LA CONQUISTA DEGLI INFERI

Questo racconto tenta in qualche modo di spiegare una strana cosa… sia Ades che Lucifero dovrebbero essere i sovrani degli inferi, ma i due non si sono mai combattuti… è una battaglia tra i quattro demoni infernali e i 108 spectre di Ades, ambientata nella Guerra Sacra che venne combattuta da Sion e Libra. Ho inoltre immaginato alcuni colpi che l’enciclopedia degli spectre in fondo al Manga elenca, ma che non si sono mai visti (tipo lo "Sweet chocolate" di Valentino, o lo "Stand by Me" di Stand).

Capitolo 1- Due maligni sovrani

Circa 250 anni prima delle vicende che conosciamo dei cavalieri…

Una violentissima guerra sacra fu combattuta da tutti gli dei, che schierarono i loro eserciti in battaglia per sconfiggere gli altri ed aggiudicarsi la terra: i dodici cavalieri d’Oro di Atena, i sette generali di Nettuno, i cavalieri della Corona e di Discordia… mentre sulla terra infuriava la battaglia tra Nettuno ed Atena, negli inferi si stava preparando un'altra battaglia, combattuta da due tra i più malvagi personaggi: il dio Ades e Lucifero, l’angelo decaduto.

"Pandora!" il signore del mondo della morte, Ades, convocò la sua serva, già esistente in quell’era. La donna giunse al suo cospetto e si inginocchiò. "Eccomi, sire Ades" rispose con riverenza, e il dio dei morti spiegò immediatamente il suo piano: "Vedi, Pandora, come ben sai, sulla terra si sta combattendo un immensa battaglia tra i cavalieri di Atena e i generali degli Abissi… e contemporaneamente, infuria uno scontro immenso fra i guerrieri di Discordia e i cavalieri della Corona. Vedi, per me sarebbe molto vantaggioso se entrambi i contendenti, dopo essersi distrutti a vicenda e dopo essersi stancati…" Pandora ascoltava la spiegazione del suo dio con molta attenzione, "…non potessero più fronteggiare i miei spectre! Io invaderei facilmente la terra, spazzando via ogni divinità a me opposta" Pandora tentò di trarre le conclusioni del discorso, e ipotizzò: "Perciò mobilito i 108 spectre, preparandoli ad invadere il mondo non appena cessino le battaglie?". Ades però scosse la testa, "No, no, no… lasciami finire. C’è ancora Lucifero" "L, Lucifero…?!" balbettò Pandora stupita "Sire Ades, volete dire Lucifero l’angelo cacciato dal cielo?" Ades annuì, poi continuò la sua spiegazione; "Pandora, nonostante Lucifero possieda soltanto quattro demoni, quelli sono molto potenti… ho sentito che un suo demone sarebbe in grado di sconfiggere circa dieci dei miei spectre… non posso rischiare che, al momento della conquista della terra, lui mi si opponga, ancora fresco di forze… perciò va eliminato. Immediatamente" Pandora restò in silenzio per qualche istante, senza parole.

Intanto una potente luce saettò davanti al Grande Tempio di Atene, ormai poco difeso: soltanto due cavalieri d’Oro, quello d’Ariete e quello del Capricorno, erano rimasti in sua difesa, e tutti gli altri erano impegnati nella lotta contro Nettuno e i suoi combattenti. Sion era fermo nella prima casa, cercando di avvertire ogni cosmo ostile, e ne percepì uno potentissimo, che stava spazzando via tutti i soldati e stava ormai giungendo alla prima casa senza problemi. E infatti la luce era già davanti a lui: un cavaliere con occhi e capelli viola, alto. "Chi sei?" chiese Sion preparandosi alla battaglia, ma il nemico non gli rispose nemmeno: fece saettare verso di lui un raggio di energia luminoso che somigliava a un serpente bianco. Sion però tentò di difendersi, ed aprendo le braccia gridò: "Muro di cristallo!" purtroppo il muro eretto dal santo d’Oro non servì a nulla, infatti in un istante andò in frantumi, e Sion venne colpito, e scaraventato violentemente contro il muro della prima casa, mentre la sua armatura d’Oro si trovò incrinata. Il nemico corse immediatamente alla seconda casa, senza curarsi di finire il cavaliere dell’Ariete.

Uno spectre entrò di corsa nella sala del trono di Ades, e giunto davanti all’oscuro signore si inginocchiò: "Sire Ades, c’è una notizia importante! Un demone infernale di Lucifero sta invadendo le Dodici case incustodite, e sembra sia già giunto alla casa del Cancro!", Ades, sentendo questa notizia, si alzò in piedi di scatto, furente: il Grande Tempio apparteneva a lui, e non avrebbe permesso a Lucifero di invaderlo; "Comunica un ordine a tutti gli spectre: tutti loro si dovranno immediatamente recare alle dodici case, in modo da conquistarle impedendo di farlo a Lucifero!" dopo queste parole, il soldato dell’esercito della morte rimase molto stupito, però senza obbiettare per niente gli ordini del suo re corse via, correndo ad avvertire i tre comandanti. Ades invece cercò di connettersi con Lucifero, cercando di capire cosa stava succedendo, prima di cominciare la battaglia…

Capitolo 2- Guerra sul suolo divino

"N, no… Atena…" dopo queste poche parole, Paul di Capricorn, cavaliere d’Oro della decima casa, cadde a terra privo di sensi, in fin di vita, mentre la sua armatura d’Oro mostrava pesanti danni, provocati da raggi di energia molto potenti. Attorno a lui, un illusione idilliaca scomparve, e un demone di Lucifero si mise a ridere: "Ah, ah, ah… questi cavalieri non sono un granché… a me, Molock, non è servito molto ad annientarlo…" e detto questo il guerriero, senza curarsi delle condizioni del cavaliere di Capricorn, corse via dalla decima casa come un fulmine. Le dodici case, praticamente lasciate incustodite per la battaglia contro Nettuno, erano appena state conquistate.

In un lampo di luce comparve davanti alla statua di Atena, ai cui piedi giacevano le dodici case dello zodiaco, Lucifero, ora signore degli inferi che fu angelo prediletto da Dio. Al suo fianco, uno ad uno, comparvero i demoni infernali, che con incredibile velocità si erano sbarazzati dei due cavalieri d’Oro rimasti a protezione del Grande Tempio di Atene. Il sovrano degli inferi, aprendo un braccio e sprigionando tutto il suo venefico cosmo, distrusse completamente la statua di Atena, poi fece sorgere un trono nero al suo posto, e ci si sedette. Lucifero osservò compiaciuto le dodici case, tutte vedibili da quella postazione: ora erano sue, e nessuno poteva più prendergliele… sarebbe divenuto padrone del mondo.

"Rhadamantis di Wyburn!" "Aiace di Garuda!" "Minosse di Griffon!" "Sire Ades, noi tre comandanti dell’Aldilà a capo dei 108 spectre siamo qui!" tre uomini, vestiti con surplici, si inginocchiarono al cospetto del loro re, e dietro di loro circa un centinaio di guerrieri fecero lo stesso. Il dio Ades sembrò non voler perdere nemmeno un istante: "Vi ho convocato tutti qui per iniziare la Guerra Sacra" comunicò agli spectre "Che ci porterà alla conquista della terra e dell’universo! Il problema che si pone è ora soltanto uno… Lucifero" tutti gli spectre, già a conoscenza del loro prossimo nemico, non fecero una piega; soltanto Aiace mostrò tutta la sua perplessità, "Ma signore… noi immaginavamo che la nostra prima nemica, come dai tempi del mito, fosse Atena!" a queste parole, Ades non si infuriò, semplicemente si sedette nuovamente sul suo trono; "Atena non è un ostacolo ora… è già impegnata nella mortale battaglia contro mio fratello Nettuno… il vero pericolo adesso è Lucifero" spiegò velocemente il dio del mondo della morte, poi puntò un dito verso il cielo; "è il momento di combattere! Andate immediatamente al Grande Tempio… si combatterà lì".

Tutti e 108 i guerrieri dell’esercito di Ades marciavano ordinati verso l’entrata della casa di Aries. "E così combatteremo in questo luogo" osservò Cube, guardandosi intorno; "Non temete… come il sire Ades ha spiegato, non sarà una difficile battaglia…soltanto 4 combattenti si oppongono a noi, non dovremmo subire gravi perdite!" disse Rhadamantis, mentre controllava che la marcia procedesse al meglio, "Presto il nostro signore governerà la terra intera, e Lucifero sarà nuovamente relegato nelle più profonde viscere infernali" gli spectre si trovavano ormai sulla scalinata per la prima casa, e Minosse fece cenno a tutti di fermarsi: "Allora, abbiamo deciso… sentiamo dei potenti cosmi provenire dalla prima, dalla quinta, dalla nona e dalla dodicesima casa… ovvero Ariete, Leo, Sagitter e Fish… Valentino, Laimi e Fregias saranno i comandanti degli spectre che andranno alla prima casa, alla quinta andranno come capi Queen, Gordon, Shilthead e Mi, oltre a me ovviamente, alla nona staranno Aiace, Lune e Niobe, e infine alla dodicesima andranno Rhadamantis, Faraone e Caronte…" tutti e 108 i malvagi guerrieri di Ades annuirono, poi corsero ordinatamente nella prima casa, pronti alla battaglia.

Una potente luce nera comparve davanti al trono di Lucifero, sulla cima di Atene, e si formò una figura compatta: Ades era lì. "Come hai potuto teletrasportarti qui, sovrano dell’Aldilà?" chiese Lucifero, accorgendosi dell’arrivo del rivale "Nemmeno io ho potuto farlo, e ho dovuto attraversare le dodici case con l’ausilio dei miei demoni". "è stato semplice… un normale guerriero non potrebbe spostarsi con il teletrasporto per azione del cosmo di Atena…" rispose Ades guardando con determinazione l’angelo decaduto, "Ma io ho potuto, dato che il mio cosmo non è inferiore a quello di Atena! E ora tu, che dio non sei ma soltanto angelo decaduto, ti accorgerai della differenza fra noi!" Ades cominciò ad avanzare sulla scalinata verso Lucifero, ma il demonio non batté ciglio: puntò un dito contro il dio, e il suo cosmo fece comparire sulla scalinata un infinità di rovi, che circondarono il nemico attanagliandolo; "Prima dovrai superare gli ostacoli che ti conducono a me, Ades!" ma il dio malvagio non si spaventò a sua volta, e cominciò ad avanzare, tagliando con la sua spada sacra tutti i rovi, mentre Lucifero ne fece sorgere altrettanti "Il cammino verso di te sarà lungo e difficile… ma quando arriverò non avrai scampo!" urlò Ades, maneggiando con incredibile maestria la sua spada dell’inferno, e Lucifero continuò a far sorgere i rovi con il suo cosmo, mentre alle dodici case i demoni infernali e gli spectre si massacravano.

Gli spectre erano ormai completamente dentro alla prima casa; "Tutti coloro che non sono stati affidati a questa battaglia se ne vadano!" urlò Rhadamantis, e immediatamente la maggior parte dei guerrieri corse via, diretta verso la casa del Toro. Valentino, Laimi e Fregias cominciarono a scrutare in ogni angolo del tempio, per accorgersi di un eventuale nemico, mentre gli altri spectre rimasero disorientati. All’improvviso Milth si accorse di uno strano bagliore bianco che saettava qua e là, e immediatamente scagliò il suo colpo: "Scompari, demone! Natural terror!" gridò lo spectre, lanciando il suo colpo rappresentato da una specie di terremoto, ma il nemico lo schivò senza alcun problema e poi comparve: era un guerriero alto, con capelli viola, che non si presentò e non permise ai nemici di fare altrettanto; alle sue spalle comparve un cobra bianco a due teste, poi mosse un po’ le braccia "Colpo finale del bianco serpente bicefalo!" urlò il guerriero, poi corse verso i guerrieri di Ades e li trafisse tutti, uno ad uno, con il morso del suo serpente: alla fine del temibile attacco, un buco nel terreno testimoniò che Laimi si era immerso nel terreno schivando il colpo, mentre Fregias e Valentino erano riusciti a schivarlo, e degli altri spectre non rimaneva che il corpo senza vita.

Capitolo 3- Tre contro uno!

Astaroth si fermò per respirare un istante, "Voi spectre non sembrate tutto questo granché… anche se siete 108, ben pochi di voi sono guerrieri veramente potenti…" "Invece che criticare il nostro esercito, perché non ti presenti, angelo di Lucifero?" chiese Valentino ad Astaroth, che non si fece pregare: "Io sono Astaroth, angelo Cherubino della conoscenza!" mentre parlava, alle spalle del guerriero comparve nuovamente il serpente bicefalo. Gli spectre fecero la stessa cosa, si presentarono "Fregias di Licaone" "Valentino di Harper". Astaroth si fermò un istante a riflettere; gli era sembrato che tre spectre fossero sopravvissuti al suo colpo di poco prima, eppure soltanto due erano davanti a lui… ma all’improvviso un groviglio di tentacoli emersero dal terreno, legandolo saldamente, e una terza voce concluse le presentazioni dei compagni "E Laimi di Worm… ih, ih, ih…"

"Corriamo! Siamo ormai giunti alla quinta casa!" gridò Aiace, mentre tutti gli spectre correvano sulla scalinata per la casa di Leo; sembrava non esserci alcun cosmo all’interno di quel palazzo, eppure lo avevano sentito in precedenza. "Non si sarà spostato il nostro nemico, comandante?" domandò uno spectre ad Aiace, e il gigante di Ades non seppe cosa rispondere. Fu invece Mi a chiarire i dubbi del guerriero: "Questo angelo sta facendo una cosa che io conosco bene… e presto lo smaschererò…" concluse l’ammasso informe.

"C, cosa…" Astaroth non riuscì in un primo momento a rendersi conto di ciò che gli fosse successo: dei tentacoli lo avevano avvolto, catturandolo ed imprigionandolo. Ora riusciva a muoversi minimamente, ma non sufficientemente per lanciare un qualunque colpo. "Benissimo, Laimi…" Fregias si complimentò con il compagno, che era ancora nascosto sotto terra; "Forza, colpiscilo, io lo tengo bloccato!" rispose Laimi, e Astaroth cercò di liberarsi dai tentacoli prima di trovarsi in una situazione molto svantaggiosa, ma fu inutile: Laimi fece emergere dal terreno un altro tentacolo, poi lo scagliò contro l’angelo della Conoscenza, che muovendosi lateralmente con tutte le sue forze riuscì ad evitarlo, ed il tentacolo andò a distruggere una parte del muro della prima casa. Astaroth, impegnato a schivare i fendenti di Laimi, non si accorse che Fregias si era già portato davanti a lui, ed attaccò deciso, senza possibilità che l’avversario si difendesse, "Assaggia il terrore del mio Howling inferno!" Fregias attaccò il nemico con due pugni carichi di energia, che colpirono duramente Astaroth danneggiandolo, e il demone infernale sputò sangue dalla bocca. Il guerriero di Lucifero si rese conto che se avesse subito un altro colpo di quella portata la sua vita sarebbe stata in gravissimo pericolo, e perciò doveva cercare in fretta di liberarsi del groviglio dell’altro spectre.

Intanto Valentino se ne stava fermo immobile ad un lato della stanza, ad osservare lo svolgersi della battaglia. Lo spectre di Licaone si mise a ridere e preparò un altro dei suoi colpi: "Vai all’altro mondo, voi demoni di Lucifero non siete all’altezza di competere con noi spectre! Howling inferno!" ma questa volta fu Astaroth a sorprendere i nemici: con un potentissimo scatto si liberò del Groviglio di vermi di Laimi, scaraventandolo fuori dal terreno e gettandolo in aria, e poi bloccò con le due mani i pugni energetici di Fregias. Infine, prima che lo spectre potesse trovare il tempo di reagire, attaccò deciso; "Di certo a voi spectre di Ades non manca la forza… ma la vostra forza non è sufficiente a contrastare la mia e quella dei miei Denti del cobra bianco!" il Cherubino della conoscenza colpì Fregias con un potentissimo fascio di energia bianco accecante, che trapassò da parte a parte lo spectre, mandando in frantumi la sua Surplice ed uccidendolo.

"Il primo di voi è caduto…" aggiunse poi girandosi verso Laimi e Valentino, "Chi deve essere il prossimo?" ma per tutta risposta Laimi, furioso per la facilità con cui Astaroth lo aveva scagliato via, lanciò il suo colpo: "Insolente, ora vedrai la vera forza della stella della Terra nascosta! Groviglio di vermi!" per la seconda volta, i vermi dello spectre saettarono veloci contro l’angelo, e in pochi istanti lo catturarono; "Allora sei proprio cocciuto… non hai visto che del tuo colpo me ne faccio un baffo!" esclamò Astaroth, ma questa volta non riuscì a liberarsi dal groviglio semplicemente con uno strattone. "Ih, ih, ih...a quanto pare sei in difficoltà…" ghignò il cavaliere verme, e Valentino ne approfittò della situazione per intromettersi per la prima volta nel combattimento: "Perfetto! E adesso stai fermo a subire il mio Sweet chocolate!" dalle mani di Valentino uscì una nuvola di fumo, che poi si espanse per tutta la stanza. Un odore buonissimo si diffuse per tutta la Prima casa, e Astaroth cominciò ad odorarlo: "Cioccolato? Mi fai ridere, credi di potermi vincere con un po’ di profumo di cioccolato!? Devi essere impazzito!" ribatté il demone della conoscenza, ma Valentino non smise di sorridere malvagiamente, "… a quanto pare non sai riconoscere un veleno, camuffato con questo sapore… perché ti chiamano angelo della conoscenza… questo non lo so… ah, ah!" ma le sorprese da parte del guerriero di Lucifero non erano finite lì:

"Allora lascia che ti ricordi una cosa…" disse Astaroth mentre cominciò a fare sempre più pressione sul groviglio di vermi "…come può un veleno danneggiarmi, io che sono un serpente velenoso… questa distrazione vi costerà cara, spectre!" concluse l’angelo, poi strappò tutti i tentacoli una volta per tutte. Laimi rimase sbalordito, poi si infuriò "Per un ultima volta, non prenderti gioco di noi! Questi tentacoli stanno già rinascendo, Groviglio di vermi!" "Sono stufo di questo banalissimo trucco, sei ripetitivo! Denti del cobra bianco!" una seconda volta Astaroth usò questo colpo, uccidendo Laimi all’istante frantumando la sua Surplice.

"Bene, la battaglia finale è adesso tra noi due… ma dubito che potrai causarmi qualche danno, dato che il tuo colpo non mi fa nulla!" esclamò Astaroth, ma per tutta risposta Valentino alzò le braccia sopra la testa, e venne circondato da un luminoso cosmo viola. L’angelo si accorse della crescita vertiginosa del cosmo dello spectre e corse ai ripari, preparando anche lui il suo migliore colpo; "Questo sarà lo scontro finale! Cadi, demone di Lucifero, dopo questa Brama di vita!" "Sarà la tua fine, spectre! Colpo finale del bianco serpente bicefalo!" il potentissimo attacco energetico che partì dal corpo di Valentino colpì violentemente Astaroth, che venne scagliato contro il muro della prima casa e creò un solco nel muro, ma prima che potesse succedere tutto ciò il demone conficcò entrambe le mani nel corpo di Valentino, trapassando la sua Surplice ed uccidendolo. Il demone, ancora vivo, cadde a terra, momentaneamente svenuto.

Ades fermò con la sua spada una sfera di energia lanciata da Lucifero, poi si girò accorgendosi che il cosmo di molti spectre, fra cui tre di valore, ovvero Fregias, Valentino e Laimi, erano scomparsi. "La battaglia della prima casa è finita… e noto con molto piacere che Astaroth ha eliminato tutti gli spectre presenti" commentò Lucifero, e Ades, furioso, usò il suo cosmo per spazzare via i rovi, che l’angelo decaduto si affrettò a far risorgere; "Non giungerai fino a me Ades" disse poi, mentre il sovrano della morte lo guardò con sguardo di sfida "I comandanti dell’Aldilà sono ancora vivi, tutti e tre! Le prossime battaglie non finiranno come questa!"

Capitolo 4- La grande battaglia della quinta casa

Mentre la battaglia fra Valentino e Astaroth giungeva alla sua conclusione, gli spectre entrarono nella Quinta casa, con Rock a capo del gruppo. Gli spectre non assegnati a quella battaglia proseguirono verso la casa di Virgo, mentre gli altri cominciarono a scrutarsi intorno, ed entro pochi istanti notarono una specie di bozzolo accasciato a terra, accanto all’uscita della casa. "Attenzione!" gridò uno dei guerriero notando il bozzolo, ed immediatamente Rock lanciò il suo colpo: "Rolling bomber stone!" una tempesta di rocce si abbatté sul bozzolo, che sembrò subire gravi danni, schiacciato dai massi. Lo spectre di Golem cominciò a cantare vittoria, ma Minosse rimase fermo, poco convinto di una così facile vittoria. Infatti, pochi istanti dopo, un guerriero molto diverso da un bruco emerse da ciò che rimaneva del bozzolo; alto con lunghi capelli biondi e una maschera "è Eligor della mantide il mio nome celeste!" si presentò l’angelo di Lucifero, e Rock, furioso per il fallimento del suo colpo, si preparò a lanciare un'altra Rolling bomber stone, ma con un solo gesto Eligor usò contro di lui un potente fendente che sbriciolò la sua Surplice e lo uccise sul colpo, facendolo cadere sul pavimento che si sfondò. Poi l’angelo cominciò a fare una strana danza, e saettò via. "Non credere di sfuggirci, sbruffone!" gridarono altri spectre, e immediatamente si avventarono sull’avversario, che però semplicemente usando i suoi artigli li fece tutti a pezzi in pochi istanti.

"Illusi! Mi chiamo Demone della forza!" esclamò il guerriero, mentre davanti a lui rimanevano soltanto 5 guerrieri: Shiltead, Gordon, Queen, Mi e Minosse. "Chi vuole essere la prossima sfortunata vittima della falce d’oro?" chiese Eligor sogghignando ai cinque spectre, e Mi si fece avanti; "Quell’ammasso di fango vorrebbe combattermi? Bene, allora assaggerai…" ma prima che l’angelo potesse attaccare, lo spectre di Papillon usò immediatamente il suo colpo, sorprendendo Eligor: "Ugly Eruption! " un maleodorante liquido venne sparato dalle bolle informi di Mi, ed Eligor riuscì a malapena a schivarlo con un agile salto, poi colpì Mi con un fendente, distruggendolo. "Era un attacco abbastanza potente… ma non sufficiente a colpirmi!" "Ah, ah, ah…" per la prima volta Minosse parlò "Mi fai davvero ridere, demone infernale… sul serio non conosci le caratteristiche di Papillon?!" "Cosa…" Eligor non ebbe il tempo di accorgersi della situazione che si trovò davanti un grosso bruco: "è la fine questa volta, Silky thread!" un filo di bava come quella di un bruco da seta saettò velocissima verso il demone della Forza, che questa volta non ebbe il tempo di schivare e venne catturato e completamente avvolto dal filo, che lo imprigionò. Mi cominciò a cantare vittoria, ma Minosse, come aveva fatto con Eligor poco prima, lo interruppe, "Non illuderti, Mi! Non è bastato questo colpo per eliminarlo!" Mi si sorprese, ma in fondo non troppo: "E va bene, comandante… anche se penso che quel demone farebbe meglio a morire soffocato dal Silky thread, piuttosto che affrontarmi nella mia forma finale…" rispose lo spectre farfalla, poi si mutò in un bozzolo; pochi secondi dopo, a testimonianza dell’ipotesi di Minosse, il groviglio di fili venne fatto a pezzi dall’interno, ed Eligor si salvò nuovamente. "Maledizione… questa volta me la sono vista brutta…" pensò l’angelo, ma non ebbe il tempo di riflettere: sentì un potentissimo cosmo, così si girò e vide davanti a sé Mi, divenuto una farfalla.

"Ugh…" accorgendosi della vertiginosa crescita del cosmo di Mi di Papillon, Oxe si spaventò: "Signore, allora è vero…" balbettò a Rhadamantis, che fece un cenno di affermazione, "Esatto, Oxe… Papillon ha dovuto mostrare la sua forma finale… ormai per il suo nemico non c’è più scampo" rispose il più valoroso spectre, poi continuò a salire le scale che conducevano alla settima casa.

Mi sollevò con la forza del pensiero due colonne, poi le gettò contro Eligor, che però correndo velocissimo le schivò. "Sei diventato molto forte, ma non potrai raggiungermi con la tua Psicocinesi, sono troppo veloce!" rise l’angelo della Forza, mentre Mi tentò inutilmente di catturarlo usando la forza della mente. "Dovremmo intervenire?" chiese Queen a Minosse, che però scosse la testa, "No… in fondo Mi non ha ancora mostrato la sua vera forza…"; lo spectre di Papillon tentò ancora una volta di scaraventare contro un muro Eligor, ma era troppo veloce: il demone infernale, con un balzo, giunse davanti allo spectre, e poi muovendo le braccia tentò di ferirlo con i suoi fendenti rapidi, ma Mi riuscì a schivarlo per un pelo, poi si portò di fianco a lui: "Adesso mi sono stufato, se non può farlo la Psicocinesi saranno le Farfalle del mondo della morte a condurti lì… Fairy thronging!" moltissime farfalle bianche come spettri emanarono dalle mani di Mi, e si diressero a tutta velocità verso Eligor, che però le schivò velocemente come prima "Allora non hai capito che qualsiasi attacco frontale su di me non avrà effetto!?" insistette il demone di Lucifero, però Mi questa volta sorrise compiaciuto; "E infatti le Fairy non sono un colpo frontale… ti seguiranno ovunque" Eligor si girò, ma ormai era troppo tardi: le centinaia di farfalle spiriti lo catturarono immediatamente e poi lo sollevarono, trascinandolo violentemente contro il muro della casa. Per la prima volta il demone subì un grave danno, e cominciò a sanguinare.

"Perfetto, Mi… possiamo anche proseguire, nessuno può resistere al tuo colpo!" Minosse e gli altri spectre ancora vivi si prepararono ad attraversare la quinta casa, ma in quel momento vennero fermati da un rumore: Eligor si era rialzato. "Maledizione, che scocciatura! Non ti arrendi mai, allora prendi ancora queste Fairy thronging!" gridò Mi infuriato, ma Eligor non si fece sorprendere una seconda volta: al grido "Falce d’oro!" le sue braccia cominciarono a muoversi come impazzite, e in pochi istanti sconfissero e neutralizzarono tutte le Fairy. Papillon rimase di sasso e cercò di correre ai ripari, ma Eligor lo precedette: "E dopo la Falce d’oro, l’attacco completo della Mantide… Colpo della mantide!" "No, Fairy…" ma questa volta ogni tentativo di difesa da parte di Mi fu inutile, infatti le centinaia di fendenti di Eligor sgretolarono in un istante la sua Surplice e lo uccisero. Gli altri spectre ancora vivi rimasero stupiti dalla forza dell’Angelo dell’inferno. "Mi era uno fra gli spectre più potenti… ma è stato ucciso… questa me la pagherai, demone della Forza! Vediamo se riesci a fronteggiare anche me, che sono uno dei comandanti dell’Aldilà!" gridò Minosse furioso, mentre Eligor si preparò all’attacco, "Concludiamo immediatamente questo scontro, ho visto abbastanza! Cosmic marionette!" gridò lo spectre di Griffon, e il nemico incrociò il suo "Colpo della mantide": Minosse venne ferito dal colpo e parte della sua Surplice venne danneggiata, ed Eligor si preparò ad attaccare gli altri tre, ma in quel momento notò che alcuni fili del colpo nemico non erano stati tagliati, ed ora lo legavano saldamente. Minosse, ancora vivo e compiaciuto, si alzò, e con un gesto veloce torse un braccio ad Eligor, rompendoglielo: ora una delle due Falci era distrutta.

"Questa volta è la tua fine, demone! È il momento di spezzarti anche l’altra falce… ma no!" continuò il gigante dell’Aldilà "Ti farò soffrire un altro po’… prima le gambe!" con un altro gesto, Minosse tirò i fili della Marionetta, spezzando entrambe le gambe ad Eligor, che gridò di dolore. "Cos’è, perché non reagisci più…?" domandò Minosse al suo nemico sogghignando, "Ed ora ti staccherò la testa! Addio!" ma un istante prima che potesse tirare un filo, Minosse vide che tutte le corde della marionetta andarono in frantumi: di nascosto, Eligor le aveva tagliate usando la sua falce d’oro.

Minosse rimase immobile dallo stupore; "Perciò… mentre subiva i miei attacchi lui… stava spezzando tutti i fili!" gridò l’uomo pieno di ira e paura, mentre Shiltead, Gordon e Queen rimasero paralizzati dalla forza dell’avversario. "è la tua fine… Colpo della mantide unito alla Falce d’oro!" gridò Eligor, e con un potentissimo colpo distrusse la Surplice di Minosse, che cadde a terra privo di vita. "Quest’uomo… non solo ha ucciso Mi…" commentò Gordon sbalordito, "Ha anche tolto la vita… a Minosse…" concluse Queen spaventato, mentre Shiltead guardò Eligor privo di ogni forza furioso: "Ora morirai per il tuo affronto agli spectre! Attacco congiunto!" gridò, e Queen cominciò l’opera "Ti mozzerò io la testa, al posto di Minosse! Blood flowers scissors!" a questo comando, una diabolica cesoia provocò un enorme taglio sul collo del demone, che cominciò a sanguinare ancor di più: ormai pochi istanti gli rimanevano da vivere, dopo tutti quei colpi. Con un ultimo fendente disperato, colpì Queen, frantumando il braccio della sua Surplice. "Ora basta! Avversario degno sei stato, ma la fine dei tuoi artigli la farò io, Minotaurus" intervenne Gordon, e immediatamente lanciò il suo colpo "Grand axe crasher!" Eligor tentò inutilmente di usare la sua falce, l’ascia di Gordon la distrusse completamente. Quando alzò la testa vide che davanti a lui c’era Shiltead: "Ora scompari nel Tartaro… accompagnato dal vento del Basilisco, l’Annihilation flap!" il potentissimo vento travolse del tutto l’angelo della Forza, che sbatté contro il muro e scomparve nel nulla.

Capitolo 5- Illusione idilliaca e fatale

Le prime due battaglie erano ormai concluse: alla prima casa, soltanto Astaroth era ancora vivo, nonostante fosse privo di forze, mentre alla quinta casa rimanevano Queen, Gordon e Shiltead. Già diversi spectre potenti erano caduti, fra cui Valentino di Harper, Minosse di Griffon e Mi di Papillon, e un demone infernale era morto. La prossima battaglia sarebbe stata alla casa del Sagittario, la nona: Aiace, Lune e Niobe erano incaricati di andare lì.

Appena entrati, i due plotoni di spectre rimasti si divisero: il gruppo capitanato da Faraone e Rhadamantis cominciò a marciare verso l’uscita, mentre quello di Aiace si fermò: non appena il primo plotone varcò la soglia della Nona casa, comparve in una tempesta di luce Molock, terzo angelo di Lucifero. "Io sono Molock, angelo del Trono della quiete… lasciate che vi conduca ad una serena morte…" si presentò l’angelo, mentre gli spectre si prepararono alla battaglia: immediatamente, Stand di Beetle si mise in mezzo, fra Aiace e Molock; "Comandante, lasciate che ci pensi io a sistemarlo…" chiese lo spectre, e Aiace acconsentì con un cenno. Molock però, vedendo il suo avversario, scoppiò in una sonora risata; "Tu… ah, ah, ah… combattere me… ti renderai presto dell’errore che fai!" lo derise Molock, mentre attorno a lui cominciarono a svolazzare diverse farfalle.

"Non mi sottovalutare troppo!" rispose però il gigantesco spectre, e si preparò all’attacco, ma venne fermato da Molock, che sparò contro di lui un fascio luminoso di energia. "Non credere che sia così facile vincermi, Big wall!" gridò però Stand, e usando il suo grande corpo creò un invalicabile muro, che bloccò il raggio di Molock e lo fece svanire. Poi passò al contrattacco, con un colpo chiamato "Stand by Me": cercò di catturare il demone e stritolarlo, ma Molock non si fece vincere facilmente, infatti schivò con un salto il colpo, e portandosi alle spalle di Stand sussurrò "Venite, fantasmi infernali…": un vortice di petali lo avvolse, e un istante dopo non c’era lui ma Aiace. Stand si girò per attaccare, ma fermò il suo pugno quando vide il comandante. Il suo istante di esitazione gli costò carissimo, infatti Molock lo scaraventò lontano con un fascio di energia e lo uccise all’istante. Lune e Niobe restarono sorpresi, non capendo quale era il vero comandante: l’Aiace accanto a loro oppure l’altro? "Maledizione… chi è!!!" gridò Lune in preda al panico, e il vero Aiace cercò di farlo ragionare, "Sono io il vero Aiace, lui è soltanto un impostore!" "Non credetegli, vuole ingannarvi, colpiscilo Lune!" replicò però Molock in veste dello spectre, e Lune credette al falso: "Maledetto angelo, te ne pentirai, Fire wip!" la frusta di Lune saettò verso il vero gigante dell’inferno, ma all’ultimo momento si fermò: la frusta non avrebbe colpito uno spectre.

"Ma allora…!" balbettò Lune, ma era troppo tardi: da dietro venne travolto da un lampo di energia di Molock, che sbriciolò la sua Surplice e lo uccise.

"Ah, ah, ah, ah…" rise Molock, ancora tramutato in Aiace "Che ingenuo…" Niobe di Deep restò fermo immobile, per non commettere passi falsi, mentre Aiace passò al vero contrattacco; "E va bene, angelo di Lucifero! Potrai ingannare chi vuoi tramutato in me, ma non potrai mai ingannare me stesso!" esclamò Aiace, e poi preparò la posizione di attacco, ignorando le parole di Molock che lo sollecitavano a non colpire la sua stessa immagine. "Garuda flap!" gridò il comandante degli inferi, e Molock venne risucchiato da un vortice d’aria e trasportato verso il tetto della nona casa: Aiace lo fece schiantare contro il soffitto del tempio, poi lo fece volare precipitosamente a terra, creando un buco nel terreno profondo circa 2 metri. "Ho modificato il Garuda flap per te… dovresti sentirti onorato!" commentò Aiace, ma prima di cantare vittoria vide Molock uscire dalla cavità senza troppi danni. "Comandante, lo attaccherò io, Niobe di Deep della stella della Terra oscura, con il mio Deep fragrance!" un gas nauseante sprigionò dalla mano di Niobe e giunse fino al nemico, e lo paralizzò. Molock rimase paralizzato e cominciò a soffrire, mentre Niobe si avvicinò all’angelo del Trono della quiete "Bene, e ora trafiggerò il tuo corpo!" concluse lo spectre, ma in quel momento Molock lo uccise come aveva fatto con Stand, usando un luminoso fascio di energia di grande potenza. "M, ma allora non sei…stato… paralizzato…o…" balbettò Niobe prima di cadere al suolo supino, "Esatto, povero illuso! In confronto al profumo dei miei fiori, il tuo profumo della morte è cosa da poco! E ormai rimani soltanto tu, spectre del cielo degli eroi… hai intenzione di essere ucciso come i tuoi amici?" ma Aiace si mise a ridere, cosa che provocò non poco Molock "Cosa c’è da ridere?!" "Niente…" rispose Aiace "Pensavo solo che qualsiasi illusione tu usi, su di me non potrà servire a nulla! Perché io, per grandissima fedeltà a sire Ades, non esiterei a colpire nemmeno un mio compagno!" dopo queste parole, però, fu Molock a sorridere, e pronunciò nuovamente il suo incantesimo, "Venite, fantasmi infernali…" Aiace aspettò di vedere in cosa si sarebbe tramutato il demone per poi colpirlo a morte, ma rimase di sasso quando vide davanti a se… Ades.

"Presto arriverò lì, Lucifero…" disse Ades mentre con la sua spada tagliava ininterrottamente i rovi, "E allora prenderò la tua testa!". Ma Lucifero non si scosse minimamente, anzi si concentrò sulla battaglia alle Dodici case; "Ades, sento che già molti dei tuoi spectre sono caduti…" commentò l’angelo decaduto, e Ades, senza mostrare emozioni, rispose calmo, "Ma anche i tuoi demoni non sono in una buonissima situazione, a quanto vedo…" Lucifero in quel momento scagliò contro il dio della morte un raggio di energia potentissimo, ma Ades lo fermò con il suo cosmo.

"S, sire Ades…" balbettò Aiace vedendo davanti a sé il suo dio, mentre Ades lo guardava con rimprovero, "Aiace! Inginocchiati davanti a me!" ordinò allo spectre di Garuda, che però restò fermo: "Tu sei Molock, maledetto! Ma io non cadrò nel tuo tranello come Lune, Niobe e Stand, io ti sconfiggerò con questo Garuda flap…" ma Aiace si fermò prima di scagliare il colpo, e non ebbe il coraggio di lanciarlo. "Non sono così ingenuo, spectre, so benissimo che sei valoroso ed intelligente… ma non oserai mai colpire un immagine del tuo sire, mai! Non avrai il coraggio di colpire Ades! Quando lui saprà che hai osato ferire anche solo una sua immagine, allora cosa ti capiterà… arrenditi adesso, spectre…" spiegò Molock, poi passò all’attacco, volgendo contro Aiace un fascio di luce: il gigante degli inferi venne scagliato in aria e cadde vicino all’entrata della casa del Sagittario, ma si rialzò. "Allora, ne avrai il coraggio? Lancia il Garuda flap, e vedi cosa accadrà… sarà la tua rovina, Aiace…" proseguì l’angelo, e nel vedere esitare il suo nemico lo attaccò con un'altra sfera energetica che lo colpì, incrinando la sua Surplice e gettandolo nuovamente a terra.

"Molock ha ragione… non colpirò mai Ades… l’unico modo è di distruggere l’illusione… distruggere… si!" Molock intanto non ascoltò il ragionamento di Aiace, e usando sempre i Fantasmi infernali provocò le illusioni delle campane in festa; "Ora le campane suonano in festa, ma molto presto intoneranno un malinconico requiem… addio, Aiace!" gridò l’angelo, poi si preparò a colpire il nemico con un fascio di luce potentissimo, ma fu anticipato da Aiace, che si mise nella posa tipica della "Galactic illusion!" urlò lo spectre, e Molock vide l’inferno: il suo corpo fu come pervaso dal terrore infernale, e tutte le sue illusioni svanirono, consumate dall’illusione diabolica. Ora il vero Molock era in piedi davanti ad Aiace, che questa volta non esitò più, "Addio, demone che hai osato sfruttare la sacra figura di sire Ades! Garuda flap!" questa volta il colpo andò pienamente a segno, e travolse completamente Molock, che questa volta sprofondò nel terreno e morì per sempre. Poi lo spectre uscì velocemente dalla Nona casa, ma nel cominciare le scale per arrivare al tempio di Capricorn si fermò e cadde a terra svenuto: le ferite inflittegli da Molock cominciavano a farsi sentire.

Capitolo 6- Il più forte contro il più forte

"Siamo rimasti ormai soltanto noi! Corriamo, l’ultima casa di Fish è davanti a noi!" disse Rhadamantis agli spectre del suo gruppo mentre correva sulla scalinata. "Sento che Aiace ha vinto lo scontro… ma purtroppo Stand, Niobe e Lune sono morti…" avvertì Faraone, quando tutti gli spectre entrarono nella Dodicesima casa. Non vedendo nessuno nell’entrata, pensarono che il nemico si nascondesse dietro qualche colonna, e provarono a proseguire, ma all’improvviso tutti si schiantarono contro una specie di scudo provocato da un potente cosmo e caddero a terra. "Maledizione… qualcuno ci sta impedendo di passare usando il suo cosmo…" constatò Faraone "Un potentissimo cosmo… grande quanto quello del signor Rhadamantis…" aggiunse Caronte. "State fermi, non è avversario da sottovalutare quello che affronteremo!" ordinò Rhadamantis agli altri combattenti, ma un gruppetto comandato da Giant di Cyclops non lo ascoltò; "Forza, attraversiamo questo muro! Big knuckle!" esclamò Giant, e si preparò a sferrare il suo potente pugno contro lo scudo che impediva il passaggio, mentre molti spectre lo seguirono, ma non servì a nulla: lo scudo d’aria divenne di aria infuocata, che poi si agitò e saettò contro Giant e gli altri. "No, questo è…" gridò uno spectre prima di venire carbonizzato da una raffica di fuoco, e davanti ai tre spectre rimasti, Faraone, Caronte e Rhadamantis, comparve il nemico. "Belzebù, angelo Serafino della violenza è il mio nome celeste! Il vento infuocato di Garuda ha appena portato tragica fine ai vostri compagni, spectre!" si presentò il nemico, e Rhadamantis sorrise diabolico, "Ma guarda, Garuda è anche il simbolo di Aiace, comandante dell’Aldilà… sarà interessante neutralizzarti…"

"Ci penserò io da solo a sistemarlo… io, Caronte del fiume Acheronte!" si intromise Caronte, poi si mise fra Rhadamantis e Belzebù. Per tutta risposta, l’angelo malvagio si mise a ridere "Ah, ah, ah! Un traghettatore da strapazzo vuole sfidarmi! Vediamo cosa sai fare!" lo derise Belzebù, ma Caronte, furioso, lanciò il suo attacco: "Taci! Vediamo se riderai ancora mentre sarai spazzato via da questo Current crasher! " tutta la forza della corrente impetuosa dello spectre si abbatté su Belzebù, che però non ne risentì minimamente e non si mosse di un millimetro. "Perché non assaggi la vera corrente impetuosa… questa corrente impetuosa!" esclamò il demone di Lucifero, e aprendo le braccia restituì la "Current crasher" unita al suo vento infuocato a Caronte, che cercò di far roteare il suo remo per salvarsi ma non fu sufficiente: il vento di Belzebù sgretolò la sua Surplice e lo scaraventò lontano, uccidendolo sul colpo. "Non male… ma non illuderti di fare la stessa cosa con noi!" si intromise Rhadamantis vedendo Caronte sconfitto in un istante.

"Ah si, lo vedremo!" rispose Belzebù, "Ali degli inferi!" "Greatest caution!" i due guerrieri si prepararono a lanciare i loro rispettivi colpi più forti, ma in quel momento vennero interrotti da una pesante melodia. "Fermi!" ordinò Faraone facendosi avanti "Sarò io a sistemare questo demone, signore… lei non si scomodi per così poco…" continuò lo spectre della Sfinge, poi continuò a suonare con la sua diabolica arpa. Belzebù sentì il malefico suono senza risentirne, poi cominciò a sentirsi male, come se il suo cuore volesse evadere dal suo petto. Lanciò una ventata infuocata contro Faraone ma non ebbe alcun effetto; "Mi dispiace, ma l’attacco che ti sta uccidendo si chiama Bilancia della maledizione… e presto ne vedrai a pieno i suoi effetti…" rise lo spectre, e Belzebù notò che il suo cuore stava venendo fuori dal suo petto, forando la sua carne. "Adesso peserò il tuo cuore sulla bilancia sacra…e se peserà più di una piuma di Amato, vorrà dire che perderai per sempre corpo ed anima… e dubito che il tuo malvagio cuore pesi meno della sacra piuma!" spiegò Faraone mentre il cuore di Belzebù si posò sulla bilancia sacra, e dimostrò di pesare molto più della piuma. "Addio allora! Perdi anima e corpo, Kiss in the darkness!" gridò Faraone pronto a concludere la battaglia, ma a Belzebù non accadde nulla. "Cosa…" balbettò lo spectre della seconda prigione, e Belzebù spiegò tutto: "Credi che a un malvagio demone di Lucifero come me possa far qualcosa la mancanza di un cuore puro, oppure che possa perdere ulteriormente anima e corpo?! Hai fatto l’errore di usare un colpo per annientare i puri su un demone! Ora morirai, trainato da queste Ali degli inferi!" Faraone tentò inutilmente di causare una controffensiva; Belzebù lo attraversò del tutto con il suo colpo, facendo a pezzi in un istante Surplice e Arpa. Lo spectre cadde a terra privo di vita senza possibilità di parlare un ultima volta. "E la vera battaglia comincia solo adesso…" constatò Rhadamantis, trovandosi solo davanti a Belzebù.

"Non hai visto in quanto poco tempo ho annientato i tuoi scagnozzi? Vuoi fare la stessa fine?!" chiese Belzebù a Rhadamantis preparandosi a scagliare ancora le "Ali degli inferi" ma per la prima volta fu Rhadamantis a sorprenderlo; lo spectre della Stella del cielo furioso si mise in posa, e immediatamente scagliò la "Greatest caution!" la grande e potente sfera di energia travolse l’angelo di Lucifero, che venne trascinato contro il muro e subì pesanti danni. Rhadamantis si preparò a colpire ancora, per porre fine al duello senza troppi colpi di scena, ma questa volta fu il turno del demone della violenza: "Non vendere presto la pelle dell’orso, Ali degli inferi!" esclamò Belzebù, poi volò contro Rhadamantis, "Illuso! Questo colpo te l’ho già visto usare con Faraone! Non servirà più a nulla!" lo spectre tentò di difendersi, ma venne comunque travolto dal colpo nemico, e la sua Surplice si incrinò. "Come…?!" "Credi che contro quel pivello di Faraone io abbia sprigionato le Ali degli inferi a potenza massima? Erano quelle le vere Ali degli inferi!" spiegò Belzebù, mentre Rhadamantis si alzò; "Del resto non potevo aspettarmi altro, non sei un avversario da poco… però non vincerai!" affermò Rhadamantis prima di scagliare un potente fascio di energia che il demone evitò in volo. Belzebù per tutta risposta volò a massima velocità contro lo spectre, e colpendolo un ennesima volta con le "Ali degli inferi" distrusse completamente la sua Surplice.

Ades usò il suo cosmo per spazzare via gli ultimi due rovi davanti al trono di Lucifero. Ormai l’angelo decaduto e il signore della Morte erano uno davanti all’altro. "Questo è lo scontro che stavo aspettando…" disse Ades, poi sfoderò la spada, mentre Lucifero si alzò; "Sento i cosmi di Belzebù e di un altro potentissimo spectre scontrarsi… presto sarà la fine per entrambi" affermò, ma Ades si mise a ridere: "Illuso! Rhadamantis è lo spectre più fedele e potente che possiedo, non è possibile che venga sconfitto da quel pagliaccio! Morirà!" poi sferrò un fendente precisissimo alla gola di Lucifero, ma l’angelo lo parò.

"Greatest cautioon!!!" questa volta fu il turno di Belzebù ad essere colpito a morte: il colpo del nemico lo trascinò violentemente contro il muro della casa di Fish, e gli fece sputare fiotti di sangue dalla bocca. Ormai la fine era giunta, sia per Rhadamantis che per Belzebù. I due nemici aumentarono al massimo i loro cosmi, poi ricominciarono a lottare: Belzebù si sollevò in volo e lanciò contro Rhadamantis diversi soffi infuocati, ma lo spectre li evitò tutti saltando e poi lanciò una sfera di energia simile alla "Greatest caution" contro l’angelo, che però la evitò a sua volta e poi si lanciò in picchiata contro Rhadamantis: "è la tua fine ormai! Ali degli inferi!" "Non contarci troppo, Greatest caution!" per l’ennesima volta i due colpi si dimostrarono esattamente pari, ed entrambi i nemici vennero travolti dalla grande esplosione provocata dallo scontro dei due attacchi e caddero a terra. Belzebù però si rialzò per primo e tentò nuovamente le "Ali degli inferi" ma Rhadamantis lo sorprese: fermò il colpo con due mani, poi afferrò il demonio e lo scagliò lontano, ma Belzebù riuscì a volare prima di schiantarsi contro la parete.

Anche Rhadamantis tentò il suo colpo segreto, ma l’avversario fermò la sfera di luce. Con un salto combinato, i due si scontrarono a mezz’aria, e vennero scaraventati entrambi a terra.

"Ora basta, spectre! Smettiamo di lottare, questo combattimento ci porterebbe a combattere per mille giorni… oppure a morire entrambi!" Belzebù tentò di far comprendere a Rhadamantis la situazione, ma il guerriero di Ades non volle sentir ragioni "Non mi fermerò mai, a costo di scomparire entrambi! Non posso permetterti di correre ad aiutare Lucifero nella battaglia contro sire Ades! Questo sarà il mio ultimo Greatest caution!!!" un colpo molto più forte dei precedenti esplose dalle mani di Rhadamantis, diretto deciso verso il demone, che però attaccò a sua volta, "Se vuoi che moriamo entrambi non aspetto altro, Ali degli inferi!!!" un immensa esplosione che dai tempi del mito non si vedeva travolse ogni cosa nel raggio di un chilometro: la Dodicesima casa venne quasi completamente distrutta, e perfino Lucifero ed Ades, nel bel mezzo del loro scontro, udirono una grossissima esplosione e videro un immensa luce. Alla fine dello scontro fra cosmi, di Rhadamantis e Belzebù non c’era più alcuna traccia.

Capitolo 7- La vittoria di Ades

Lucifero ed Ades avvertirono chiaramente che la battaglia delle Dodici case era ormai conclusa: soltanto pochi spectre e Astaroth rimanevano vivi dagli scontri, e i pochi rimasti si stavano affrontando alla casa di Libra. "Ormai né Spectre ne demoni potranno aiutarci… la battaglia è soltanto fra noi due, Ades" commentò Lucifero con la sua voce atona, "Esatto, vediamo chi fra noi ha il cosmo più potente!" rispose deciso il padrone dell’Oltretomba, poi sfoderò la spada e saltò contro l’angelo decaduto, e con un fendente riuscì a provocargli una ferita sul viso; "Te ne pentirai di questo graffio provocato al mio volto sacro, Ades!" esclamò furioso Lucifero, e puntando il dito indice contro il dio sprigionò una potente scarica di energia che ore prima aveva in un istante frantumato la statua di Atena, e colpì Ades al petto, provocandogli una lieve ferita. "Mi… mi ha ferito! Lui mi ha ferito!!" balbettò scandalizzato il dio della morte, assistendo alla piccola perdita di sangue che stava subendo "Dall’era mitologica, a parte un Cavaliere nessuno mi ha mai ferito… e lui… te ne farò pentire, Lucifero, morirai!" Lucifero però nel frattempo aveva già creato una potentissima sfera di energia, e la scagliò contro Ades, che sicuramente prendendola in piano si sarebbe ferito non poco, ma in quel momento un armatura nera come la notte con riflessi argentati si frappose tra il colpo dell’angelo e Ades.

"La mia Surplice" commentò compiaciuto il dio, mentre l’armatura degli Spectre si smontò e si ricompose sul suo corpo, rendendo Ades più forte che mai.

"Non vendete troppo presto la pelle dell’orso, Denti del cobra bianco!" gridò Astaroth prima di scagliare il potente colpo che mandò in pezzi la Surplice di Gordon. Poi il demone si accasciò a terra, ferito molto gravemente. In effetti, all’interno della settima casa, Aiace, Shiltead, Gordon e Queen stavano avendo una feroce battaglia contro Astaroth, unico angelo di Lucifero rimasto in vita. "Finché avrò vita continuerò a distruggervi, spectre!" gridò il guerriero, ma in quel momento un rumore di passi lo distrasse: all’entrata della settima casa c’erano due cavalieri, presumibilmente spectre considerando l’armatura che indossavano, esattamente identici: solo il colore di capelli e occhi cambiava: in uno erano d’argento, e nell’altro d’oro puro. "E voi chi siete, altri spectre?!" chiese Astaroth, mentre tutti gli altri, non appena li videro, si inginocchiarono.

"Noi non siamo spectre, siamo dei… inginocchiati!" tuonò il primo, ma Astaroth si scagliò contro di loro "Morite, illusi! Colpo finale del bianco serpente bicefalo!" Astaroth tentò inutilmente di conficcare gli artigli avvelenati nel petto del primo guerriero, lui lo fermò con una mano sola. "Demone che hai osato sfidare un dio, scompari da qui! Terribile provvidenza!" urlò il dio Thanatos, e sprigionò dalle mani una gigantesca sfera mortale che in un istante distrusse completamente il corpo di Astaroth. "E ora noi raggiungiamo sire Ades…" spiegò Hypnos agli spectre "Voi non servite più a nulla, potete andarvene di qui…" poi i due fratelli attraversarono di corsa la casa della Bilancia.

Ades lanciò un'altra scarica energetica contro Lucifero, che la schivò a malapena e strappò un po’ la sua veste. "Le sorti dello scontro stanno cambiando… da quando Ades indossa quella Surplice, i suoi colpi sono triplicati di potenza… eppure avevo sentito dire che la Surplice non era corazza resistente quanto un armatura di Atena!" pensò l’angelo, e Ades, come leggendo nella sua mente, gli rispose "Illuso! Pensi che questa sia una Surplice semplice? Il suo aspetto è quello di una Surplice come quella dei 108 spectre, ma in verità queste sono…" "Vestigia divine" concluse una voce, e dal buio nella tredicesima casa comparvero altri due spectre. "Thanatos, Hypnos… cosa ci fate voi qui?" chiese Ades vedendo i due dei suoi sottoposti, "Siamo venuti ad aiutarla, sire Ades…" rispose Thanatos, mentre Lucifero non poté nascondere il suo stupore per la rivelazione "Vestigia divine?!" "Esatto, un armatura identica a quella che indossano le dodici maggiori divinità olimpiche, di cui io faccio parte! Ora capisci perché non potrai mai vincermi!?!" gridò Ades prima di lanciare un potente fendente che tagliò una ciocca di capelli all’angelo decaduto. "Thanatos, Hypnos! Unitevi a me nell’attacco finale per annientare questo vile e debole avversario!" ordinò Ades, poi concentrò nella sua spada l’intero suo cosmo malefico ed oscuro, e Thanatos ed Hypnos si misero nella posizione dei loro colpi migliori, la "Terribile provvidenza" e "L’eterna sonnolenza". Anche Lucifero però, in sua difesa, eresse il cosmo unito dei quattro demoni infernali caduti in battaglia, e si preparò a colpire i nemici. Il suo cosmo eguagliava quello di Ades.

"Ci penseremo noi da soli ad annientarlo, sire Ades!" esclamò però in quell’istante Thanatos "Esatto, anche se siamo Dei minori, in due dovremmo riuscire a distruggerlo!" continuò Hypnos, poi, senza il consenso del loro signore, i due dei lanciarono i loro colpi "Terribile provvidenza, distruggi Lucifero!" "Cadi in un sonno eterno, Angelo decaduto! Eterna sonnolenza!" I due colpi si unirono in una sfera devastante, ma Lucifero, usando il suo cosmo concentrato in una sfera di energia malvagia, riuscì a fermare il colpo nemico. I due poteri si scontrarono a mezz’aria, e non sembravano dar segno di smettere di combattere, "Maledizione… nonostante i cosmi di Hypnos e Thanatos si siano uniti, Lucifero riesce a fermarli e quasi a contrastarli…" pensò Ades vedendo i suoi sottoposti in grave difficoltà, mentre Lucifero gridò il suo colpo finale, contrastando del tutto i due dei avversari: "Annienta quei due, Ruota demoniaca divina!" un potentissimo colpo rotante che univa il potere angelico divino e quello delle profondità infernali attraversò i colpi congiunti di Thanatos ed Hypnos, li raggiunse e li scaraventò lontano, frantumando le loro surplici in un istante. Lucifero si fermò, mentre Ades, per la prima volta, sentì la paura pervaderlo dalla testa ai piedi. Mai nessuno, con un colpo solo, era riuscito a sconfiggere Thanatos ed Hypnos. "Hai paura, dio degli inferi, lo sento… oramai la tua fine è giunta, unendo il cosmo dei miei angeli infernali io ti annienterò come ho fatto con i tuoi sottoposti, addio Ades" Lucifero, senza cambiare minimamente il suo tono di voce da quello atono e privo di sfumature, avvertì Ades che stava giungendo la sua fine, e poi si preparò a scagliare nuovamente la "Ruota demoniaca divina": per tutta risposta, Ades alzò la spada sacra dell’inferno, e dietro di lui cominciarono a brillare 108 stelle, le 108 stelle dei 108 spectre suoi sudditi: "è la tua fine, Ades, questa volta per sempre! Finisci nel tartaro, Ruota demoniaca divina!" Ades, non preparato ad un tale attacco che sembrava essere ancor più potente del precedente usato contro Hypnos e Thanatos, sentì l’immenso potere di Lucifero abbattersi su di lui, e sentì chiaramente che in pochi istanti il suo corpo sarebbe svanito, se non avesse reagito…

All’improvviso, però, vide tante Surplici attorno a lui, le Surplici che erano appartenute ai suoi spectre… "Rhadamantis, Aiace, Minosse… Valentino, Fregias, Faraone, Gordon… ci sono tutti e 108…tutti…" constatò Ades, mentre 110 Surplici, incluse anche quelle di Thanatos e Hypnos, si scomposero, e un piccolo pezzo di ognuna di loro andò a comporsi sulla sua Surplice, formando vestigia superiori a qualunque altre. Poi Ades, sentendo la forza unita sua e degli spectre concentrata nel suo cosmo e nella sua spada, sferrò un potentissimo fendente luminoso ed oscuro, che divise a metà la Ruota demoniaca divina e si diresse a tutta velocità verso l’angelo decaduto.

"Come è possibile, il colpo della sua spada sta prevalendo sul mio cosmo che nell’universo non ha eguali… ma non è soltanto il cosmo di Ades, ne avverto tantissimi… presto svanirò, è inevitabile, nooooo!!!!!" in quel momento il potentissimo colpo raggiunse Lucifero, e in un istante lo carbonizzò, creando una gigantesca esplosione di luce nera che invase tutte le Dodici case; la battaglia fra titani era finita, Ades aveva vinto.

The end