SAINT SEIYA LOST CANVAS

VOLUME 5 - IL CAPRICORNO

Personaggi Presenti: El Cid, Felser, Mine, Fobetore, Lacaille, suo padre, Gerico, Palmer, scienziato, spadaccini, Sisifo, Tsubaki, persone comuni.

Data: 1737

Lunghezza: 182 pagine in b/n.

CAPITOLO 1 (37) - LO SPADAIO

Nel 1737, il giovane Lacaille è figlio di un fabbro spadaio e si allena a forgiare armi sempre migliori. Tende però a sopravvalutarsi, come ricordatogli dal padre, che frantuma senza pietà le spade riuscite male sottolineando come esse siano un riflesso della mano di chi le ha create. L’uomo gli ordina di andare a pulire le spade arruginite, visto che di recente le ordinazioni sono aumentate parecchio, in seguito alla misteriosa comparsa di una città nel deserto dell’est. Questo luogo, comparso in una notte, è chiamato Catalania, ovvero "il miraggio", e lì presto si terrà un torneo che ha attirato i migliori spadaccini da tutto il mondo. D’un tratto, Lacaille avverte una presenza alle sue spalle, simile a una lama mortale, ma girandosi trova solo El Cid, vestito in abiti civili e con lo scrigno dell’armatura camuffata. Impugnata una delle spade arrugginite, Capricorn la pulisce con un rapido movimento della mano, riportandola alla purezza originaria. Quando ne ammira la fattura, Lacaille capisce che quell’uomo è in grado di leggere la personalità del creatore attraverso l’arma. D’un tratto, un gigante attaccabrighe insiste per poter usare la fontana, prendendosi gioco di El Cid per via del suo fisico minuto e minacciandolo con la sua enorme ascia. Indifferente al suo attacco, El Cid gli dice che ha solo forza bruta e lo abbatte con un solo fendente, presentandosi poi agli altri. Lacaille è impressionato.

CAPITOLO 2 (38) - AMAGIRE

El Cid rende la spada a Lacaille e si allontana. Il ragazzo, che ha notato come l’uomo sembri quasi una lama lui stesso, vorrebbe seguirlo ma viene fermato dal padre. Visto l’uomo, El Cid si complimenta con lui per la qualità dell’arma, inginocchiandosi e chiedendo poi scusa quando il fabbro sembra fraintendere le sue parole e interpretarle come una presa in giro. Capricorn afferma di voler diventare lui stesso una spada e di essere venuto per partecipare al torneo, ma non spinto dalla brama di donne o oro, quanto per adempiere a una missione. Colpito dalla sua dedizione, l’uomo gli regala la spada usata prima, ma lo avverte di non essere troppo rigido e noioso. Secondo lui, esistono due tipi di spade: la Nagagire - rigida e robusta ma anche fragile - e la Amagire, tagliente e flessibile. El Cid dovrebbe mirare a diventare un’Amagire, che vive a contatto con gli altri esseri umani e anziché spezzarsi diventa sempre più tagliente e affilata. Più tardi, El Cid si avvia all’arena guidato da Lacaille, cui il padre ha ordinato di seguirlo e imparare da lui. Durante il cammino, il ragazzo nota come il torneo abbia attirato la peggior risma di persone, e dato alla città una ricchezza illusoria che potrebbe svanire come un miraggio. I due arrivano poi all’anfiteatro dove si terranno gli scontri, ma prima di entrare El Cid restituisce la spada, affermando di poter usare solo il suo corpo come arma. Alle orecchie di Lacaille, quest’affermazione sembra una follia, ma poi El Cid indossa la propria armatura d’oro e afferma che non c’è nulla che la sua mano non possa tagliare.

CAPITOLO 3 (39) - LA BELLA PRINCIPESSA DI CATALANIA

Nella bolgia dell’arena, iniziano le selezioni per partecipare al torneo con un massacrante tutti contro tutti. Il vincitore finale otterrà non solo denaro e ricchezze, ma anche la mano della splendida principessa di Catalania, che osserva dall’alto gli eventi e la cui bellezza traspare nonostante indossi una maschera. Il fatto che El Cid vesta d’oro e sia disarmato viene preso come un atto di scherno così tutti si concentrano subito su di lui, ma al Cavaliere non basta che un fendente per abbatterli facilmente. Tale gesto lo fa notare dal gigantesco Gerico, un omone armato di palla chiodata, che però fa rapidamente la stessa fine. Intrigata, la misteriosa principessa scende nell’arena e lo paragona a una Nagagire prima di togliersi la maschera. El Cid ne riconosce subito la voce e poi il volto: è la sua vecchia amica Mine, l’unica in grado di farlo tentennare.

CAPITOLO 4 (40) - LA ZAN’OKI

Senza confermare la propria identità, la principessa impugna una strana spada e, in un solo invisibile gesto, trancia parte dell’arena e ferisce lievemente El Cid al viso. Quell’arma è la spada magica, la Zan’Oki, in cui la ragazza ha riversato la propria anima, rendendola in grado di obbedire alla volontà di chi la impugna e uccidere da sola l’avversario. Promettendo a El Cid che lo seguirà con attenzione, la principessa si allontana mentre l’arena inizia a svuotarsi. Lacaille raggiunge El Cid e gli chiede spiegazioni del suo strano comportamento, così il Capricorno afferma che quella ragazza era Mine, un tempo sua amica e rivale durante l’addestramento, quando desiderava forgiare la spada perfetta in cui riversare la propria anima. Il problema è che Mine era morta anni prima in seguito a una malattia polmonare, subito dopo aver supplicato El Cid di realizzare il suo sogno e conquistare la spada sacra. Quel giorno, il ragazzo non riuscì a versare nemmeno una lacrima, ma ora è visibilmente turbato, cosa che Lacaille non può fare a meno di notare. Di nuovo nell’arena, entrano i quattro semifinalisti tra cui El Cid stesso e l’enorme favorito: Felser, il terrore nero. La sua aura però è familiare a Capricorn, che riconosce anche lui.

CAPITOLO 5 (41) - LA MAREA NERA

El Cid è sorpreso di rivedere Felser proprio lì, visto che lui detestava gli spargimenti di sangue, ma il gigante afferma di essere cambiato rispetto al loro ultimo incontro di cinque anni prima: ora ha venduto l’anima al male, e vuole ricoprire l’arena di terrore. Da lui, El Cid sente spirare uno strano cosmo, e anche il pubblico sembra stranamente infervorato, ma solo il Cavaliere si accorge di una bocca demoniaca che, comparsa sul petto del guerriero, assorbe l’ardore e l’entusiasmo degli spettatori. El Cid inizia a sospettare che sia proprio lui il nemico che era venuto a fermare, ma Felser risponde enigmaticamente che l’ardore è il nutrimento che fa realizzare i sogni. Ad ogni modo, prima di vedersela con lui, Capricorn deve affrontare il suo avversario predestinato, una specie di fantoccio manovrato da un uomo poco lontano. Costui è un eminente scienziato, sa dei Cavalieri e ha creato Palmer, la marionetta elettrica combattente. Nonostante la velocità del fantoccio, El Cid lo trancia facilmente, ma poi abbassa la guardia e non si avvede in tempo di un elettrodo che gli viene collegato al sistema nervoso, impedendogli di usare cosmo e sensi. Muovendosi alla velocità della luce, il Cavaliere schiva i nuovi attacchi di Palmer e raggiunge lo scienziato, togliendogli il telecomando con cui lo controlla. L’uomo, che ha trasformato anche se stesso sfruttando parti di cadaveri e pezzi meccanici, cerca di sorprenderlo con una moltitudine di braccia armate, che però El Cid distrugge senza troppe difficoltà, affermando che non è solo il cosmo a rendere tagliente la sua mano. La semifinale è vinta.

CAPITOLO 6 (42) - UN UOMO GENTILE

Nella seconda semifinale, Felser affronta uno spadaccino bianco, continuando a far esaltare il pubblico e ad assorbirne in sé l’ardore. El Cid dice a Lacaille che un tempo quell’uomo era stato suo compagno apprendista, e per lui e Mine era come un fratello maggiore dall’animo gentile. Nel vederlo massacrare il nemico senza pietà, Lacaille stenta a credergli, così Capricorn gli racconta di un giorno di tanti anni prima in cui salvò lui, Mine e un cucciolo di volpe da un incendio nel bosco, facendo loro da scudo con il proprio corpo, e poi massacrandosi la mano per abbattere gli alberi in fiamme. Questo sacrificio gli precluse per sempre la strada da Cavaliere, così Falser affidò Mine a El Cid e andò via, augurando loro di riuscire a realizzare i propri sogni. Tornando al presente, Felser ha vinto, qualificandosi per la finale contro El Cid. Lacaille chiede al Cavaliere quale missione lo spinga a combattere contro quel mostro, ed El Cid risponde di star indagando sulle divinità dei sogni , che nell’antichità distrussero la città che sorgeva dove ora è comparsa Catalania. Sisifo del Sagittario di recente ha scoperto che il sigillo su uno di loro è stato rimosso, azione che El Cid sospetta essere opera di Felser.

CAPITOLO 7 (43) - LA SPADA SGUAINATA

Interrogato a riguardo, Felser non risponde chiaramente, ma lascia intendere di essere stato proprio lui a togliere il sigillo. El Cid mostra la propria durezza d’animo affermando che, in questo caso, lo ucciderà senza ripensamenti per adempiere alla sua missione. Soddisfatto, Felser lo carica con il proprio destriero, che diventa sempre più grosso e forte man mano che il gigante assorbe la foga della folla, al punto che le prime persone iniziano a collassare esauste. Appena prima di essere travolto, alle spalle di Felser Capricorn vede l’ombra del vero nemico, il dio dei sogni Fobetore, e riesce a reagire, uccidendo il cavallo con un fendente alla testa e tagliando l’armatura del nemico. Felser impugna allora la Zan’Oki, che nelle sue mani ha cambiato forma diventando una spada demoniaca. Grazie all’anima di Mine, quella spada può ferire il nemico solo pensandolo, e persino bypassare la difesa dell’armatura d’oro visto che gli attacchi attraversano le dimensioni. Colpito di sorpresa, El Cid gronda sangue, agitando ulteriormente la folla e quindi caricando Felser sempre di più. Secondo lui, gli uomini che non hanno sogni propri si esaltano per quelli altrui, ma questo essere semplici spettatori delle vite degli altri li rende indegni di vivere, e quindi cibo perfetto per Fobetore, che si nutrirà di loro fino a renderli larve. Felser ritiene che il mondo debba appartenere solo a coloro che sono in grado di realizzare i propri sogni e desideri, ma El Cid è pronto a tutto pur di adempiere alla sua missione e si toglie l’armatura, deciso a rischiare la vita pur di rispettare la promessa fatta a lui e Mine.

CAPITOLO 8 (44) - LA DIVINITA’ DEI SOGNI

El Cid intende riuscire a comunicare con l’anima di Mine nella Zan’Oki, ma all’inizio sembra inerme contro i fendenti di Felser, cui basta pensare di ferirlo per causargli profondi tagli. Pur sanguinando copiosamente il Cavaliere però non demorde, e anzi sfrutta i sintomi dell’emorragia per vedere la spada dentro di sé: una lama ruvida, rigida e scheggiata. Soprattutto, riesce a vedere la vera Zan’Oki, ovvero l’anima di Mine mutatasi in spirito maligno, e a schivarne i colpi. Realizzando che il sogno dell’amica è diventato ossessione, El Cid taglia in due la Zan’Oki e abbatte Felser, ottenendo la vittoria grazie alla virtù con cui ha temprato il proprio spirito. Felser, il cui corpo torna alle dimensioni normali, confessa di aver sofferto non il non poter più diventare Cavaliere in seguito alle vecchie ustioni, ma il sommario disinteresse che quella notizia suscitò in lui. In altre parole, non era sorretto da un’ambizione propria, ma colmava il proprio vuoto guardando e sostenendo El Cid e Mine. Resosene conto, li aveva lasciati, salvo cadere nella disperazione alla notizia della morte della ragazza. Amareggiato dal fatto che fosse morta prima di poter realizzare il suo sogno, aveva così liberato Fobetore, usandone il potere per far risorgere la sua anima con la doppia forma di Zan’Oki e principessa di Catalania. Parrebbe tutto finito, ma improvvisamente lo spirito di Fobetore si agita ed esce dal corpo di Felser, usando le fattezze di Mine per manifestarsi. Sua intenzione è uccidere tutti e assorbirne i sogni.

CAPITOLO 9 (45) - LA SPADA ARRUGGINITA

Bramoso di vendetta, Fobetore apre nel cielo uno squarcio verso il mondo dei sogni in cui intende trascinare Catalania per nutrirsi di tutti, prima di ripetere il gioco da qualche altra parte. Il pubblico inizia a star male e crollare a causa della perdita di energie, che non risparmia nemmeno Lacaille ed El Cid stesso. Il Cavaliere sente però la voce di Mine che lo incoraggia, dicendogli che ora il suo sogno non è più forgiare la spada perfetta, ma vedere l’amico mutato in una spada sacra. Questo desiderio dona nuovo ardore a El Cid, permettendogli di trafiggere e distruggere Fobetore per realizzare un giorno quello che è anche il suo sogno. Ora può finalmente dire addio all’anima della sua vecchia amica, promettendola che prima o poi riuscirà a diventare la spada perfetta. Sorridendo, Mine scompare, lasciando al suo posto la vera Zan’Oki, ovvero la spada ormai arrugginita su cui la ragazza stava lavorando prima di morire, e in cui aveva impresso la propria anima. Felser chiede perdono per i suoi errori e va via, promettendo di trovare la sua strada. Con la divinità sconfitta, le energie tornano ai legittimi proprietari, ma Catalania inizia a scomparire obbligando tutti a una rapida fuga. Pochi giorni dopo, El Cid può ripartire per il Santuario, accompagnato da Lacaille che ha deciso di diventare suo apprendista Cavaliere. Il ragazzo ormai lo vede come la via da seguire, la spada del suo destino. Insieme, fanno ritorno al Grande Tempio da Sisifo e Tsubaki.

Glossario: /

Manga: Il volume è stato pubblicato nel numero 5 della collana Lost Canvas Extra dalla Panini Comics.

La logica, questa sconosciuta: Una città compare dal niente nottetempo in un deserto, e la gente anziché pensare a un maleficio o rivolgersi alle autorità, ci va per duellare in un torneo. Per essere il 1700, molti spadaccini sono agghindati da guerrieri medioevali, o addirittura da antichi romani. La prima volta che Mine usa la Zan’Oki, il mantello di El Cid viene tagliato verticalmente, ma la guancia e la parete orizzontalmente. Passi l’idea dello scienziato che usa comandi elettrici avanzati nel 1700, ma qui si crea addirittura una sinapsi neurale con impulso abbastanza preciso da privare dei cinque sensi, e solo con un cavetto nel collo. Cavo che, per di più, subito dopo scompare o comunque non vediamo mai venir rimosso. El Cid continua a parlare, sentire e vedere normalmente anche dopo che Palmer lo ha privato dei sensi. Perché Mine si allena insieme ad El Cid? Non è molto chiaro come Felser abbia salvato El Cid e Mine durante l’incendio, visto che abbattere un albero in fiamme non lo fa smettere di bruciare, mentre se il suo scopo era solo creare una radura sicura, gli sarebbe bastato farne cadere quattro o cinque senza andare avanti per tutta la notte. Cosa impedisce a El Cid di tagliare la Zan’Oki al primo attacco? Felser dice di aver saputo della morte di Mine mentre era in viaggio, ma chi potrebbe averglielo detto? Dopo la sconfitta, qualcuno dovrebbe sigillare Fobetore per impedirgli di tornare, ma l’argomento non viene accennato.

Note: 6. Un gaiden complementare a quello dell’Acquario: parte lento e noioso, con cinque capitoli che sprecano una moltitudine di pagine con situazioni e personaggi poco interessanti, stereotipati o semplicemente assurdi come lo scienziato. Con un colpo di coda però si riprende nei quattro capitoli finali, tirando fuori un bel combattimento, e soprattutto ricollegandosi in maniera apprezzabile sia alla serie regolare che all’anime, tramite il recupero degli Dei dei sogni e l’implicito legame tra El Cid e Sisifo. Il Capricorno non è certo il più espressivo dei personaggi, ma la sua stoica determinazione funziona bene in contrapposizione all’emotività di Felser e Lacaille. A proposito di quest’ultimo, piacevole il suo recupero, che però aumenta l’amarezza per il modo in cui è stato sprecato nella serie principale.

Non è del tutto chiaro dove la storia abbia luogo, visto che nessuna lingua occidentale traduce "miraggio" con "Catalania". Il nome è ovviamente un riferimento alla Catalonia, luogo di nascita di Capricorn nel manga originale, ma la Spagna non dovrebbe avere deserti come quello di cui parla Lacaille. È comunque sicuramente un’ambientazione occidentale, visti i numerosi riferimenti all’oriente, e la presenza di numerosi tipi col turbante tra il pubblico fanno pensare alla Turchia o ai paesi arabi. Lacaille, narratore di parte della storia, è un personaggio introdotto nel numero 10 (19 in Italia) della serie regolare, insieme ai due compagni Rusk e Tsubaki. Probabilmente ideato solo all’ultimo momento, purtroppo per lui muore in poche tavole, annientato dal dio dei sogni Oniro senza che ne vengano nemmeno detti il nome o la costellazione. L’anime gli dà un po’ più di gloria nel 22° episodio, rivelando che è diventato Cavaliere d’Argento della Poppa e mostrandone un colpo segreto, ma la triste fine rimane la stessa. Nell’ultima tavola si intravede anche Tsubaki, futuro Cavaliere delle Vele, in piedi accanto a Sisifo. La battuta finale di El Cid sul non tollerare diserzioni non è detta a caso, visto che l’anime ci mostrerà un quarto allievo, Pakia, che fugge poco prima dell’investitura, solo per venire raggiunto dal maestro e condannato a morte. In una dimostrazione del carattere rigido e inflessibile testimoniato anche in questa storia, El Cid in persona sarebbe pronto a farlo fuori con la sua spada, ma l’intervento di Sisifo lo convince a lasciarlo andare. Questa durezza del Cavaliere del Capricorno permane praticamente fino alla fine, dando la sensazione che egli rimanga sempre una Nagagire, senza mai riuscire a mutarsi in Amagire come auspicato dal padre di Lacaille. A tal proposito, seppur rari, Amagire e Nagagire sono due termini realmente usati in Giappone per descrivere le spade.

La presenza di Fobetore e gli accenni a Sisifo incastrano il gaiden nella storia principale, soprattutto con la continuity revisionata dell’anime. In principio, Sisifo ebbe dal Sacerdote Sage l’incarico di indagare su Hypnos, Thanatos e i quattro Dei dei Sogni Oniro, Morfeo, Icelo e Fantaso. Ciò lo portò alla loro attenzione, causandone in seguito la prigionia nel Mondo dei Sogni e spingendo il Santuario a inviare El Cid per liberarlo. L’anime espande la cosa, inserendo un legame di rispetto/amicizia tra El Cid e Sisifo simile a quello tra Capricorn e Micene nella Side Story dell’anime classico e in Episode G, e affermando che El Cid stesso aveva collaborato alle ricerche di Sisifo sugli Dei dei Sogni. Shiori Teshirogi, autrice del manga originale, ha collaborato alle sceneggiature dell’anime, e ora nel gaiden riprende quella versione aggiungendo una quinta divinità, Fobetore, la cui abilità guerriera sembra però inferiore a quella dei compagni. Quanto a El Cid, dopo aver ucciso singolarmente Fantaso e Icelo, ed essere incappato in Tenma di Pegasus, si sacrifica ormai moribondo contro Oniro, che ha assorbito le anime degli altri tre tramutandosi nel centauro che si intravede nel capitolo 6 di questa storia, responsabile della distruzione della città che si trovava dove ora sorge Catalania (evento, questo, accennato già nella serie regolare). Solo in quell’ultima occasione El Cid riesce finalmente a risvegliare Excalibur, tramutando il suo corpo in una vera spada sacra e realizzando il sogno di Mine oltre che il proprio. Pur ambientati in seguito, questi eventi sono ovviamente stati scritti prima, ma col senno di poi è possibile che El Cid, nello svegliare Excalibur, riesca finalmente a diventare un’Amagire, sebbene i dialoghi lascino qualche dubbio a riguardo visto che la sua rigidità mentale non viene mai meno. Fobetore, come detto, non viene mani nominato in quel combattimento, né è presente nella "fusione" a centauro, quindi è possibile che El Cid abbia applicato su di lui un nuovo sigillo di Atena prima di andar via. A tal proposito, la presenza del sigillo suggerisce che non si tratti del primo scontro tra il dio e Atena, ma non sappiamo se gli altri quattro fossero stati similmente imprigionati.

Scopriamo che El Cid si è allenato tra i monti, in apparenza senza alcun maestro ma in compagnia di Felser e Mine. Se la presenza del primo come aspirante Cavaliere è tutto sommato comprensibile, la seconda desta qualche dubbio in più, visto che al Santuario non esiste una tradizione di maestri spadai né si usano le armi. Visto il modo in cui abbatte gli alberi, probabilmente anche Felser mirava all’armatura del Capricorno, anche se paradossalmente quel modo di usare la mano ricorda di più lo Spectre del Minotauro. La malattia di cui Mine muore non viene indicata, ma i sintomi assomigliano moltissimo a quelli di Ilias, suggerendo un tumore o qualche forma di tubercolosi. Prima di iniziare il torneo, El Cid indossa l’armatura alla vecchia maniera, cioé manualmente e un pezzo alla volta, come fatto da Pegasus nel primo capitolo del manga classico, e non con la più tipica vestizione automatica in cui i pezzi si dispongono da soli sul corpo del guerriero. Tra i partecipanti, ci sono un po’ di citazioni sparse: lo spadaccino bianco indossa il pettorale dell’armatura del Toro con le ginocchiere di quella dell’Acquario, Felser entra in scena in groppa a un destriero corazzato nero simile a quello di Caio nella serie Hokuto no Ken, e lo scienziato ha braccia meccaniche identiche a quelle di Sasori, il marionettista di Naruto, oltre a riprendere concettualmente l’idea dell’Imperatore delle Macchine di B’t X, altro manga di Kurumada. Quando El Cid vede l’anima della Zan’Oki, è possibile che raggiunga un livello di consapevolezza simile a quello che permette a Ilias, e poi a Sisifo, di entrare in comunione con la natura. Infine, quando Fobetore apre uno squarcio nel cielo, si intravede Morfia, il regno dei sogni che El Cid visiterà nella serie regolare insieme a Tenma per salvare Sisifo.