Capitolo III. Blue Grado, l' ultimo confine del mondo

Finalmente, dopo interminabili giorni di marcia, erano quasi arrivati a casa. Durante tutto il tragitto il ferito non aveva fatto altro che peggiorare ma nemmeno una parola né un rantolo lamentoso aveva osato macchiare le sue labbra di disonore.

Avanzavano a fatica affondando fino alle caviglie sul soffice manto bianco innevato. Quell' immacolato splendore era la loro terra, il profumo degli aghi di pino ghiacciati l' odore di casa.

In quell' estremo confine delle terre conosciute non vi erano strade battute che tagliassero le maestose vallate dissacrandole. Continuando a camminare sostenendo il ferito, Andres constatò che non ce l'avrebbero fatta a raggiungere un qualsivoglia centro abitato prima che la notte li ghermisse con il suo alito gelido. Si voltò a guardare il proprio compagno. Le ferite sul suo corpo si sarebbero rimarginate in fretta, ma l' arto presentava danni molto più gravi che semplici escoriazioni.

Sulle prime, nonostante fosse stata presa in considerazione la frattura, a nessuno dei due la situazione parve così critica. E invece, giorno dopo giorno, il braccio ferito; nonostante fosse stato tenuto ben fermo da una stecca di legno, aveva iniziato a gonfiarsi in modo anormale. L' emorragia non si era affatto arrestata anzi, Andres dovette trattenere dei conati di vomito quando vide quasi esplodere la fasciatura sotto la pressione del sangue marcio e di uno strano quando schifoso pus nero.

A quel ricordo recente, il ragazzo scrollò la testa e volse uno sguardo preoccupato alla persona che, con l'altro braccio sano, a lui si aggrappava tenacemente quasi stesse afferrando la sua stessa vita per i capelli. Il volto emaciato di suo fratello era talmente pallido da confondersi con il candore del suolo che stavano calpestando. Questi versava in uno stato di semi-incoscienza. La sua fronte scottava e sembravano passati secoli da quando avevano consumato un pasto caldo, cosa che quantomeno adesso sarebbe stata gradita. Le prime folate serali raffreddavano ulteriormente la valle che stavano attraversando ed aguzzando la vista, Andres scorse quello che probabilmente era l' ingresso di una caverna. Trascinandosi appresso il ferito vi entrò al riparo dalle intemperie del tempo per nulla generoso. Ma d'altronde si erano lasciati alle spalle il sole tipico del verdeggiante sud da un bel pezzo.

L' antro dell' oscuro anfratto che il coraggioso ragazzo aveva eletto a loro rifugio gli ricordava le fauci di un mitologico drago.

Non se ne vedeva il fondo, immerso nella totale oscurità, mentre alzando il capo si potevano scorgere curiosi giochi di luce lunare riflettersi sulle zanne ghiacciate fisse al palato di pietra dell' immaginaria fiera.

Il gocciolio incessante delle stalattiti rimbalzava di parete in parete producendosi in un eco spettrale. Andres avrebbe voluto una sistemazione migliore, magari finalmente un letto caldo per quella notte ma non avvide altre ragioni per cui lamentarsi se nemmeno suo fratello che versava in condizioni ben peggiori di lui aveva nulla da ridire.

Delicatamente lo mise a sedere appoggiandogli la schiena contro la parete rocciosa. Inginocchiatosi di fronte a lui andò nuovamente per controllargli la fasciatura al braccio.

-A...Andres...- lo chiamò suo fratello, riavendosi dal suo stato febbricitante.

-Kenneth!- esclamò questi, osservando che le vene intorno la spalla avevano iniziato a gonfiarsi assumendo un' innaturale colorazione bluastra. Il ragazzo spalancò gli occhi di fronte a quello scempio. Incrociando lo sguardo con suo fratello, Andres rivide sé stesso al suo posto. Kenneth svenne nuovamente, respirando a fatica.

-No.. fratello.. no! Svegliati!- lo chiamò Andres. Diede di nuovo un' occhiata morbosamente piena di curiosità alla tremenda ferita.

In più punti l'osso era quasi a vista, era come se qualcosa gli rodesse le carni. Altre zone invece, all'altezza dell' avambraccio, erano tronfie della strana miscela di sangue e nero pus. Le dita della mano sembravano atrofizzate. Che terribile errore di valutazione era stato fatto!

Osservando Kenneth colto dagli spasmi febbrili, Andres fece quel poco che potè; coprendolo anche con il suo mantello e cercando di fargli masticare delle erbe medicamentose, ma il Lanciere Bianco delirava nel suo sonno convulso.

Nonostante si trovassero ormai nei pressi di casa, il ragazzo rimase sul chi vive, e decise di passare un' altra notte insonne a guardia del fratello. Si accovacciò accanto a lui, scrutando vigile l'entrata della caverna. Ma dopo tanto tempo che non dormiva, il sonno ebbe la meglio sulle sue stanche membra.

Kenneth sognava. O meglio, si trovava al centro di un incubo. Uno, dieci, cento corvi; un intero stormo arrivava a dilaniare il suo corpo. Le nere bestie infernali gli laceravano le carni, banchettavano con i suoi occhi finchè dalle orbite vuote non uscivano gonfi dei vermi che pasteggiavano sopra le sue guance ormai scarnificate. A nulla era valsa la sua portentosa armatura di cristallo. Quelle dannate creature erano riusciti a forare la corazza in più punti con i loro sporchi becchi. E il loro gracchiare sembrava assumere la forma di una risata man mano che cresceva. Una risata che fece trasalire Kenneth. Un riso sguaiato ben conosciuto.

Un corvo, zompettando festoso sopra il suo funereo volto lo scrutava. Gli occhietti della bestiola lo guardavano con umana malvagità e in essa il Lanciere Bianco con orrore vide Kyle, il Silver Saint del Corvo.

L' argentato guerriero era attorniato dai volatili neri. Egli stesso allargando le braccia sembrò uno di quegli uccellacci vomitati dalle stesse viscere del Niflheim. Nel suo incoscio, Kenneth urlò di terrore. -Non gridare così....- lo invitò sardonico Kyle.

Andres si svegliò, scosso da vari strattoni. Mentre si svegliava maledisse sé stesso per essersi abbioccato come un pollo. Scrollò la testa confuso, e rialzandosi si trovò di fronte un manipolo di uomini che sulle prime stentò a riconoscere.

-Oh...e chi abbiamo qui? Il prode Occhio di Falco, il Crystal Knight dalle letali frecce di ghiaccio! Lode a te, Andres!- lo apostrofò in tono sarcastico quello che sembrava essere il capo del manipolo.

Il ragazzo si avvide delle insegne che portavano quegli uomini. Un mano stilizzata che teneva stretta in pugno una folgore, rozzamente dipinta sui corpetti di maglia.

-Blue Soldier del corpo di Rudmund, il Pugno della Tempesta; colui il quale si proclama il più valoroso fra i Crystal Knight.. "lode" al nome suo!- replicò altrettanto sarcasticamente Andres.

I soldati smisero di ridere e il loro caporione affrontò a viso duro chi aveva osato cotanto ardire:- Cosa vorreste insinuare, signor Andres?-

Questi, con glaciale calma, sorresse lo sguardo di sfida rivoltogli da quell' ometto dall' alito d' orso. Le sue iridi chiarissime trafissero freddamente gli occhi porcini del suo interlocutore che abbassò lo sguardo mortificato. Anche gli altri soldati sembrarono più disposti ad un dialogo civile. Andres non potè trattenere un ghigno soddisfatto.

-Bene, soldato.. qual è il tuo nome?- chiese in tono autoritario senza schiodargli di dosso gli occhi.

-Sj..Sjerge, signor Andres...- replicò il soldato sobbalzando nella fretta di rispondere pronto, mettendosi sull' attenti. Il Crystal Knight sbuffò, quasi divertito. Ma si rabbuiò subito volgendo con lo sguardo a suo fratello che, febbricitante, aveva attirato la sua attenzione con un mugolio soffocato nel sonno.

Sjerge e i suoi uomini si accorsero solo in quel momento della presenza di Kenneth. Trasalirono anch' essi alla vista del prode Lanciere Bianco raggomitolato in una coperta, gravemente ferito. Ad Andres non sfuggì però il lampo di soddisfazione negli occhi di un insignificante azzurrognolo di Sjerge. Si erse in tutta la sua altezza, imponente si piazzò di fronte agli odiosi tirapiedi di Rudmund:- Come purtroppo avete potuto notare, mio fratello Kenneth, il Lanciere Bianco; versa in condizioni poco invidiabili... come vostro superiore vi ordino di ricondurci sani e salvi a Blue Grado...-

-Si calmi un attimo, signor Andres...:- lo interruppe Sjerge con rinnovata arroganza:- ...noi prendiamo ordine solo dal nostro diretto comandante, Rudmund.. inoltre non siamo ancora precisamente vicini a Blue Grado...-

-E allora cosa diavolo ci fate voi qui?- si adirò l' Occhio di Falco avendone abbastanza di quella truppaglia. Espanse il suo cosmo involontariamente, preso dal furore.

Istintivamente, i soldati arretrarono sulla difensiva. Fu ancora Sjerge a farsi portavoce:- Signor Andres.. dovete sapere che Rudmund e noi suoi Blue Soldier; siamo stati incaricati di raggiungere tutti i villaggi autonomi nei pressi di Blue Grado sotto espresso ordine di Alexer. Il nostro compito è convincere tutti gli uomini del nord a combattere sotto la stessa bandiera.-

-La bandiera di Blue Grado!- proclamarono all' unisono i soldati orgogliosi.

L' Occhio di Falco parve iniziare a comprendere, sbuffò:- Quindi, se Alexer ha mobilitato un intero corpo di Blue Warrior, un quarto del suo esercito, per di più sotto il comando del Pugno della Tempesta... significa che quei poveracci i quali condividono con noi la triste vita di stenti fra i freddi ghiacci saranno costretti a prendere una decisione, quella giusta per noi, con le buone o con le cattive...-

Andres scrollò la testa, poco convinto. Erano necessari quei conflitti intestini per riunificare le genti del nord sotto un unico leader? Per marciare fianco a fianco alla conquista delle calde terre del sud.. dovevano scannarsi anche fra fratelli, ancor prima che fra nemici?

-Ma c'è dell' altro...- deglutì il soldato Sjerge, schiarendosi la gola.

-Parla.- Lo esortò senza mezzi termini il Crystal Knight.

-C'è anche un altro motivo per il quale Alexer ha mobilitato un quarto delle forze disponibili di Blue Grado. Pare che nel villaggio di Kobotek abbia dimora un cavaliere di Athena, originario dello stesso posto.- L' uomo dagli occhi porcini si sentiva a disagio nel rivelare un' informazione tanto importante.

-Rudmund vuole già soddisfare la sua sete di gloria affrontando il traditore delle terre del nord?- Andres si lasciò sfuggire la domanda rivolta più a sé stesso che al suo interlocutore.

-In realtà la situazione è più complicata di quello che sembra...- Sjerge sembrò voler fare cadere la discussione lì, temendo la reazione del Crystal Knight:-... è meglio che vi conduciamo all' accampamento...- deviò il discorso, facendo cenno a due dei suoi sottoposti di caricarsi Kenneth, le cui condizioni rimanevano gravi.

Il gruppo uscì dalla grotta, e Andres, una volta fuori; constatò che era appena l'alba. Un debolissimo sole salutava l' ennesima fredda giornata di quelle lande. Camminarono per un bel pezzo, la marcia intervallata ogni tanto da un mugolio di Kenneth che, adagiato su di una barella di fortuna; probabilmente stava sognando. Suo fratello gli stava vicino, e non di rado gli lanciava occhiate piene di preoccupazione. Ma il Lanciere Bianco, febbricitante, non aveva cognizione di quello che accadeva intorno a sé.

Giunsero all' accampamento poco prima di mezzodì. Una ventina di Blue Soldier fuori dalle proprie tende era indaffarata nelle mansioni più disparate. C'era chi controllava il proprio armamento, chi già iniziava ad accendere il fuoco per preparare il pranzo, chi distrattamente faceva da sentinella.

Già l'intero perimetro della zona sembrava poco protetto, se non naturalmente da una collina che dava le spalle all' agglomerato formato da due grossi tendoni; probabilmente attrezzati per i Blue Soldier, e uno di discrete proporzioni ma che spiccava rispetto agli altri. Si doveva trattare sicuramente della tenda di Rudmund, a giudicare dalle insegne con il pugno che sventolavano davanti ad essa.

Il Crystal Knight soprannominato Pugno della Tempesta non sembrava curarsi tanto di probabili sortite avversarie, talmente sicuro della sua forza bellica si mostrava da non approntare delle sentinelle più attente. Avvicinandosi ancora all' accampamento, Andres notò due tendaggi posizionati quasi in disparte rispetto l' agglomerato centrale. Con suo sommo stupore, L' Occhio di Falco identificò le loro insegne con la propria araldica! Infatti, sventolava suo campo candido l' effigie del nobile volatile che stringeva fra i propri artigli un occhio ben vigile.

-Cosa diavolo ci fa un distaccamento delle mie truppe al fianco di voi tirapiedi di Rudmund?- sbottò Andres, sentendosi prevaricato nella propria autorità.

-Ve lo dicevo io che la situazione era più complicata di quello che...- iniziò Sjerge per essere interrotto dal Crystal Knight:-...razza di idiota! Dammi subito una spiegazione, senza mezzi termini!-

-Se permettete, possiamo darvela noi, signor Andres..- l' Occhio di Falco si voltò verso chi si era a lui rivolto. Il suo sguardo mitigò il disappunto nel vedere giungere i propri uomini. Riconobbe gli inconfondibili baffoni ormai bianchi di Kroer, la pelata di Ghunstaf e le lentiggini del cadetto Thom. I suoi fidi soldati.

-Com'è andata la spedizione in terra di Grecia, signor Andres?- iniziò Ghunstaf, il quale non ebbe nemmeno il tempo di completare la propria domanda che si avvide del ferito. Anche gli altri due soldati se ne resero conto a giudicare dalle loro espressioni.

-Signor Kenneth!- sbottò il giovane Thom.

-Non perdere tempo, ragazzo!- lo redarguì il veterano Kroer:- Ghunstaf! Da una mano al pivello e portate il signor Kenneth dalla vecchia Narna!-

I due soldati quasi strapparono di mano la barella retta dai tirapiedi di Rudmund. In tutta fretta si dileguarono entrando nel più grosso dei due tendaggi con le insegne dell' Occhio di Falco.

Andres, sollevato di vedere il fratello in buone mani, si rivolse ai Blue Soldier che lo avevano scortato fino all' accampamento:- Sjerge.. e tutti voi altri..- disse, con un cenno del capo come a volerli congedare nonché ringraziare nonostante tutto.

Il manipolo di uomini si dileguò, non senza lanciare occhiate di sottecchi al Crystal Knight.

-Signor Andres, temo che il vostro precipitoso arrivo sarà riferito al Pugno della Tempesta..- cominciò Kroer tirandosi distrattamente i baffoni candidi.

-E con questo?- rispose l' Occhio di Falco non senza celare una punta di disaccordo verso tutto quel timore.

-Già la nostra collaborazione con quei mascalzoni non è stata molto serena..- rispose laconico il vecchio soldato. Andres lo squadrò severo, puntando le sue iridi di ghiaccio nelle sue scure. Poi sbuffò, passandosi una mano fra i capelli chiari tagliati a spazzola.

-Scusami, Kroer.. dovrei essere felice di rivederti, mio vecchio maestro d' arme..- si scusò:- ..ma questa "collaborazione" come tu l'hai chiamata, è iniziata senza che io ne sapessi assolutamente niente.. mi spiegherai tutto con calma più tardi...- si diresse alla tenda più piccola delle due, seguito a ruota dal soldato.

-E proprio tu.. non osare più rivolgerti a me con tanti salamelecchi!- aggiunse esasperato da tanta riverenza.

Kroer non parve afferrare, e prima che Andres entrasse nella tenda dichiarò serio:- ... in verità c'è qualcos' altro che dovreste sapere prima di varcare quella soglia..-

-Cosa?- il Crystal Knight stava dritto di fronte l'entrata.

-Non sono io a guidare il distaccamento dei suoi Blue Soldier come penso lei abbia presupposto, Signor Andres..-

L' enorme sala era illuminata da alcune fioche torce fissate al muro su dei supporti scolpiti a mò di macabro di teschio. Per quanto fosse ampio, l' ambiente non presentava nessuno sfarzo eccessivo, eccezion fatta per qualche arazzo appeso alla nuda pietra delle pareti; e il lunghissimo tappeto cremisi che saliva fin sopra il palco, ai piedi del largo trono.

Seduto scompostamente su di esso stava un giovane uomo di bell' aspetto; dai capelli color rosso fuoco e gli occhi che parevano smeraldi incastonati in un viso affilato.

Faceva appoggio su di un braccio, il volto sostenuto dalla mano affusolata. Nell' altra reggeva una coppa di vino che sorseggiava distrattamente. Abiti preziosi vestivano la sua figura.

Il languido scorrere del tempo venne interrotto dall' irrompere di un guerriero in armatura nella sala. Questi, si inginocchiò rispettoso di fronte a lui.

-Mio signore.. vi porto novità dalla terre di Grecia...- iniziò l' uomo corazzato. Le sue vestigia erano massicce, dietro le spalle erano anche dotate di un paio di ali ornamentali ripiegate su sé stesse. L' elmo di cui faceva foggia due corna stranamente intrecciate, era stato tolto in segno di riguardo.

Il ragazzo sul trono, con un sorriso malevolo, spostò il suo sguardo sul duro volto del guerriero; sfregiato da una orribile cicatrice all' occhio sinistro.

-Parla dunque, Nidhogg.- disse semplicemente, prestando ascolto.

-E' giunta notizia che i due Crystal Knight mandati da Blue Grado siano stati scacciati via in malo modo dai Saint di Athena...- iniziò il guerriero.

-E questo preoccuperebbe persino te, il micidiale mostro che tormenta le anime dei dannati?- chiese sorridendo il giovane dagli splendidi capelli rossi.

-No..mio signore..- l'orgoglio mosse le parole dello sfregiato.

Il ragazzo si mise a ridere, un riso gioviale allo stolto che si soffermava alla superficialità delle cose. Un ghigno terribile a chi invece comprendeva il loro intimo.

-Bene!- esclamò:- Non mortificare la mente con simili dubbi! Anzi gioisci di come il Fato ha tessuto i suoi eventi... due sacrificabili pedine sono riuscite a portare la pelle a casa. Potranno ancora essere utilizzate in un secondo momento!-

Il guerriero annuì, sollevato condivise il motivo di tanta ilarità del suo signore. Si rialzò e con medesimo rispetto con il quale era apparso, si dileguò dalla sala; la sua presenza segnalata solamente dai passi che rimbombavano fra le pareti di pietra.

-I Saint di Athena non sono guerrieri da sottovalutare. Né da sopravvalutare certo. Se persino due soldatini di cristallo provenienti da un buco di regione, sono riusciti ad affrontarli senza soccombere..significa che non meritano poi la fama di paladini della giustizia che tanto vengono acclamati dal tempo del Mito greco..... non sei d'accordo con me, mia cara Hilda?-

Ai piedi del trono, rannicchiata, una bellissima fanciulla dai lunghi capelli chiari volgeva i suoi occhi spenti al suo interlocutore. Iridi stupende come due laghi ghiacciati del freddo nord. Ma private della propria volontà, apparivano specchi vuoti. Il ragazzo dai capelli rossi bevve con lascivia dal calice, osservandola. Afferrò il suo visino con la mano libera, e intinto un dito nel rosso vino glielo passo sulle labbra, che parevano disegnate. La fanciulla non fece alcuna resistenza.

-Da tempo vorrei far sbocciare lo splendido fiore che vi è in te...- disse in un sussurro il giovane sul trono, trattenendo a stento la propria libido:-... profanandoti. Ma mi serve il tuo sangue di vergine per distillare la favolosa e inebriante bevanda che dona il divino potere.- Prese l' intarsiato pugnale che teneva custodito nella cintola. Con gesto deciso lo passò sui polsi della fanciulla, macchiandoli di rosso.

-La linfa vitale della candida celebrante di Odino...- con maniacale cura osservò il sangue scorrere.

-Che cosa?!- sussultò Andres dilatando lo sguardo. Era rimasto come pietrificato di fronte a ciò che gli aveva riferito il suo sottoposto.

-E' così... signore..- annuì Kroer abbassando lo sguardo. Il Crystal Knight quindi avanzò e di gran passo entrò nella tenda.

Davanti a sé, alla fioca luce di una candela, seduta a studiare delle cartine su di un tavolaccio; una fanciulla dai capelli biondi raccolti si stropicciava gli occhi azzurri prima di avvedersi del suo arrivo. Non appena lo vide si alzò, e si diresse verso di lui:- Fratello!- disse la ragazza vestita come un soldato gettandogli le braccia al collo.

-Zarina!- fece di rimando Andres:- Cosa diamine ci fai qui?-.Abbracciò comunque sua sorella, lieto di vederla sana e salva.

Questa gli rivolse uno sguardo segnato dalla stanchezza:- Ho chiesto io ad Alexer di far parte della spedizione. Volevo andare da sola, ma il vecchio Kroer e gli altri tuoi soldati si sono offerti di farmi da scorta...-

-E ci credo, dannazione!- imprecò l' Occhio di Falco:- Seppur incapaci di fermarti, i miei uomini hanno avuto l' accortezza di accompagnarti al seguito di quel depravato di Rudmund! Cosa ti è saltato in mente?-

Zarina sciolse l'abbraccio andandosi a sedere nuovamente. Ad Andres non sfuggì il fatto che sua sorella si trovava allo stremo delle proprie forze. Era pur sempre poco più di una ragazzina, che razza di pensieri si era fatta della vita militare?

-Fratello.. siediti, te ne prego..- disse la fanciulla indicando una seggiola davanti a sé. Curioso di sentire le giustificazioni di Zarina; Andres si sedette. Il suo elmo di cristallo, poggiato sul tavolo, debolmente rifletteva il tenue bagliore della candela scomponendole in un poliedro di colori.

-Non potevo permettere giustamente che quel depravato di Rudmund, come l' hai chiamato tu, avesse il compito di visitare i villaggi del nord in veste diplomatica. Ho chiesto ad Alexer di aspettare il ritorno tuo e di Kenneth, ma ha replicato dicendo che non c'era più tempo; e che comunque il Pugno della Tempesta avrebbe avuto la giusta crudeltà nel qual caso qualcuno si fosse ribellato al volere di Blue Grado.- disse quasi tutto d' un fiato la fanciulla dai capelli color del grano.

-Alexer dovrebbe sapere di cosa è capace quel pazzo assetato di battaglia. Abbiamo sempre avuto buoni rapporti con gli insediamenti limitrofi, perchè mandare su e giù per le lande ghiacciate un uomo che fiuta solo sangue?- chiese Andres, perplesso; poggiando i gomiti sul tavolo:- Nessuno dei capivillaggio avrebbe fatto resistenza. Ne sono sicuro.-

Zarina scrollò la testa, di avviso diverso del fratello:- No, Andres. Tu e Kenneth dovete capire che Blue Grado non è più lo stesso posto di un tempo. Quando governava il vecchio Bertzel, padre di Alexer; il suo assassino e usurpatore del trono.-

-Non osare rivolgere mai più parole tanto ignominiose nei confronti del nostro signore, Zarina!-

sbottò Andres dando un pugno sul tavolo. Le iridi di ghiaccio furono attraversate da una lampo d'ira per un attimo.

-Perchè...- iniziò la fanciulla sostenendo lo sguardo fanatico del fratello:-...osi negare che il nostro "signore" Alexer abbia ucciso suo padre?-

-Stolta ragazzina... cuciti quella bocca. Già in altre occasioni io e tuo fratello siamo riusciti a salvarti la vita per le tue ingiurie. Ringrazia il rango dei tuoi consanguinei che ti hanno protetta in merito alla propria nomea di Crystal Knight!- La voce malferma del ragazzo tradiva una certa impazienza.

-So badare bene a me stessa, Andres. Lo sai.- tagliò corto senza tanti ringraziamenti Zarina:- Perchè voi guerrieri siete sempre così ottusi?-

-Razza di irriconoscente...- ribattè il fratello dilatando gli occhi dallo stupore, così come faceva sempre quando trattavano l'argomento:-... Sai già come la penso. Il vecchio Bertzel si era troppo rabbonito negli anni a causa della sua avanzata senilità. Non comprendeva più il desiderio ardente di un futuro migliore di noi giovani di Blue Grado. Si era rassegnato a passare l' ultimo scorcio della sua vita all' ombra del sole rubatoci dalle terre del sud. Eppure lui stesso in gioventù con i nostri padri e i nostri nonni aveva fatto bruciare il fuoco dentro di sé, combattendo per il nostro avvenire.-

Zarina si alzò in piedi, esasperata e battè a sua volta una mano sul tavolo:- E questa è una giustificazione valida per cui Alexer avrebbe dovuto ucciderlo?- urlò.

La voce di Andres suonò nelle sue orecchie gelida come il vento serale di quelle terre:- No. Ma se sotto la guida di Alexer avremo successo, anche il suo peccato mortale verrà lavato via.-

-Tu...- la voce della fanciulla tremolava a pronunciare quelle parole:- ..tu.. Kenneth.. Kroer.. lo stesso Alexer.. non siete affatto diversi da Rudmund!-

-E allora perchè lo hai seguito, sorella?- sbottò Andres alzandosi a sua volta e sovrastandola:- Forse ti piace il suo alito fetido, la sua mole prominente, la sua virile potenza?- la schernì.

-Idiota!- Zarina diede un ceffone a suo fratello, che rimase sorpreso dal gesto quanto lei:- Io..io volevo trattare diplomaticamente con i villaggi vicini. Sono l'unica con un po' di senno qui. Magari avrei pure potuto convincere quel Saint originario di Kobotek a rinnegare Athena..- la ragazza, stanca ed esasperata, era ormai alla soglia delle lacrime.

-Mi spiace dirtelo, ma tu sei solo una ragazzina con strane idee in testa, Zarina.- Andres si massaggiò la guancia, e raddolcì il suo tono, conscio di avere forse un po' esagerato:- Con i tuoi "ideali" non potremo mai conquistare le verdeggianti pianure che ci spettano di diritto. E' a causa di uomini come Bertzel che i coriacei e indomiti guerrieri del nord si sono ridotti a miti pecorelle piegate al proprio triste destino. So benissimo che tutti noi pagheremo i nostri peccati all' altro mondo. Ma sono l' unica via per assicurare a chi verrà dopo di noi una vita più dignitosa della nostra.-

Zarina continuava a scrollare la testa quasi a non volerlo sentire. Andres sbuffò, esasperato. Giudicò sua sorella troppo di buon cuore per affrontare una pressione simile. Eppure non riuscì a capire dove trovasse tanta determinazione da portare avanti quelle sue idee così discordanti con quello che gli spettava fare. Lei stessa qualche anno prima si era allenata con lui e Kenneth, ma in quanto ragazza; per le leggi di Blue Grado non sarebbe mai potuta diventare un Crystal Knight. E questo lo sapeva.

-Non capisco come tu possa giudicare un mostro Rudmund, che uccide gli uomini dei vicini villaggi e stupra le loro donne... quando assolvi un patricida... e per questo ... che mi viene da pensare... forse davvero le genti di Blue Grado si meritano i ghiacci eterni... la luce del sole rivelerebbe le nostre anime sporche..-

-Non dirlo nemmeno. E' il mio ultimo avvertimento, sorella.- Il tono di voce di Andres ritornò tagliente come una lama.

-"Anche tu vuoi macchiarti del sangue di un tuo parente vicino, Andres? A tal punto desideri poter godere di un raggio di sole?"- ma questo Zarina, non lo disse.

Il Crystal Knight riprese in mano il suo elmo dal tavolo. Si voltò e fece per andarsene, considerando chiuso il discorso. Non appena davanti l'uscita della tenda guardò di sottecchi sua sorella.

-Ci terrei a informarti che nostro fratello Kenneth giace febbricitante in gravi condizioni. Ora la vecchia Narna si starà occupando di lui. Ricorda... si è ridotto in fin di vita anche per il tuo futuro, di te inerte che te ne stavi a studiare quelle cartine con chi sa che progetti strampalati..-

-Bastardo!- lo insultò Zarina a pugni chiusi.

-Già...- sbuffò Andres:- ... sono così "bastardo" che se ciò che mi hai detto è vero andrò a dare una strigliata al caro Rudmund. Anche se qualcuno si opporrà a Blue Grado, questo non autorizza quel porco a martoriare oltre gli uomini che condividono con noi il nostro freddo e cupo destino.- Detto ciò, si dileguò.

Zarina cadde in ginocchio, tenendo il viso da adolescente fra le mani.

-"E cosa ha autorizzato Alexer a uccidere suo padre allora? Perchè sei diventato così contraddittorio, fratello?"- avrebbe voluto chiedergli ancora.

Dopo alcuni istanti si rialzò e strofinandosi il viso, uscì a sua volta; preoccupata per Kenneth.

Raggiunse poco dopo l' altro tendone del suo contingente. Zarina, avvedendosi che era l' ora di pranzo, nel breve tragitto che dovette percorrere non mancò di portare con sé un po' di zuppa che i soldati dell' Occhio di Falco avevano cucinato appostati in mezzo alle due tende.

Un lieve bagliore azzurro proveniva dall' interno e non appena entrò quasi non le cadde a terra il vassoio con le vivande; talmente era rimasta scossa da ciò che stava accadendo.

La giovane si avvide della terribile ferita al braccio di suo fratello Kenneth, disteso su di una branda. Accanto al guerriero che versava in uno stato di semi-coma, un concentrato Andres gli stava infondendo la sua forza vitale per sorreggerlo espandendo il proprio cosmo; mentre l' indaffarata vecchia Narna era china sul ferito dandosi da fare per salvarlo.

Zarina senza far rumore posò il vassoio con la minestra sul tavolo accanto a lei e si avvicinò con circospezione.

-Dobbiamo amputargli il braccio...- parole pesanti come macigni.

Istintivamente l' anziana si voltò verso Zarina guardandola triste attraverso i suoi occhietti brillanti. La ragazza constatò che in quell' istante la loro vetusta nutrice sentiva ancora di più la sua età addosso.

Anche Andres appariva sconvolto, tanto che si alzò in piedi venendo meno al suo dovere di sorreggere il fratello con il suo spirito.

-E'... davvero necessario? Dimmi di no, ti prego... dimmi che mio fratello salverà il suo arto!- il tono dell' Occhio di Falco era un misto fra lo sgomento e la speranza di una risposta più confortante. Ma che non arrivò.

La vecchia Narna scrollò il capo ciondolante:- ...mi spiace figliolo.. il braccio di Ken è come.. infetto da una sorta di veleno. Nessuno dei miei medicamenti è riuscito ad espellere il potentissimo fiele e se non interveniamo con un' amputazione, se il veleno dovesse avanzare ancora, morirebbe di certo.-

Allungò un' aggrinzita mano quasi a toccargli la spalla per confortarlo:- Continua a sorreggerlo.. ne avrà bisogno.-

Andres, rassegnato, annuì. Si voltò per un attimo verso sua sorella che, ugualmente sgomenta, non aveva avuto più la forza nemmeno di parlare. Zarina sapeva di essere totalmente inutile in quella situazione e lo sguardo greve che le rivolse il fratello non le fu certo d'aiuto.

L' Occhio di Falco tornò a rivolgere la propria attenzione al fratello in bilico fra la vita e la morte. Socchiuse gli occhi e tornò a bruciare il proprio cosmo più ardentemente di prima.

Zarina rimase con lo sguardo perso nel vuoto per altri interminabili istanti, ma non appena la vecchia Narna iniziò con l' amputazione, si voltò per non guardare la crudele sorte toccata a Kenneth.

L' intervento si rivelò più complicato del previsto. Nonostante venisse sorretto dal fratello, il Lanciere Bianco si ritrovò in punto di morte, a causa dell' emorragia che non si voleva arrestare e del veleno che sembrava averlo preso totalmente in un primo momento.

Fortunatamente la vecchia Narna riuscì a salvargli la vita nonostante la scarsità dei mezzi a sua disposizione. La sua lunga esperienza alla fine ne aveva avuto ragione, anche se si stupì nel dover affrontare un' intervento così difficoltoso. Non si smetteva mai di imparare, si ripetè.

Si concesse un timido sorriso alla buona riuscita dell' operazione, le rughe che segnavano il suo volto sembrarono meno pesanti per un attimo. Era riuscita a salvare il ragazzo che per lei sarebbe sempre rimasto il suo "piccolo Ken".

Zarina che per tutto il tempo era rimasta seduta in disparte, china con la testa fra le mani, si alzò. Timidamente si avvicinò e la vecchia Narna si fece di lato claudicando curva.

La ragazza osservando le lenzuola della branda zuppe di sangue infetto, guardando suo fratello con un moncherino all' altezza del gomito stretto fra candide bende, non seppe se piangere o ringraziare gli Dei per avergli risparmiati la vita.

Il volto dormiente del Lanciere Bianco, seppur provato, appariva finalmente un po' più tranquillo. Dall'altro lato, uno sfinito Andres restituì l'occhiata alla sorella:-l'importante è che sia fuori pericolo:- disse:-...l'importante è che viva ancora.- ansimò dalla fatica avendo consumato tutte le proprie energie.

Fuori dal tendone, il pallido sole del nord iniziava a calare.