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Capitolo 20

Il segreto di Asher

Jabu, sei forse impazzito? Abbandona la lotta, non hai speranze.

Eheheheh ma guarda un po’ chi si rivede? Possibile che ogni volta che mi stò divertendo arrivate voi a rompermi le uova nel paniere?

Deathmask, ignobile cavaliere quale tu sei e quale sei sempre stato, come hai osato sfidare a duello un cavaliere non all’altezza di affrontarti e tantomeno di alzare la mano su di lui?

Shiryu del dragone, anzi mi correggo, credo che debba chiamarti Shiryu di capricorn. Vedi di non interferire!

Perché altrimenti?

Seiya non preoccuparti, anche se sono ridotto un po’ male non ho paura di affrontarlo.

Jabu, come stai? Ritirati dalla lotta, puoi ancora salvarti.

Salvarmi? E da cosa, dalla morte che mi infliggerà codesto essere immondo? Non sono un codardo e non mi ritirerò. Se devo morire lo farò combattendo, non mi tirerò indietro.

Ma non hai speranze!

Sei sicuro di quello che dici? Anche tu eri partito nella lotta delle dodici case contro i cavalieri d’oro senza sapere chi incontravi e cosa ti aspettasse. Ma tu combattendo con il tuo coraggio e con il tuo valore sei riuscito a fronteggiarli e anche a batterli. Poi sei riuscito a sconfiggere i cavalieri di Asgard, dopo è toccato a Nettuno con i suoi generali, alla dea della discordia, ad Apollo, ad Ade con i suoi spiriti infernali e a Zeus con le sue divinità olimpiche. Infine ti vedo con indosso l’armatura d’oro di sagitter e come te anche gli altri indossano l’armatura d’oro, quindi designati come nuovi cavalieri del grande tempio. Vieni a dirmi di ritirarmi dalla lotta come se io fossi già morto, o come se fossi un codardo, ma io non lo sono. Il sapere delle tue lotte e delle tue conseguenti vittorie, il sapere che sei riuscito ad acquisire il settimo, l’ottavo e poi il nono senso mi ha fatto capire che anche io posso riuscire in tutto ciò perché anch’io sono un cavaliere di Atena. Come te sono stato addestrato ed ho ricevuto un armatura di bronzo, quella dell’unicorn. Mi hai anche detto che non ho speranze, ma hai torto; io ho una speranza ed è quella che un giorno tutto possa tornare alla normalità, la speranza nella pace e nella giustizia, così come ci sperate anche voi. Io credo in tutto questo e non mi tirerò indietro, a costo della vita.

Tutti i cavalieri sono commossi dalle parole del coraggioso cavaliere, più di tutti Seiya, Shun, Ikki, Hyoga e Shiryu, che sono cresciuti con lui e che come lui sono stati cavalieri di bronzo.

Apollo entra nel tempio e si avvicina al luogo della lotta.

Sagge parole le tue, giovane cavaliere di Atena.

Il cosmo divino del dio illumina tutto il tempio come se il sole fosse spuntato direttamente all’interno di codesta struttura.

Ma chi sei tu? Il tuo cosmo, un energia ineguagliabile, grande potenza.

Non stupirti giovane cavaliere dell’unicorn, i tuoi amici mi conoscono già. Io sono Apollo, divinità olimpica, figlio del sommo Zeus e dio della luce eterna.

IL dio Apollo in persona? Una stupenda apparizione si materializza davanti ai miei occhi. Non ci credo ancora, io un semplice cavaliere di bronzo che non ha mai partecipato a nessuna battaglia ho l’onore di essere interpellato dal dio Apollo; potrei anche non crederci ma come non farlo vista la potenza immensa del suo cosmo che tutto avvolge sotto forma di dominio universale? Deve essere per forza lui. Ma perché sarà venuto sin qui?

Asher, cavaliere dell’unicorn, tu sei stato adottato dal duca Halman di Thule e cresciuto insieme agli altri cavalieri di bronzo. Così anche tu fosti mandato in un luogo per cercare di diventare cavaliere di Atena. Ci sei riuscito, indossando l’armatura dell’unicorn, perché lei stessa ti ha riconosciuto come cavaliere degno e valoroso di indossarla. Ma la tua memoria in quel periodo di addestramento è andata persa.

Che vuoi dire?

Durante un combattimento hai ricevuto, per slealtà del tuo avversario, un colpo ben assestato alla base della nuca, quindi colpito alle spalle. Questo colpo ti ha causato la perdita della memoria.

A queste parole tutti rimasero stupiti e più di tutti lo stesso Jabu che nulla ricordava di tutto ciò.