PAVONE PRESENTA:

UNA NUOVA GENERAZIONE DI EROI

ATTO TRENTESIMO: LA VENDETTA DI CAMUS

"L' undicesima casa era piuttosto piccola rispetto alle altre, nemmeno vi ero entrato che già vedevo l'uscita, ma vedevo anche il cavaliere d'oro nero, che già avevo visto ad Asgard insieme ad Arles e Connor.

Stavolta non fu lui a presentarsi, ma fu Camus a dirgli: "Miduia dell'Acquario nero, giusto?",

"Camus, cavaliere d'oro dell'acquario ed allievo prima di Erik dell'Eridanus e poi di Maxor della stella alpha, giusto?", Camus rimase sorpreso di quante cose sapesse di lui quel cavaliere nero, ma non si scompose, questo era il bello di Camus, che restava freddo in ogni situazione.

Fu proprio il cavaliere d'oro il primo ad attaccare con la "Polvere di diamanti", Miduia non si mosse nemmeno, scosse appena i capelli verdi, prima di dire: "La conosco questa tecnica" e la bloccò con una mano, poi l'avversario mosse le braccia e scatenò contro il suo avversario l'"Aurora del nord", Camus rimase stupito dal fatto che anche Miduia conoscesse quel colpo, comunque seppe pararlo.

"Tu ti chiedi come faccio a conoscere le tue tecniche vero?", Camus senza scomporsi disse: "Si", "Ti racconterei la mia storia, ma è un pò lunga", poi gli si lanciò contro urlando: "Bara di ghiaccio nero", Camus corse verso di lui a sua volta, si colpirono entrambi in un bagliore di luce che ci accecò tutti, a parte Alya ovviamente, quando riaprì gli occhi Camus aveva il corpo congelato fino al busto, mentre Miduia aveva le gambe di ghiaccio. Ad un tratto Miduia iniziò a ridere, poi disse: "Ora ho il tempo di raccontarti la mia storia, la storia di Miduia, figlio di Abadir", "Abadir? ho già sentito questo nome", disse Camus, "Era il compagno di allenamenti di tuo padre in Siberia, finché non si sacrificò per lui, fu salvato da Nettuno e divenne suo generale, un giorno, prima degli scontri con i vecchi cavalieri di bronzo, conobbe una donna, mia madre, rimase un pò con lei, il tempo di insegnarmi i rudimenti del potere dei ghiacci e di darmi le pergamene contenenti i segreti delle nostre tecniche. Qualche mese dopo la sua partenza, un altro generale, Sorento, venne ad avvisarci della sua morte per mano di Crystal il Cigno, da allora mi sono allenato da solo per avere vendetta su Crystal e su chi lui amasse, purtroppo non ho potuto combattere con lui, né ho potuto uccidere tua madre, però ho fatto altre cose", su queste parole, Miduia ruppe il ghiaccio che bloccava le sue gambe, poi si avvicinò a Camus ancora bloccato, "Fermo" gli urlò Ryo, "Non ti intromettere cavaliere e forse vivrai", poi lanciò contro Camus la "polvere di diamanti" e poi l'"aurora del nord", Camus aveva subito entrambi i colpi, stranamente, però aveva la forza di chiedere: "Cosa hai fatto?", Miduia rise e poi disse: "Concesso quest'ultimo desiderio: ho ucciso come ben sai Maxor, ma prima avevo ucciso Erik, facendo ricadere la colpa sul cavaliere di Libra." Si voltò verso Ryo e disse: "Esatto, quando sei andato in Siberia erano con te, non mi avevi notato, ma c'ero anche io, era un piano di Feipo, tu per avere l'armatura avresti ucciso Erik, ma la sua <aurora del nord> era bastata ad atterrarti, quindi ci pensai io, poi avresti dovuto combattere ed uccidere Camus, così avresti completato la mia vendetta e avresti lasciato libero campo a Khan il cavaliere prescelto da Feipo", concluse e scoppiò a ridere, "Cavaliere", disse Camus, "conosci qualche tecnica più potente di quelle usate? perché ora dovrai passare alla difesa", detto ciò frantumò il ghiaccio che copriva il suo corpo e unì le mani sopra il capo dicendo: "Preparati a provare lo zero assoluto, <esecuzione d'aurora>, scorrete acque divine in nome di chi mi era caro", "Bene, ti sei deciso a combattere, ora proverai l'<onda nera dell'acquario> e nessuno ti proteggerà", i due colpi furono lanciati, provai un gelo immane per tutto il corpo, l'intera casa si riempì di ghiaccio, alla fine, mentre il vapore si diradava, notai il cavaliere d'oro nero ridotto ad un ghiacciolo, mentre Camus era a terra, Ryo fu il primo a correre verso di lui, poi arrivammo anche noi altri: era solo svenuto, appena si svegliò, si avvicinò alla statua di ghiaccio, che un tempo era un nostro nemico e disse: "Hai ucciso quasi tutti quelli che mi erano cari", poi si voltò verso Ryo e disse: "Scusami per tutto", Ryo gli sorrise e gli disse: "Ma ti pare", mentre uscivamo dalla casa, chiesi a Camus: "Che ne fai del ghiacciolo qui?", "Non lo so" mi rispose, Raul gli passò vicino e toccandolo appena lo buttò a terra frantumandolo "Ops" furono le sue parole, mentre Lukas e Mako si trattenevano dal ridere.

Dopo questo scontro salimmo le scale verso l'ultima casa, la dodicesima, quella dei pesci".