SAINT SEIYA GIGANTOMACHIA

CRONOS

Personaggi Presenti: Pegasus, Sirio, Cristal, Mei, Tifone, Andromeda, Echidna, Ladone, Ortro, Chimera, Phoenix.

Data: Estate 1987 circa.

Lunghezza: 61 pagine (da pagina 132 a pagina 193)

Nel lago sotterraneo, prosegue lo scontro tra Pegasus e Chimera, che ben presto sorprende il giovane avversario mostrando di poter colpire rapidamente nonostante la sua mole. I fendenti della sua spada di serpente tagliano l'aria, sfiorando il cavaliere, e la Bestia Multiforme preme l'attacco sferrando il colpo fiammeggiante "Antrace". Pur venendo colpito solo di striscio, Pegasus viene spinto indietro, con il pettorale dell'armatura sfregiato, a dimostrazione che un colpo diretto sarebbe fatale. Chimera continua a menar fendenti, ma i suoi movimenti sono strani, quasi non sincronizzati con l'attacco, e questo confonde Pegasus, che stenta a difendersi. Alla fine, il cavaliere sferra il suo Fulmine, che però li para con lo scudo di capra. I colpi sollevano colonne d'acqua nel lago, permettendo a Pegasus di afferrare il nemico alle spalle e sferrare la Spirale, ma improvvisamente si accorge che il corpo del nemico è incandescente, ed il solo toccarlo gli causa profonde ustioni. Chimera spiega che l'Adamas di Rubino è un'armatura ardente, impossibile da toccare. A causa del calore, il lago sotterraneo inizia ad evaporare, riscaldando la temperatura come quella di una sauna, e nello stesso momento Chimera sferra un nuovo colpo, centrando Pegasus alle gambe e causandogli una copiosa e dolorosa emorragia. Il figlio di Tifone ormai è certo della vittoria perchè il nemico non può più muoversi agilmente, e così sferra di nuovo l'Antrace. Facendo esplodere il proprio cosmo però, Pegasus balza in aria e scaglia la Cometa Lucente, che si abbatte con potenza indescrivibile sul mostro, spaccando lo scudo di capra e la sua Adamas, dilaniandolo. Quando il cavaliere guarda di nuovo, il corpo di Chimera è scomparso, lasciando solo un'armatura vuota e fredda sul fondo del lago. Vittorioso ma esausto, il ragazzo cerca di allontanarsi, ma le gambe cedono sotto di lui facendolo cadere. Intanto, in un'altra caverna, il gelo di Cristal è alle prese con Ortro, il cane malefico. Approfittando della goffagine dei movimenti nemici, Cristal sferra la Polvere di Diamanti, intrappolando Ortro in una spessa coltre di ghiaccio. Convinto della vittoria, il cavaliere pensa agli amici in pericolo, ma Ortro non è ancora sconfitto e frantuma facilmente il ghiaccio. Un attimo dopo, la caverna piomba nel buio più assoluto: il Campo di Flegra, inutile grazie alla protezione del sangue di Atena, viene rimosso, e l'Adamas di Zaffiro del Gigante cambia tonalità, adattandosi alle tenebre. Cieco, Cristal si trova indifeso e viene colpito alla spalla dal colpo segreto del nemico, il Sappheiros Enedra, e poi da numerose artigliate, che penetrano ripetutamente nella sua carne. Preoccupato, il cavaliere inizia a cedere al panico, ma poi si calma, ricordando le lezioni del suo maestro e concentrandosi maggiormente. Pian piano, si accorge dei momenti in cui le zanne del Sappheiros Enedra si incrociano in aria, scintillando leggermente, e vede due cani maligni, i coprispalla di Ortro, appoggiati sul gigante. Il cavaliere intuisce che il nemico può muovere telepaticamente questi cani, colpendolo a distanza, e reagisce immediatamente con gli Anelli del Cigno, che intrappolano le due fiere. Cristal spiega di non aver bisogno degli occhi per combattere, e di aver trovato i cani in base al rumore prodotto dal contatto con le sue onde di ghiaccio, poi sferra l'Aurora del Nord, scatenando un uragano di ghiaccio che fa cadere l'elmo del nemico e lo intrappola in una colonna di ghiaccio. Il cavaliere si volta per andare via, ma il ghiaccio alle sue spalle esplode, liberando Ortro, che avanza verso il Cigno privo dell'elmo, e della testa. Sbalordito infatti, Cristal scopre che il Gigante è acefalo, non aveva nulla sotto l'elmo, e nello stesso momento Ortro grida come una bestia, ponendosi a quattro zampe, e lasciando uscire due teste canine dal posto in cui si trovavano i coprispalla. Cristal capisce che Ortro è un vero cane bicefalo, proprio come nel mito, e infatti la bestia lo assale, atterrandolo ed azzannando entrambe le braccia. Con uno sforzo immane, il Cigno si libera, resistendo al dolore, e solleva le braccia sopra la testa. Ortro balza di nuovo all'attacco, ma Cristal sferra il Sacro Acquarius, congelando il mostro, la cui Adamas sembra spegnersi. Un attimo dopo, la creatura va in frantumi, finalmente distrutta, ma la vittoria è di breve durata: esausto, Cristal crolla a terra. Altrove, il Drago Nascente di Sirio travolge Ladone, permettendo a Mei di proseguire da solo. Ben presto, il figlio di Tifone si rialza, mostrando un cosmo spaventoso, superiore a quello di qualsiasi nemico Sirio abbia affrontato in passato, ma la cosa più incredibile è che è uguale a quello del cavaliere. Ladone conferma che i loro cosmi sono identici per natura, e questo perchè lui è il Drago a Cento Teste che nelle epoche mitologiche venne posto in cielo, creando la costellazione del Dragone, che è quella che protegge Sirio. Loro due hanno gli stessi destini stellari, ma sono sotto la protezione di Divinità differenti e destinati ad essere nemici. Ladone, dopo aver spiegato di aver lasciato andare via Mei considerandolo innocuo, innalza il proprio cosmo, provocando Sirio perchè Atena lo ha lasciato combattere seppur privo della vista, e poi dichiarando che alla costellazione del Dragone basta un solo guerriero. Ladone attacca per primo, con lo stesso raggio di luce che ha ucciso Nicole, ma Sirio lo devia con il proprio scudo, spiegandone la leggenda al nemico, e contrattacca con il Colpo del Drago Volante. A Ladone però basta far esplodere il proprio cosmo per respingere il cavaliere, e poi lo espande per avvolgerlo da tutte le direzioni, con la tecnica Poliorkia, o Assedio. Immagini di tenebre e morte assalgono la mente di Sirio, che vede la propria anima venir divorata da un mostro terribile. Ladone, nel vedere il ragazzo immobile per le illusioni, crede che sia ormai impazzito e cerca di finirlo, ma il cavaliere si difende con lo scudo, sorprendendo il Gigante. Dragone ribadisce la grande forza degli esseri umani, sostenuti dal voler proteggere chi amano, e poi si priva dell'armatura, affrontando il nemico a petto nudo. Sulla sua schiena, compare l'immagine del Drago, segno che il suo cosmo ha raggiunto il massimo livello, ed infatti la sua aura brilla ardente e minacciosa, tanto da spingere Ladone ad attaccare per primo con la Poliorkia. Sirio però ormai conosce questa tecnica, e la ribalta con il Colpo Segreto del Drago Nascente, annientando il nemico, il cui cosmo scompare. Esausto, Sirio crolla anche lui, preoccupato per il non riuscire a percepire il cosmo di Mei. Quest'ultimo ha intanto raggiunto Pegasus, aiutandolo a riprendere i sensi ed informandolo della morte di Nicole. Consapevole di essere l'unico a poter fermare Tifone, Mei prosegue, ma Pegasus è preoccupato perchè non riesce ad avvertirne la presenza. Poco dopo, Mei raggiunge Cristal, ancora a terra per le ferite, e, sorprendendolo, gli chiede cosa pensi di loro padre Alman di Thule. Il Cigno risponde di averlo odiato in passato, ma di aver in seguito capito come si sia dovuto sacrificare per seguire il destino impostogli dalle stelle. Ringraziando Cristal per queste parole, Mei si allontana, preoccupando il Cigno che non riesce a percepire il cosmo del fratello. Nel giro di pochi minuti, il ragazzo raggiunge Tifone alla Prigione del Tempo Sospeso, dove quest'ultimo si trova insieme ad Echidna. Tifone ha ormai assorbito anche quanto restava di Chimera, Ortro e Ladone, ed ora vuole uccidere Mei, a sua volta preoccupato per Andromeda che, non avendo ricevuto la protezione dal Campo di Flegra, è immobile ed esausto. Il Dio dall'Adamas di Onice mostra a Mei la sposa Echidna, pronta a dare alla luce il suo nuovo corpo, poi, resosi conto che il ragazzo è immune al Campo di Flegra, lo riassorbe, cosicchè il suo corpo divino diventa l'unica tenue fonte di luce. Il combattimento tra i due inizia, con Tifone che distrugge facilmente i fili della Chioma di Berenice e Mei che continua ad avanzare valorosamente. Il Dio definisce il ragazzo un semplice burattino nelle mani di Atena, dichiarando che lui schiavizza con il terrore, mentre la Dea Ateniese lo fa con l'amore, quindi tra loro non vi è differenza se non nei metodi. Il cosmo di Tifone respinge Mei, strappandogli una gamba, ma dalla ferita non sgorgano che poche gocce di sangue, e non l'emorragia che ci si sarebbe aspettati. Tifone dichiara che Mei in realtà è morto combattendo contro Ladone, ed il ragazzo intuisce con terrore che è successo proprio questo, e che sono stati il sangue di Atena e le benedizioni dei cosmi di Sirio, Pegasus, Cristal e Andromeda a permettergli di giungere fino a lì, per compiere il destino della sua armatura. Mettendosi la mano sul petto, Mei si accorge che il suo cuore non batte più, e che il suo cosmo sta svanendo. In quel momento, Echidna inizia ad agitarsi, vicina a dare alla luce il nuovo corpo di Tifone, simile ad una grande pietra preziosa con il luccichio del diamante: un'Adamas di Cornalina o Corniola. Felice all'estremo, Tifone inizia a trasferire se stesso nel nuovo corpo, ma in quel momento l'altare viene avvolto dalle fiamme, che consumano mortalmente Echidna e distruggono il nuovo corpo di Tifone. Sono le Ali della Fenice, Phoenix è giunto finalmente sul campo di battaglia. Mentre Tifone impazzisce di rabbia, Phoenix vede Mei, accorgendosi che non ha cosmo, o vita, entrambi scomparsi con lo scorrere del suo sangue. Senza quasi perdere tempo con lui, il cavaliere della Fenice prende Andromeda, portandolo via, ma prima di sparire ascolta l'ultima richiesta di Mei, di prendersi cura dei loro fratelli. Dopo che Phoenix è andato via, Mei riattacca la propria gamba al corpo cucendola con i fili della Chioma di Berenice, e si avventa su Tifone, pronto a compiere il suo destino.

Glossario: Sappheiros Enedra: Agguato / Inganno dello Zaffiro

Edizione Italiana: Il capitolo è al momento inedito in Italia.

La logica, questa sconosciuta: Quand'è che l'armatura di Mei ha ricevuto il sangue di Atena?

Note: Per la prima volta un capitolo che, nonostante la lunghezza, scorre abbastanza bene, penalizzato solo da qualche divagazione di troppo. Gli scontri sono un pò piatti, per lo più un susseguirsi di colpi segreti, ma i figli di Tifone, così diversi dai normali avversari dei cavalieri, catturano l'attenzione. Un pò crudo il finale, ma ben fatta la rivelazione sulla morte di Mei. Chimera ed Ortro non sono normali esseri umani, ma una sorta di bestie antropomorfe, simili nell'aspetto a come il mito li descrive. In particolare Ortro, seppur capace di camminare su due gambe e di usare la telecinesi, non ha quasi nemmeno il dono della parola. Chimera ha la parte superiore del corpo di leone, ma sa parlare, e le sue mani sono comunque prensili e capaci di maneggiare le armi. Una frase dell'autore ricorda come i cavalieri, pur non usando armi di solito, siano addestrati a maneggiarle, principalmente per sapersi difendere, e in effetti la cosa è stata mostrata di tanto in tanto nell'anime. Ovviamente comunque si parla di armi bianche, e non delle moderne armi da fuoco. Il colpo segreto di Chimera si chiama "Antrace", che è il nome di una particolare infezione, e deriva dal greco "antrax", ovvero carbone. Si tratta praticamente di una tecnica di fendenti di fuoco, che Chimera sferra con la sua spada, e che sono abbastanza caldi da sfregiare l'armatura di Pegasus. Considerando che tale armatura dovrebbe essere la V2, la spada di Chimera dovrebbe essere paragonabile a quella di Megres di Asgard, e curiosamente anche il Gigante ferisce Pegasus alle gambe, come il guerriero del Nord. Lo stesso corpo del Gigante è incandescente, ed è possibile che sia il suo cosmo ad infiammare la spada, ma la cosa non viene ben spiegata. In momenti diversi, tutti i Giganti dicono di voler mangiare il rispettivo nemico, suggerendo che siano antropofagi e che possano assorbire il cosmo come Tifone. Ortro ha una configurazione un pò strana: normalmente, cammina su due gambe, indossando un elmo finto e nascondendo le vere teste sotto i due coprispalla, a forma di musi canini, che può muovere telepaticamente. In realtà però le sue due teste canine sono sulle spalle, e quindi i coprispalla agiscono come una specie di elmo. Quando il mostro se ne libera, le teste rientrano nel pettorale, come se fosse un guscio da tartaruga. Curiosamente, Ortro non parla più dopo aver perso l'elmo, quindi è possibile che questo sia dotato di qualche potere speciale, per permettere alla creatura di comunicare. I Giganti hanno il potere di annullare la Barriera di Flegra sul posto, mentre Tifone può assorbirla del tutto. A differenza dei due compagni, Ladone ha un aspetto umano, sebbene il suo nome nella mitologia sia quello del drago a cento teste che, ucciso da Ercole, divenne la costellazione del Dragone. Per questo motivo, sia il Gigante che Sirio traggono forza dalla stessa stella, ed hanno un cosmo di eguale natura. Un pò a sorpresa però, Ladone ha come attacco principale una tecnica psichica, mentre l'unico attacco fisico è un raggio senza nome, non abbastanza potente da penetrare lo scudo di Sirio. Scopriamo che Mei era morto dissanguato dopo lo scontro con Ladone, e che era rimasto attivo solo grazie al sangue di Atena sulla sua armatura, ed alle benedizioni dei fratelli. È la prima, e finora unica, volta che questo avviene in qualsiasi serie dei CdZ, dove al più si sono avuti personaggi gravemente feriti capaci di trascinarsi con uno sforzo di volontà o grazie al proprio cosmo. Nonostante questa sua strana condizione comunque, Mei può essere distrutto, ad esempio distruggendo il suo corpo o decapitandolo, ed è destinato a cadere perchè il suo cosmo sta svanendo. A differenza di Sirio e gli altri, Mei non aveva ricevuto il sangue di Atena prima di partire per il vulcano Arima, quindi la sua armatura deve esserne stata bagnata secoli prima. Facendo un paragone interessante, Tifone afferma che lui governa le persone con il terrore, mentre Atena lo fa con l'amore, dando quindi a intendere che i due non sono del tutto diversi perchè entrambi si servono di pedine per i propri scopi. Tifone chiama Echidna per nome, ma la donna non muore come era successo a Pallas, quindi l'autore suggerisce che in realtà il suo vero nome sia un altro, e che "Echidna" sia solo un nomignolo datole in seguito dagli uomini. In questa Gigantomachia Phoenix fa l'apparizione più breve della storia, distruggendo Echidna ed il nuovo corpo di Tifone e poi andando via con Andromeda senza dire quasi niente.