PAVONE PRESENTA:

UNA NUOVA GENERAZIONE DI EROI

ATTO SECONDO: L'ARIETE

Sapevo che dopo quasi tre anni passati immobile in un labirinto mentale il mio corpo aveva bisogno di due cose: prima di tutto di riscaldarsi i muscoli, così appena arrivato ai confini italiani lasciai il cavallo in una stalla e mi feci la strada restante fino alla punta dello stivale di corsa, ci misi quasi mezza giornata per arrivare, ero veramente fuori forma.

La seconda cosa era ancora più importante: dovevo darmi una ripulita, cercai un albergo, affittai una camera e mi ripulì.

Ora sono qui, ho attraversato lo stretto su una nave di pescatori, e sono vicino casa.

Arrivato davanti alla porta noto che non c'é nessuno, ma sento dei rumori dietro casa e vado a vedere: una ragazza si stava allenando nel luogo in cui mio padre mi insegnò ad utilizzare il "fantasma diabolico" ed a giudicare dall'addestramento che faceva si stava addestrando anche lei a quella tecnica.

La ragazza era bellissima, non molto alta, capelli lunghi e rossi, niente in lei mi pareva criticabile, mi stavo avvicinando silenziosamente riflettendo sulla sua bellezza, quando percepisco da due sassi arrivare dietro di me, mi volto e li faccio scomparire nella "dimensione oscura", la ragazza si è intanto voltata per guardarmi, ha bellissimi occhi marroni, dalla carnagione dovrebbe essere mediterranea come me, probabilmente spagnola.

In quel momento arriva il mio padre e maestro, che mi guarda e mi dice: "Avevo mandato un ragazzino in Germania e vedo un guerriero di fronte a me ora, come stai?" ci abbracciamo, poi ci avviciniamo alla ragazza e mio padre fa le presentazioni: "Figlio, lei è Edua l'eletta dell'Ariete; Edua lui è mio figlio Kanon, l'eletto dei Gemelli"; ci stringiamo la mano, io stavo per dirle "piacere", ma lei mi precede e dice: "E' un piacere anche per me", io la guardo con faccia dubbiosa, quando mio padre mi spiega: "Edua ha grandi poteri mentali, è stata allenata da Lair, ultimo allievo di Kiki dell'Ariete. Lei può leggere nel pensiero, spostare gli oggetti con la mente, controllare i corpi più deboli e ora sa anche creare illusioni mentali." Da quelle parole capì chi mi aveva lanciato contro due sassi.

La giornata continuò tranquilla, io andai a trovare prima Cassios e Sarah, chiedendo informazioni su Mako, poi girai un pò per il paesino, rivedendo i miei luoghi di infanzia con un sorriso che poteva sfociare in un rimpianto, ma fortunatamente non lo fece, anche perché stava arrivando Edua, farmi vedere piangere non è esattamente molto virile, quindi evitai.

Quella sera mio padre, che mi aveva informato della partenza di mia madre per l'Isola di Andromeda, ci parlò dopo la cena, un altro discorso di forte: "Io domani sera partirò per l'Isola che il mio maestro chiamava del riposo, dove sono nascoste nella lava l'armatura divina della Fenice e quella d'argento dell'Indiano o del Loto, che dir si voglia. Voi due dovete partire per il Giappone, dove vi incontrerete con gli altri eletti e tutti insieme cercherete le dodici armature d'oro. Solo lady Isabel sa dove sono nascoste le armature. Prenderete la nave che parte da qui a mezzogiorno, io partirò di sera insieme a Cassios e Sarah che andranno rispettivamente in Siberia ed ai cinque picchi. Siamo dodici cavalieri di bronzo su 48 fedeli ad Atena e non al grande tempio. Otto andarono distrutte ai tempi della prima guerra santa e non furono mai riparate. 5 sono diventate armature divine. Una appartiene al gran Sacerdote in persona e le altre sono tutte al suo servizio. Sia di bronzo sia d'argento a parte 5, 3 disperse e due appartenenti a nostre alleate." Poi si rivolse direttamente a me, "Figliolo, tu in Germania dovresti aver imparato l'ambiguità del tuo segno", io feci si con la testa, "Tu, Edua, qui hai potenziato al massimo le tue capacità mentali, ora voi due siete pronti per la vostra missione." Detto ciò ci lasciò, io andai a dormire ed anche Edua senza dire una parola.

La mattina dopo uscì fuori e vidi arrivare un gruppo di soldati, sembravano, e due uomini con delle armature, una marrone e l'altra bianca.

Il primo dei due disse: "Sono Anceo della Volpe, il gran sacerdote vuole vedere immediatamente Josef del Pavone, Cassios del Dorado e Sarah di Bee", io ascoltai le sue parole, poi mi girai e me ne andai.

In quel momento dalla porta uscì Edua, bella quanto il giorno prima, la salutai e poi le dissi chi erano quei pagliacci, lei andò verso di loro e disse: "Il mio maestro non vuole incontrarvi", allora i soldati corsero verso di lei, io stavo per intromettermi, ma lei senza neanche muovere un dito li fece indietreggiare e cadere a terra. Gli stupidi però si rialzarono e corsero verso di me, io ampliai il mio cosmo e li annientai con una scarica energetica a tratti bianca a tratti nera. Rimanevano i due cavalieri di bronzo: Anceo mi attaccò, ma io schivai più volte i suoi attacchi, che mi sembravano abbastanza lenti, intanto cercavo di decidere con che tecnica ucciderlo, quando pensai che era meglio non ucciderlo e gli lanciai contro la "Dimensione oscura" in cui fu inghiottito.

L'altro in tanto si era presentato: "Vud della Gru, troppo caro al gran sacerdote per morire" e scappò, ma in quel momento accadde l'incredibile: nella mano di Edua apparve una grande luce che lei lancio contro l'avversario chiamandola: "Stella cadente", lo colpì in pieno e lo uccise.

Subito dopo arrivarono mio padre con Cassios e Sarah, tutti e tre avevano un'armatura, ma Sarah aveva anche una maschere sul volto, ci salutarono dicendo: "Lode a voi cavalieri d'oro", poi ci dissero di andare, quella stessa mattina prendemmo il largo sulla "Fregias", che portava fino al canale di Suez".