Capitolo 23: Gli invasori

Hilda era in piedi, aveva in mano un piccolo scrigno rosso in cui potevano introdursi sette oggetti, i sette zaffiri di Odino.

"Ecco, mia regina", disse Fenrir avvicinandosi, "lo zaffiro di Mime di Benetsch, cavaliere di Asgard dalla magnifica melodia, caduto per mano di Fregias del Licaone", ed appoggiò lo zaffiro del compagno nella custodia, quindi si avvicinò Alcor, ma Hilda gli disse: "No, cavaliere di Asgard, hai meritato lo zaffiro di tuo fratello, ti sei dimostrato degno custode del Sacro Regno", Bud fu stupito da queste parole e solo la pacca sulla spalla datagli da Thor lo fece tornare in sé, così da dire: "Mia regina, prendi comunque lo zaffiro di Alberich di Megrez, caduto dinanzi ad un vile nemico", affermò consegnando lo zaffiro della stella delta, poi si avvicinò Orion, con le lacrime agli occhi, che disse: "Eccoti, Hilda, questo è lo zaffiro di Hagen, cavaliere di Merak, morto per difendere Asgard", quindi consegnò lo zaffiro della stella beta, mentre anche Flare iniziava a piangere.

Subito dopo vi fu un momento di silenzio, per ricordare i compagni caduti, ma questo silenzio fu interrotto da un ronzio, che si intensificò avvicinandosi, tutti si voltarono e videro due boomerangs d’acciaio avvicinarsi alle loro teste; fu un attimo, Fenrir prese Flare in braccio e la portò fuori dalla portata delle lame, lo stesso fece Orion, quindi Bud prese lo scrigno rosso e Thor impugnò le sue asce, pronto a rompere le due armi che gli volavano contro.

I due boomerang, però, girarono lontano da Thor e ritornarono verso la porta che dava verso l’interno del castello, da cui uscirono quattro figure con delle armature, un giovane dai capelli argentei con una spada, un altro con un’armatura quasi simile a quella di Luxor, un gigante, che prese i due boomerangs, ed infine un uomo con una spada.

Fu proprio l’uomo con la spada a parlare: "Hilda di Polaris, figlia di Balder, il mio antico nemico, sono Dolvar di Asgard, giunto fino a qui per riprendersi il luogo che gli spetta, quello di celebrante di Odino", affermò "Dolvar di Asgard?" ripeterono i god warriors, "Si, guerrieri", rispose Hilda, "costui è discendente di una delle due famiglie capite di Asgard, sua sorella era mia madre, mio padre fu costretto a scacciarlo dal nostro regno, perché aveva il folle piano di piegare il dio del Nord al suo volere", "Esatto, nipote", interruppe il guerriero, "ma ora sono tornato per reclamare ciò che è mio", sentenziò, "ed i miei guerrieri mi permetteranno di fare ciò. Permettetemi di presentarvi Url, abile spadaccino addestrato personalmente da me, Loki, mio fido braccio destro, e Lung, guerriero possente armato e letale con i suoi due boomerangs, che poco fa avete visto quasi in azione", concluse.

"Io sarei curioso di vederli realmente in azione", ribatté Thor, impugnando le sue asce, "Se proprio vuoi", affermò il gigante invasore, "ora potrai provare la forza delle mie lame", quindi li lanciò verso il suo gigantesco nemico, che urlò: "Compagni, lasciate costui a me", quindi lanciò anche egli le sue due asce.

Le armi si evitarono, ma Thor fu colpito di striscio ad una gamba da uno dei due boomerangs, anche Lung fu colpito da una delle due asce, che lo ferì ad un braccio.

Ognuno dei due giganti riprese le proprie armi e si preparano entrambi all’attacco, "Bene guerriero di Phecda, vuol dire che dovrò attaccarti in maniera più impetuosa", affermò l’invasore correndo verso il guerriero del Nord, mentre brandiva le sue due lame; Thor fece lo stesso con le sue due asce.

L’impatto fra le armi dei due fu fragoroso, una delle asce di Thor si ruppe, ma il medesimo effetto toccò anche uno dei due boomerangs, i due guerrieri si osservarono, fu Lung il primo ad attaccare, lanciando un pugno contro il suo avversario, così da farlo indietreggiare di parecchi passi.

Thor si riprese subito e si scagliò contro il suo avversario con tutta la potenza del suo "Pugno di Titano", che lanciò Lung vicino al suo comandante.

Dolvar disse soltanto: "Patetico stupido", il gigante si alzò e riprese il suo boomerang pronto ad attaccare, "Rinuncia, guerriero", rispose Thor, "ormai non cerco più la gloria che dà un nemico ucciso", concluse, "Peccato", ribatté Lung, "perché ora questa io avrò", sentenziò, prima di lanciare nuovamente il suo boomerang.

La lama arrivò vicinissima alla testa del guerriero di Phecda, ma il god warrior la evitò, così da permettere a Thor di contrattaccare con la sua ascia, che non arrivò mai dinanzi al guerriero invasore, poiché il combattente chiamato Url con uno scatto la divise a metà con la sua spada.

"Cavaliere, come ti permetti di interrompere il loro scontro?", chiese Orion, "E’ un problema per te, soldatino di Asgard?", ribatté lo spadaccino, "Non ti permettere di parlare così di noi god warriors", sentenziò Fenrir, legatosi ai suoi compagni dopo lo scontro con Aiace, "Ragazzo," affermò Url, indicando il guerriero di Alioth con la spada, "tu sarai il prossimo a morire".

"Url, lascia stare questi sgherri della falsa celebrante, cadranno uno dopo l’altro, ora tocca al gigante di Phecda, poi toccherà agli altri, così avremo gli zaffiri da consegnare al nostro alleato, giusto sire?", chiese Lung, "Si, Lung, esatto", rispose Dolvar, "Per avere lo zaffiro di Odino che Thor custodisce," si intromise Thor, "dovrai toglierlo dal suo corpo morente", quindi lanciò nuovamente il suo attacco.

Lung fu nuovamente travolto e rispedito vicino al suo sire, ma stavolta il guerriero si rialzò di scatto e si lanciò verso Thor, lo prese per le braccia e lo spinse indietro, fino al bordo del cornicione, i due erano stretti insieme, Lung colpì con l’elmo Thor sul volto, il gigante di Phecda barcollò, mentre l’invasore allontanava una mano da Thor per riavvicinarla all’altezza dello stomaco e prendergli lo zaffiro, Thor fu ferito, non mortalmente, ma iniziò a sanguinare.

Non urlò il guerriero di Phecda, ma aumentò il suo cosmo e sollevò il possente Lung da terra, facendolo schiantare alcuni passi lontano da lui.

Il guerriero di Phecda riprese il suo zaffiro ed urlò: "Siegfried", mentre gli lanciava lo zaffiro, "custodiscilo tu", concluse prima di lanciare per la terza volta il suo attacco, che stavolta sfondò la corazza del guerriero invasore.

Lung barcollò indietro, poi appena ripresosi, si lanciò contro il guerriero di Phecda, che indietreggiò per l’impatto con il nemico.

Il gigante avversario non fece nuovamente lo stesso errore e prese il suo nemico per le gambe, sollevando lievemente e gettandolo con se giù dal castello.

"Thor", urlò Bud, mentre i tre invasori rimasti si guardarono soddisfatti, "Ora toccherà a voi", disse quello chiamato Loki, mentre nuovi scontri si stavano per effettuare dinanzi alla statua di Odino.