SAINT SEIYA LOST CANVAS

VOLUME 7 - IL LEONE

Personaggi Presenti: Regulus, Conaire, Cruach, Shelley, Failinis, Morias, Sisifo, Sage, Sasha, Asmita, Ethlinn, Druidi.

Data: 1739

Lunghezza: 190 pagine in b/n.

CAPITOLO 1 (50) - BALOR OCCHIO MALVAGIO

In Irlanda, un uomo di nome Morias ignora il dolore delle ferite e si spinge avanti per abbattere il suo nemico dall'occhio malvagio, sperando nella protezione del dio della luce Lugh e augurandosi che sua figlia Conaire possa vivere in pace. Altrove, nei campi, proprio la piccola Conaire cavalca a tutta velocità, sorda ai richiami della sua guardia del corpo Failinis. Avendo vissuto a lungo lontano da casa, ha saputo solo ora dell'attacco contro la sua famiglia, e teme per la sorte di suo padre, ma la cavalcata si interrompe quando le redini del cavallo si spezzano di colpo. Failinis riesce a prenderla al volo, solo per trovarsi davanti a un gruppo di nemici, i cui poteri hanno spezzato le redini: sono Druidi, in grado di usare incantesimi come muri di fuoco. Sguainata la spada, Failinis difende Conaire e abbatte un paio di nemici con il Lightning Slay, ma poi i restanti Druidi tolgono i cappucci e rivelano strani simboli e un occhio gigantesco, con cui paralizzano le due. Failinis intuisce che sono seguaci di Balor dall'occhio malvagio, capo della stirpe di semidei dei Fomor, che avevano colonizzato l'Irlanda mettendo in fuga la stirpe divina dei Danann, e che i Druidi stanno cercando di riportarlo in vita. Ammettendo di aver finalmente richiamato la sua anima, il capo del gruppo afferma che Conaire deve morire e sferra un turbine di fuoco, che viene però dissolto dall'entrata in scena di Regulus, sporco e senza armatura. Conaire è sorpresa di essere stata salvata da un bambino come lei, specie quando viene fuori che lui è stato inviato dal Santuario per proteggerla e che si era perso. Con un solo Lightning Plasma però sbaraglia i Druidi, dando a Conaire l'impressione che possa essere Lugh in persona. Con i nemici in fuga e fatte le presentazioni, Failinis spiega a Conaire che suo padre ha richiesto l'aiuto del Santuario, con cui era sempre stato in buoni rapporti, ma è anche visibilmente delusa dal giovane Cavaliere che è stato inviato. Vorrebbe comunque tornare indietro, ma Conaire convince Regulus a prenderla in braccio e correre verso il suo palazzo, seminando rapidamente il destriero di Failinis. Mentre corre, Regulus le dice di essere in gamba ma volerlo diventare di più per ritrovare il suo defunto padre il cui spirito è nel vento, nella terra e nelle piante. In lacrime, Conaire afferma di voler ritrovare anche lei suo padre, ma ignora che Morias ormai è morto a causa del capo dei Druidi, di nome Cruach. I superstiti allo scontro con Regulus l'informano che il Cavaliere di Leo si sta dirigendo verso di loro e sembrano preoccupati, ma Cruach, pur sapendo dei guerrieri di Atena, ha fiducia nell'occhio di Balor che porta sul viso e uccide rapidamente chi mette in dubbio le sue parole. Proprio in quel momento arrivano Regulus - ora in armatura - e la bambina, che scorge subito il cadavere del padre. Intuendo che per lui non c'è niente da fare, Regulus trattiene Conaire, mentre Cruach le spiega che Balor ha bisogno del suo sangue come lo aveva di quello di Morias. Consapevole del dolore della bambina, il Leone si prepara ad affrontare il nemico e vendicarla.

CAPITOLO 2 (51) - LA FORZA INCORPOREA

Ben sapendo cosa si prova a perdere un genitore davanti ai propri occhi, Regulus intende placare il dolore di Conaire sconfiggendo Cruach. All'inizio, la luce dorata del suo Lightning Bolt sembra irritare il nemico, ma poi quest'ultimo svuota la sua coppa di vino e si circonda di una barriera di tenebre, che imprigiona il braccio destro del Cavaliere e fa scomparire il bagliore della sua corazza, come se l'avesse privata della vita. Per di più, la barriera si espande come una sfera, inglobando e uccidendo all'istante i vari Druidi a parte Cruach, e alla fine si trasforma in un'ondata offensiva. Regulus capisce che è meglio ritirarsi e cerca la fuga, ma Cruach riesce a precederlo e metterlo alle strette. Al Santuario, Sisifo è al cospetto del Sacerdote, cui confessa i propri dubbi per aver inviato già Regulus in missione: nonostante sia combattivamente un genio che ha ottenuto l'investitura in soli due anni, il ragazzo è emotivamente immaturo avendo passato ben cinque anni da solo a vegliare la tomba del padre, e non ha esperienza di vita. Secondo Sage però questo è un vantaggio, perché gli dei d'Irlanda non hanno un corpo fisico come quelli greci, ma vivono nella natura come esseri incorporei. Ciononostante, la loro forza è immensa, in particolare quella di Lugh della luce e Balor occhio malvagio, il cui sguardo può distruggere intere nazioni. La minaccia che un suo ritorno comporterebbe è troppo grande per poterla ignorare, e Regulus, i cui occhi possono sondare sia il cuore delle persone che i misteri della natura, è il più adatto ad affrontarla. A conferma di ciò, il Leone ha salvato Conaire sollevandola sopra la propria testa e subendo in pieno l'ondata oscura, a causa della quale la sua armatura è quasi totalmente annerita. Praticamente cieco, percepisce però una luce e la raggiunge, trafiggendo il petto di Cruach che si era avvicinato per ottenere il sangue di Conaire. Ferito dalla luce del nemico, il Druido decide di assorbirlo insieme alla bambina, ma Failinis riesce a fare irruzione e portare i due in salvo sul proprio destriero. Temendo di non essersi del tutto adattato a quel corpo, Cruach evoca allora una Banshee, ordinandole di uccidere i tre mentre lui termina i preparativi. In una radura, Regulus si risveglia e scopre che sia la vista che l'armatura stanno meglio, ma deve anche ricevere le sberle di Failinis, furiosa per il modo in cui si è comportato portando via Conaire. Difendendolo, la bambina gli porge un ciondolo di suo padre, al cui interno dimorano magicamente la luce e la protezione di Lugh, dicendo che Regulus lo stringeva in mano quando l'ha salvata. Comprendendo che era stata quella luce a permettergli di colpire Cruach, e colpito dalla fiducia che Conaire ripone in lui, il bambino chiede a Failinis di addestrarlo nelle arti magiche affinché al prossimo scontro possa sconfiggere Cruach.

CAPITOLO 3 (52) - IL PAESAGGIO VISTO DA MIO PADRE

Per ore e ore, Regulus si allena con Failinis con scarsi risultati, finendo ripetutamente a terra perché non riesce a capire il funzionamento delle sue tecniche con la spada e la luce. La donna gli dice che si affida troppo alla vista, senso inutile contro la magia che si serve del potere degli spiriti, come il Lightning Slave che alberga nella sua arma. Dopo aver cercato di spiegargli come scorgere gli spiriti naturali e quindi l'origine del mondo, Failinis va in perlustrazione lasciando Regulus - la cui vista è annebbiata per i continui lampi di luce - con Conaire. I due parlano degli spiriti e la ragazza sembra di buon umore, ma Leo sospetta stia solo facendo finta per nascondere il dolore che prova dentro. In quel momento, un pianto di donna li attira verso una figura femminile ricurva sul corpo di Failinis, improvvisamente sconfitta e priva di sensi a terra. Regulus, che non riesce a percepire la presenza della donna, teme sia un nemico, e infatti si tratta di Shelley, la Banshee il cui pianto di dolore per la loro imminente morte risuona attorno a loro. Il Lightning Plasma su di lei è inutile, mentre le lacrime che versa si mutano in pioggia di tenebre, che lo spirito sferra contro Regulus con il Lamentation Rain, bypassando la sua armatura d'oro. Afferrando Conaire e Failinis, Regulus fugge via, inseguito dalla Banshee che trae gioia dal dolore che prova per la loro imminente fine. Fermata l'emorragia di Failinis e rassicurata la bambina dicendole che può piangere liberamente perché c'è lui a proteggerla, il Cavaliere torna in campo, memore degli insegnamenti del padre. I suoi pugni però sono inutili sul nemico, che manda di nuovo a segno il Lamentation Rain e lo mette al tappeto. Con la vista che sta pian piano tornando, Regulus riesce però a scorgere l'origine del mondo, i flussi di energia e le bioeliche di DNA, ma anche gli spiriti di cui Shelley fa uso e la strada che percorrono dentro di lei. Ora che sa dove mirare, riesce a colpire il punto esatto con il Lightning Crown, la Falce del Leone che di fatto interrompe l'accesso degli spiriti a Shelley, facendola dissolvere. Consapevole di essersi avvicinato al modo in cui suo padre vedeva il mondo, Regulus corre da Conaire, ma la trova tra le mani di Cruach. Rivedendo nella sua armatura d'oro il suo vecchio nemico Lugh, il Druido decide di sbarazzarsi definitivamente del Cavaliere.

CAPITOLO 4 (53) - COLUI CHE GOVERNA LA LUCE

Le tenebre e il cosmo di Cruach si espandono al punto che il suo Darkness Nudy sta per avvolgere tutti, ma, grazie a quanto appena appreso, Regulus riesce a respingerlo con il Lightning Crown e a contrattaccare con il Plasma. Difesosi a sua volta, Cruach - ormai totalmente posseduto da Balor - decide di soddisfare la sua curiosità e parlargli del motivo per cui odia Conaire e la sua stirpe. Un tempo, egli era un re e, con la sua immensa forza, combatteva per il bene della sua stirpe e l'amore di sua figlia Ethlinn, ma la bambina, dopo l'ammirazione iniziale, iniziò a temerlo sempre di più e finì per fuggire. Da lei, nacque Lugh - colui che uccise Balor - e da Lugh discende tutta la stirpe di Conaire, che quindi è imparentata con Balor stesso. L'uomo non può perdonare la figlia che lo tradì, e quindi intende cancellare la luce dal mondo come atto di vendetta. Le sue tenebre si trasformano in un'armatura, che non è prodotta dal potere degli spiriti ma da quello di Balor stesso, riuscito finalmente a controllare il sangue del padre di Conaire e a risvegliare la maggior parte del suo antico potere. Ferito alla schiena, Regulus teme di non riuscire a proteggere gli altri come faceva suo padre, ma è anche grato a Conaire per aver risvegliato il suo istinto di protezione. Triste per tutte le ferite che si è procurato a causa sua, la bambina si offre a Balor per salvarlo, accusandolo di non aver mai amato nessuno ed essere stato tradito per questo motivo, fino a restare solo. Furioso, Balor si muove per ucciderla, ma Regulus, colpito dal suo discorso, balza a difenderla. Il ciondolo di Conaire inizia a brillare, mettendo il Cavaliere in contatto con gli spiriti e permettendogli di generare una luce abbagliante, divina, che trascende il Lightning Plasma e si muta in Brionac, la lancia con cui Balor era stato ucciso nel mito. Abbandonato dalle tenebre, Cruach viene totalmente spazzato via. La battaglia è vinta, e lo spirito di Morias compare a salutare Conaire e ringraziare Regulus, che subito dopo crolla, esausto ma felice di essere riuscito a proteggere la bambina come avrebbe fatto suo padre. Qualche giorno dopo, al Santuario, il Cavaliere fa rapporto a Sasha, che lo trova cresciuto e maturato, proprio come Failinis con Conaire, che ha ritrovato il sorriso.

EXTRA - THE WAY

Appena diventato Cavaliere, Regulus corre verso il tempio del Leone, ma per sbaglio si ferma a quello della Vergine e incontra Asmita. Vedendolo, si rende conto che il Cavaliere è proprio come suo padre - in grado di percepire anche ciò che non si vede - e che è sicuramente più forte di lui. Corre poi verso il proprio tempio, lasciando Asmita a riflettere sulla venuta del più forte tra i leoni.

Glossario: /

Manga: Il volume è stato pubblicato nel numero 7 della collana Lost Canvas Extra dalla Panini Comics.

La logica, questa sconosciuta: Balor è erroneamente chiamato Barol diverse volte. Con tutta l'Irlanda a disposizione, Regulus arriva casualmente proprio da Conaire e proprio al momento giusto per salvarla. A un tratto l'elmo del Leone scompare e non lo si rivede più.

Note: 7,5. Un gaiden particolare, espositivo al punto da sacrificare parte della narrazione e degli elementi introspettivi, ma che al tempo stesso trae vantaggio proprio dalla peculiare ambientazione irlandese e dagli elementi folkloristico-mitologici associati. Come in altre storie, in particolare quella di Doko, il teatro di ambientazione è parte integrante del racconto, ma qui più che altrove gli elementi caratteristici locali non vengono dimenticati man mano che la storia procede, rimandendo anzi sempre centrali fino a fornire i mezzi per la vittoria finale.

Come ricordato da varie note presenti nel testo, i nomi di quasi tutti i personaggi riprendono la mitologia irlandese. Lugh, il lanciere, era il re dei Danaan, successore di Nuada e nipote di Balor, che poi sconfisse a Mag Tuired, proseguendo la tradizione che vuole le divinità uccise dalla loro progenie. La sua lancia, Slea Bua, aveva anche il nome di Brionac, che compare pure nella serie Saint Seiya Omega come arma del Pallasite Loge. Balor stesso era il gigante con un occhio solo a capo dei fomoriani, una delle stirpi che invase l'Irlanda, e simboleggia le carestie, destinate a venir meno grazie alle tempeste di Lugh, la cui luce di solito è identificata con il fulmine. Nel gaiden, Balor ama sua figlia Ethlinn, ma nel mito, sapendo della profezia secondo cui un suo discendente l'avrebbe ucciso, la teneva prigioniera in una torre. Failinis, ironicamente, era il nome della cagnolina di Lugh davanti alla quale tutte le belve si prostravano. Invincibile in battaglia, era in grado di mutare l'acqua in vino, e sembra chiaro che qui l'autrice abbia ripreso l'idea del "cane da guardia" per fare di lei la guardiana scelta di Conaire. Cruach in realtà è Crom Cruach, che nel mito irlandese era una divinità violenta e sanguinaria, spesso dall'aspetto deforme e a volte persino animalesco, il cui culto richiedeva sacrifici umani che vennero poi interrotti con l'arrivo di San Patrizio sull'isola. Appartenente più al folklore che al mito è la Banshee, uno spirito normalmente associato a ciascuna famiglia, il cui pianto è segno di sventura perché indica l'imminente morte di qualcuno. Spesso nei racconti le loro grida strazianti sono insopportabili per gli esseri viventi, che impazziscono o muoiono a causa loro, ma nella forma originale non si trattava di creature malvage, quanto piuttosto di spiriti legati ai clan più antichi del paese. Conaire, infine, è una variante di Connor, nonché il nome di due leggendari sovrani irlandesi: Conaire Mor e Conaire Coem.

La storia accenna alle varie stirpi divine succedutesi in Irlanda, che in effetti simboleggiano la conquista del paese da parte di vari popoli fino alla conversione alla cristianità, in seguito alla quale i Tuatha Dé Danann si mutarono in spiriti e fusero con la natura. Nel dettaglio, quando Balor racconta a Ethlinn delle sue vittorie, si nota che i nemici affrontati indossano uniformi romane, sottolineando il contrasto tra i Fomoriani, che simboleggiano il caos e la natura selvaggia, e i Danann, che invece indicano la natura ordinata e la civilizzazione umana. Le sei stirpi che nel mito si succedettero furono i Cessair - discendenti di Noé, i Partholon, i Nemed - che simboleggiano i britanni, i Fir Bolg, i Tuatha Dé Danann appunto e i Milesiani, ovvero i gaelici. Sage dice a Sisifo che ormai le divinità irlandesi non hanno più un corpo materiale, esistendo come spiriti della natura: nel panorama dei Cavalieri, sono la prima stirpe divina con questa caratteristica, evidenziata anche dal non avere un vero ordine di guerrieri o delle armature, nonché le prime divinità a essersi espressamente ritirate dopo l'avvento del cristianesimo. Il fatto che Cruach sappia del Santuario, o che Sage e Sisifo sappiano di Lugh e Balor, suggerisce che in passato vi sia stato un contatto tra le due culture, ma anche che gli Dei d'Irlanda non estendano la loro influenza oltre i confini dell'isola. In questo senso, sono quindi assimilabili ai Taonia del gaiden di Doko, responsabili del corretto ordine delle cose in un solo territorio e non della difesa del mondo, come invece succede con Atena. La cosa è evidente anche nella descrizione del potere di Balor, in grado di distruggere un'intera nazione ma non di minacciare l'intera razza umana come invece fanno Hades o Nettuno. Non viene mai chiarito esattamente in che modo i Druidi riportino in vita Balor all'interno di Cruach, ma è possibile che sul suo spirito fosse stato apposto un sigillo o qualcosa di equivalente. Con il passare della storia, l'uomo abbandona progressivamente il suo nome originale e inizia a chiamarsi solo Balor, a suggerire che lo spirito abbia preso progressivamente il controllo del corpo ospite. Considerando che non è mai a piena potenza durante lo scontro con Regulus, si può supporre che il suo massimo potere superi di gran lunga quello di un Cavaliere d'Oro.

Anche se in un paio di occasioni viene citato il cosmo, il potere e lo stile di combattimento di Failinis, Shelley e Cruach si basa sulla magia, elemento raro ma non del tutto nuovo nel mondo dei Cavalieri: è stata infatti precedentemente introdotta in Episode G attraverso Drago di Perla, uno dei Giganti che affronta Scorpio e Aquarius. Come per il cosmo stesso, una spiegazione realmente chiara di come funzioni non viene mai fornita, ma, nel vederla, Regulus di fatto scorge la doppia elica del DNA di tutti gli esseri viventi, a confermare che comunque la matrice alla base di uomini, Cavalieri o spiriti sia la stessa. Questo stato di comunione con la natura lo avvicina al padre Ilias, che però aveva un maggiore controllo dei fenomeni naturali come si vede nel gaiden dedicato a Sisifo. La vicinanza tra i due è sottolineata anche dal fatto che Regulus usa il Lightning Crown, ovvero la stessa tecnica che Ilias adopera su Sisifo in quella storia, e che evidentemente è un'invenzione successiva alla serie regolare in cui invece non compare mai. Sempre Sisifo accenna al passato di Regulus, visto nei numeri 22 e 23 (44-46) di Lost Canvas, affermando che ha completato l'addestramento in due anni al posto dei canonici sei e che questa è la sua prima missione, cosa resa ironica dal fatto che affronta un avversario divino - come poi gli capiterà con Radamante - nonché in grado di governare un tipo di tenebre - come poi gli capiterà con Violate. Sage invece dice che la famiglia di Conaire e Morias è legata al Santuario da lungo tempo, cosa anticipata già da Failinis secondo cui c'è un antico legame tra il casato e le schiere di Atena. Non è comunque la prima volta che si evidenziano i legami diplomatici del Grande Tempio con varie entità politiche o religiose mondiali: in Episode G, i governi americani, greco e cretese chiedono espressamente un intervento diretto in un'occasione ciascuno, mentre nel gaiden del Toro si scopre che anche il papato romano è in contatto con il Sacerdote. Dal canto loro, Failinis e Conaire sanno del Santuario e della casta dei Cavalieri d'Oro.