SAINT SEIYA EPISODE G N°2

COLUI CHE RIGENERA LE CORAZZE

Personaggi Presenti: Aioria, Iperione, Pontos, Cronos, Marin, Lythos, Aldebaran, Mur, soldati di Pontos, soldati del Grande Tempio, abitanti del Grande Tempio, abitanti del Jamir, scheletri guerrieri.

Data: Incerto, probabilmente 18 Aprile 1979.

Lunghezza: 46 pagine in b/n.

Sul Grande Tempio l'atmosfera cupa portata dal cosmo di Iperione va dissipandosi, con gran sollievo dei soldati e della popolazione, ma Aioria è troppo esausto per accorgersene. L'armatura d'oro si stacca completamente dal suo corpo, ricomponendosi a forma di Leone, ed il cavaliere sviene per la fatica e le ferite. Lythos corre subito in aiuto del suo padrone, ma prima che possa far venire qualcuno scopre che alle sue spalle vi sono ancora dei soldati nemici, pronti ad approfittare dello stato di spossatezza del ragazzo. Coraggiosamente, Lythos impuga un bastone di legno per proteggere il cavaliere, ma prima che possa usarlo i soldati cadono, abbattuti da una forza sconosciuta. Per un istante Lythos si chiede se sia opera sua, ma poi si accorge che sul campo di battaglia è giunta una figura incappucciata. Costei si rivela per Marin, cavaliere d'argento dell'aquila, che sbaraglia i nemici col suo colpo segreto Eagle Toe Flash. Osservando il volto di Marin, coperto da una maschera, Lythos comprende che la sua soccorritrice è una donna, obbligata a nascondere il proprio viso dalle dure leggi del Grande Tempio. Dopo aver spiegato che l'attacco di Iperione è una dichiarazione di guerra a tutti i cavalieri, e non solo a quelli d'oro, Marin prende in spalla Aioria e lo porta via perché possano prestargli soccorso. Intanto, molto lontano, in una cittadella diroccata circondata da fulmini, Iperione fa ritorno alla base e si appresta a far rapporto al suo signore, il grande Cronos. La divinità ancestrale, ridotta a puro spirito e col viso oscurato da un elmo, è incatenato dai fulmini, a riprova del supplizio eterno cui Zeus lo costrinse dopo averlo sconfitto nelle epoche mitologiche. Giurando vendetta contro il signore dell'Olimpo, Iperione si inchina, quando viene raggiunto da Ponto, divinità ancestrale del mare. Ponto, che sembra essere al comando dei Titani, chiede al Dio se il suo rapporto riguardi "l'uomo del Leone", ed Iperione è costretto ad ammettere che Aioria ha realizzato l'incredibile, danneggiando la sua Soma e ferendolo lievelmente. Un tale miracolo è la prova che i cavalieri, pur essendo esseri umani, potrebbero rivelarsi nemici pericolosi. Ponto è d'accordo, e rivela che dopo la partenza di Iperione anche i soldati che lui aveva mandato in appoggio sono stati sconfitti. La scoperta di un tale dettaglio irrita Iperione, che l'interpreta come mancanza di fiducia nei suoi confronti, ma Ponto lo calma e gli ricorda l'importanza di saper pianificare una nuova strategia, capace di prevedere le mosse nemiche. A riprova di ciò, Ponto avvisa che i cavalieri si recheranno in Oriente, alla ricerca di nuove forze. La sua previsione si rivela corretta, ed infatti un paio di giorni dopo Aioria, vestito in abiti civili, è in un villaggio in Jamir, nell'Asia centro-meridionale. Con lui ci sono Lythos ed Aldebaran, cavaliere del Toro. Proprio Aldebaran ha consigliato ad Aioria di recarsi lì per far riparare l'armatura del Leone, ed ha insistito per accompagnarlo, pur non volendo spiegare il perché. Ora però i due stanno facendo perdere tempo ad Aioria comprando souvenir, ed il cavaliere del Leone non ne è per niente contento. Questo provoca uno scherzoso litigio con Aldebaran, che, poco più tardi, perde altro tempo ammirando il panorama fino al calar del sole. Nonostante questi contrattempi però il gruppo non si è perso, ed anzi hanno raggiunto la zona dove vive coloro che cercano. Davanti a loro però c'è un'enorme distesa di scheletri di guerrieri, tutti periti nel tentativo di far riparare le loro armature. Gli scheletri, posseduti dagli spiriti maligni della zona, si alzano per uccidere i nuovi venuti, ma Aioria li distrugge con un colpo solo, mostrando di avere ancora molta forza nonostante le ferite recentemente sostenute. Superati gli scheletri, i tre arrivano finalmente a destinazione, solo per scoprire che l'abitazione di coloro che cercano non ha porte o altri ingressi. Aioria è pronto ad aprirsi un varco nelle mure quando alle sue spalle appare una figura, vestita con abiti da monaco, che gli chiede di placare il suo cosmo offensivo o di andarsene. Sbalordito, Aioria capisce di essere al cospetto di Mur, l'unico uomo al mondo capace di riparare le armature.

Glossario: Eagle Toe Flash: Volo dell'Aquila Reale.

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 4 Manga Planet.

La logica, questa sconosciuta: Per quale motivo Camus, che aveva avvertito la presenza dei soldati di Iperione nel numero scorso, non ha fermato anche il drappello che ora cerca di uccidere Ioria ? Castalia stavolta non è ricercata, quindi non ha motivo di girare il Grande Tempio nascondendosi con un mantello. Nello scorso capitolo Ioria si era rotto entrambe le braccia, eppure ora non sembra avere fasciature di sorta. Contrariamente a quanto dice Aldebaran, gli scheletri nel cimitero non possono essere tutti cavalieri, visto che le loro armature non rappresentano alcuna costellazione. E' però possibile che siano soldati o cavalieri di altre divinità.

Note: "Costui è Mur… l'unico riparatore di armature al mondo ?!". Un capitolo ben più tranquillo dei precedenti, ma comunque interessante, per la scoperta di nuovi dettagli su Crono e i Titani, e divertente, per la buffa caratterizzazione di Ioria e Toro. Si tratta comunque solo di un capitolo di preludio, per concludere il secondo volume del manga e preparare agli eventi del successivo. Quando l'armatura del Leone si ricompone è interessante notare che le zampe anteriori, corrispondenti ai bracciali, sono spaccate. Il commento di Lythos, che si chiede se anche lei ha un cosmo, è uno scherzoso riferimento al primo OAV dell'anime, in cui i bambini dell'orfanotrofio St. Charles aggredivano Pegasus per controllare se anche loro avessero un cosmo. Con l'apparizione della giovane Castalia per la prima volta in Episode G vediamo un cavaliere diverso dai cavalieri d'oro. La sacerdotessa, che ovviamente non ha ancora iniziato l'addestramento di Pegasus, soccorre Ioria mostrando di non condividere l'opinione generale che c'è nei confronti del cavaliere d'oro, e forse dando il via al rapporto di amicizia che in futuro la legherà al custode della quinta casa. L'apparizione della donna, col corpo nascosto da un mantello, è un chiaro riferimento all'episodio 51 dell'anime, in cui si introdurrà al Grande Tempio camuffata allo stesso modo. Le parole di Lythos, che tra l'altro mostra di conoscere almeno in parte il ruolo delle maschere per le sacerdotesse, suggeriscono che l'armatura di Castalia è completamente bianco argento, e non blu come nell'anime. Finalmente vediamo Crono, signore dei Titani. Il Dio è di dimensioni gigantesche, sembra quasi del tutto incorporeo e, per motivi per ora ignoti, ha il volto nascosto da un elmo. Nonostante la punizione di Zeus, che lo obbliga ad infiniti tormenti (un supplizio probabilmente ispirato a quello di Prometeo nel mito), Cronos può ancora manifestare la propria immagine usando il cosmo, come fece ad esempio nel numero1 comparendo a Gemini. Viste le sue condizioni, il comandante in campo dell'esercito sembra però essere Ponto, che è anche la figura nell'ombra spesso comparsa nei capitoli precedenti, quando ad esempio prese il controllo di Galan. Nel mito Pontos era figlio diretto di Gea e fratello di Urano, quindi "zio" di Crono ed in teoria a lui superiore. Al momento non è noto perché stia appoggiando il Dio nei suoi piani di conquista. Non è chiaro quanto tempo passi tra il viaggio di Ioria in Jamir e la fine della battaglia con Iperione, ma, visto che il ragazzo è di nuovo in piedi e capace di camminare, deve trattarsi di almeno un paio di giorni. Le scene con Aldebaran al mercato e poi sulle montagne, oltre ad offrire un piacevole intermezzo comico, danno un pò di caratterizzazione al personaggio, che tra i vari cavalieri d'oro è probabilmente il meno approfondito. Kurumada sembra qui rappresentarlo seguendo i canoni classici del gigante buono, forzuto ma d'animo buono. Le scene in quello che in futuro sarà chiamato il Cimitero dei Cavalieri sono invece un bel tocco di continuity con la serie classica, visto che Sirio dovrà affrontare le medesime difficoltà per raggiungere Mur. Parimenti, il modo in cui Mur appare alle spalle di Ioria ricorda il modo in cui apparve alle spalle di Sirio nel 10° episodio dell'anime. Curiosamente, nell'edizione italiana del manga è stato lasciato Mur invece dell'originale Mu.