Lasciato cadere Sirio, Cancer indietreggia ma un colpo potentissimo lo raggiunge, atterrandolo. Terrorizzato, Cancer guarda il cavaliere che ha di fronte, completamente diverso da quello visto finora. "Mai ho provato un risentimento così forte per un avversario, mai come in questo momento!" afferma Sirio completamente accecato dall'ira. Cancer è stupefatto "Era in fin di vita, privo di forze ! Come mai ora il suo cosmo è così forte, così infinitamente potente ? Nessun cavaliere d'oro potrebbe affrontarlo ora!" "Cancer, la tua malvagità ha risvegliato in me la parte più terribile del mio segno! Le tue vittime gridano forte la loro vendetta e così anche la mia cara Fiore di Luna! Hai calpestato l'amore e la misericordia troppo a lungo per poter sopravvivere!" è la risposta di Sirio, che poi prosegue "Non hai risparmiato neppure gli indifesi che si sono parati davanti al tuo cammino! Non hai esitato a rendere i tuoi nemici simili a zombie! Non hai avuto pietà di una fanciulla indifesa, che ha avuto come unico torto quello di pregare per me!" e contemporaneamente colpisce con decine di rapidissimi pugni il suo avversario. Travolto dai colpi, Cancer crolla al suolo e Sirio scaglia il Drago nascente con tutte le sue forze. Cancer però conosce questa tecnica e, rialzatosi, blocca il colpo con la mano. Sirio, la cui ira si sta lentamente placando, scaglia altri colpi, ma Cancer, protetto dall'armatura d'oro, li ferma tutti. Per quanto forti siano i colpi di Sirio infatti, non potranno mai superare la difesa di un'armatura d'oro. Cancer poi colpisce il suo avversario facendolo cadere nella Bocca di Ade. Fortunatamente, l'eroe riesce ad aggrapparsi al bordo roccioso con le mani, ma il cavaliere d'oro inizia a calpestarle per fargli lasciare la presa. Ben presto, la mano destra cede, ma quando Cancer sta per colpire anche la sinistra, Sirio colpisce la gamba del nemico con il taglio della mano. Il colpo però non supera la difesa dell'armatura e per Sirio sembra la fine quando le anime dannate circondano Cancer, bloccandolo. Le anime dei defunti vogliono vendicarsi di colui che le ha destinate a quella fine orrenda, ma Cancer si libera facilmente di loro e ridendo le precipita nella Bocca di Ade, "Più sono odiato e più mi sento potente!" afferma lo spietato cavaliere. Sirio non riesce a capire come è possibile che un uomo crudele come Cancer possa essere diventato cavaliere d'oro quando appare l'immagine di Lady Isabel, che gli dice che Cancer ha seguito per sua scelta la via del male e non appartiene più ad Atena. Rincuorato, Sirio fa leva sulla mano sinistra e salta in aria, colpendo poi con un pugno la gamba destra di Cancer. Un attimo prima dell'impatto, lo schiniere dell'armatura di Cancer si stacca, ed il colpo va a segno. Cancer urla per il dolore "La mia tibia, deve essere rotta!" afferma, ma soprattutto con capisce perché lo schiniere lo abbia abbandonato. Sirio sferra un secondo pugno diretto al braccio sinistro di Cancer, ed anche stavolta il bracciale d'oro si stacca, permettendo al colpo di raggiungere il nemico. Cancer si chiede perché l'armatura d'oro lo stia abbandonando, "Perché questa è la sua volontà!" risponde Sirio, che poi spiega che anche le armature hanno una loro volontà ed una loro anima, imbevuta di Atena e della giustizia. L'armatura di Cancer ha riconosciuto la malvagità dell'animo del cavaliere d'oro ed ha deciso di abbandonarlo. A riprova delle parole di Sirio, l'armatura di Cancer si stacca totalmente dal cavaliere, lasciandolo senza difese. Sirio ora si trova in vantaggio sull'avversario, ma per rispetto alle regole della cavalleria, si priva a sua volta dell'armatura. Ridendo per la scelta del suo nemico, Cancer prepara gli "Strati di Spirito", affermando che il cosmo di un cavaliere d'oro è superiore a quello di un cavaliere di bronzo. "Il cosmo di un cavaliere non dipende dalla sua gerarchia celeste!" risponde Sirio che poi espande il suo cosmo per raggiungere il settimo senso come Pegasus alla seconda casa. Cancer vede apparire cinque draghi alle spalle di Sirio e spaventato scaglia il suo colpo, ma Dragone afferma "Si, lo sento! Adesso ho la padronanza della mia anima! Salite draghi alle stelle, fino al cielo di Atene!" e lancia il Drago nascente contro l'avversario, colpendolo in pieno e precipitandolo nella Bocca di Ade. Subito dopo l'eroe sviene e la sua anima lascia la valle della morte. Andromeda frattanto ha finalmente raggiunto la quarta casa, al cui interno trova il corpo esanime di Sirio. "Il suo cuore non batte più ! Che sia dunque…" ma dal nulla compare una fiammella azzurra che entra nel corpo di Sirio, il cui cuore riprende a battere. Nello svegliarsi, Sirio pronuncia il nome di Fiore di Luna, convinto di averla persa per sempre. Giunge però la voce del maestro dai cinque Picchi, che afferma "La telepatia del cavaliere di Cancer aveva solo sfiorato Fiore di Luna ed io l'ho salvata !". La fanciulla infatti è svenuta ma viva ai piedi del maestro. Sirio ringrazia con tutto il cuore l'anziano insegnante ed Andromeda, nell'affermare "Sirio, sono molto… contento per te!", gli tende la mano. Sirio stringe la mano dell'amico ed Andromeda si rende conto che l'eroe ha recuperato la vista. Di questa scoperta è sorpreso lo stesso Sirio, che non se ne era reso conto nella gioia del momento. Il maestro spiega che, come Pegasus alla seconda casa, Sirio ha sfiorato il settimo senso, ed in quel momento l'acqua della vita ha fatto il suo benefico effetto. La guarigione comunque è opera anche di Pegasus, che ha rischiato la vita per procurarsi l'acqua, e delle amorose cure di Fiore di Luna. Sirio promette eterna gratitudine ai due amici e si appresta a lasciare la casa con Andromeda, quando nota che le facce delle anime dannate sono scomparse dalle mura della quarta casa, in cui ora albergano Atena e la giustizia. Preoccupati per Cristal, i due cavalieri corrono verso la quinta casa mentre il fuoco di Cancer si spegne. Pegasus nel frattempo si trova davanti a Ioria del Leone, felice di rivederlo dopo il loro scontro a Luxor ed il giuramento di fedeltà ad Atena del cavaliere d'oro, ma quando l'eroe chiede notizie di Tisifone, per tutta risposta Ioria dichiara di volerlo uccidere, e subito dopo lancia un attacco potente e velocissimo che atterra l'avversario. Pegasus è sbalordito dal comportamento di Ioria poiché il giuramento fatto dal cavaliere a Lady Isabel era sincero, ma d'altra parte anche quest'ultimo attacco è stato reale. Ioria poi scaglia un secondo colpo, stavolta diretto ad una colonna, dietro la quale sono nascosti due soldati. Spaventati, i due fuggono lasciando soli Pegasus e Ioria. L'eroe crede che fosse stata la loro presenza a far comportare Ioria in quel modo, ma quando si rialza un nuovo fortissimo colpo lo raggiunge, scagliandolo alla parete. Pegasus inizia a sanguinare e si rende conto che senza l'armatura d'oro non può vedere i colpi del "Sacro Leo", la tecnica segreta di Ioria, scagliati alla velocità della luce. Poco lontano dalle dodici case intanto, una figura mascherata si introduce nella zona del grande tempio e sconfigge rapidamente alcuni soldati. Uno di loro però le porta via il mantello che le nascondeva il volto e, prima di essere colpito, si rende conto che il suo nemico è Castalia. La sacerdotessa infatti aveva parlato con Nemes in un ospedale di Nuova Luxor ed aveva saputo della missione dei cavalieri. Vinti i soldati, Castalia corre verso le dodici case, mentre Pegasus continua a subire gli attacchi velocissimi di Ioria e viene più volte scaraventato al suolo. Il cavaliere non vorrebbe darsi per vinto, ma la vigoria di Ioria è grande e colpi sempre più forti raggiungono il giovane eroe. Contemporaneamente, Castalia sta correndo lungo il ciglio di una montagna quando le si para davanti Danes, un soldato enorme, conosciuto come "il gigante di Atene". Costui aveva una buona tecnica ed una forza mostruosa ma non gli fu mai dava l'investitura a cavaliere per la sua eccessiva violenza. Ora però sulla testa di Castalia c'è una taglia e chi l'ucciderà diventerà cavaliere, e ciò permetterebbe a Danes di divertirsi ad uccidere le persone. Castalia cerca di passare ed attacca il nemico, che però le ferma facilmente il pugno e la getta a terra. Ridendo, Danes dice a Castalia che Pegasus sta affrontando Ioria, lasciandola stupefatta. La sacerdotessa infatti ricorda che Ioria aveva sempre avuto simpatia per Pegasus, sin dai tempi dell'addestramento. Un giorno infatti Pegasus aveva lasciato il campo d'addestramento in lacrime poiché gli era stato detto che, non essendo greco, non avrebbe mai potuto avere l'armatura. In quell'occasione fu Ioria che, prendendo l'esempio di Castalia che non è greca, lo convinse a restare. Spronata da questa notizia, Castalia tenta nuovamente di abbattere Danes, che però riesce a bloccarla in una stretta mortale. Alla quinta casa, Pegasus decide di contrattaccare ed inizia ad espandere il suo cosmo mentre, contemporaneamente, Castalia trascina Danes con se nel precipizio a fianco alla montagna. Nel cadere, Castalia urla il nome di Pegasus ed il suo cosmo si unisce a quello dell'allievo, che così attacca Ioria. Grazie all'unione dei due cosmi ed al settimo senso, a cui è nuovamente vicino, Pegasus vede ed evita i colpi di Ioria, per poi colpirlo con un calcio. Atterrato Ioria, Pegasus ripensa a Castalia, di cui ora non sente più il cosmo, e così non vede il nemico rialzarsi se non quando è troppo tardi. Ioria colpisce nuovamente Pegasus e soprattutto mira alla gamba dell'eroe, spezzandogliela. Ioria ha così raggiunto il suo obiettivo poiché con una gamba rotta, Pegasus non ha possibilità di evitare i colpi alla velocità della luce, e lui potrà eliminarlo lentamente. In un'altra zona del Grande tempio, in un mercato, Cassios, cui Ioria ha affidato Tisifone di ritorno da Luxor, ascolta alcuni soldati parlare di Pegasus e del suo scontro con Ioria. Tornato a casa, il gigante cerca inizialmente di non dire ciò a Tisifone, ancora in convalescenza dopo le ferite riportate, perché sa che la sacerdotessa correrebbe da Pegasus. Tisifone capisce però che qual cosa non va ed alla fine Cassios è costretto a parlare. Apprese le notizie, Tisifone si tranquillizza sapendo che Pegasus è da Ioria che è un amico, ma poi pensa che alla sesta casa risiede Virgo, cavaliere di una potenza inimmaginabile. La donna decide di correre in aiuto di Pegasus, ma Cassios la ferma e le dice che il cavaliere non raggiungerà mai la sesta casa. Cassios infatti narra che, alla fine dello scontro con Virgo, Arles riuscì a sottomettere la volontà di Ioria con il suo "Fantasma dell'Oscurità". Le difese di Ioria in quel momento erano concentrate su Virgo e la sua mente era indifesa di fronte ai grandi poteri del sacerdote. Arles obbligò Ioria ad obbedirgli ed a combattere spietatamente per lui; sarebbe tornato normale solo vedendo con un nemico esanime ai suoi piedi, e probabilmente quel nemico sarebbe stato Pegasus. E' per questo che Ioria sta combattendo con tutte le sue forze contro Pegasus. Appresa la verità, Tisifone cerca di correre alla quinta casa, ma Cassios, non volendo perderla, la colpisce nello stomaco facendola svenire. Il gigante ha compreso che Tisifone è innamorata di Pegasus, e dentro di se maledice il cavaliere, che oltre all'armatura ora gli ha portato via anche la donna amata. Cassios decide allora di andare alla quinta casa, dove nel frattempo Pegasus continua a subire impotente i terribili attacchi di Ioria. Talvolta Ioria rallenta i colpi e così Pegasus può vederli, ma questa è solo una tattica per imprimere loro la forza massima quando necessario. Sirio ed Andromeda sono ormai vicini a raggiungere l'amico in pericolo, ma all'improvviso Cassios si para loro davanti. Dopo aver brevemente spiegato ai due la situazione di Ioria, Cassios li attacca. Preso di sorpresa, Sirio è travolto da una violenta spallata e precipita di molti scalini. Cassios poi balza davanti ad Andromeda ed, afferrata la sua catena, lo fa ruotare in aria per poi lanciarlo affianco a Sirio. Rallentati i due, Cassios corre alla quinta casa. Sirio si rialza malconcio e, sorreggendo Andromeda semi svenuto, urla il nome di Pegasus. "Dragone, presto sarà qui!" pensa l'eroe, ormai stremato, nell'udirlo, e poi esclama "Resisterò fino all'arrivo di Sirio ed Andromeda !". Per nulla intimorito, Ioria continua a colpire duramente Pegasus con il "Sacro Leo", ma, in procinto di dargli il colpo di grazia, giunge Cassios. Il gigante chiede di poter essere lui ad eliminare Pegasus, ma ottenuto il permesso, urla al ragazzo di fuggire e contemporaneamente attacca Ioria. Alle domande di Pegasus, Cassios risponde che non è per lui che lo fa, ma per Tisifone, la donna che ama e che morirebbe di dolore se il cavaliere dovesse morire. "Chissà, forse mi ricorderà per aver salvato chi tanto ama !" esclama Cassios, che poi rivela a Pegasus la condizione di Ioria. Il cavaliere d'oro è comunque troppo forte, e così Cassios viene ferito gravemente. Stanco dell'intromissione del guerriero, Ioria decide di finire Pegasus e lancia contro di lui un colpo mortale. Cassios allora ferma il dardo con il proprio corpo, per poi cadere esanime al suolo. Vedendo ciò, Pegasus espande il suo cosmo ed invoca l'aiuto di Atena, per poi attaccare col "Fulmine di Pegasus" e travolgere Ioria. Atterrato il nemico, Pegasus corre da Cassios, proprio mentre arrivano Sirio ed Andromeda, ma per il gigante non c'è più nulla da fare. Prima di morire, il guerriero chiama il nome di Tisifone, per l'ultima volta. Pegasus piange la morte di Cassios ed anche Ioria, rialzatosi e finalmente tornato normale, non può perdonarsi l'azione commessa. Coperto Cassios con il suo mantello, Ioria esorta però i tre cavalieri ad andare avanti ed a portare a termine la missione. A questo scopo, li mette in guardia su Virgo, cavaliere di arcani poteri, ed in particolare afferma "Non lasciate che Virgo apra i suoi occhi!". Negli occhi del cavaliere, costantemente chiusi, si celano infatti poteri immensi. Vedendo poi che Pegasus non riesce a camminare, il cavaliere d'oro usa il suo cosmo per affievolire il dolore della frattura finché la gamba non guarirà, e così i tre possono lasciare la casa, proprio mentre si spegne il quinto fuoco. Mentre i tre eroi lasciano la casa di Ioria, lontano, sull'isola del riposo, Phoenix è finalmente pronto a scendere in campo con i compagni. Fino ad ora infatti era rimasto nel cratere del vulcano dell'isola, affinché il calore solidificasse e riparasse la sua armatura, preoccupato per Andromeda, che aveva lasciato in pericolo alla terza casa. A sua insaputa però, Arles ha inviato su quell'isola un gruppo di soldati che, presi in ostaggio l'anziano capo del villaggio e sua nipote, si sono fatti portare da Phoenix. Giunti nella zona vulcanica, i soldati decidono di uccidere il vecchio ed iniziano a colpirlo, incuranti delle suppliche della nipote, quando una voce ordina loro di smettere. Guardando in alto, i soldati vedono per un istante un uomo lanciarsi verso di loro, e subito dopo l'ombra di una fenice si disegna al suolo. L'uomo, che i soldati riconoscono essere Phoenix, atterra dinanzi a loro, ma non appena tentano di attaccarlo, sono annientati da un potentissimo raggio di luce. Prima di morire però, il capo dei soldati afferma "Noi dovevamo solo trovarti, farti uscire allo scoperto! Ben altri saranno i tuoi avversari!". Subito dopo infatti, Phoenix percepisce i cosmi di due cavalieri, e dal nulla compaiono Loto e Pavone, discepoli di Virgo. "Con Atena, Virgo gareggia in magnificenza !" esclamano i due prima di pensare a Phoenix. Solo Pavone però scende in campo, mentre Loto, sedutosi, inizia a pregare Virgo. Pavone e Phoenix stanno per iniziare a lottare quando la nipote del capo del villaggio li supplica di aiutare suo nonno che è ferito e rischia di morire. Quando però la bambina è di spalle, Pavone la colpisce, precipitandola nel cratere del vulcano. Indignato per un'azione così spietata, Phoenix attacca Pavone con il "Fantasma Diabolico", ma il colpo di manipolazione cerebrale non ha effetto sul cavaliere. L'immagine del Fantasma Diabolico, che vede Pavone circondato da serpenti, non turba il guerriero, e ciò poiché il Fantasma Diabolico si basa sulle paure che esistono nelle menti degli esseri umani, ma i discepoli di Virgo sono stati addestrati a non aver paura di nulla, e così il colpo è inutile. Al Grande Tempio, Andromeda sente che il fratello è in difficoltà, ma non riesce a raggiungerlo con il suo cosmo. Phoenix frattanto cerca di attaccare nuovamente, ma il suo corpo è immobilizzato da una energia molto potente. Pavone allora colpisce con il suo colpo segreto, la "Ruota del Pavone" e scaglia Phoenix al suolo. Caduto sulle rocce, Phoenix vede che la nipote del capo villaggio è ancora viva e sta cercando di arrampicarsi sulle rocce. L'eroe allora si rialza e fronteggia Pavone, ma a separarli interviene Loto che, dopo aver smesso di pregare, si prepara ad affrontare a sua volta Phoenix. Il cavaliere di Atena tenta di attaccare, ma di nuovo il suo corpo è immobile. Loto spiega che l'immobilità di Phoenix è dovuta alle sue preghiere a Virgo, il cui cosmo impedisce all'eroe di muoversi, e poi attacca con il "Calice del Fiore di Loto". Il durissimo colpo, pur smorzato dalle tre file di piume di bronzo dell'armatura della fenice, colpisce in pieno Phoenix scagliandolo nel vulcano. Per la prima volta, l'eroe è sul punto di lasciarsi andare, ma proprio quando sta per cedere, la sua mano è toccata da quella della bambina. Raggiunto il cavaliere, la bambina sviene e rischia di scivolare nella lava, ma Phoenix le afferra il braccio e la porta fuori dal cratere. Ringraziata la bambina per avergli salvato la vita, Phoenix la ripone delicatamente a terra per poi saltare verso delle rocce più alto, dove si trovano ora i due discepoli di Virgo. Alle dodici case frattanto, né Andromeda né Lady Isabel riescono a raggiungere Phoenix con i loro cosmi a causa del potere di Virgo. Phoenix ha intanto trovato i due nemici, ma è nuovamente immobilizzato dal potere di Virgo e così i due possono attaccare. Pochi attimi prima che i colpi lo raggiungano però, Phoenix si rende conto di potersi nuovamente muovere e riesce ad evitare i due attacchi. Il potere di Atena ha infatti interrotto il cosmo di Virgo, e così il cavaliere della fenice è nuovamente libero nei movimenti. Senza l'influsso di Virgo, Phoenix blocca facilmente la "Ruota del Pavone" e colpisce il nemico, atterrandolo. Allo stesso modo, Phoenix evita anche il "Calice del Fiore di Loto". Phoenix consiglia ai due cavalieri di andarsene "Arles vi punirà d'accordo…meglio la sua ira che la mia!" ma i due decidono al contrario di attaccare insieme e saltano in aria. Phoenix salta a sua volta ma viene imprigionato in una spirale di luce dai cosmi dei due guerrieri. Loto e Pavone cercano poi di far schiantare Phoenix sulle rocce, ma l'eroe si libera e colpisce i due nemici con le "Ali della Fenice", uccidendoli. Sconfitti Loto e Pavone, Phoenix torna dalla bambina per riportarla al villaggio, proprio mentre Pegasus, Sirio ed Andromeda hanno finalmente raggiunto la sesta casa, il cui ingresso è adornato da statue di Buddha. Nell'entrare, i tre hanno come una visione di un luogo pieno di fiori ed uccelli, poi tutto scompare e di fronte a loro vedono il cavaliere della sesta casa. Virgo, i cui occhi sono chiusi, è in piedi di fronte a loro, e subito i cavalieri percepiscono la grandezza del suo cosmo. Pegasus attacca per primo, ma i suoi colpi sono inutili e Virgo lo atterra facilmente. Vedendo l'amico in pericolo, Sirio scaglia un fascio di energia, ma Virgo gli blocca facilmente la mano per poi scagliarlo al suolo. Contro il custode della sesta casa non ha effetto neppure la catena di Andromeda, che si disintegra prima di colpire il bersaglio, e subito dopo anche il terzo cavaliere viene travolto dal potere del nemico. I tre eroi cercano di rialzarsi, ma un nuovo e potente attacco di Virgo li atterra definitivamente. Virgo è stupito di come cavalieri così deboli possano essere arrivati fino alla sesta casa "Gli altri cavalieri d'oro hanno tradito, non c'è altra spiegazione!" pensa il guerriero prima di notare che Andromeda respira ancora. Convinto che sia l'unico ancora vivo dei tre, Virgo si avvicina per finirlo, ma la sua mano è fermata da una delle piume metalliche di Phoenix, e subito dopo il cavaliere della fenice appare alla sesta casa. Virgo riconosce subito Phoenix, che ha ucciso i suoi due allievi Loto e Pavone, e si prepara alla lotta, rivelando al nemico il suo compito. Virgo è infatti il guardiano della Porta Eterna dell'Ade e, mentre fuori scoppia un violento temporale, la battaglia inizia. Virgo descrive a Phoenix i sei gironi dell'Ade, dove, in base alle loro colpe, sono distribuite le anime, ma le sue non sono solo parole. Subito dopo infatti, Virgo scaglia un attacco deciso e scaraventa l'anima di Phoenix nell'Ade. Stranamente però, Virgo non riesce a trovare il luogo dove si trova l'anima del nemico e, convinto che si sia persa, si avvicina al suo corpo. All'improvviso, Phoenix si rialza e colpisce di sorpresa Virgo con il Fantasma Diabolico. L'elmo del cavaliere d'oro cade a terra, ma l'attacco non sortisce altri effetti sul custode della sesta casa, immune al colpo proprio come i suoi allievi. Volgendo le spalle a Phoenix, Virgo afferma che lo farà ritornare nella dimenticanza, ed all'improvviso il cavaliere di Atena è attirato da una forza potentissima verso il mantello di Virgo. In un lampo di luce, i due si ritrovano nella zona rocciosa alla periferia di Nuova Luxor, e, voltandosi, Phoenix vede se stesso da bambino mentre cercava di scappare con Andromeda, ancora in fasce, dalla casa di Alman di Toole. A un tratto però il piccolo Andromeda inizia a pesare sempre di più trascinano con se Phoenix, che si ferisce i piedi con le rocce taglienti. La voce di Virgo consiglia al piccolo Phoenix di lasciare il fratellino, ma il bambino continua comunque ad avanzare nonostante il sangue e le ferite. Dopo qualche istante, la visione scompare e Phoenix e Virgo si ritrovano alla sesta casa. Phoenix comprende di aver ricevuto lui stesso il Fantasma Diabolico, ma prima di poter fare qualcosa Virgo si volta e ad un suo cenno l'armatura di Phoenix si dissolve. Phoenix è allibito di fronte al potere del suo nemico "L'armatura di Phoenix, che fra tutte è la più resistente, dissolta come neve al sole!" pensa. Subito dopo Virgo fa un altro cenno ed il corpo di Phoenix si contrae ai limiti della resistenza delle ossa umane, ma ciononostante il cavaliere non si arrende ed a fatica riprende la posizione abituale. Virgo scaglia un nuovo attacco e stavolta Phoenix fugge per evitarlo guidato dalle ali della fenice. L'eroe sembra vagare nell'universo, alla ricerca di un posto dove essere al sicuro da Virgo, ma quando finalmente crede di essere al sicuro, guardandosi intorno scopre di essere nella dimenticanza. "Hai corso intorno a te stesso!" - spiega Virgo - "Dalla sesta casa non è così facile fuggire!". Alle parole di Virgo, Phoenix risponde con altrettanta durezza "Amareggiato ? ebbene si, lo sono! Lo sono per aver pensato di poter fuggire da te ! Mi aveva preso lo sconforto, non è da me un simile comportamento!" esclama l'eroe prima di volgersi ancora una volta contro Virgo. Il cavaliere d'oro attacca di nuovo e Phoenix sembra dissolversi, ma poi l'araba fenice risorge dalle sue ceneri ed il cavaliere della fenice riappare, con nuovamente indosso la sua armatura, autorigeneratasi. "L'armatura di Phoenix è eterna!" esclama il cavaliere, e Virgo si rende conto della veridicità delle sue parole, neppure le sacre armature d'oro hanno infatti il potere di rigenerarsi ogni volta. Comunque, i colpi di Phoenix continuano ad essere inutili "Non riuscirò ad annientarti, non credere comunque di poter essere tu ad annientare me!" dice Virgo nel bloccare le Ali della fenice con il palmo della mano. Phoenix è preoccupato, l'esito della lotta è incerta ma il sesto fuoco sta per spegnersi e Pegasus, Sirio ed Andromeda sono ancora svenuti. Stanco per il protrarsi della battaglia, Virgo decide di usare un'arma definitiva, il Sacro Virgo, potere che mai aveva dovuto usare prima. Il cavaliere si concentra ed un'onda di luce avvolge la sesta casa, sulle cui pareti appaiono figure di Buddha, poi apre i suoi occhi. L'armatura di Phoenix allora si stacca dal corpo del guerriero e scompare nel pavimento "Hai perso il primo senso, il tatto!" spiega Virgo indicandolo. Ad un secondo cenno del cavaliere d'oro, l'olfatto abbandona Phoenix. Compresa l'entità del potere di Virgo, Phoenix gli chiede perché continui a servire Arles, che è malvagio, ma alla sua domanda Virgo risponde privandolo del senso del gusto. Solo la vista e l'udito rimangono ora al guerriero, ma leggendo negli occhi di Phoenix un odio profondo, Virgo lo priva del quarto senso. Prima di togliergli anche l'udito, Virgo risponde alla domanda fattagli da Phoenix affermando che da sempre il Grande Sacerdote è colui che rappresenta Atena in terra e garante della giustizia. E' impensabile che si tratti di una persona malvagia, "Cosa ne sarebbe dell'ordine costituito ?". Spiegato ciò, Virgo priva Phoenix anche dell'udito, l'ultimo senso rimastogli. In quello stesso momento si spegne il sesto fuoco, metà del tempo a disposizione dei cavalieri è esaurito. Phoenix frattanto ha una visione e vede se stesso giocare a calcio con gli altri cavalieri da bambino, ma sembra che nessuno riesca a vederlo, neppure Andromeda che per cercarlo gli passa accanto. "La dimenticanza già copre i tuoi ricordi!" afferma Virgo per poi scagliare un'ultima scarica di energia contro il nemico. Intanto la pioggia continua ad abbattersi sul Grande Tempio, ed alcune gocce, infiltratesi nelle mura della sesta casa, cadono su Andromeda, svegliandolo. Nel vedere il fratello in pericolo, Andromeda lancia la sua catena e blocca il polso di Virgo, dichiarando di essere pronto a combattere per difendere Phoenix. Contemporaneamente però gli giunge un messaggio telepatico dello stesso Phoenix, che gli dice di allontanarsi il più possibile. Andromeda non capisce come possa il fratello nutrire ancora speranze di vittoria, ma comunque obbedisce e ritira la catena. Virgo crede che la paura stia guidando Andromeda, ma all'improvviso il cosmo di Phoenix inizia ad espandersi e dal suo corpo scaturiscono onde di luce che ben presto pervadono la sesta casa. Virgo assiste allibito allo svolgersi degli eventi mentre la luce sveglia Pegasus e Sirio, stupiti di vedere Phoenix e soprattutto che gli occhi di Virgo sono aperti. All'esterno, alcuni fulmini colpiscono le statue d'oriente all'ingresso della casa, come attirati dal cosmo d Phoenix. Virgo comprende che la fonte del potere di Phoenix è il sesto senso che viene dal cuore, l'unico senso che non ha ancora tolto all'avversario, e subito scaglia il suo colpo per rimediare. Privato anche del sesto senso, Phoenix cade a terra e sia Pegasus che Sirio accorrono in suo aiuto. Andromeda ferma però i due amici, deciso ad affrontare lui Virgo, quando sente di nuovo la voce di Phoenix dirgli di allontanarsi, e subito dopo il cosmo del cavaliere della fenice riprende a bruciare. "Mio fratello ha raggiunto il settimo senso!" esclama Andromeda mentre la luce del cosmo di Phoenix aumenta sempre di più. Improvvisamente, la luce imprigiona Virgo, e subito dopo Phoenix si materializza alle sue spalle, imprigionandolo. Phoenix spiega che è stato lo stesso Virgo ad indicargli la via da seguire, il vero motivo per cui teneva gli occhi chiusi non era la prudenza, era per immettere al Sacro Virgo il massimo potere qualora fosse stato necessario. Tutto ciò Phoenix lo ha capito durante la cecità, quando gli era stato precluso ogni contatto con l'esterno. "Nel buio si è costretti a guardare cosa si cela nel profondo, e la luce che ne esce a volte è abbagliante !" spiega Sirio. Phoenix continua spiegando che ha lasciato di proposito che Virgo spegnesse in lui i cinque sensi, solo così avrebbe potuto imboccare la strada del settimo senso. Detto ciò, Phoenix blocca Virgo con le braccia "Vuoi espandere il cosmo di Phoenix fino ai limiti estremi della costellazione ed esplodere con essa !" comprende allora Virgo "E' vero, è l'unico modo che hai per sconfiggermi, ma a cosa giova una vittoria se non sei più vivo per gioirne, a cosa serve ?" si chiede il cavaliere d'oro, ma Phoenix risponde solo "Non ti parlerò più di amicizia, non capiresti. L'uomo più vicino ad Atena … sei il più lontano invece, non sai che cos'è virtù!" "Basta ti prego, io capirò!" urla Virgo disperato "Ci oscureremo in un mondo di luce!", ma Phoenix non si ferma ed invece espande ancora di più il suo coso. Le mura della sesta casa iniziano a frantumarsi e molte colonne cadono al suolo mentre Phoenix unisce il suo cosmo a quello di Virgo ed entrambi i cavalieri scompaiono in un lampo di luce. Al loro posto ora vi è solo l'armatura della vergine, vuota. Andromeda crolla in ginocchio a terra, suo fratello Phoenix è scomparso. Dietro di lui, Pegasus e Sirio non dicono nulla per alcuni istanti, ma poi rammentano la loro missione. All'esterno è ormai cessata ed anche il settimo fuoco si è molto affievolito. Pegasus dice ad Andromeda che se vuole può restare lì, li raggiungerà quando se la sentirà, e si avvia all'uscita con Sirio, ma Andromeda, asciugatosi le lacrime, ripensa al sacrificio di Phoenix e, rialzatosi, chiama i due amici. "Ho perso un fratello, non voglio perdere anche i miei amici !" pensa correndo verso di loro e superandoli. Felici di averlo ancora al loro fianco, Pegasus e Sirio seguono Andromeda verso la settima casa. Contemporaneamente in un boschetto vicino alle dodici case, Ioria sta portando da Tisifone il corpo di Cassios, non riuscendo a perdonarsi di averlo ucciso, quando percepisce due cosmi unirsi e scomparire nel mare delle stelle. Ioria riconosce il cosmo più lucente come quello di Virgo, ma non riesce ad identificare l'altro. Comprendendo che è stato necessario il sacrificio di un cavaliere perché Virgo fosse sconfitto, e temendo che si tratti di Pegasus, Ioria decide di non dire niente a Tisifone, perché altrimenti il sacrificio di Cassios sarebbe stato vano. Ioria ripensa a quante vite si siano spente "Oh Atena, quante di lacrime dovranno essere versate prima che tu possa governare sull'umanità !", ma nel riabbassare lo sguardo vede Tisifone appoggiata ad un albero di fronte a lui. Nel vedere Cassios fra le braccia di Ioria, Tisifone crede che sia stato Pegasus ad ucciderla, ma Ioria la corregge e le rivela la sua colpa. Tisifone versa lacrime piene di dolore sul defunto Cassios, chiedendogli di perdonarla per aver amato Pegasus, che lo privò dell'armatura, e per avergli detto la sua intenzione di recarsi alle dodici case, ma poi, colma di rabbia, si rialza. "Arles, il grande tempio, le forze oscure… l'erba maligna che soffoca la felicità, l'estirperò alla radice !" afferma dirigendosi verso le dodici case. Ioria cerca di impedirle di passare perché sa che non avrebbe speranze contro i cavalieri d'oro, ma, non riuscendo a fermarla, la colpisce nello stomaco facendola svenire. Fatto ciò, Ioria seppellisce Cassios su un'altura e gli chiede di vegliare su Tisifone. Alle dodici case, Andromeda continua a pensare al sacrificio di Phoenix, quando lui ed i compagni raggiungono finalmente la settima casa, Libra. "La presiede il maestro dei cinque Picchi, non temete, ci farà passare !" afferma Sirio prima di entrare insieme agli amici. Raggiunta la stanza principale della casa però, i tre cavalieri hanno una sorpresa inaspettata: di fronte a loro vi è Cristal, rinchiuso nel sarcofago di ghiaccio. Andromeda ricorda lo scontro alla terza casa, quando Cristal cadde nella dimensione oscura, mentre Sirio rammenta di averlo visto fra le anime della quarta casa. Sirio poi spiega agli amici che l'unico che può aver rinchiuso Cristal nel feretro di ghiaccio è l'uomo che presiede alle energie fredde e che ha insegnato al maestro dei Ghiacci, Acquarius dell'undicesima casa. Mentre i tre pensano a cosa abbia spinto Acquarius ad affrontare Cristal, sentono battere il cuore del loro amico e comprendono che è ancora vivo. Deciso a salvarlo, Pegasus scaglia il suo fulmine contro il feretro, ma i suoi colpi non sortiscono il minimo effetto. Sirio spiega che Acquarius è un cavaliere molto potente, neppure un altro cavaliere d'oro potrebbe distruggere una sua opera. Lo sconforto coglie i tre amici, che iniziano a temere di dover perdere Cristal una seconda volta, ma proprio quando stanno per arrendersi, la sesta casa è attraversata da una scossa ed il pavimento inizia ad emanare una luce dorata. Quando la luce scompare, di fronte ai tre cavalieri vi è lo scrigno della bilancia. Lo scrigno si apre e Sirio comprende che l'armatura li aiuterà a salvare Cristal. Ringraziato il maestro, Sirio si mette di fronte all'armatura, "Prima della partenza dai cinque picchi il maestro volle darmi i suoi ultimi consigli, fra le altre cose mi disse di Libra e di alcune peculiarità delle sacre vestigia. Non è come le altre, Pegasus, l'armatura d Libra è dotata di caratteristiche piuttosto singolari !" spiega Sirio, mentre il suo cosmo entra in contatto con quello della corazza. All'improvviso Sirio si libera della sua armatura e subito le barre gemellari di Libra si dispongono nei suoi palmi, aprendosi per mostrare delle catene. Dopo le barre gemellari, è il tridente d'oro a raggiungere Sirio, seguito dalla spada, dalla barra tripunte, dalla lancia bracciale e dallo scudo rotante. Ogni arma nell'essere usata emana un luccichio dorato che rappresenta la costellazione di Libra. Sirio spiega che l'armatura di Libra è dotata di sei armi, ed ogni arma ha due esemplari per un totale di dodici. Dodici armi come dodici cavalieri d'oro ai quali Libra le affida purché appartengano ad Atena, nessuno può usare le armi senza il consenso della Dea "E infine il cavaliere d'oro di Libra che tramite di Atena decide a chi affidare l'uso di queste armi, valuta l'uomo che chiede di servirsene. Dalla notte dei tempi il cavaliere d'oro di Libra è stato l'ago della bilancia nella lotta fra il bene ed il male, la chiave di volta tra le benigne stelle e le forze dell'oscurità!". Sirio ora deve scegliere una delle armi, sufficientemente forte da rompere il ghiaccio ma altrettanto governabile perché Cristal non ne venga ucciso, ed un luccichio, voluto da Libra, gli indica la spada. Sirio impugna allora l'arma e la solleva sopra la sua testa per preparare il fendente "Abbi pazienza amico mio, presto sarai libero, sempre che Sirio riesca a controllare il suo fendente!" pensa Dragone prima di sferrare il colpo. Inizialmente non accade nulla, ma poi il feretro si divide in due metà che si frantumano. Pegasus ed Andromeda si congratulano con Sirio mentre il ghiaccio che era all'interno della gabbia privo di protezione si scioglie in pochi istanti. Cristal però è ancora a terra ed il suo corpo è ancora congelato. Pegasus ascolta il suo battito e si rende conto che è ancora vivo, ma neppure la distruzione del feretro è riuscita a toglierlo dallo stato di sospensione vitale in cui si trova. Pegasus e Sirio non sanno cosa fare, ma Andromeda, viste le condizione dell'amico, dice loro di andare avanti perché si occuperà lui di Cristal. Pur non capendo cosa Andromeda voglia fare, Pegasus e Sirio, che ha nuovamente indossato le vestigia del Dragone, obbediscono, mentre sulla meridiana si spegne il settimo fuoco. Dopo che i due sono usciti dalla casa, Andromeda si sdraia accanto a Cristal per poi mettersi seduto con l'amico in grembo e pensa "Il cosmo di Andromeda, che può dare morte, a te, amico mio, darà la vita!". Andromeda vuole infatti salvare l'amico donandogli l'energia del suo cosmo, e quindi sacrificandosi. Mentre è intento nella sua opera curativa, ad Andromeda appare l'immagine di Phoenix, che gli chiede di non sacrificarsi, e subito dopo ricorda uno scontro avuto con Reda durante l'addestramento. In quell'occasione Reda stava per vincere poiché Andromeda non voleva fargli del male, ma poi Nemes ed il ricordo di Phoenix diedero all'eroe la volontà di vincere e la forza di spezzare la catena del nemico. Da quello scontro, Reda guardò sempre con odio Andromeda. Pegasus e Sirio intanto hanno raggiunto l'ottava casa, Scorpio, preoccupati per Andromeda di cui ora hanno capito le intenzioni. Sirio racconta una storia, narratagli dal maestro "L'uomo, da sempre amico degli animali, giaceva in terra, stanco dal lungo peregrinare. Si avvicinò un orso che al buon viaggiatore portava un pesce, ed una volpe che a lui portava un grappolo di uva. Poco distante stava una lepre, triste per non avere niente da donare all'amico in pericolo. All'uomo non sarebbero mai bastati il pesce e l'uva, la lepre lo sapeva !". Prima che Sirio finisca di raccontare, Pegasus capisce il finale, la lepre aveva deciso di sacrificarsi per l'amico in pericolo. Pegasus e Sirio sono indecisi se andare avanti o tornare dall'amico, che ha scelto di seguire la difficile strada del sacrificio, come la regina Andromeda, nel mito greco, incatenata si sacrificò per placare l'ira di Nettuno. All'improvviso i due percepiscono il cosmo di Andromeda espandersi fino al punto di sparire, e si voltano verso la settima casa, ma una voce li ferma ed i cavalieri vedono Scorpio, custode dell'ottava casa, avanzare verso di loro. Pegasus e Sirio ricordano che fu proprio Scorpio a distruggere l'isola di Andromeda ed uccidere il suo maestro Albione, e così si preparano ad affrontarlo. Sorridendo però, Scorpio invia loro le "onde di Scorpio", ed i due cavalieri si ritrovano paralizzati "Lo scorpione costringe all'immobilità la preda prima di iniettare in lei il veleno che priva della vita!" pensa Pegasus. Non essendo disposto ad essere sconfitto, Sirio espande il suo cosmo e si libera delle onde ipnotiche per poi scagliarsi con il Drago nascente contro Scorpio. Il cavaliere d'oro evita facilmente il colpo e si gira verso Sirio "Il colpo segreto del Drago nascente, e si che è ben noto. Chissà, forse per il nome non certo per altro !" afferma ironicamente prima di esortare Sirio ad attaccare di nuovo. Dragone raccoglie l'invito e lancia un secondo Drago nascente, ma stavolta Scorpio lo blocca con le mani in modo da rivoltarne il potere contro lo stesso Sirio, che viene travolto dall'impeto del suo stesso colpo. Vedendo l'amico crollare al suolo, Pegasus gli corre vicino e, accertatosi delle sue condizioni, si prepara ad affrontare Scorpio "Mai avevo visto Sirio così a mal partito, neppure contro i cavalieri d'oro delle case inferiori. Scorpio ha grande vigoria, ma io non gli sono da meno. Si, perché ho raggiunto il settimo senso, da poco è vero, ma chissà, forse da abbastanza da poter sperare !" pensa l'eroe prima di scagliare il "Fulmine di Pegasus" contro Scorpio. Scorpio non sembra preoccuparsi, ma prima di raggiungere il bersaglio i colpi del fulmine si uniscono in una cometa di luce, cogliendo di sorpresa il custode dell'ottava casa. Il colpo raggiunge Scorpio, ma l'unico risultato che ottiene è quello di fargli cadere l'elmetto. Scorpio spiega a Pegasus che i suoi colpi saranno prevedibili finché non raggiungeranno la velocità della luce, e subito dopo lo scaglia contro una colonna, vicino a Sirio. "Dove siete Andromeda, Cristal, Phoenix ? Oh oscurità, ci hai privati del loro aiuto ! Siamo rimasti solo io e te, Sirio !" afferma l'eroe ferito prima di alzarsi insieme al compagno. I due cavalieri decidono di attaccare insieme ed uniscono il "Colpo segreto del Drago nascente" ed il "Fulmine di Pegasus", ma Scorpio alza la mano ed usa il suo colpo segreto, la Cuspide Scarlatta, contro i due ragazzi, che vengono colpiti entrambi. Fortunatamente però, non basta una sola cuspide per uccidere il nemico, ne possono essere necessarie fino a quindici "Vi spegnerete molto lentamente !" afferma Scorpio preparandosi ad usare una seconda cuspide, ma quando sta per colpire, la sua mano è fermata dal cosmo di un cavaliere appena entrato nella casa.

Nel voltarsi, Pegasus e Sirio vedono Cristal portare in braccio Andromeda, svenuto. "Le lacrime non si addicono al viso di un cavaliere di Atena, ma come posso non piangere per Andromeda, che ha versato nel mio gelido corpo il caldo soffio della vita. Lui non ha pensato al rischio che stava correndo, ha gettato la sua vita come una foglia abbandonata al vento !" afferma piangendo il cavaliere del cigno. Cristal poi si rivolge a Sirio e Pegasus, esortandoli ad alzarsi, ma Scorpio gli lancia le sue onde paralizzanti. Stranamente però il colpo non ha effetto su Cristal, che reagisce bloccando a sua volta Scorpio con gli "Anelli del Cigno". Fatto ciò, Cristal affida Andromeda ai due amici, esortandoli a lasciare a lui Scorpio ed andare alla nona casa. Riluttanti, i due cavalieri obbediscono. Frattanto ai piedi della prima casa Kiki e Mur stanno ancora vegliando sul corpo di Lady Isabel quando vedono accorrere Mylock, con in mano una spada di bambù ed inseguito da una schiera di soldati. Uno di loro spiega a Mur che Mylock si è introdotto nel Grande Tempio e per questo deve essere ucciso, e con lui anche Lady Isabel. Stranamente, Mur mostra di non voler intervenire, ed anzi, ignorando le proteste di Kiki, si teletrasporta all'ingresso della prima casa. Riluttante, Kiki lo segue, mentre Mylock, dopo aver sconfitto alcuni soldati, viene bloccato. Due guardie si avvicinano al corpo di Lady Isabel ed una di loro alza la lancia per trafiggerla, ma all'ultimo istante il colpo è fermato dalla mano di Asher, cavaliere dell'Unicorno. Contemporaneamente appaiono anche Geky dell'Orsa, Idra di Aspides, Black il lupo e Ban del leone minore. In pochi minuti i cinque cavalieri mettono in fuga i soldati, mentre alla prima casa Mur spiega a Kiki che anche loro sono cavalieri di Atena, proprio come Pegasus. Mylock rimprovera i nuovi venuti per la loro lunga assenza, ma i cavalieri si giustificano spiegando che dopo la Guerra Galattica, Lady Isabel li aveva inviati dai rispettivi maestri a perfezionarsi. All'ottava casa, Scorpio frantuma con un gesto gli anelli del Cigno e fronteggia il suo nuovo avversario lanciando nuovamente le onde ipnotiche. Anche stavolta il colpo non ha effetto, e guardando più attentamente Scorpio nota che il corpo di Cristal è difeso dai suoi anelli ghiacciati. Scorpio decide allora di usare la cuspide scarlatta, mentre Cristal si prepara ad usare la polvere di diamanti. Entrambi i cavalieri scagliano i loro colpi, e dopo alcuni istanti il corpo di Scorpio è imprigionato nel ghiaccio. Cristal crede di aver vinto, ma Scorpio si libera facilmente, e contemporaneamente il cavaliere del Cigno nota un minuscolo foro nel pettorale dell'armatura. Cristal cerca di muoversi, ma la ferita lo paralizza, ed allora Scorpio può scagliare una seconda cuspide scarlatta. Cristal cade a terra per poi rialzarsi subito, ma Scorpio lancia altre cuspidi, atterrandolo nuovamente. Fra un attacco e l'altro, Scorpio chiede a Cristal di arrendersi, ma inutilmente. L'eroe infatti si rialza dopo ogni colpo e reagisce scagliando a più riprese la Polvere di diamanti, ma ciononostante subisce ben presto quattordici cuspidi scarlatte senza poter far nulla. Le cuspidi lo colpiscono alle gambe, al torace, una anche al collo, ma anche se il cavaliere non vuole arrendersi, la fine è per lui vicina. Le cuspidi infatti sono in totale quindici, e nessuno può sopravvivere a tutti i colpi "Quindici colpi come quindici stelle ! Di quindici stelle è infatti composta la costellazione dello scorpione, di quindici stelle è la sua stretta mortale !". Cristal è ormai paralizzato a causa dei colpi quando Scorpio si prepara a lanciare l'ultima cuspide, il cui nome è quello della stella principale dello scorpione, Antares. "Antares è negl'incubi dei miei nemici come il fatale colpo di Scorpio !" urla il cavaliere d'oro nell'attaccare, ma all'improvviso il guerriero si rende conto di non potersi più muovere. Le sue gambe sono infatti intrappolate nel ghiaccio provocato dalle continue Polveri di diamanti lanciate da Cristal, che Scorpio non è riuscito a ribattere come credeva. Approfittando dell'immobilità del suo avversario, Cristal l'attacca con il suo colpo più forte "L'aurora del nord", travolgendolo. Il cavaliere del cigno è convinto di aver sconfitto il suo avversario, ma Scorpio ricade indenne al suolo. Il cavaliere d'oro spiega che "ben altre sono le intemperie a cui è solita un'armatura d'oro !", e poi consiglia a Cristal di controllare la sua armatura. Cristal obbedisce e resta inorridito nel vedere flotti di sangue sprizzare fuori dalle ferite provocate dalla cuspide. Sentendosi debole, Cristal cade a terra, incapace di rialzarsi, ma nel vedere la sua determinazione, Scorpio decide di rivelargli i veri motivi per cui Acquarius lo aveva affrontato alla settima casa. Acquarius voleva che Cristal raggiungesse il settimo senso, ma questo sarebbe stato possibile solo se il cavaliere si fosse liberato dai tristi ricordi che lo opprimevano. Rinunciando a lottare, Cristal mostrò di non essere né pronto e né degno di acquisire il settimo senso, e così Acquarius, volendogli evitare lo scontro con gli altri cavalieri d'oro, che sapeva superiori, lo rinchiuse nel feretro di ghiaccio. In rispetto ad Acquarius, Scorpio concede a Cristal di vivere, a patto che lasci il Grande tempio per non farvi mai più ritorno, ma il cavaliere rifiuta affermando "Come potrei essere in pace con me stesso se abbandonassi gli amici che hanno combattuto per salvarmi ? Amici con cui ho condiviso timori, che ormai considero alla stregua di fratelli ! Li lascerei a se stessi per il solo scopo di aver salva la vita ? No, Scorpio, non lo farò ! Sopravvivere a questo prezzo non mi interessa, a chi interesserebbe ? L'amicizia che lega è un vincolo che non si disonora ! La storia dei cavalieri di Atena al Grande Tempio narra episodi di altruismo e di spirito di sacrificio senza precedenti, narra gesta di generosa amicizia e di lealtà d'animo ! Mai lealtà ed audacia avevano albergato qui al Grande Tempio come in questi gloriosi giorni, ed io dovrei abbandonare tutto questo per poter sopravvivere ? No, cavaliere, la vita di un traditore è un peso insopportabile e se fuggissi ora sarebbe anche peggio di un tradimento !". Contemporaneamente Cristal si lancia contro Scorpio, ma il cavaliere lo atterra facilmente e poi si dichiara pronto a combattere perché ormai Cristal è diventato un uomo ed affrontarlo in battaglia significa riconoscerne il valore. Cristal inizia allora ad espandere il suo cosmo mentre Scorpio scaglia Antares contro il suo nemico e lo trafigge in pieno stomaco col dito. Prima di cadere, Cristal tenta un colpo che però sembra andare a vuoto. Cristal poi si schianta al suolo, ma mentre è intento a tessere una lode per il suo valoroso avversario, Scorpio si rende conto che la sua armatura è completamente congelata. Ripensando agli ultimi minuti, Scorpio si rende conto di aver visto Cristal espandere il suo cosmo fino ai limiti massimi, ed era un cosmo ampio, persino più del suo, e lanciare il suo colpo subito dopo aver subito Antares. Quel singolo colpo sarebbe stato mortale se Scorpio non avesse avuto l'armatura con se. Colpito dalla forza di Cristal, Scorpio si gira, ma il cavaliere del cigno è ancora vivo, e Scorpio lo vede, incredulo, strisciare verso l'uscita. Consapevole che Antares è mortale e che Cristal non sopravviverà a lungo, Scorpio corre da lui e lo colpisce nella parte bassa del torace con un dito. Così facendo, Scorpio ha fermato l'emorragia del giovane cavaliere, e, alle domande di Cristal, risponde affermando che Cristal ha alimentato un dubbio che egli covava già da tempo. Rialzatosi, Cristal il Cigno esce dall'ottava casa mentre Scorpio, preoccupato, si chiede se lo rivedrà. Ai piedi della prima casa intanto Geky, su ordine di Mylock, ha preso lo scettro di Lady Isabel. Non appena lo scettro è vicino al corpo di Atena, esso inizia a brillare e dal nulla compare l'armatura d'oro del Sagittario. L'armatura d'oro inizia a brillare a sua volta, e, come rispondendo ad un richiamo, le dodici armature d'oro entrano in eufonia. Pegasus e Sirio percepiscono una grande energia, così come Tisifone, i cavalieri d'oro ed Arles. Proprio Arles è assalito da una serie di incubi, in cui vede prima i cavalieri di bronzo, poi i cavalieri d'oro, ed infine Atena e Micene attaccarlo. L'armatura d'oro intanto abbandona la prima casa per apparire alla settima, proprio qualche istante prima dell'arrivo di Pegasus, con Andromeda sulle spalle, e Sirio. I due decidono di aspettare Cristal poiché, anche se l'ottavo fuoco si è appena spento, sanno che la nona casa è incustodita. Al loro ingresso però si rendono conto che la casa non ha uscita, e contemporaneamente l'armatura del Sagittario si gira, l'arco si tende ed una freccia d'oro è scoccata contro Pegasus.

Il cavaliere lascia cadere Andromeda, ma la freccia comunque lo manca di pochissimo, conficcandosi nel muro alle sue spalle. In quel momento, Andromeda si risveglia, ma prima che i cavalieri possano dire qualcosa, la freccia inizia a brillare e nel punto dove si era conficcata, il muro scompare per rivelare una porta segreta. I tre eroi sono pronti ad oltrepassarla, ma prima di entrare Andromeda chiede notizie di Cristal ai due amici. Sirio e Pegasus temono che Cristal sia morto, ma dall'ingresso della casa giunge una voce "Aspettate qualcuno, cavalieri ?", e voltandosi i tre vedono arrivare il cavaliere del cigno. Cristal ringrazia Andromeda per averlo salvato e poi i quattro ragazzi, di nuovo insieme, entrano nel passaggio segreto, che si richiude non appena tutti lo hanno oltrepassato. Una volta entrati, i cavalieri si rendono conto che il passaggio non è altro che uno stretto cunicolo roccioso e procedono con circospezione, fino ad arrivare in un punto più ampio. D'improvviso, il soffitto roccioso inizia ad abbassarsi, prima lentamente, poi con sempre maggiore velocità. I cavalieri evitano l'impatto sostenendo il soffitto con le braccia, ma il peso è eccessivo "Pesa, pesa troppo, non ce la facciamo !" afferma Pegasus. Cristal dice ai tre amici di andare avanti perché la fine del tunnel è vicina, continuerà lui a sorreggere il terribile peso, ma Sirio afferma che la battaglia contro Scorpio lo ha indebolito e prende il suo posto. Pegasus non vorrebbe lasciare l'amico, ma Dragone esorta lui e gli altri a proseguire ed a non pensare a lui perché c'è in gioco la salvezza di Atena. Riluttanti, i tre guerrieri iniziano a correre mentre il soffitto, pur frenato dalla forza di Sirio, riprende ad abbassarsi. Quando tutti e tre sono fuori dal passaggio, Sirio scaglia il Dragone nascente distruggendo la volta rocciosa. Così facendo però, Sirio resta sepolto sotto le rocce. Pegasus vorrebbe accorrere in suo aiuto, ma Cristal lo ferma dicendo "Se è vivo se la caverà, nell'altro caso …". Devono avere fiducia in Dragone ed in loro stessi, come aveva consigliato Lady Isabel prima della partenza da Nuova Luxor. Non appena Cristal ha finito di parlare, Andromeda nota una luce di fronte a loro e, convinti che sia l'uscita, i cavalieri si avvicinano. La luce però non proviene da un'uscita, ma una specie di ponte. Dopo essersi assicurato della sua solidità, Pegasus esorta gli amici a seguirlo, ma non appena tutti loro sono sul ponte, quest'ultimo scompare ed i cavalieri precipitano nel vuoto. Una specie di porta di luce però li trasporta nelle caverne sotterranee della nona casa, caverne che, dopo una rapida analisi, si rivelano calcaree. Mentre i tre sono indecisi sul da farsi, la catena di Andromeda segnala un pericolo, e subito inizia una pioggia di stalattiti. Pegasus e Cristal ne evitano la maggior parte, mentre Andromeda lancia la sua catena in modo da conficcarsi nella volta rocciosa e fermare la frana. Il pericolo sembra passato, ma nel punto dove si è conficcata una catena le rocce si frantumano ed esce una cascata. L'acqua riempie ben presto la maggior parte della grotta, ma dal lato opposto a quello in cui i cavalieri si trovano è visibile un nuovo tunnel. Cristal allora manda via i due amici dicendo loro di pensare ad Atena e non preoccuparsi per lui, e subito dopo congela la cascata con la Polvere di diamanti. Inizialmente sembra che il cavaliere sia riuscito nel suo intento, ma dopo qualche attimo il ghiaccio si frantuma e l'acqua travolge Cristal. Rimasti soli, Pegasus ed Andromeda continuano a camminare finché il tunnel si interrompe davanti ad un burrone. L'unica possibilità per raggiungere l'altro lato è legare la catena di Andromeda ad una delle stalattiti rocciose della volta della caverna. Fatto ciò, i due cavalieri si lanciano nel vuoto, ma arrivati a metà strada la stalattite inizia a cedere e la catena a scivolare. Per salvare Pegasus, Andromeda lo lancia verso il bordo roccioso, proprio un attimo prima che la stalattite ceda lasciandolo cadere nel burrone. Pegasus vede attonito l'amico cadere, ma quando poi cerca di issarsi su, la roccia cede facendo cadere anche lui. La caduta di Pegasus si ferma su uno spuntone roccioso, ma invano l'eroe cerca di arrampicarsi. Le forze lo stanno infatti abbandonando e così, prima di svenire, pensa solo "La stella di Pegasus volge al tramonto !". Sembra la fine per i quattro cavalieri di Atena, ma all'improvviso una luce dorata si diffonde nelle caverne, raggiungendoli tutti e dando loro nuove energie. "Carico di luce, il seme in me germoglia. Da ghiaccio in foco il cuore mio tramuta. Dona energia, la mente mia rinfranca, e per la Dea il braccio mio non stanca !" pensa Pegasus alzandosi e ricominciando ad arrampicarsi. Anche Sirio si rialza, distruggendo le rocce, e così Cristal ed Andromeda. Giunto alla sommità del burrone, Pegasus vede che la fonte della luce era l'armatura di Sagitter e, in un lampo luminoso, si ritrova alla nona casa, in un'altra stanza, insieme ai suoi amici. Tutti i cavalieri hanno udito una voce sfiorare i loro cuori nel nome di Atena, ma, mentre stanno riflettendoci su, l'arco di Sagitter si tende di nuovo. La freccia colpisce il muro di fronte agli eroi e rivela un'iscrizione in greco antico fatta da Micene. La scritta dice "Giovani cavalieri che qui siete giunti, affido a voi la cura e la salvezza di Atena !", e nel leggerla i cavalieri capiscono che quelle sono state le ultime parole di Micene, prima di andare incontro ad un destino che sapeva segnato dall'oscurità. Piangendo per la commozione, i cavalieri affermano in coro "Noi cavalieri da te Micene Sagitter di Atena accettiamo la cura !". Sirio afferma "Micene di Sagitter era un cavaliere, ma prima ancora era un uomo che ha dato la vita per il pianto di un neonato !", Micene non aveva infatti nessuna prova che la piccola in fasce fosse veramente Atena, eppure ha rischiato la vita, e la sua volontà è giunta a loro dopo tredici lunghissimi anni. Ad un tratto, l'iscrizione scompare, rivelando l'uscita dalla nona casa. Usciti, i cavalieri rinnovano la promessa di proteggere Atena, mentre il rossore del sole, ormai al tramonto, dipinge il grande tempio. Alla prima casa, Asher spiega a Mylock che l'armatura di Sagitter ha deciso di proteggere i cavalieri, poiché nelle loro mani è la vita di Atena. Contemporaneamente si spegne il nono fuoco, restano dunque solo tre ore prima che Atena muoia, ed ormai il sole sta tramontando per lasciare il posto alle tenebre notturne. Anche Arles inizia a temere l'arrivo dei cavalieri, ma confida ancora nei tre guerrieri rimasti a sua difesa. Pegasus e compagni raggiungono intanto la decima casa, presidiata da Capricorn, e vi entrano senza esitazione. Nella sala principale trovano una statua rappresentante Atena che dona la spada ad un giovane cavaliere. Sirio racconta che moltissimi secoli fa, Atena donò la sua sacra spada, Excalibur, ad un cavaliere a lei fedele, ed il fatto che la statua sia alla decima casa mostra che è Capricorn quel cavaliere, "Più caro alla Dea di Micene stesso !". Queste ultime parole fanno infuriare Pegasus, che afferma che è stato Micene, e non Capricorn, a salvare Atena da Arles tredici anni prima. Calmatosi, il cavaliere chiede scusa ai compagni ed i quattro escono indisturbati dalla casa, ignari di essere osservati da un cavaliere d'oro. Convinti che la decima casa fosse incustodita, i cavalieri pensano già al tempo guadagnato, ma Sirio all'improvviso sente qualcosa ed ordina agli amici di saltare. In quello stesso momento, di fronte ai cavalieri si apre una voragine, che comunque grazie all'avviso di Sirio, Pegasus, Cristal ed Andromeda riescono ad evitare. Voltandosi però vedono che Sirio è rimasto alla decima casa, e dietro di lui vedono uscire il cavaliere di Capricorn. I tre eroi gridano all'amico di saltare e continuare la corsa, ma poi, vedendo che Sirio è intenzionato a restare lì, su consiglio di Cristal si dirigono all'undicesima casa. Nel vedere Sirio però, Pegasus si sente stranamente preoccupato "Non so perché, ma temo per Sirio ! Lascio nella decima casa una parte di me !". Vedendo gli amici allontanarsi, Sirio spiega a Capricorn che se fossero rimasti insieme sarebbero stati un facile bersaglio per lui, e poi chiede perché non li abbia attaccati nella casa. Capricorn risponde che avrebbe offeso la statua di Atena uccidendoli nella casa, e poi solleva e riabbassa rapidamente il braccio. Contemporaneamente al suo gesto, si apre una nuova voragine e due tagli profondi appaiono sulle gambe di Sirio. Capricorn spiega che il suo braccio è Excalibur, la spada sacra, le dita sono la lama, l'elsa è l'avambraccio. Con Excalibur, Capricorn affrontò anche Micene tredici anni prima. Sfuggito ai soldati infatti Micene stava abbandonando il Grande Tempio quando si imbatté in Capricorn. Posata a terra Isabel, Micene affrontò il nemico e fu inizialmente messo in difficoltà, ma poi, indossata l'armatura, poté colpire con il "Sacro Sagitter". Micene era vicino alla vittoria, ma la piccola Isabel era andata vicino a Capricorn, e il cavaliere di Sagitter non avrebbe potuto mai attaccare senza ucciderla. Capricorn così poté usare Excalibur e far precipitare Micene in un crepaccio. Per pietà invece decise di non colpire la neonata ed andò via. Sirio ascolta il racconto, ma poi afferma che Micene riuscì ad uscire dal burrone e portò via Atena, morendo solo dopo averla affidata ad Alman di Toole insieme all'armatura del Sagittario. Stanco di parlare, Capricorn attacca con l'Excalibur, ma Sirio, fermato il colpo con lo scudo del dragone, reagisce scagliando il Colpo segreto del Drago nascente. Capricorn però evita facilmente il colpo e, dopo aver affermato di non avere eguali se non fra gli altri cavalieri d'oro, colpisce a sua volta Sirio scagliandolo contro la facciata della decima casa. Capricorn poi usa di nuovo Excalibur, ma anche stavolta Sirio ferma la mano del nemico con lo scudo. Stavolta però Excalibur non è stata inutile, ed infatti lo scudo del Dragone si spezza in due metà. Stupefatto dalla perdita dello scudo, "L'arma di difesa su cui contavo maggiormente !", Sirio cerca di rialzarsi, ma Capricorn con un successivo colpo distrugge l'armatura del Dragone, lasciando intatto solo l'elmo. Completamente indifeso, Sirio si chiede come può Capricorn usare Excalibur contro il volere di Atena, ma interrompendo i suoi pensieri il custode della decima casa attacca di nuovo, mirando alla testa di Dragone. In Cina, Fiore di Luna, ancora svenuta per la caduta nella cascata, vede l'Excalibur colpire Sirio e si sveglia di soprassalto. Alla decima casa però, Excalibur ha distrutto solo l'elmetto di Dragone, che è riuscito a fermare il colpo con le mani. Sirio afferma di essere riuscito a vedere il fendente di Excalibur per alcuni attimi, sufficienti per poterla bloccare, e poi colpisce Capricorn con un calcio, lanciandolo a terra e facendogli cadere l'elmetto. Capricorn si rialza, ma è sbalordito dall'enorme potere di Sirio, superiore a tutti i suoi precedenti avversari. Deciso a sconfiggere Capricorn, Sirio scaglia di nuovo il Drago nascente, ma il custode della decima casa lo evita facilmente, per poi affermare di aver individuato il punto debole di Sirio, il punto che il cavaliere lascia scoperto in fase di attacco, il cuore. Ed è al cuore che Capricorn mira l'attacco seguente, trafiggendo il torace di Sirio con Excalibur. La mano di Capricorn non raggiunge il bersaglio, ma la ferita è comunque gravissima. Quando però Capricorn cerca di estrarre la mano, si rende conto di non riuscirci. Sirio, dopo aver raccontato che tanto tempo prima già Pegasus aveva individuato il suo punto debole, solleva in alto la sua mano, per poi colpire e spezzare il braccio di Capricorn, e con esso l'Excalibur. Fatto ciò Sirio cade sanguinante al suolo, ma le risorse di Capricorn non sono finite. Il braccio sinistro del cavaliere è spezzato, ma sollevando il destro, Capricorn spiega di avere una seconda Excalibur, con la quale attacca Dragone. Nonostante la ferita però, Sirio evita il colpo e poi si rialza, iniziando ad espandere il suo cosmo. Capricorn gli chiede perché non fugge come fece Micene tredici anni prima, ma Sirio risponde che come non fuggì allora Micene, non fuggirà lui oggi. Una spirale di energia circonda allora Dragone, che pensa "Maestro, perdonatemi se ora non vi manterrò fede !". Sirio sta infatti per adoperare una tecnica terribile, il cui uso gli era stato proibito dal maestro, la Pienezza del Dragone. Sirio ricorda un giorno dell'addestramento, quando, espandendo il suo cosmo, era andato vicino ai limiti massimi ma, non riuscendo a controllare quell'energia, era stato scagliato al suolo. Nel soccorrerlo, il maestro gli fece promettere di non usare mai quel colpo, la pienezza del Dragone, il limite estremo del cosmo di Sirio. Senza conoscere quella tecnica non si può usare il Drago nascente, ma a questo colpo la Pienezza del Dragone è enormemente superiore. Usandola, Sirio sarebbe forte nel pieno del suo cosmo, più forte di ogni uomo, di ogni cavaliere, più forte persino della Dea Atena. La Pienezza del Dragone è lo stato puro dell'energia, nulla vi è di paragonabile, ma nessun uomo può avere a disposizione un potere così vasto, e così, se Sirio lo dovesse usare, perderebbe la vita. Prima d'ora, Sirio non aveva mai neppure pensato di usare quel colpo, ma ora questo è l'unica speranza che gli rimane per sconfiggere Capricorn. Il cavaliere della decima casa guarda attonito il cosmo di Sirio espandersi e decide di colpire il suo avversario prima che sia tardi. Capricorn così trafigge Dragone con la seconda Excalibur, ma quando vuole estrarre la mano, si rende conto che Dragone la sta trattenendo nella ferita. Sirio colpisce Capricorn e gli amputa il braccio con il taglio della mano, poi salta dietro di lui per bloccarlo. Sirio dice a Capricorn che ormai per loro è la fine, stanno per salire nel Paradiso dei cavalieri. Lì Capricorn ritroverà Micene e capirà da che parte è Atena. Disperato, Capricorn cerca di liberarsi ed grida "Che senso ha una vittoria se non sei più vivo per gioirne ? quale ideale può spingere a tanto, quale ideale ?" , ma Sirio salta in aria, verso la costellazione del Dragone. La Pienezza del Dragone infatti li porterà entrambi nello spazio, facendoli bruciare nel fuoco astrale. A causa della grande energia, la decima casa crolla, mentre Sirio e Capricorn salgono in cielo in una spirale luminosa. "Pegasus, Andromeda, Cristal, affido a voi la missione di Micene, salvate Atena e voi stessi ! E voi stessi !". Sulle scale dell'undicesima casa, i tre cavalieri sentono la voce e si voltano, vedendo Sirio salire in cielo. Come loro, lo vedono anche Asher ed i cavalieri alla prima casa, ed anche il maestro dei Cinque Picchi e Fiore di Luna in Cina. La ragazza piange disperata per la morte del suo amato, e così il maestro che afferma "Sirio, hai vissuto per la giustizia e gli altri, non per te stesso !" Nello spazio, Capricorn prega di Sirio di fermarsi, è ancora in tempo per farlo, ma Sirio afferma che è pronto a sacrificarsi se questo è l'unico modo per impedire a Capricorn di fermare la corsa di Pegasus, "Sono un cavaliere di Atena, Dea della giustizia !". Nell'udire le parole di Sirio, Capricorn comprende i suoi errori "La bambina che non colpii, per anni ho creduto che pietà mi avesse mosso. Ah, si, si, l'avevo riconosciuta ! Ero così grato ad Atena per il dono della sacra spada, e fiero di essere il cavaliere a lei più fedele, ma ho cercato di ucciderla, io, Capricorn !". In quell'istante, appaiono la voce di Lady Isabel ed il cosmo di Atena. La fanciulla prega Sirio di non sacrificarsi e di tornare da lei come aveva promesso, ma l'eroe risponde "Dimentichi Sirio e la promessa che ha fatto, Pegasus verrà, non Dragone che non ha saputo vivere da cavaliere !" Deciso ad espiare le sue colpe, Capricorn dice a Sirio che forse è nei suoi poteri salvarlo, se non è troppo tardi, e gli fa promettere di proteggere e salvare Atena come lui non ha saputo fare. Inconsapevoli di ciò, Pegasus, Cristal ed Andromeda vedono il Dragone scomparire in un lampo di luce e piangono per la scomparsa del loro amico. Ai tre eroi però non è concesso neppure il tempo per piangere Sirio, lo sventolio di un mantello li riporta alla realtà, e nel voltarsi i cavalieri vedono Acquarius in piedi davanti all'undicesima casa. Acquarius però non è interessato a Pegasus ed Andromeda e, consapevole di ciò, Cristal esorta i due amici a proseguire verso la dodicesima casa di Fish, l'ultima. Lui resterà lì ed affronterà Acquarius "Non mi è chiaro il perché di troppe cose !" dichiara l'eroe. Il decimo fuoco si è ormai spento e le tenebre notturne già iniziano a coprire il Grande Tempio, così i due amici obbediscono e superano indisturbati Acquarius e l'undicesima casa. Cristal ed il maestro entrano poi nella casa, ma prima che la lotta inizi, Cristal chiede ad Acquarius se tutto quello che ha fatto, anche il far sprofondare la nave dove riposava sua madre, era inevitabile. Acquarius risponde che era l'unica via da seguire e si prepara ad affrontare l'allievo. Subito fuori la casa, Andromeda vorrebbe tornare ad aiutare l'amico, ma Pegasus lo ferma, Cristal infatti non gli perdonerebbe un'intrusione. All'interno, Cristal lancia la polvere di diamanti, ma Acquarius ferma il colpo con la mano e colpisce a sua volta Cristal, congelandogli una gamba. "E' vicina allo zero assoluto !" afferma Acquarius, e Cristal ricorda una lezione del Maestro dei Ghiacci, in cui gli veniva spiegato che lo zero assoluto è la temperatura più bassa raggiungibile e corrisponde a - 273.16 °C. Acquarius congela anche la seconda gamba di Cristal, per poi spiegare che mai nessuno, neppure lui, ha raggiunto lo zero assoluto, fra di loro vincerà chi gli andrà più vicino. Spiegato ciò, Acquarius solleva le braccia sopra la sua testa nella posizione del "Sacro Acquarius" e lancia il suo colpo massimo all'allievo. Nonostante la violenza del colpo però, Cristal si rialza ed attacca a sua volta, ma anche questo colpo è inutile. Acquarius allora atterra nuovamente Cristal, che ancora non è in grado di raggiungere il settimo senso, e per evitare sorprese lo rinchiude di nuovo nel feretro di ghiaccio. Fatto ciò, Acquarius si allontana, ma Cristal non è disposto a farsi sconfiggere di nuovo ed inizia ad espandere il suo cosmo "La disputa fra l'allievo ed il maestro Acquarius: che futile occasione di lotta ! Futile e sciocca in paragone a ciò che è in gioco : la corsa di Pegasus ed Andromeda, la sopravvivenza di Atena, Dea della giustizia. Sirio, amico mio, sei riuscito a liberarmi dal feretro di ghiaccio nella casa di Libra, e nella casa di Capricorn hai raggiunto la Pienezza del Dragone per spianare la via a noi. Dall'alto del paradiso dei cavalieri, Sirio, guarda Cristal, tuo amico, che sia degno di te !" pensa il cavaliere mentre il suo cosmo diventa sempre più potente, fino ad incrinare il cristallo. Acquarius si gira stupefatto, ma Cristal frantuma la gabbia di ghiaccio e cade al suolo. Acquarius, travolto dalla distruzione della gabbia, è stupefatto. La temperatura interna era infatti vicinissima allo zero assoluto, per liberarsi Cristal deve aver raggiunto il settimo senso. Ma quello che soprattutto Acquarius non capisce è cosa spinga Cristal a lottare, cosa lo spinga a rialzarsi davanti a lui. Leggendo lo stupore negli occhi di Acquarius, Cristal afferma "Non riesci a leggere nel cuore di Cristal come il Maestro dei Ghiacci. Era lui l'allievo che ti ha superato, ed è caduto per mano di Arles !" e contemporaneamente scaglia un getto di energia fredda contro il maestro. Acquarius fa lo stesso, ed i due poteri si equivalgono a mezz'aria, segno che i cosmi di Acquarius e Cristal sono ormai uguali, non c'è più differenza fra allievo e maestro. Ciò che rende Acquarius ancora superiore ora è l'armatura d'oro. Le sacre vestigia infatti ghiacciano solo allo zero assoluto, mentre le armature di bronzo come quella di Cristal si congelano molto prima. Lentamente, il colpo di Acquarius raggiunge Cristal, ma anche se l'armatura del cigno si frantuma, l'eroe continua a resistere, trattenendo con le braccia il globo dell'energia gelida di Acquarius. Sotto gli occhi sbalorditi del maestro, Cristal riesce addirittura a rilanciare ad Acquarius il globo di energia in cui ha immesso anche la sua forza, travolgendo il cavaliere d'oro, facendogli cadere l'elmetto e congelando il coprispalla della sua armatura. Acquarius comprende che Cristal prima ha raggiunto lo zero assoluto, e decide di usare il "Sacro Acquarius", ma nel guardare il suo giovane avversario lo vede sollevare le braccia sopra la testa, anche lui nella posa del "Sacro Acquarius". Invano, Acquarius cerca di far desistere Cristal dal provare il Sacro Acquarius, poi, mentre l'undicesima casa è ormai completamente congelata, i due scagliano contemporaneamente i loro colpi. In quel momento, un fiocco di neve cade sulla mano di Andromeda, giunto con Pegasus di fronte alla dodicesima casa. Andromeda chiede a Pegasus cosa voglia dire quel fiocco di neve, ma il ragazzo, che ha capito che anche Cristal li ha abbandonati, esorta l'amico a pensare soltanto che tutto sta per finire. All'undicesima casa, i corpi di Cristal ed Acquarius sono entrambi congelati. Acquarius si rende conto di come le ambizioni di una vita siano ora senza senso di fronte a Cristal, e prima di morire decide di lasciare a lui il dominio delle energie fredde, "Lui ne è degno, ben più degno di me !". Il cavaliere del cigno assiste senza parlare alla morte del maestro e pensa "Non ho mai accettato quello che hai fatto, Acquarius, la tua prova per rendermi cavaliere era estranea ai sentimenti che provavo. Eri così diverso da me, ma hai cercato di aiutarmi, e di questo ti sono grato. Ti è costato assolvere al tuo compito di maestro. Non ho mai voluto esserti superiore !". Poi, piangendo, anche Cristal cade esanime a terra.

Nelle sue stanze, Arles è preoccupato, tre dei cavalieri di Lady Isabel sono morti, ma come loro anche quasi tutti i cavalieri a lui fedeli. Guardandosi allo specchio, Arles sente la voce della sua metà buona dirgli che la sua fine è vicina. Furioso, Arles distrugge lo specchio con una coppa di vino e si siede sul suo trono, chiedendosi se Fish, l'ultimo cavaliere d'oro rimasto, riuscirà a fermare Pegasus ed Andromeda. Una sola volta infatti Arles gli ha affidato una missione da compiere. Alla prima casa intanto, gli altri cavalieri pensano, incitati da Mylock, di tentare anche loro a superare le dodici case, ma Asher li ferma, ricordando che tutti loro sono stati sconfitti nella Guerra Galattica e non sono all'altezza di Pegasus e compagni, quindi non avrebbero alcuna possibilità contro i cavalieri d'oro. Il loro dovere è di restare lì e proteggere Atena. Di fronte all'ultima casa, Andromeda decide di affrontare lui Fish, mentre Pegasus raggiungerà Arles. Pegasus accetta, ricordando come alla partenza per Atene tutti loro fossero preoccupati per Andromeda, che invece nel corso della missione ha dimostrato più volte il suo valore, attaccando Toro e Virgo, affrontando le illusioni di Gemini, salvando la vita a Cristal. Prima dell'ultimo scontro però, Pegasus racconta all'amico la storia della lepre della foresta dettagli da Sirio all'ottava casa, e terminata la narrazione raccomanda all'amico di non sacrificare anche lui la sua vita. Andromeda annuisce, poi, vedendo che si è appena spento il fuoco di Acquarius, i due cavalieri corrono verso l'entrata della dodicesima casa. All'improvviso, due sfere luminose sono lanciare verso di loro, e, nell'osservarle bene dopo averle evitate, Pegasus ed Andromeda vedono che si tratta di due rose rosse. Davanti ai due eroi appare allora l'ultimo cavaliere d'oro, Fish, che, con una rosa stretta fra i denti sfida i due nemici per l'ultima battaglia. Come stabilito, Pegasus attacca Fish con il suo fulmine, per poi superarlo e correre verso la sala del trono, mentre Andromeda affronta il cavaliere d'oro impedendogli di inseguire l'amico. Un'amara sorpresa attende però Pegasus, le scale che conducono da Arles sono coperte da un tappeto di rose rosse. Credendole rose comuni, Pegasus continua a correre, ma quelle rose appartengono a Fish e nelle loro spine e nel loro profumo c'è un veleno. Dopo alcuni passi infatti, Pegasus inizia a perdere i sensi, la vista gli si annebbia, e l'eroe cade al suolo svenuto. Fish, ridendo, dice ad Andromeda ciò che è successo a Pegasus, e poi rivela di essere stato lui ad uccidere Albione. Andromeda allora ricorda un particolare dettogli da Nemes : accanto al corpo di Albione fu trovata una rosa rossa, ma sull'Isola di Andromeda non crescono fiori. Fish narra che Albione stava mettendo Scorpio in difficoltà, e così Arles inviò anche lui, che lanciando una rosa rossa avvelenata, indebolì il cavaliere, che fu poi finito da Scorpio. Deciso a vendicare il maestro e salvare Pegasus, Andromeda lancia le sue catene contro il nemico, ma Fish reagisce atterrando il ragazzo con uno dei suoi colpi segreti, la "Rosa di sublime bellezza", la stessa che sta uccidendo Pegasus e che priva della vita senza far soffrire. Sul punto di cedere, Andromeda ricorda la prova ultima che dovette affrontare per diventare cavaliere e conquistare l'armatura. Egli fu incatenato, con le catene dell'armatura, agli scogli cui fu incatenata, secoli prima, anche la regina Andromeda. Per essere cavaliere, il ragazzo doveva prendere il controllo delle catene e liberarsi prima di annegare, con l'alta marea infatti gli scogli venivano sommersi. In quell'occasione, Andromeda bruciò al massimo il suo cosmo e, pur sommerso dall'acqua, riuscì ad assumere il controllo delle catene, liberandosi ed ottenendo l'armatura. Alzatosi, Andromeda si volge di nuovo contro Fish e lo attacca con le sue catene. Fish si rende invisibile nascondendosi con le rose, ma la catena lo trova comunque, colpendolo e facendogli cadere l'elmo. Convinto della vittoria, Andromeda lancia la sua catena per finire il nemico, ma una rosa nera si frappone fra l'arma ed il suo bersaglio. La rosa nera è un'altra arma di Fish, e, a differenza della rosa rossa, uccide provocando dolore. Fish attacca Andromeda con la rosa nera e la catena difensiva va in frantumi. Poi, ad un successivo attacco, è tutta l'armatura di Andromeda ad andare in pezzi, lasciando il cavaliere senza difese. Mentre è a terra, Andromeda ricorda gli ultimi momenti prima della partenza dall'isola di Andromeda, quando, senza nessun testimone, Albione chiese all'allievo di mostrargli il suo vero potere. Andromeda allora scagliò un fascio di luce, che sfiorò il braccio del maestro per distruggere la roccia alle sue spalle. Poi Andromeda si diresse verso la nave per Nuova Luxor, e nel vederlo andare via, Albione ebbe la certezza di aver capito la vera potenza del ragazzo, molto superiore alle apparenze, e contemporaneamente il bracciale della sua armatura, solo sfiorato dal colpo, andava in frantumi. Andromeda decide allora di usare contro Fish il suo colpo più forte, cui mai è ricorso in precedenza, la "Nebulosa di Andromeda". Rialzatosi, Andromeda espande il suo cosmo come mai prima e si prepara ad usare la Nebulosa, ma Fish, temendo il suo avversario, ha impugnato la sua ultima arma, la più pericolosa, la rosa bianca. Questa rosa si conficca nel cuore delle sue vittime e diventa rossa risucchiando il loro sangue. Prima che Fish possa usare la sua arma però, Andromeda lancia la Nebulosa, un vento violentissimo che tutto travolge, e colpisce in pieno Fish. Ma, sul punto di vincere, il cavaliere ha un'esitazione e Fish può lanciare la sua arma, che trafigge il cuore di Andromeda. Riprese le forze, Andromeda finisce Fish con la Nebulosa, ma la rosa nel suo cuore è ormai completamente rossa. Prima di cadere accanto a Fish, Andromeda ricorda la promessa fatta a Pegasus, è riuscito a vincere senza sacrificarsi. Morto Andromeda, Arles ride per la sua vittoria, tutti i cinque cavalieri di Atena sono infatti scomparsi e tra poco anche Lady Isabel morirà. Ad insaputa di Arles però, Castalia, ripresasi dallo scontro con Danes, sta correndo in aiuto di Pegasus. La sacerdotessa, che ha corso sulle rocce vicino le dodici case, è ormai vicina alle scale della sala del trono, quando dalle tenebre notturne appaiono Phaeton e molti soldati. Adirato per essere stato scacciato da Arles, Phaeton vuole uccidere Castalia, ma in soccorso della donna giunge Tisifone, decisa anche lei ad aiutare Pegasus, e le due sconfiggono rapidamente Phaeton ed i soldati. Al sopraggiungere di altre guardie, Tisifone ordina a Castalia di raggiungere Pegasus mentre lei continuerà a combattere. La sacerdotessa obbedisce e salta accanto all'allievo. Consapevole del mortale profumo delle rose, Castalia mette a Pegasus la sua maschera e, anche se con tutto il cuore vorrebbe portarlo lontano da Atene, inizia a trascinarlo verso la sala del trono. Ben presto l'eroe riprende i sensi, e si rende conto di non sentire più il cosmo di Andromeda. Castalia lo informa della scomparsa dell'amico, Pegasus è ormai solo, poi anche lei inizia a subire il veleno delle rose e si accascia a terra. Furioso per i continui sacrifici delle persone a lui care, Pegasus rimette la maschera a Castalia, senza guardare il suo volto, e spazza via le rose con un colpo del "Fulmine di Pegasus". Il ragazzo poi si volta di nuovo verso Castalia, ma sopraggiunge Tisifone che lo esorta ad andare da Arles, si prenderà lei cura della sacerdotessa. Pegasus raggiunge così la porta della sala del trono e la apre con uno dei suoi colpi, trovando di fronte a lui il Grande Sacerdote Arles. Nel vederlo, Arles si toglie la maschera, mostrando un viso senza tracce di malvagità, e con calma dice a Pegasus di non poter estrarre la freccia dal corpo di Lady Isabel. Non credendo alle sue parole, Pegasus colpisce Arles, ma il sacerdote, incurante dei colpi, spiega all'eroe che dietro la tenda alle sue spalle c'è una scala che conduce alla statua di Atena. La statua ha in una mano l'emblema di Nike, la dea della vittoria, che fu portato via tredici anni fa da Micene ed ora è sullo scettro di Lady Isabel. E' stato l'emblema di Nike a dare la forza ai cavalieri così tante volte nel corso delle lunghe battaglie. Nell'altra mano della statua vi è invece uno scudo d'oro, ed è quello scudo che Pegasus deve prendere e portare da Lady Isabel per salvarle la vita. Mentre sta parlando, Arles inizia a sentirsi male e si accascia a terra, ma quando Pegasus sta per soccorrerlo, gli dice di raggiungere lo scudo. Pegasus si volta, ma alle sue spalle una voce gli ordina di fermarsi, e girandosi, l'eroe nota che i capelli di Arles hanno cambiato colore, da azzurri sono diventati grigi. Quella che ora ha preso il sopravvento è la metà oscura del sacerdote, che con un potente colpo atterra Pegasus. Frattanto, Castalia racconta a Tisifone che, tornata da Nuova Luxor dopo lo scontro fra Pegasus ed Eris, si era recata sulla collina della Divinità, il luogo proibito a tutti da cui il sacerdote osserva il movimento degli astri, e vi aveva trovato il corpo del Grande sacerdote precedente ad Arles, ucciso, ma circondato da un cosmo lucente. Arles aveva dunque ucciso il precedente sacerdote, l'uomo più potente di Atene. Alla sala del trono, Pegasus si rialza ed attacca Arles, ma il sacerdote invoca a sua difesa la propria armatura, l'armatura d'oro di Gemini, e la indossa. Pegasus comprende che i sospetti di Lady Isabel erano fondati, ma non può difendersi dalla Dimensione oscura di Gemini. Quando è sul punto di essere inghiottito però, Pegasus cade al suolo. La metà buona di Gemini ha infatti salvato il cavaliere. Deciso ad uccidere il suo nemico e conquistare il mondo con lo scudo d'oro e l'emblema di Nike, Arles attacca Pegasus ed uno per uno lo priva dei cinque sensi. Alla prima casa, Mur sente una voce chiedere il suo aiuto, si tratta di Virgo, il custode della sesta casa. Virgo prega Mur in tutta umiltà di riportarlo alla sesta casa insieme ad un altro uomo che è con lui. Mur accetta e Virgo ritorna alla sesta casa insieme a Phoenix. Indossata l'armatura e svegliato il nemico di un tempo, Virgo lo informa rapidamente sulla situazione e gli dice di correre in aiuto di Pegasus. Poi, bruciando il suo cosmo, fa risorgere l'armatura delle fenice. Alle domande del cavaliere, Virgo risponde ricordando gli ultimi attimi della loro battaglia, quando Phoenix si sacrificò in nome dell'amicizia, e spiega che in quell'occasione, per la prima volta nella sua vita, il dubbio lo sfiorò. Ringraziato Virgo, Phoenix esce dalla casa, proprio mentre Pegasus, pur stremato e pieno di ferite, si rialza e fronteggia Gemini. Espandendo il suo cosmo, Pegasus raggiunge il settimo senso e lancia il suo colpo alla velocità della luce gridando "Le forze oscure devono cedere il passo !" e travolgendo Gemini. Convinto della vittoria, Pegasus cerca di dirigersi alla statua di Atena, ma il sacerdote si rialza e colpisce l'avversario, frantumandogli l'elmo. Pegasus allora si lancia contro Arles e lo blocca alle spalle. "Dea Atena, io ti invoco. Gemini è oscuro, donami la forza, Atena ! Fulmine di Pegasus, diventa cometa !" grida l'eroe, e, avvolti in una spirale di luce, i due cavalieri volano nel cielo di Atene. Privo della vista, Pegasus può solo sperare che il dodicesimo fuoco sia ancora acceso, poi i due ricadono nella sala del trono. L'armatura di Pegasus è piena di crepe ed anche l'eroe è ormai esausto. Gemini è invece forte nel pieno del suo cosmo, doppio rispetto alla norma, e si prepara a colpire a morte Pegasus, quando l'elmo della sua armatura inizia a piangere. Arles però è convinto di fare la cosa giusta perché pensa che è meglio un dominatore, anche malvagio, piuttosto che un mondo governato dal caos, e solleva la mano verso Pegasus. Il colpo è però fermato dalle piume di bronzo di Phoenix, ed il cavaliere di Atena appare di fronte al Grande sacerdote. Gemini è stupito di vedere Phoenix, che credeva scomparso insieme a Virgo, ma poi afferma che sarà lui stesso, che lo ha plasmato, a porre fine alla sua esistenza. "E' sempre stato difficile per me unirmi agli altri cavalieri di Atena, amici che hanno affrontato insieme il destino. Io avrei dovuto esserne parte, ma non ci sono riuscito, dentro di me sapevo di esserti appartenuto un giorno ! Non sono mai stato veramente parte dei cavalieri di Atena, per il ricordo di essere appartenuto alle forze oscure ed a te, Arles !" afferma Phoenix piangendo e ricordando i sacrifici di Sirio, Cristal ed Andromeda. Dietro i due, Pegasus si rialza ed inizia a camminare verso la scalinata che conduce alla statua di Atena. Vedendolo, Arles lo attacca, ma Phoenix ferma il colpo con il proprio corpo. Phoenix si rende conto delle condizione disperate di Pegasus, privo dei cinque sensi ed allo stremo delle forze, e si prepara ad affrontare Gemini. Pegasus in questo momento infatti è il solo a poter prendere lo scudo, che a Phoenix non sarà mai concesso prendere. "Sei un ricordo che mi tormenta !" dice l'eroe lanciandosi all'attacco. Pegasus è intanto giunto in cima alla prima rampa di scale, ma poi le forze lo abbandonano e l'eroe ricade all'indietro. "Prima potevo ben distinguere con gli occhi del cuore la statua di Atena, perché ora non riesco più a vederla ? Che il mio cosmo si stia lentamente spegnendo ?" afferma prima di perdere conoscenza. Poco più in basso, Phoenix attacca Arles con le Ali della Fenice, ma il cavaliere evita il colpo e precipita il cavaliere della Fenice nella dimensione oscura. Sulle scale, Pegasus è ancora svenuto, quando ode una voce

"Pegasus, puoi sentirmi ? Pegasus"

"Una voce giunge a me attraverso le tredici stelle !"

"Torna in te, amico mio !"

" Andromeda !"

" La promessa a Milady, la promessa l'hai forse dimenticata ?"

"No, Sirio !"

"Dici di non averla dimenticata quindi alzati, lo scudo di Atena è in cima a quelle scale ! "

"Amici, siete vivi !"

"Non c'è tempo, vai !"

"Non avere paura, ne hai forse motivo ?"

"Si, la forza è dentro di te !"

"Privo dell'udito, vi sento amici ! Le vostre voci mi aiuteranno a trovare la strada verso Atena, le vostre voci mi condurranno da lei ! Non sono più solo !"

afferma Pegasus rialzandosi e strisciando verso la cima della scalinata per poi trovarsi di fronte alla statua di Atena. Arles intanto sta per salire a sua volta la scalinata, ma è fermato da Phoenix, uscito dalla dimensione oscura. Phoenix attacca Gemini con le ali della Fenice scagliandolo contro una colonna, ma il cavaliere decaduto si rende conto che Pegasus è vicino allo scudo d'oro e contrattacca. Gemini con un colpo deciso distrugge la maggior parte della sala del trono, e mentre le colonne stanno crollando, colpisce Phoenix con un pugno, travolgendolo. "Lo scudo è raggiunto, Atena, ma quale, quale sarà la strada che mi condurrà da Lady Isabel ?" afferma contemporaneamente Pegasus, che ha finalmente raggiunto la statua. Poi, mentre Arles sta rapidamente salendo le scale, il ragazzo inizia a sollevare lo scudo sopra la sua testa. Nello stesso istante in cui Pegasus ha sollevato lo scudo, appare Gemini, che colpisce l'eroe con un pugno terribile nello stomaco. Spinto all'indietro dal colpo, Pegasus non lascia comunque cadere lo scudo, che per alcuni secondi riflette la luce della luna creando un fascio luminoso. Il fascio di luce illumina per qualche istante la meridiana, proprio mentre si spegne il dodicesimo fuoco, l'ultimo, poi illumina il corpo di Lady Isabel e la freccia di Betelgiuse, infine scompare. Pegasus cade a terra accanto allo scudo ed Arles, vedendo spenti tutti i dodici fuochi, gioisce per la vittoria. Alla prima casa però, Mylock ed i cavalieri, tutti intorno a Lady Isabel, vedono la freccia d'oro dissolversi, la ferita rimarginarsi e gli occhi della fanciulla aprirsi. In quel momento, dai cinque Picchi Libra si mette in contatto telepatico con i cavalieri d'oro superstiti, Mur, Toro, Ioria, Virgo e Scorpio. "Atena è di nuovo fra noi! La fanciulla, l'incarnazione della Dea, è viva ai piedi del Grande tempio !" afferma, per poi continuare "Ricordate, tredici anni fa Micene di Sagitter prese con se una bimba ancora in fasce salvandole la vita. Fu visto come un traditore allora da tutti coloro che abitavano il Grande Tempio. La bimba fu poi chiamata Isabel, ed altri non era che Atena, la Dea della giustizia, colei che avrebbe portato la pace. Micene aveva salvato la piccola dalla vile minaccia di Arles. Era primo ministro allora ma in effetti tramava ai danni del grande sacerdote di Atene. Lo uccise all'altura delle stelle e da solo si incoronò al suo posto. La notte degli inganni si recò nella sala del trono per assassinare Atena. Micene lo impedì e nel farlo smascherò Arles che era Gemini della terza casa. Micene fu costretto alla fuga perché aveva salvato la bambina, perché aveva riconosciuto Gemini sotto quella maschera !". Scorpio non crede alle parole poiché egli conosce Gemini, ma Virgo gli risponde che il cavaliere della terza casa ha due facce, e Scorpio conosce solo la metà buona. Libra conclude "Pegasus è da solo ora e sta affrontando Arles, il lato oscuro di Gemini. Prendete una decisione cavalieri, Pegasus ha bisogno di noi !" Alzatasi, Atena afferma "I cavalieri hanno salvato Atena, ora sarà Atena a salvare i suoi cavalieri !", poi insieme a Mylock ed i cavalieri iniziano a salire le dodici case. Alla statua di Atena, la fine per Pegasus sembra vicina. Il cavaliere viene colpito ripetutamente da Gemini, la sua armatura è quasi a pezzi, i bracciali ed il coprispalla destro sono distrutti dai duri attacchi mentre il sangue scorre copioso dalle sue ferite. "Atena, lui dice che è perduta ma io non ci credo. E' salva ! ho adempiuto alla mia promessa di cavaliere !" pensa l'eroe prima di lasciarsi andare. Gemini colpisce ancora il suo nemico, che cade al suolo, ma quando sta per scagliargli il colpo di grazia, ancora una volta giunge Phoenix in sua difesa e si lancia all'attacco contro Arles. Lady Isabel, seguita da Mylock e gli altri, raggiunge la prima casa, dove le corre in contro Kiki, felice di rivederla. Mur, Toro, Ioria, Virgo e Scorpio giurano fedeltà alla fanciulla, riconoscendola finalmente come Atena, e la lasciano passare dalle loro case. Poi, alla casa di Capricorn, Isabel usa i suoi poteri per guarire Sirio, esanime fra le macerie. All'undicesima casa, Isabel fa lo stesso con Cristal, il cui corpo riprende colore dopo il congelamento, ed alla dodicesima casa la rosa rossa si distrugge al tocco della Dea. Phoenix sta intanto avendo la peggio, la sua armatura viene disintegrata ed Arles lo priva della vista prima di scagliarlo al suolo. Quando però sta per finirlo, giungono Atena e tutti i cavalieri, anche se Sirio, Cristal ed Andromeda, incapaci di reggersi in piedi, sono appoggiati ad Asher e gli altri. "Le forze oscure sono sconfitte, tu che ne sei il sovrano, deponi le armi, è finita !" afferma la Dea. Arles è sbalordito nel vedere ancora vivi Sirio e gli altri, ma i tre, incuranti delle ferite, si fanno avanti e bruciano i loro cosmi. Virgo comprende che tutti loro sono padroni del settimo senso, dono della battaglia alle dodici case. Sirio lancia allora la "Pienezza del Dragone nei limiti di Atena", Cristal usa il "Sacro Acquarius" ed Andromeda la "Nebulosa di Andromeda", ma Gemini riesce ad evitare anche il potentissimo attacco incrociato, e con un colpo deciso atterra i tre eroi. Arles è convinto che ora i cavalieri d'oro lo seguiranno, ma alle sue spalle una voce lo chiama ironicamente "Ehi, occhietti rossi !", e nel voltarsi Arles vede Pegasus, sanguinante ma ancora vivo. "Pegasus, dai tempi della guerra galattica ho creduto in te, e sei così cambiato da allora. Da ragazzo sei diventato uomo è cavaliere di Atena. E' giunto il tempo, ora la forza delle stelle sia con te, alzati !" pensa Lady Isabel, e l'eroe si rialza Gemini avvisa Pegasus di non osare contrastarlo, ma Sirio e gli altri gli dicono di non minacciarlo perché lui non è più solo. I cinque cavalieri partiti alla volta di Atene per vincere le forze oscure sono tutti lì, pronti alla lotta. Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix sono anche loro in piedi di fronte al Grande sacerdote ed iniziano ad espandere al massimo i loro cosmi. "Vi sento talmente vicini ! E' così strano e insieme inebriante sentirsi a tal punto uniti nella lotta. Le stelle che agiscono perché la pace trionfi hanno operato il miracolo, cinque amici, che hanno sempre creduto nella giustizia, sono ora una cosa sola ! Le stelle uniranno anche le nostre auree cosmiche in un'unica, sfavillante costellazione. Per la pace, tutti insieme, amici ! Dov'è il nemico, Atena ? donami la luce, che possa vedere dove si cela !" pensa Pegasus, ed il cosmo di Atena gli ridà la vista. Arles, terrorizzato, guarda uno ad uno i cinque cavalieri, i cui cosmi stanno raggiungendo i limiti massimi, poi i cosmi di Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix si fondono con quello di Pegasus, ed il ragazzo scaglia il suo fulmine alla potenza massima. Mentre l'armatura di Pegasus va in pezzi per l'eccessiva energia, tutti i cavalieri d'oro vedono che il Fulmine è alla velocità della luce e diretto contro Arles. In un'esplosione di energia, Gemini è scagliato verso il cielo. "E' la potenza di un intero universo !" afferma attonito Scorpio. Poi, i cinque cavalieri cadono a terra spossati per lo sforzo a cui si sono sottoposti. Castalia e Tisifone corrono da Pegasus, mentre tutti i cavalieri d'oro sono convinti della vittoria. All'improvviso però, si ode la voce di Arles gridare "Sono ancora vivo !", ed il cavaliere della terza casa atterra di fronte a Lady Isabel. I cavalieri d'oro sono pronti ad affrontare Arles, che però li esorta a non seguire la fanciulla perché il mondo ha bisogno di un forte governatore, non importa se malvagio. Nell'udire queste parole, Isabel ferma i cavalieri d'oro e parla a Gemini, dicendogli che non avrebbe senso vivere in un mondo governato dalle forze oscure, e conclude dicendo che anche Arles crede nella pace anche se non vuole ammetterlo. Non accettando queste parole. Gemini si prepara ad attaccare la fanciulla, ma la sua armatura si scompone per effetto del colpo di Pegasus. Pur senza difese, Gemini attacca, ma la sua metà buona ha per un attimo il sopravvento e si suicida colpendosi con lo scettro di Lady Isabel. Morendo, Gemini chiede perdono per le sue azioni, i suoi capelli ritornano azzurri e dai suoi occhi scompare ogni traccia di malvagità. "Avete salvato anche me !" sono le sue ultime parole, poi si spegne fra le braccia di Lady Isabel, e sull'elmo di Gemini compaiono due facce buone. Poco dopo, mentre le campane tornano a suonare al Grande tempio, Isabel abbraccia Pegasus, svenuto, e lo ringrazia per le sue azioni, grazie a lui ed agli altri cavalieri la pace regna di nuovo sull'umanità.