CAPITOLO VIII°

- Una triste melodia -

Grecia, Santuario di Atene: 243 anni fa.

Stanze del Grande Sacerdote.

Un incubo ricorrente tormentava il sonno di Lustig quella notte. Gli apparvero gli avvenimenti del giorno della battaglia al tempio dei mari, a cui lui non aveva potuto nè partecipare nè assistere:

I saint che avevano per primi lasciato il santuario arrivarono in momenti diversi nel regno del Dio degli abissi; poi attesero che tutti fossero sul posto per poi formare dei gruppi e dividersi per trovare Atena più facilmente. Dopodichè partirono in sette direzioni distinte e si trovarono subito a dover combattere (in luoghi separati) contro quattro centinaia di guerrieri marine in tutto, che visto che erano semplici soldati molto ben addestrati alla lotta ed agli assalti in gruppo ma che non avevano la benchè minima conoscenza del cosmo, non rappresentarono un problema per i bronze saint, che li sconfissero tutti facilmente: senza perdite nè feriti. Intanto i silver saint erano passati oltre lasciando ai compagni di grado minore il compito di spazzare via l'esercito, perchè presto si trovarono a fronteggiare i cinque marine captains di Shark, di Calamary, di Triton, di Sea Snake e di Mermaid; che avevano capacità loro pari. I cavalieri d'argento, nonostante fossero in numero molto superiore ai marine captains, ingaggiarono per amore della lealtà delle accese lotte uno contro uno contro di loro, mentre gli altri proseguivano nella loro corsa verso il palazzo di Poseidone, dove probabilmente Atena versava già in grave pericolo. I marine captains si annullarono a vicenda con i silver saint che li avevano sfidati, dopo battaglie che parevano interminabili. Intanto, i bronze saint si riaffiancarono ai loro compagni di grado superiore ed ora i gruppi erano composti da questi ultimi che guidavano due o tre cavalieri di bronzo.

Dopo di ciò nuovi guerrieri marine sbarrarono loro il passo: Ben presto i saint di Atena compresero che i loro avversari erano esseri estremamente potenti e che le cose per loro volgevano decisamente al peggio, ma la loro forza di volontà li portò a lottare fino all'ultimo contro i marine generals, guerrieri pari ai gold saint che sterminarono brutalmente la maggior parte di coloro che consideravano degli invasori perchè solamente pochi cavalieri di Atena riuscirono a combinare i loro poteri per scatenare potenti attacchi contro il nemico, riuscendo ad eliminare i due generali degli abissi di Scilla e Lymnades.

In seguito sopraggiunsero i quattro gold saint partiti per ultimi dal santuario, in soccorso del gruppo di superstiti che contava due saint di bronzo e sei d'argento, tutti stremati o feriti.

I cavalieri d'oro avevano un nemico per ognuno e nonostante i quattro generali mariners avessero cosmi pari a loro grazie al settimo senso, erano comunque stati alquanto provati dai precedenti combattimenti, dove avevano trovato del filo da torcere; così dovettero alla lunga soccombere sotto i colpi dei gold saint.

Diversamente andò al grande sacerdote, svantaggiato dall'età e dal fatto di aver passato molti anni sul trono in vece di oracolo; il suo cosmo si era piuttosto assopito e dopo una dura lotta contro il marine general di Syren in cui aveva comunque avuto la meglio, si accasciò a terra sfinito e ansimante, oltre che gravemente ferito, anche se non lo lasciava trasparire. Le ultime parole che disse agli altri furono: "Andate presto.......non indugiate perchè potrebbe essere già tardi......io non posso più esservi d'aiuto, mi farò riaccompagnare al santuario da uno degli altri saint sopravvissuti, vi affido la protezione di Atena!" e proprio quando si ritrovò solo, spirò con la consapevolezza che Lustig avrebbe preso il suo posto e che non avrebbe potuto scegliere una persona migliore per quel compito, perchè lui riponeva piena fiducia in quel ragazzo che lui personalmente aveva addestrato.

Soltanto un generale marine rimaneva del solido esercito di Poseidone, ma Remus di Sea Dragon non aveva mai voluto combattere contro i saint perchè allora aveva dubitato che i veri intenti di Poseidone riguardo alla terra non fossero che di distruzione e dominio; mentre a tutti i suoi seguaci aveva parlato di purificazione, ricostituzione e armonia. Questo dubbio divenne per lui certezza quando incrociò Atena nel momento in cui ella mise piede al tempio degli abissi (e fu l'unico marine che la incontrò) con inizialmente il proposito di fermarla, ma il suo cosmo infinito e benevolo allo stesso tempo gli fece capire che lei stessa non poteva che rappresentare la giustizia. Fu così che anche lui volle salvare la terra da quello che fino a quel momento era stato il suo signore e sottrarre Atena da un Dio fuori di senno, dalla smania di potere assoluto, decidendo di unirsi ai gold saint con grande stupore di questi ultimi.

Infine, i quattro guerrieri trovaro Atena intenta a bloccare, e non senza dare fondo a tutto il suo potere, i violenti attacchi del cosmo di Poseidone, mentre gli parlava per cercare di farlo ragionare, ma con scarsi risultati.

Era una situazione di stallo.

Fu quando la Dea vide con stupore apparire i suoi saint che decise di porre fine a tutto, ma non riuscì ad evitare che la furia di Poseidone si scatenasse sui quattro saint e sul suo più valente generale che lo aveva tradito; che cercavano in ogni modo di proteggere Atena e di contrastare il Dio degli abissi anche se non in maniera efficace. Un primo e devastante "Respiro degli abissi" di Poseidone si abbattè come una bufera cosmica verso Atena, ma l'impavido Igor del cancro come per timore che la Dea non potesse sostenerne l'impeto vi si parò dinnanzi, e gli fu fatale. La situazione era disperata, ma un barlume di speranza si accese quando Tolomeo, che ancora si ergeva davanti al nemico seppur barcollante, estrasse il leggendario arco del Sagittario e ne puntò la freccia dorata contro l'empio nemico intimando al suo compagno d'armi Legir di Gemini e a Remus di Sea Dragon di unire i loro cosmi estesi fino al limite in quella freccia.

Così fecero e la potenza sprigionata fu superiore a quella di Poseidone che non potè bloccare la freccia satura di un cosmo di un'impressionante intensità e subì in pieno l'attacco, ritrovandosi la freccia del sagittario conficcata nell'addome, che aveva trapassato l'indistruttibile armatura divina e raggiunto il suo corpo, facendolo cadere all'indietro. Lo stupore misto alla rabbia nella sua espressione era grande e mentre si rialzava gridava come impazzito: "Io sono uno degli dei dell'olimpo più potenti, come possono questi miserabili esseri umani arrecarmi danno? E' assurdo!!!" ed intanto il suo cosmo si era intensificato alimentato dalla rabbia che lo aveva pervaso; quando Atena, che nel frattempo aveva materializzato nelle sue mani un'anfora bianca e oro che risplendeva di luce propria, esclamò seria: "In tal caso, assieme a loro ci sarò io a fermarti, se preferisci!" mentre espandeva il suo cosmo divino assieme ai suoi valenti protettori, che ormai quasi privi di conoscenza e sorretti soltanto dalla forza di volontà stavano unendo stavolta il loro cosmo a quello di Atena, che diventò una intensa onda di luce che venne diretta verso Poseidone, che contrattaccò con tutta la sua potenza gridando "Un simile affronto non resterà impunito...... ora vi cancellerò tutti..... e tu Atena ti pentirai di esserti schierata dalla parte degli uomini!!" ma il potere del Dio degli abissi non oppose molta resistenza a ciò che lo sconfisse e lo rese inerme, permettendo ad Atena di rinchiudere la sua anima nell'anfora, dove avrebbe dormito finchè il sacro sigillo che la Dea vi appose non avesse perso la sua efficacia; e fu a questo punto che il travagliato sogno di Lustig ebbe fine con il suo risveglio.

Era ormai giorno e la luce del sole mattutino penetrava nella stanza da letto del neo-oracolo, che alzatosi già pensieroso per ciò che gli aveva rievocato quel lungo incubo, indossò le vesti sacerdotali e uscì dal suo palazzo raggiungendo la piazza che sovrasta il vasto campo fiorito che costituiva il cimitero dei cavalieri del santuario, dove riposano le spoglie di tutti coloro che hanno combattuto per la giustizia in nome di Atena nei secoli.

Tre persone erano già presenti in quel luogo: La Dea Atena, che non si era accorta dell'arrivo del suo celebrante perchè immersa nei suoi pensieri con lo sguardo rivolto verso le lapidi di coloro che furono suoi cavalieri; l'ex generale di Sea Dragon, che quando vide sopraggiungere il grande sacerdote lo salutò rispettosamente mettendosi in posizione semi-inginocchiata e un'altro giovane uomo, che era seduto nel prato fiorito accanto alla tomba di Legir di Gemini, che quando si accorse dell'arrivo di Lustig si portò anche lui nella piazza e vi si inginocchiò poco distante da Remus. Athena, accortasi che Lustig era arrivato alla sua destra, con un filo di voce gli mormorò: "......Avevo lasciato loro detto di rimanere al santuario........io non volevo che accadesse questo......è stata colpa mia e forse in questo momento non vorrei neanche essere quella che sono, ma soltanto una ragazza normale!" Alchè Lustig le rivolse la parola: "Athena, non deve incolparsi, loro hanno voluto dimostrarle cosa per loro era veramente importante: Proteggerla sempre e comunque, anche contro il suo volere.......perchè come sa meglio di me, lei rappresenta la divina impersonificazione della giustizia nel mondo degli esseri umani e per loro non avrebbe avuto senso niente di quello che hanno fatto nella loro acerba vita, che hanno dedicato all'addestramento fisico e spirituale che li ha poi resi sacri cavalieri. In breve voglio dire che se lei quel giorno fosse scomparsa, loro non avrebbero forse avuto più una ragione di vita. Inoltre sono stati autorizzati ad accorrere in sua difesa dal mio maestro, il vero grande sacerdote, che si è poi unito a loro perdendo anch'egli la vita in nome del grandioso ideale a cui tutti noi aneliamo!"

"Forse hai ragione, ma il dolore per la loro perdita mi attanaglia da due anni or sono, e non riesco a non pensare che sia stato per causa mia.......inoltre ricordati sempre che ora sei tu il sommo sacerdote, tu che parli come se fossi un impostore che ha usurpato il titolo a quell'uomo con cui ero d'accordo per conferire a te le veci di oracolo quando si fosse reso necessario.....così nobile e benevolo che assieme a me ha avuto e ancora ha fiducia in te e che per me ha sacrificato la sua vita!" rispose Atena con voce tremante mentre le lacrime cominciavano a scorrerre dal suo viso angelico.

Detto questo, la Dea si avviò verso il camposanto e sussurrando "....Perdonatemi...." tese una mano nell'aria di fronte alle lapidi, dove sopra la dura pietra sbocciarono come per magia dei fiori stupendi, i più belli di tutto il santuario, dopodichè se ne andò da quel luogo con passo svelto, spinta da una violenta reazione emotiva.

"Atena, la prego aspetti........." cercò di dire Lustig, ma qualcuno lo interruppe:

"La reincarnazione della nostra Dea è spesso in una sorta di conflitto interiore che fa emergere alternatamente i due lati della sua personalità: La divinità dal carattere forte e deciso ma dall'istinto materno e la fanciulla giovane nonchè fortemente insicura ed emotiva. E' normale che faccia così; inoltre il suo dolore è comprensibile visto che anche noi tutti ne soffriamo!"

Un ragazzo dalla carnagione mediterranea, capelli medio lunghi e ondulati color arancio e occhi dello stesso colore era apparso.

Le splendide vestigia argentate,che formavano la più bella nonchè la più completa fra le silver cloth, splendevano riflettendo la luce solare, e rivestivano integralmente, il suo gracile corpo (che era privo di quell'aspetto atletico che contraddistingueva quello di un guerriero).

Avanzava con un portamento più aggraziato che fiero e portava una lira sotto il braccio, poi si andò a sedere su una roccia che spuntava dall'erba.

"Korus della Lira, l'uomo che fa della musica la sua arte e la sua arma, benvenuto a questa sacra riunione!" disse Lustig in risposta.

"E la prossima volta, le tue indiscrete considerazioni sui turbamenti di Atena, peraltro non richieste, tienitele per te, musico!" disse con un leggero sorriso disegnato sul suo viso dai tratti marcati e dalla pelle color dell'ebano il nerboruto e prominente Uriel del Toro, che era il suo modo un po' spavaldo di salutare l'amico.

"Che ne puoi sapere tu dell'arte della musica, tu che componi melodie facendo suonare i tuoi colpi sulle pareti rocciose e la tua unica arte è quella di sfoggiare i tuoi muscoli scolpiti nell'ebano e la tua notevole statura come ulteriore prova della tua forza!" rispose il saint della Lira scuotendo la testa e sorridendo maliziosamente, ma sempre in tono cordiale.

"Scusatemi se vi interrompo signori, ma questo non è il luogo per le vostre battute di spirito, abbiate più rispetto!" intervenne dunque Tolomeo di Sagittarius, che era considerato da molti come il più forte e valoroso fra i cavalieri, era un uomo dalla rettitudine incrollabile, la virtù di un vero eroe, un grande senso del dovere e dello spirito di sacrificio, nonchè il più anziano fra tutti i saint, pur avendo la giovane età di 24 anni; mentre Lustig fra i gold saint era il più giovane, con i suoi 17 anni.

Tolomeo era sopraggiunto al cimitero sacro presentandosi alla testa di tutti gli altri saint sopravvissuti alla devastante guerra di due anni prima, e subito dietro di lui c'era il suo giovanissimo allievo Lazar di Pegasus, che dato il maestro da cui era stato addestrato prometteva bene.

Tolomeo prese dunque la parola "Siamo arrivati, sommo sacerdote...... direi che ci siamo tutti." concluse dopo essersi guardato intorno; detto questo si mise in posa semi-inginocchiata come aveva fatto chi era arrivato là prima di lui e tutti gli altri saint lo imitarono all'unisono ed in sincronia perfetta.

Prima che Lustig avesse il tempo di dire qualcosa, una voce spostò l'attenzione degli astanti dal fiero paladino: "Grande Sacerdote; se non sono indiscreto, mi è consentito domandarle dove si trova Atena, dato che lei stesso ci aveva comunicato che anche lei avrebbe presenziato in questa occasione?" esordì Ernest di Capricornus con tono nobile; lui che si era interessato a questo particolare non di poco conto, dato che lui stesso si definiva "L'uomo più grato ad Atena" che ha donato in tempi antichi al saint del capricorno il potere della sacra spada Excalibur, custodito nell'avambraccio di tutti coloro che sono stati sotto la costellazione guida del decimo segno zodiacale d'oro e fedeli alla Dea nel corso del tempo.

"Atena era qui fino a qualche minuto fa, poi si è sentita poco bene ed è tornata nelle sue stanze!" Rispose prontamente Lustig pur non sapendo veramente dove era andata a finire Atena dopo essere praticamente fuggita in lacrime dalla zona del camposanto.

"Spero niente di grave?!" replicò interrogativamente Ernest un po' preoccupato.

"Non hai di che preoccuparti......comunque non mi dilungherò troppo sul fatto che Atena non sarà con noi oggi, ma vi ho convocati qui in primis per rendere ufficialmente omaggio alle anime di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita combattendo da eroi in quel giorno di due anni or sono che tutti ricordiamo; nonchè per altre questioni della massima importanza, che meritano e richiedono la vostra attenzione!" (Lustig)

Il neo-Grande Sacerdote inziò così ad intavolare un solenne e cerimonioso quanto toccante discorso, sulla falsariga di ciò con cui aveva parlato con Atena poco prima, che durò a lungo; durante il quale agli astanti ritornarono in mente i terribili ricordi di quei giorni, e rividero nella loro mente i loro compagni.

Mentre l'oracolo parlava, Dokho fu distratto un attimo quando il suo sguardo incrociò un uomo che era nella fila davanti a lui, l'ultimo alla sua destra e accanto a Remus, che attirò la sua attenzione perchè di spalle gli ricordava qualcuno che conosceva bene; al chè il giovane, come sentendosi osservato volse il viso verso Dokho e notò che effettivamente era così, poi si rigirò, immergendosi nuovamente nelle parole del sacerdote.

Dokho, che aveva riconosciuto il viso dell'uomo, aveva gli occhi sbarrati e credette di avere un'allucinazione quando rivose lo sguardo verso una in paricolare tra le lapidi nel vicino prato e pensò "Non è possibile, quell'uomo è caduto due anni fa durante la guerra sacra al tempio dei mari.......ma in questo momento Legir dei gemelli è là davanti a me, vivo e vegeto ed ha persino indosso le sue sacre vestigia!"

Sion era proprio di fianco a lui e notando che stava sudando e che fissava qualcosa lo interrogò: "Dokho ti senti poco bene, hai per caso visto un fantasma?" e seguendo la direzione in cui lo sguardo di Dokho era rimasto attonito, intuì il motivo della sua reazione. "Sai, anche io pensavo di avere le traveggole il giorno che l'ho visto, ma non è Legir, il saint di Gemini che tutti conosciamo!" spiegò Sion.

"Ma......se non è Legir chi diamine è quell'uomo.....tu lo conosci?" domandò Dokho all'amico, sempre sottovoce di modo da non interrompere il discorso e attirare l'attenzione.

"Certo, anche se molto superficialmente, dato che si è sempre dimostrato un tipo silenzioso che al contempo non gradisce molto la compagnia, diventanto ulteriormente schivo da quando la perdita del fratello ha dilaniato la sua vita, è per questo che pochi al santuario conoscono Rigel di Gemini!" (Sion)

"Vuoi dire che quel Rigel è il fratello gemello di Legir e che ora ha preso lui l'incarico di custode della terza casa dello zodiaco?" (Dokho)

"Esatto, ma inizialmente non credevo che la storia che tra noi orfani predestinati a diventare saint, per ironia della sorte, sotto la costellazione-guida di Gemini, vi erano stati identificati due fratelli gemelli. Legir deve aver acquisito il settimo senso prima del fratello, divenendo di conseguenza il saint dei gemelli......ma anche se in questo momento il cosmo di Rigel è ovviamente calmo, sono quasi sicuro che all'occorrenza sappia scatenare lo stesso smisurato cosmo che era proprio del fratello, nostro defunto compagno!" specificò Sion, riprendendo a seguire le parole di Lustig, che concluse poi la cerimonia di commemorazione facendo recitare ai sacerdoti minori un madrigale di rito in onore dei santi che scacciarono il caos dal mondo ad un così caro prezzo; e dopo aver preso un'attimo di fiato e fattosi coraggio si rivolse nuovamente ai saint: "E' ora finalmente giunto il momento in cui io vi riveli che in realtà io non sono il sommo sacerdote con cui credevate di aver sempre avuto a che fare, no......quell'uomo è caduto due anni fa; io sono il suo allievo che gli è succeduto per suo volere e per quello della Dea Atena; ed è proprio per questo che richiedo il vostro riconoscimento per continuare ad essere l'oracolo di Atena o in caso contrario rimettere i mei poteri oggi stesso!"

Così dicendo, mentre lo sgomento e lo stupore si erano istantaneamente dipinti sui volti di tutti i presenti, si tolse il rosso elmo sacerdotale, da cui si sciolsero i suoi lunghi ed ondulati capelli biondi, mostrando finalmente il suo viso e presentandosi: "Io sono Lustig, cavaliere d'oro di Pisces!"

Un istante dopo una voce si alzò dalla prima fila di saint: "Ora ricordo, tu sei colui che addestrava il grande sacerdote in persona, il ragazzo che quel giorno di due anni fa seguiva in disparte il tumulto creatosi al palazzo......ma non ci risulta che tu sia un cavaliere, visto che un'investitura viene resa ufficiale e tutti gli altri cavalieri reperibili e sacerdoti minori vi partecipano......inoltre il sommo sacerdote può designare il suo successore scegliendo un uomo idoneo esclusivamente fra i gold saint......tu menti!!" esordì Juri dell'acquario, le cui facili polemiche in ogni ambito ne costituivano il tratto distintivo, che era notevolmente scosso dalla notizia datagli da Lustig, tanto che la sua reazione fu alquanto nervosa.

"Placa la tua ira e lascialo continuare, Juri!" tuonò Tolomeo, con un tono talmente imperativo che non lasciava spazio ad alcuna replica.

"Juri, non puoi mettere in dubbio il fatto che io sia un saint, considerando che la mia investitura non è stata una cerimonia ufficiale, che al contrario di quanto tu pensi non è una regola prefissata. Inoltre non potrei nemmeno sperare di poter fare questo se non fossi il gold saint di Pisces con i diritti ed i doveri annessi!"

Tese il braccio al cielo e vi puntò il dito indice; in quell'attimo dalla dodicesima casa, si sollevò una scia di luce dorata che in un istante si posizionò qualche metro sopra le teste dei presenti che intravidero avvolto in essa lo scrigno che conteneva il gold cloth dei pesci, che si aprì: Le vestigia d'oro si scomposero ed andarono a rivestire il corpo di Lustig, con grande meraviglia di tutti.

Quand'ecco che si avvertì un'emanazione cosmica, che proveniva da un uomo che era passato da una postura semi-inginocchiata come gli altri ad una a gambe incrociate meditativa e con la sua consueta pacatezza annunciò: "Mi sono permesso di scrutare il tuo animo in profondità entrando in sintonia con esso, e non vi ho trovato traccia alcuna di menzogna; posso dunque trarne che sei un uomo dalla coscienza limpida come l'acqua di una sorgente, e non ho altro da aggiungere!"

"E io ti ho agevolato lasciando che tu mi studiassi, Alvan di Virgo!" (Lustig)

In quel mentre una voce ben nota raggiunse le menti di tutti i saint: "Cavalieri, ciò che dice Lustig è verità!Io ho fiducia in lui e anche il precedente Oracolo ne aveva; abbiatene anche voi!"

Era la voce di Atena che riscaldava gli animi dei suoi protettori con la luce del suo cosmo divino, rimuovendo ogni dubbio dai loro cuori, anche di coloro che erano indecisi se pensare di Lustig come ad un vile impostore o meno.

"Ascoltatemi compagni! Persino Atena, nonostante non fosse qui presente, ci ha voluto confermare la veridicità delle parole di questo ragazzo e la fiducia che ripone in lui come nostra futura guida, e che come tale noi siamo tenuti a riconoscerlo!" esortò Ernest del capricorno, anch'egli privo di ogni sospetto.

"Ben detto! Non ci interessa se sei il più giovane fra tutti i gold saint, ma che tu dimostri al santuario la capacità e la saggezza necessarie a ricoprire la carica più importante che esista in terra di Grecia come hai fatto da due anni a questa parte. Noi tutti saremo con te, rispettando il volere di Atena e degli uomini che hanno dato la vita in nome della pace e che ora ricordiamo!" sentenziò Tolomeo con un tono di voce alto come la sua fede incrollabile, per farsi udire meglio dagli altri suoi commilitoni.

Un boato di approvazione si sollevò dalle bocche dei cavalieri che gridarono "Lunga vita a Lustig, oracolo di Atena!" e Lustig ne risultò commosso, anche se cercava di non darlo a vedere mantenendo la compostezza e prese la parola: "Vi ringrazio amici miei, farò sempre del mio meglio.....e oltre a me c'è una altro cavaliere che richiede il vostro riconoscimento: Remus, che domani al mio palazzo investirò ufficialmente a gold saint del cancro, come già avevo a lui comunicato personalmente. Due anni fa ti unisti a Tolomeo, Legir, il Grande Sacerdote che tornava ad indossare il gold cloth dei pesci un'ultima volta e al fu Igor di Cancer, uomo di cui tu farai rivivere il cosmo indossando la sua armatura e custodendo la quarta casa dello zodiaco al suo posto. Gradirei inoltre la presenza di tutti voi!"

Quella sera Lustig avvertì una emanazione cosmica particolare e attratto dalla curiosità si ritrovò nuovamente nei pressi del cimitero dei saint. Seduto sulla stessa roccia su cui si era messo quel giorno durante la cerimonia, vi trovò in solitudine Korus della Lira, che stava suonando lo struemento simbolo della sua costellazione rivolto verso il prato dove riposavano le spoglie dei suoi compagni defunti.

La musica che produceva era talmente bella che non esistevano aggettivi per descriverla, ma allo stesso tempo era profondamente triste come un requiem.

"La mia lira ha ancora qualcosa da dirvi, nobili cavalieri tanto compianti!" disse Korus, rivolgendosi indirettamente alle lapidi.

A quel punto il ritmo della melodia iniziò ad aumentare, le note che si susseguivano una dopo l'atra quasi a voler sovrapporsi cominciarono a comporre una melodia più incalzante di quella di prima, fuoriuscendo dalle corde che Korus accarezzava con una rara maestria, come se lui e la lira formassero una cosa sola e le note fossero state le sue parole; alchè Lustig, mentre non riusciva a distogliersi dall'udire quella musica, riflettè: " Questa melodia è un requiem così malinconico ed angosciante, ma allo stesso tempo talmente bella che sembra che rapisca l'anima di chi la ascolta.....è straordinario, nessun altro aedo riuscirebbe a suonare in tal modo.....e tutta la natura circostante sembra essere attratta dalla sua musica, persino i fiori, gli alberi e i sassi; come se quest'uomo fosse la reincarnazione di Orfeo, il musico dell'era dei miti che suonava una sinfonia talmente bella da farlo divenire il "menestrello degli dei" che riuscì a commuovere persino il re dell'Ade quando gli chiese di riportare in vita Euridice, la sua amata......e poi nel mio sogno di ieri notte, l'ho visto combattere ed uscire quasi illeso dalla lotta contro il marine general di Kraken; ciò dimostra che è un silver saint padrone del settimo senso e con capacità quindi pari ad un cavaliere d'oro......d'altronde un uomo così deve per forza essere una persona dall'animo nobile profondo!"

Korus, che aveva gli occhi chiusi e un'espressione triste quanto la sua melodia, concluse infine la sua composizione:

Queste sono le ultime note a danzare,

del sacro requiem in vostro onore,

suonato da Korus, della Lira il cantore.