EURIDICE

V'era il sole a riscaldare i cuori,
v'era una leggera brezza
a rinfrancare l'anime affannate.
Tu, risplendente nel candore
del tuo abito nuziale,
aggiustavi sul capo
la corona di fiori,
bianchi anch'essi
a significare la purezza
del tuo sentimento.
Lui, in trepida attesa,
pizzicava soavemente
le corde della sua lira,
intonando un dolce imeneo.
Uscisti da quella tua dimora
col cuore colmo di speranza,
un mazzo di margherite fra le mani,
ma al varco t'attendeva la morte
vestita da spire di serpe. 
Essa ti condusse al tetro
soggiorno dei morti,
strappandoti al dolce nettare
della tua giovinezza.
Quale agonia invase
l'animo del tuo sposo,
quante tristi melodie
compose per sentirti ancora vicina
e infine la pazzia d'amore
lo portò a cercarti all'oltretomba.
Il signore di quel regno fu clemente,
commosso dalle note della lira,
ma la morte restò impietosa
e con spietata malvagità
lo spinse a guardare 
il tuo amabile volto
e il sogno d'improvviso svanì
seguito dalla timida speranza.
Ritornasti fra le ombre senza nome
ed il tuo amato decise di restare lì
ad allietare i tuoi giorni ormai bui
col suono del suo strumento celestiale.
La morte ne fu tronfia,
entusiasta all'idea che dalle sue mani
neppure gli dei poterono strapparti.

27 settembre 2011

 

PANDORA

Era una notte di luna piena,
l'aria tersa e calda
ispirava grilli a cantare.
Le nuvole alte e serene,
quasi soffici batuffoli,
e lei era lì seduta
accanto al silente ruscello.
Non aveva più timidezza,
né verecondia nel viso,
solo l'immagine della brama
e dello smodato diletto
si rifletteva nelle chiare acque
del docile ruscello.
Guardava ancora avida
lo scrigno che dinnanzi aveva,
donde ogni sorta di malizia
fino a poco prima era celata.
D'improvviso s'accorse curiosa
che una fievole luce
ancora brillava nell'ombra
di quello sciagurato vaso:
era lieve, quasi fioca,
priva di significativo bagliore,
eppure così pura e sincera,
così calda ed avvolgente,
così tenera e decisa.
Si chiese cosa fosse,
cosa indicasse quel debole fuoco,
e repentino un nome
le nacque nel fondo del cuore:
speranza è il suo casto nome,
colei che mai s'arrende e si lascia vincere,
colei che degli uomini è sostegno e castigo;
speranza che mai vedrà morte o disfatta,
ma solo dolore e tormento.

29 febbraio 2012