SAINT SEIYA GIGANTOMACHIA

DEUS EX MACHINA

Personaggi Presenti: Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda, Phoenix, Mei, Tifone, lady Isabel.

Data: Estate 1987 circa.

Lunghezza: ? pagine (da pagina 193 a pagina ?)

Ovunque nel mondo l'attività vulcanica causata da Tifone inizia a diminuire, mentre i cavalieri fanno ritorno al Grande Tempio. Sirio e Cristal partono per la Cina e la Siberia allo scopo di curarsi le ferite, e Phoenix scompare di nuovo per conto proprio. Rimasto solo al Grande Tempio con Pegasus, Andromeda riesce finalmente a portarlo al teatro Odeon a vedere l'Oreste, che stavolta procede senza intoppi, mostrando il modo in cui il matricida protagonista viene inseguito dalle Erinni e finalmente processato al Tribunale di Atene. Dopo che persino gli Dei hanno preso parte al processo, Atena, convinta dal discorso difensivo di Apollo, rompe l'equilibrio sul voto finale e dichiara Oreste innocente, proteggendolo anche dalle Erinni. Questa rappresentazione però non basta a tener vivo l'interesse di Pegasus, che si addormenta in corso d'opera e, al risveglio, chiede all'amico che la prossima volta vedano una commedia o qualcosa di più leggero. Mentre i due osservano il cielo, Tifone e Mei sono ancora imprigionati insieme nella Prigione del Tempo Sospeso. Mentre l'armatura della Chioma di Berenice va in pezzi, il ragazzo spiega al Dio che lui stesso è il sigillo di Atena e lo terrà imprigionato con se per tutta l'eternità. Tifone è certo di riuscire prima o poi a liberarsi, mentre Mei è pronto a compiere il proprio destino, sacrificandosi in modo da consegnare la vittoria di una guerra che non sarà ricordata nella storia, in nome della pace sulla Terra. Al Grande Tempio, lady Isabel osserva malinconica la costellazione della Chioma di Berenice.

Glossario: /

Edizione Italiana: Il capitolo è al momento inedito in Italia.

La logica, questa sconosciuta: /

Note: Un epilogo discreto, dedicato quasi più alla narrazione dell'Oreste che alle vicende dei cavalieri e di Mei. Il titolo, Deus Ex Machina, proviene dal mondo del teatro greco, ed indica quegli stratagemmi, spesso interventi divini, che salvavano il protagonista da una situazione altrimenti senza speranza. Oggi la frase è usata un pò come una critica, perchè evidenzia finali risolti con un improbabile intervento piuttosto che costruiti man mano nel corso dell'opera. Le Erinni o Furie sono tre divinità della vendetta, che davano la caccia a coloro che si erano macchiati di crimini particolarmente esecrabili, inseguendoli ovunque nel mondo e lanciandogli contro le proprie serpi. L'Oreste è ovviamente la tragedia che Andromeda e Nicole stavano seguendo nel primo capitolo del primo tomo. Alla fine, Mei e Tifone restano imprigionati per l'eternità in una specie di bozzolo in un'altra dimensione. Sebbene le parole di Tifone suggeriscano che prima o poi Mei morirà, il cavaliere sembra sicuro di se dal momento che in quella prigione il tempo non scorra normalmente, rendendo entrambi immortali. Con la loro scomparsa, nessuno dei personaggi introdotti dalla Gigantomachia sopravvive al romanzo, dal momento che tutti gli altri (Agrios, Thoas, Pallas, Ladone, Chimera, Ortro, Echidna, Yulij e Nicole) sono morti nei capitoli scorsi. Seppur positivo in termini di continuity quindi, questo lascia l'armaro in bocca, rendendo la storia un pò vuota. Dopo questo capitolo un breve epilogo/saluto di Kurumada, che ringrazia i fans per il supporto che hanno sempre dato ai CdZ, chiude il secondo tomo ed il romanzo.

Commento finale: Il primo, e finora unico, tentativo di convertire i Cavalieri in romanzo, risulta in un'opera complessivamente mediocre, penalizzata da una trama spesso appesantita da capitoli troppo lunghi e continue divagazioni, che vengono sollevati solo in parte da combattimenti al contrario fin troppo ovvi e veloci. I numerosi nuovi personaggi introdotti, ben 11, sono quasi tutti un pò piatti, ed anche tra i protagonisti Andromeda, e soprattutto Phoenix, sono gettati via facendo poco o niente. Più positiva l'introduzione di Mei, protagonista del romanzo che però l'autore ha avuto l'accortezza di non rendere tanto potente da fargli rubare la scena ai quattro cavalieri, e simpatiche le sue interazioni, specie con Yulij. Intelligente anche la conclusione finale, e ben organizzate le rivelazioni a sorpresa, come la possessione di Mei da parte di Tifone o l'identità del suo maestro, mentre lasciano un pò l'amaro in bocca le morti di Nicole e Yulij, rapide, brutali e, nel complesso, inutili. Infine, purtroppo la storia non può essere inserita in continuity, a causa di varie contraddizioni con gli eventi della serie classica posti sia prima che dopo la saga di Hades.