CAPITOLO UNDICESIMO: FINE DELL’ADDESTRAMENTO

Nel frattempo, nella palestra della Tredicesima Casa, Nettuno e i vari Saint di grado maggiore, rimasti a custodire il Santuario, stavano mettendo alla prova i vari allievi, per constatare gli eventuali miglioramenti. Avevano indetto una serie di scontri, tutti abbastanza duri, per verificare la nuova preparazione: Asher, neo-Cavaliere di Scorpio, aveva sì acquisito il Settimo Senso, facendosi riconoscere dall’Armatura di Scorpio come suo protettore, ma doveva dimostrare di esserne degno, battendosi contro il più forte tra i Gold Saint in quel momento, ossia Aioros di Sagitter.

"Scatena contro di me tutta la sua forza, non ho paura!", esclamò Asher, guardando di fronte a sé quello che un tempo considerava come il suo idolo, Aioros di Sagitter. L’uomo, che nella Notte degli Inganni salvò Atena dalla mano di Arles, il Grande Sacerdote, stava per affrontarlo in un vero duello, anche se forte della Gold Cloth di Scorpio.

"A discapito di quello che pensano gli altri, non vincerai facilmente. Atena ha bisogno di Gold Saint forti e decisi, quindi devi meritare di possedere un Gold Cloth", esclamò Aioros, dando inizio allo scontro, che aprì scagliando una freccia d’energia dalla mano. Mossa inattesa da parte di Asher che lasciò il colpo scagliarsi contro la sua Cloth, ma superando le sue aspettative il colpo superò la corazza, abbattendosi sul suo corpo, e facendolo contorcere dal dolore, -"Bravo Asher, con quel colpo ho eliminato un Dio Egizio, anche se di bassa lega, per quello che mi ha dimostrato!", continuò Aioros.

Asher, seppur tenendosi lo stomaco con un braccio, si rialzò deciso a non perdere così facilmente, per cui iniziò a correre verso Aioros, -"Aioros, assaggia il mio Unicorn Gallop!", gridò a squarciagola, piombando sul Saint di Sagitter, scagliando una serie di calci. Se prima ne poteva scagliare cent o in un secondo, ora che aveva raggiunto il Settimo Senso riusciva a scagliarne più migliaia al secondo, dimostrando così di raggiungere la velocità della luce, prerogativa per un Gold Saint. –"Niente male davvero! Un primo passo l’hai già fatto, ma ricorda che indossare una Gold Cloth è una cosa, essere un Gold Saint è un’altra, per cui per vincere la prova devi imparare a gestire il Settimo Senso e a confrontarti con esso", commentò Aioros, anche se ammise che il colpo appena subito, che seppur non gli aveva fatto nulla, era d’intensità alta.

"Come confrontarsi, cosa intendi?", chiese Asher dubbioso, -"Ora lo vedrai! Subisci il mio vero colpo, con cui sono riuscito a vincere un dio come Tifone, causare un gravo danno ad un mio amico! Infinity Break!!!", tuonò il Gold Saint della Nona Casa, alzando in alto le mani e creando una grande serie di frecce energetiche, pronte ad esser dirette verso Asher, "Questo intendevo amico mio, prova a fermare il mio colpo!", dopodiché lasciò partire le frecce.

Centinaia di frecce auree, fatte di energia cosmica, erano dirette verso Asher di Scorpio. Il ragazzo sapeva che anche con il Gold Saint, quel colpo gli avrebbe causato non pochi danni fisici; nonostante ciò non doveva schivarlo, ma fermarlo. Ma come? Questo era il dilemma che assediava la mente del Saint di Scorpio. "Provare una tecnica servirebbe a poco, visto che non possiede mosse da lontano, per cui non mi resta che usare tutta la mia energia, fino allo stremo, per parare il colpo", pensò il ragazzo, stendendo in avanti le mani. Egli le caricò di energia, aspettando il momento in cui le frecce sarebbero arrivate da lui: quando ciò avvenne, Asher vide approssimarsi la fine, ma non si diede per vinto e lasciò scaturire da tutto il corpo, soprattutto dalle braccia, tutto il suo cosmo, che di colpo annullò gran parte della tecnica, mentre un’altra era bloccata. Con un cenno della mano, Aioros fece segnò ad Asher di fermarsi, per cui il ragazzo fermò la fuoriuscita di energia, schivando il colpo, e poi stremato si distese per terra.

Il Gold Saint di Sagitter, con accanto Lady Isabel, si avvicinò ad Asher, aiutandolo a rialzarsi. –"Hai confermato di saper usare il Settimo Senso e di saper gestire il Cosmo da Gold Saint! Fermare il mio massimo colpo, anche se di media intensità, non è da poco, per cui ti accolgo tra la schiera dei Gold Saint, ufficialmente!", esclamò Aioros, "Sono sicuro che Milo sarebbe fiero di aver un successore come te!".

Asher in quel momento si sentì fiero di tutto ciò che aveva fatto: era lontano il momento in cui fu sconfitto nella Guerra Galattica, e da lì aveva iniziato un percorso che lo aveva portato ad allenarsi duramente con il suo vecchio maestro, ottenendo grandi risultati che gli permisero tra l’altro di salvare Seika dall’imponente cosmo di Thanatos, seppur con l’aiuto dei suoi più grandi amici. Già, proprio quegli amici, caduti nell’assalto degli Heroes di Ercole, a cui avevo scelto di dedicare l’investitura a Gold Saint, aspirazione di tutti i suoi defunti amici.

"Nachi, amico mio… Ichi, Ban e Geki a voi dedico questa vittoria per me! Giuro sul mio onore che vi vendicherò eliminando coloro che hanno spezzato le vostre vite. Questa è una promessa!", pensò il Gold Saint di Scorpio, commosso dal ricordo dei suoi compagni, ma fiero dell’impresa compiuta, allontanandosi dalla arena, nella quale si doveva svolgere il secondo incontro di prova.

 

Shadir, Steel Saint del Tucano doveva provare le sue capacità a Nettuno, il quale l’aveva per un po’ allenato prima di occuparsi di Freyr, scontrandosi contro il più "cordiale" dei Gold Saint, ossia Shun di Virgo. L’ex-Steel Saint, ormai priva della sua corazza, si fece avanti, pronto al confronto con il Saint di Virgo seppur un po’ impaurito dal fatto di doversi battere proprio contro di lui. Un ragazzo Shun, talmente speciale da esser in passato il ricettacolo di un dio come Hades; proprio quel fattore era uno dei tanti dubbi di Shadir riguardo lo scontro. Sarò capace di batterlo? Come farò? Erano tante le domande che si poneva Shadir, ma sapeva che doveva almeno provare a battersi, altrimenti con quella guerra lui non c’entrava più nulla, ora che la sua cloth era andata distrutta.

"Shun spero che userai tutta la potenza che possiedi! Vediamo cosa sai fare al massimo di te!", esclamò Shadir, incitando il Gold Saint ad iniziare la battaglia. Egli non se lo fece ripetere due volte, espandendo il suo cosmo, che con la sola pressione atterrò l’ex-Steel Saint, incapace di rialzarsi; rispetto al precedente match, Shadir non possedeva nessun cloth per cui si trovava in netto svantaggio, dato inoltre dal divino cosmo di Shun.

"Amico mio, mi dispiace doverti far male. Ma questa è una guerra, solo i più forti devono andare avanti; il mio cambiamento è stato importante, perché se fossi ora come ero prima dell’ultima Guerra Sacra, di sicuro avrei ceduto contro Ulisse ed Aiace", spiegò il Gold Saint di Virgo, "Ho notato che hai seguito degli insegnamenti da Nettuno in persona, per cui dover dimostrare a lui ciò che hai appreso, implica che dovrò usare il massimo dei poteri della costellazione di Virgo".

Appena finito di parlare, Shun si mise nella posizione del Loto, pronto ad usare il primo dei suoi colpo; -"Non voglio eliminarti subito! Ohm!!!", tuonò il ragazzo, rilasciando l’energia spirituale contro Shadir, che travolto sbattè contro un muro, cosparso del suo sangue e sul quale si creò una buco molto profondo. Anche se al primo colpo, Shadir non sembrava dare segni di rialzo, per cui Isabel intuì la sorte del ragazzo, e cercò di avvicinarsi a lui per portarlo alla Fonte di Athena, il luogo in cui i Saint della Dea recuperano tutte le energie dopo seri scontri. D’un tratto però Shadir mosse un braccio, anche se fratturato, dando ad apparire di volersi alzare.

"Sai Shun: per molto tempo ho desiderato ardentemente divenire un vero Saint. Non mi bastava avere quella ridicola corazza che indossava, sapendo che in un vero scontro avrei fatto una brutta fine", disse Shadir, rialzandosi ma barcollando, "V’invidiavo, vedendo cosa riuscivate a fare! Non so chi o cosa è riuscito a salvarmi dalla morte, ma ha dato la possibilità a me di allenarmi con Nettuno, Dio dei Mari; un’opportunità che un po’ di tempo fa avrei solo sognato. Quindi stavolta voglio vincere a tutti i costi: anche eliminandoti. Spero che Atena mi perdoni!", continuò iniziando ad emanare bagliori argentei. Per la prima volta provò quella sensazione che aspettava da così tanto tempo, per la prima volta si sentiva pienamente soddisfatto.

"Shadir, no! Questo è solo uno scontro di prova, non sprecare così la tua vita!", gridò Shun, cercando di dissuaderlo da compiere quell’invano gesto. Tutti si mossero per bloccarlo, persino Atena, ma il cosmo di Nettuno li fermò e telepaticamente gli spiegò le ragioni del suo gesto. –"Per quanto bassa fosse la sua utilità in scontri maggiori, ora sta cercando di rifarsi. Vuole che il suo ultimo gesto sia un’impresa eroica!", riferì il Dio a tutti i presenti, che in un modo o nell’altro capirono cosa provasse lo Steel Saint.

"Nel vuoto del mio esistere, splenda ora la luce della gloria", tuonò Shadir, avvolto dal cosmo argenteo, precipitandosi verso Shun; -"Mi dispiace, ma mi tocca fermarti. Tenma Kofuku!", replicò il ragazzo, rilasciando l’energia accumulata a poco a poco dal precedente Ohm. Il colpo centrò Shadir, ma nonostante la potenza media della tecnica, ciò non bastò a fermarlo ed egli continuò ad avanzare.

"Anche con la Gold Cloth, potrei esser ferito. Ed ora come ora, non posso permettermi di non battermi al cento per cento!", pensò Shun, "Mi hai costretto, Shadir, sono dispiaciuto. Dovrò usare la seconda tecnica, la sperimenterò su di te, Rikudo Rinne", tuonò il ragazzo, col cuore in gola per il dolore, spedendo il povero Shadir nel Mondo Celeste, l’unico dell’Inferno in cui si smette di soffrire.

Nella sala c’era un triste silenzio. Tutti erano consapevoli che della tragica sorte di Shadir, e soprattutto tra i suoi compagni Bronze Saint, appena conosciuti ci fu maggior dolore; persino Nettuno, di solito una persona rigida, spese un minuto al ricordo di quel ragazzo, che aveva seguito per un po’, iniziandolo all’uso del cosmo e alla creazione di tecniche. Lady Isabel non poté che ammettere la fine del ragazzo, e si avvicinò a Shun, dicendogli che aveva fatto la cosa giusta, nonostante un po’ di falsità si celava dietro le sue parole: ma d’altro canto lei era la Dea della Giustizia e di sicuro non pensava in tutto e per tutto a quelle parole. Quindi finito lo scontro, la stessa Dea fece in modo da sgomberare la sala per far posto al terzo scontro, quello tra Kiki e Shiryu di Libra.

I due contendenti si fecero avanti pronti a combattere, quando non appena fecero fuoriuscire l’energia del cosmo, un altro alone cosmico pervase la zona. Sanguinante, con un braccio in gran parte compromesso, Shadir s’era ridestato dal Mondo in cui Shun l’aveva precluso, suscitando ulteriore scalpore in tutto; in fondo, di miracoli molti di loro ne avevano compiuti molti, quindi perché uno come Shadir non poteva farlo?

Tuttavia, il ragazzo non riuscì più di tanto a camminare, viste le profonde ferite sia fisiche che spirituali, per cui cadde violentemente a terra, perdendo i sensi. Shun accorse a soccorrerlo, seguito dalla nobile Atena e dall’austero Nettuno; -"Svegliati, cavaliere! Siamo tutti pronti ad accoglierti tra la nostra schiera, definitivamente!", lo incitò Atena, fermata dal Dio del Mare, Nettuno. Costui lo prese in braccio, andando via dalla sala, conscio che quel giovane aveva un potenziale che il Dio stesso poteva accrescere. –"Adesso vieni con me! Ti farò un gran regalo!", sussurrò Nettuno al ragazzo, lasciando ad Atena il compito di arbitrare il terzo incontro.

Dopo il gran clamore causato da Shadir, Kiki e Shiryu erano pronti a battersi. Amici di vecchia data, avevano molto in comune: per questo Shiryu aveva scelto di sottoporre il piccolo amico, alla prova finale che lo poteva promuovere al rango di Cavaliere.

"Non mi risparmierò solo perché siamo molto legati!", avvertì Shiryu, sapendo che il ragazzo di Mu poteva metterlo in crisi; -"Non ti preoccupare Shiryu, ti sorprenderò di quello che ho imparato, da Tisifone e Nettuno", replicò convinto Kiki.

Shiryu, sentite quelle parole, afferrò una delle sue spada, dirigendo il fendente da essa generato contro Kiki, che col Teletrasporto lo evitò; lo scontro era appena iniziato ma Kiki aveva già dimostrato un’abilità degna di un Saint, addirittura maggiore. –"Colpo del Drago Nascente!", tuonò il Gold Saint, liberano l’energia del Drago dei Cinque Picchi, contro Kiki, centrato dal colpo, portato alla velocità della luce.

Il bambino si rialzò, un po’ dolorante alla schiena, e solo con la maglietta mezza distrutta. "Wow Shiryu, sei davvero potente! Non c’è confronto con te, ma un Gold Saint che ha raggiunto il massimo Arayashiki, potrà bloccare la Telecinesi?", chiese ridendo il discendente del Continente Mu. Kiki emanò la forza psichica violacea, imparata dal fratello Mur di Aries, costringendo a terra Shiryu, che nonostante il suo inumano cosmo, per alcuni secondi non riuscì a fermare la tecnica.

Dopo vari secondi, però, Shiryu si sollevò dalla posa in cui era, pronto a contrattaccare; -"Degno di tuo fratello sei! Dal Paradiso dei Cavalieri, Mur sicuramente sarà fiero dell’uomo che sei diventato!", esclamò il Saint di Libra, "Ma per diventare un Saint di alto livello come Mur, dovrai farne di strada. Per ora, cerca di divenire un buon Bronze Saint, ma prima ferma il mio Colpo Segreto del Drago Nascente", continuò Shiryu, lanciando il suo colpo segreto, che non turbò più di tanto Kiki.

"Ahaha Shiryu, non immagini cosa ho appreso ancora da Mur! Crystal Wall!", ribatté il discendente di Mu, bloccando il Colpo Segreto del Drago Nascente di Shiryu, usando la massima tecnica difensiva del Gold Saint di Aries, appresa da Mur, che a sua volta l’aveva appresa dal suo maestro Shion. Eludendo il colpo, Kiki aveva dimostrato un po’ a tutti, di non esser più lo stesso che si era fatto malmenare da Abadir di Kraken, Generale dell’Oceano Artico, durante la discesa nel Regno dei Mari, di molti mesi prima.

Lo scontro tra Shiryu e Kiki non era ancora finito, a dispetto di come molti lo avevano etichettato. L’aspirante Saint era riuscito a protrarre lo scontro a lungo, ma sapeva che finché Shiryu non ricorreva alla forza divina raggiunta, poteva avere qualche speranze; per questo si decise ad usare la sua arma segreta, che il fratello gli aveva insegnato pochi giorni prima della rinascita di Hades, segno che aveva previsto la sua morte nell’ultima Guerra Sacra.

"Shiryu, batterti mi è possibile solo se userò la mia tecnica migliore. E ora sto per farlo... Stardust Revolution!", gridò il ragazzo, creando l’ammasso di polvere stellare che scagliò contro il Gold Saint di Libra. Quest’ultimo non attese di subire il colpo, e stendendo in avanti le mani controbatté col Colpo dei Cento Draghi. I due colpi si scontrarono a mezz’aria e si generò un’onda d’urto tale da stendere quasi tutti i presenti, ad esclusione di coloro che possedevano il Settimo Senso, e contemporaneamente sul tetto dell’are si creò una voragine.

Ripresisi un po’ tutti, essi notarono che Shiryu era rimasto fermo nella posa dei Cento Draghi, mentre Kiki era finito contro un muro, ma ancora vivo. "Per me va bene! Hai dimostrato molto, piccolo Kiki, anzi forte Kiki", esclamò la Dea della Giustizia, che grazie ad i suoi poteri psichici trasportò dinnanzi a lei un’armatura. –"Ma…ma, finalmente l’avete trovata! La Sacra Armatura di Bronzo dello Scultore, i cui oggetti sono custoditi da noi riparatori di corazze, nello Jamir!", commentò felice Kiki, sul quale corpo si pose la corazza, e in quel momento capì di averla meritata.

"Eh sì, te la sei proprio meritata!", disse Isabel che aveva letto il pensiero del ragazzo, felice di aver raggiunto quel livello e soprattutto di vestire quella corazza, che due secoli prima era andata persa alla fine della Guerra Sacra contro Hades. Soddisfatto, Kiki osservò il protagonista dell’ultimo scontro, che doveva scendere subito in campo, poiché di tempo non ne avevano molto, -"Ehi nobile Freyr, ora tocca a te! Dimostra cosa ti ha insegnato il Dio Nettuno!".

Già, proprio Freyr, appartenente ad uno dei casati maggiori di Asgard, risorto grazie ad Odino, doveva ora battersi, dopo un allenamento tanto intenso quanto misterioso, a detta di Hilda di Polaris, che aveva cercato ore prima di intuire a cosa il Dio del Mare l’aveva sottoposto. –"Oggi si è trasformato Nettuno: un tempo era un despota interessato solo a conquistare la Terra, ora si attiene al compito di fedele alleato e, addirittura, di addestrare giovani ragazzi, privi di cosmo", pensò Hilda, mentre il designato principe asgardiano scese in mezzo all’arena, mezza distrutta dal precednete duello. A confrontarsi con lui ci pensava Ikki di Leo, la cui furia combattiva era risaputa da tutti.

"Uno come te, seppur forte e vigoroso, non merita di assumere il ruolo di Saint, o addirittura di Marine? Tornatene a casa, pivello!", esclamò Ikki, sicuro della nullità rappresentata dal suo avversario. Freyr, del tutto concentrato sulla battaglia che stava per aver inizio. Furioso per esser stato ignorato, Ikki, alla velocità della luce, si spostò alla sinistra dell’asgardiano.

"Ti farò perdere le forze un po’ alla volta! Affronti l’avversario sbagliato per il match di prova!", esclamò Ikki di Leo, dando un forte calcio al fianco di Freyr, che ricadde a terra, senza danni seri. Rialzatosi, Freyr si concentrò ancora sullo scontro, visualizzando nella sua mente la figura del Saint di Leo; quando ebbe la completa visione, il principe di Asgard aprì gli occhi, con aria molto minacciosa.

"Che le nevi di Asgard si concentrino nel mio pugno, Asgard Freezing!", gridò Freyr, centrando la cloth di Leo con un raggio congelante che, tuttavia, non causò effetti sulla corazza di Ikki.

"Ecco una delle regole basi di noi Cavalieri d’Oro: le nostre cloth sono quasi del tutto insuperabili, solo avversari di natura divina possono batterci. E poi congelano soltanto allo Zero Assoluto, quindi come puoi solo pensare che quel colpo potesse congelarla?", spiegò il Gold Saint, dimostrando di non aver subito alcun danno dal colpo di Freyr. Appena ebbe finito di parlare, caricò dell’energia nel pugno destro, lanciando una serie di colpi alla velocità della luce, che il ragazzo di Asgard non poté bloccare.

L’Asgardiano fu colpito duramente alla gamba destra e allo stomaco, che si trattenne con un braccio, mentre si appoggiava sull’altra gamba in buone condizioni; nella sua mente risuonava l’eco delle precedenti parole di Ikki, ma il ragazzo cercava di scacciarlo, per non farsi prendere dal panico. Dolorante per i colpi subiti, ma deciso ad andare avanti con lo scontro, Freyr si rialzò ancora una volta.

Nel rivedere quelle scene, Ikki si lasciò prendere, per alcuni secondi, dai ricordi delle passate battaglie, durante le quali, anche a costo della vita, si rialzavano pur di sconfiggere il cattivo di turno, che da fedeli Saint di Atena dovevano affrontare. -"Mi ricordi me, alle prime battaglie importanti… come quella alla Sesta Casa contro Shaka di Virgo! Allora la fortuna fu dalla mia parte, per alcuni attimi sovrastai il suo cosmo immenso, quasi divino, ma purtroppo per te, tu non avrai la stessa sorte!", esclamò il Gold Saint di Leo, pronto ad attaccare nuovamente.

Incurante dei consigli di molti presenti, che gli chiedevano di andarci piano, Ikki innalzò il suo cosmo, e dietro di lui comparve la gigantesca figura di un leone; -"Le fauci possenti del leone spezzeranno ora le tue speranze, Lightning Bolt", sentenziò il cavaliere, scagliando il suo colpo verso Freyr, impotente di fronte a tanta potenza divina. Il suo corpo si riempì di tagli, soprattutto sulle gambe e braccia, in modo da non potersi più muovere regolarmente, e quindi la vittoria sarebbe sicuramente andata ad Ikki.

Adesso per Freyr sembrava veramente essere la fine di un sogno, quello di diventare un guerriero dotato di un cosmo, sufficiente ad essere d’aiuto nella Guerra Divina: un sogno coltivato sin dai primi tempi di permanenza nella roccaforte del Valhalla, una delle varie zone in cui, secondo gli abitanti di quelle zone, era diviso Midgard, ossia la Terra degli Uomini. Un sogno spezzato dalla follia di un despota come Balder, proprio quando l’aveva quasi raggiunto, lassù in cima ad una delle statue di Odino, distrutta per liberare Isabel dalla prigionia nordica. No, non poteva finire così, almeno per tutto quello che aveva passato, si ripeteva Freyr, ma più lo pensava e più capiva che il suo fisico non poteva reggere uno sforzo superiore.

"Il mio corpo è probabile che non possa batterti", pensò d’un tratto l’asgardiano, "Ma ciò che conta è che la mia volontà può farlo", gridò subito dopo, mentre Ikki non capiva quelle parole per lui prive di significato. Determinato al massimo, Freyr si decise ad avanzare verso il suo avversario che però cercava di fermarlo con delle serie di colpi, i quali non riuscivano ad andare a segno dato che Freyr li schivava ad uno ad uno.

"Possibile che abbia raggiunto già il Settimo Senso? E non solo, può costui saperlo gestire in modo da fermare miei attacchi di bassa intensità?", si chiedeva il Saint di Leo, inconsapevole di quello che stava per accadere. Infatti, pochi secondi dopo, Freyr fece esplodere il suo cosmo e dietro di lui si materializzò la figura di Nettuno.

"Non so come tu abbia fatto a materializzarla, ma ciò dimostra che sei molto più pericoloso di quanto pensassi!", replicò inquieto Ikki di Leo, giusto nell’attimo in cui Nettuno ritornò nell’arena per ammirare il massimo potenziale dell’allievo. Proprio guardandolo, Freyr intuì che era arrivato il momento fatidico, -"Ora Ikki, ti mostrerò cosa ho appreso veramente da Nettuno, mi ha fatto davvero un grande dono! Nevi di Asgard unitevi alla polvere dell’Artico", urlò il ragazzo, alzando le braccia in alto, per poi ricongiungerle all’altezza del petto, "Aurora Borealis!!!", creando una sfera di ghiaccio che fece esplodere contro Ikki.

Il Gold Saint di Leo fu preso alla sprovvista, e dovette proteggersi con il calore del suo divino cosmo, altrimenti sarebbe stato congelato da quel colpo. –"Ha raggiunto lo zero assoluto, non ci credo! Solo Hyoga potrebbe lanciare un colpo del genere…", pensò Ikki; in mezzo al gruppo di spettatori, proprio il Custode delle Energie Fredde si sorprese che un giovane ragazzo, apprendista da poco, potesse aver raggiunto il limite minimo delle temperature, cosa che anche lui aveva raggiunto solo combattendo fino alla morte contro il suo maestro Camus di Aquarius, e tra l’altro di aver superato lo stesso colpo lanciato dal suo ex-compagno Abadir.

L’apprendista di Nettuno rimase bloccato nella posa dell’Aurora Borealis, incapace di liberarsi della morsa del freddo generato, a causa dei precedenti danni subiti, per mano di Ikki. Fu soltanto Atena, col suo caldo cosmo, a liberarlo, ed egli ricambiò promettendo fedeltà alla Dea, sua salvatrice; -"Non penso che dovresti giurare fedeltà a me", commentò la Dea della Giustizia, "Piuttosto ringrazia il tuo maestro che ti ha fatto apprendere quel colpo!", così l’asgardiano si avviò verso il Divino Maestro, mentre tutti gli altri si ritirarono nelle rispettive postazioni di controllo.

Freyr s’inchino dinnanzi Nettuno, "Oh Dio del Mare, nelle vostre mani metto il mio destino! Mi dica cosa posso fare per lei!", disse Freyr, col Dio del Mare che lo guardava con sguardo compiaciuto. Nel frattempo, vestito di una lunga veste bianca, simile a quella indossata dallo stesso Julian, Shadir ritornò nella sala, affiancando il Dio. Con un cenno, Julian chiese alla sua pari Isabel di lasciarli da soli, e lei capendo le sue motivazioni li lasciò da soli.

"Cosa dire… tra i vari apprendisti siete quelli che più mi hanno sorpreso. In effetti, tra voi due nessuno avrebbe i requisiti adatti per esser un buon Generale, ma dato che vi ho insegnato delle cose che userete al momento opportuno, diventerete miei guerrieri!", disse il Dio, e grazie alla sua volontà ordinò a due armature di muoversi dal Regno dei Mari, sebbene sapesse del sigillo cosmico usato da Drak della Spada Nera, che aveva avvertito grazie al Nono Senso, di cui era padrone.

Alla Tredicesima Casa, Nettuno trasportò due Scales: quella di Sea Horse e quella di Kraken, le quali si ricomposero rispettivamente su Shadir e Freyr. "Ricordatevi bene, sfruttate al massimo il Cosmo che vi ho affidato, e i colpi che avete appreso! Se volete migliorateli, fateli vostri così da esser più potenti!", raccomandò il Dio del Mare, "Forza non abbiamo tempo….So come ragiona Zeus, quindi tra non molto ci attaccherà, ma come fece Annibale contro i Romani, lo prenderemo alla sprovvista. Saremo noi a dargli scacco matto!". Brillante del suo celeste cosmo, Nettuno abbandonò la sala, seguito dai suoi Generali, con una faccia molto severa, tipica di chi è pronto a scendere in campo e dare battaglia fino all’ultimo.