SAINT SEIYA EPISODE G N°17

COLUI CHE POSSIEDE LA FIAMMA NERA

Personaggi Presenti: Iperione, Ponto, Aioria, Shura, Camus, Aldebaran, Shaka, Milo.

Data: Incerto, probabilmente 28 Aprile 1979;

Lunghezza: 44 pagine in b/n.

Fiero del suo potere divino, Ponto accumula la Dunamis e sferra un Melas Helix colmo di energia, che Aioria non ha speranze di schivare. All’ultimo momento però Iperione si para dinanzi a lui e, voltandosi di scatto, annulla il Melas Helix con un colpo di Prominence Blade, generando un’onda di energia che frantuma il suolo in direzione di Ponto. "Io… non appartengo a nessuno" afferma l’orgoglioso Titano, ammettendo di essere ormai allo stremo, ma di poter ancora combattere grazie al potere rigenerativo dell’Uroboro. In questi ultimi momenti di vita, vuole fare una richiesta ad Aioria: "Dato che io non ci sarò più, ti prego di proteggere la mia gente in mia vece" supplica, promettendo in cambio di occuparsi lui di Ponto, a sua volta sorpreso dalla forza della Dunamis di Iperione. "O abitanti della terra… ve ne prego… desidero che mostriate la bellezza del vostro pianeta alla mia gente. Donate loro un futuro sotto i raggi del sole che sulla terra risplende". Aioria, colpito, lo guarda in silenzio, mentre Ponto gli chiede cos’abbiano gli umani più degli Dei. La risposta di Iperione è tanto semplice quanto incisiva: la possibilità di crearsi da soli un futuro, bruciando la vita limitata che possiedono. Piuttosto che donare a Ponto la propria Dunamis, Iperione preferisce affidarla agli esseri umani, per poter costruire un futuro insieme a loro. Seccato da questa ribellione, Ponto decide di uccidere con le proprie mani il Titano prima di prenderne il corpo, ma Aioria interviene, furioso per l’atteggiamento arrogante del Dio antico. E non solo lui, anche Milo, Camus, Shaka, Shura e Aldebaran, colpiti dalle parole di Iperione, decidono di scendere in campo al suo fianco, certi che Atena non troverà increscioso un loro intervento di gruppo in difesa di due guerrieri moribondi. Iperione è toccato dalla loro generosità, ma solo lui può sconfiggere quella manifestazione di Ponto nata dall’acqua nera che scorre dentro di lui. Ridendo di quest’affermazione, Ponto sferra il Melas Helix, ma Iperione brandisce la spada e, rivolgendosi ad Aioria, dichiara "Essere liberi significa affrontare il proprio destino senza lasciarsi assoggettare. Io sono un Dio il cui nome non sta scritto né nella leggenda né nelle stelle… e tuttavia ti prometto che inciderò la nostra battaglia nel cosmo che brucia in me, facendone brillare la fiamma per l’eternità". Poi, dopo un ultimo sorriso, il Titano va serenamente incontro alla morte e con un colpo di spada mozza sia il braccio di Ponto che il proprio, all’altezza della spalla, arrecando un gravissimo danno al nemico, che è costretto a scomparire. Fiero del proprio operato, Iperione afferma che ormai la Dunamis e l’Ichor di Ponto stanno abbandonando il suo corpo, e quindi, negli ultimi istanti di vita, egli sarà un essere umano, proprio come Aioria. Per questo gli chiede un ultimo duello, finalmente alla pari, per porre fine al loro lungo duello. Rispettandone la ferrea volontà, Aioria trattiene le lacrime ed acconsente, lanciando per l’ultima volta il Lightning Bolt. Prima di cadere, Iperione ringrazia il Cavaliere d’Oro per quel che gli ha insegnato: avere coraggio non significa battersi in nome di qualcuno, ma proteggere coloro che in te hanno fiducia. Dopo aver rinnovato la richiesta di proteggere il suo popolo ed il suo sovrano, Iperione crolla in ginocchio, spegnendosi ai piedi di Aioria.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 33 Manga Planet.

La logica, questa sconosciuta: Aioria era intervenuto più di una volta nei duelli di altri Cavalieri d’Oro, ed anche Shaka aveva fatto lo stesso proteggendo il compagno da Giapeto alcuni numeri fa.

Note: "Il mio nome è Iperione il Nero". 9/10 Un capitolo epico e profondo, elogio funebre ed epitaffio per Iperione, sicuramente il personaggio di maggior spessore e complessità psicologica introdotto in Episode G. L’apparizione di Ponto alla fine serve proprio a sottolineare fino all’ultimo istante il valore del Titano e l’evoluzione da lui avuta nel corso del manga, dove è passato dal disprezzare gli esseri umani a rispettarli e persino ammirarli, maturando grazie a Ceo ed Aioria. Grazie al potere dell’Uroboro, Iperione riesce a restare ancora in piedi e combattere per un po’, sebbene a prezzo di grandi quantità di Dunamis ed Ichor. Stando a quel che dice, è il solo a poter sconfiggere Ponto perché egli è stato generato dall’acqua nera nel suo corpo, ma non è chiaro se le sue parole vadano prese alla lettera o se si tratti di una scusa per poter lottare da solo. Finalmente invece Milo e gli altri Cavalieri d’Oro spiegano il motivo per cui sono rimasti in disparte: il codice d’onore vieta loro di intromettersi in un duello tra due nemici, a meno che non esistano circostanze particolari. In realtà, ci sono diversi casi sia nella serie classica che nel G in cui questo discorso è stato ignorato, ma vista nella serie di Hades l’importanza che i Cavalieri d’Oro danno all’onore, è una giustificazione tutto sommato accettabile.