ANDROMEDA SHUN PRESENTA:


Dea bambina…


No, bambina,
i tuoi di occhi
non possono
esser tristi:
guardami ora
e sorridi
e combatti,
non lasciarti
abbattere
dal destino
ed infame
ed avverso
che c’invidia
i tuoi baci
nella notte.
Or alzati
E combatti
Ché non voglio
Veder te
E debole
Ed afflitta.
Lotta, bimba,
lotta per me.

 

Se Atena è stanca

Guardarti stanca
È vedere il sol
Su non brillare.

Guardarti stanca,
sangue versato
su neve bianca,
è morire ancora.

Guardarti stanca,
Spossata dopo
L’estenuante dì
Ormai passato,

è dimenticar
il dolore che
chiude i miei occhi.

 

A futura memoria

Non aspettarmi ancora:
sai che non ritornerò.
Continua la tua corsa
E lasciami alle spalle
Insieme ad un passato
Da dimenticare, soli
Nella notte che non conobbe
Il calore del sole mattutino.
Asciugati le lacrime,
non piangere ora
su una tomba che
non sarà mai eretta,
a futura memoria
abbandona il mio ricordo,
fratello, compagno, amico…
a futura memoria
abbandona la felicità
che un tempo lontano
ci è appartenuta.

Il pianto di Tisifone

Cosa ha fatto lei per te?
Ha combattuto e corso
E sudato e pianto
E versato il proprio sangue
Nel di qualcuno nome
Dal di lei diverso?
Cosa ho fatto io
Per esser dimenticata
sui i gradini della vita
Che trascorri con chi
Non ha mai invocato
il tuo nome alle stelle?
Cosa ha fatto?
Cosa ho fatto?

Mi manchi

Mi manchi, lo sai?
Mi manca il ricordo
Del tuo sorriso felice
Che scioglieva il ghiaccio
Di questo mio cuore…
Mi manchi… sei così lontana
Ora che ti ho fra le braccia
Senza sapere ciò ch’è palese.
Mi manchi. Non ho mai
Saputo di poterti avere,
non ho mai saputo
di poterti perdere.
Mi manchi, come mi
Manca la mamma:
mi hai dato la vita,
piccola stella dimenticata,
mi hai dato una vita
creduta ormai persa.
Mi manchi, anche se
Non sei andata via…
Mi manca quello
Che non ho mai pensato
Di dirti. Mi manca
Quello che non ho mai
Pensato di sognare.
Riposa, bambina nascosta
E sconosciuta… riposa serena
Contro il mio petto:
nessuno qui potrà farti male,
nessuno qui potrà rapirti a me.

Fratellino

Cosa cerchi nel cielo,
fratellino dagli occhi gentili?
Cerchi la tua buona stella?
La vedi?! È quella che brilla
Fra tutte le altre oltre la Terra,
oltre i pensieri che rendono tristi,
oltre i pensieri che rendono fragili.
È delicata, la tua buona stella,
delicata e dolce come il tuo sorriso,
piccolo fratello mio con tanti sogni.
Siamo partiti entrambi
per strade differenti ed ardue.
Siamo ritornati ad abbracciarci ancora
Dopo che la luna ha ormai esplorato
Mille volte i nostri cieli.
La tua buona stella,
fratello mio delicato,
ci ha sorriso da dove
il passato ci guarda con rimpianto;
non potremo più riagguantarlo,
i gradini d’una vita a raggiungerlo non bastano.
La tua buona stella
Ci ha sorriso
Ed ora brilla fra le lacrime
Nei tuoi occhi felici,
riluce fra migliaia di stelle
troppo belle per essere cadute
sul viso d’un fanciullo.

Non piangere

Non piangere, non piangere mai
Neanche se qualcuno ti prende a schiaffi.
Non piangere, non piangere mai
Neanche se io ti lasciassi sola.
Il sole brilla ancora
Sull’orizzonte di sangue,
non piangere: le stelle
rischiareranno la tua notte.
Non piangere, non piangere mai
Neanche s’io dovessi morire
Senza averti salutata.

 

Morire a tredici anni

Tredici anni,
tredici anni buttati via
in tredici lacrime sul viso.
Tredici anni volati nel vento
In tredici foglie perdute.
Tredici anni nella notte
In tredici sogni dimenticati.
Tredici anni…
Non li ho più
Li ho abbandonati
In tredici urli
Ormai scordati.

 

La mia ragione di lottare

Ognuno ha qualcosa d’importante
Per cui vivere.
Ognuno ha qualcosa d’importante
Per cui morire.
Io ho i tuoi occhi tristi
Per buttarmi nel fuoco.
Io ho i tuoi occhi felici
Per spegnere gl’incendi.
Ognuno ha un sogno importante
Per dormire di giorno.
Ognuno ha un sogno importante
Per vegliare di notte.
Tu sei il sogno beato che mi priva del sonno.
Tu sei il sogno beato
Che carezzo al mattino.
Ognuno ha qualcosa d’importante
per cui partire.
Ognuno ha qualcosa d’importante
Per cui ritornare.
Noi abbiamo inseguito
I nostri ricordi di bimbi
Per terre lontane;
io ho inseguito il tuo,
tu hai inseguito il mio,
ma non siamo mai
riusciti a trovarci.

Ed io grido

Grido di dolore
Amore perduto
Per strada distante
Amore che lotta
In mare di pene
Che non ha limite.
Io grido in tuo nome
Mentre il sangue scorre
Sì lontano dal tuo
Sì al pari del tuo.
Grido di dolore
Una dea che muore
Amor che si spegne
Lasciandomi solo
In mare di pianto.

A Seiya con amore

Vola via nel vento
Dei pomeriggi
che dovranno venire,
amore dai baci di miele,
che il sangue non può soffocare,
prescelto campione
di lustri adorno
dimentico del dolore
contro il mio petto,
dove i ricordi sono presente
e la morte è scomparsa
dietro un orizzonte troppo lontano
per essere scorto
dai tuoi occhi di uomo,
fanciullo elevato al rango di Cavaliere,
signore, messere degno d’ogni pensabile onore,
mio cuore volato oltre il cielo
e le stelle ed il cosmo d’Atena.
Dimentica chi sei,
dimentica chi sono
dimentica tutti quelli
che ci fanno soffrire
e riposa, abbandonati al sogno
fra le mie braccia fatate.

Grazie

Grazie, grazie per tutte le volte
Che hai sudato per non vedermi morire.
Grazie per tutte le volte
Che non hai pianto quando cadevi.
Grazie per ogni dolore,
ogni lacrima, ogni ferita
che t’ha fatto soffrire
in nomine mio.
Grazie, per tutto l’amore
Che hai saputo lanciare
Oltre le barriere del tempo,
oltre un destino che
non ho potuto capire.
Non l’ho voluto.
Grazie per il tuo coraggio,
per il tuo sorriso, le tue stelle nel cielo…
grazie.

 

Mi chiami

Odo la tua voce
Invocarmi ancora…
Non posso aiutarti ora,
lo sai bambina felice
senza lacrime o sorriso
da ricordare.
Non dimenticarmi
Rammenta che ti sono vicino
Petto contro petto
Combattendo ancora
Per quello in cui credi,
in cui crediamo.

 

Il a été ce qu’il a du être.
È stato quello che doveva essere
It had been what it had to be

 

Il sacrificio

Avrei voluto poterti insegnare
Finché il ghiaccio di questo
Mio cuore non fosse
Fuso del tutto.
Bambino, cresciuto,
mutato in uomo
troppo presto
troppo in fretta
troppo ingenuo
per poter capire
le ragioni che
guidaron questa mano.
Mi spiace…
Non è stato vano
Il sacrificio d’un compagno
Ma è servito a poco.
L’acquisibile è acquisito,
è vero, candela nel vento di Russia ;
ma che ne faremo adesso?
Come potrai ibernare il mondo
Se prigioniero del freddo silenzio
Della Morte ch’io ti diedi
Su un piatto d’argento e ghiaccio,
che mi brucia il cuore…
un freddo sì profondo
che m’arde dentro
e brucia e divampa crudele,
spietato per quell’amore fraterno
ch'avrebbe dovuto unirci
e che ci ha legati?
come potrai?
Come potremo?

Non sei più tu

Le mie mani e le tue mani
Sono legate fra di loro
Da una catena di pianto
Che non si spezza.
Non sei più tu.
Come il vento
Non è più sole
Tu non sei più tu.
Come la tempesta
Non è più la pace
D’un cuore innocente,
tu non sei più tu.
Avrei voluto ritrovarti
Mio riflesso nello
Specchio dell’anima,
ma non sei più tu
ed hai infranto il cristallo
dei nostri sogni antichi.
Non ti riconosco,
lo so io e
tu lo sai
bene come allora
che eravamo fratelli.
Hai dimenticato.
Non sei più tu.
Non siamo più noi.
Siamo cambiati sotto
La forza degli eventi
Che cancella l’odore de sangue,
che dilegua l’amore dei bambini.
Non voglio crescere
Non se perderti
È quanto il destino
Mi chiede ora
Per diventare uomo.
Resterò fanciullo.
Non ho bisogno di perché
O di parole vane:
non voglio cambiare,
Non voglio che tu cambi.

Gemini

L’ombra ch’è dentro di me
Mi sta divorando piano
E alla fonte inesauribile beve
Dell’odio che stronca la vita.
Invano s’invoca il pugnale
Che tronca i fior di ciliegio
Di fresco nel vento fioriti:
non posso darmi la pace
che l’anima mia anela;
mantengo coscienza. Dispero.
Noi siamo mutabili
E per quanto possiamo fare
Restiamo mutabili.
Ma non voglio mutare
E perdermi nell’oblio
D’un universo senza luce.
Lasciami in pace!
Voglio che tu mi lasci in pace!
Voglio che io mi lasci in pace!
Posso uccidere i bimbi
E mi faccio paura,
per quello che pensi
per quello che penso.
Sono già te ed a
Pieno me ne rendo conto.
Non c’è più niente da fare,
ma vorrei morire e
perder or ora la ragione
per del mio volto folle nello
specchio il riflesso non mirare.
È smarrita dimensione
Delle cose fatte di materia,
ma la tua ombra
non soffoca il mio cuore:
lo possiede e basta,
rendendolo d’un io
che più non riconosco.

Dopo la lotta

Distese di sangue
Lasciate a imputridire :
ecco quel che resta
al nostro dipartire
dalla Patria grondante
di lacrime e d’aceto
fra le tante
fiamme d’inferno
che momento cheto
non danno all’Averno.
Sto tornando, o sorriso,
mio cuore ferito,
al bel paradiso
dannato e deriso
dalle nostre voci fanciulle.
Non hai mai parlato.
Sfrontato !
Fuoco
ti dono
e pianto
pianto infinito.
Addio.
Solo un saluto.

 

Poesie in Francese

 

C’est moi le Diable

Il n’y a personne qui a vu
Mon visage tombé dans le noir
De cette nuit absurde.
J’ai oubilié ma vie
Et suis aliené par un âme
Qui n’est pas le mien.
Je pleure, mais je ne veux pas
Pleurer de cette façon si étrange:
qui ecutera mes mots dits au
ciel qui n’est plus sur ma tête
?
Mourir, je vais mourir
Si mon frère ne vien pas pour
Me donner la liberté perdue.
Et je cherche, et j’appelle
Son cher nom que, enfant,
je criais quand la rue étais fermée.
Il n’ y a plus une rue:
la mienne est allée chez le Diable,
est venue chez moi.
Où aller mentainant?
Je suis serré dans moi-même
Je ne peux pas aller à la maison,
tourner chez les amis
que je voudrais avoir oubliés,
mais qui sont dans mon coeur
avec le souvenir de la vie
que est au dela de cette noir maudit.

 

Isaac

On n’a pas pu l’interdir
Ou ne pas le laisser faire.
Il n’ya plus raison
De souffrir comme-ci,
de cette façon absurde :
l’amour des frères
n’est plus ici-
il n’y a été jamais-
et je n’ai pas encore
l’envie de rester
à regarder ton corp
contre la terre,
sans vie.
Isaac, adieu.
Il a été ce
Qu’il a du être
Nous ne pouvons rien dire
Tu ne peux rien dire,
maintenant.
Je suis regardé par le ciel :
" Maudit-toi ! "
crient ceux qui Athéna ont oubliée.
Au fait, tout est allé…
Je n’ai plus rien à faire,
je peux aller chez maman
qui pour moi ancore
a son bon souri de fille,
de la fille que
je n’ai pas trouvée
dans ce monde mauvais,
sans connissance de mon destin
qui a pris ma vie et la tienne aussi.
Je n’ai plus les mots…
Je n’ai plus les yeux :
j’ai seulement à dormir encore …
attende-moi, mon ami!
nous allons nous rencontrer.

 

La Chanson de Phoenix

Ce que nous ne dissons pas
A resté dans notres coeurs
Pour ne parler que
Avec les yeux.
Mon frère, tu sais
Je vais retourner.
Je l’ai perdue,
mais vais te retrouver :
tu comment elle,
les mêmes yeux
oubliés par le ciel
dans un visage de femme ;
le même amour
que j’ai puor toutes les deux.
Soeures…
Amoreuses…
Frères…
Je n’ai rien compris
De cette vie étrange
Qui m’a porté
Loin du frère que je adore
Loin de la soeure que je ai
Toujour su d’avoir.
Puis est arrivée la Mort
Qui a porté loin de moi Esmeralda,
qui a pris ses souris
de jeune poucelle blanche.
Qu’est-ce que j’ai maintenant ?
Qu’est-ce que j’ai encore ?
Rien, je le sais trop bien.
Ma puissance est vane
Sans personne à défendre.
Ma puissance est vane.
Ma puissance est destinée au mal.

Athéna

J’ai pensé de changer,
d’être quelqu’une
qui a un peu plus de coeur.

J’ai pensé de devenir
Une bonne déesse pour
Les enfants que j’aime.

J’ai pensé de changer
Pour toute la douleur
Qu’ils ont souffri.

J’ai pensé de devenir celle
Qu’ils ont toujour voulu
Avoir devant leurs têtes en criant
Que au fond le monde est beau.