Capitolo 11: Confronto con la Spada

I due spadaccini si osservavano con apparente calma, Sesshuan roteava fra le mani la spada, simulando la posizione di guardia, Koryo, invece, era fermo, con gli occhi fissi nell’avversario, la mano destra sull’elsa della propria spada, mentre la sinistra sosteneva la custodia.

"Sei pronto, guardiano asiatico?", domandò beffardo il nero guerriero prima di scattare in avanti, scatenando un fendente con la propria Hellblade.

Il Beast Keeper di Seiryu parò il colpo con un veloce movimento del polso, tale da deviare la lama nemica, facendo indietreggiare il Nero Capricorno.

"Bravo, riesci a resistere ad un colpo frontale della mia spada, ti devo fare i complimenti per questo", esclamò beffardo Sesshuan, "Ma vediamo cosa farai contro quest’attacco in cui porrò il mio cosmo", ringhiò poi, espandendo la propria nera impronta energetica.

Koryo rimase fermo, in attesa di osservare quale mai potesse essere l’attacco del suo avversario, sostenendo con le proprie mani la mitologica arma.

Il Nero Capricorno sollevò la propria Hellblade sopra il capo, "Taglio della Morte", urlò poi, calando dinanzi a se la lama.

Una nera scossa percorse l’intero corpo del guerriero oscuro, prima che un piccolo solco si aprisse dinanzi ai suoi piedi, per poi espandersi, come una frattura, in tutto terreno, che dapprima si oscurò, poi cadde a pezzi.

Koryo, vedendo la particolarità di quell’attacco, saltò su uno degli alberi alla sua destra, quindi, appoggiandosi al tronco, scattò in avanti, riponendo nuovamente la spada nella custodia, "Preparati, cavaliere nero, poiché questo singolo e patetico colpo non potrà niente contro le mie tecniche. Ora proverai l’attacco base di spada di cui sono padrone, preparati a subire la sentenza del Cielo Orientale", esclamò il guerriero di Seiryu.

"Shuten shatsu", urlò poi il Beast Keeper, mentre il suo cosmo esplodeva, producendo una luminosità incredibile e rendendolo invisibile per alcuni secondi allo sguardo di Sesshuan, che capì solo dopo, grazie al muoversi dell’aria, a quale velocità e con quanta determinazione il guerriero asiatico lo stesse attaccando dall’alto, quindi, con una veloce capriola, il Nero Capricorno si allontanò.

Koryo scatenò il proprio attacco contro il semplice terreno, frantumandolo, ma evitando, purtroppo, il nemico.

I due spadaccini erano di nuovo uno dinanzi all’altro, entrambi nelle loro posizioni di attesa, la guardia per il Black Gold Saint di Capricorn, la posizione batto per il Beast Keeper, dietro di loro solo la devastazione di due colpi andati a vuoto.

"Sei molto veloce, custode del Cielo Orientale", si complimentò beffardo Sesshuan, "Anche tu, Nero Capricorno, sei dotato di un ottimo istinto in battaglia", replicò l’allievo di Shiryu.

"Tutto grazie al mio maestro, uno dei grandi Runouni, abile e potente con le lame più di me e di qualsiasi altro guerriero abbia mai conosciuto", spiegò Sesshuan.

"Non è solo un’alleanza sancita nel nome del male ad unire voi Black Saints dorati con i Runouni di Giada, dunque?", domandò incuriosito Koryo, "No, cavaliere asiatico, poiché fra noi Santi d’oro nero vi sono ben tre allievi di altrettanti Runouni di Giada, inoltre le stesse vestigia che noi indossiamo adesso sono frutto sia dello studio degli antichi alchimisti dell’Isola Mu, tramandata al nostro comandante, l’Oscura Bilancia, sia il frutto delle conoscenze di un abile fabbro, allievo del Grande Fabbro sacro ad Efesto e divenuto un guerriero vagabondo per motivi che non ti narrerò qui", raccontò l’ombra del Capricorno.

"Dunque la tua arma non è l’unica cosa che è stata forgiata per quest’alleanza? Tutte le vostre nere armature sono frutto della collaborazione fra Runouni e Black saints?", incalzò Koryo, "Si, Beast Keeper, tutte e dodici le clothes nere lo sono", rispose serenamente Sesshuan, preparandosi ad un nuovo attacco.

Il guerriero di Black Capricorn passò all’attacco, ma il Custode del Cielo Orientale non indietreggiò per questo, anzi parò il primo affondo, quindi rispose con un tentativo di taglio laterale, che l’oscuro nemico evitò con un’abile stoccata, facilmente tramutata in un tentato affondo, anch’esso evitato.

Il duello all’arma bianca durò alcuni minuti, i colpi portati con la possente lama europea dell’Hellblade erano facilmente evitati dalla katana mitologica prodotta da Seiryu, ma altrettanto facilmente la lama oscura evitava la propria avversaria con abili movimenti del suo padrone. I due guerrieri erano pari per velocità ed intuito sui movimenti del proprio avversario, tanto da essere, dopo diverse decine di tentativi, ancora in una situazione di stallo, nessuno dei due aveva ancora ferito l’altro.

"Sei bravo, guerriero asiatico, ma temo che ormai la battaglia sia conclusa, ho abbastanza esperienza da capire in che modo potrò disarmarti, per poi eliminarti", rifletté Sesshuan, sorridendo al nemico e minacciandolo con la spada.

Nuovamente il Nero Capricorno sollevò la spada sopra il proprio capo, "Preparati", lo minacciò, "Taglio della Morte", urlò poi.

Ancora una volta Koryo evitò l’attacco con un salto e quindi rispose al colpo scagliandosi contro il nemico, ma ciò che avvenne allora non lo aveva immaginato possibile: Sesshuan lanciò nuovamente il proprio attacco base, dirigendolo contro il nemico in volo.

Il guerriero di Seiryu evitò l’attacco con un movimento laterale, ma l’onda d’urto espansasi nell’aria lo investì facendogli perdere l’equilibrio e di questo Sesshuan approfittò, gettandosi contro il nemico e colpendolo alle mani con un calcio, così da disarmarlo.

I due avversari si ritrovarono adesso uno dinanzi all’altro, ma la spada di Koryo era dietro il nero guerriero del Capricorno, conficcata nel terreno.

"Nemmeno gli spadaccini di cui gli dei olimpici tanto si vantano: il santo d’oro del Capricorno ed il Goshasei del Falco, padroni rispettivamente dell’Excalibur e delle sciabole Taizen, oppure il fantomatico primo berseker di Ares, custode della sua Spada, avrebbe potuto fare tanto, solo un’agilità impareggiabile, combinata con un grande addestramento, datomi dal mio maestro, mi hanno reso tanto bravo nell’uso della spada. Nessuno è mai riuscito a sconfiggerlo, nemmeno se si unissero i migliori spadaccini delle diverse divinità potrebbero niente contro di lui", esclamò soddisfatto il guerriero oscuro.

"Dunque pensi che il tuo maestro sia il più abile spadaccino fra quelli delle diverse divinità?", domandò incuriosito Koryo, "No, egli non è uno spadaccino, usa le proprie mani come degli artigli, però, il suo nome è Raizen, la Tigre di Smeraldo, secondo in comando fra i Runouni. Nemmeno il tuo maestro avrebbe potuto niente contro di lui", spiegò Sesshuan.

"Ti mostrerò con le tecniche che mi trasmise proprio il mio insegnante, Shiryu di Dragon, quanto sbagli sotto questo punto di vista, cavaliere nero. Ora, forza, attaccami", lo sfidò il Beast Keeper.

"Assaggia la lama della mia Hellblade", esclamò allora il Black Saint, scattando in avanti e calando un fendente contro il proprio nemico.

Koryo deviò la lama con il palmo della mano destra, quindi, seguendola gentilmente, la bloccò con la sinistra, imprigionandola fra le proprie mani. Con un veloce strattone, il Beast Keeper tirò a se il proprio avversario, colpendolo alla gola con il gomito, quindi, girandosi velocemente, lo colpì al ginocchio con un calcio, facendolo cadere al suolo, infine si allontanò da lui con un salto.

"Con questa veloce danza, cavaliere nero, ti ho mostrato come sia facile per me tenerti testa anche disarmato, ma ora, come promesso, ti mostrerò i colpi del mio maestro, avanti attacca!", lo sfidò Koryo.

Sesshuan avanzò pieno di furia, "Hellblade, non fallire", esclamò il nero guerriero, mentre il cosmo del guerriero di Seiryu si espandeva, "Rozan Shoryuha", replicò questi, scatenando l’attacco del proprio maestro.

Il Colpo del Drago Nascente si diresse inesorabile verso il proprio nemico e lo investì in pieno, gettando al suolo il Nero guerriero del Capricorno, che, nella caduta, perse la propria spada, scivolata vicino al Beast Keeper di Seiryu.

Sesshuan si rialzò, la spalliera sinistra era stata incrinata dal colpo dell’avversario, "Ti devo fare i miei complimenti, allievo del Dragone Divino, sei davvero abile come guerriero, ma questo non ti basterà, appena riprenderò la mia Hellblade, dovrai prepararti a subire il più feroce degli attacchi, l’unico che mi ha trasmesso il mio maestro", lo minacciò il Nero Capricorno.

Koryo guardò il suo avversario e sorrise, "Uno scontro fra spadaccini, effettivamente, non può finire con colpi scagliati a mani nude, quindi accetto quest’ultima sfida, cavaliere nero", replicò il Beast Keeper, lanciando con un calcio l’oscura Hellblade verso il proprio padrone.

Mentre Sesshuan riprendeva la propria arma, Koryo scattò in avanti e raccolse la propria spada mitologica, "Ora, cavaliere, siamo entrambi pronti per quest’ultimo confronto fra le nostre tecniche", propose il guerriero di Seiryu.

Il Black Saint di Capricorn si pose lateralmente rispetto al proprio avversario, allungò la gamba sinistra dinanzi a se, piegando la destra, così da abbassarsi di alcuni centimetri, poi, sollevò con la mano destra l’elsa della propria arma, appoggiando, così, la lama sul palmo della sinistra, "Sono pronto per mostrarti il mio ultimo segreto", minacciò Sesshuan.

Il Guardiano del Cielo Orientale sollevò la propria katana sopra il proprio capo, in quella posizione nota a tutti gli allievi di Sirio il Dragone, l’ultima delle tecniche di spada che il cavaliere divino aveva mostrato ai propri allievi.

I cosmi dei due guerrieri esplosero, un bagliore nero ed uno azzurro si confrontarono a mezz’aria dinanzi ai due contendenti, producendo scintille e tuoni.

Fu proprio l’allievo di Sirio a scatenare per primo l’attacco, "Ryutsuisen", invocò il Beast Keeper calando la mitologica lama contro l’avversario.

Il bagliore azzurro si tramutò lentamente, ma inesorabilmente, in un grande drago azzurro, Seiryu, il custode del Cielo Orientale, che si scagliò furente, attraverso la lama mitica, contro il proprio nemico.

Sesshuan, però, non si dimostrò impreparato, anzi, iniziò a roteare su se stesso, risalendo lentamente con la propria Hellblade, come un tornado che si sollevava dal terreno, "Kofuku Zetto", invocò il guerriero nero, mentre il movimento della lama diveniva simile ad una gigantesca tigre nera.

Il Drago Seiryu del Cielo Orientale che calava dall’alto e la nera tigre che si alzava dal terreno si scontrarono a mezz’aria, producendo delle scintille ed un inimmaginabile rumore di metallo, tale da distruggere, con la sola onda d’urto, gli alberi intorno ai due, e da raggiungere, sotto l’aspetto di un forte vento, Esmeria, Joen e Golia, che già erano andati avanti di molti passi.

Koryo e Sesshuan, intanto, erano in ginocchio, uno alle spalle dell’altro. Rimasero in quella posizione per alcuni minuti, in silenzio, poi, contemporaneamente, si rialzarono, "Ti faccio i miei complimenti, cavaliere nero", balbettò il Beast Keeper di Seiryu, "Grazie, guardiano asiatico, ma fra noi due chi ha perso sono io, quindi dovrei complimentarmi io con te", replicò il Nero Capricorno.

Un bagliore azzurro percorse longitudinalmente l’asse del corpo di Sesshuan, aprendo in due la sua armatura e provocando una profonda ferita su tutto il suo corpo.

L’elsa della nera Hellblade era ancora nel suo pugno sinistro, ma la lama era al suolo, spezzata.

"Alla fine ha vinto la spada più forte", rifletté il guerriero oscuro, "Esatto, cavaliere, solo questa piccolissima differenza di potere ha segnato la mia vittoria", concordò Koryo senza voltarsi.

"Entrambi eravamo velocissimi, ottime le nostre conoscenze dell’arte della spada e l’intuizione, ma la mia armatura e l’arma mitologica che custodiscono hanno avuto la meglio in quel furente scontro fra la tigre nera del terreno e Seiryu, il drago del Cielo Orientale", rifletté il Beast Keeper.

"Se può darti soddisfazione, guerriero nero, sei riuscito comunque a ferirmi", affermò Koryo, voltandosi verso il nemico morente.

Una sottile striscia di sangue si apriva poco sopra la cinta dell’allievo di Sirio, scorrendo veloce verso le gambe, "Un taglio molto profondo che solo l’armatura ha potuto rallentare, ma non fermare", spiegò il guerriero di Seiryu.

"Sei forte, spadaccino asiatico, ha preso la mia vita, ma di certo contro il mio maestro, o i neri guerrieri demoniaci non potrai molto", sussurrò Sesshuan, prima di morire.

"Forse, cavaliere, ma questo non fermerà i miei passi", rifletté Koryo, riponendo la propria arma.

Nel nero castello i tre comandanti delle due legioni avevano percepito la morte del Nero Capricorno, "Dunque un altro dei miei seguaci è caduto", rifletté Sairon, alzandosi in piedi, "Stavolta, Drago di Giada, non hai parole di derisione nei miei confronti?", domandò beffardo l’oscuro guerriero della Bilancia, "No, Shishio non ha niente da dire, alchimista", lo interruppe Raizen, alzando la mano sinistra e movendo velocemente l’indice.

Un solco si aprì nel terreno per poi travolse la decima delle candele sulla destra del candelabro oscuro, "Ora anche Sesshuan del Nero Capricorno, mio allievo, è caduto, ma percepisco che un gruppo di quei guerrieri, si avvicina sempre di più ad uno di noi Runouni, il più adatto a combattere fra gli alberi e la natura, seppur contorta, di quest’Isola", concluse il guerriero della Tigre di Smeraldo.

Il gruppo condotto da Botan e composto da Real, Elettra e Clio, avanzava velocemente nella folta boscaglia innaturalmente nata sull’Isola della Regina Nera, finché qualcosa non li fermò.

"Cavalieri, voi lo percepite?", domandò l’Astro delle Muse, "Cosa, sorella?", domandò l’Amazzone del Cavallo, "Una sottile, ma allegra, musica", rispose Real, intromettendosi nel dialogo fra le due guerriere, "Esatto, cavaliere d’argento", concordò Clio.

Il quartetto continuò ad avanzare, finché la stessa sacerdotessa d’oro del Cancro non si fermò, "Guardate", esclamò sorpresa.

Dinanzi al gruppo di guerrieri vi era un luce verde accecante e, con sorpresa di tutti, proprio da quel bagliore proveniva la musica.

"Benvenuti", esclamò il fascio luminoso, mentre lentamente l’accecante colore che lo rendeva invisibile andava spegnendosi, permettendo così a Real ed alle sue compagne di viaggio di poter osservare l’aspetto del loro nemico, che si rivelò essere un Runouni.