Capitolo 50: Superare il limite

Odeon osservò sorpreso il volto del suo nemico, era come paralizzato dinanzi a quella figura così inaspettata.

Shishio aveva lunghissimi capelli rossi come il fuoco che scendevano, legati a coda, fino alla schiena, gli occhi azzurri erano incastonati nel viso orientale del guerriero di Giada ed i lineamenti di costui ne delineavano la bellezza e supremazia, ma, cosa sorprendente, erano deturpati in modo inspiegabile ed inguaribile: un’ustione, singola ed immane, aveva preso l’intera guancia sinistra fino al mento e sembra espandersi verso l’occhio stesso e la fronte.

"Stupito, cavaliere d’oro? Sembra che tu non abbia mai visto un volto segnato da ustioni?", domandò beffardo il Runouni, sorridente e pronto a continuare la lotta.

"Io ho visto molti tipi di ferite, ma quella tua ustione ha qualcosa di diverso dal normale, sembra quasi che si espanda, anche adesso", balbettò Odeon, riprendendo la posizione di guardia.

"Si, in effetti hai ragione, le verdi piaghe del fuoco del Drago si nutrono della mia stessa carne ogni qualvolta ne faccio uso, questo è il prezzo da pagare per avere una potenza tale da sconfiggere anche i santi d’oro di Atena, una delle caste più potenti mai conosciute fra gli umani", spiegò il guerriero di Giada, mentre espandeva il proprio cosmo e con esso la ferita sul volto, che aveva ormai raggiunto con le proprie verdi infezioni anche l’occhio sinistro e parte della fronte.

I movimenti di Shishio, però, si fermarono non appena vide lo stupore unito al disgusto sul volto del suo avversario.

"Pensavo che mi avresti capito", rifletté il Runouni, "d’altronde nemmeno tu mostri fin dall’inizio la tua vera forza in battaglia, eppure sembri terrorizzato da ciò che accade al mio volto quando mi scateno in una battaglia. Cosa credevi che i Guerrieri dello Zodiaco Cinese fossero un gruppo di mendicanti con tecniche energetiche di scarso livello? Ti sei chiesto perché tutti portano maschere integrali, o quasi, sul volto? Proprio per onorare l’antico ordine di celarsi e per annullare se stessi in vista del grande sacrificio, che sarebbe avvenuto il giorno del ritorno degli Horsemen, almeno questo era il compito di chi ci ha preceduto. Io e tutti coloro che con me sono divenuti Runouni in quest’era non eravamo per nulla interessati al pericolo che i Quattro costituirono, costituiscono e costituiranno, no, noi tutti volevamo l’investitura che nessuno ci concesse, in fondo, anche se non ci avrai incontrati tutti, avrai percepito i vari cosmi.

Nemes era troppo piena di se per accettare un rifiuto, così abbiamo sfruttato la sua velocità, facendo di lei la prima pedina da sprecare; Mamiya e Dorton, che hanno combattuto nei sotterranei e che ancora sopravvivono, erano fin troppo innamorati l’uno dell’altro e fedeli alle certezze del destino per credere che queste due cose non potessero entrare in pieno connubio, perciò ne ho fatto due guerrieri del nostro ordine, fra i più potenti, ma insieme dubbiosi, forse gli unici veri Runouni di quest’era", continuò il Drago di Giada con tono ironico, "e Koga è come loro, ama troppo la musica per capire che non si può convivere con la guerra e la pace nel cuore".

"Poi c’erano coloro in cerca di vendetta: Zodd e Cooler, loro chiedevano solo di avere delle armature, così ne ho fatto delle mie armi, non molto efficaci tra l’altro, dato che hanno solo ferito due di voi. Quindi coloro che volevano semplicemente dimostrare la loro forza, come Knives, Hyunkel, Smeagol e Raizen stesso, tutta gente che per la vittoria in battaglia e per me, avrebbe sacrificato la vita, alcuni di loro era persone fidate, ma in fondo per vincere uno scontro forse un giorno mi avrebbero anche tradito.

Infine, Ryoga, il vecchio che prima di me aveva deciso di vendere se stesso, solo che io mi sono venduto al potere, lui ad una divinità e si sa, gli dei sono come bandiere, da un momento all’altro possono dimenticare i favori fatti e ricevuti. Il vecchietto lo ha provato sulla propria pelle, quando quel misero santo d’argento lo ha sconfitto, grazie all’aiuto di un semidio", concluse Shishio.

"E tu? Cosa pensi di essere? Di certo non credi in un destino, ma hai cercato un potere immenso per vincere in battaglia e vendicarti del fato che non ti ha concesso l’investitura che volevi, non sei molto diverso da nessuno di loro", osservò Odeon, espandendo il proprio cosmo.

"Si, ho in me i difetti di tutti i miei seguaci, lo so, ma ho deciso di votarli al potere perfetto, il fuoco verde, l’alito antico di drago, una delle più potenti armi mai create da uomini o dei, l’arma perfetta per distruggere qualsiasi essere, si dice che in tempi passati abbia spento persino uno degli Horsemen, costringendo però, chi lo possedeva, ad uno scontro estenuante", raccontò il Dragone di Giada, "e poi, cavaliere d’oro, non pensare di essere così differente da me, adesso anche tu cerchi in te stesso la forza per una vendetta", concluse con tono divertito il Runouni, ricominciando ad espandere il suo cosmo, mentre il volto veniva lentamente assorbito da quella grande ustione verde.

"Preparati cavaliere d’oro", urlò poi con tono di sfida il guerriero di Giada e subito il braccio sinistro, avvicinatosi al fianco, fu circondato da un vortice di fuoco, mentre il volto lentamente diventava simile ad una figura mostruosa per le immani ustioni che vi andavano scavandosi.

"Amakakeri Ryu!", tuonò con tutto il fiato che aveva in voce Shishio, mentre scagliava il montante verso Odeon.

"Lighting Bolt", urlò in tutta risposta il cavaliere di Leo, scagliando la sfera di energia luminosa, sfera che fu come assorbita in quel montante da cui lentamente il santo d’oro vide delinearsi un drago immenso e costituito di fiamme verdi, un drago che furioso si gettò contro di lui, inglobandolo nelle proprie fauci immense.

Odeon fu travolto da quel colpo ed improvvisamente non capì più nulla, sentiva solo il dolore di quelle fiamme che lentamente mangiavano il suo corpo e bruciavano l’armatura, poiché le vestigia d’oro del Leone che a tante battaglie erano sopravvissute e che già una volta avevano visto la morte per mano di Thanatos, divinità dell’Ade, ora stavano lentamente sciogliendosi per il colpo che quell’uomo aveva scatenato, un uomo con la forza di divinità, forza tale da sciogliere persino l’oro. Una forza che però gli era costata il corpo e forse, chissà, una vita normale.

A questo pensava Odeon mentre il fuoco lo sollevava verso il cielo, sciogliendo il soffitto prima che potesse scontrarsi con il suo corpo.

"Dunque sarà questa la mia fine? Spegnermi diventando cenere prima di raggiungere il cielo? Travolto dalla forza dell’ultimo ostacolo? Un ostacolo tale da sciogliere queste vestigia, un ostacolo contro cui era pura follia sperare di vendicarmi senza diventare un essere vile come lui?", si chiese sofferente il cavaliere d’oro.

Nel cerchio di fuoco da cui era partito il drago, Shishio osservava l’effetto del proprio attacco, il volto, dilaniato dalle ustioni, era sorridente e soddisfatto, "Non pensavo che sarebbe servito questo attacco contro quel cavaliere, però, almeno mi ha fatto divertire", rifletté il Runouni, prima di voltarsi verso il proprio elmo distrutto.

"Ora dovrò attendere alcuni minuti prima di attaccare battaglia di nuovo, non posso rischiare che il limite del mio potere mi travolga proprio mentre elimino gli altri cavalieri, anche se, l’idea di affrontarli singolarmente non mi aggrada", pensò il guerriero di Giada, "potrei proporre loro di attaccarmi tutti insieme, di certo vi sarebbe meno piacere in uno scontro del genere ed il mio Drago che si Innalza al Cielo non potrebbe portarli tutti via con se, ma verrebbe facilmente debellata la maggioranza di loro così, intanto aspetterò che le ceneri del Leone si disperdano nel cielo prima di riprendere lo scontro", concluse il Runouni, osservando nuovamente il proprio attacco.

Odeon, lentamente, si stava lasciando andare, quando, in quel mare di fiamme, ritornò alla sua mente una voce amica, "Che cosa stai facendo, Odeon?", sentì urlare da colui che più di tutti gli era stato vicino negli anni, Myokas.

"Credi che ti possa sempre essere vicino, cavaliere d’oro? Sempre se vuoi che ti chiami ancora così. Un vero santo di Atena non si sarebbe arreso nemmeno dinanzi alla più chiara sconfitta, pensa a Kiki, Abel, Alcyone e Gallio, che hanno sfidato la morte nel momento del bisogno e sono tornati fra noi durante la battaglia finale con Urano, ripensa a loro e ripensa a me, che adesso, mentre dovrei essere tranquillamente nel paradiso dei cavalieri con il nostro maestro, sono ritornato, seppur con la sola entità cosmica, nel mondo dei vivi, per richiamarti all’ordine, cavaliere", lo ammonì la voce del santo del Sagittario.

"Avete combattuto bene finora, cavaliere, perché dovresti ora arrenderti e lasciare che i compagni feriti cadano per la tua sconfitta?", domandò il maggiore degli allievi di Seiya, "Sai quanto abbiano tutti fiducia in te, sia fra coloro che nel nero castello cercano di capire cosa sia accaduto dentro il cerchio di fuoco, sia qui nel Cielo, dove io ed il maestro osserviamo il susseguirsi degli avvenimenti. Non ti chiedo di combattere per me, tu stesso hai deciso di farlo, malgrado la mia sia stata semplicemente la fine degna di un santo d’oro, morire per difendere il proprio credo, né ti chiederò di affrontarlo per qualche particolare dovere verso chi ha fiducia in te, come poteva sembrare, ma semplicemente, Odeon, ritrova la forza che hai dentro, fai ruggire il Leone, scatena la rabbia che possiedi e tieni nascosta, come da piccolo, quando cercavi di unire la voglia di diventare cavaliere con la speranza di vivere nella pace, seguendomi sempre come un vero fratello minore.

Quindi, ti chiedo, fratello, cosa vuoi fare adesso? Vuoi cedere dinanzi a questo fuoco e seguirmi nell’Ade, oppure vuoi finalmente seguire il destino di ogni individuo che abbia un idolo, cioè superarmi? Forza, giovane Leone d’Oro, mostra finalmente gli artigli e le zanne al Drago di Giada e supera i tuoi ed i miei limiti", incalzò infine la voce di Myokas, prima di abbandonare colui che considerava come un fratello minore.

"No, Myokas, non ti raggiungerò adesso, né ti costringerò a scendere di nuovo qui, sul piano dei mortali, per sgridarmi", sussurrò fra se Odeon, lasciando di nuovo esplodere il proprio cosmo dorato.

Quando il Runouni di Giada sentì nuovamente esplodere quel cosmo avverso e dorato si stupì ed alzando gli occhi al cielo lo stupore che quel viso, le cui ustioni andavano diminuendo, trasmetteva, fu prodotto dal vedere un gigantesco artiglio dorato aprirsi un varco nel volto del Drago dalla Verde Fiamma, per ridiscendere al suolo.

"Sei una continua sorpresa, ragazzo", esclamò titubante il Runouni, mentre dinanzi a lui avveniva un altro miracolo: le ustioni sul corpo del nemico si richiudevano velocemente per mezzo del caldo cosmo dorato del cavaliere di Leo.

"Il corpo si ripara, ma le vestigia?", domandò beffardo il guerriero di Giada, "Non sono un problema se consideri le tue a confronto", replicò seccamente il santo d’oro, il cui cosmo era ora immenso ed i capelli simili a fiamme, proprio come quelli del nemico.

"Lighting Plasma", tuonò Odeon, scatenando l’attacco base del Leone.

"Già visto e già evitato", replicò il Drago di Giada, prima di scoprire, con sua grande sorpresa, quanto fosse aumentata la velocità di quel colpo, che lo raggiunse in pieno, distruggendo in più punti le vestigia di Giada del Dragone Cinese.

"Adesso, Runouni le nostre vestigia sono egualmente danneggiate, inoltre quest’ultimo colpo ti ha raggiunto con tutta la serie degli attacchi, producendo di certo delle ferite anche sul tuo corpo, perciò direi che in una situazione del genere, l’unica cosa da fare sia utilizzare le ultime forze in un singolo attacco", propose Odeon, facendosi avanti verso il nemico.

"Vorresti affrontare di nuovo il Drago che si alza verso il Cielo?", domandò sorpreso Shishio, "Si, ma stavolta non fermerà la sfera d’energia del Leone che ruggisce", replicò seccamente il santo d’oro, espandendo il proprio cosmo.

"Visto che già una volta vi sei sopravvissuto, dovrò utilizzarla raggiungendo il limite concessomi dal mio cosmo", osservò con un sorriso sottile il Runouni, la cui ustione ricominciava ad espandersi sul volto, come un cancro.

"Lighting Bolt!", tuonò dopo alcuni secondi Odeon, i cui capelli ora si muovevano, dondolati dal cosmo dorato, e sembravano rossi più del fuoco stesso per la furia che li alimentava.

"Amakakeri Ryu!", replicò con la medesima decisione Shishio, il cui intero volto e parte del collo erano ora coperti da ustioni.

La sfera d’energia, però, stavolta non fu inglobata nel colpo nemico, anzi, riuscì a contrastare la furia del Drago di fuoco, trattenendone la potenza, "Speri davvero di battermi con così poco? Se sei riuscito a superare i tuoi limiti sconfiggendomi, prima, ora farò io lo stesso con te", replicò il Runouni di Giada, lasciando esplodere ancora di più il proprio cosmo, così da aumentare le ustioni su tutto il corpo.

Come un immenso morbo, le ustioni raggiunsero le braccia, il petto e lentamente corsero verso le gambe, mentre, lentamente il drago di Fuoco si faceva avanti verso il nemico, incurante della sfera dorata che lo rallentava.

"Io che ho il potere di eliminare i potenti Horsemen in singoli duelli, pensi che non sia capace di sconfiggerti? Tu, che sei un semplice uomo?", tuonò infuriato il Runouni, mentre lentamente le ustioni sul suo corpo prendevano fuoco.

Urla di dolore fecero eco a ciò che Odeon non poté vedere, uno spettacolo orrido e terribile, il corpo di Shishio prese fuoco, un fuoco immane e verde, una gigantesca fiaccola che sciolse le mura circostanti.

Il cavaliere d’oro, ignaro di cosa stesse succedendo al proprio nemico, cercava di resistere all’avanzata del drago verde ed infine, inaspettatamente, sentì che l’opposizione del colpo nemico si fece assente, difatti, la sfera d’energia volò in avanti, senza più resistenza alcuna, dipanando le ultime fiamme rimaste e distruggendo la parete che sola, insieme alle vestigia ricomposte del Drago Cinese, fronteggiava adesso Odeon.

Il santo d’oro del Leone si voltò verso i propri compagni e li vide tutti in piedi, sorpresi da quella scena, "Che cos’è successo?", riuscì appena a balbettare Daidaros di Cefeo, "Non lo so", fu l’innocente risposta di Odeon, ma una voce si alzò a redarguirlo.

"Shishio è caduto, fin troppo aveva sfruttato il dono ricevuto dopo un ardua prova, quel dono che portò, millenni or sono, alla caduta del passato Drago di Giada, spentosi nel momento in cui sconfisse il Quarto Cavaliere, l’ultimo e più potente", esordì Raizen, la cui voce sembrò uscire dal corpo come ultimo alito di vitalità, "il mio amato amico e fratello ha perso la vita perché troppo pieno di se, ma non temere, cavaliere, la tua non è una sconfitta, bensì una vittoria. Lo avevi già battuto uscendo vivo dal primo Drago che si Innalza al Cielo, e di nuovo hai sancito la tua superiorità resistendo al colpo lanciato alla massima potenza. Ora addio, guerrieri olimpici, ben presto incontrerete Ate e chi la Comanda, Colei che comandava pure su di noi e per cui il mondo non ha alcun interesse. Lei dovrete sconfiggere adesso, mentre io mi riunirò alle persone care", queste furono le ultime parole della Tigre di Smeraldo prima che la vita non lo abbandonasse del tutto.

"Ti ringraziamo del saluto, nobile Runouni della Tigre, anche se forse non avrei vinto contro questo secondo attacco, se Shishio avesse avuto qualche secondo in più per aumentarne la potenza", rifletté Odeon, mentre il suo cosmo lentamente calava, come un inesorabile tramonto.

Subito Ryo lo raggiunse e lo sostenne, prima che cadesse al suolo svenuto, "Forza, cavaliere d’oro, abbiamo fatto questa strada tutti insieme fin qui, combattendo senza demordere, perché, proprio adesso, dovresti cadere? Andiamo, Ate ci attende ed i suoi alleati", propose il santo di Libra.

Il gruppo si mosse subito dopo, fu Anhur ad aprire quelle nere porte che per tanto tempo i cavalieri avevano sperato di attraversare in quel lungo giorno e subito, dinanzi a loro, apparvero quattro dei cinque santi risorti voltandosi al male.

"Benvenuti al luogo della vostra morte, cavalieri", esordì Ban.