Capitolo 1

Vendetta in atto

Era una bella giornata estiva a Nuova Luxor, infatti, la maggior parte dei suoi abitanti era già partita per i luoghi di villeggiatura dove passare le vacanze estive. La spiaggia cittadina, di solito quasi completamente deserta, in quel periodo era sovraffollata di gente che cercava un po’ di fresco dalla calura estiva, perché le temperature oscillavano dai 35/38 gradi, e l'afa era insopportabile.

Gli esperti, giudicarono quel caldo come un fenomeno anomalo, infatti di solito le estati a Nuova Luxor erano calde ma mai cosi torride.

Mentre i cittadini di Nuova Luxor se la stavano spassando a mare, a Villa Thule, intanto, era in corso una riunione urgente per decidere che provvedimenti prendere nei confronti di Gemini e del fratello Kanon, che avevano cercato di uccidere la loro Dea. E le cose di cui parlare erano molte, soprattutto dopo il racconto di Phoenix che, prima di scomparire come al solito, aveva rivelato di avere usato il Fantasma Diabolico su Kanon dei Gemelli, che aveva preso il nome di Dragone del Mare, ma in realta era il fratello gemello di Gemini, il cavaliere d'Oro si era ribellato ad Atena. Kanon voleva usare il potere del Dio dei Mari, Nettuno, per i suoi scopi: cercare di conquistare la terra. Pensava, infatti, che facendo scatenare un conflitto tra Atena e lo stesso Nettuno, entrambe le divinità si sarebbero eliminate a vicenda. E lui, che sarebbe stato l'unico vincitore, avrebbe regnato come unico sovrano. Per fortuna, però, sia Phoenix che Sirya della Sirena, altro Generale degli abissi a servizio del Dio dei Mari, Nettuno, non volevano sottostare alla volontà di Kanon, unirono le forze per sconfiggerlo, abbattendo la colonna dell’Oceano Atlantico del Nord, e dando tempo a Pegasus e gli altri di sconfiggere il Dio e distruggere la Colonna Portante in cui era rinchiusa Isabel

La sconfitta di Nettuno, pero, non basto a tranquillizzare i nostri eroi, infatti quella era la prova inconfondibile di come entrambi i Cavalieri dei Gemelli avessero cercato di uccidere Atena, anche se con modi differenti, ed era strano, e sospetto, che un Cavaliere cercasse di uccidere la sua Dea, sotto ci doveva essere qualcosa di molto grosso. Magari i due erano sotto controllo di una divinità malvagia che lì aveva usati come diversivo per annientare l'esercito del Grande Tempio, e per poco non ci era riuscita. E cosi ipotizzarono che dietro a quegli strani eventi ci dovesse essere l’intervento di un Dio, addirittura più forte e pericoloso di Nettuno, ma non sapevano chi potesse essere.

Alcuni pensarono ad Ares, Dio della Guerra Violenta, il più spietato tra i nemici di Atena, altri pensarono a una punizione da parte di Zeus, il re degli Dei dell'Olimpo, per aver sfidato gli Dei, infatti Nettuno prima di essere imprigionato di nuovo nell’anfora di Atena, aveva messo in guardia la Dea, dicendo che per aver dato guerra e fermato il piano del Dio dei Mari, sarebbe stata punita dal resto delle divinità Olimpiche.

Nessuno pero aveva idee chiare sulla questione, gli indizi raccolti erano pochissimi, e il caldo anomalo di quei giorni non aiutava di certo sbrigliare la matassa.

Per far passare un po’ di tempo, e cercando di non pensare al caldo, Pegasus accese la tv nel salotto di Lady Isabel, ma le notizie del tg erano sempre quelle: sempre e solo quelle riguardanti il grande caldo anomalo di quei giorni, e la gran parte dei cittadini che appena poteva andava a passare più tempo possibile al mare, dove una dolce e debole brezza rendeva più sopportabile il tormento dell’afa.

<< Potessimo andarci anche noi>>. Questo pensiero gli rimbalzava in mente spessissimo in quel periodo, ma lui e i suoi quattro amici erano Cavalieri di Atena, e non potevano lasciare la difesa della terra per andare a rinfrescarsi altrove, e Pegasus questo lo sapeva benissimo. Quindi per rendere più facile la situazione delle temperature altissime cercavano di seguire i consigli degli esperti, bere moltissima acqua o altri liquidi e vestiti leggeri. Inoltre villa Thule aveva un impianto di condizionamento, cosi se anche fuori non si respirava, almeno all’interno della villa si stava abbastanza bene.

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Grecia, nei pressi del Grande Tempio, Kanon dei Gemelli stava meditando vendetta nei confronti di Atena e dei suoi Cavalieri, Phoenix della Fenice in primis.

<< Stramaledetto Phoenix, per colpa sua e di quello sciocco sentimentalista di Sirya il mio grandioso piano di conquista è andato in fumo. Ma presto avrò la mia meritata vendetta, parola di Kanon. Se solo la smettesse di piovere in continuazione, i meteorologi hanno promesso pioggia per le prossime ventiquattro ore, mentre nelle regioni del est asiatico, sono previste giornate di caldo intensissimo. A quanto pare le stagioni si sono invertite inaspettatamente. Ma questo non mi fermerà certamente>>.

"Signor Kanon, noi saremo pronti per attaccare il Grande Tempio, stiamo solo aspettando un suo ordine", disse in quel momento un uomo che conosceva molto bene il fratello di Gemini. Egli era uno dei pochi Cavalieri Neri sopravvissuti all’inabissamento dell’Isola della Regina Nera. Kanon si giro verso di lui e gli rispose.

"Molto bene, ora torna al tuo posto e dì agli altri di tenersi pronti, perché fra meno di un minuto daremo l’avvio all’assalto del santuario della Dea Guerriera."

Dopo la sua sconfitta per mano di Phoenix, Kanon aveva girato in lungo e in largo le coste greche per cercare nuovi alleati che potessero aderire al suo nuovo piano. E li aveva trovati nei pressi del Grande Tempio. Essi erano i Cavalieri Neri che erano sopravvissuti affondamento dell’Isola Nera, e non sapevano che il loro signore, Arles, il grande sacerdote di Grecia, fosse stato sconfitto dai Cavalieri di Lady Isabel, e cosi si ritrovarono a girare per la Grecia senza un valido motivo, a parte derubare i pochi turisti che si trovavano lì, in quei giorni di forte maltempo.

Kanon si avvicinò alla sua truppa, in realtà i guerrieri non erano tantissimi, però sapevano essere spietati e crudeli, e questo bastava.

Non passò neanche un minuto che Kanon comincio a parlare. "Miei uomini, in questo glorioso giorno, noi, i guerrieri rinnegati da Atena, ci prenderemo la nostra vendetta contro la Dea che ci ha scacciati e delusi. Ora noi marceremo verso il Santuario dove la Dea della Giustizia viene venerata, e lo distruggeremo, non ci lasceremo neanche le ceneri e la nostra vendetta sarà completa. Se qualcuno di voi, però, avesse dei ripensamenti lo dica subito o taccia per sempre."

Ma nessuna voce si levo per obiettare quello che diceva Kanon, e cosi continuò.

Molto bene, allora direi che è il momento di iniziare l’opera di distruzione. Già troppo tempo abbiamo perso in chiacchiere e inutili spiegazioni."

Un coro di sì entusiasti si diffuse in tutto quell’anfratto roccioso, ma non tutti erano contenti di quel che stava succedendo. Un’ombra misteriosa nascosta tra le rocce, stava seguendo tutto con un’angoscia che cresceva un minuto di più che stavano perdendo per difendere il Grande Tempio. Lo strano individuo aspettò che la piccola armata se ne andasse, e poi corse fuori dal suo nascondiglio per avvisare un certo professore Righel.

Pochi istanti dopo questi fatti, il telefono nello studio privato di Lady Isabel squillò; Mylock corse a rispondere e disse che in quel momento milady era occupata in importantissime questioni della massima urgenza, e non dava udienza a nessuno. Ma il professore insistette cosi incessantemente, che il burbero inserviente fu costretto ad andare a interrompere la piccola riunione, informando tutti della grave situazione in corso.

Ora Isabel e i Cavalieri dello Zodiaco avevano altro da pensare che non fosse il caldo, dovevano partire subito per la Grecia se volevano salvare il Grande Tempio, e non c’era tempo da perdere.

Arrivati in Grecia, il piccolo gruppetto non poté non accorgersi dell’enorme sbalzo termico che c’era rispetto al Giappone.

Ad attenderli all’aereporto c’erano il professore Righel e i Cavalieri d’Acciaio, che spiegarono subito la situazione alla duchessa di Thule. La spiegazione fu di breve durata, vista la gravita della situazione, subito il gruppo prese un aereo speciale della fondazione e si diresse verso il Grande Tempio di Atene, mentre due strani agenti aereoportuali li seguivano con molta attenzione, dicendo che tutto stava andando secondo i piani del loro signore.