JULIAN KEDIVES

(JULIAN SOLO)

ETA': 16 anni.

ALTEZZA: 1.77 M.

PESO: 59 Kg.

OCCHI: Verdi.

CAPELLI: Azzurri.

DATA DI NASCITA: 21 Marzo.

LUOGO DI NASCITA: Grecia.

GRUPPO SANGUIGNO: 0.

SEGNI PARTICOLARI: Nessuno.

PARENTI CONOSCIUTI: Nessuno.

COSTELLAZIONE / SIMBOLO: /

ARMATURA / ARMI: Armatura di scaglie di Nettuno. L'armatura di Nettuno copre completamente il corpo della Dio, lasciando scoperto solo il volto e minuscole porzioni di braccia e gambe. Dovrebbe essere fatta di scaglie d’oro proprio come quelle dei Generali, ma è immensamente più resistente, in grado di reggere anche ai colpi di tre Cavalieri d’Oro senza subire crepe. Può tuttavia essere perforata dalla freccia di Sagitter, se adeguatamente caricata da cosmi abbastanza potenti. E’ inoltre probabile possa essere danneggiata o distrutta da altre armi divine. Non conosciamo il suo punto di congelamento o fusione. A differenza delle armature degli altri Dei conosciuti, non è dotata di ali, anche se Nettuno è probabilmente in grado di volare grazie al cosmo. Il Dio può inoltre possedere la corazza con il proprio spirito, e usarla per pensare, ricordare o comunicare con gli esseri umani. L’arma principale è ovviamente il tridente, simbolo dell’imperatore dei mari e fonte dei suoi attacchi più potenti. La sua forza dovrebbe essere paragonabile a quella della spada di Hades, e inferiore solo alla folgore di Zeus, anche se tutto dipende dal cosmo di Nettuno nell’usarlo. Il tridente può essere usato per scagliare raggi e scariche di energie, ma anche lanciato come arma normale. In questo caso, è abbastanza forte e affilato da perforare un’armatura d’oro o di scaglie. Atena reputa il tridente abbastanza pericoloso da apporvi un sigillo a parte, e da nasconderlo lontano dal resto dell’armatura. Anche con Nettuno imprigionato, esso possiede però il potere di trascinare nel tempio marino chiunque ha la forza di impugnarlo.

STIRPE: Divinità dell’Olimpo, e ereditiero dell’impero marino dei Kedives.

PRIMA APPARIZIONE: Episodio 99 "Fine o inizio?" (anime), Saint Seiya N° 14 capitolo 1 (manga edizione Star Comics).

EPISODI (SAGA):. 99 (saga di Asgard), 100-101, 104, 108, 110-114 (saga di Nettuno), 4° OAV, 143 (saga di Hades).

NUMERI DEL MANGA:.N° 14-21, 27.

COLPI SEGRETI / POTERI: Julian Kedives è l’incarnazione di Nettuno, e quindi possiede tutti i poteri della divinità, sebbene presumibilmente in forma ridotta. Ha un cosmo potentissimo, superiore a quello di qualsiasi mortale, che gli permette di rimandare al mittente qualsiasi attacco di bassa o media intensità gli venga lanciato contro, o di prendere il controllo di frecce e armi. Con un solo sguardo, può paralizzare o spingere indietro nemici di basso livello, sferrare onde di energia e frantumare armature anche vicine a quelle dei Cavalieri d’Oro, ed anche dotate di difese particolarmente resistenti come lo scudo del Dragone. In caso di bisogno, può sferrare attacchi di maggiore intensità come sfere o raggi di energia, o fulminare e scaraventare via chi cerca di trattenerlo. Il suo potere cresce ancora di più se convogliato attraverso il tridente, con cui può facilmente avere la meglio anche su colpi segreti sferrati alla massima intensità, o scagliare raggi abbastanza potenti da abbattere due Cavalieri d’Oro. È molto probabile che persino questa sia solo una frazione del potere di Nettuno, e che la sua vera forza sia ancora maggiore.

Anche addormentato nel corpo di Julian, il cosmo di Nettuno riesce a riedificare il tempio sottomarino e ad attirare i Generali ed i soldati alla sua corte. Può fendere il mare e comunicare ad enormi distanze, generare ondate e vortici, e muovere oggetti come l’Anello del Nibelungo con tanta precisione da soggiogare Ilda. Come divinità patrona degli oceani, può controllare non solo il mare, ma anche la pioggia, e causare alluvioni, maremoti e inondazioni.

Anche se l’argomento non viene mai trattato, il suo sangue potrebbe avere poteri speciali, e permettere di far evolvere le armature o risvegliarne i poteri latenti (vedi Note).

Dal punto di vista fisico, Julian ha la forza e la velocità di un normale essere umano in buona forma.

STORIA: Julian nacque in Grecia, ultimo discendente della famiglia dei Kedives, magnati del commercio marittimo da generazioni. A sua insaputa, la famiglia Kedives era stata prescelta da Nettuno, Dio dei mari, per fornirgli un corpo ogni volta in cui decidesse di reincarnarsi in forma mortale. Risvegliato da Kanon, il fratello di un Cavaliere d’Oro di Atena, e informato della rinascita di quest’ultima, Nettuno decise di tornare a nuova vita e si impadronì del corpo di Julian quando quest’ultimo aveva tre anni, e stava giocando a palla in giardino.

Per tredici anni, lo spirito di Nettuno rimase sopito, e Julian non seppe nulla della sua esistenza. Crescendo, sentì però di essere attratto dal mare, sia per il suo fascino che per la sua potenza, visto che gli oceani coprono la maggior parte del globo. Si convinse quindi che controllando gli oceani fosse possibile controllare il mondo, e considerò se stesso una sorta di sovrano o imperatore visto che la sua famiglia aveva il dominio sul commercio marittimo. L’essere figlio unico di una dinastia così ricca lo fece crescere viziato e leggermente arrogante, abituato a ottenere qualsiasi cosa o persona desiderasse senza mai essere rifiutato. Non era però privo di fascino o eleganza, e comunque dotato di buone maniere e, in fondo, buon cuore.

Il giorno del suo sedicesimo compleanno, organizzò un’enorme festa di gala alla sua residenza in Grecia. Gli inviati erano praticamente tutti rappresentanti di famiglie ricche, partner commerciali dei Kedives o in affari con loro. Tra i tanti, c’era la giovane Lady Isabel, capo della potente Fondazione Thule, una delle più grandi del mondo, e nipote del defunto Alman, che era stato partner d’affari di suo padre. Nel vederla, Julian si sentì immediatamente attratto da lei, e avvertì una connessione profonda, come se i due si conoscessero da sempre. Affascinato dalla sua bellezza, l‘invitò in terrazza per ammirare il mare, e le parlò della sua visione del mondo. Poi, sbalordendola, le chiese di sposarlo, certo che insieme avrebbero potuto fare grandi cose. Credendolo uno scherzo, e comunque non interessata, Isabel però rifiutò cordialmente e fece ritorno in casa, lasciando Julian da solo in terrazza. Questo rifiuto, il primo della sua vita, lo sbalordì, e aumentò il suo desiderio di volerla.

Subito dopo però, Julian notò una luce proveniente dalle rovine di Capo Sounion, dove c’erano i resti dell’antico tempio di Nettuno. Attirato ad essa, trovò il leggendario tridente del Dio, e anche Titis, Cavaliere Sirena, che si inginocchiò ai suoi piedi e gli disse di essere la reincarnazione dell’imperatore dei mari. Senza dargli il tempo di reagire, Titis trascinò Julian in acqua, permettendogli di raggiungere il regno sottomarino edificato da Nettuno nelle epoche mitologiche, nonché il tempio e l’armatura del Dio. Indossata la corazza, Julian ottenne, almeno in parte, il cosmo ed i ricordi di Nettuno e si mostrò al suo esercito, composto da soldati semplici e Generali degli Abissi. Ad uno di loro, lo stesso Kanon che anni prima aveva liberato lo spirito del Dio, affidò il comando delle truppe, sistemandosi nel proprio tempio a pianificare il da farsi.

Solo parzialmente in controllo delle sue azioni e plagiato dallo spirito di Nettuno, Julian decise che fosse necessario punire gli esseri umani, ormai corrotti dall’oscurità, e creare un nuovo paradiso per pochi eletti, proprio com’era accaduto con il diluvio universale narrato nella Bibbia. C’era però un ostacolo, rappresentato da Atena, Dea della giustizia e protettrice degli uomini insieme ai suoi Cavalieri. Ritenendola una minaccia, nonostante questi ultimi fossero stati da poco ridotti sensibilmente in numero a causa di conflitti interni, Julian decise di indebolirla servendosi di Ilda di Polaris, Celebrante di Odino e pacifica regnante di Asgard. Usando l’Anello del Nibelungo, un gioiello in suo possesso in grado di corrompere e rendere malvagio chi lo indossava, Nettuno attaccò e plagiò Ilda, piegandola al suo volere senza però rivelare la propria identità. In questo modo, Ilda convocò gli otto Cavalieri di Asgard e fece scoppiare una guerra contro Atena ed i suoi cinque paladini più fedeli: Pegasus, Sirio il Dragone, Cristal il Cigno, Andromeda e Phoenix. Nettuno sapeva che Ilda probabilmente avrebbe perso, ma contava di approfittare della situazione per colpire Atena quando fosse più stanca e vulnerabile.

Così fu. A battaglia quasi conclusa, Julian inviò un suo Generale, Sirya, a sbarazzarsi dei superstiti. Il guerriero fallì, a causa dell’inattesa e disperata opposizione di Orion di Asgard, ma Nettuno riuscì comunque a rapire Atena con un’onda, ed a trascinarla nel regno sottomarino, dove la mostrò trionfante al proprio esercito. Le sorprese però non erano finite, perché Atena si rivelò essere proprio Isabel, spiegando il legame che Julian aveva provato al loro primo incontro. Anche per questo non l’uccise, ma decise di salvarla e tenerla in vita.

Mentre la ragazza giaceva, priva di sensi, Julian mise in moto la seconda parte del suo piano, iniziando a flagellare il mondo con inondazioni e alluvioni senza sosta, che causarono rapidamente migliaia di vittime. In questi stessi giorni, ottenne il giuramento di fedeltà di Abadir, Generale che in passato era stato apprendista Cavaliere di Atena, e che però aveva rinnegato la Dea per sposare gli ideali di Nettuno. Finalmente, Isabel si riprese, e Julian si rivelò, spiegandole le sue intenzioni ed i suoi piani di distruzione. Le disse però anche di volerla risparmiare, in nome del sentimento che aveva provato nei suoi confronti, e affermò che stavolta Atena non sarebbe stata sua nemica, ma sua compagna, dando a intendere che avrebbero governato insieme il suo nuovo mondo. Con suo enorme stupore però, Atena rifiutò ancora le sue avances, preferendo schierarsi dalla parte degli esseri umani anche quando l’atteggiamento di Julian si fece minaccioso. Indispettito per essere stato rifiutato per ben due volte, e non riuscendo a farle cambiare idea, decise allora di servirsi di lei in altro modo. Con l’inganno, la fece entrare nella Colonna Portante, cuore del suo impero, e la chiuse dentro, iniziando a riempire l’enorme sala con una piccola frazione dell’acqua che stava cadendo sulla terra sottoforma di pioggia. In poche ore, Isabel sarebbe annegata, e la sua morte avrebbe dato eterna stabilità alla Colonna ed al suo impero. Ad insaputa di Julian però, nella Colonna era stata nascosta anche l’antica anfora con cui Atena lo aveva sconfitto e sigillato secoli prima.

Anche in una situazione così disperata, Atena non si perse d’animo, affermando che i suoi Cavalieri l’avrebbero salvata, e rifiutando persino un’ultima offerta di alleanza di Julian. Effettivamente, i Cavalieri erano entrati nel Regno Sottomarino e si stavano scontrando con i Generali degli Abissi, intenzionati ad abbattere le colonne dei sette mari, la cui distruzione era necessaria prima di poter attaccare la Colonna Portante. Indossata l’armatura, Julian si sedette sul suo trono e seguì a distanza lo svolgersi degli eventi, assistendo alla caduta di ben cinque Generali, ed all’inattesa distruzione delle loro colonne. D’altra parte, il passare del tempo indeboliva il cosmo di Atena, che si avvicinava alla morte.

Dopo alcune ore, un primo Cavaliere, Tisifone, fece irruzione nel suo tempio. Incuriosito più che allarmato, Julian la paralizzò e poi sconfisse senza neppure bisogno di alzarsi dal trono. Tisifone era però solo la prima: uno dopo l’altro, Pegasus, Sirio il Dragone e Cristal il Cigno raggiunsero la sua residenza, incoraggiati dal canto di Atena, che inatteso si era levato dalla Colonna Portante. Dopo aver discusso brevemente con loro circa ciò che li spingeva a lottare, ed averne apertamente disprezzato l’insistenza, Julian diede loro battaglia, mostrando di poter rimandare al mittente i loro colpi segreti grazie all’enorme superiorità del suo cosmo. Fiaccati dagli scontri sostenuti contro i Generali, i Cavalieri erano poca cosa e Nettuno frantumò facilmente le loro corazze con la sola forza dello sguardo. Interrotto dal canto di Atena, non riuscì però a finirli, e si domandò per quanto tempo ancora la Dea avrebbe continuato a resistergli. Per di più, Pegasus continuava a rialzarsi, ed alla fine venne raggiunto dall’armatura d’oro del Sagittario, nota per essere dotata di una freccia in grado di perforare qualsiasi difesa.

Inizialmente, neanche questo bastò ad allarmare Julian, certo che la freccia non sarebbe mai riuscito a raggiungerlo. In effetti, al primo tentativo il dardo tornò indietro, ferendo lo stesso Pegasus, ma il ragazzo continuò a tentare, protetto dai corpi degli amici che, uno dopo l’altro, gli fecero da scudo ricevendo la freccia al posto suo. Julian criticò questo atteggiamento, definendo i Cavalieri come pronti a sacrificare gli altri pur di raggiungere i loro scopi, ma contemporaneamente iniziò ad essere infastidito e irritato dal loro perseverare. Al quarto tentativo però, i Cavalieri, cui si era aggiunto anche Andromeda, unirono al massimo i loro cosmi, avvolgendo la freccia e rendendola superiore al cosmo ed alla volontà di Julian, che venne ferito alla fronte ed iniziò a sanguinare.

Paradossalmente, questa ferita risvegliò del tutto lo spirito di Nettuno, che prese il sopravvento e mostrò il suo vero potere. Ridotto ormai ad un fantoccio nelle mani del Dio, Julian impugnò il tridente e portò avanti la battaglia contro i Cavalieri, restando quasi sempre in vantaggio anche quando Sirio e Cristal indossarono a loro volta le armature d’oro di Bilancia e Acquario. Unendo le forze e rischiando la vita però, gli eroi riuscirono a lanciare Pegasus contro la Colonna Portante e ad abbatterla, salvando Isabel. Con il regno sottomarino ormai in rovina, Nettuno e Atena si scontrarono un’ultima volta, e la fanciulla ebbe la meglio riuscendo a imprigionare di nuovo lo spirito del Dio nell’anfora. Privo di sensi, Julian sarebbe annegato, ma Titis, che gli era sinceramente legata, lo riportò sulla terraferma, lasciandolo svenuto sopra una spiaggia.

Al risveglio, Julian non ricordò nulla dell’accaduto ma, nell’apprendere delle migliaia di morti causati dai recenti alluvioni, terminati con la sconfitta di Nettuno, si sentì pervadere da un profondo senso di tristezza. Decise così di donare il suo intero patrimonio per aiutare le vittime e gli orfani della tragedia, e di viaggiare per il mondo per incontrarli. A chi glielo chiese, non seppe spiegare le ragioni di questa decisione, se non dicendo che era la cosa giusta da fare. In quest’opera fu affiancato da Sirya che, fingendo di essere un semplice studente del conservatorio, si offrì di accompagnarlo per poter allietare i bambini con la musica del suo flauto.

Poco tempo dopo, un’imprevista eclisse iniziò ad oscurare il sole. Mentre si trovava ancora in Grecia insieme a Sirya, Julian venne nuovamente posseduto dallo spirito di Nettuno, anche se solo per qualche attimo. In questo stato, spiegò a Sirya che l’autore dell’eclisse era Hades, contro cui Atena stava ora combattendo insieme ai Cavalieri, e inviò in loro aiuto le armature d’oro, rammaricandosi di non poter fare di più perché ancora prigioniero dell’anfora. Poi lo spirito lo lasciò di nuovo, e Julian continuò le sue opere caritatevoli senza alcun ricordo della possessione.

NOTE: Le informazioni presenti in questo profilo provengono dagli episodi 99, 100-101, 104, 108, 110-114 e 143 della serie classica, e dai numeri 14-21 e 27 del manga edizione StarComics. Nettuno compare brevemente anche nel 4° OAV, sempre con l’aspetto di Julian, ma, trattandosi solo del suo spirito, la cosa non ha a che fare con il ragazzo. In teoria, la prima apparizione di Nettuno sarebbe nel 74° episodio, quando si manifesta ad Ilda, ma Julian non compare fino agli attimi finali del 99.

A differenza di Atena, che rinasce in forma umana, Nettuno si impossessa di un corpo altrui, proprio come Hades. Per questo motivo, non sappiamo se il sangue di Julian abbia gli stessi poteri di quello di Isabel, come la capacità di far evolvere le armature o di annullare barriere divine. È comunque molto probabile che la semplice presenza del cosmo di Nettuno lo renda un potente catalizzatore, se non altro come quello dei Cavalieri d’Oro.

E’ difficile stabilire la vera natura di Julian, visto che è quasi sempre posseduto dallo spirito di Nettuno. Gli indizi seminati da anime e manga mostrano un ragazzo un po’ viziato e arrogante, abituato ad ottenere tutto, ma anche sostanzialmente generoso, come mostrato soprattutto quando devolve il suo intero patrimonio in beneficenza. Quest’ultima scena non viene mostrata nell’anime, così come l’incontro con Sirya dopo il crollo del regno sottomarino, ma vediamo i due insieme nella serie di Hades, e Julian fa un leggero riferimento ai bambini orfani, a indicare che le cose sono andate come nel manga.

Non è chiaro quanto potere Julian abbia all’interno della compagnia del padre, né che ruolo svolga. Considerando che è ancora minorenne, i suoi compiti dovrebbero essere minimi, anche se Isabel, che è di tre anni più giovane, praticamente manda avanti la Fondazione Thule. Julian non ha di certo l’autorità o il titolo per devolvere l’intero valore economico dei Kedives, quindi il patrimonio di cui si parla dev’essere solo quello suo personale. Anche in questo caso, di solito un minore non può accedere a più che una piccola frazione del capitale, e solo in determinate condizioni, proprio per evitare colpi di testa. L’alternativa è che Julian sia ormai orfano, e quindi unico proprietario, ma anche in questo caso di solito il potere e le finanze sono gestiti da consigli di amministrazione.

Durante la maggior parte della serie, vediamo una specie di ibrido di Julian e Nettuno, causato dal solo parziale risveglio del Dio nel giovane. Nel primo dialogo con Isabel, parla di Julian in terza persona e di sé stesso come Nettuno, ma è chiaro che parte della personalità del ragazzo è ancora presente, soprattutto quando rinnova, per ben due volte, la proposta di matrimonio. Il suo cosmo, seppur molto più forte di quello di un Cavaliere, è comunque inferiore rispetto all’aura che si innalza a risveglio completato, e non usa il tridente per combattere, limitandosi a semplici emanazioni di energia. Per contro, dopo il pieno risveglio di Nettuno, il suo atteggiamento verso Atena è chiaramente ostile, ed i suoi attacchi più incisivi e aggressivi. Secondo l’enciclopedia Taizen, neppure questa è la vera forza di Nettuno, che sarebbe stato indebolito dal risveglio anticipato, probabilmente a spiegare perché tre Cavalieri d’Oro riescano a metterlo in difficoltà mentre con Hades ci vogliono addirittura le armature divine.

Non è ben chiaro quanto l’amore di Julian verso Isabel sia spontaneo, visto che è almeno in parte legato al percepire che lei è Atena, e che si conoscono da millenni. Inoltre, non sappiamo quando esattamente Julian scopra che Isabel è Atena. Nel manga, ne é ignaro finché non l’incontra per la prima volta, quindi si può supporre che anche nell’anime lo venga a sapere solo dopo averla rapita e portata nel suo regno. D’altra parte, alcuni indizi, come il discorso che le fà riguardo la guerra di Asgard, suggeriscono che lo sapesse già da prima. In fondo, lo status di Isabel come Atena non è propriamente un segreto, come mostrato da Mizar quando si reca quasi subito alla sua villa.

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