Capitolo 42: Nella Tana del Serpente

Se lo scontro fra Hyunkel e Tok’ra su una delle due torri nere era finito, quello nell’altra torre non era nemmeno iniziato.

Il gruppo di sette cavalieri si guardava intorno, il loro nemico si nascondeva ancora nell’ombra, silenzioso come un serpente, poiché egli stesso aveva definito quel luogo come la "Tana di un serpente".

"Mostrati, cavaliere, non restare nascosto tra le ombre, affrontaci lealmente", esclamò Golia del Toro, guardando verso l’oscuro soffitto.

"Sette guerrieri e solo due pronti a combattere", sussurrò la voce nascosta sul soffitto, "per di più, fra questi vi è una ragazza. Io dovrei abbassarmi a combattere con voi? No, mi accontenterò di uccidervi, come faccio con tutte le mie vittime. Sono l’Assassino silenzioso, non uccido per piacere, o per vendetta, ma semplicemente per dovere, per me nessuna vita vale più di quella di chi mi ha dato un’armatura", si presentò il guerriero nascosto, le cui esse erano incredibilmente sibilanti.

"Guerriero, mostrati, forza", lo sfidò di nuovo il santo del Toro, guardando verso l’alto.

"Non mi mostrerò, ma ti farò una concessione, cavaliere d’oro, morirai per primo", esclamò il nemico nascosto.

Ci fu un rumore sordo, poi una folata di vento, seguita da un rombo, qualcosa, o qualcuno, stava cadendo in picchiata contro il cavaliere d’oro, "Sonagli del serpente", urlò la voce nascosta.

Un bagliore verde si gettò contro Golia, il quale, pronto a rispondere all’attacco, cercò di bloccare il nemico, ricevendo però un diretto in pieno stomaco, un colpo talmente potente da rigettarlo indietro.

L’avversario, però, non si fermò per ritentare un secondo attacco, bensì tornò a nascondersi nell’ombra del nero soffitto.

"Complimenti, cavaliere d’oro, in pochi riescono a reggere ai diretti del Serpente a Sonagli, ma solo la tua armatura ti ha difeso", si complimentò il guerriero misterioso.

"Ho visto parte dei tuoi movimenti, guerriero di Giada", esclamò il santo d’oro, "Perché sei un Runouni, esatto?", incalzò Golia, "ma non capisco come tu possa avermi raggiunto con quel pugno, la tua figura era molto più veloce di quanto mai abbia visto. Nel momento stesso in cui hai avvicinato il braccio, già ti eri allontanato con la spalla, per poi scappare di nuovo nell’ombra con un salto incredibile", analizzò il custode della Seconda Casa, "inoltre il tuo pugno aveva una potenza senza eguali ed era corazzato", concluse il cavaliere.

"Quelli che hai sentito sul tuo stomaco erano i sonagli indistruttibili, una delle armi di cui sono datato io, il Runouni di Giada del Serpente, che in me accumulo le doti di diversi rettili letali", spiegò con tono soddisfatto il guerriero.

"Ora, però, guerriero di Giada, ti sfido ad attaccarmi di nuovo con quell’attacco, forza, Runouni, prova ad assaltare di nuovo con quei sonagli, vedrai quanto possa fare un Toro dinanzi ad una serpe che si cela vilmente", lo sfidò il santo d’oro.

"Belle parole", rispose semplicemente la figura nascosta, prima di scatenare nuovamente il fragore prodotto dalla sua discesa sul terreno.

"Sonagli del Serpente", invocò il Runouni, "Great Horn", tuonò in tutta risposta il cavaliere d’oro.

Il bagliore prodotto dalle corna del Toro accecò i presenti, ma Golia, in quel caos d'attacchi, riuscì a distinguere una figura che con agili movimenti laterali si spostava sulla sua destra, per poi scomparire di nuovo nell’ombra. Questa figura, però, era diversa da quelle normali, le braccia sembravano fin troppo lunghe, giacché quando il pugno si era scontrato con la posa sacra del Toro il corpo del nemico era distante il doppio di quanto fosse fisicamente possibile.

"Ancora complimenti, cavaliere d’oro", esordì il guerriero di Giada, mentre scivolava nell’ombra, "non solo hai deviato i pugni a Sonagli, ma sei persino riuscito a colpirmi, quasi; ma questo non ti impedirà di morire, nessun bersaglio è mai mancato all’incontro con la morte, quando sono io a deciderlo", concluse il Runouni.

"Davvero belle parole, guerriero, però, ora è giunto il tempo che tu deponga la maschera d’oscurità che ti cela, mostrandoti a noi", esclamò Golia, lasciando esplodere il proprio cosmo contro il soffitto oscurato e cercando di distruggerlo interamente, aprendo soltanto un foro sul tetto.

"Ti farò felice, santo di Atena, mi vedrai, sarò l’ultimo individuo che potrai vedere", lo minacciò il guerriero di Giada, gettandosi in picchiata contro Golia.

Gli altri guerrieri videro dapprima un bagliore accecante dorato, poi una figura che si strinse intorno a Golia, "Boa costriction", sussurrò il nemico dalla esse sinuosa.

Tutti allora videro quello strano nemico, "Il suo aspetto è simile a quello di Reptile", osservò stupito Joen del Pavone, che conosceva bene il defunto mariner dell’Anaconda.

Questo nuovo nemico aveva braccia e gambe sorprendentemente lunghe e sottili, le vestigia erano simili a squame, che si congiungevano dagli esili e sproporzionati arti fino alla cinta ed al petto. La corazza era interamente costituita da squame eccetto che per dei guanti piuttosto particolari, le spalliere e l’elmo.

La copertura per le spalle era costituita dalle zanne del serpente, l’elmo, invece dalla testa stessa dell’animale, che copriva interamente il volto del Runouni. I guanti, infine, erano simili ai sonagli di un serpente, così da sembrare quasi che le dita di quell’esile e lunga figura fossero giganteschi ed incredibilmente grossi, rispetto al resto del corpo.

"Togliti di dosso, guerriero di Giada", urlò Golia, cercando di divincolarsi, "Più ti muovi, più la mia presa si chiuderà su di te, togliendoti il respiro", avvisò l’Assassino Silenzioso, "Bene, se queste sono le tue parole, ora vediamo che saprai fare", replicò il cavaliere d’oro, "Biggest Wall", tuonò poi, lasciando esplodere il muro difensivo tramandatogli dal maestro.

Il Runouni del Serpente fu spinto indietro di diversi metri, con le vestigia danneggiate all’altezza delle braccia, per la presenza del muro difensivo, "Ora, cavaliere di Giada, direi che è il momento che ti presenti, ormai abbiamo visto il tuo aspetto, quindi la fuga è inutile", lo avvisò Golia del Toro.

"Sei davvero sicuro, santo d’oro?", domandò beffardo il sinuoso nemico, "Eppure quel tuo attacco a solo danneggiato la mia armatura di Giada, ma il corpo è integro", affermò muovendo abilmente le braccia, fino a farle ripiegare su se stesse, congiungendo la mano al gomito.

"Com’è possibile?", balbettò sorpreso Endimon, osservando lo strano nemico, "Dote naturale, guerriero olimpico, l’intero mio corpo, eccetto le dita e la testa, è composto da lunga cartilagine, una mostruosità per i più, ma una grande dote secondo coloro che mi hanno dato queste vestigia, gente del tutto diversa da chi mi rifiutò l’investitura nella mia terra natia", spiegò il Runouni, "nessuno può ferirmi", concluse soddisfatto.

"Davvero?", domandò beffardo Golia del Toro, espandendo il proprio cosmo, "Vedremo subito", continuò, "Great Horn", invocò infine, scagliando il sacro colpo del Toro, che raggiunse in pieno il nemico, travolgendolo.

Il Guerriero di Giada si schiantò nuovamente contro il muro, ma ancora una volta si rialzò, le vestigia lievemente danneggiate, però nessuna ferita si era aperta sul corpo.

"Pensi davvero che bastino questi colpetti per ferirmi?", domandò beffardo il sibillino nemico, "Sei fin troppo sicuro di te, guerriero di Giada, forse il tuo corpo può essere indistruttibile, ma le vestigia che ti coprono sono facilmente infrangibili per i colpi di un cavaliere d’oro", concluse Golia, indicando l’elmo del Serpente.

La maschera a forma di Serpe brillò per una crepa al proprio apice, poi, improvvisamente, si aprì in due, cadendo ai lati del misterioso nemico, il cui volto fu finalmente visibile.

La pelle era pallida, quasi simile a neve, gli occhi grandi e violacei, il naso sembrava quasi mozzato per la strana forma che aveva e le orecchie si intravedevano appena sotto i lunghi capelli castani che scivolavano fino al collo. Quando il nemico sorrise furono chiaramente visibili i giganteschi canini superiori, affilati ed appuntiti come aghi, quasi mostruosi.

"Ora che avete visto il volto dell’Assassino Silenzioso, è giusto che sappiate anche il mio nome", esordì il Runouni con voce beffarda, "sono Smeagol del Serpente", si presentò il guerriero di Giada, prima di scattare di nuovo sul soffitto, nell’ombra.

"Di nuovo ti celi nell’ombra, Runouni? Eppure ormai il tuo segreto è svelato, che altri motivi hai per attaccarci di nascosto?", esclamò il santo del Toro, cercando di seguire il nemico con lo sguardo.

"Non mi celo più, cavaliere, bensì vi attaccherò dall’alto, utilizzando la tecnica migliore, l’unica che può eliminarvi tutti, voi che avete avuto la sfortuna di vedere il mio aspetto", esclamò la voce sibilante di Smeagol.

Tutti poterono sentire il rumore delle dita che si conficcavano nel soffitto, per poi distaccarsi, così da dare slancio alla strana figura, che iniziò a roteare in aria. Un sibilo era prodotto dai moti di quel guerriero, finché fu la sua stessa voce a smorzare quel rumore, "Fatal Snake", urlò il Runouni.

Tutti videro l’ombra illuminarsi di una luce verde, quindi esplodere di un viola intenso, poi proruppe un rumore, simile all’eruzione di un vulcano, un ruggito, quasi, di dolore, infine un fiume di luce nera, tendente al blu, cadde dall’alto, simile ad una valanga, "Attenti", fu l’unica cosa che Awyn riuscì ad urlare, prima che il liquame oscuro precipitasse su di loro.

Passarono alcuni minuti l’intera cupola della Torre fu riempita da quell’orrido liquame, simile ad una valanga viola, dopo, però, quel liquido evaporò, risalendo verso il soffitto e scomparendo attraverso il foro che Golia aveva aperto all’inizio della battaglia.

Quando tutto finì, Smeagol poté vedere, con suo grande disappunto, due immensi muri, uno dorato e l’atro verde, che si univano formando una grande cupola sopra il gruppo di cavalieri olimpici.

"Che cosa?", esclamò stupito il Runouni, "Una veloce combinazione, guerriero di Giada, i colpi che mio padre ha tramandato ad entrambi ed altri suoi allievi, grandi scudi difensivi che possono proteggere ogni persona. In questo caso il mio <Green Wall> ed il <Biggest Wall> di Golia, combinati insieme", spiegò Joen del Pavone con un sorriso beffardo.

"Devo comunque ammettere che il tuo attacco era molto potente", si complimentò Esmeria, osservando i giganteschi fori creati su tutto il muro per la sostanza che aveva attaccato i cavalieri.

"Siete riusciti a battere il mio acido, ma saprete farlo di nuovo?", domandò beffardo Smeagol, dopo che il muro difensivo era stato calato.

"Runouni, perché, anziché questi attacchi di massa, inutili contro di noi, non mi attacchi frontalmente, in duello leale?", replicò seccamente Golia, osservando l’avversario.

Il silenzio calò sul campo di battaglia, in attesa della risposta di Smeagol.