CAPITOLO 3: La muraglia invalicabile

Mentre Shaka e gli altri Cavalieri d' Oro erano occupati a respingere il contingente di Berserkers che avevano assalito il Jamir, una simile minaccia incombeva anche sulla suprema roccaforte a difesa dell' umanità. Il primo ad avvertirlo fu ovviamente Dohko di Libra, reggente del Santuario in assenza di un Grande Sacerdote. Spalancò gli occhi, e poi guardò in basso, in direzione del piazzale antistante alla prima casa.

" Numerosi cosmi si stanno dirigendo qui al Santuario " - pensò - "... e la loro aura è cupa, e scarlatta come il sangue... Ciò che avevo temuto si è dunque verificato; è il momento di una nuova Guerra Sacra. Shiryu, ragazzi... tornate presto insieme a Seiya. In questa ora oscura la vostra forza ci è necessaria."

Ma non furono Dohko ed i Cavalieri d' Oro del Santuario a saggiare primi fra tutti la potenza delle schiere di Ares; furono invece i Bronze Saints che proteggevano l' ingresso al santuario. Non appena videro numerose losche figure, Jabu ed i compagni si schierarono subito di fronte a loro. Gli intrusi erano una decina, e vestivano lugubri corazze dal colore rosso cupo della carne in putrefazione.

"Non osate muovere un altro passo!" - esordì il cavaliere dell' Unicorno - "Il luogo in cui state mettendo piede è il Sacro Santuario di Atene, dimora della dea della Giustizia! Chiunque voi siate e da qualunque luogo proveniate, non vi è permesso l' ingresso! Recedete dai vostri propositi e andatevene, o sarà peggio per voi!!"

Gli inquietanti guerrieri però avanzarono senza alcun tentennamento, come se le parole di Jabu, o ancor più verosimilmente chi le aveva pronunciate, non avessero alcuna importanza.

Furioso per questo atteggiamento sprezzante, Ichi di Hydra fu il primo a passare all' azione: saettò in avanti verso gli invasori.

"Siete forse sordi?!!" - urlò, menando un fendente dall' alto verso il basso, mentre dal dorso del suo copripugno fuoriuscivano le zanne di Idra, le micidiali armi di cui la sua armatura era dotata , all' indirizzo del primo dei figuri di rosso bardati, un guerriero piuttosto corpulento la cui armatura sfoggiava un mostruoso muso di animale sul coprispalla destro, . Tuttavia, il veleno di Idra era destinato a non sortire il suo fatale effetto: muovendosi con noncuranza ad una velocità tale che Ichi nemmeno se ne avvide, il Berserker afferrò con la mano sinistra il braccio del Cavaliere di Bronzo, bloccandolo completamente. Il Saint dell' Idra non si permise più di un istante di stupore e facendo leva sull' arto imprigionato issò il proprio ginocchio sinistro, anch' esso armato dei letali artigli; ma con sgomento del Cavaliere dell' Idra, le zanne si spezzarono impattando col pettorale dell' armatura del nemico, il quale subito dopo, tenendo saldo il cavaliere per il braccio, lo fece roteare in aria per poi scagliarlo addosso a Ban del Leone Minore, con un gesto talmente repentino che i due si ritrovarono stesi a terra ancora prima di capacitarsi dell' accaduto.

Jabu, Nachi, Geki e June si pararono innanzi ai due compagni storditi, mettendosi in posizione di difesa e pronti a dare battaglia, benchè la disparità di forze a loro sfavore fosse evidente.

Dal mucchio di invasori, ne emerse uno, altissimo e imponente, che sembrava essere il leader dei Berserkers. Fattosi avanti e lanciato uno sguardo sprezzante ai Cavalieri di Bronzo, disse: " Non siamo venuti qui per sciupare tempo con simile feccia. Ci interessano soltanto Athena e i Cavalieri d' Oro. Ignorateli e dirigiamoci alle Dodici Case."

"Oh, suvvia " - disse il berserker che aveva attaccato Ichi e Ban - " Non vedo nulla di male nel divertirci un po'. Perchè non fare un po' di riscaldamento schiacciando qualche insetto prima di combattere sul serio? "

"Puah! Agisci come credi " - rispose l' individuo che aveva parlato per primo- " Io non vedo nulla di intelligente in un leone che perde tempo a schiacciare una formica. Noi proseguiamo. "

"Voi non andrete da nessuna parte!!" - urlò il Cavaliere dell' Unicorno - "Al mio fianco, Cavalieri!!"

"Sììììì" - risposero all' unisono i compagni di Jabu, saettando assieme verso il mastodontico Berserker.

"Toglietevi di torno, microbi!" - disse il torreggiante guerriero, puntando il dito contro i sei ragazzi. Il lampo scaturito dalla punta dell' indice del Berserker aprì una voragine nel terreno scaraventando in aria come fuscelli i bronze saints, i quali poi ricaddero al suolo come bambolotti impotenti.

Senza degnarli più di uno sguardo, l' assalitore proseguì in direzione del Tempio del Bianco Ariete, seguito dagli altri Berserkers.

Jabu fu il primo a riprendersi, e vedendoli allontanarsi cercò faticosamente di rimettersi in piedi per fermarli, ma il suo collo venne imprigionato da una mano che lo afferrò alle spalle.

"Non curarti dei miei compagni, ragazzino!" - disse una voce malvagia ed irridente, appartenente allo stesso Berserker che aveva atterrato Ichi e Ban all' inizio del duello - "Se proprio ci tieni a morire, ti darò una mano io!"

"M... maledetti!" - riuscì a dire Jabu - "Ma chi siete?!"

"Lo vuoi sapere per rendere meno amara la tua fine?" - lo derise il guerriero. - "E sia. Siamo i Berserkers, i supremi guerrieri maestri del combattimento e devoti alla divinità che presiede alle arti belliche... il sommo Ares!! Ed il mio nome è Kizer di Boar, fiero combattente dell' Armata del Falco!!"

"Ares!!" - pensarono sgomenti tutti i Cavalieri di Bronzo - "Il terrificante e sanguinario dio della guerra, acerrimo nemico di Athena sin dall' era dei miti!"

Jabu portò le mani al proprio collo, nel disperato tentativo di liberarsi dalla morsa che stava per soffocarlo, ma per fortuna gli venne in soccorso Nachi del Lupo, che assalì il berserker obbligandolo a lasciare la presa. Lasciato cadere a terra Unicorno, il guerriero di Ares si accanì violentemente su Lupo, tempestandolo di violenti pugni che aprirono numerose crepe sulla sua armatura blu scuro e lo scaraventarono lontano; dopodichè rivolse la sua furia contro gli altri Cavalieri di Bronzo prima che potessero fare qualcosa per aiutare i propri compagni. I suoi pugni si abbatterono violentemente sul corpulento Geki, scaraventandolo al suolo, spaccarono il pettorale di Ichi e si abbatterono sul capo di Ban, distruggendogli l' elmo e facendolo crollare prono sul suolo del Santuario, prima di colpire anche June con un manrovescio che le distrusse la maschera e la fece volare al suolo con un rivolo di sangue che le deturpava il bel viso. Il sadico Kizer contemplò lo spettacolo dei suoi avversari, debilitati e sanguinanti, mentre lottavano per cercare di rimettersi in piedi.

Kizer rise sguaiatamente, per poi schernire gli avversari : " Uh uh uh... sono felice di vedere che siete ancora vivi, temevo di avervi già spacciato! Non temete, non morirete subito... non ho nessuna fretta, mi divertirò a torturarvi lentamente prima di uccidervi!"

"Non te lo permetterò vile!!" - disse una voce alle sue spalle. Kizer si voltò per contemplare il Cavaliere dell' Unicorno che espandeva il prioprio cosmo.

"Assaggia la furia dell' Unicorno, sgherro di Ares!!" - urlò Jabu, lanciandosi all' attacco - " UNICORN GALLOP!!!!"

Il calcio di Jabu saettò in direzione del volto di Kizer, ma questi non fece altro che afferrare la gamba del bronze saint nel momento dell' impatto, per poi sfruttare il suo stesso slancio per portarlo a schiantarsi violentemente al suolo. Jabu perse l' elmo e sputò sangue, ma il crudele Berserker non aveva ancora finito: continuando a tenere prigioniera la gamba del cavaliere, Kizer lo sollevò di nuovo in aria per sbatterlo al suolo una seconda volta, poi una terza, ed una quarta.

Il crudele supplizio fu interrotto dallo sforzo degli altri ragazzi che radunarono le poche energie rimaste per dare manforte al loro compagno. Kizer lasciò andare il sanguinante e debilitato cavaliere dell' Unicorno, ma solo per scatenare nuovamente la sua furia contro gli altri Cavalieri di Bronzo, che si ritrovarono di nuovo a terra, con le armature cosparse di crepe e ricoperti di escoriazioni.

Il berserker si avvicinò a Nachi, che giaceva prono, ed iniziò a calpestargli la testa in segno di spregio. Nonostante il dolore lancinante e il sangue che fluiva copioso dal suo corpo, però, Jabu si rialzò ancora una volta. Vedendolo cercare ancora di sfidare il crudele nemico in quelle condizioni pietose, i compagni cercarono di dissuaderlo.

"Fermati Jabu!" - disse Ban - "E'... è troppo forte per noi!"

"Ti ucciderà!" - gridò Ichi.

"Non voglio sentirvi parlare in questo modo!!" - urlò il Cavaliere dell' Unicorno, guardando fisso negli occhi l' avversario - "Non importa se è più forte di noi! Noi non ci arrendiamo! Non l' abbiamo mai fatto e non cominceremo ora! Siamo Cavalieri di Athena, ricordatelo!"

"Ah ah ah " - rise sguaiatamente Kizer - "Sei davvero divertente, scarafaggio! Ti reggi in piedi per miracolo eppure non rinunci a vuote ostentazioni prive di senso! Molto bene, ti mostrerò a cosa serve il coraggio quando non è supportato da autentica forza!"

Jabu, troppo debilitato per reagire, non riuscì a scansarsi quando la mano del Berserker lo afferrò saldamente per il collo, sollevandolo in aria. Kizer caricò il pugno, pronto ad abbatterlo impietosamente sul volto del Cavaliere dell' Unicorno... ma si accorse che qualcosa tratteneva il suo braccio. Voltatosi, vide Geki dell' Orsa Minore che lo aveva afferrato saldamente.

"Hai fretta di morire al posto di questo imbelle, bestione?!" - gli disse Kizer con sprezzo - "Chètati, farò in modo che tu sia il prossimo!"

Detto ciò, il guerriero scarlatto scatenò una sfera di energia dal palmo della mano imprigionata; la sfera si abbattè sul petto di Geki. Il pettorale della sua armatura andò del tutto in pezzi e sangue copioso sgorgò dalla bocca del ragazzo... che però non abbandonò la presa.

"Geki!" - urlò Jabu.

"N... non sperare di liberarti così facilmente dalla stretta del possente orso delle foreste del Nord, tirapiedi di Ares!!" - riuscì a dire Geki, tra un gemito di dolore ed un altro.

Kizer, furente, lasciò andare Jabu e caricò il pugno rimasto libero per colpire il Cavaliere dell' Orsa, ma anche quel braccio fu imprigionato: stavolta si trattava di Ban di Lionet.

"Non sei solo, amico mio!" - disse Ban, serrando con forza l' arto del nemico.

Kizer, sempre più furioso, urlò tutta la sua rabbia: "Ora basta! Cosa credete di fare?! Non siete altro che pulci sulla schiena di un leone! Ma anche le pulci alla fine sono fastidiose e vanno schiacciate! Avete cessato di divertirmi, vi farò a pezzi definitivamente!"

Il berserker si preparò a fare forza per liberarsi dalla presa dei due ragazzi, ma presto si avvide che anche le sue gambe erano imprigionate: sfruttando tutta l' agilità del suo corpo flessuoso e dinoccolato, Ichi si era avvinto alle gambe dell' avversario.

"Avevi ragione, Jabu" - disse il cavaliere di Idra, serrando con forza - "Noi siamo cavalieri e non ci arrendiamo! Colpisci ora!"

"Dannati insetti!!" - pazzo di rabbia, Kizer liberò tutta l' energia del proprio cosmo per sbarazzarsi dei tre avversari. Investiti dal suo potere, i ragazzi urlarono di dolore, ma non mollarono la presa.

"Amici!" - urlò il cavaliere dell' Unicorno, ma una mano gli si posò sulla spalla. Era quella di Nachi del Lupo.

"Andiamo, Jabu!" - gli disse l' amico - " Hanno creato un' occasione a rischio della vita, non sciupiamola!!"

"Ben detto, amico mio!!" - disse Jabu, recuperando tutta la sicurezza di poc' anzi.

I due ragazzi scattarono in avanti, e fondendo i loro colpi in uno solo mirarono al petto di Kizer.

"A te! Gli zoccoli dell' Unicorno!UNICORN GALLOP!!"

"Aassaggia le Zanne del Lupo!! DEAD HOWLING!!!"

I cosmi uniti dell' Unicorno e del Lupo centrarono il pettorale del Mantle di Kizer, sfondandolo e facendo cadere rovinosamente al suolo supino il guerriero di Ares, il quale emise un gemito di dolore sputando un fiotto di sangue. Malconci ma vivi, Geki, Ban ed Ichi si rialzarono, sorridendo ai loro amici.

"Ci siamo riusciti!" - disse Nachi, stringendo il pugno in segno di vittoria.

"Sì... siamo solo Cavalieri di bronzo, ma pur sempre Cavalieri di Athena" - annuì Jabu, felice come non mai - "Se crediamo in noi stessi e siamo uniti, anche noi possiamo fare la nostra parte!"

I cinque ragazzi annuirono sorridendo, accogliendo il dolore e le ferite della battaglia come fossero medaglie al valore... ma un istante dopo, una bordata di energia atterrò Jabu.

Volgendosi atterriti, i Cavalieri di Bronzo notarono che il sanguinante Kizer si era rialzato, e li fissava con occhi iniettati di sangue.

"Voi, feccia!!" - disse - "Troppo avete osato! Essermi lasciato ferire in questo modo da vermi par vostro è un' onta che non potrò cancellare sino a che non vi avrò ridotti in pulviscolo!!"

Livido di rabbia, lo sgherro di Ares avanzò verso i cinque ragazzi, rimasti attoniti per averlo visto rialzarsi dopo che avevano impiegato tutte le loro forze per abbatterlo; per un attimo lo sconforto tornò ad impadronirsi di loro come aveva fatto poco prima delle parole incoraggianti di Jabu, ma non durò a lungo: l' avanzata del Berserker venne arrestata da una frusta che avvinse saldamente il suo collo, facendolo boccheggiare. Era il Chameleon Whip di June del Camaleonte. Dopo essere stata colpita duramente poco prima, la ragazza era sinora rimasta a terra svenuta, ma si era ripresa appena in tempo.

"Non dimenticate che sono anche io un Cavaliere di Athena!!" - urlò la ragazza.

"Ben fatto June!!" - disse Ban del Leone Minore, e un istante dopo approfittò dell' occasione creata dalla compagna scattando verso Kizer, seguito a ruota da Ichi dell' Idra.

Ban saltò facendo una capriola in avanti, e le sue robuste gambe strinsero il collo dell' avversario.

"LIONET BOMBER!!!" - urlò Ban, torcendosi a mezz' aria e portando Kizer a schiantarsi al suolo con tale violenza che la sua testa si conficcò nel terreno. A ruota, Ichi scattò e colpì il petto del berserker, rimasto scoperto a causa della distruzione del pettorale, dopodichè si allontanò di nuovo insieme a Ban.

Kizer lanciò un urlo disumano, e scatenando tutta la forza del proprio cosmo si liberò provocando una voragine nel terreno.

Rialzatosi in piedi, liberò una nuova scarica energetica, che scaraventò in aria i sei Bronze Saints facendoli ricadere rovinosamente al suolo.

"Avete esaurito le frecce al vostro arco, vermiciattoli?!" - disse loro Kizer - "Per quanto vi dibattiate, non siete altro che mosche che cercano invano di liberarsi dalla tela del ragno! Siete troppo deboli per sconfiggermi, e questa farsa mi ha stufato! Ora vi schiaccerò definitivamente la testa!"

Sorridendo e asciugandosi il sangue che gli colava di bocca, Ichi disse : "Se fossi in te, invece, me ne starei buono e tranquillo, amico mio! Agitandoti in quel modo, non farai altro che accelerare la tua fine!"

"Cosa?! Ma che stai dicendo, moccioso?!" - gli rispose Kizer... un attimo dopo, sputò una boccata di sangue, mentre avvertiva un bruciore insopportabile dilaniarlo dall' interno.

"M...ma cosa?!" - disse atterrito, e guardò in basso, verso il suo petto... dove giacevano conficcati tre letali artigli di Idra, le zanne dotate di un veleno mortifero.

"Dopo che Nachi e Jabu hanno distrutto il pettorale della tua corazza, non avevi più protezioni in quel punto." - gli spiegò Ichi, soddisfatto - " Quando poco fa ti ho colpito, ho conficcato nel tuo petto le lame avvelenate della mia armatura. Ed ora per te è finita. Per quanto forte tu sia, non puoi resistere al veleno dei miei artigli! Addio, sgherro di Ares!"

Sopraffatto dal dolore, dall' indignazione e dal terrore della morte, Kizer bofonchiò qualcosa... prima che il letale veleno lo stroncasse definitivamente. La luce nei suoi occhi scomparve, e ricadde ancora una volta supino... ma questa volta non si sarebbe rialzato.

Dopo avere visto la fine di Kizer, Nachi si volse verso le Dodici Case, e iniziò ad incamminarvisi, zoppicando e reggendosi il braccio, rimasto ferito dall' ultimo colpo dell' avversario..

"Dove vai, Nachi?" - gli chiese Jabu.

"E me lo chiedete anche?!" - rispose il cavaliere del Lupo - " Ne abbiamo sconfitto uno, ma gli altri si sono diretti alle Dodici Case! Dobbiamo fermarli!"

Jabu gli si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla.

" Amico mio, il nostro compito è ormai concluso" - gli disse pacato, guardandolo negli occhi. - " Comprendo la tua rabbia per non avere impedito ai compagni di costui di andare oltre, la condivido anche io; ma ciò non toglie che non possiamo fare più niente oramai. Se andassimo alle Dodici Case, finiremmo solo per essere d' intralcio ai Cavalieri d' Oro che le proteggono; lascia ad essi il compito di eliminare i nemici che ci sono sfuggiti. Ben altri ostacoli porranno i Supremi Custodi del Santuario sul cammino degli arroganti invasori. Noi abbiamo dato tutto ciò che avevamo, e siamo usciti vittoriosi da una battaglia che sembrava senza speranza; sii pago di ciò che abbiamo fatto, e non pretendere l' impossibile da te stesso" - concluse Jabu, sorridendo.

Nachi comprese che l' amico aveva ragione e si rasserenò. Esausti, i Cavalieri di Bronzo si acquietarono, attendendo di sentire gli echi della battaglia che stava per avere luogo ai Dodici Templi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltrepassato senza colpo ferire il Tempio del Bianco Ariete, il gruppo di Berserkers giunse in vista del Palazzo del Toro Dorato. La maestosa mole dell' edificio si stagliava nel buio della notte, sovrastando i guerrieri di Ares. Tuttavia, dall' interno dell' imponente edificio non si avvertiva provenire alcun cosmo.

"Sembra che anche questo tempio sia privo di custode!" - commentò uno di loro - "Proseguiamo!"

"Sììì!" - risposero baldanzosi i suoi compagni.

Di corsa, il gruppetto di guerrieri dalle corazze scarlatte si precipitò all' ingresso della seconda casa dello Zodiaco, e vi entrò di slancio... solo per venirne catapultato rovinosamente fuori l' istante successivo.

Caduti malamente sulle scalinate, i Berserkers si rialzarono confusi e disorientati.

"Ma cosa è successo?!" - si chiesero straniti - "E' come... se ci fossimo scontrati con un muro invisibile!"

Una voce proveniente dall' interno del tempio li fece sobbalzare:

"Non un muro, bensì il custode del Tempio del Toro Dorato... Aldebaran di Taurus!"

Due occhi scintillarono nel buio dell' ingresso, da cui l' istante dopo emerse l' imponente figura del Cavaliere d' Oro del Toro; bardato della scintillante armatura d' oro di Taurus, elmo sottobraccio, il gold saint si stagliò minaccioso dinnanzi agli invasori. Dopo avere squadrato un istante gli attoniti nemici, il Cavaliere del Toro li ammonì:

" L' accesso al mio Palazzo vi è interdetto! Meglio è per voi ritirarvi in buon ordine! Se vi ostinerete nel cercare di attraversare la Seconda Casa, sarà bene che vi prepariate alla morte!"

Detto ciò, il guardiano della Seconda Casa pose l' elmo sul proprio capo, dopodichè incrociò le braccia in petto, chiudendo gli occhi in silente attesa.

I Berserker, infastiditi dallo sfoggio di potere del guerriero dorato e dalla sua sicumera, si rizzarono in piedi per affrontarlo.

" Che tu sia maledetto!!" - inveì uno di loro - " Credi di poterci spaventare così facilmente?! Al mio fianco, compagni!! Facciamo fiero scempio di codesto presuntuoso!!"

Lanciando strida acute, il branco di guerrieri scarlatti si avventò come un' unica onda su Aldebaran. Questi rimase assolutamente immobile ed impassibile a braccia conserte, sino al momento in cui i pugni protesi dei nemici vocianti stavano per raggiungerlo. In quel medesimo istante, una luce abbagliante investì il gruppo di Berserkers, i quali non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo.

"GREAT HORN!!!!" - urlò il saint del Toro.

Non era altro che il colpo supremo del Cavaliere della seconda Casa, dotato di potenza impareggiabile e tanto più letale in quanto impossibile da evitare, poiché impossibile cogliere il momento in cui Aldebaran scioglie le braccia scatenando tutto il potere della propria costellazione.

I corpi dilaniati ed esanimi dei Berserkers ricaddero rovinosamente sulle scalinate antistanti al Tempio del Toro Dorato. Aldebaran, senza perdere la propria impassibilità, riportò le braccia in posizione di difesa. Tuttavia, un istante dopo si accorse che qualcosa non andava.

"Hmm?..." - pensò - " Credevo di averli eliminati tutti. Invece avverto ancora un cosmo ostile..."

Tra i resti dei propri compagni, avanzava un Berserker dalla corporatura enorme, ancor più imponente di quella di Aldebaran, fissando torvo il Cavaliere d' Oro. Il Mantle che indossava era minaccioso, ricoperto di spuntoni sui due bracciali e massiccio in ogni sua parte. L' elmo era integrale e raffigurava un volto mostruoso a bocca spalancata, al cui interno si stagliava il viso cupo del guerriero, adornato da una cascata di arruffati riccioli bruni che spuntavano da sotto l' elmo.

Aldebaran squadrò il nemico, poi gli rivolse queste parole:

"Per quale motivo non hai attaccato assieme ai tuoi compagni? Hai forse avuto timore, presago della fine che avrebbero fatto? "

Il Berserker replicò sprezzante : "Hmmph! Timore, dici? Forse che il cacciatore teme la propria preda? "

" Preda, hai detto? " - chiese il Cavaliere del Toro. - " Tale dunque mi reputi? Invero ingeneroso ed incauto, da parte tua. "

" Niente affatto, Cavaliere di Athena " - replicò nuovamente il guerriero di rosso bardato - " Solo, sono un uomo schietto, e chiamo le cose con il nome che più gli si attaglia. "

Avanzando verso Aldebaran, il berserker calpestò con sprezzo i resti di uno dei suoi compagni.

" Puah! " - disse - " Chi cade sul campo di battaglia in maniera sì ingloriosa non merita di servire il sommo Ares!"

" Ares?!" - pensò Aldebaran - "Ecco dunque il nome del nostro nuovo nemico! Dunque costoro debbono essere le sue truppe scelte di cui narra il mito... i sanguinari Berserkers!!"

Senza concedersi più di un istante di sorpresa a quella rivelazione, ed indignato dal trattamento visto riservare ai caduti, Aldebaran si rivolse al suo avversario : "Ben poco m' aggradano i tuoi modi. I tuoi compagni sono pur sempre caduti in battaglia servendo il loro nume. Dovresti portare loro maggiore rispetto. "

" Hah! Rispetto, dici? " - rispose il corpulento invasore - " Quale rispetto può mai meritare chi giace riverso al suolo? Tale spazzatura non merita nemmeno il mio disprezzo!"

" Qual' è il tuo nome ? " - chiese severo Aldebaran.

" Sabaras di Ogre, secondo luogotenente dell' Armata del Falco " - rispose il berserker - " Sono giunto qui al Santuario per prendere la testa di Athena!"

" Nientemeno " - replicò sarcastico il saint del Toro - " L' ambizione non ti fa certo difetto. Ma l' obiettivo che ti sei prefissato non è alla tua portata. Ora che tutti i tuoi compagni sono morti, per raggiungere le stanze di Athena dovresti sconfiggere da solo me e tutti gli altri Cavalieri d' Oro a guardia dei Dodici Templi. Sei davvero tanto presuntuoso da ritenere di potercela fare ? "

" Non sono la presunzione o l' arroganza a rendermi più che sicuro di compiere l' impresa, Cavaliere del Toro " - disse Sabaras - " bensì i dati di fatto! E se non mi credi, osserva tu stesso!"

Sabaras scattò caricando il braccio destro, mentre l' aura rosso cupo del suo cosmo lo avvolgeva. Arrivato di fronte ad Aldebaran menò il fendente, mentre il cavaliere del Toro sciolse di nuovo le braccia, liberando ancora una volta il Great Horn. Vi fu un lampo accecante mentre i due cosmi si scontrarono... l' istante successivo, lo sgomento fece capolino sul volto di Aldebaran.

"Cosa ?!" - pensò il Cavaliere.

L' energia cosmica del Great Horn crepitava e sfrigolava attorno al pugno di Sabaras.

"E'... è assurdo!! Un semplice pugno gli è sufficiente per contrastare il mio Great Horn?!"

Sabaras grugnì per lo sforzo, e con un ultimo sussulto rispedì la sfera di energia verso il guardiano del Secondo Tempio, il quale la ricevette in pieno petto, venendo respinto di parecchi metri all' interno della Casa del Toro.

" Nngh..." - gemette Aldebaran - " Ha respinto verso di me il mio Great Horn!! Il mio avversario possiede una potenza enorme! Mai era accaduto che qualcuno annullasse così facilmente il colpo più potente della costellazione del Toro, simile a bufera che tutto travolge! Ho sottovalutato costui... un errore in potenza fatale! "

Con un ghigno di trionfo e soddisfazione, Sabaras penetrò nel secondo Tempio.

" Che succede, Aldebaran del Toro?!" - disse Sabaras, in tono di scherno - " La sicumera che poc' anzi ostentavi forse vacilla? Concedimi di disperderla del tutto!!"

Sabaras caricò nuovamente il pugno, e sfrecciò verso il Guardiano della Seconda Casa, lanciando il suo attacco. Aldebaran incrociò le braccia ad "X" e parò in tal modo l' attacco, ma benchè avesse bloccato il colpo, il pugno fu talmente violento da catapultarlo all' indietro, facendolo sbattere contro una colonna che volò in frantumi.

" Urgh..." - pensò il Gold Saint del Toro - " Se non fosse stato per l' armatura d' oro, le mie braccia sarebbero divenute polvere! Mai avevo combattuto contro un guerriero sì potente!"

Aldebaran tuttavia si rialzò, i pugni stretti ai fianchi, lanciando sguardi di sfida nei confronti del berserker.

"Non sembri disposto a cedere il passo, Cavaliere!" - parlò ancora il guerriero scarlatto - " Eppure oramai dovresti avere ben compreso la differenza tra me e te! La tua tecnica principale è inutile, né la tua forza può rivaleggiare con la mia!"

"Può essere! " - replicò Aldebaran - " Tuttavia, non ti lascerò passare. Potrai andare oltre solo dopo avere preso la mia vita!"

Un lampo di gioia belluina sfavillò negli occhi di Sabaras.

"HA!! Come se avessi difficoltà a farlo! Hai deciso di firmare la tua condanna a morte, cavaliere! E sia! Eseguirò immediatamente la sentenza!"

L' aura cosmica rosso cupo di Sabaras si ingigantì, saturando l' interno del Tempio del Toro Dorato; di fronte ad un tale sfoggio di potenza, lo sgomento sul volto di Aldebaran crebbe.

Sabaras spiccò poi un balzo verso il soffitto, e contemplando il suo avversario dall' alto, rise malignamente: "Hmm! Simile ad una lepre che stia per essere ghermita da un' aquila sembri... e con buona ragione! GRAND OGRE DIVER!!!"

Appallottolandosi su sé stesso, Sabaras inizò a ruotare in avanti sul proprio asse orizzontale, trasformandosi in una rutilante sferra avvolta dal proprio cosmo, che subito dopo saettò a velocità imponderabile verso Aldebaran.

Fu un attimo: si udì un rumore assordante, che si propagò per tutto il Santuario.

Nello spiazzo antistante la prima casa, i cavalieri sopravvissuti a stento all' assalto dei Berserkers sbarrarono gli occhi.

All' ottava casa, Milo boccheggiò.

Alla decima, Shura sbiancò e pensò. " Aldebaran!! Non avverto più il suo cosmo... un cavaliere suo pari... è stato sconfitto?!"

Nel palazzo del Toro Dorato, tutto era silenzio. Non v' erano spettatori, ma se così fosse stato, non avrebbero comunque potuto vedere nulla, a causa del nugolo di polvere che lo schianto sul terreno causato dall' attacco di Sabaras aveva provocato. Quando la polvere cessò di turbinare per depositarsi al suolo, al centro del tempio era visibile un' enorme voragine, i cui margini arrivavano sin quasi a ridosso delle colonne che, abbarbicate ai muri esterni, reggevano il tetto del palazzo.

Dallo squarcio nel pavimento, scrollandosi di dosso con noncuranza le macerie, emerse il torreggiante Sabaras, che guadagnò in breve la zona del pavimento rimasta intatta. Senza degnare di uno sguardo lo sfacelo provocato nella Casa del Toro, e disinteressandosi completamente della sorte del proprio avversario, certo che giacesse cadavere sepolto dalle pietre distrutte dal suo assalto, fece per uscire dal secondo tempio... ma proprio mentre il suo piede stava per varcare la soglia posteriore del palazzo, e già il suo sguardo si posava sui gradini che conducevano al tempio successivo, qualcosa lo trattenne.

" Cosa?!" - esclamò il berserker, la sorpresa dipinta sul volto.

Nulla avrebbe potuto sopravvivere a quell' impatto... eppure, dal fondo della voragine era chiaramente avvertibile un cosmo... un cosmo che sprigionava aurei bagliori, che crescevano costantemente di intensità... sino a che, preceduto dalla propria aura cosmica, Aldebaran di Taurus si issò fuori dalla voragine che sfregiava il pavimento del Tempio che proteggeva, e si parò nuovamente di fronte al suo avversario. Benchè un fiotto di sangue uscisse dalla sua bocca, ed altri rivoli della sua linfa vitale colassero da escoriazioni sul volto, gli occhi di Aldebaran manifestavano che la sua volontà di impedire a chicchessia di oltrepassare la casa che proteggeva non si era minimamente indebolita.

Cessato l' iniziale stupore, Sabaras riprese la sua consueta espressione sprezzante.

" Davvero stupefacente, cavaliere " - disse - " Ovviamente non a te mi riferisco, bensì alle tue vestigia. Invero, la resistenza di quelle corazze dorate che tanto avevo sentito celebrare è all' altezza della loro fama, e ti ha permesso di sopravvivere... pur se a stento! Lo stato pietoso in cui versi lo dimostra! "

Aldebaran boccheggiò, sputando un fiotto di sangue.

" Ngh... lo ammetto" - disse il cavaliere del Toro - " Mai ero stato colpito così duramente. C'è mancato poco che tutte le ossa del mio corpo si frantumassero..."

" E nonostante ciò, ancora osi ergerti dinnanzi a me?" - chiese il superbo guerriero di Ares - " Possibile che tu non abbia ancora compreso di non avere possibilità alcuna? Avresti potuto fingerti morto nel fondo di quella voragine, ed attendere che me ne andassi. Invece hai preferito gettare al vento la vita che a stento avevi conservato. Il miracolo non si ripeterà, il tuo corpo finirà disintegrato con un secondo colpo!"

Sabaras spiccò nuovamente un balzo verso l' alto, spalancò le braccia e urlò : " GRAND OGRE DIVER!!!!"

Di nuovo, egli si trasformò in una mortale sfera roteante imbevuta di cosmo scarlatto, e si precipitò verso Aldebaran.

Ancora, un tremendo boato, e la voragine che deturpava il pavimento della Seconda Casa si accrebbe... ma stavolta, quando l' impeto dell' assalto di Sabaras fu terminato, il Berserker si avvide con orrore di non avere nemmeno sfiorato Aldebaran, il quale si trovava ritto ed impassibile alla sua destra... e la guardia di Sabaras era completamente abbassata. Gli ci sarebbe voluto un istante per recuperarla... ma un istante era tutto ciò di cui il possente Toro necessitava.

"A guardia scoperta, non avrai modo di difenderti dal mio colpo! GREAT HORN!!!!"

Sabaras fu investito da un potere superiore a quello di una carica di innumerevoli tori infuriati; l' attimo successivo, il suo corpo lacerato e morente giaceva tra i frantumi del suo Mantle, frammisti alle pietre che sino a poco tempo prima formavano la pavimentazione dell' edificio.

Con le ultime forze che gli restavano, gli occhi spiritati, Sabaras tese una mano tremante in direzione di Aldebaran, che ne contemplava impassibile gli ultimi istanti.

"M... ma perchè...?!..." - riuscì a dire.

" E' molto semplice " - spiegò il Cavaliere del Toro - " Lo stesso colpo non può funzionare due volte contro lo stesso Cavaliere. Il tuo Grand Ogre Diver, in fondo, era poca cosa. Inarrestabile, questo sì... ma del tutto vulnerabile ai lati. La sua violenza e velocità mi avevano colto di sorpresa la prima volta che lo hai lanciato, ma mi è bastato vederlo una volta per sincronizzarmi sulla tua velocità. Al tuo secondo assalto, non ho dovuto fare altro che schivare per coglierti a guardia abbassata. Mi avresti certamente ucciso se mi avessi colpito una seconda volta... ma ignoravi di non essere più in grado di farlo, e questo ha segnato la tua fine."

Aldebaran gli diede le spalle, ma aggiunse un ultima cosa, abbassando le palpebre : " Giaci riverso al suolo... ma io non ti considero spazzatura. Sei caduto con onore."

Sabaras, udite queste parole, gemette un ultima volta... poi la sua mano cadde al suolo, ed il suo capo si abbandonò all' indietro.