Chapter two

Tales si rialzò faticosamente dal suolo, il fisico completamente distrutto.

"Il vecchio c’è andato giù pesante oggi…"

"Sei conciato maluccio eh? Il Cavaliere dei Gemelli doveva avere un diavolo per capello se ti ha ridotto così!" esordì una voce una voce squillante ed allegra vicino a lui.

Tales, volgendo lo sguardo alle sue spalle, scorse infatti un ragazzino, decisamente più giovane di lui, il quale lo osservava attraverso i suoi occhi verdi tranquillamente seduto sul muretto che divideva gli spalti dall’areno vera e propria.

"Non ti ci mettere pure tu per favore. Come mai da queste parti? Tuo fratello si è stufato di te e sta cercando un nuovo allievo?"

Ignorando l’insulto grazie all’abitudine, il ragazzino saltò dal muretto con felina agilità e raggiunse con calma l’amico.

"Vuoi forse fare un allenamento speciale con il Cavaliere d’Oro del Sagittario, mio fratello Micene?"

"No grazie Ioria, stavolta passo volentieri. Piuttosto, che diavolo vuoi?"

"Mio fratello ha saputo della tua bravata di ieri sera e, immaginando la reazione del tuo maestro, ha pensato di invitarti a cena da noi alla nona casa.. Ho provato a dissuaderlo, ma come al solito ha fatto di testa sua, così mi ha mandato a cercarti."

Al pensiero di passare del tempo con Micene l’animo di Tales si rallegrò un poco. Naturalmente non lo avrebbe mai ammesso, ma il Cavaliere di Sagitter era la persona che più ammirava e rispettava al mondo ed era sempre contento di passarci del tempo assieme.

"Allora che fai, vieni?" lo incitò Ioria.

"Uff… mai un momento di pace…" finse di brontolare Tales "E va bene, vengo. Ma lo faccio solo perché insisti tanto!"

Il giovane sorrise leggermente. Conosceva bene l’amico, sapeva che non avrebbe mai rifiutato.

"Non ne ho dubitato nemmeno per un secondo! Su, andiamo."

I due si avviarono così verso la nona casa.

Arrivati alla porta della nona casa Ioria bussò, mentre dietro di lui Tales si sistemava di soppiatto. Alla porta si affacciò proprio Micene di Sagitter, il più fedele Cavaliere d’Oro al servizio della dea Atena e del Grande Tempio.

"Salve ragazzi! Tales, quanto tempo! Dai entrate! Immaginavo volessi darti una ripulita prima di cena, così ti ho fatto preparare un bagno caldo e dei vestiti puliti."

Osservando i suoi vestiti impolverati e sporchi di sangue, l’interessato convenne che quella del bagno non era una cattiva idea. Si diresse così , dopo aver salutato e ringraziato Micene, verso il retro della casa, pregustando un bel bagno rigenerante.

Intanto Ioria dava una mano ai servitori a preparare la tavola, mentre Micene si rilassava in poltrona fumando un sigaro.

"Quella roba ti ammazzerà…" lo rimproverò il fratello.

"Lo spero proprio! Perché vorrà dire che durante la mia vita non ci saranno state guerre mortali che potessero mettere in pericolo la vita dei Cavalieri di Atena e delle persone. Ma nonostante i Cavalieri siano detti anche della Speranza, dubito fortemente di arrivare ad un età così avanzata da subire le conseguenza del fumo…"

"Non dovresti essere così pessimista! In fondo sei il guerriero più forte del Tempio, deve ancora nascere la persona in grado di sconfiggerti!"

"Già speriamo che sia così…" sorrise mestamente.

Il sigaro era quasi terminato quando Tales uscì dal bagno, con indosso una corta tunica rosa salmone. Appena Ioria lo vide scoppiò alacremente a ridere, rischiando seriamente di cappottarsi dalla sedia su cui poggiava.

"Scommetto che c’è il tuo zampino dietro, mucchio di pelo! Aspetta che ti becco e ti strappo quel sorrisetto a pugni!" ringhiò di rimando l’aspirante cavaliere, saltando oltre il tavolo apparecchiato e trascinando il ragazzino con se nella caduta. I due iniziarono ad azzuffarsi rumorosamente, attirando l’attenzione di Micene. Quando egli entrò vide Tales che strozzava l’avversario con un braccio, mentre con le nocche gli grattugiava la testa. Ioria dal canto suo scalciava violentemente e mordeva il braccio che lo tratteneva. Il più anziano dei tre li guardò con indulgenza, era stato ragazzo anche lui, sapeva che quasi tutte le discussioni finivano in quel modo a quell’età.

"Mi spiace interrompere la vostra ehm… discussione, ma la cena è servita."

Al ché i due disputanti si bloccarono istantaneamente, alzando la testa come una gazzella che avverte il ruggito di un leone.

"Ehi nano propongo un armistizio per la cena. Ci stai?" propose Tales.

"Ok, un patto di non belligeranza fino a domani."

"Perfetto!" I due si sciolsero dalla stretta. "Si mangia!"

Come belve assatanate e digiune i due si fiondarono al tavolo, si sedettero e, borbottando un Buon Appetito, cominciarono a mangiare voracemente.

Si stavano abbuffando con molta soddisfazione con entrambi, quando si scambiarono uno sguardo di fuoco. La sfida, da fisica che era, si tramutò in una prova di resistenza e di velocità. I piatti si accumularono velocemente, mentre i due continuavano imperterriti a mangiare.

"Ragazzino, credi davvero di poter reggere il mio ritmo? Guardati, stai già iniziando a cedere!"

"Stai tranquillo che ti sto dietro benissimo! Piuttosto, pensa a non sporcarti la tua bella tunichetta!"

Li accanto Micene mangiava tranquillamente come se nulla fosse, avvezzo alle assurde sfide tra i due ragazzi. Decisamente affaticati erano infine i servitori, costretti a cucinare e consegnare pietanze ad una velocità insostenibile. Ma proprio i servitori posero fine alla competizione. Il più anziano di essi si avvicinò infatti al tavolo a mani vuote.

Ioria lo fissò un attimo. "Bhè? Vuoi qualcosa?"

"No signorino. Purtroppo sono finite le scorte di cibo nella casa, lei ed il suo amico avete spazzato via provviste per due settimane in una sola notte!"

"Effettivamente ci siamo dati davvero alla pazza gioia!" intervenne ridacchiando imbarazzato Tales. "Ma che volete, ai dormitori del Grande Tempio non si mangia certo così bene! Così quando mi capita un bel pranzetto non me lo lascio certo sfuggire!"

"Capisco signore. Purtroppo non c’è più niente da mangiare."

"Direi che la sfida è finita in pareggio, giusto Tales?"

"Così pare! Ma non ti illudere, non sei certo al mio livello!"

"Dai, non ricominciate adesso!" si intromise Micene "Ioria, perché non aiuti a sparecchiare?"

"Ma veramente io vorrei restare con voi…"

"Niente ma, vai a dare una mano. Prima inizierai, e prima potrai unirti a noi."

Mestamente Ioria borbottò un Ok e si diresse verso la cucina.

Invece Micene e Tales attraversarono tutta la nona casa, passando per il colonnato anteriore e sedendosi sui gradini dell’ingresso.

Senza parlare, Micene tirò fuori uno dei suoi sigari e se lo accese, offrendone un altro a Tales.

"No grazie, preferisco le mie sigarette"

"Non capisco cosa ci trovi, non sanno di nulla."

"Ed io non capisco che gusto ci sia a fumare senza aspirare. Come vedi siamo pari."

E così fumarono per un po’ in amichevole silenzio, guardando il sole spegnersi all’orizzonte, mentre le stelle poco alla volta sembravano accendersi come a voler mostrare le costellazioni ai due.

Intanto ai due si aggiunse il giovane Ioria, sedendosi silenziosamente accanto al fratello.

Il sole era completamente tramontato quando il più giovane di loro ruppe il silenzio.

"Posso chiederti una cosa Tales?"

"Spara"

"Perché non vivi alla terza casa con il tuo maestro? Sicuramente sarebbe più confortevole che restare ai dormitori!"

"E rischiare che il vecchio mi ammazzi nel sonno? Fossi matto!"

Micene lo guardò severamente. "Dovresti portare più rispetto al tuo maestro. E’ un ottimo cavaliere, forse il migliore di tutti noi ed un giorno potrebbe assumere la più alta carica del Grande Tempio."

"Gran Spazzino di Atena?" ironizzò candidamente Tales.

Mentre Ioria soffocava una risata Micene rispose "Ovviamente no, intendevo il Gran Sacerdote, l’uomo più vicino alla dea Atena."

L’aspirante Cavaliere lo guardò stupefatto. "Impossibile! In tutta la Grecia esiste una sola persona in grado di aspirare al quel titolo, e sei tu!"

"Mi sopravvaluti ragazzo mio, non credo di essere adatto ad un compito di tal livello, il Cavaliere dei Gemelli è sicuramente l’uomo più adatto!"

"Sei sempre stato troppo modesto amico. Ma forse questo è uno dei motivi per cui tutto il Grande Tempio ti rispetta!"

"Chi lo sa… il rispetto è un bel sentimento, ma basta poco ad infrangerlo." Mormorò Micene, a voce così bassa che nemmeno Ioria accanto a lui lo sentì.

La cena si concluse tra allegre risate, ripetuti brindisi e battibecchi tra Tales e Ioria per i motivi più futili. Per tutti i partecipanti era bello poter staccare, anche se per una serata appena, da allenamenti e missioni ufficiali. Per i paladini della giustizia la tranquillità era merce rara in fondo.

A notte ormai inoltrata, dopo aver calorosamente salutato gli amici, Tales si avviò stancamente verso il dormitorio, rifiutando l’ospitalità dei due fratelli.

Il ragazzo si fermò sotto il cielo stellato ad osservare le costellazioni che attraversavano il cielo chiedendosi una volta di più quale di esse avrebbe guidato il suo destino.

 

 

Fine Chapter Two.