SAINT SEIYA N°5

IL RICORDO DELL'ISOLA DEATH QUEEN

(I RICORDI DELL'ISOLA DELLA REGINA NERA)

Personaggi Presenti: Ikki, Maestro di Ikki, Esmeralda, Cavalieri Neri, Black Pegasus, Black Swan, Black Andromeda, Black Dragon, Jango, Virgo Shaka, padrone di Esmeralda

Data: 1986.

Lunghezza: 32 pagine

Dopo aver ucciso il suo maestro, Ikki si incammina entrando nella parte più buia dell'Isola Death Queen, dove viene fermato da un gruppo di guerrieri che indossano armature scure come la pece, i Cavalieri Neri. "Voi siete quegli incapaci che anche se si sono allenati per anni non sono riusciti a diventare nemmeno Cavalieri di Bronzo" li deride il ragazzo, spingendoli ad attaccare tutti insieme. Nonostante siano decine e decine però, Ikki li annienta tutti con il suo nuovo colpo segreto, l'Houyoku Tensho. Tale atto spinge qualcuno di più forte a farsi avanti: Black Swan, uno dei Black Four che proteggono la vita di Jango, capo dei Cavalieri Neri che possiede l'armatura della Fenice. Proprio la corazza è l'obiettivo di Ikki che, reputandosene il legittimo proprietario, è venuto a riprenderla da Jango. Black Swan lo attacca con il gelo della Black Blizzard, ma dopo un istante di difficoltà Ikki riesce a respingerla, sconfiggendolo. Il ragazzo riprende il cammino, finchè non vede a terra un piccolo fiore, nato nonostante le aride rocce dell'Isola Death Queen. Ciò gli ricorda Esmeralda, che si prendeva sempre cura di lui, incurante del rischio personale. La ragazza era nata su un'isola vicina, e come da tradizione di quei luoghi, appena compiuti 7 anni i genitori l'avevano venduta ad una delle poche famiglie di contadini dell'Isola Black Queen, in cambio di soli tre sacchetti di farina. In quel momento, Esmeralda venne attaccata e frustata dal suo padrone, furioso ad averla sorpresa mentre non stava lavorando. Immediatamente Ikki intervenne in suo aiuto, picchiando l'uomo finchè Esmeralda non intervenne a fermarlo. Il ragazzo le disse di cogliere l'opportunità per tornare dalla sua famiglia, ma Esmeralda rifiutò, dicendo "Anche se lo facessi mi venderebbero ad un'altra isola… preferisco stare vicino a te, Ikki, fino al giorno in cui volerai via come una Fenice…". Sorridendo a quel ricordo, Ikki si protende per raccogliere il fiore, che però viene distrutto dalla catena di Black Andromeda, il secondo dei Black Four. La Black Fang Nebula intrappolò il ragazzo, stringendolo in quelle che sembravano spire di serpenti, ma poi Ikki riuscì a trovare la forza per frantumarla e sconfiggere il nemico con un pugno. Black Andromeda è impressionato dall'odio che traspare dagli occhi di Ikki, ma ignora che deriva dagli ultimi attimi di vita del suo maestro, che per aumentare ulteriormente la sua rabbia, rivelò al ragazzo l'identità di suo padre. Incredulo e furioso all'udire il suo nome, Ikki giurò di ucciderlo con le proprie mani per il male fatto a lui e tutti i suoi altri figli, ma il maestro lo avvisò che era ormai morto da cinque anni, e che quindi la vendetta gli era negata. "Ormai, l'uomo con cui puoi sfogare il tuo odio non esiste più… il tuo rancore resterà per sempre nel tuo corpo e si accumulerà…". Queste parole spinsero Ikki a prendere la decisione finale: distruggere la fondazione Grado e uccidere Shun e chiunque altro avesse a che fare con quell'uomo, per far scomparire per sempre ogni traccia di lui. Il maestro gli disse allora di andare tra le montagne a recuperare l'armatura della Fenice, nelle mani di Jango, con la quale avrebbe potuto realizzare il suo desiderio. Ikki sconfigge anche gli ultimi Black Four, Black Pegasus e Black Dragon, chiedendo a quest'ultimo dove trovare Jango. L'uomo compare con accanto a se lo scrigno dell'armatura della Fenice, promettendo che glielo darà se riuscirà a sconfiggerlo, e subito dopo lo attacca con il Death Queen Inferno, avvolgendolo nelle fiamme. Tale colpo però non sortisce effetto, dopo aver trasformato le fiamme in una Fenice, Ikki colpisce il nemico con il Phoenix GenmaKen, procurandogli una visione in cui Jango vede se stesso precipitare tra le fiamme e venirne distrutto. Paralizzato, l'uomo viene facilmente spinto via da Ikki, che lo giudica ben più debole dei Black Four. Finalmente, il ragazzo può aprire lo scrigno della leggendaria armatura della Fenice ed indossarla, colmo di orgoglio e soddisfazione. In quel momento però, un cosmo immenso, superiore a qualsiasi altro avvertito sinora, compare attorno ad Ikki, che voltandosi si chiede "Può darsi che… sia un Dio?!". Davanti a lui appare Shaka della Vergine, un Cavaliere d'Oro, che deride Ikki paragonandolo al leggendario scimmiotto Son Goku, che si credeva invincibile pur essendo in realtà imprigionato sul palmo della mano di Buddha. Shaka afferma di essere venuto per uccidere i Cavalieri Neri, compito che però non è più necessario grazie ad Ikki, e si volta per andare via. Il neo Cavaliere della Fenice tuttavia lo ferma, infastidito per il paragone di poco prima, e sferra l'Houyoku Tensho con tutte le sue forze. Tale sforzo è però inutile, Shaka riceve il colpo senza neanche muoversi, limitandosi a ricordare a Phoenix che per quanto ora si senta invincibile, esiste sempre qualcuno più forte di lui. Concentrando il proprio cosmo nelle mani, Shaka libera l'Om, distruggendo l'armatura della Fenice e riducendo Ikki al suolo in fin di vita. "La sua forza sembra quella… di un Dio!" mormora il ragazzo, prima di chiedere al nemico di ucciderlo adesso che è impotente al suolo. Dopo averlo osservato a lungo negli occhi però, Shaka dice "Avevo intenzione di ucciderti se solo avessi trovato qualcosa di maligno nel tuo sguardo… ma stranamente i tuoi occhi sono puri […] stai cercando di nascondere con tutte le tue forze la giustizia nel profondo del tuo cuore". Il Cavaliere d'Oro si volta per andar via, ma prima cancella dalla mente di Ikki ogni memoria del loro incontro, dicendo soltanto che, se mai un giorno si dovesse trovare di nuovo davanti a lui come un nemico, quei ricordi riaffioreranno, colmandolo di terrore. Più tardi, Ikki, la cui armatura è di nuovo intatta, ha seppellito Esmeralda su un promontorio. I Cavalieri Neri ed i Black Four compaiono alle sue spalle, venuti non a cercare vendetta, ma a giurare fedeltà. Ora a capo di un esercito, Ikki decide di interrompere le Galaxian Wars, usando i Cavalieri Neri per uccidere chiunque abbia legami con la Fondazione Grado, e conquistando l'armatura d'oro con cui dominare il mondo. Lo spirito di Esmeralda però sa che il suo odio è solo temporaneo, e che dentro il suo cuore Ikki possiede ancora un desiderio di giustizia.

Glossario: Houyoku Tensho: Volo della Fenice (Ali della Fenice).

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 5 Shot e n° 7 Granata

La logica, questa sconosciuta: Da tutte le inquadrature, l'Isola Death Queen è totalmente rocciosa e vulcanica, oltre che popolata da persone pericolose come i Cavalieri Neri, quindi è strano che ci vivano delle famiglie di contadini. Per di più, il fattore parla di mucche, animali che hanno bisogno di molta erba per vivere e pascolare. Quando la maschera del maestro di Phoenix si dilegua, non c'è traccia del suo corpo. In alcune scene, i lividi sul volto di Phoenix sono scomparsi. Passi per i Black Four, ma molti Cavalieri Neri che compaiono nelle scene finali erano stati distrutti dall' Houyoku Tensho, mentre ora sono indenni e con le armature prive di danni. Dov'è il gemello di Black Dragon?

Note: "Stai cercando di nascondere con tutte le tue forze la giustizia nel profondo del tuo cuore!" Un capitolo un pò confuso all'inizio, quando si avvicendano in ordine sparso flaskback su flashback, ma più chiaro man mano che si va avanti verso la fine. Caso unico in tutta la serie, è un capitolo ambientato totalmente nel passato, con Phoenix come unico protagonista. La data precisa non è chiara, ma dovrebbe trattarsi di poche settimane prima dell'inizio delle Galaxian Wars, quindi i primi mesi del 1986. Pur essendo l'insegnante ufficiale per l'armatura della Fenice, Guilty non la possiede: essa si trova in mano ai Cavalieri Neri, che vivono nella parte più remota dell'Isola agli ordini di Jango. La loro storia viene ampliata dall'Ipermito, che racconta come si tratti di uomini che, desiderosi di diventare Cavalieri, fallirono nel conquistare persino un'armatura di bronzo, e si recarono lì per ottenerne una nera, forgiata nel corso dei millenni dagli antichi alchimisti. Oltre ai Black Four si vedono sullo sfondo dozzine di Cavalieri Neri, ciascuno con indosso un'armatura diversa che dovrebbe, in teoria, corrispondere ad una di quelle ufficiali. Nessuna è però riconoscibile, eccetto una le cui forme ricordano vagamente quella di Asterione. Pur non avendoli usati contro il Maestro, Phoenix ha appreso sia l'Houyoku Tensho che il Phoenix Genmaken, insieme ad un generico "Pugno della Fenice" (Phoenix no Ken), che non ricomparirà più in futuro. Il ragazzo sconfigge uno ad uno i Black Four, ricordando stralci del suo passato. A differenza della versione animata, Esmeralda non è la figlia del maestro di Phoenix, ma di anonimi contadini di un'isola vicina, che l'hanno venduta ad una famiglia di fattori della Death Queen per tre sacchi di farina. Il suo padrone le affida compiti come sfamare mucche e maiali, è solito frustarla e punirla, e sembra sapere dell'addestramento di Phoenix, anche se non è intimorito da lui e lo chiama "giapponese barbone". Tutta questa versione, oltre ad avere poco senso da diversi punti di vista, è un pò troppo estrema, e probabilmente per questo è stata edulcorata dall'anime. In punto di morte, Guilty rivela a Ikki il nome di suo padre. Tale nome non viene ancora detto espressamente, ma è palese dai vari riferimenti fatti subito dopo da Phoenix, che afferma di voler uccidere tutti coloro che hanno legami di sangue con la Fondazione Grado, ed infatti si tratta di Mitsumasa Kido. Le ragioni e ramificazioni di questa scoperta saranno trattate occasionalmente più avanti, anche se poi Kurumada metterà l'intera questione da parte. Black Dragon, che pare aver combattuto senza l'aiuto del fratello, è l'ultimo Black Four a cadere. Jango non viene presentato in alcun modo, ma varie fonti lo indicano come l'istruttore dei Cavalieri Neri, sebbene la sua forza sia inferiore rispetto a quella dei Black Four. Per ragioni sconosciute, è lui a possedere l'armatura della Fenice, anche se non l'ha mai indossata. In questo capitolo, fa la sua prima apparizione ufficiale un Cavaliere d'Oro, Shaka di Virgo. In realtà, l'intero capitolo è uno speciale che fu scritto da Kurumada quasi un anno più avanti rispetto a quelli di questo periodo, in contemporanea con i primissimi capitoli della corsa per le Dodici Case, e solo in seguito, in occasione dell'uscita dell'edizione a volume, venne retroattivamente inserito qui. Virgo dice di essere venuto dal Gange, indicando sin da ora le sue origini indiane. Nel paragonare Phoenix a Son Goku, fa riferimento alla più famosa delle leggende orientali, quella dello scimmiotto dispettoso che, dopo aver gettato il regno dei cieli nel caos, venne imprigionato da Buddha per secoli e secoli. Nel romanzo che raccoglie le sue avventure, il celebre "Viaggio a Occidente", Goku, credendosi invincibile volò per ore sopra una nuvola magica, raggiungendo una montagna lontana e marchiandola, prima di far ritorno da Buddha che lo aveva sfidato. Quest'ultimo però gli fece vedere che, partendo dal centro del palmo della mano, aveva semplicemente raggiunto la piega del suo pollice, indicando simbolicamente come la grandezza di cui era tanto fiero fosse in realtà un niente paragonata ai poteri superiori. In Giappone, la fama della leggenda di Goku è tale da aver ispirato, in maniera più o meno diretta, numerosi anime, tra cui il famoso Dragonball. Parimenti, Phoenix, che si crede invincibile, non riesce in realtà nemmeno a smuovere Virgo, evidenziando i suoi limiti rispetto ad un Cavaliere d'Oro. Virgo alla fine cancella tutti i suoi ricordi, che riemergeranno solo in occasione del duello tra i due al Grande Tempio. Altre anticipazioni che vengono da quest'aggiunta al capitolo sono l'abitudine di Virgo di tenere gli occhi chiusi ed i poteri rigenerativi dell'armatura della Fenice, che, dopo essere stata quasi distrutta, torna normale. Phoenix accenna all'aver ricevuto numerose lettere dalla Fondazione Grado per partecipare alle Galaxian Wars, confermando che il suo addestramento si è concluso poco tempo prima di quello di Pegasus. Il titolo originale di questo capitolo, all'epoca della prima pubblicazione su Shonen Jump, era semplicemente "Shaka".